La nostra preghiera. Breve Omelia del Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, durante i Vespri di S. Vigilio

Transcript

1 La nostra preghiera Breve Omelia del Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, durante i Vespri di S. Vigilio (Chiesa Cattedrale di Trento, 26 giugno 2013) * * * Venerato Arcivescovo e cari Sacerdoti, Fratelli e Sorelle nel Signore! Due motivi particolari possono ispirare la nostra preghiera della sera, in questa bella festa di San Vigilio. Il primo motivo nasce dal dovere di dare gloria a Dio per tutti i doni che ha concesso alla Chiesa particolare di Trento nel corso della sua lunga esistenza. In questa vostra stupenda Cattedrale questa sera tutto contribuisce ad elevare un inno di gratitudine al Signore per le grazie con cui Egli ha accompagnato finora il pellegrinaggio terreno di questa comunità verso la patria del cielo.

2 - 2 - Oggi, la nostra lode a Dio nasce anche dal dovere di gratitudine per la luce del Vangelo che il Vescovo Vigilio ha diffuso in questa vostra terra benedetta. E una lode che diventa poi corale per ringraziare il Signore per la testimonianza cristiana data dal popolo trentino in tanti secoli di storia, con le sue famiglie, con le sue parrocchie, con tante sue istituzioni religiose, che hanno trasmesso alle successive generazioni il dono prezioso della fede. Un grazie particolare vorrei poi che elevassimo tutti al Signore per il bene che hanno portato anche nei luoghi più remoti di queste vallate le numerose parrocchie della diocesi. Esse sono state come la fontana del villaggio a cui hanno potuto attingere generazioni di fedeli per dissetare la loro sete di spiritualità. Oggi poi vorrei invitarvi a dar lode a Dio anche per il generoso ministero pastorale dell Arcivescovo Luigi, che vi guida con amore nel vostro cammino ecclesiale, per realizzare in questa cara comunità trentina quell unità spirituale di cui ci ha parlato l Apostolo Paolo nella breve lettura di questo Vespro.

3 - 3 - Il secondo motivo ispiratore di questa nostra preghiera della sera è appunto quello di chiedere al Signore la grazia di continuare a realizzare in questa vostra comunità quell unità di menti e di cuori, che S. Paolo proponeva come ideale alla Chiesa di Efeso, da lui fondata. Il brano che abbiamo or ora ascoltato è una parte del capitolo quarto della lettera agli Efesini, un capitolo che è tutto un appello all unità ecclesiale. L Apostolo scrive loro da Roma, ove si trovava prigioniero a causa del Vangelo, ricordando a quei primi cristiani il dovere della fedeltà alla propria vocazione ed in particolare l urgente necessità dell unità di tutti i membri del Corpo mistico di Cristo. E un capitolo che inizia con delle parole accorate, dirette da un Padre ai suoi figli spirituali: Vi scongiuro egli scriveva io prigioniero nel Signore, che vi portiate in maniera degna della vocazione con cui siete stati chiamati, con tutta umiltà e mansuetudine, con longanimità, sopportandovi caritatevolmente gli uni gli altri, studiandovi di conservare l unità dello spirito nel vincolo della pace.

4 - 4 - L Apostolo Paolo poi prosegue con accenti ancor più incisivi: Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre e Padre di tutti che opera in tutti (Ef 4, 1-6). Vengono poi le parole che abbiamo ascoltato, che ci indicano le nostre diverse responsabilità nel Corpo Mistico di Cristo, alcuni come apostoli, altri come profeti, alcuni come evangelisti, altri come pastori e maestri finché perveniamo tutti all unità della fede (Ibidem 4, 11-13). Il mio voto, cari Fratelli e Sorelle di Trento, che voi possiate realizzare sempre quest ideale di unità ecclesiale, annunziando Cristo là ove la Provvidenza vi ha chiamati a vivere ed a operare. Ut unum sint, che tutti siano una cosa sola, fu la preghiera di Gesù per i suoi discepoli nell Ultima Cena. Che tutti siano uno è il voto che rivolgo alla vostra comunità. E un unità che non significa uniformità, perché nella Chiesa fioriscono carismi diversi che rendono sempre più bello il suo volto e feconda la sua attività. E un unità che non significa immobilismo. La Chiesa, infatti non è solo una

5 - 5 - roccia per la stabilità dei credenti, ma è anche una nave che va alla ricerca dei lontani. Sia questa la nostra unità ecclesiale, come unità nel dinamismo apostolico. Sia questa stasera la nostra comune preghiera, concludendo con il Vespro la solennità di San Vigilio.