Martedì del Vescovo Avvento 2011 Parr. San Marco Aff-amati d'amore intervento di don Severino Pagani

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1 Martedì del Vescovo Avvento 2011 Parr. San Marco Aff-amati d'amore intervento di don Severino Pagani Vorrei dirvi qualcosa che vi rimanga nel cuore, con molta semplicità, vorrei dirvi che è possibile modificare la vita attorno a qualcosa, a qualcuno che non delude mai. Mi hanno detto che avete nel cuore un desiderio, mi hanno detto che avete una fame e c'è bisogno del pane, forse di un pane venuto dal cielo, un pane che nutra, che dia vita, che dia gusto. Allora cerchiamo questa sera di ritrovare questo pane. La pagina del Vangelo (Gv 6,5-21) ci introduce in questa ricerca un bisogno, una fame, un essere affamati d'amore. Questa sera ho quattro parole e quattro domande da dirvi, sono facili da ricordare: 1) lo sguardo di Gesù, Gesù vide una grande folla che veniva da lui, 2) la sfida, che cosa può fare un ragazzo? c'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci, cos'è questo per tanta gente? 3) l'illusione, ma chi è questo Gesù? Forse è un profeta? 4) l'incontro, lo presero sulla barca e toccò la riva alla quale erano diretti. Queste quattro parole ci inducono quattro domande: 1) Sguardo: di che cosa hai bisogno? 2) Sfida: che cosa può fare un ragazzo? 3) Illusione: chi è questo Gesù? 4) Incontro: dove sei diretto? Io mi immagino Gesù mentre guardava questa folla che andava dietro di Lui, questa sera voglio provare a dirvi quello che secondo me pensava Gesù nel vedere questa folla; questa sera vi vedo, sono davanti a tanti ragazzi e ragazze, cerco di pensare a ciò che avete nel cuore, qual è la preoccupazione più vera in questo momento della vita, qual è l'affetto che vi interessa di più, che lavoro state facendo, che studi state facendo, quali sono le amicizie che state vivendo. Mi immagino la casa da dove siete partiti per venire qui questa sera. Vado a pensare a chi è la vostra mamma, questa donna che ha già un figlio grande così! Chi è vostro padre, con il suo lavoro, con le parole che vi dice, quelle che non vi dice. Penso ai vostri desideri, alla confusione che si può avere nel cuore insieme anche alla speranza di trovare nella fede un aiuto concreto per la vita. Penso a tutte queste cose, mi immagino Gesù che guarda voi, come guardava tutta quella folla che gli andava dietro, dice: guarda questi ragazzi.. quanto presente, quanto futuro hanno davanti, quante riserve d'amore, quante cose potete fare.. cercare un posto nella vita, avere qualcuno da amare, sentirsi voluti bene, sentire veramente lo sguardo di Gesù che vi fa luce progressivamente nella maniera, nella fiducia che vi fa dire: Signore, io mi affido a te. Ecco, dentro questo sguardo di Gesù sulla folla, si può vedere, riconoscere il bisogno, il bisogno necessario. Se lo sguardo è lo sguardo di Dio, e lo sguardo di Dio è lo sguardo sul mondo, io mi domando: come guardava Gesù queste persone? Ecco io credo che le guardava con estrema singolarità, Gesù guardava ciascuno e diceva: io conosco te, conosco te, non sei una nullità, non sei come il ragazzo che ti è seduto vicino, tu sei singolare per me, sei unico per me. Voglio pensare che Gesù venga, ti prenda per mano e ti dica: io ti conosco, ti voglio bene, ho pensato a te, alla tua vita; sei arrivato a questi anni, in cui devi gestire la 1

2 tua libertà, devi fare delle scelte, tu per me sei singolare e poter ricevere attraverso questo sguardo la presenza rassicurante di Gesù che ti accompagna lungo la vita. Dentro questa singolarità lo sguardo di Gesù ha un'altra caratteristica: la misericordia, io ti voglio bene. Creo e ricreo tutti i giorni il tuo corpo, la tua volontà, i tuoi pensieri, le tue emozioni, i tuoi desideri, i tuoi sentimenti; sappi che io per te ho una grande tenerezza e un grande amore, sono un Dio di misericordia: se anche il tuo cuore ti condanna, Io non ti condanna. Poter ricevere in alcuni momenti della vita uno sguardo misericordioso da Dio è un'esperienza unica, una beatitudine interiore, il gusto di essere perdonati, come una delle cose più belle che la tradizione della chiesa ci lascia, quella di poter accogliere la confessione del peccato, di grazia, e di poter dire: guarda, vai a casa contento perché sei perdonato, hai detto tutto quello che avevi nel cuore. E ancora, questo sguardo esprime una grande fiducia nella libertà, così mi guarda Gesù: mi fido della tua libertà, puoi fare quello che vuoi, ma se scopri il mio amore per te, mi piacerebbe che tu potessi scegliere di volermi bene. Ora se noi andiamo a cercare quello di cui abbiamo bisogno, penso che dentro questo sguardo su di me, Gesù ti guarda e ti dice: tu sei unico per me, io sono misericordioso con te, io ho fiducia nella tua libertà, puoi scegliere ciò che veramente renderà piena la tua vita. Di cosa ho bisogno? Avete fatto una lista molto bella, di cose, di situazioni, di bisogni..di cosa avete bisogno? Qualunque cosa di cui abbiamo bisogno è sotto lo sguardo di Gesù che guardava la folla, uno sguardo singolare, tu sei unico per me, che ti vuole bene, è fatto di misericordia, di fiducia per te, nella tua libertà, puoi fare molte cose, pensate a quante cose potete scegliere ancora nella vita.. Allora solo dentro questo sguardo di Gesù è possibile riconoscere il bisogno. Filippo disse a Gesù: dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Gesù vede che quella gente, vede che noi, gente di oggi, abbiamo bisogno di nutrirci, di mangiare, di trovare il gusto delle cose, di trovare una fiducia nella vita, di essere promettenti per il nostro futuro, di stabilire delle relazioni che tolgano il senso di solitudine, abbiamo bisogno di trovare tutte queste cose. Mi sembra di capire che se dobbiamo riassumere tutte le cose di cui abbiamo bisogno, viene una lista lunga così... Secondo me un ragazzo ha bisogno di tre cose nella vita: Dio, l'amore e il lavoro. Provate a pensare a come siete in rapporto con queste tre cose! Dico sempre ai ragazzi che queste tre parole sono come le gambe di un tavolino di un bar a tre gambe, Dio, lavoro e l amore, se ne manca una non stanno in piedi neanche le altre due. Noi abbiamo bisogno di capire come siamo in relazione con queste tre cose: Dio: ho un 'idea? ho una passione? Amore: chi amo? dove amo? Da chi sono amato? Lavoro o studio: dove passo la mia giornata? Queste sono le tre cose fondamentali. Di cosa avete bisogno? Di rimanere sotto lo sguardo di Gesù unici, amati, capaci di fiducia per poter ritrovare quello di cui si ha veramente bisogno, Dio attorno al quale si può unificare la nostra persona. Oggi si rischia di essere molto frammentati, di amare tutti e di amare nessuno, di occuparsi di tutto e di non dedicarsi veramente a nessuno, di sapere tutto ma di non sapere niente, in realtà bisogna unificare la persona, ritrovare il senso della vita, è possibile. Ci sono tanti ragazzi che hanno questa straordinaria energia nel cuore di voler unificare la loro vita intorno a Dio, sotto lo sguardo di Dio, provare ad amare questa esistenza. Pensate cosa significa a quest età predisporsi seriamente a formare la propria giusta abitudine ad un'esperienza di preghiera, una vera preghiera, quando un ragazzo, una ragazza si mette a dire: 2

3 Signore, tu mi scruti e mi conosci, io ti voglio bene, ti conosco poco, Tu sei testimone delle mie lacrime, delle mie speranze, delle mie fatiche, delle mie confusioni, non posso vivere senza di te, a volte sono un po pigro, a volte non ho voglia, però ci penso e ti chiedo, Signore, insegnami a pregare. La preghiera è il linguaggio più significativo per instaurare un rapporto con Dio, l'amore. L'Amore è difficile da definire, l'amore credo che sia sapere vivere e sapere morire per l'altra persona, l'amore è questo. Uno ama quando sa vivere e sa morire per un'altra persona. Sa vivere perché con questa persona trova il gusto della vita, non si stanca mai di stare insieme, di parlare, di guardarsi, di stare abbracciati. Ma anche saper morire, morire cento volte al giorno per la persona a cui vuoi bene, sei capace di una rinuncia, di un sacrificio, rinuncia di un gusto, rinuncia di una sensazione, sei capace di attesa.. Amare significa saper vivere e saper morire per qualcun'altro tutta la vita, più volte al giorno, bisogna trovare l'oggetto primo, il soggetto primo del proprio amore per aderirvi con tutto se stessi secondo l'amore di Dio. Dio, l amore e il lavoro! Oggi i ragazzi di 20/25 anni non hanno vergogna a parlarti della loro sessualità, dei loro affetti, hanno vergogna a dirti che non hanno lavoro, sono laureati, hanno fatto il master, il dottorato... oppure lo studio...non perdete tempo, studiate! Studiate bene, con passione, nonostante le difficoltà, anche se non vedete immediatamente il termine concreto di un futuro, studiate, perché coltivare l'intelligenza è un dono grandissimo, dà forza e pienezza alla vita, rende meno superficiali, banali e volgari... Di che cosa hai bisogno sotto lo sguardo di Gesù per cui io sono singolare? Sotto lo sguardo di misericordia che dà fiducia alla mia libertà, ho bisogno di comprare questo pane perché io possa mangiare, ho bisogno di Dio, dell amore, ho bisogno di lavoro, ho bisogno di studio, ho bisogno di unificare la vita, ho bisogno di stabilire delle relazioni. Non rimanete da soli, fatevi tanti amici, prima di preoccuparvi di mettervi in coppia, fatevi tanti amici. Fatevi tanti amici, per poter parlare, per poter conoscere l uno, l'altro, vedere com è una persona, l uno, l altro.. abbiamo bisogno di ricostruire un grosso numero di gruppi di giovani, non una fila di coppie, poi ci sarà il tempo... Una pienezza di relazioni per uscire dalla solitudine, per tenere in armonia il proprio corpo, il proprio spirito! E poi il lavoro, per dare pienezza al proprio tempo, modellare il mondo, per esprimersi con le mani, con l'intelligenza! Questo è lo sguardo di Gesù su quello che abbiamo bisogno! La sfida: c'è qui un ragazzo... ci sono tanti ragazzi. Gesù considera in modo straordinario le tue possibilità. Provate a pensare a quale straordinaria vocazione può uscire da qualcuno di questi ragazzi, da quello che hanno nel cuore, da quello che faranno, che sceglieranno, dove li condurrà il Signore ad amare, Gesù ha fiducia, ha delle possibilità! Non ti viene chiesto di mettere a posto tutto il mondo, ti viene chiesto di trovare il tuo posto nel mondo! La straordinaria considerazione delle tue possibilità, Gesù si fida di te! La Sfida è questa, esci dalle tue tristezze, non rimanete tristi, un po si può, qualche ora, un pomeriggio, ma poi uscite dalle vostre tristezze! Quando sei triste cerca un povero, cerca un amico a cui fare un favore, va a trovare la tua nonna, diffida della tristezza, ti porta fuori strada, hai tante possibilità nel cuore! Diffida degli scoraggiamenti, non rimanere nella solitudine, devi andare oltre, si può... Anche se rimane la domanda : ma che cos'è questo per tanta gente? Eppure si può. Gesù si fida di te, questa è la sfida; di fronte a una situazione che sembra insostenibile: cos'è questo per tanta gente? Spesso nel Vangelo avvertiamo la sproporzione, non ce la faremo mai, ci 3

4 viene da dire, perché ci viene voglia di sistemare tutto il mondo, di realizzare tutto e subito, noi dobbiamo trovare il luogo dove mettere noi stessi, faremo qualcosa, faremo poco, faremo tanto, quello che riusciremo a fare. Noi nella vita dobbiamo consumarci, non dobbiamo realizzare un'opera, noi nella vita dobbiamo consumarci, consumarci per amore. Più uno raggiunge la sua pienezza più si consuma e più ha fatto luce, questa è la libertà. C'è qua un ragazzo, cos'è questo per tanta gente? Gesù ti saprà trovare, farà il grande miracolo con te e te ne darà un segno! Il segno di questo brano è il pane, Gesù prese il pane, e dopo aver reso grazie, le stesse parole della messa, dopo aver reso grazie lo diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece con il pesce, ne diede a quanti ne volevano e disse: raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto. Il pane è il segno, è il segno del corpo e del sangue della vita di Gesù che si è consumato per altri, che si è consumato per altri, è questo il segno, la sfida. Cosa può fare un ragazzo? Può consumarsi come Gesù per altri? Può dare la sua vita? Può dare il suo amore attraverso tante cose? Come fa la gente normale? Porta pazienza, vive d entusiasmo, rimane fedele, sceglie il luogo giusto, non si scoraggia, questo può fare un ragazzo/a nella pienezza del suo domani, ed avrà questo segno: il pane che è il corpo del Signore, è il segno di un amore donato perché altri possano nutrirti, perché altri possano nutrirsi, una vita spesa, spezzata, offerta, donata. Com'è il vostro modo di voler bene? Avete un amico/a? Avete degli amici? Lì mettete questo segno, questo segno che rende possibile un miracolo? La ringraziate qualche volta la vostra mamma? Siete capaci di mantenere il segreto di un vostro amico? Riuscite a riconoscere una persona quando è triste? Quando una persona ha bisogno d'aiuto? Così si impara ad amare, così ci si consuma, fino a quando non si ha una fusione di intelligenza, una intuizione reciproca tale da dire: va bene, mi fermo qui a condividere la mia vita con te, allora i due si sposano. Il segno della vita è questo, una vita consumata, datene quanto ne vogliono, senza escludere nessuno, perché nulla vada perduto. Questa è la sfida, cosa può fare un ragazzo? Può avere fiducia nelle sue possibilità, trovare il posto dove mettersi nel mondo, può fare diventare suo il segno di Gesù, amare come ha amato Lui, partendo dalle piccole cose di tutti i giorni. La sfida è questa. Poi c'è l'illusione, chi è Gesù? Uno potrebbe pensare che è la via facile per risolvere i suoi problemi, allora la gente vedendo il segno che aveva compiuto, gli aveva dato da mangiare, diceva: questo è un profeta, mi risolve tutti i problemi. Questa è l'illusione, Gesù non è uno che ti risolve tutti i problemi, Gesù ti aiuta a attraversarli, a capirli, ti è di sostegno, ti aiuta a portarli avanti, alcuni si risolvono, altri no! Non pensare che è una soluzione facile che ti estranea dall'esercizio della tua libertà, devi metterci la tua libertà. E' troppo facile pensare che Gesù fosse il profeta che risolveva i problemi di tutti, senza sforzo, senza intelligenza, senza libertà. Anzi, se guardi con attenzione Gesù ti accorgi che non ti risolve i problemi, e che qualche volta li fa attraversare, ti fa attraversare il buio, la notte, la confusione. Venuta la sera i discepoli scesero al mare, e saliti sulla barca, si avviarono verso l'altra riva.. era ormai buio e Gesù non li aveva raggiunti. Quando la vita diventa un po scura, se avete qualche preoccupazione, qualche sofferenza, bisogna gestirle bene, con coraggio, con forza, con fiducia contro ogni solitudine, contro ogni tristezza, a volte si può passare anche attraverso la paura. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù camminare sul mare ed ebbero paura. Dicono che la generazione giovanile di oggi tante volte prova paura, paura di avere 4

5 confusione, su chi sarò? paura sul futuro: cosa farò? chi sarò? molti mi promettono, ma realmente chi mi mantiene? Bisogna attraversare questo buio e questa paura, perché Gesù non è uno che ti risolve subito, immediatamente i problemi, ti dà la strada per attraversarli, ti dà una luce, ti prende per mano. Questo è importante saperlo, perché solo attraverso questo importante passaggio si diventa maturi nella fede, altrimenti si pensa che la fede sia una strada facile. La strada nobile è quella che la nostra libertà incontra la grazia di Dio; il Signore ti prende per mano e tu gli dici di sì e attraversi quella fatica che ti aiuta ad amare, a vivere e morire per gli altri. E alla fine l'incontro, disse loro: sono io, non abbiate paura. A volte capita di accompagnare i ragazzi lungo il loro cammino spirituale, inizialmente fanno le cose, magari si fanno pregare, fanno le cose perché c'è un gruppo, perché c'è un'iniziativa, ma capisci che sono ancora da questa parte, non hanno ancora incontrato veramente il Signore; poi viene un momento nella loro evoluzione spirituale, un momento in cui uno capisce, che attraverso la preghiera mi si è aperto leggermente la mente e il cuore. Tu capisci che questo ragazzo non dice più le preghiere come ha sempre fatto, ma sta imparando a pregare. Magari in un momento decisivo della vocazione, uno sceglie di dedicarsi completamente a Dio, uno si innamora con profondità di una ragazza/o, quando ci sono questi momenti, queste intuizioni nella vita, tu capisci che avviene un incontro, avviene in un momento particolare, in genere si manifesta con un sana quotidianità nella propria preghiera. Per poter pregare bisogna conoscere Gesù, bisogna prendere il Vangelo... Se incontro un amico che mi chiede: chi è Gesù? cosa gli dico? L'altro giorno ho incontrato in università a Milano una ragazza musulmana che mi ha detto sto leggendo il Vangelo, non so come va a finire, ma non dirmelo! Io sono rimasto lì, non so come va a finire?!?...noi lo sappiamo come va a finire, siamo troppo abituati a sapere come va a finire. Se tu incontri una persona che ti dice: tu sei credente? credi in Gesù? Ma dimmi chi è Gesù?. Se uno ti dice: com è quella ragazza? Ah, lì ti viene subito: è bionda, ecc.. Chi è Gesù? Vi vengono in mente due o tre aggettivi che lo qualificano? Se non vi vengono in mente, vuol dire che non vi siete mai fermati a conoscere veramente Gesù, bisogna conoscerlo. Gesù era uno che si commuoveva, che piangeva quando vedeva un amico che stava male, era uno che perdonava, era uno che non prendeva in giro, era uno che si appassionava,, che era capace di finezze e affetto, non faceva fare brutte figure ai peccatori. Quando uno prova affetto verso il Signore, è questo che bisogna fare emergere! Gli vuol bene a Gesù? Gli chiedi un parere quando sei confuso? Ma lo conosci? La maturità della preghiera quand'è? Quando uno inizia a pregare, prega male, la preghiera è piena di sé, continui a dire: sono triste, son contento, dammi questo, quello... all inizio parli solo di te stesso; quando uno va avanti nella preghiera, riempie la preghiera di Gesù, contempla Gesù e dice: tu sei così Signore. Gli disse: sono io, non abbiate paura. Io vi auguro questa sera di poter incontrare Gesù con questa intensità affettiva, non lo dimenticherete più per tutta la vita, non avrete più quella paura che tante volte taglia le gambe. Bisogna entrare nella preghiera per conoscere Gesù. Allora vollero prenderlo sulla barca Allora dopo aver vissuto il buio, dopo aver conosciuto la paura, vollero prendere Gesù sulla loro barca. Devi dare un'anima alla tua libertà, prendi Gesù sulla tua barca, prendilo seriamente, fatti aiutare, leggi qualcosa. Devi leggere qualcosa, devi metterci dentro qualcosa, dei contenuti, studiate tutto, si diventa grandi, avete tante conoscenze e di Gesù sai così poco... Bisogna prendere un libro, avere una guida spirituale, farsi consigliare un libro e poi bisogna 5

6 leggere quel libro, sottolinearlo, allora uno ci mette cura, affetto, allora cresce, lievita e dà un'anima alla sua libertà, impara a costruire ospitalità, prendilo sulla tua barca, impara ad apprezzare la Sua comunità. A volte la barca fa un po acqua, però bisogna tenerla cara quella comunità, perché senza relazioni, senza comunità, senza un buon esempio, senza un amico, un fratello, un amica che nel momento giusto ti fa vedere che cosa vuol dire vivere di fede, senza ti perdi. E subito la barca toccò la riva. Il futuro. Il futuro oggi dicono che i giovani lo basano su una parola: identità, chi sono e dove sono diretto? La domanda dove sono diretto? Dove stai andando? E' impegnativa questa domanda, perché vuol dire avete una vita intesa come vocazione. Oggi è difficile, non è scontato pensare che la vita è una vocazione, c'è una cultura frammentaria, si pensa che un frammento sopra l'altro, un'avventura sopra l'altra.. perché per avere l'idea che la vita è una vocazione bisogna sapere che Qualcuno mi ha chiamato e che Qualcuno mi aspetta. Se non mi ricordo più che qualcuno mi ha chiamato alla vita e se non ho chiaro che qualcuno mi aspetta mentre passo i miei anni non mi sento chiamato, arranco di esperienza, una dopo l'altra, ma alla fine non trovo la mia identità, non so dove sono diretto, non ho una meta, come faccio a far sì che la barca tocchi subito la riva alla quale erano diretti? Possiamo essere contenti questa sera perché lo sguardo di Gesù è su di voi, felice, bello, lo sguardo di cui avete bisogno, di quel pane di cui avete bisogno! Avete bisogno di Dio, dell'amore e del lavoro. Bisogna attraversare la sfida, che cosa può fare un ragazzo? Innanzi tutto sapere che gli viene data fiducia da Dio, dagli uomini e dalle donne che egli conosce. Alle volte mi dicono: Ma i giovani, qual è il problema principale dei giovani? Il problema principale dei giovani, mi viene da dire, sono gli adulti, dovrebbero dar loro fiducia. Se c'è tra voi un educatore che non ha fiducia nei ragazzi che ha, smetta di fare l'educatore, se invece ha fiducia, allora può andare avanti a tutte le età! Questa è la sfida! Il segno del pane è il segno dell amore. Il Signore che vi dà il pane, questo è il segno, non andate dietro l'illusione che Gesù vi risolva velocemente i problemi, si passa sempre attraverso il buio e la paura, ma Lui rimane fedele. Possiamo incontrarlo, ospitarlo sulla nostra barca e andare diretti verso la riva. 6