Strumenti alternativi di finanziamento delle imprese
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1 Strumenti alternativi di finanziamento delle imprese Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Università degli studi ROMA TRE 11 Novembre 2015
2 Il vuoto creato dal credit crunch 2
3 Prestiti alle imprese: la caduta non si è ancora arrestata (Italia, indice gennaio 2011=100, dati mensili, destagionalizzati) Stock di prestiti Settembre 2015: dati BCE. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'italia, BCE. Il credit crunch ha scavato un vuoto da 126 miliardi di euro nei bilanci delle imprese italiane 3
4 L intervento eccezionale della BCE I programmi non standard della BCE hanno sostenuto il credito nell Eurozona ed evitato una caduta più ampia in Italia (Bollettino BCE, n , The transmission of the ECB s recent nonstandard monetary policy measures) 1. Prestiti alle banche (T-LTRO), a 4 anni, con obiettivo credito, da settembre Acquisti di titoli (QE), 60 miliardi al mese: covered bond e ABS da ultimi mesi 2014, bond pubblici da marzo 2015 I due programmi stanno migliorando la raccolta bancaria, abbassando il costo del credito (stimolando la domanda), contribuendo a ridurre gli spread sovrani. Inoltre, la vigilanza unica della BCE sulle banche europee (da novembre 2014) ha aumentato la trasparenza dei bilanci, infondendo fiducia nel sistema bancario 4
5 Quali prospettive per il credito? Bisogna appiattire il profilo delle sofferenze bancarie (142 miliardi, pari al 18,2% dei prestiti alle imprese), che sono il principale freno all offerta di credito Non sono bastati, finora, la ripartenza dell economia e gli interventi del Governo nel giugno Si farà la bad bank in Italia? Se tutti gli interventi funzionano: Si riduce l avversione al rischio degli istituti di credito, che pongono fine alla ricomposizione degli asset a scapito dei prestiti Le banche riescono a reperire nuovo capitale sui mercati, liberando spazio per i prestiti In questo scenario positivo: Quest anno si arresta (quasi) la caduta dei prestiti, l anno prossimo il credito riparte gradualmente
6 Fine (quasi!) del credit crunch nel 2015, ripartenza lenta nel 2016, con più capitale e meno avversione al rischio (Italia, prestiti bancari alle imprese, var. % annue su stock di fine periodo) Scenario CSC (dati fino a settembre 2015) Simulazioni CSC (Scenari Economici del settembre 2015). Ipotesi scenario: capitale (var. quota % sul passivo): 0,50 nel 2015 e 0,00 nel 2016; titoli di stato (var. quota % sull'attivo): +0,10 nel 2015 e -0,25 nel Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'italia. 6
7 Finanziare il ritorno alla crescita Per realizzare nel una crescita degli investimenti produttivi (a prezzi correnti) in linea con le previsioni CSC, le imprese italiane hanno bisogno di 4 miliardi di euro di finanziamenti addizionali quest anno e di altri 8 miliardi il prossimo anno A ciò bisogna sommare le ulteriori risorse necessarie per finanziare l espansione dell attività (per scorte, capitale circolante, etc.) Il 2015 è l anno più difficile: è iniziato il recupero dell economia, non quello dei prestiti bancari (ma la riduzione del costo del credito libera risorse per l auto-finanziamento) Anche se il credit crunch si arresta entro fine 2015, il canale bancario resterà frenato nel medio termine e nel 2016 difficilmente riuscirà a fornire tutte le risorse necessarie per la crescita Se vogliamo sostenere la ripartenza dell economia italiana, dobbiamo sviluppare con forza e rapidamente i canali alternativi di finanziamento 7
8 Ha frenato il flusso di pagamenti degli arretrati PA (Italia, imprese, miliardi di euro, dati mensili) Pagamenti PA Aug 2013 Sep 2013 Oct 2013 Nov 2013 Dec 2013 Jan 2014 Feb 2014 Mar 2014 Apr 2014 May 2014 Jun 2014 Jul 2014 Aug 2014 Sep 2014 Oct 2014 Nov 2014 Dec 2014 Jan 2015 Feb 2015 Mar 2015 Apr 2015 May 2015 Jun 2015 Jul 2015 Fonte: elaborazioni CSC su dati MEF. Fino a luglio 2015 sono stati pagati 38,6 miliardi di euro di debiti PA scaduti (57 miliardi stanziati dal Governo nel ) 91 miliardi a fine 2012 lo stock di debiti commerciali scaduti della PA (40 fisiologici ). Le imprese hanno utilizzato il flusso di pagamenti per accrescere le riserve di liquidità, ridurre i debiti verso banche, Stato e fornitori, in minor misura per finanziare nuovi 8 investimenti produttivi (indagine Banca d Italia).
9 Nuova finanza per le imprese italiane 9
10 Serve nuova finanza per le imprese italiane Più capitale - Mercato AIM-MAC per le PMI - Progetto ELITE Più obbligazioni - Mini-bond e cambiali finanziarie - Bond di distretto e di territorio Rilancio degli strumenti innovativi per le PMI: - Private equity - Mezzanine finance Finora queste fonti non bancarie forniscono risorse insufficienti Bisogna continuare a svilupparle, in tempi brevi Inoltre, migliorare l accesso al credito bancario tramite: - Cartolarizzazioni di prestiti - Finanza delle reti di impresa 10
11 Una struttura finanziaria da rafforzare 11
12 L impatto del credit crunch sui bilanci delle imprese (Italia, società non finanziarie, composizione del passivo, miliardi di euro, stock di fine periodo) Prestiti bancari Altri prestiti* Titoli Debiti commerciali Altre passività** Capitale e riserve 1,525 1, Totale passività 3,473 3, * Factoring, leasing, prestiti infragruppo, altro. ** Conti correnti postali, fondi di quiescenza, derivati sull interno, altro. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'italia (Relazione Annuale). 12
13 In Italia ancora poco capitale nel confronto internazionale (Società non finanziarie, totale economia, composizione del totale passivo, quote %) Titoli Prestiti Debiti commerciali e altre passività Capitale Francia USA UK Spagna Germania Italia Dati ordinati per "capitale nel Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d Italia (Relazione annuale). 13
14 PMI molto dipendenti dal credito bancario (Italia, manifatturiero, dati di bilancio, quote % sul totale passivo) Piccole e medie imprese 1 Grandi imprese Prestiti bancari Titoli Altri creditori Debiti commerciali Altro Capitale Riserve Totale passivo Imprese con fatturato < 50 milioni di euro. 2 Imprese con fatturato > 50 milioni di euro. 3 Finanziari e non finanziari. 4 Acconti e passività differite. Fonte: elaborazioni CSC su dati BACH. 14
15 Borsa azionaria e capitale 15
16 In Italia un piccolo mercato azionario (Dati annuali) Numero di imprese quotate Capitalizzazione di Borsa (Per 1 milione di abitanti) (In % del PIL ) Italia Germania USA Francia Giappone Regno Unito Spagna Dati ordinati per numero di imprese quotate nel Fonte: elaborazioni CSC su dati World Bank (Global Financial Development Database, 2015). 16
17 L andamento dei prezzi di Borsa non aiuta (Quotazioni azionarie, medie mensili, indici gennaio 2007=100) Germania (DAX 30) USA (S&P 500) Italia (FTSE) Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
18 Borsa: luci e ombre in Italia Negli ultimi mesi si è registrato un contenuto andamento dei nuovi ingressi (IPO) di imprese italiane sui vari listini di Piazza Affari. Si è avuta la quotazione di una grande impresa (Poste Italiane) e di alcune imprese medie (es. Aeroporto di Bologna). Lo scenario macro è in miglioramento: recupero dell attività economica, maggiore fiducia degli investitori (anche se l andamento dei prezzi di Borsa non è incoraggiante). Nel 2014 varie imprese medio-piccole si erano arrese appena prima della IPO, a fronte dell attesa di domanda insufficiente. Si trattava di imprese sane, con storie di crescita e buona redditività, che da tempo si stavano preparando allo sbarco in Borsa. 18
19 Il progetto ELITE di Borsa Italiana Il serbatoio di midcap del progetto ELITE di Borsa Italiana continua a crescere: 26 nuovi ingressi a novembre (più di 200 imprese coinvolte in totale) Nuove imprese sono già in lista per entrare in ELITE per prepararsi alla Borsa A oggi, sono 4 le società ELITE che sono state quotate sui mercati di Borsa Italiana (un esempio: ingresso in ELITE nel novembre 2014, quotazione all AIM-MAC nell agosto 2015) L IPO non è l unico obiettivo di ELITE, il progetto può essere utile anche per percorrere altre strade di apertura del capitale a terzi (partnership, M&A, etc.) Una società ELITE è più trasparente, più efficiente, più visibile e più attraente per i potenziali investitori 19
20 Un nuovo mercato azionario per le PMI Nuovo listino AIM-MAC dedicato alle PMI creato nel 2012: bassi requisiti di ammissione, più facile processo di quotazione, costi più contenuti. Discreto successo nel , in termini di ingressi, di risorse raccolte, di andamento dei prezzi. I volumi, però, sono ancora insufficienti. Molte imprese sono interessate a entrare nel nuovo mercato Bisogna stimolare il lato della domanda: 1. servono investitori specializzati nella selezione di small caps 2. sarebbe utile un fondo di fondi per investire in PMI quotate e quotande 20
21 Nuovi strumenti per il capitale ACE (aiuto alla crescita economica), per riequilibrare il trattamento fiscale del capitale rispetto al debito, tramite il progressivo aumento della quota di utili reinvestiti deducibili dalle tasse Semplificazioni regolamentari per le small caps 1. Disciplina OPA più flessibile 2. Possibilità di emettere azioni a voto plurimo (aprire a nuovi soci senza perdere il controllo) Positivo il progetto di Unione dei Mercati dei Capitali lanciato dalla Commissione UE nella primavera 2015, per far crescere e integrare i mercati dei paesi membri 21
22 Private equity ancora in affanno (Italia, miliardi di euro, flussi) Investimenti netti* Investimenti * Al netto dei disinvestimenti. 2015: primi 6 mesi, annualizzati. Fonte: elaborazioni CSC su dati AIFI. Nuovi attori: Fondo Italiano di Investimento (39 investimenti diretti per 400 milioni di euro, 21 indiretti per 440 milioni) 22
23 Titoli obbligazionari 23
24 Obbligazioni: emissioni ancora molto deboli (Italia, imprese, miliardi di euro, dati annuali) Emissioni nette Emissioni lorde : primi 8 mesi, annualizzati. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'italia. 24
25 Poco spazio per le imprese in un mercato da 3600 miliardi (Italia, obbligazioni, miliardi di euro, dati al 2 trimestre 2015, stock di fine periodo) Emittenti Settore pubblico 2074 Banche 664 Altri intermediari finanziari 187 Imprese 161 Assicurazioni-Fondi pensione 15 Estero * 499 Totale 3600 * Ammontare di titoli esteri, di ogni tipo di emittente, nel portafoglio di investitori italiani. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d'italia (Conti Finanziari). 25
26 Corporate bond: puntare su Assicurazioni e Fondi Pensione (Italia, miliardi di euro, stock di fine periodo, dati al 2 trimestre 2015) Emittenti Imprese 161 Altri intermediari finanziari 187 Assicurazioni-Fondi pensione 15 Investitori Totale emesso Famiglie Assicurazioni e Fondi pensione Altri intermediari finanziari Ausiliari finanziari Banche Imprese Settore pubblico* Estero Banche Settore pubblico Estero ** Totale Per i vari investitori, non sono disponibili dati disaggregati sui titoli in portafoglio emessi dai primi 3 settori. * Include gli Enti di previdenza e assistenza sociale, che non emettono titoli, ma li acquistano. ** Titoli esteri, di qualsiasi settore, nei portafogli di investitori italiani. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d Italia (Conti Finanziari). 26
27 Nuovi strumenti di debito: mini-bond Mercato partito da zero nel 2012 (interventi: DL Destinazione Italia, DL Competitività), che ha registrato una crescita sostenuta nel e poi una frenata nel 2015 I volumi sono ancora modesti Per ora, è mercato di nicchia, per imprese sane, dinamiche, trasparenti Nuovo mercato dedicato: ExtraMOT-Pro (gestito da Borsa Italiana) Nuovi attori: 1. sono nati 29 fondi privati con l obiettivo di acquistare mini-bond, con target di raccolta tra 100 e 500 milioni di euro (totale circa 6,0 miliardi), di cui 11 hanno già acquistato titoli e altri hanno superato il primo closing di raccolta 2. prime agenzie di rating italiane (Crif, Cerved) 27
28 Espandere il mercato dei mini-bond Assicurazioni e Fondi pensione alimenteranno la domanda di bond come consentono le nuove norme? Molti obiettivi, pochi strumenti: 1. I Fondi Pensione devono avere una gestione prudente, in linea con la loro natura previdenziale (vale anche per le Assicurazioni) 2. Le Assicurazioni possono ora anche concedere prestiti diretti alle imprese, risorse limitate? Fondo di Garanzia per le PMI: può garantire singole emissioni o portafogli di titoli Fondo Italiano di Investimento (CDP): fondo di fondi per i minibond PMI italiane in grado di emettere mini-bond: circa secondo stime Crif, oltre secondo altre analisi Il mercato è destinato a crescere nei prossimi anni: le stime differiscono molto, alcuni valutano lo stock potenziale di titoli obbligazionari di PMI oltre i 10 mld (finora emessioni <1 mld). 28
29 Non decollano i nuovi canali finanziari per le PMI (Italia, flussi di nuove risorse, milioni di euro) 2015: primi 8 mesi, annualizzati. Minibond: emissioni inferiori a 30 milioni di euro. Aim-Mac: valore nel 2015, stima CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati Borsa Italiana Mini bond num. emittenti Azionario Aim-Mac num. emittenti Totale Mini-bond: poco più dell 1% delle PMI potenzialmente in grado di emetterli ce l ha fatta finora Numeri insufficienti rispetto al vuoto lasciato dal credit crunch
30 Nuovi strumenti di debito: cambiali finanziarie Riformate nel 2012 insieme ai mini-bond (ExtraMOT-Pro) Pensate per micro-imprese e per il breve-medio termine (fino a 3 anni) Risultati: solo 4 emissioni nei primi 2 anni (da parte di 2 aziende), con un accelerazione nel 2015 a 10 emissioni nei primi 8 mesi (per un totale di 29 milioni di euro) I volumi restano estremamente contenuti Criticità: 1. Aziende di dimensione ridotta, maggiore difficoltà nello screening 2. Sponsor: nuovo attore garante, ma nessuno lo vuole fare! Mercato potenziale stimato a 0,5 mld di euro (stock) Baldi F. e Murano G. (Federcasse, ADB), Il finanziamento del capitale circolante delle PMI mediante emissione di cambiali finanziarie, opportunità o vincolo? 30
31 Strumenti per un miglior accesso al credito 31
32 Cartolarizzazioni: volumi ancora ridotti (Emissioni, miliardi di euro) Europa Italia : primi 6 mesi annualizzati. Fonte: elaborazioni CSC su dati AFME. 32
33 Reti di impresa: migliorano l accesso al credito? Situazioni favorevoli per la finanza delle reti: 1. Impresa leader con i suoi (piccoli) fornitori 2. Piccole-medie imprese con un progetto in comune (es. volontà di iniziare esportazione, appartenza a distretto ) Beneficio atteso: rating migliori e costo più basso per i prestiti (ma anche meno restrizioni sui volumi di credito) Funziona solo se il progetto di rete è ben disegnato, non in tutti i casi: la banca deve poter verificare che la rete genera vantaggi competitivi per i singoli partecipanti Ci sono già vari casi di successo in Italia (es. filiera di Gucci) È un fenomeno nuovo: pochi dati al momento per valutare in aggregato l effetto sul credito Chesini G. e Giarretta E. (Università di Verona): Il finanziamento delle reti di impresa: una analisi del caso italiano. 33
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