La Riforma Previdenziale introdotta dal Decreto Monti D.L , n 201
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- Lidia Marinelli
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1 Vita e lavoro in Italia La Riforma Previdenziale introdotta dal Decreto Monti D.L , n 201 Un periodo ricco di trasformazioni Come spiega il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul sito La Riforma della Previdenza è il primo tassello di una riforma più completa che riguarderà anche il mercato del lavoro (che dovrà recuperare efficienza ed efficacia nell impiego delle risorse) e gli ammortizzatori sociali (oggi praticamente inesistenti per gran parte di esso). Obiettivo della riforma è di lavorare più a lungo che in passato, secondo un percorso predefinito di convergenza del trattamento previsto per uomini e donne. I punti salienti del modello che viene fuori, possono essere riassunti come segue: 1. Si uniformano età, aliquote e modalità di calcolo delle prestazioni. 2. Si specificano requisiti minimi per l accesso ai trattamenti previdenziali, in linea con le speranze di vita per le diverse fasce di età. 3. Si prospettano clausole derogative per fasce più deboli e categorie specifiche. Il nuovo regime pensionistico è in vigore dal 1 gennaio Vita e lavoro in Italia 1
2 Quando si applica ancora la vecchia normativa? La disciplina pensionistica previgente vale ancora per tutti coloro che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre Ciò significa che: Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia I lavoratori dipendenti, già assicurati alla data del , hanno diritto alla pensione di vecchiaia se possono far valere entro il 31/12/2011: - 60 anni di età per le donne, e 65 anni di età per gli uomini - 20 anni di contributi (1040 contributi settimanali). Per quanto riguarda la pensione di anzianità Il diritto alla pensione si perfezionava al raggiungimento di una quota data dalla somma tra l'età anagrafica minima richiesta e almeno 35 anni di anzianità contributiva. I lavoratori dipendenti e iscritti ai fondi pensioni sostitutivi ed integrativi che richiedono la pensione devono, al 31/12/2011, essere in possesso di un requisito anagrafico pari ad almeno: 59 anni di età e raggiungere quota 95, nel periodo dall al ; 60 anni di età e raggiungere quota 96, nel periodo dall al ; 61 anni di età e raggiungere quota 97, a partire dall In questi casi valgono le regole precedenti! Vita e lavoro in Italia 2
3 La nuova pensione di vecchiaia Con la nuova riforma, i lavoratori, nell anno 2012, hanno diritto a pensione di vecchiaia al raggiungimento dei seguenti requisiti anagrafici: Lavoratori e Lavoratrici 2012 Uomini (dipendenti e autonomi) 66 anni Donne dipendenti del Pubblico 66 anni Donne dipendenti 62 anni Donne autonome 63 anni e 6 mesi Dal 2013 in poi, il requisito anagrafico per avere diritto alla pensione di vecchiaia aumenterà, nell intento di adeguare i requisiti alle aspettative di vita. Insomma, più lunga sarà la speranza di vita, più tardi si andrà in pensione. Il tentativo è di raggiungere, nel 2018, un unico requisito anagrafico valido per tutti i lavoratori di tutti i regimi previdenziali. Così, in modo progressivo, tenendo conto dell adeguamento dei requisiti anagrafici alla speranza di vita: Lavoratori e Lavoratrici 2013 Uomini (dipendenti e autonomi) 66 anni e 3 mesi Donne dipendenti del Pubblico 66 anni e 3 mesi Donne dipendenti 62 anni e 3 mesi Donne autonome 63 anni e 9 mesi Lavoratori e Lavoratrici Uomini (dipendenti e autonomi) 66 anni e 3 mesi Donne dipendenti del Pubblico 66 anni e 3 mesi Donne dipendenti 63 anni e 9 mesi Donne autonome 64 anni e 9 mesi Vita e lavoro in Italia 3
4 Lavoratori e Lavoratrici Uomini (dipendenti e autonomi) 66 anni e 7 mesi Donne dipendenti del Pubblico 66 anni e 7 mesi Donne dipendenti 65 anni e 7 mesi Donne autonome 66 anni e 1 mese Lavoratori e Lavoratrici 2018 Uomini (lavoratori dipendenti e 66 anni e 7 mesi autonomi) Donne dipendenti del Pubblico 66 anni e 7 mesi Donne lavoratrici dipendenti 66 anni e 7 mesi Donne lavoratrici autonome 66 anni e 7 mesi Si andrà tutti in pensione più tardi! Dal 2018, esisterà un unico requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia, valido per tutti i lavoratori (uomini e donne, dipendenti e autonomi) appartenenti a tutti i regimi previdenziali (Inps, ex Inpdap, ecc.). Dal 2021, l età minima della pensione non potrà essere inferiore a 67 anni. Infine, si aboliscono le finestre di uscita, in quanto inglobate nei nuovi requisiti di accesso. Vengono abolite anche le pensioni di anzianità conseguibili attraverso le quote. Incentivi a lavorare fino a 70 anni! Il proseguimento dell attività lavorativa è incentivato fino a 70 anni. In questo caso, infatti, i coefficienti di trasformazione, che determinano l importo della pensione contributiva dei lavoratori che scelgono di continuare a lavorare fino a questa età, vengono calcolati fino a 70 anni. In soffitta il calcolo retributivo La riforma prevede che a decorrere dal 1 gennaio 2012, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere da tale data, la quota di pensione corrispondente a tali anzianità è calcolata secondo il sistema contributivo. In altre parole, la pensione sarà calcolata utilizzando solo il calcolo contributivo, almeno in riferimento alle quote versate dal 1 gennaio Vita e lavoro in Italia 4
5 Contributi minimi uguali per tutti Il requisito contributivo minimo stabilito in modo unitario per tutti i lavoratori e tutti i regimi previdenziali equivale a 20 anni di contribuzione. Ad ogni modo, se un lavoratore ha 70 anni e può far valere almeno 5 anni di contributi effettivi, ha diritto alla pensione. La nuova pensione anticipata La pensione anticipata si consegue in anticipo rispetto a quella di vecchiaia. In particolare, l accesso anticipato alla pensione è [...] consentito con un anzianità di 42 anni e 1 mese per gli uomini e di 41 anni e 1 mese per le donne, anch essa indicizzata alla longevità. Anno Requisito Contributivo Donne Uomini anni e 1 mese 42 anni e 1 mese anni e 5 mesi 42 anni e 5 mesi Dal anni e 6 mesi 42 anni e 6 mesi Disincentivi per chi va in pensione prima di 62 anni Per i lavoratori e le lavoratrici che accedono a pensione anticipata a un età inferiore a 62 anni è prevista comunque l applicazione di una riduzione percentuale del trattamento pensionistico. La riduzione è pari a: a. All 1% per ciascun anno mancante ai 62, se si accede al pensionamento all età di 60 o 61 anni. b. Al 2% per ogni anno ulteriore di anticipo, se si accede al pensionamento con un età inferiore a 60 anni. Vita e lavoro in Italia 5
6 Quale pensione per i lavoratori che hanno versato il primo contributo dopo il 1996? Per i lavoratori con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1 gennaio 1996 è previsto un altro canale di possibile pensionamento di vecchiaia e anticipato. Pensione di vecchiaia Prima del compimento del 70 anno di età il diritto alla pensione di vecchiaia è subordinato alla condizione che il relativo importo non risulti inferiore a 1,5 volte all assegno sociale. Al compimento del 70 anno di età tali lavoratori hanno diritto alla pensione di vecchiaia con il possesso di un anzianità contributiva minima effettiva di cinque anni e prescindendo da qualsiasi requisito e importo minimo. Pensione anticipata Il diritto a pensione anticipata può essere acquisito anche grazie al raggiungimento dei seguenti requisiti minimi e condizioni: Anno Requisito Anagrafico Altre condizioni anni anni e 3 mesi 63 anni e 7 mesi 20 anni di contribuzione effettiva Ammontare mensile minimo della prima rata di pensione non inferiore all importo di 2,8 volte l ammontare mensile dell assegno sociale Vita e lavoro in Italia 6
7 Per chi altro vale ancora la vecchia disciplina? La disciplina pensionistica previgente continua ad applicarsi nei confronti di alcune categorie: a. Soggetti che hanno maturato i requisiti entro il b. Donne lavoratrici dipendenti con 57 anni di età e 35 di contributi ovvero donne lavoratrici autonome con 58 anni di età e 35 di contributi Le lavoratrici in questione possono scegliere di andare in pensione con la vecchia legge, optando però per il calcolo contributivo (non retributivo) del trattamento. Le disposizioni previgenti si applicano anche ad altri soggetti, entro un numero massimo di beneficiari da determinare con decreto attuativo, emanato entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del d.l. 201, che si trovino in una delle seguenti condizioni: i. Lavoratori collocati in mobilità ordinaria (sulla base di accordi sindacali precedenti il ), che perfezionino i vecchi requisiti entro il periodo di fruizione dell indennità di mobilità. ii. Lavoratori collocati in mobilità lunga (sulla base di accordi collettivi stipulati entro il ). iii. Lavoratori titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore alla data del , ovvero lavoratori per i quali è previsto il diritto di accesso ai suddetti fondi di solidarietà sulla base di accordi collettivi stipulati entro il 4 dicembre In questo secondo caso, i lavoratori dovranno comunque rimanere a carico dei fondi fino a 59 anni. iv. Lavoratori autorizzati ai versamenti volontari in data precedente al v. Dipendenti pubblici che, al , hanno in corso l istituto dell esonero dal servizio o ai quali l esonero risulti concesso con provvedimento emanato prima della stessa data. vi. Lavoratori già compresi nella graduatoria dei soggetti esonerati dal nuovo regime delle decorrenze, introdotto nel Inoltre le nuove disposizioni non saranno applicate a: personale militare, forze di polizia, carabinieri, corpo nazionale dei vigili del fuoco. Vita e lavoro in Italia 7
8 Nati nel 1952 Gli "sfortunati" del quelli cioè che nel 2011 hanno 59 anni e contavano di andare in pensione nel 2012, avendo raggiunto i requisiti di età e i 36 anni contribuzione - la "quota 96" -, si sono visti con la riforma allungare l'attesa per lasciare il mondo del lavoro. Mentre con le vecchie regole delle finestre mobili, infatti, avrebbero dovuto attendere solo 12 mesi (18 se autonomi), con le modifiche introdotte avrebbero invece dovuto maturare 42 anni e tre mesi di contributi e 66 anni di età. La riforma prevede un particolare regime di accesso per i tali lavoratori dipendenti del settore privato che siano in possesso di requisiti specifici entro (e non oltre) il 31 dicembre Il particolare regime opera nei confronti: a. Dei lavoratori che abbiano, entro il , 60 anni di età e 35 anni di contributi. b. Delle lavoratrici che abbiano, entro il , 60 anni di età e 20 di contributi. I soggetti in questione hanno diritto al pensionamento con un età non inferiore a 64 anni, se più favorevole rispetto ai requisiti ordinari. Assegno sociale Dal 1 gennaio 2018, il requisito anagrafico per ottenere l assegno sociale è incrementato di un anno: 66 anni di età. Anche in questo caso, il requisito deve essere adeguato alle speranze di vita. Anno Requisito Anagrafico anni anni e 3 mesi anni e 7 mesi anni e 7 mesi Vita e lavoro in Italia 8
9 Totalizzazione ex D.Lgs. 42/2006 Dal si potranno totalizzare contributi da più fondi pensionistici, senza il contributo minimo di 3 anni. Tale norma si applica per i diritti a pensione che vengono a maturazione dopo il Blocco della perequazione automatica delle pensioni Per gli anni la rivalutazione automatica delle pensioni in relazione al costo della vita (c.ta scala mobile ) sarà bloccata per tutti gli importi superiori a 1.405,05 euro mensili. Soppressione dell Inpdap Dall l Inpdap (Istituto previdenziale di riferimento del Pubblico ) è soppresso. Le funzioni e le risorse sono state trasferite direttamente all Inps. Dal al l Inpdap è abilitato a compiere solo atti di ordinaria amministrazione. Vita e lavoro in Italia 9
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