Autorità di bacino del Fiume Tevere. Presentazione delle mappe di pericolosità e di rischio nel bacino del Tevere (regione Toscana)

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1 Autorità di bacino del Fiume Tevere Arezzo 13 settembre 2013 Presentazione delle mappe di pericolosità e di rischio nel bacino del Tevere (regione Toscana) Ing. Carlo Ferranti

2 I tre livelli del processo partecipativo 1 INFORMAZIONE Si offrono strumenti informativi e si risponde alle domande del pubblico, si raccolgono primi spunti ed osservazioni 2 CONSULTAZIONE Si offronoalcunealternative, si raccolgono osservazioniper prenderle realmente in considerazione, si lasciauno spazioalla negoziazione 3 PARTECIPAZIONE ATTIVA Significa progettare e agire insieme, a partire dalla condivisione di una visione e degli obiettivi di un progetto/piano

3 Programma delle attività di partecipazione del Piano di gestione del rischio di alluvioni Secondo il D. Lgs. 152/2006 art. 66 (Adozione ed approvazione dei piani di bacino) comma 7. Le Autorità di bacino promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all'elaborazione, al riesame e all'aggiornamento dei piani di bacino, provvedendo affinché, per ciascun distretto idrografico, siano pubblicati e resi disponibili per eventuali osservazioni del pubblico, inclusi gli utenti, concedendo un periodo minimo di sei mesi per la presentazione di osservazioni scritte, i seguenti documenti:

4 il calendario e il programma di lavoro per la presentazione del piano, inclusa una dichiarazione delle misure consultive che devono essere prese almeno tre anni prima dell'inizio del periodo cui il piano si riferisce I tempi della partecipazione: D. Lgs. 152/2006 D. Lgs. 152/2006 art. 66 (Adozione ed approvazione dei piani di bacino) una valutazione globale provvisoria dei principali problemi di gestione delle acque, identificati nel bacino idrografico almeno due anni prima dell'inizio del periodo cui il piano si riferisce copie del progetto del piano di bacino almeno un anno prima riferisce anno prima dell'inizio del periodo cui il piano si

5 Obiettivo della partecipazione SOLLECITARE IL MASSIMO COINVOLGIMENTO POSSIBILE DEGLI STAKEHOLDERS ISTITUZIONALI E DEL PUBBLICO PIU VASTO PER MIGLIORARE I CONTENUTI DEL PIANO E VERIFICARE LA SOSTENIBILITA DELLE AZIONI La prima fase del processo partecipativo è iniziata a giugno 2012, tre anni prima della conclusione del PGRA, con la pubblicazione dei documenti metodologici di Piano, come previsto dall artm1 del D. Lgs. 49/2010 e dall art. 66 del D.Lgs.152/2006

6 Le Fasi della partecipazione FASE 1 FASE 2 FASE 3a FASE 3b PERIODO Giugno 2012 Maggio 2013 Giugno 2013 Dicembre 2013 Gennaio 2014 Dicembre 2014 Gennaio 2015 Giugno 2015 DOCUMENTAZIONE Metodologia di lavoro/programma Mappe di pericolosità e di rischio /relazioni e sintesi non tecniche Documenti del Piano di Gestione del rischio alluvioni in bozza Documenti del Piano di Gestione del rischio alluvioni LIVELLO TERRITORIALE Riunioni su base regionale Riunioni su base regionale Riunioni su base regionale Sedi istituzionali

7 LA DIRETTIVA 2007/60/CE E LA PIANIFICAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO recepita dal D.Lgs. 49/2010 Valutazione preliminare del rischio dicembre 2011 Mappe di pericolosità: giugno 2013 perimetrano le aree geografiche interessate da possibili alluvioni a)devono essere considerate le seguenti probabilità Comma 2 a. Alluvioni rare di estrema intensità, tempo di ritorno fino a 500 anni dall evento (bassa probabilità) b. Alluvioni poco frequenti, tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (media probabilità) c. Alluvioni frequenti, tempo di ritorno tra 20 e 50 anni (elevata probabilità) Comma 3 per ogni scenario di cui al comma 2 vanno indicati almeno i seguenti elementi: a. Estensione dell inondazione b. Altezza idrica o livello c. Caratteristiche del deflusso (velocità e portata) PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONE dicembre 2015 La redazione del PAI ha permesso di by-passare la fase di valutazione preliminare del rischio, utilizzando il regime delle norme transitorie ex art.11 della Direttiva) Mappe di rischio: giugno 2013 indicano le potenziali conseguenze negative derivanti dalle alluvioni definite nelle mappe di pericolosità a) Devono essere considerate le seguenti tipologie di beni esposti 1. Numero indicativo di abitanti potenzialmente interessati 2. Infrastrutture e strutture strategiche (autostrade, ferrovie, ospedali, etc) 3. Beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse presenti nell area potenzialmente interessata 4. Distribuzione e tipologia delle attività economiche insistenti nell area potenzialmente interessata 5. Impianti di cui all all. 1 al D.Lgs. 59/ Aree protette potenzialmente interesste individuate all.9 parte III del D. Lgs. 152/2006

8 Il reticolo idrografico di riferimento e le competenze Le competenze nell ambito del Distretto: - L Autorità di bacino del Tevere: per il bacino idrografico del Fiume Tevere - Le Regioni :per i bacini idrografici interregionali e regionali - Ai fini della predisposizione degli strumenti di pianificazione previsti dal decreto n. 49/10 (Piano di gestione delle alluvioni), l Autorità di bacino del Tevere svolge la funzione di coordinamento nell'ambito del proprio distretto idrografico di appartenenza (Distretto Idrografico dell Appennino Centrale) Il reticolo di riferimento per la mappatura della pericolosità e del rischio è indagato secondo tre fasi successive: Reticolo da mappare in FASE 1 (GIUGNO 2013) Reticolo da mappare in FASE 2 (GIUGNO 2015) Reticolo da mappare in FASE 3 (SUCCESSIVA AL 2015) Corsi d acqua che appartengono al reticolo di riferimento dei PAI Altri tratti evidenziati come pericolosi Completamento del reticolo di riferimento Le Regioni del Distretto, ciascuna per il territorio di competenza, determinano il proprio Reticolo di riferimento.

9 COSTRUZIONE DEL RETICOLO DI RIFERIMENTO (percorso condiviso con le Regioni del Distretto) 1. Reticolo individuato nel Piano di gestione del Distretto Idrografico dell Appennino Centrale 4. Reticolo minore individuato nel PAI 5. Segnalazioni legge 365/ Reticolo principale individuato nel PAI 3. Reticolo secondario individuato nel PAI 6. Corridoi ambientali individuati nel PS5 + Nuovi studi idraulici regionali

10 IL RETICOLO DI RIFERIMENTO CONDIVISO

11 Indirizzi operativi per la redazione delle mappe di pericolosità e di rischio Nel mese di Aprile 2013 il MINISTERO DELL AMBIENTE, DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DIREZIONE GENERALE TERRITORIO, RISORSE IDRICHE Ha pubblicato il documento INDIRIZZI OPERATIVI PER L ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2007/60/CE RELATIVA ALLA VALUTAZIONE ED ALLA GESTIONE DEI RISCHI DA ALLUVIONI CON RIFERIMENTO ALLA PREDISPOSIZIONE DELLE MAPPE DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO DI ALLUVIONI (Decreto Legislativo n. 49/2010)

12 La pericolosita secondo il d.lgs. 49/2010 Rispetto al Tempo di ritorno il D.Lgs. 49/2010 considera tre scenari: 20 T 50 anni (alluvioni FREQUENTI elevata probabilità di accadimento, P3); 100 T 200 anni (alluvioni POCO FREQUENTI media probabilità di accadimento, P2); 200 < T 500 anni (alluvioni RARE DI ESTREMA INTENSITA bassa probabilità di accadimento, P1). La stessa normativa, non obbliga a valutazioni analitiche collegate a valori di h e v, ma ribadisce che per ogni scenario, di cui al comma 2 art.6 del D. Lgs. 49/2010 siano riportati almeno i seguenti elementi: a) estensione dell'inondazione; b) altezza idrica o livello; c) caratteristiche del deflusso (velocità e portata).

13 Classi di pericolosita secondo il d.lgs 49/10 In considerazione della scadenza del giugno 2013, le attività relative alla redazione delle cartografie della pericolosità idraulica, per i corsi d acqua appartenenti al reticolo di FASE1, si può pertanto configurare come un passaggio dalle attuali mappe (fasce fluviali/classi di pericolosità o aree inondabili) a mappe di pericolosità rappresentate secondo 3 classi così come di seguito riportate. fascia A P3 (pericolosità elevata); fascia B (o B1,B2,B3) P2 (pericolosità media); fascia C P1 (pericolosità bassa).

14 ESEMPIO DI MAPPA DELLA PERICOLOSITA (estensione dell inondazione) Torrente Cerfone

15 Elementi esposti : le 6 macrocategorie 1. Zone urbanizzate : agglomerati urbani, nuclei abitati con edificazione diffusa e sparsa, zone di espansione, aree commerciali e produttive) con indicazione sul numero di abitanti potenzialmente interessati 2. Strutture Strategiche: ospedali e centri di cura pubblici e privati, centri di attività collettive civili, sedi di centri civici, centri di attività collettive militari 3. Infrastrutture strategiche e principali: linee elettriche, metanodotti, oleodotti, gasdotti e acquedotti, vie di comunicazione di rilevanza strategica sia carrabili che ferrate, porti e aeroporti, invasi idroelettrici, grandi dighe 4. Beni ambientali, storici e culturali di rilevante interesse (aree naturali, aree boscate, aree protette e vincolate, aree di vincolo paesaggistico, aree di interesse storico e culturale, zone archeologiche) 5. Distribuzione e tipologia delle attività economiche insistenti sull area potenzialmente interessata 6. Zone interessate da insediamenti produttivi o impianti tecnologici, potenzialmente pericolosi dal punto di vista ambientale (ai sensi di ai sensi di quanto individuato nell'allegato I del D.L. 59/2005, zone estrattive, discariche, depuratori, inceneritori)

16 Attribuzione delle classi di danno D4 (Danno potenziale molto elevato): aree in cui si può verificare la perdita di vite umane, ingenti danni ai beni economici, naturali storici e culturali di rilevante interesse, gravi disastri ecologico ambientali; D3 (Danno potenziale elevato): aree con problemi per l incolumità delle persone e per la funzionalità del sistema economico, aree attraversate da linee di comunicazione e da servizi di rilevante interesse, le aree sedi di importanti attività produttive; D2 (Danno potenziale medio): aree con limitati effetti sulle persone e sul tessuto socio-economico. Aree attraversate da infrastrutture secondarie e attività produttive minori, destinate sostanzialmente ad attività agricole o a verde pubblico; D1 (Danno potenziale moderato o nullo): comprende le aree libere da insediamenti urbani o produttivi dove risulta possibile il libero deflusso delle piene. LA MAPPATURA DEL DANNO POTENZIALE È ARTICOLATA IN DUE SERIE DI TAVOLE: a. Mappe del danno potenziale Beni esposti - SERIE Da (Danno potenziale attribuito a beni esposti derivati dagli usi del suolo: zone urbanizzate, aree agricole, infrastrutture etc.etc.) CLASSE DI DANNO VARABILE TRA D1 < D < D4 b. Mappe del danno potenziale Vincoli ed Aree protette - SERIE Db (Danno potenziale attribuito a beni vincolati con provvedimenti amministrativi: parchi, aree protette, beni archeologici, aree sensibili, vulnerabili etc. etc.) CLASSE DI DANNO SEMPRE PARI A D = D4

17 ESEMPIO DI MAPPA DEL DANNO POTENZIALE Beni esposti SERIE Da Torrente Cerfone

18 Legenda della mappa del danno potenziale Da)

19 Le Mappe del danno potenziale Vincoli ed Aree protette - SERIE Db comprendono tipologie di aree vincolate molto diverse tra loro ed estremamente vaste a cui secondo gli indirizzi operativi del MATTM sarebbe attribuita la classe di danno massima D4 TUTTAVIA SECONDO GLI INDIRIZZI OPERATIVI DEL MATTM Per quanto riguarda inoltre i sistemi ambientali ad alto pregio naturalistico e per le aree protette e tutelate ai sensi della L. 394/91 e del DPR 357/97 e ss.mm.ii, il livello e l intensità : dell interferenza del danno è strettamente correlato alle caratteristiche ecosistemiche e sito-specifiche La classificazione del Danno Potenziale su questi sistemi dovrà essere definita dall Ente preposto, sentita l Autorità di Gestione del Sito Natura 2000 e/o dell Ente Parco, che potranno fornire indicazioni circa la tipologia ecosistemica e degli habitat presenti sia nella zona di piena, sia in quella di espansione delle piene, che nella zone di possibile alluvione ed esondazione, nonché indicare i contenuti delle misure di conservazione e/o dei Piani di Gestione già vigenti per le aree.

20 ESEMPIO DI MAPPA DEL DANNO POTENZIALE Vincoli e Aree Protette SERIE Db Torrente Cerfone

21 LEGENDA DELLA MAPPA DEL DANNO POTENZIALE Vincoli e Aree protette -Db)

22 Matrice guida del rischio secondo gli indirizzi operativi del MATTM CLASSI DI CLASSI DI PERICOLOSITA' RISCHIO P3 P2 P1 D4 R4 R4 R3 R2 CLASSI DI DANNO D3 R4 R3 R3 R2 R1 D2 R3 R2 R2 R1 D1 R1 R1 R1

23 Mappe di Rischio del Torrente Cerfone tav 7R Torrente Cerfone

24 Mappe di Rischio dei corsi d acqua che ricadono, anche parzialmente, all interno della Regione Toscana

25 Mappe di Rischio del Fiume Tevere, torrente Colledestro tav 2R Fiume Tevere

26 Mappe di Rischio del Fiume Tevere, Ancione, Colledestro tav 3R Fiume Tevere

27 Mappe di Rischio del Fiume Tevere tav 4R Fiume Tevere

28 Mappe di Rischio del Fiume Tevere, torrente Afra tav 5R Fiume Tevere, torrente Afra

29 Mappe di Rischio dei torrenti Sovara, Cerfone tav 6R Torrenti Sovara, Cerfone

30 Mappe di Rischio del torrente Cerfone tav 7R Torrente Cerfone

31 Mappe di Rischio dei torrenti Sovara, Cerfone, Padonchia tav 8R Torrenti Sovara, Cerfone, Padonchia

32 Mappe di Rischio del Torrente Niccone tav 17 R Torrente Niccone

33 Mappe di Rischio del torrente Astrone, fosso Oriato tav 48 R Torrente Astrone, fosso Oriato

34 Mappe di Rischio del torrente Astrone, fosso Chianetta tav 49 R Torrente Astrone, fosso Chianetta

35 Mappe di Rischio del torrente Astrone tav 50 R Torrente Astrone

36 Mappe di Rischio del fiume Paglia tav 53 R Fiume Paglia

37 Mappe di Rischio del fiume Paglia, Torrente Senna tav 54 R Fiume Paglia, torrente Senna

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