RUOLO ED ATTIVITA DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

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2 RUOLO ED ATTIVITA DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO IL RUOLO DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO, DOPO IL D. LGS. N.626/94, È QUELLO DI ESPLORATORE E REGOLATORE DI SISTEMI AZIENDALI. IL NUOVO PUNTO DI SVOLTA PER GLI OPERATORI DELLA PREVENZIONE INCLUDE TRE PASSAGGI FONDAMENTALI:

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4 1 DALLA PREVENZIONE CONTRO ALLA PREVENZIONE CON; NON SOLO REPRESSIONE DEI COMPORTAMENTI ILLEGALI MA CONQUISTA DELL ADESIONE DELL INTERO SISTEMA AL PROCESSO DELLA PREVENZIONE, VALORIZZANDONE LA CULTURA MULTIDISCIPLINARE MEDIANTE LE AZIONI DI INFORMAZIONE ISTITUZIONALE, FORMAZIONE ED ASSISTENZA. DALLA VIGILANZA AL CONTROLLO COME VERIFICA DEL FUNZIONAMENTO DI UN SISTEMA (QUELLO DEDICATO ALLA PREVENZIONE).

5 2 DAL CONTROLLO SUGLI OGGETTI A QUELLO INCENTRATO SUI PROCESSI. DAL MODELLO TECNICISTICO AL RECUPERO DELLA DIMENSIONE RELAZIONALE, COMUNICATIVA, ORGANIZZATIVA ED UMANA DEL LAVORO, VALORIZZANDO IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA SOGGETTIVITÀ DEI LAVORATORI NEL CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO, SPESSO CONNESSI AD UNA SCADENTE ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO.

6 3 TRASFORMAZIONE DEGLI OPERATORI DELLA PREVENZIONE DA VIGILANTI-CONTROLLORI IN ESPLORATORI-REGOLATORI DI SISTEMI AZIENDALI. PER POTERE AFFRONTARE LE NUOVE PATOLOGIE EMERGENTI, COME LE SPONDILOARTROPATIE, I TUMORI PROFESSIONALI, LE PROBLEMATICHE DETERMINANTI IL MOBBING MEDIANTE:

7 IL RAPPORTO INTEGRATO TRA LE AZIENDE SANITARIE, LA REGIONE E L UNIVERSITÀ PER PROMUOVERE, RAFFORZARE E SVILUPPARE LA QUALITÀ DELLE FIGURE PROFESSIONALI, PER LE FUNZIONI PROPRIE DELLA REGOLAZIONE (VIGILANZA, CONTROLLO, SUPPORTO). LA COMPLETA APPLICAZIONE DEI PIANI SANITARI REGIONALI IN TEMA DI RISORSE DA DEDICARE ALLA PREVENZIONE E IN PARTICOLARE ALLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO, PER L ACQUISIZIONE DI RISORSE UMANE, DI ALTO E SPECIFICO PROFILO PROFESSIONALE, DI STRUMENTI TECNOLOGICI MODERNI, DI STRUTTURE LOGISTICHE ADEGUATE, DI MISURE ORGANIZZATIVE DEFINITE E DI PROCESSI FORMATIVI PROPEDEUTICI AD UN REALE ACCREDITAMENTO DEI SERVIZI.

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9 REGOLAZIONE DEI SISTEMI AZIENDALI PER LA PREVENZIONE DEL MOBBING INFORMAZIONE ISTITUZIONALE ANALISI DEI FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI DI TIPO STRUTTURALE, ORGANIZZATIVO, RELAZIONALE (QUALITÀ E QUANTITÀ DELLA COMUNICAZIONE). RIVOLTA ALLE FIGURE AZIENDALI DEDICATE ALLA PREVENZIONE

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11 AL DATORE DI LAVORO DESTINATARIO ESCLUSIVO DELL ART.2087 DEL CODICE CIVILE E PRINCIPALE ATTORE DEL D. LGS. N.626/94

12 AL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE AZIENDALE COSTRUTTORE DI SISTEMI DEDICATI ALLA PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI

13 AL MEDICO COMPETENTE ATTORE FONDAMENTALE DEI PROCESSI DI SALUTE E DI PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA; FIGURA DI PRIMA ACCOGLIENZA PER I CASI DI MOBBING, MEDIATORE TRA LE PARTI AZIENDALI, CREDITORE DI INTERVENTI DI SUPPORTO DA PARTE DELLO SPSAL.

14 AI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA PER ESALTARNE IL RUOLO CONSULTIVO E DI VERI ENZIMI CATALIZZATORI DI REAZIONI AZIENDALI. SOLO LA CULTURA DEI PROCESSI DI PREVENZIONE PUÒ VALORIZZARE IL RUOLO DEGLI RLS, NEL RAPPRESENTARE I DIRITTI DEI LAVORATORI.

15 AL RESPONSABILE DEL SERVIZIO PER LE RISORSE UMANE E PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE IRRINUNCIABILE SUPPORTO AL DATORE DI LAVORO, PER MIGLIORARE LA PROFESSIONALITÀ E L UTILIZZAZIONE DEI DIPENDENTI ESALTANDO I PRINCIPI ERGONOMICI, PREVENENDO ANCHE IL LAVORO MONOTONO E RIPETITIVO, TENENDO CONTO DELLE CARATTERISTICHE PSICOFISICHE E DELLE PARTICOLARI ATTITUDINI DEI LAVORATORI.

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17 QUESTE FIGURE, DOPO ADEGUATO PROCESSO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE POSSONO INCIDERE SUL FENOMENO MOBBING MEDIANTE UNA DIAGNOSI PRECOCE, PER LA CORREZIONE DELLE ANOMALIE PRESENTI NEL SISTEMA AZIENDALE COME: -CONFINI INTERNI O ESTERNI AL SISTEMA TROPPO RIGIDI O CONFUSI. -RELAZIONI DISFUNZIONALI: IPERCOINVOLGIMENTI DA SCIOGLIERE O CONFLITTI E COALIZIONI DA TRASFORMARE IN ALLEANZE. -MANCATA INDIVIDUAZIONE DELLA MISSION AZIENDALE: DA COMUNICARE CON CHIAREZZA AL PERSONALE, PER LA REALIZZAZIONE DELLA EQUIFINALITÀ AZIENDALE (PROFITTO NELLA PRODUZIONE DI PRODOTTI O SERVIZI DI QUALITÀ). LA FORMAZIONE MIRATA E L ADDESTRAMENTO SPECIFICO, SONO UN IRRINUNCIABILE STRUMENTO PER LA PREVENZIONE DEL BURN-OUT.

18 ASSISTENZA ALLE IMPRESE E NECESSARIO FORNIRE ALLE IMPRESE STRUMENTI UTILI PER INDIVIDUARE LE MAGGIORI CRITICITÀ PRESENTI AL LORO INTERNO IN QUEL PARTICOLARE MOMENTO EVOLUTIVO O INVOLUTIVO CHE CORRISPONDE AD UNA FASE DI RISTRUTTURAZIONE: AMPLIAMENTO O RIDUZIONE DELL INSEDIAMENTO PRODUTTIVO. INCREMENTO O RIDUZIONE DELL ORGANICO TRA I LAVORATORI. PER IL SUPERAMENTO DELLE FASI PIÙ CRITICHE PUÒ ESSERE NECESSARIO UN INTERVENTO DI MEDIAZIONE DA PARTE DI CONSULENTI AZIENDALI ESPERTI DI PROCESSI ORGANIZZATIVI, AL FINE DI PRIVILEGIARE RISTRUTTURAZIONI COSIDDETTE DI ALTO PROFILO RISPETTO A QUELLE DI BASSO PROFILO.

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20 ATTIVITA DEL SERVIZIO PSAL DI TERNI IN TEMA DI MOBBING ORIENTAMENTO A RICHIESTA DEI LAVORATORI GLI OPERATORI SANITARI DEL SERVIZIO ACCOLGONO GLI UTENTI E RACCOLGONO UNA ACCURATA ANAMNESI LAVORATIVA MIRATA E UNA ANAMNESI PATOLOGICA (PROSSIMA). INTEGRATA DA TRE QUESTIONARI SPECIFICI UTILIZZATI IN ACCORDO CON LA CLINICA DEL LAVORO L. DEVOTO DI MILANO: 1. CDL QUESTIONARIO PER LA RILEVAZIONE DEL FENOMENO MOBBING. 2. QUESTIONARIO PER IL RILEVAMENTO DEI SINTOMI SOGGETTIVI.

21 INOLTRE ABBIAMO AGGIUNTO: 4. LA SCALA DI BORTNER, ATTA A VALUTARE IL PROFILO A (AGGRESSIVITÀ-COMPETITIVITÀ DEL LAVORATORE). 5. IL QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE STAI 1 E 2 PER L ANSIA DI STATO E DI TRATTO. 6. DICHIARAZIONE RESA DAL LAVORATORE E SOTTOSCRITTA DALLO STESSO E DAL VERBALIZZANTE.

22 QUESTO STRUMENTO, REDATTO DAL NOSTRO SERVIZIO, È COSTITUITO DA QUATTORDICI DOMANDE RIGUARDANTI: L ANAMNESI LAVORATIVA SPECIFICA IN RAPPORTO AI FATTORI DI RISCHIO RELAZIONALI E/O ORGANIZZATIVI; L ATTIVITÀ DEL MEDICO COMPETENTE RELATIVAMENTE ALLE VISITE PREVENTIVE E PERIODICHE, LA CONOSCENZA DEI PROBLEMI RELAZIONALI E ORGANIZZATIVI DENUNCIATI, IL COINVOLGIMENTO DEGLI R.L.S, DELLE OO.SS., DEI COLLEGHI DI LAVORO, IL POSSIBILE UTILIZZO DI AZIONI LEGALI, I LIVELLI DI CONOSCENZA DI UN EVENTUALE MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DEFINITO, L ACQUISIZIONE DI INFORMAZIONI RELATIVE ALLA POSTAZIONE DI LAVORO, LA POSSIBILITÀ DI OTTENERE UNA BUONA COMUNICAZIONE PERSONALE ALL INTERNO E ALL ESTERNO DEL SISTEMA AZIENDALE.

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24 VISITA MEDICA IL MEDICO DEL SERVIZIO, PROCEDE ALLA VALUTAZIONE CLINICA MEDIANTE, ANCHE UN ESAME OBIETTIVO SPECIFICO PER LA RACCOLTA DI SEGNI O SINTOMI CORRELABILI CON LA PATOLOGIA PSICOSOMATICA TIPICA DEL DISTURBO DELL ADATTAMENTO O DEL DISTURBO POSTTRAUMATICO DA STRESS. IN CASO DI POSITIVITÀ VIENE RICHIESTA UNA VISITA SPECIALISTICA PSICHIATRICA PER UNA VALUTAZIONE CLINICA DI SECONDO LIVELLO. SE VIENE POSTA LA DIAGNOSI DI MOBBING, SIA CORRELATO AD UN D.D.A. O AL PIÙ GRAVE D.P.T.S. INIZIA UNA VERA E PROPRIA INDAGINE TECNICA ATTA A RILEVARE L ESISTENZA DEL NESSO DI CAUSALITÀ TRA I FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI E LA MALATTIA PROFESSIONALE.

25 INDAGINE AMBIENTALE COME OGNI INDAGINE ATTIVATA DAL SERVIZIO PSAL D INIZIATIVA O SU DELEGA DELLA A.G. IN CASO ANCHE DI SOSPETTA MALATTIA PROFESSIONALE, SI PROCEDE AD EFFETTUARE: 1. UN SOPRALLUOGO IN AZIENDA PER OGGETTIVARE LE CONDIZIONI AMBIENTALI 2. LA RACCOLTA DELLA DOCUMENTAZIONE ESISTENTE IN TEMA DI ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AZIENDALE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI E LE RELATIVE MISURE DA ADOTTARE; 3. RILIEVI FOTOGRAFICI ATTI AD EVIDENZIARE ANOMALIE VISIBILI DELLA POSTAZIONE DI LAVORO (SINDROME DELLA SCRIVANIA VUOTA) E DELL AMBIENTE.

26 4. RACCOLTA DELLE SOMMARIE INFORMAZIONE TESTIMONIALI DEI COLLEGHI DI LAVORO, INDICATI COME PERSONE INFORMATE SUI FATTI SPECIFICI E DI ALTRI LAVORATORI PRESI, CON METODO CASUALE, DALL ORGANIGRAMMA AZIENDALE. ANCHE LE SOMMARIE INFORMAZIONI TESTIMONIALI, COME LA DICHIARAZIONE RESA DAL LAVORATORE, RAPPRESENTANO UN IRRINUNCIABILE STRUMENTO DI INFORMAZIONE.

27 IL PROTOCOLLO PREVEDE DIECI DOMANDE RELATIVE: - AL RAPPORTO DI LAVORO ATTUALE, - AL RUOLO RIVESTITO DAL TESTE IN AZIENDA, - ALLA CONOSCENZA DI EVENTUALI PROBLEMI ORGANIZZATIVI O RELAZIONALI PRESENTI, - A FARE EMERGERE ELEMENTI DI CONOSCENZA DI CASI DI MOBBING SUL POSTO DI LAVORO. - A RILEVARE SE L AZIENDA HA SUBITO UN RECENTE PROCESSO DI RISTRUTTURAZIONE ORGANIZZATIVA TALE DA CREARE EVENTUALI NUOVI DISAGI AI LAVORATORI,

28 - A RACCOGLIERE INFORMAZIONI DIRETTE SUL PRESUNTO CASO DI MOBBING, OGGETTO DELL INDAGINE, CON RELATIVE CONSIDERAZIONI PERSONALI, - A RILEVARE SE IL TESTE HA MAI ASSISTITO AD EVENTI COMPORTAMENTALI TIPICI DEL MOBBING, FINO ALLA VIOLENZA, DESCRIVENDONE LE MODALITÀ SOPRATTUTTO SE COINVOLTO DA UNA DELLE PARTI CONTRAPPOSTE, - ALL ESISTENZA DI UN MODELLO AZIENDALE DEFINITO, - A SAPERE SE LE FIGURE AZIENDALI, INDIVIDUATE DAL D. LGS. N.626/94, SIANO STATE COINVOLTE NELLA QUESTIONE E CON QUALE RISULTATO.

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30 PROVVEDIMENTI SE LA RICOSTRUZIONE DEL NESSO CAUSALE FORNISCE UN ESITO POSITIVO POSSIAMO AFFERMARE L ESISTENZA DI UNA MALATTIA PROFESSIONALE CHE COME TALE DEVE ESSERE DENUNCIATA ALL I.N.A.I.L.. SUCCESSIVAMENTE SI PROCEDE AD: INDIVIDUARE EVENTUALI VIOLAZIONI ALLA NORMATIVA VIGENTE IN TEMA DI PREVENZIONE E SICUREZZA E I RELATIVI CONTRAVVENTORI, FORMULARE PRESCRIZIONI OBBLIGATORIE AI CONTRAVVENTORI PER RIMUOVERE GLI ILLECITI RISCONTRATI, INVIO DEL FASCICOLO E DELLA RELAZIONE CONCLUSIVA ALL A.G..

31 SPESSO NEI CASI DI MOBBING NON SI RISCONTRANO VERE E PROPRIE VIOLAZIONI IN TEMA DI SICUREZZA MA POSSIAMO RILEVARE MARGINI DI POSSIBILE E NECESSARIO MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI, ORGANIZZATIVE E RELAZIONALI IN AZIENDA. A QUESTO PUNTO LA DISPOSIZIONE TECNICA, IMPARTITA DALL ORGANO DI VIGILANZA, APPARE STRUMENTO PIÙ EFFICACE DA ADOTTARE. COME LO LA DISPOSIZIONE TENDE AD ESALTARE I PRINCIPI DI PREVENZIONE PRIMARIA E, SE I SOGGETTI DESTINATARI ADEMPIONO NON SI APRE ALCUN PROCEDIMENTO PENALE A LORO CARICO. NEL CASO DI DISSENSO ALLA DISPOSIZIONE L AZIENDA PUÒ FARE RICORSO ALL AUTORITÀ REGIONALE LOCALE. DECORSO IL TERMINE, LA MANCATA OTTEMPERANZA ALLA DISPOSIZIONE COSTITUIRÀ VIOLAZIONE ALLA NORMATIVA VIGENTE E SI POTRÀ CONFIGURARE IL REATO DI CUI ALL ART.650 DEL C.P.

32 LA VOLONTA DEGLI OPERATORI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO, E QUELLA DI ESERCITARE A PIENO IL RUOLO DI ESPLORATORI E REGOLATORI ESTERNI DI SISTEMI AZIENDALI, GARANTENDO QUELLA POSIZIONE EQUIDISTANTE TRA LE PARTI CHE E ALLA BASE DI UN APPROCCIO VERAMENTE SISTEMICO, INDISPENSABILE PER TRATTARE QUESTIONI DELICATE E COMPLESSE COME LE MOLESTIE MORALI SUL POSTO DI LAVORO, IL BURN-OUT E IL MOBBING.

33 RISCHIO ORGANIZZATIVO AZIENDALE (INAIL 2003) ELENCO DELLE COSTRITTIVITA ORGANIZZATIVE Marginalizzazzione dalla attività lavorativa Svuotamento delle mansioni Mancata assegnazione dei compiti lavorativi, con inattività forzata Mancata assegnazione degli strumenti di lavoro Ripetuti trasferimenti ingiustificati Prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto Prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici

34 RISCHIO ORGANIZZATIVO AZIENDALE (INAIL 2003) ELENCO DELLE COSTRITTIVITA ORGANIZZATIVE Impedimento sistematico e strutturale all accesso a notizie Inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni inerenti l ordinaria attività di lavoro Esclusione reiterata del lavoratore rispetto ad iniziative formative, di riqualificazione e aggiornamento professionale Esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo

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