Politecnico di Torino Dipartimento di Meccanica DAI PROVINI AI COMPONENTI
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- Teodoro Bertoni
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1 DAI PROVINI AI COMPONENTI Vi sono molti fattori che influenzano la resistenza a fatica; fra i fattori che riguardano il componente hanno particolare importanza: le dimensioni (C S ) la presenza di intagli (K f ) la finitura superficiale (rugosità, C F ) i trattamenti superficiali (meccanici, termici e/o chimici, rivestimenti) e fra quelli che riguardano le condizioni di utilizzo: il tipo di carico: (C L ) la temperatura di esercizio la presenza di un ambiente corrosivo. σ D 1 = σ * D 1 C K f i 1 Effetto del tipo di carico (C L ) σ f σ a,eff (ZP) σ a,eff (ZP)= σ tc Flessione Zona di processo (ZP) Trazione-compressione C L , nel caso della flessione piana; C L 0.7 (valori sperimentali ) nel caso di trazione-compressione. 2 1
2 Torsione (stato di tensione biassiale trattato come monoassiale) Materiale Valori sper. Def. max Tresca Von Mises Acciai al C e legati da bonifica * Ghise grigie * Ghise malleabili * Leghe leggere (Al) * Rame * 0.58 Ottone * Bronzo * Lega TiAl6V * Rapporti τ D 1 /σ D 1 sperimentali e teorici 3 C S Effetto delle dimensioni (effetto scala) (C S ) d Solo per stati di sollecitazione con gradiente (no trazione compressione) 4 2
3 Effetto della finitura superficiale (C F ) 1.0 C F rugosità R a (µm) R m (MPa) 5 Effetto dei trattamenti superficiali I trattamenti superficiali sono importanti perché l innesco del processo di fatica avviene, di norma, sulla superficie; la variazione della resistenza a fatica si verifica nei casi con gradiente di tensione, è molto più limitata nel caso di sollecitazione uniforme nella sezione; i principali trattamenti si dividono in: trattamenti meccanici trattamenti di rivestimento trattamenti termici tutti i trattamenti che inducono uno stato di tensione residua di compressione in superficie hanno effetto benefico in termini di resistenza a fatica 6 3
4 Trattamenti meccanici Sono lavorazioni che inducono, per deformazione plastica, uno stato di tensione residua in prossimità della superficie del pezzo lavorato; la parte di materiale non deformata plasticamente reagisce elasticamente e comprime la parte che ha subito deformazione plastica; le tensioni residue (di compressione) si sommano algebricamente a quelle esterne e quindi, in superficie, diminuisce la tensione media presente, con effetto benefico in termini di resistenza a fatica; l effetto delle tensioni residue (difficili da misurare) si valuta confrontando il pezzo con altri che non hanno subito il trattamento 7 Pallinatura: bombardamento della superficie con sferette di acciaio proiettate (forza centrifuga o aria compressa) la profondità della zona interessata dalle tensioni residue di compressione è di circa 1 mm è più efficace su acciai di media durezza e ghise (20-35% di aumento del σ D 1 ), meno su acciai duri e leghe leggere; applicazione: molle a balestra Rullatura a freddo: stesso effetto della pallinatura la massima profondità della zona interessata dalle tensioni residue di compressione è di circa 10 mm lascia una superficie più uniforme applicazione: filettatura viti, raccordo perno-maschetta negli alberi a gomiti 8 4
5 Formatura (e rullatura) a caldo: ha un effetto negativo perchè è accompagnata da decarburazione superficiale diminuisce la resistenza dello strato superficiale diminuisce il volume dello strato superficiale la cui contrazione viene impedita dal materiale sottostante si creano quindi pericolose tensioni residue di trazione Prima pressurizzazione: ha un effetto benefico nei recipienti in pressione a parete spessa il primo ciclo di pressurizzazione si effettua a una pressione tale da deformare plasticamente la zona interna che mantiene tensioni residue di compressione una tecnica analoga viene utilizzata per le molle a tazza 9 Rivestimenti superficiali Sono applicati per risolvere problemi di corrosione, di usura e per ragioni estetiche Cromatura e nichelatura: sono i più diffusi inducono uno stato di tensioni residue di trazione che diminuisce sensibilmente la resistenza a fatica, l effetto è tanto maggiore quanto più: è altoresistente il materiale si considerano durate più lunghe aumenta lo spessore del rivestimento si ovvia con accorgimenti quali trattamenti di nitrurazione o pallinatura preventivi la nichelatura è più sensibile della cromatura a questi accorgimenti 10 5
6 Cadmiatura e zincatura: non hanno particolari effetti sulla resistenza a fatica si utilizzano per evitare problemi di corrosione non hanno una buona resistenza all usura I trattamenti di elettrorivestimento, nel caso di materiali metallici possono, se non accuratamente controllati, causare infragilimento da idrogeno Anodizzazione: è il trattamento tipico delle leghe leggere crea una pellicola fragile che si può rompere sotto carichi ciclici, innescando il processo di fatica, in azione sinergica con la corrosione la riduzione della resistenza a fatica è del 20 30% 11 Trattamenti termici Cementazione e nitrurazione: sono processi diffusivi con effetto benefico sulla resistenza a fatica generano un indurimento superficiale del materiale fanno aumentare di volume lo strato interessato dal processo che, a fine trattamento, si trova in uno stato di tensione residua di compressione lo strato interessato è dell ordine di 1 mm Tempra: genera una trasformazione di fase con conseguente aumento di volume ed effetto benefico la tempra superficiale genera uno stato di tensione residua di compressione la tempra a induzione è molto efficace perché oltre allo strato superficiale in compressione, lascia il cuore tenace 12 6
7 Effetto della temperatura di esercizio a bassa temperatura: i fenomeni plastici sono ostacolati, la fase di nucleazione è ostacolata e il limite di snervamento si innalza diminuiscono la resilienza e la tenacità alla frattura e l eventuale fase di propagazione si accorcia ad alta temperatura: i fenomeni plastici sono facilitati e il limite di fatica può anche scomparire, aumenta la tenacità alla frattura e l eventuale fase di propagazione si allunga a temperature superiori al 60 70% della temperatura (assoluta) di fusione diventano importanti fenomeni quali lo scorrimento plastico (creep), l approccio classico basato sulle tensioni non è più applicabile 13 Effetto di un ambiente corrosivo L ambiente corrosivo riduce drasticamente la durata di un componente; la temperatura gioca un ruolo notevole per l influenza sulla velocità delle reazioni elettrochimiche; i materiali più altoresistenti sono più sensibili, mentre i materiali più duttili ne risentono in misura minore gli acciai con alto contenuto di cromo ne risentono in misura minore; si adottano trattamenti di cromatura, nichelatura, cadmiatura e zincatura che riducono la resistenza a fatica in ambiente non corrosivo, ma la aumentano in ambiente corrosivo 14 7
8 Effetto degli intagli Fattore di riduzione della vita a fatica σ D 1 provino liscio 1 < < K σ D 1 provino con intaglio t K f σ N provino liscio = UNI 3964 σ N provino intagliato rispetto alla condizione standard K f σ = σ D 1provino D 1provino liscio intagliato 15 K f = 1+ q( K t 1) q Acciai temprati Acciai rinvenuti o normalizzati Leghe di alluminio (valori approssimati) Non verificato con intagli profondi r (mm) Sensibilità all intaglio 16 8
9 Stima della sensibilità all intaglio (NKS) 0.8 A (mm 1/2 ) 0.6 q = A r R eh, R p0.2 (MPa) 17 Stima dei diagrammi di fatica di componenti Metodo delle tensioni medie nominali σ D 1 = σ * D 1 C K f i R=- σ a R m R p,0.2 P( σ m, σ nom R=0 a nom ) * σ D-1 Provino σ D 1 Componente P R m R p0.2 R p0.2 R m σ m 18 9
10 Stima dei diagrammi SN di componenti (R m σ m ) 800 σ m = 600 σ a σ D provetta σ D componente N 21 Stima dei diagrammi di fatica di un componente per N qualunque σ a σ m =0 σ a σ 1 σ 2 σ 1 σ 2 N 2 N 1 N crescenti R=0 σ D 1 N 1 N N N R p0. 2 R m σ m 22 10
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