SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore

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1 FORUM PERMANENTE SUL CREDITO E LA FINANZA II^ CONFERENZA REGIONALE SUL CREDITO E LA FINANZA PER LO SVILUPPO Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore Cagliari, 4 aprile 2011 Antonio Cinque Sede di Cagliari 1

2 Indice degli argomenti: 1. La situazione economica della Regione e l andamento del credito 1. La nuova regolamentazione di Banche e Confidi: possibili effetti per imprese e intermediari 2

3 L economia della Sardegna è stata colpita significativamente dalla crisi: nel 2008 e nel 2009 il PIL è sceso dell 1 1,2 e del 3,6 % Nel 2010 la flessione sembra essersi arrestata... 3

4 Nel Andamento congiunturale di produzione industriale ed esportazione prodotti petroliferi 4

5 La crisi degli ultimi anni ha aggravato i problemi strutturali dell economia regionale In agricoltura la competitività nel settore ha risentito della flessione e della domanda da interna e internazionale a e Nell industria alla crisi dei settori di base, si associa la difficoltà della piccola e media impresa nel crescere e innovare In ambedue i comparti la dimensione media delle imprese è molto limitata: nell industria le imprese hanno, in media, 4,4 addetti (dato nazionale 9). In agricoltura le maggior parte delle aziende non ha dipendenti 5

6 Struttura del sistema finanziario in Sardegna Banche in attività 28 Sportelli bancari operativi 668 Intermediari finanziari 6 Confidi ex art. 107 TUB 3 Confidi minori 23 6

7 Prestiti i per tipologia i di prenditore Imprese piccole 14% (valori percentuali) Amministrazioni pubbliche 2% Società finanziarie 6% Imprese medio grandi 36% Famiglie consumatrici 42% Prestiti totali in Sardegna alla fine del 2010: circa 23 miliardi di euro 7

8 Durante la crisi il credito bancario ha rallentato, principalmente quello alle piccole imprese (meno di 20 addetti) Andamento dei crediti alle imprese (variazioni percentuali sui dodici mesi) 8

9 La qualità del credito è complessivamente peggiorata 25 Crediti ristrutturati Crediti scaduti/sconfinanti Incagli Sofferenze Giugno 2009 Imprese Giugno

10 I tassi di interesse alle imprese continuano ad essere bassi Andamento dei tassi (Valori percentuali) 10

11 Accesso al credito..permangono difficoltà INASPRIMENTO DELLE CONDIZIONI Frequenze semplici. Banca d Italia

12 Nella Regione il ruolo dei Confidi è significativo Prestiti in milioni di euro Incidenza percentuale sul totale dei prestiti Imprese garantite I prestiti alle imprese piccole (dicembre 2009; milioni di euro e variazioni percentuali) Sardegna Mezzogiorno Italia Imprese non garantite Imprese garantite Imprese non garantite Imprese garantite Imprese non garantite ,6 81,4 10,2 89,8 13,3 86,7 Variazioni percentuali medie annue dei prestiti bancari ,2-0,4 2,9-1,0 2,1-1,4 Fonte: Elaborazioni su dati Centrale dei Rischi. 12

13 In sintesi: L economia non cresce. Appare ridotta la domanda di finanziamenti, in particolare per investimenti Dal lato dell offerta va attenuandosi l orientamento restrittivo degli intermediari 13

14 cosa sta succedendo nella regolamentazione degli intermediari? 14

15 LE PRINCIPALI NOVITA BANCHE: l impianto i disciplinare i entrato t recentemente in vigore (c.d. Basilea 2) è stato messo in dubbio dalla crisi. Si va verso Basilea 3 Intermediari finanziari e Confidi: il D.Lgs. 141/2010 (recentemente entrato in vigore) determina cambiamenti importanti 15

16 PERCHE BASILEA 3 Risposta alla crisi finanziaria degli ultimi anni OBIETTIVO: rendere il sistema finanziario più solido e più prudente Entrata in vigore: molto graduale, a partire dal 2013 e fino al

17 COSA CAMBIA CON BASILEA 3 Definizione i i di capitale Migliore copertura dei rischi, principalmente i di mercato e controparte Limiti alla leva finanziaria Misure anticicliche (buffer patrimoniali) Regole sulla liquidità 17

18 BASILEA 3:possibili effetti per le banche L impatto per le banche dei principali paesi UE sarà rilevante (risultati del Q.I.S.) Le banche italiane, essendo orientate all intermediazione tradizionale e ai comparti al dettaglio, saranno meno penalizzate (alcune banche di minore dimensione hanno già oggi livelli di patrimonio superiori a quelli richiesti dalle nuove regole) 18

19 BASILEA 3:possibili effetti per le imprese Gi effetti della riforma potranno essere diversificati, in funzione delle caratteristiche delle imprese Le imprese più indebitate potrebbero subire maggiormente gli effetti di un irrigidimento delle politiche di offerta 19

20 BASILEA 3:possibili effetti per le PMI Le PMI, tradizionalmente più dipendenti dalle banche, potrebbero essere quelle più interessate TUTTAVIA: Le imprese con meno di 20 dipendenti sono finanziate in misura minore dai grandi gruppi, quelli che subiranno il maggiore impatto della riforma 20

21 BASILEA 3:possibili effetti per le PMI Sono confermati i meccanismi di Basilea 2 per contenere l assorbimento patrimoniale dei prestiti alle PMI La gradualità con cui il nuovo impianto entrerà in vigore (7 anni a partire dal 2013) consentirà un adeguamento lento e progressivo 21

22 LE NOVITA PER GLI INTERMEDIARI FINANZIARI (diversi dai Confidi) Albo Unico per gli intermediari che concedono finanziamenti (requisiti di accesso al mercato analoghi a quelli delle banche) Ampliamento dei poteri della vigilanza (allineamento a quelli sulle banche) ) e vigilanza su base consolidata Procedure di gestione delle crisi Criterio di proporzionalità 22

23 COSA CAMBIA PER I CONFIDI La riforma, i cui effetti si avranno tra fine 2011 e inizio 2012, conferma le esistenti due tipologie di Confidi (Confidi minori e Confidi iscritti nell Albo Unico) 23

24 LE NOVITA PER I CONFIDI MINORI Innalzati i requisiti all entrata (requisiti di onorabilità per partecipanti p e organi sociali) Ridisegnato il sistema dei controlli: istituzione Organismo con compiti di vigilanza sui soggetti iscritti itti (tenuta t Albo, poteri informativi, i ispettivi, sanzionatori, ecc..) 24

25 LE NOVITA PER I CONFIDI ISCRITTI NELL ALBO UNICO Verifica degli assetti proprietari Più ampi poteri di intervento della vigilanza (es. restrizione della struttura territoriale) Procedure di gestione delle crisi (gestione provvisoria, i liquidazione id i coatta amministrativa) i ti ) 25

26 IL RUOLO DEI CONFIDI IN SARDEGNA I Confidi nell attuale l congiuntura regionale possono avere un ruolo importante nell agevolare l accesso delle piccole imprese al credito Per accrescere il loro ruolo i Confidi devono contemperare le esigenze di crescita dimensionalei con quelle di mantenere la vicinanza alle imprese socie 26

27 IL RUOLO DEI CONFIDI IN SARDEGNA È necessario proseguire nel processo di aggregazione dei Confidi (crescita dimensionale e iscrizione nell elenco speciale ). Ne discendono vantaggi per: 1. Confidi (diversificazione dei rischi) 2. Banche (minore assorbimento di capitale) 3. Imprese (più ampia gamma di sevizi offerti) 27

28 IL RUOLO DEI CONFIDI IN SARDEGNA Proseguire nel rafforzamento patrimoniale attraverso: 1. Ampliamento del numero degli associati 2. Contributi di imprese e Enti privati, che pur non potendo usufruire delle attività sociali, possono partecipare agli organi sociali 3. Sostegno pubblico. Se indirizzato i verso i Confidi vigilati può rappresentare uno stimolo alla crescita (per massimizzarne i vantaggi è importante che i contributi siano computabili nel patrimonio di vigilanza) 28

29 CONCLUSIONI Il quadro congiunturale continua a essere critico ( ) La qualità del credito stenta a migliorare ( ) Le imprese continuano capitalizzate (=) ad essere piccole e poco La nuova regolamentazione di settore chiede organizzazione e patrimonio, ma non limita il sostegno alle imprese (=) L economia (+) nazionale e internazionale I tassi di interesse, seppure continuano ad essere bassi (+) con si segnali sta di riprendendo crescita, 29

30 SEDE DI CAGLIARI Grazie per l attenzione 30

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