Commissione speciale per l esame di atti del Governo (Camera dei Deputati)

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1 OSSERVAZIONI ALL ATTO DEL GOVERNO N.22 Commissione speciale per l esame di atti del Governo (Camera dei Deputati) Commissione speciale per l esame degli atti urgenti presentati dal Governo (Senato della Repubblica) Schema di Decreto Legislativo recante Disposizioni per l adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio, con riguardo al trattamento dei dati personali nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) Osservazioni 13 giugno 2018

2 Illustrissimi Presidenti, Onorevoli e Senatori ANORC, Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale, e AIFAG, Associazione Italiana Firma elettronica Avanzata Biometrica e Grafometrica, esprimono vivo apprezzamento per la disponibilità che queste Commissioni hanno manifestato nel raccogliere anche i suggerimenti dei rappresentati del mercato dei produttori di software e fornitori di servizi sia per la gestione e la conservazione dei dati e dei documenti informatici e sia per la generazione e gestione di firme elettroniche avanzate, biometriche e grafometriche e si augurano che dal confronto con gli stakeholders coinvolti possa emergere un aggiornamento del quadro normativo in tema di circolazione e protezione dei dati personali in linea con le capacità di lungimiranza che erano già presenti nel testo originario del Decreto legislativo 196/2003 (Codice per la protezione dei dati personali). ANORC e AIFAG sono sostanzialmente d accordo con le osservazioni e le condizioni che il Garante per la protezione dei dati ha espresso nel parere con il quale si è dichiarato favorevole allo schema di decreto legislativo recante disposizioni per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016 e auspicano che l adeguamento del quadro normativo nazionale sia reso il più possibile facile da consultare e da comprendere, considerata la vastità della materia, il nuovo tipo di approccio (in riferimento al principio di accountability) e la difficoltà di approccio rilevata in capo alle micro e piccole imprese, che in Italia rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale. Nella speranza che non si formino pericolosi vuoti normativi, riteniamo indispensabile che il Garante per la protezione dei dati individui esattamente tra le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni generali vigenti, relative a trattamenti finalizzati all esecuzione di un obbligo legale, di un compito di interesse pubblico ovvero connessi all esercizio di pubblici poteri o comunque inerenti alle situazioni espressamente previste dal Capo IX del Regolamento (libertà

3 di espressione e informazione, accesso documentale, numero di identificazione nazionale, rapporti di lavoro, archiviazione nell interesse pubblico, ricerca scientifica o storica o statistica, obblighi di segretezza e contesti religiosi) quelle compatibili con il nuovo quadro giuridico. Per fare ciò, però, riteniamo indispensabile che il Garante coinvolga gli stakeholders della società civile attraverso una consultazione pubblica che assicuri la corretta disamina delle problematiche sottese. Accogliamo con grande entusiasmo e vivo interesse il nuovo istituto dei c.d. Codici di Condotta previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 al fine di uniformare le buone pratiche individuate dagli operatori per ciascun settore di riferimento e in questo senso auspichiamo che possa intervenire un chiaro coordinamento tra le previsioni del Regolamento EU (artt. 40 e 41) sui Codici di condotta - che non costituiscono presupposto di liceità del trattamento ma hanno l obiettivo di agevolare la corretta applicazione della normativa europea in vigore tenendo conto delle specifiche esigenze di particolari settori - e la nuova disciplina introdotta dall articolo 2- quater dello schema di Decreto sulle Regole deontologiche (regole il cui rispetto costituirà presupposto di liceità del trattamento). Nello specifico ci auguriamo che il gruppo delle Autorità di controllo europee emani il prima possibile le Linee guida comuni sull iter di approvazione dei Codici di condotta e sulle regole relative ai controlli, in assenza delle quali questo nuovo strumento previsto in sede comunitaria non potrà diventare operativo. Con riferimento alle specifiche previsioni dello schema di Decreto si indicano qui di seguito alcune considerazioni. Consenso per il trattamento dei dati personali da parte del minore in relazione ai servizi della società dell informazione (Articolo 2 quinquies dello schema). Riteniamo assolutamente condivisibili le riflessioni esposte in sede di parere da parte del Garante per la protezione dei dati personali che, avendo attenzione al fenomeno della diffusione delle nuove tecnologie tra i giovani, evidenzia quanto sarebbe più coerente con l evoluzione della società dell informazione portare a 14 anni l età minima (per il minore non emancipato) per manifestare un consenso valido ai fini del trattamento dei dati personali, abbassando il limite attualmente indicato nello schema di Decreto (16 anni) e sfruttando la facoltà concessa dall articolo 8, comma 2 del Regolamento EU.

4 Conservazione dei dati di traffico per finalità di contrasto del terrorismo (Articolo 11 dello schema). L articolo 11, comma 1, lett. i) dello Schema di decreto, conferma la deroga all articolo 132, commi 1 e 1-bis, del Decreto legislativo 196/2003 (Codice per la protezione dei dati personali), introdotta dall articolo 24 della Legge 167/2017. L effetto di tale conferma è il prolungamento fino a 72 mesi dei termini di conservazione dei dati di traffico telematico e telefonico (compresi i dati relativi alle chiamate senza risposta). In accordo con le osservazioni espresse dal Garante per la protezione dei dati personali e due recenti sentenze della Corte di giustizia Ue (2014 e 2016) relative al rispetto del principio di proporzionalità tra esigenze investigative e limitazioni del diritto alla protezione dei dati dei cittadini, riteniamo che il termine di 72 mesi debba essere ridotto, uniformandolo al termine previsto nella maggior parte degli altri Paesi europei. Forme di tutela (Articolo 13 dello schema). La previsione dell alternatività delle forme di tutela (nella fattispecie ricorso o reclamo) previste dal neo introdotto art. 140-bis del D. Lgs. 196/2003 sembra limitare notevolmente il diritto di tutela dei cittadini italiani rispetto a quanto stabilito dal Regolamento (UE) 2016/679, che prevede che il diritto di proporre reclamo all Autorità di controllo (Articolo 77 del Regolamento), il diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo nei confronti dell Autorità di controllo (Articolo 78 del Regolamento) e il diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo nei confronti del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento (Articolo 79 del Regolamento) possano essere proposti senza precludere in alcun modo l esperibilità di ulteriori tutele amministrative o extragiudiziali (Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o extragiudiziale ). Illeciti (Articolo 15 dello schema). La previsione della fattispecie di reato di comunicazione e diffusione illecita di dati personali riferibili a un rilevante numero di persone introdotta nel D. Lgs. 196/2003 dal nuovo art. 167 bis non appare completa nella parte che individua i soggetti attivi del reato. Riteniamo, infatti, che accanto al Titolare del trattamento, al Responsabile del trattamento e ai soggetti fisici designati dal Titolare o dal Responsabile a effettuare specifici compiti e funzioni, sarebbe opportuno indicare quali soggetti attivi del reato anche tutti i soggetti autorizzati al trattamento. Nello specifico siamo pienamente d accordo con il suggerimento espresso dall Autorità nazionale di controllo nel parere espresso lo scorso 22 maggio e relativo all opportunità di definire il novero dei soggetti attivi del reato con il termine generico chiunque.

5 Autorizzazioni generali del Garante per la protezione dei dati (Articolo 21 dello schema). Il termine di 90 giorni previsto dallo schema di Decreto per l emanazione da parte del Garante per la protezione dei dati del provvedimento generale di individuazione degli elementi delle Autorizzazioni generali compatibili con il Regolamento non appaiono adeguati a garantire una trattazione esaustiva della materia a maggior ragione se si considera l esigenza di una consultazione pubblica. Riteniamo che sarebbe più corretto trasformare l attuale previsione di un termine perentorio di emanazione con l individuazione di un procedimento con termini precisi. In questo senso si potrebbe ipotizzare un termine di 90 giorni per la redazione della bozza del Provvedimento generale, un successivo termine di 30 giorni per l espletamento della consultazione pubblica e un ulteriore termine di 60 giorni per la valutazione dei commenti pervenuti e l eventuale integrazione prima dell emanazione. Rimaniamo a disposizione per ulteriori approfondimenti. Distinti saluti. Alessandro Selam Direttore Generale ANORC / AIFAG

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