REPUBBLICA ITALIANA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LOMBARDIA

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1 LOMBARDIA/730/2009/REG REPUBBLICA ITALIANA CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LOMBARDIA composta dai magistrati: dott. Antonio Caruso dott. Giuliano Sala dott. Giancarlo Penco dott. Angelo Ferraro dott. Giancarlo Astegiano dott. Gianluca Braghò dott.ssa Alessandra Olessina dott. Massimo Valero Presidente f.f. Consigliere Consigliere Consigliere Primo referendario Referendario Referendario (relatore) Referendario nella camera di consiglio del 14 luglio 2009 Visto il Testo Unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con il Regio Decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni; Vista la Legge 21 marzo 1953, n. 161; Vista la Legge 14 gennaio 1994, n. 20; Vista la deliberazione delle Sezioni riunite della Corte dei conti n. 14/2000 del 16 giugno 2000, recante il regolamento per l organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti, e ss. m. i.; 1

2 Visto il Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; Vista la Legge 5 giugno 2003, n. 131; Visto l art. 3, commi da 54 a 57, della Legge 24 dicembre 2007, n. 244; Visto l art. 46 del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella Legge 6 agosto 2008, n. 133 Considerato in fatto Il Comune di BREMBILLA (BG) ha trasmesso a questa Sezione, ai sensi dell art. 3, commi da 54 a 57, della Legge 24 dicembre 2007, n. 244, il regolamento di disciplina delle procedure per il conferimento degli incarichi a professionisti esterni, approvato con delibera della Giunta Comunale n. 78 in data Dall esame del predetto regolamento è emerso che: - non emergono i riferimenti al rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio comunale in materia d incarichi per le collaborazioni autonome, ai sensi degli artt. 48, comma 3, e 42, comma 2, lett. a del T.U.E.L.; - sono previste modalità di affidamento parametrate a soglie di valore dell incarico (punti 3 e 4 dell art. 7 del regolamento inviato); - il regolamento non fa menzione dell obbligo di assoggettamento ai criteri stabiliti dalla legge in materia di incarichi per collaborazioni autonome conferiti dalle società in house costituite o costituende dall ente comunale. Alla luce delle predette difformità del regolamento dai criteri enunciati da questa Sezione con le proprie delibere nn. 37/2008, 224/2008 e 37/2009, la questione è stata deferita alla Camera di Consiglio del 14 luglio Considerato in diritto La Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria per il 2008), nel dettare regole alle quali gli enti locali debbono conformarsi per il conferimento di incarichi di collaborazione, di studio e di ricerca nonché di consulenze a soggetti estranei all amministrazione, ha previsto la necessaria emanazione da parte di ciascun ente locale di norme regolamentari in materia, il cui testo deve essere trasmesso alla competente Sezione regionale della Corte dei conti entro trenta giorni dall adozione. 2

3 Questa Sezione ha indicato, con le proprie deliberazioni nn. 37/2008 e 224/2008, i criteri interpretativi della nuova normativa, al fine di stabilire, nell esame dei regolamenti pervenuti, uniformi parametri di verifica, nonché l ambito della funzione di controllo della Corte dei conti. Vanno a questo punto esaminati gli effetti della disposizione di cui al comma 57 dell art. 3 della Legge n. 244/2007, che obbliga gli enti a trasmettere alla Corte dei conti, in un breve termine prefissato, le disposizioni regolamentari di cui si tratta. La norma non contiene alcuna previsione sulle ricadute dell obbligo, che di conseguenza vanno ricostruite applicando i principi generali. La prima affermazione a farsi è che, secondo il dato testuale dell art. 3, comma 57, della Legge n. 244/2007, l efficacia delle disposizioni regolamentari non è subordinata al loro esame da parte della Corte dei conti. Deve escludersi, quindi, l effetto tipico del controllo preventivo di legittimità, che è integrativo dell efficacia dell atto. Nella logica di sistema l obbligatoria trasmissione in termini temporali ravvicinati ad un organo di controllo esterno come la Corte dei conti va finalizzata all esercizio di competenze desumibili dalle norme che regolano l attività della istituzione. Si deve allora ricordare che funzione tipica delle Sezioni regionali della Corte dei conti rispetto agli enti locali è l esercizio di un controllo di natura collaborativa. Com è noto, la Corte costituzionale, con giurisprudenza ormai ampiamente consolidata ed univoca, ha affermato che il legislatore è libero di assegnare alla Corte dei conti qualsiasi forma di controllo, purché questo abbia un suo fondamento costituzionale, rinvenendo, peraltro, detto fondamento in una lettura adeguatrice al nuovo assetto della Repubblica di norme originariamente dettate per lo Stato, quali gli artt. 100, 81, 97 e 28 della Costituzione (Corte Cost. n. 179/2007). In questo quadro di rapporti istituzionali l obbligo di trasmissione alla Corte dei conti di atti e documenti da parte degli enti locali non può essere fine a se stesso ma deve essere finalizzato allo svolgimento di funzioni (si veda, in proposito, la deliberazione di questa Sezione n. 11 del 26 ottobre 2006). La trasmissione di regolamenti deve, pertanto, ritenersi strumentale al loro esame e ad una pronuncia della Corte dei conti. 3

4 In relazione alla natura dell atto, il controllo della Corte dei conti è ascrivibile alla categoria del riesame di legalità e regolarità, dovendosi assumere a parametro delle disposizioni regolamentari lo statuto dell ente, i criteri deliberati dal Consiglio, i limiti normativi di settore ed in particolare l art. 7 del D.lgs. n. 165/2001 e l art. 110 del D.lgs. n. 267/2000. Va ricordato che le norme da ultimo richiamate assumono una particolare importanza poiché hanno positivizzato principi affermati da una giurisprudenza ormai univoca quali presupposti essenziali per il ricorso agli incarichi esterni; essi, pertanto, costituiscono regole di organizzazione non derogabili dalle disposizioni regolamentari. Fissati i parametri di raffronto per le verifiche demandate alla Corte dei conti, si debbono stabilire gli effetti del controllo. Al riguardo va ricordato che la Corte costituzionale, ricostruendo il quadro complessivo dell attività di controllo della Corte dei conti nei confronti degli enti locali, ha ritenuto che anche il riesame di legalità e regolarità (al quale ha ascritto le verifiche previste dall art. 1, comma 166 e ss., della Legge n. 166/2005 per accertare il raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità e degli equilibri finanziari, ma al quale, come si è detto, è anche ascrivibile il controllo ex art. 3, comma 57, della Legge n. 244/2007), ha la caratteristica, in una prospettiva non più statica (come era il tradizionale controllo di legalità-regolarità), ma dinamica, di finalizzare il confronto tra fattispecie e parametro normativo all adozione di effettive misure correttive. Lo strumento per raggiungere siffatto risultato in una tipologia di controllo di natura collaborativa può essere individuato nell applicazione dei principi e dell iter procedurale dettati dall art. 1, comma 168, della Legge n. 266/2005, norma che prevede che la Corte dei conti emetta specifiche pronunce da indirizzare all ente controllato, a cui viene demandata l adozione delle necessarie misure correttive, ed effettui, altresì, la vigilanza sull effettiva adozione delle misure stesse. Va, peraltro, ricordato che l esame della Corte sulle norme regolamentari riguarda solo detta materia e non va perciò estesa ad altre norme, anche nell ipotesi nella quale l ente trasmetta l intero regolamento sull ordinamento degli uffici e dei servizi. 4

5 Con delibera n. 37/2009 la Sezione ha stabilito alcuni criteri omogenei per l esame dei regolamenti e delle delibere trasmesse dai Comuni in materia di affidamento di incarichi di collaborazione e di consulenze. Nell autodeterminare le linee-guida per la propria attività, la Sezione ha richiamato le proprie precedenti deliberazioni nn. 37/2008 e 224/2008, in relazione alle quali ha individuato i seguenti principi: 1) la disciplina dettata dall art. 3, commi da 54 a 57, della Legge 244/2007 stabilisce l obbligo di normazione regolamentare dei limiti, criteri, modalità di affidamento degli incarichi di collaborazione, studio e ricerca nonché di consulenza a soggetti estranei all amministrazione. La competenza ad adottare siffatti regolamenti appartiene alla Giunta, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio (art. 48, comma 3, ed art. 42, comma 2 lett. a, del D.lgs. n. 267/2000); 2) l art. 46 del D.L. n. 112/2008 convertito nella Legge n. 133/2008, unifica gli incarichi di collaborazione ad alto contenuto professionale e gli incarichi di studio e consulenza, riconducendoli all interno della tipologia generale di collaborazione autonoma (da conferire perciò con contratti di lavoro autonomo), tutti caratterizzati dal grado di specifica professionalità richiesta. Questo tipo di collaborazione è diverso dalle collaborazioni normali, il cui uso è vietato per lo svolgimento delle funzioni ordinarie dell ente; 3) quanto alla locuzione particolare e comprovata specializzazione universitaria, questa Sezione ha già chiarito, con i pareri nn. 28/2008 e 29/2008 che con essa si intende il possesso di conoscenze specialistiche equiparabile a quello che si otterrebbe con un percorso formativo di tipo universitario basato, peraltro, su conoscenze specifiche inerenti al tipo di attività professionale oggetto dell incarico. Inoltre, la specializzazione richiesta, per essere comprovata, deve essere oggetto di accertamento in concreto condotto sull esame di documentati curricula, poiché il mero possesso formale di titoli non sempre è necessario o sufficiente a comprovare l acquisizione delle richieste capacità professionali; 4) il nuovo testo dell art. 7 del D.L. n. 165/2001, introdotto con l art. 46 del D.L. n. 112/2008 convertito nella Legge n. 133/2008, qualifica poi come presupposti di legittimità tutti i requisiti già ritenuti dalla giurisprudenza contabile necessari per il ricorso ad incarichi di collaborazione o di studio; in particolare, il requisito della 5

6 corrispondenza della prestazione alla competenza attribuita dall ordinamento all amministrazione conferente è determinato dal poter ricorrere a contratti di collaborazione autonoma solo con riferimento alle attività istituzionali stabilite dalla legge o previste dal programma approvato dal Consiglio dell ente locale ai sensi dell art. 42 del D. Lgs. 267/2000; 5) il comma 3 dell art.46 del D.L. 112/2008, unificando, ai fini dell inserimento nel regolamento di cui all art. 89 del D. Lgs. 267/2000, tutti gli incarichi di collaborazione autonoma, ha eliminato l obbligo di individuare nel regolamento il livello massimo di spesa sostenibile per taluni di essi, prevedendo invece la fissazione del limite massimo annuale nel bilancio preventivo degli enti territoriali: è, pertanto, necessario accertare in sede di conferimento degli incarichi l esistenza di un apposito stanziamento di spesa ed il rispetto del suo limite; 6) quanto all oggetto delle collaborazioni autonome si richiamano le considerazioni espresse nella deliberazione di questa Sezione 4 marzo 2008, n. 37, in merito all inapplicabilità della nuova disciplina a materie già autonomamente regolamentate e alla distinzione tra incarico professionale ed appalto di servizi; 7) il conferimento dell incarico deve essere preceduto da procedure selettive di natura concorsuale ed adeguatamente pubblicizzate. Si è posto il problema se ed in quali limiti sia consentito l affidamento diretto dell incarico senza ricorrere a procedure concorsuali, in taluni casi facendo riferimento ai limiti previsti nel Codice dei contratti pubblici. La materia è del tutto estranea a quella degli appalti di lavori, di beni o servizi, pertanto non può farsi ricorso neppure per analogia a detti criteri. Deve invece affermarsi che il ricorso a procedure concorsuali deve essere generalizzato, potendosi da esso prescindere solo in circostanze del tutto particolari, e cioè nel caso di procedura concorsuale andata deserta, unicità della prestazione sotto il profilo soggettivo, assoluta urgenza determinata dall imprevedibile necessità della consulenza in relazione ad un termine prefissato o ad un evento eccezionale; 8) l atto d incarico deve contenere tutti gli elementi costitutivi ed identificativi previsti per i contratti della Pubblica Amministrazione ed in particolare: oggetto della prestazione, durata dell incarico, modalità di determinazione del corrispettivo e del suo pagamento, ipotesi di recesso, verifiche del raggiungimento del risultato (quest ultima verifica è peraltro indispensabile in ipotesi di proroga o rinnovo dell incarico); 6

7 9) in ogni caso tutti i presupposti che legittimano il ricorso alla collaborazione debbono trovare adeguata motivazione nelle delibere di incarico; 10) nel regolamento deve essere espressamente precisato che le società in house partecipate dall ente locale debbono osservare i principi e gli obblighi fissati in materia per gli enti cui appartengono, e devono essere altresì previsti i criteri per il controllo dell ente locale sull osservanza delle regole da parte delle società da esso partecipate. Nel caso in esame, l estratto regolamentare trasmesso dal Comune di BREMBILLA non si pone in linea con i criteri stabiliti: - al punto 1) suindicato della presente delibera, per quanto concerne il richiamo al rispetto dei criteri generali conseguenti alle recenti disposizioni legislative in materia di incarichi, stabiliti in materia dal Consiglio comunale, ovvero alla delibera consiliare, laddove esistente; - al punto 7) suindicato della presente delibera, quanto alla previsione di modalità di affidamento parametrate a soglie di valore dell incarico (punti 3 e 4 dell art. 7 del regolamento inviato); - al punto 10) suindicato della presente delibera, non essendo precisato, in via generale e preventiva, che le società in house debbono osservare i principi e gli obblighi fissati, in materia d incarichi esterni, per gli enti cui appartengono, e non essendo precisati i criteri per il controllo dell ente locale sull osservanza delle regole da parte delle società partecipate dall ente stesso. P.Q.M. la Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Regione Lombardia: 1) accerta la non conformità del regolamento ai parametri normativi individuati da questa Sezione nelle delibere richiamate in premessa, relativamente: a) alla mancata indicazione del rispetto dei criteri generali conseguenti alle recenti disposizioni legislative in materia di incarichi, determinati dal Consiglio comunale, ovvero al mancato riferimento agli estremi della delibera consiliare, qualora esistente; 7

8 b) alla previsione di modalità di affidamento parametrate a soglie di valore dell incarico (punti 3 e 4 dell art. 7 del regolamento inviato); c) alla mancata espressa menzione che le società in house debbono osservare i principi e gli obblighi, fissati in materia d incarichi esterni, per gli enti cui appartengono, nonché alla mancata espressa menzione dei criteri per il controllo dell ente locale sull osservanza delle regole, in materia d incarichi esterni, da parte delle società partecipate dall ente; 2) invita l amministrazione comunale a modificare il predetto regolamento nella parte indicata; 3) dispone che la presente deliberazione sia trasmessa al Consiglio comunale e al Sindaco del Comune di BREMBILLA, al fine di procedere alle necessarie integrazioni e modifiche del regolamento; 4) dispone che l amministrazione comunale trasmetta, entro il termine di legge di 30 giorni dalla delibera di modifica, il nuovo estratto regolamentare aggiornato. Così deliberato nella Camera di consiglio del 14 luglio Il Relatore Dott.ssa Alessandra Olessina Il Presidente f.f. Dott. Antonio Caruso Depositata in Segreteria il 02/10/2009 Il Direttore della Segreteria (Dott.ssa Daniela Parisini) 8

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