Assistenza residenziale e semiresidenziale in Italia Istituti di cura e case di riposo

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1 Assistenza residenziale e semiresidenziale in Italia Istituti di cura e case di riposo A cura di Antonella Carrino, Ufficio Studi 50&Più Premessa La domanda di assistenza in Italia è in crescita costante in relazione all incremento esponenziale degli anziani non autosufficienti e alla capacità sempre più esigua delle famiglie di rispondere a questo bisogno; l offerta invece diminuisce con la deospedalizzazione e si ricompone a livello territoriale in un magma indistinto in cui, come emerge dalle cronache anche recenti, può proliferare un sommerso che occorre far emergere per evitare abusi ma anche per organizzare sul territorio una migliore offerta di servizi sanitari e sociali. Da questa esigenza è nata l indagine 50&Più in un momento in cui, in prossimità dell approvazione del nuovo patto per la salute, la responsabilità delle Regioni e dei Comuni nella gestione del welfare socio-assistenziale locale sta crescendo. Per questo si vuole sottolineare l urgenza di approntare fonti informative adeguate sulla consistenza e sulle caratteristiche qualitative dell offerta di servizi di cura residenziali e semiresidenziali. Questa offerta è costituita dal sistema integrato degli Istituti di cura (vedi glossario) e dal sistema delle così dette case di riposo che comprendono, oltre alle residenze sanitarie e assistenziali (vedi glossario) anche le residenze assistenziali (case di cura, comunità alloggio, case famiglia, ecc). Gli Istituti di cura sono censiti dall Istat anche se Censis ed Ermeneia-Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) hanno elaborato altri dati quantitativi che non vanno oltre il Le case di riposo, invece, hanno una definizione molto ampia, a cavallo fra assistenza formale e informale, fra pubblico e privato, fra sanitario e sociale che non ha favorito la chiarezza dei sistemi di classificazione e rilevazione. 1

2 Così, mentre sugli Istituti di cura esistono statistiche che evidenziano abbastanza chiaramente l andamento dell offerta, come vedremo, per le case di riposo, non esistono statistiche ufficiali e l unica indagine che dà una dimensione del fenomeno è quella dell Auser, aggiornata al febbraio 2011, effettuata utilizzando la parola chiave case di riposo sull elenco pagine gialle. Occorre poi dire che i dati numerici delle indagini Istat, Censis, Aiop-Ermeneia e quelli Auser non si possono sommare perché le prime tre comprendono anche alcune rsa e alcune case di riposo accreditate mentre l Auser non comprende gli istituti di cura pubblici (ospedali, aziende ospedaliere, Policlinici, Iccrs, ecc). 2

3 1. Dati quantitativi Istat, Ermeneia-Aiop e Censis sugli Istituti di cura Le informazioni sulla struttura e l attività degli istituti di cura sono elaborate dall Istat a partire dai dati rilevati dal Ministero della Salute. L ultima pubblicazione, presentata nel 2011, riporta i dati aggiornati al 2007 esiste poi l Annuario statistico 2011 una tabella che sotto riportiamo con dati più recenti aggiornati al Il Ministero, mediante appositi modelli di rilevazione (modelli Hsp), raccoglie informazioni sui dati anagrafici degli istituti di cura pubblici e privati, le caratteristiche organizzative, i posti letto ordinari e in day hospital, le apparecchiature tecnico-biomediche di diagnosi e cura e i dati di attività dei reparti ospedalieri. Il servizio ospedaliero è a tutt oggi il settore sanitario che assorbe più risorse economiche, ma si sta orientando sempre più verso il trattamento delle patologie acute e delle casistiche più complesse, nel tentativo di razionalizzare l utilizzo delle risorse e di trasferire le prestazioni che richiedono cure mediche di bassa intensità verso i servizi sanitari territoriali. I documenti di programmazione sanitaria, nazionali e regionali, stilati negli ultimi anni raccomandano infatti lo sviluppo ed il potenziamento di setting assistenziali alternativi al ricovero in regime ordinario come il day hospital, il day surgery, il day service, la lungodegenza riabilitativa residenziale, l attività ambulatoriale, l assistenza domiciliare. I dati Istat del 2007 si riferiscono a istituti di cura, di cui il 51,5 per cento sono pubblici. L ultima analisi Istat 2011 dal titolo struttura e attività degli Istituti di cura ( ) evidenzia il calo significativo del numero di istituti pari al 14,6 per cento. Nello stesso arco temporale si assiste ad una decisiva riduzione (-27,6 per cento) del numero di posti letto ordinari ( unità in meno), per cui la dotazione media per abitanti passa dal 5,3 al 3,9. Le differenze territoriali nell offerta di posti letto ordinari sono rimaste nel tempo pressoché invariate, per cui si continua ad avere una dotazione prossima alla media nazionale al Nord (4,0 posti letto per abitanti), superiore al Centro e inferiore nel Mezzogiorno con tassi pari, rispettivamente, a 4,1 e 3,5 posti letto per abitanti. L offerta ospedaliera in termini di posti letto in regime ordinario e day hospital è andata effettivamente diminuendo negli ultimi dieci anni ( ), passando da 6,1 a 4,3 posti letto ogni abitanti. La quota di posti letto in day hospital sul totale dei posti letto ordinari è cresciuta nel corso degli anni, passando dall 8,3 per cento nel 1997 all 11,2 del 3

4 2007, tuttavia nel 2007 si rileva un sensibile decremento rispetto al 2006, anno nel quale la quota era fissata al 14,4 per cento. La percentuale più bassa di posti letto in day hospital si registra nella provincia autonoma di Trento con 7 ogni 100 posti letto ordinari, mentre quella più elevata si riscontra in Sicilia con 20,5. La dotazione minima di posti letto ordinari in rapporto alla popolazione residente nel 2007 si registra in Umbria con 3,1 posti letto per abitanti, quella massima, pari a 5,1, si riscontra in Molise. Per quanto riguarda il day hospital la dotazione minima si osserva in Valle D Aosta con 0,26 posti letto ogni abitanti, mentre l offerta massima in Sicilia con 0,67. Per quanto riguarda il tasso di ospedalizzazione, parallelamente all andamento dell offerta di posti letto, è andato diminuendo nel tempo, in particolare in regime ordinario (da 180 ricoveri per abitanti nel 1997 a 138 nel 2007). Dall analisi emergono tassi particolarmente elevati per Abruzzo e Molise 168 e 176 per residenti. I tassi più bassi di ospedalizzazione si registrano in Piemonte e Basilicata, attestati entrambi a 111 per residenti. Tassi elevati si riscontrano anche in Emilia Romagna, Lombardia e Lazio. I dati 2008 pubblicati sull annuario statistico Istat 2011 (vedi tab. Offerta ospedaliera per regione ) rilevano un dato di strutture. 4

5 Offerta ospedaliera per regione Anni 2002 e 2008 (a) (valori assoluti e quozienti per abitanti) REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Istituti di cura Posti letto Istituti (b) di cura Posti letto per abitanti Posti letto (b) Posti letto per abitanti Piemonte , ,7 Valle d'aosta/vallée d'aoste , ,2 Lombardia , ,8 Liguria , ,5 Trentino-Alto Adige/Südtirol , ,2 Bolzano/Bozen , ,0 Trento , ,3 Veneto , ,6 Friuli-Venezia Giulia , ,4 Emilia-Romagna , ,1 Toscana , ,3 Umbria , ,0 Marche , ,6 Lazio , ,4 Abruzzo , ,6 Molise , ,6 Campania , ,1 Puglia , ,5 Basilicata , ,1 Calabria , ,4 Sicilia , ,1 Sardegna , ,9 Nord-ovest , ,8 Nord-est , ,8 Centro , ,9 Centro-Nord , ,8 Mezzogiorno , ,3 Italia , ,6 Fonte: Struttura e attività degli Istituti di cura, Istat 2011 Il IX rapporto Ospedali e salute 2011 Ermeneia Aiop rileva al 2009 la presenza sul territorio nazionale di ospedali pubblici e privati. Questo rapporto, studiando l evoluzione fra il 2005 e il 2009 dei dati del Ministero della salute su attività gestionali ed economiche delle Usl e delle aziende ospedaliere, evidenzia un decremento del numero degli Istituti di cura pubblici e privati accreditati del 3.3% (da 1218 a 1178) legato essenzialmente, nell ambito pubblico, soprattutto alla riduzione delle aziende ospedaliere mentre alcuni policlinici universitari (-81%) sono stati riconvertiti in aziende ospedaliere integrate con l università. 5

6 Nell ambito degli Istituti accreditati si nota invece una contrazione nell offerta privata da 549 a 533 strutture mentre quelle pubbliche rimangono a 645 come nel Evoluzione del numero degli istituti pubblici e privati (case di cura accreditate) V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % V.A. % Azienda oapedaliera ,8 77 6,5 76 6,5 Ospedali a gestione diretta , , , , ,5 Aziende osp.integrate con ssn ,7 8 0,7 8 0,7 Aziende osp.integrate con Univ ,2 18 1,5 18 1,5 Policlinici Universitari 11 0,9 10 0,8 2 0,2 2 0,2 2 0,2 Istituti a carattere scientifico 55 4,5 55 4,5 59 4, ,1 Ospedali eccl.classificati 32 2,6 32 2,6 30 2,5 30 2,5 30 2,5 Istituti presidio delle ASL 16 1,3 20 1,7 20 1,7 19 1,6 19 1,6 Enti di ricerca 3 0,2 2 0,2 2 0,2 2 0,2 2 0,2 Totale parziale , , , , ,8 Ospedali privati ( case di c.accr.) , , , , ,2 Totale generale Fonte: IX rapporto Ospedali e salute 2011 Ermeneia Aiop: elaborazioni su dati del rapporto "Attività gestionali ed economiche delle usl e aziende ospedaliere"minsalute" 6

7 Nel 2009 erano attivi in Italia circa posti letto suddivisi fra il 78,7% delle strutture pubbliche e il 21,5% di quelle private accreditate. Quanto alla distribuzione le strutture pubbliche la loro consistenza è maggiore al nord mentre quelle private accreditate sono più presenti al centro- sud. Posti letto pubblici e privati accreditati utilizzati per l attività di ricovero, per regione. Anno 2009 REGIONI Osp.priv (case di cura Ist.pubblici accred.) Totale Ist.pubbl. Osp.priv Totale Posti letto % sul (case di cura accred.) % su tot. Posti letto % su tot. % su tot tot. Piemonte , , ,6 21,4 100 Valle d'aosta , , Lombardia , , ,7 21,3 100 P.A. Bolzano , , ,7 14,3 100 P.A. trento , , ,9 21,1 100 Veneto , , ,3 6,7 100 F.V.G , , ,9 13,1 100 Liguria , , ,2 2,8 100 Emilia Romagna , , ,8 24,2 100 Toscana , , ,4 12,6 100 Umbria , , ,6 8,4 100 Marche , , ,1 15,9 100 Lazio , , ,2 31,8 100 Abruzzo , , ,8 22,2 100 Molise , , ,6 14,4 100 Campania , , ,8 34,2 100 Puglia , , ,6 17,4 100 Basilicata ,2 50 2, ,9 3,1 100 Calabria , , ,6 40,4 100 Sicilia , , ,1 24,9 100 Sardegna , , ,8 20,2 100 NORD , , ,2 17,8 100 CENTRO , , ,5 23,5 100 SUD , , ,2 25,8 100 ITALIA , , ,5 21,5 100 Fonte: Elaborazione Ermeneia su dati del Ministero della Salute, 2009 L indagine Censis parte dal dato Istat 2008 e lo integra con gli istituti non accreditati censiti a livello nazionale. Essa rileva la presenza sul territorio nazionale di 645 istituti di cura 7

8 pubblici 541 privati accreditati e 73 non accreditati di cui ben 31 collocati nel Lazio e 22 fra Lombardia e Piemonte. Un totale di 1259 istituti collocati 258 al Nord Ovest, 180 a Nord est, 312 al centro, 509 al sud. Riportiamo sotto una selezione dei dati contenuti nel 45 rapporto Censis all interno del capitolo sul sistema di welfare (tab.38 pag. 291) e che riguarda i principali dati sulla evoluzione degli istituti di cura pubblici privati accreditati e non per regione.il dato sui posti letto pubblici in percentuale sul totale evidenzia una minore presenza di posti letto pubblici al Centro e al Sud. Istituti di cura pubblici, accreditati e non per regione 2008 posti letto pubblici e accreditati % posti pubblici su totale REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Numero istituti Istituti Non accreditati totali N posti di cura letto.pubblici. N posti letto pubblici e accreditati %Posti letto pubblici su totale N posti letto accreditati %posti letto pubblici su totale Piemonte ,63 Valle d'aosta/vallée d'aoste ,00 Lombardia ,55 Liguria ,22 Trentino-Alto Adige/Südtirol Bolzano/Bozen ,15 Trento ,91 Veneto ,67 Friuli-Venezia Giulia ,82 Emilia-Romagna ,28 Toscana ,91 Umbria ,94 Marche ,33 Lazio ,79 Abruzzo ,73 Molise ,97 Campania ,00 Puglia ,20 Basilicata ,62 Calabria ,82 Sicilia ,38 Sardegna ,13 Nord-ovest ,39 Nord-est ,35 Centro ,64 Centro-Nord ,67 Mezzogiorno ,51 Italia ,66 Fonte: elaborazione 50&Più su dati Censis 8

9 Il dato sembra confermare la costante contrazione dell offerta che corrisponde anche all indirizzo di sviluppare le forme meno costose di assistenza costituite, come si è detto, dalle formule dei day hospital, day surgery, riabilitativa residenziale, assistenza domiciliare etc; rimane da stabilire come sviluppare sul territorio una assistenza a rete che surroghi queste carenze in presenza di un progressivo invecchiamento della popolazione. La funzione era attribuita alla legge quadro 328/2000 che doveva, attraverso i piani di zona definiti a livello comunale e di distretto socio-sanitario, costituire una rete assistenziale diffusa e che invece, come rileva il rapporto Censis, ha scontato gli effetti negativi dei tagli superiori al 69% stabiliti dalle ultime manovre economiche a carico dei Fondi per le politiche sociali. Quello che si rischia pesantemente è di addossare ulteriormente i costi della sanità a categorie già deboli come quelle degli anziani già pesantemente penalizzate dagli interventi in atto. 2. L indagine Auser 2011 Il sistema delle Case di riposo indagato da Auser nazionale è una realtà costituita dalle residenze sanitarie assistenziali (vedi glossario) e dalle residenze assistenziali (vedi glossario). L attenzione, però, si è focalizzata sul secondo tipo di strutture proprio quelle che in genere vengono qualificate come Case di riposo, dove negli ultimi anni è cresciuta in modo considerevole la presenza di irregolarità e di fenomeni di disagio sociale. In primo luogo, si conferma il ritardo dell azione regionale di indirizzo e regolamentazione. Per quanto riguarda le strutture socio-sanitarie, sono passati più di dieci anni dall approvazione delle norme (dlgs 502/92 e dlgs 229/99) che hanno introdotto il regime di accreditamento e autorizzazione per queste residenze. Tuttavia, ancora oggi ( il termine ultimo per l approvazione dell accreditamento istituzionale definitivo è stato fissato dalla Finanziaria 2010 al 31 gennaio 2011) in alcune regioni il processo non si è concluso. Al dicembre 2010 (fonte: Agenas) circa il 63.3% delle residenze per anziani era definitivamente accreditato, un valore che esprime una forte variabilità territoriale: nel Nord Ovest raggiunge l 89,5%,nel Mezzogiorno il 71,7%, nell Italia Insulare: 55,8%, nel Nord Est si abbassa al 14,7%, fino al 7,2% del Centro. Per quanto riguarda invece il sistema di accreditamento e autorizzazione introdotto per le residenze assistenziali (Case di riposo ed altre tipologie) e disciplinato dalla legge 9

10 328/2000, la maggior parte delle Regioni ha concluso il percorso amministrativo solo negli ultimi anni, con conseguente scarsa operatività delle regole. Un sistema incerto, dunque, tanto che basta la mappatura dei principali elenchi telefonici e commerciali delle case di riposo (ad esempio le Pagine gialle) per far emergere buona parte del sommerso : cioè fino a 700 residenze che vivono nell oscurità, senza contatti con gli enti pubblici, con la comunicazione all esterno ridotta al lumicino e con pochissimi controlli a carico. Critica è la situazione rilevata dall Auser per quanto riguarda le autorizzazioni al funzionamento e in particolare all adeguatezza delle case di riposo per anziani. In base alle indagini svolte dai Nuclei antisofisticazione e sanità (Nas) dei Carabinieri, il 27,5% degli 863 controlli effettuati nel 2010 presso le strutture residenziali per anziani ha rilevato irregolarità. Erano, infatti, 283 i casi di strutture non in regola con 371 infrazioni rilevate. Autorizzazioni mancanti, strutture non adeguate, numero di anziani ospitati superiore agli standard previsti, carenza di condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza adeguate, attività infermieristiche esercitate in modo abusivo: queste le infrazioni maggiormente riscontrate. Per comprendere meglio le dimensioni del fenomeno delle irregolarità nelle Case di riposo, l Auser ha osservato, attraverso la stampa nazionale e locale (un campione di 90 quotidiani e settimanali), alcune caratteristiche. Nel 2010 sono 286 le notizie di abusi smascherati di case di cura abusive ed illegali, un fenomeno ben più diffuso di quanto si pensi. I casi rilevati in base agli articoli pubblicati, si concentrano per lo più nelle regioni del Sud (39,5% del totale), a fronte di 82 articoli riguardanti zone del centro Italia (circa il 29%), mentre il restante 31,8% riguarda interventi delle forze dell ordine nel Nord della penisola, nel dettaglio 41 casi nel Nord-Est (14,3%) e 50 nel Nord-Ovest (17,5%). Le consistenze delle Case di riposo variano a seconda delle fonti ufficiali e informali che si occupano delle strutture residenziali. La ricostruzione degli elenchi regionali (parziali) restituisce un valore pari strutture, che riguarda in modo particolare le residenze sanitarie assistenziali (rsa) e le residenze 10

11 assistenziali (ra). In linea generale, questi elenchi si riferiscono a strutture pubbliche e private che operano in regime di convenzione. Nella tipologia delle residenze assistenziali rientrano le case di riposo e le altre strutture residenziali a carattere socio-assistenziale (Comunità alloggio, Alloggi con servizi), che ospitano in genere anziani autosufficienti e non autosufficienti di grado lieve. L ultimo censimento delle strutture residenziali di accoglienza per anziani (che riguarda rsa e ra) preparato dal Ministero dell Interno (anche sulla base di dati Istat) parla di strutture - pubbliche e private - al 31 dicembre 2008, di cui strutture che accettano anziani non autosufficienti. I posti letto complessivi ammontano a circa , di cui circa centomila garantiti dalla gestione pubblica e il resto gestiti privatamente. In base alle statistiche elaborate da Agenas (su dati del Ministero della Salute), nel 2007 il numero delle Rsa era pari 2.475, dotate di posti letto, con un numero di utenti pari a di cui circa il 34% concentrati nella sola Lombardia. Con la ricognizione Auser sono state individuate, in particolare attraverso il sito delle PagineGialle, con chiave di ricerca Case di riposo strutture (al 28 febbraio 2011), alle quali occorre aggiungerne ulteriori 326 che provengono dagli elenchi della Camera di Commercio e da altre fonti collegate ad associazioni del Terzo settore. Per un totale di strutture residenziali. Tenuto conto che nella voce Casa di riposo trovano ospitalità non solo le residenze assistenziali ma anche le Rsa, la prima tipologia di strutture (Ra) è stata isolata e quantificata in circa unità. Rispetto alle consistenze del Ministero dell Interno (a dicembre 2008) e agli albi regionali l Auser, come abbiamo detto, individua almeno 700 strutture socio-assistenziali o case di riposo private (profit) di cui si conosce molto poco: non sono presenti negli elenchi regionali e comunali di competenza, non operano sicuramente in regime di accreditamento, non si sa se sono in possesso di autorizzazioni. In diversi casi esse non necessitano neanche di autorizzazione al funzionamento, tenuto conto che parte delle Regioni ha introdotto il regime di autorizzazione e accreditamento solo per le strutture pubbliche e convenzionate con il pubblico. Il dato sulla distribuzione geografica delle strutture residenziali per anziani è suggestivo: a ospitarne di più è la Sicilia, con circa 800, di cui il 94% risulta privato. In questa regione, 11

12 in sostanza, il numero delle strutture residenziali ufficiali censite dal Ministero dell Interno (499 al 31 dicembre 2008), cresce in modo considerevole fino ad avvicinarsi al raddoppio, se si ragiona con gli elenchi telefonici e con altre fonti informali e locali. Distribuzione Regionale delle Strutture rilevate attraverso le Pagine Gialle con chiave di ricerca Case di Riposo. Fonte: Auser 12

13 Elenco tratto dal sito al 28/02/2011. Chiave di ricerca: case di riposo 1 Fonte: Auser 13

14 Ulteriori Strutture residenziali per anziano rilevate negli elenchi delle Camere di Commercio o presso altre fonti collegate ad associazioni del Terzo settore Fonte: Camere di Commercio e Terzo settore Distribuzione per Area Geografica del totale delle Strutture residenziali per anziani rilevate negli elenchi delle Pagine Gialle e delle Camere di Commercio, e indicate da altre fonti Fonte: Auser 14

15 Distribuzione per Area Geografica del totale delle Strutture residenziali per anziani rilevate negli elenchi delle Pagine Gialle e delle Camere di Commercio, e indicate da altre fonti. Valori assoluti e composizione Fonte: Auser 15

16 Conclusioni Più volte e in vari documenti programmatici il Ministero della salute ha definito come obiettivo del sistema sociosanitario quello di rispondere in maniera adeguata ai mutamenti demografici della popolazione compreso l invecchiamento della popolazione stabilendo che la politica sanitaria deve muoversi nella direzione di una assistenza continuativa che, basandosi su una adeguata integrazione funzionale tra le componenti sanitarie ospedaliere e territoriali e fra i servizi sociali, assicuri la continuità dei servizi agli anziani (quaderni del Ministero salute dicembre 2010). D altro canto si è evidenziato in varie sedi che l invecchiamento demografico e lo sviluppo delle tecnologie sanitarie rendono del tutto inappropriato individuare nell ospedale la sede esclusiva delle attività riabilitative. Tutta la programmazione di questi ultimi anni è tesa a sviluppare reti integrate di servizi, a valenza plurispecialistica, finalizzate alla continuità e all efficacia dei percorsi assistenziali, nonché alla differenziazione dei soggetti assistiti sulla base degli specifici problemi di salute. Se queste sono le strategie ci sembra che un primo passaggio richieda un impegno molto maggiore di tutti gli enti istituzionali coinvolti (Stato Regioni Comuni) per la creazione di una base informativa più seria e dettagliata della consistenza delle case di riposo. Come abbiamo visto, l offerta di servizi residenziali in queste strutture sta crescendo in modo incontrollato e, mentre per ragioni diverse, famiglie e ospedali riducono l offerta di servizi qui prolifera tutto un mondo in gran parte sconosciuto anche agli enti (Ministero, regioni, comuni, ecc.) che dovrebbero controllarne funzionalità ed efficienza, organizzativa e gestionale. L invecchiamento della popolazione richiede di trovare modalità nuove per realizzare una effettiva e piena continuità assistenziale; il rapporto Ermeneia- Aiop ha evidenziato, con un sondaggio sul campo, che le famiglie degli anziani chiedono non solo cure e interventi clinici all interno delle strutture, ma una continuità assistenziale post dimissioni sul territorio. 16

17 La presa in carico globale necessita della costruzione di una rete di servizi sul territorio per il paziente anziano prevedendo anche il coinvolgimento di nuove figure professionali adeguatamente formate e specializzate. Pertanto i servizi devono essere organizzati in rete (come prevede la legge 328/2000) con il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e sociali impegnati nella promozione e nella tutela della salute degli anziani; realizzando una continuità fra ospedali, strutture residenziali e territorio e la creazione di percorsi riabilitativi e assistenziali personalizzati, in grado di fornire quelle risposte flessibili e differenziate delle quali gli anziani e le loro famiglie hanno bisogno (Quaderni del Ministero della salute 2010). Il primo step per la costruzione di questa rete territoriale è la conoscenza di ciò che sul territorio opera a livello residenziale, semiresidenziale o a domicilio. Soprattutto sulle case di riposo non accreditate urge una iniziativa di mappatura territoriale delle strutture ma anche dei loro standard qualitativi di servizio e del costo per gli utenti. In merito a queste variabili l indagine telefonica Auser, con un questionario diretto a 400 case di riposo, ha ottenuto 227 risposte e una analisi, sempre Auser, di 343 siti web ricavati dall elenco pagine gialle e da due portali specializzati ha evidenziato un alto livello di differenziazione fra i vari tipi di offerta sia per quanto riguarda servizi che per le dotazioni e i costi per gli utenti. E evidente che la cronica carenza di offerta di assistenza formale rende ancora più urgente compiere un lavoro di riorganizzazione della conoscenza su questo mondo per non lasciare sempre più sole le famiglie delle persone anziane ma soprattutto perché su questo settore si stanno scaricando da mesi molti degli effetti derivanti dai tagli ai posti letto nelle strutture ospedaliere, dal deficit assistenziale dovuto alla trasformazione della famiglia in senso monoparentale e dalla bassissima percentuale di anziani ( solo il 2,1% rispetto al 6-7% del resto d Europa) che ricevono aiuto statale. 17

18 GLOSSARIO Istituti di cura pubblici: la definizione differisce da quella adottata nel Sistema dei conti nazionali elaborati in base al Sistema dei conti europei Sec95; gli istituti di cura pubblici comprendono anche quelli gestiti da enti privati, quali alcuni Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, gli Istituti classificati o assimilati e gli Istituti privati presidi delle Asl. Istituti di cura privati accreditati: dal 1997 non vengono più riportate le informazioni relative agli Istituti di cura privati di riabilitazione ex art. 26 legge 833/78, in quanto il Ministero della salute li rileva con apposita modulistica a parte (modelli Ria11). Istituti di cura non censiti: rimangono esclusi dalla rilevazione le infermerie delle carceri, gli ospedali militari, gli ospedali psichiatrici giudiziari, i brefotrofi, gli istituti medico-pedagogici e tutti quegli istituti ove l attività prevalente è quella di ricovero assistenziale e non di cura (presidi socio-assistenziali). Istituti di cura del Servizio sanitario nazionale: sono costituiti dalle Aziende ospedaliere, dagli Ospedali a gestione diretta presidio della Asl, dalle Aziende ospedaliere-universitarie e policlinici (suddivise in Aziende ospedaliere integrate con il Servizio sanitario nazionale, Aziende ospedaliere integrate con l Università e Policlinici universitari privati), dagli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (suddivisi in pubblici, privati e fondazioni), dagli Ospedali classificati o assimilati ai sensi dell articolo 1, ultimo comma, Legge 132/1968, dalle Case di cura private accreditate (per queste ultime si considerano solo i posti letto e l attività erogata in regime di accreditamento, escludendo cioè l'attività privata a pagamento), dagli Istituti qualificati presidio della Asl e dagli Enti di ricerca (articolo 40 Legge 833/78). Case di cura accreditate: se non diversamente specificato, i dati sui posti letto e l'attività sono comprensivi dell'attività privata a pagamento (non accreditata) erogata da questi istituti. Struttura e attività degli istituti di cura: i dati relativi ai posti letto, alle degenze e alle giornate di degenza, se non diversamente specificato, sono sempre riferiti ai soli ricoveri ordinari. Struttura e attività degli istituti di cura in discipline per acuti: sono dati relativi ai posti letto, alle degenze e alle giornate di degenza riferiti ai reparti ospedalieri per acuti, ovvero a tutti i reparti esclusi unità spinale, recupero e riabilitazione funzionale, neuro-riabilitazione, lungodegenti e residuale manicomiale. Residenze Sanitarie Assistenziali realizzano un livello medio di assistenza sanitaria (medica, infermieristica e riabilitativa) integrato da un livello alto di assistenza tutelare ed alberghiera. Sono rivolte ad anziani non autosufficienti e ad altri soggetti non autosufficienti, non assistibili a domicilio. Le Residenze assistenziali (R.A.) si pongono invece al di fuori delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Esse si esprimono attraverso diverse forme di residenzialità collettiva (case di riposo, case albergo, comunità alloggio, ecc.), e sono caratterizzate da diversi livelli di protezione sociale e di assistenza tutelare offerta ad anziani autosufficienti non bisognosi di ricovero. 18

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