L esplorazione zoologica in Africa Le ricerche degli italiani
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1 enti organizzatori con il patrocinio di con il contributo di Università degli Studi di Pavia Comune di Pavia Provincia di Pavia L esplorazione zoologica in Africa Le ricerche degli italiani Programma e Riassunti Museo di Storia Naturale Università degli Studi di Pavia 2 dicembre
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3 Giornata di studio L esplorazione zoologica in Africa Le ricerche degli italiani Programma e Riassunti Museo di Storia Naturale, Università degli Studi di Pavia Aula Spallanzani, Piazza Botta 9 2 dicembre 2010 Museo di Storia Naturale, Università degli Studi di Pavia Piazza Botta 9, Pavia. centro.museo@unipv.it tel fax
4 enti organizzatori Università degli Studi di Pavia con il patrocinio di Comune di Pavia con il contributo di Provincia di Pavia Comitato Scientifico Ernesto Capanna Mauro Fasola Giuliano Gasperi Paolo Mazzarello Giorgio Mellerio Gianni Pavan Roberto Poggi Clementina Rovati Carlo Violani Comitato organizzatore Arianna Brunoro Stefano Maretti Edoardo Razzetti Clementina Rovati Giuseppe Sanguini Carlo Violani Segreteria organizzativa Antonella Berzero Patrizia Contardini Segreteria amministrativa Franca Banchieri Cesare Mussi - 4 -
5 Giornata di studio L esplorazione zoologica in Africa Le ricerche degli italiani Ore 9:00 Registrazione dei partecipanti Ore 9:30 Apertura dei Lavori Programma Saluto del Magnifico Rettore Angiolino Stella Paolo Mazzarello Presidente del Sistema Museale d Ateneo, Università di Pavia Giorgio Mellerio Direttore del Museo di Storia Naturale dell Università di Pavia Fausto Barbagli Segretario dell Associazione Nazionale Musei Scientifici Introduce Ernesto Capanna - Accademia Nazionale dei Lincei Coordina: Ernesto Capanna Ore 10:00 Roberto Poggi - Museo Civico di Storia Naturale "G. Doria" di Genova Il contributo degli esploratori italiani alle collezioni africane del Museo Civico di Storia Naturale "G. Doria" di Genova. Ore 10:30 Fausto Barbagli - Museo di Storia Naturale dell'università degli Studi di Firenze Firenze e la Somalia. Ore 10:50 Coffee Break - 5 -
6 Ore 11:20 Sergio Gentili e Angelo Barili - Galleria di Storia Naturale di Casalina (Deruta - PG) Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS), Università degli Studi di Perugia Orazio Antinori e la biodiversità degli altopiani d'etiopia. Ore 11:40 Gigliola De Martini e Lorena Tadini Musei civici di Pavia Le collezioni di Luigi Robecchi Bricchetti, ingegnere ed esploratore in Africa. Ore 12:00 Clementina Rovati e Edoardo Razzetti Museo di Storia Naturale, Università degli Studi di Pavia La Libia vista da Edoardo Zavattari. Ore 12:20 Carlo Violani e Stefano Maretti Dipartimento di Biologia Animale Museo di Storia Naturale, Università degli Studi di Pavia Paolo Magretti naturalista per passione. Ore 12:40 Pausa pranzo POMERIGGIO Coordina: Carlo Violani Ore 14:00 Alberto Chiarle, Franco Andreone, Elena Gavetti, Marco Pavia e Annalaura Pistarino Museo Regionale di Scienze Naturali (Torino) I viaggi di esplorazione in Africa di S.A.R. il Duca degli Abruzzi documentati nelle collezioni scientifiche universitarie torinesi. Ore 14:20 Spartaco Gippoliti Associazione Teriologica Italiana Luigi Fossati e le conoscenze mammalogiche eritree degli italiani
7 Ore 14:40 Leonardo Latella Museo civico di Storia Naturale di Verona Le ricerche zoologiche di Saverio Patrizi. Ore 15:00 Giorgio Chiozzi Museo di Storia Naturale di Milano Il contributo del Museo di Storia Naturale di Milano all esplorazione naturalistica dell Africa. Ore 15:20 Coffee Break Ore 15:50 Ernesto Capanna Accademia Nazionale dei Lincei Le missioni biologiche in Africa Orientale della Reale Accademia d Italia ( ). Ore 16:20 Gianni Pavan CIBRA, Università degli Studi di Pavia Il contributo dell Università di Pavia nelle esplorazioni africane del XX secolo. Ore 16:40 Mauro Fasola Dipartimento di Biologia Animale, Università degli Studi di Pavia Ricerche di Zoologia e Cooperazione Italiana in Africa orientale nel XXI secolo. Ore 17:00 Discussione e chiusura dei lavori - 7 -
8 Il contributo degli esploratori italiani alle collezioni africane del Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova Roberto Poggi Museo civico di Storia Naturale "G. Doria" di Genova Via Brigata Liguria, Genova. Ad iniziare dal 1869/70 -allorché Giuseppe Sapeto acquistò per conto dell armatore genovese Raffaele Rubattino la Baia di Assab, storico punto di partenza per l espansione coloniale italiana in terra d Africa- sino ai primi anni 50 dello scorso secolo sono confluite a Genova gran parte delle raccolte naturalistiche effettuate nel Continente nero dai più famosi viaggiatori italiani; ciò si deve principalmente ai cordiali rapporti intrattenuti con loro e al sostegno loro concesso dal marchese Giacomo Doria che, oltre ad essere il fondatore e il primo direttore del Museo oggi a lui dedicato, fu per parecchi anni anche il Presidente della Società Geografica Italiana, sotto la cui egida furono organizzate molte esplorazioni. I materiali scientifici più significativi pervennero in Museo grazie all attività di ricerca svolta durante i viaggi effettuati ad esempio da Orazio Antinori, Odoardo Beccari, Arturo Issel, Vincenzo Ragazzi, Giacomo Bove, Paolo Magretti, Leonardo Fea, Luigi Robecchi Bricchetti, Vittorio Bottego, Eugenio Ruspoli, Carlo Citerni, Enrico D Albertis, Raimondo Franchetti, Luigi Amedeo di Savoia, Saverio Patrizi, Edoardo Zavattari, Giuseppe Scortecci, oltre che da Giacomo Doria stesso e dai suoi collaboratori Raffaello Gestro e Abdul Kerim, ma non va dimenticato il contributo offerto anche da alcuni residenti nelle colonie italiane (ad es. Carolina Berti, Enrico Bayon, Ugo Ferrandi) e da molti militari temporaneamente di stanza in Africa. Le aree maggiormente esplorate risultano essere la Tunisia, il cosiddetto Corno d Africa (Eritrea, Somalia, Etiopia), alcune parti del Kenya, dell Uganda e del Congo e l area occidentale comprendente Guinea Portoghese, Camerun, Congo Francese, Isole del Golfo di Guinea e Isole del Capo Verde
9 Firenze e la Somalia Fausto Barbagli Museo di Storia Naturale dell Università di Firenze, Sezione di Zoologia La Specola Via Romana Firenze. Una lunga tradizione di esplorazioni e raccolte lega il Museo di Storia Naturale dell Università di Firenze al territorio somalo. Sebbene la prima collezione zoologica proveniente dalla Somalia e giunta a Firenze sia stata quella radunata dalla corvetta Vettor Pisani nel 1879, è nel XX secolo che il Museo arriva a possedere uno dei principali nuclei collezionistici relativi a tale nazione. A tal fine, particolare importanza hanno rivestito le numerose spedizioni biologiche organizzate nella Somalia centrale e meridionale dall allora Istituto di Zoologia dell Università di Firenze in collaborazione con il Museo e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Quest ultimo nel 1971, in convenzione con l Università, istituì a Firenze il Centro di Studio per la Faunistica Tropicale
10 Orazio Antinori e la biodiversità degli Altipiani d Etiopia Sergio Gentili e Angelo Barili Galleria di Storia Naturale di Casalina (Deruta-PG) Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS), Università degli Studi di Perugia. camso1@unipg.it L Università degli Studi di Perugia conserva una ingente parte delle collezioni zoologiche del naturalista ed esploratore umbro Orazio Antinori (Perugia 1811 Lét Marefià 1882), attualmente ospitate ed esposte presso la Galleria di Storia Naturale del locale Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS). Tali collezioni, principalmente ornitologiche, annoverano sia campioni provenienti dal Vicino Oriente e dal Nordafrica (Tunisia ed Egitto) sia dall Etiopia. Questi ultimi, in particolare, frutto delle attività esplorative dell Antinori nell allora Regno di Shewa, dal 1876 sino al 1882, vedono la presenza di esemplari di specie endemiche dell avifauna degli Altipiani d Abissinia, che il naturalista umbro raccolse e preparò presso il Laboratorio di Tassidermia della Stazione Geografica di Lét Marefià (Ankober) da lui stesso fondata nel 1877, grazie ad una concessione del sovrano dello Shewa, Menelik II. I campioni di tali raccolte rappresentano il più antico corpus delle collezioni zoologiche italiane relative alla ricca fauna (ad esempio la sola avifauna etiope annovera circa 800 specie!) dei vari ambienti del Corno d Africa, una regione tra le più interessanti dell intero continente, soprattutto per le sue peculiarità biogeografiche. Con l obiettivo primario di valorizzare l eredità culturale di Orazio Antinori e favorire una maggiore conoscenza delle realtà ambientali e floro-faunistiche delle regioni etiopiche in cui visse il naturalista umbro, il CAMS, in stretta collaborazione con la Società Geografica Italiana (SGI) e con la partecipazione dell Ethiopian Natural History Museum dell Università di Addis Abeba, è attualmente impegnato in un progetto italo/etiopico teso all istituzione di un Centro Studi sulla Biodiversità degli Altipiani dello Shewa, da fondare proprio in Ankober
11 Le collezioni di Luigi Robecchi Bricchetti, ingegnere ed esploratore in Africa Gigliola De Martini e Lorena Tadini Musei civici di Pavia, Castello Visconteo, Viale 11 Febbraio, Pavia. Luigi Robecchi Bricchetti è il primo esploratore italiano del Paese degli Aromi : la Somalia, come lui la chiamerà. Nato a Pavia nel 1855, dopo aver concluso gli studi universitari di ingegneria in Germania, nel 1885 intraprende un'attività commerciale in Egitto che non ha buon esito, ma gli permette di creare numerosi contatti con la Société de Géographie del Cairo. Proprio grazie a questi contatti nel 1886 compie il suo primo viaggio da esploratore geografo all oasi di Siuwah (o Giove Ammone). Da questo momento in poi numerose sono le testimonianze che raccontano le sue imprese. Si reca nella regione dell Harar, partendo da Zeila sul golfo di Aden ( ), con l appoggio della Società Geografica Italiana, organizza la sua prima esplorazione della Somalia percorrendo il tratto costiero tra Obbia e Alula (1890). La sua ultima grande esplorazione è un viaggio nel Benadir del 1891, sempre organizzato con l appoggio finanziario della Società geografica italiana, il sostegno del Governo italiano e con incarico particolare della Società Antischiavista italiana. Poco prima della sua morte, avvenuta nel 1926, dona alla città di Pavia le sue raccolte (custodite oggi presso i Musei Civici del Castello di Pavia e la Civica Biblioteca Bonetta): libri, carnet di viaggio, manoscritti, lettere, documenti, fotografie, lastre e negativi, disegni, manufatti e oggetti vari, tra cui spiccano numerose pelli di animali, corni, zanne, conchiglie. Gli animali sono per Robecchi Bricchetti, prima di tutto, merce commerciale sia nella loro unità (cammelli, muli ecc..), che nelle loro parti (piume di struzzo, avorio, pelli di animali, grasso di cammello ecc). Nei suoi diari di viaggio, infatti, lunghe e dettagliate sono le descrizioni dei prezzi, dei pesi e delle misure riferite alle varie specie che incontra. Alcune delle raccolte zoologiche, però, gli vengono commissionate principalmente dalla Società Geografica Italiana che funge da centro di smistamento per i diversi Musei o Università italiane e straniere. Una speciale passione, tutta personale, per antilopi e gazzelle viene espressa nella Raccolta di disegni serviti per illustrare le numerose pubblicazioni apparse su riviste e giornali d'epoca e, soprattutto, sulle pagine dei suoi diari di viaggio usciti a stampa. Passione che viene estesa alle grandi fiere, al di là della preziosità delle pelli e degli avori naturalmente, in alcuni disegni che immortalano momenti di caccia (rinoceronte, elefante, coccodrillo, cinghiale selvatico ecc...) in cui le "belve vengono raffigurate in maniera appariscente ed evocativa affinché il cacciatore possa essere immediatamente celebrato come un eroe
12 La Libia vista da Edoardo Zavattari Clementina Rovati e Edoardo Razzetti Museo di Storia Naturale, Università degli Studi di Pavia, P.zza Botta Pavia. Interessato alla biologia e alla sistematica di vari gruppi zoologici fin dagli anni giovanili, Edoardo Zavattari dedicò gran parte della sua carriera alla vita tropicale, avvalendosi delle esperienze acquisite e del materiale raccolto durante le sue numerose esplorazioni in Africa. Di origine piemontese - era nato a Tortona nel compì gli studi all Università di Torino dove conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1908 e quella in Scienze Naturali nel 1911, quando era assistente di Lorenzo Camerano presso l Istituto e Museo Zoologico. Le tappe successive furono la libera docenza in Zoologia e la specialità in Medicina tropicale conseguita alla scuola di Londra. Fu proprio allo scopo di compiere studi di parassitologia e di medicina tropicale che nel 1925, direttore dell Istituto e del Museo di Anatomia e Fisiologia comparate dell Università di Pavia, compì un lungo e fruttuoso viaggio nel Golfo di Guinea e prese per la prima volta contatto con l ambiente tropicale. Iniziò le campagne in Libia con una breve escursione in Tripolitania nel 1927 e un altra l anno successivo, poi nel 1929 visitò gran parte della Cirenaica e negli anni 1930 e 1931 rimase a lungo nella provincia del Fezzan da cui riportò abbondante materiale zoologico che, oltre a confermare i dati radunati da precedenti esploratori, evidenziò parecchie specie nuove. Tra gli invertebrati raccolse circa 140 specie di insetti, sette delle quali si rivelarono nuove e tre di queste (Psammochares zavattarii, Mycromemurus zavattarinus, Smicromyrme zavattarii) furono a lui dedicate. Una quarantina furono invece le specie di vertebrati, prevalentemente rettili, su cui pubblicò 6 lavori descrivendo una nuova varietà di Agama inermis. Durante le sue campagne in Libia, Zavattari studiò a fondo il problema della presenza delle schistosomiasi nella regione e si dedicò allo studio della malaria nel Fezzan, precisandone l entità e i vettori
13 Paolo Magretti naturalista per passione Carlo Violani 1 e Stefano Maretti 2 1 Dipartimento Biologia Animale, Università degli Studi di Pavia, Viale Taramelli, Pavia. carlo.violani@unipv.it 2 Museo di Storia Naturale, Università degli Studi di Pavia, P.zza Botta, Pavia. stefano.maretti@unipv.it Nato a Milano nel 1854, Paolo Magretti incarna la figura del naturalista versatile di fine Ottocento, anche se non fu un diretto dipendente di una struttura museale o accademica. Pur avendo un ottima conoscenza di molti e svariati gruppi zoologici, fu soprattutto uno specialista di imenotteri delle regioni Paleartica ed Etiopica. Nel 1883 partecipò ad una spedizione italiana che si prefiggeva di visitare una parte allora poco esplorata del Sudan Orientale. Nonostante lo scopo non naturalistico del viaggio, ebbe lo stesso modo di raccogliere molto materiale zoologico. Dopo brevi escursioni in Tunisia, nel 1900 Magretti realizzò il suo sogno di tornare nell Africa Orientale; non mancando di cospicue risorse economiche, organizzò a sue spese un viaggio di esplorazione in Eritrea, che gli fruttò ingenti collezioni zoologiche, in parte studiate personalmente, in parte affidate a specialisti dell epoca. Le raccolte di vertebrati africani furono donate al Museo civico di Storia naturale di Milano, mentre la sua ricca collezione personale di imenotteri, insieme alla sua biblioteca, furono invece destinate, dopo la sua morte avvenuta nel 1913, al Museo civico di Storia naturale di Genova. Presso il Museo di Storia naturale dell Università di Pavia restano invece le raccolte di uccelli e mammiferi frutto delle sue ricerche in Lombardia e dei suoi viaggi in Sardegna, nonché un bell esemplare di oritteropo dell Abissinia Orycteropus afer che fece pervenire al suo antico insegnante e amico Pietro Pavesi
14 I viaggi di esplorazione in Africa di S.A.R. il Duca degli Abruzzi documentati nelle collezioni scientifiche universitarie torinesi Alberto Chiarle, Franco Andreone, Elena Gavetti, Marco Pavia e Annalaura Pistarino Museo Regionale di Scienze Naturali,Via G. Giolitti, Torino. S. A. R. il Principe Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, esploratore e alpinista piemontese, intraprese agli inizi del Novecento due viaggi in Africa che lo resero internazionalmente celebre per il significativo contributo apportato in campo geografico e naturalistico. Dopo aver conquistato per primo, nel 1906, le più alte vette del massiccio del Ruwenzori (Uganda), tra il 1928 e il 1929 l esploratore guidò una spedizione che rese noto per la prima volta nella sua interezza il più grande fiume del Corno d Africa, lo Uabi-Uebi Scebeli, dalle sorgenti in Etiopia alla foce in Somalia. Fra i reperti raccolti nel corso delle due spedizioni figurano parecchi esemplari studiati da specialisti di discipline diverse e ritenuti appartenenti a specie all epoca nuove per la Scienza. Il materiale zoologico e botanico portato in Italia è confluito nei musei universitari torinesi ed è attualmente conservato rispettivamente presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e l Erbario dell Università di Torino
15 Luigi Fossati e le conoscenze mammalogiche eritree degli italiani Spartaco Gippoliti Viale Liegi, 48A Roma. spartacolobus@hotmail.com Lo svilupparsi delle conoscenze faunistiche nelle colonie italiane fu influenzato inevitabilmente dall affermarsi o meno di un interesse politico per l espansionismo d oltremare nel Paese. La colonia eritrea, la prima, ricevette immediatamente l attenzione del mondo scientifico italiano e in particolare del Museo di Storia naturale di Genova (Doria, Antinori, Issel) e del Museo Civico di Storia naturale di Milano (Magretti; Calciati, Corni, Bracciani), mentre Bottego inviò la sua personale collezione nella natia Parma. In questa prima fase lo studio del materiale mammalogico fu però ostacolato dall assenza di specialisti nelle istituzioni italiane. Negli anni 30 del secolo scorso le conoscenze sulla fauna cacciabile dell Eritrea sono riassunte da Tedesco Zammarano (1930). Luigi Fossati ( ) è unico tra i contemporanei per la raccolta di osservazioni relative alla socio-ecologia di mammiferi e uccelli dell Eritrea, consentita dalla prolungata permanenza. Queste conoscenze possono rappresentare oggi lo spunto per nuovi programmi di ricerca e conservazione della fauna eritrea. È con rammarico che si consta l assenza di qualsiasi riferimento bibliografico italiano in recenti lavori (Shosani et al., 2004) analizzanti la situazione dell elefante in Eritrea. Sarebbe quindi interessante accertare se effettivamente questa popolazione attraversa oggi il confine con l Etiopia rappresentato dal Setit/Gash durante la stagione delle piogge, come affermato da Shosani e collaboratori, fatto invece ritenuto impossibile dagli autori italiani e confermato dalle osservazioni di Tedesco Zammarano nella zona tra il Gash e il Barka effettuate nel settembre 1920 (Tedesco Zammarano, 1922). A proposito di elefanti eritrei, va aggiunto che Fossati (1941) ci ha lasciato una breve annotazione su un pionieristico tentativo di traslocazione della specie fallito nella Riserva dei Monti Aighet. Riferimenti bibliografici Fossati L Nella terra dei facoceri. Editoriale Olimpia, Firenze. Shosani J., Hagos Y., Yacob Y., Ghebrehiwet M., Kebrom E Elephants (Loxodonta africana) of Zoba Gash Barka, Eritrea: Part 2. Numbers and distribution, ecology and behaviour, and fauna and flora in their ecosystem. Pachyderm 36: Tedesco Zammarano V Alle sorgenti del Nilo Azzurro. Alfieri & Lacroix, Roma
16 Il contributo di Saverio Patrizi allo sviluppo della zoologia africana Leonardo Latella Museo Civico di Storia Naturale di Verona, Lungadige Porta Vittoria, Verona. Saverio Patrizi Montoro, nato a Roma l 11 gennaio 1902, fu, sin dall adolescenza, attratto dalla storia naturale e in particolare dalla natura dell Africa. Seppe coniugare brillantemente la sua passione per la natura e la caccia con gli incarichi istituzionali e l organizzazione di spedizioni scientifiche. Nel 1919, a soli 17 anni, partì per la Somalia su incarico della Società Romana di Colonizzazione, per collaborare a piani per lo sviluppo della colonia italiana. Qui rimase fino al In questi anni cominciò a collezionare esemplari e prese parte a diverse spedizioni di caccia, in cui non mancò di compiere osservazioni scientifiche di grande interesse. Assolti gli obblighi militari, è di nuovo in Africa nel 1926, questa volta per un viaggio scientificovenatorio di alcuni mesi nel Congo Belga. Nel 1928 partecipa alla spedizione Franchetti in Dancalia. Fu poi in Libia nel 1931, dove organizzò la spedizione scientifica all Oasi di Kufra, e in Somalia nel Nel 1936 fu nominato Addetto coloniale della Legazione italiana al Cairo e, dal 1938 al 1942, direttore dell Ufficio della Sovrintendenza alla Caccia del Governo dell Africa orientale Italiana. Le sue esplorazioni africane si interruppero nel 1942, quando, in Etiopia, fu fatto prigioniero dagli inglesi. Nei campi di prigionia in Kenya continuò a coltivare la sua passione naturalistica occupandosi di formiche. Nel 1945, trasferito a Nairobi, cominciò poi una proficua collaborazione con il Corindon Memorial Natural History Museum. Finita la guerra e rientrato in Italia, Patrizi si dedicò alle ricerche entomologiche, in particolare biospeleologiche. Figura romantica di nobile romano appassionato di storia naturale, Saverio Patrizi diede un contributo della massima importanza allo sviluppo della ricerca zoologica in Africa prima ed in Italia poi. Testimoni dell importanza del suo lavoro sono le molte pubblicazioni scientifiche e le più di cinquanta nuove specie che scoperse, molte delle quali portano oggi il suo nome
17 Il contributo del Museo di Storia Naturale di Milano all esplorazione naturalistica dell Africa Giorgio Chiozzi Museo di Storia Naturale di Milano La storia del Museo di Storia Naturale di Milano (MSNM), fondato nel 1838, è strettamente intrecciata a quella nazionale. Per questo, a partire dagli anni successivi all Unità d Italia (1861), con l insorgere di un nuovo stimolo verso l esplorazione del continente africano, la raccolta di reperti naturalistici extraeuropei, divenne sempre più rilevante anche per il museo milanese. Con l acquisizione del possedimento di Assab da parte del neonato Regno d Italia ( ) si vennero a creare le premesse per l espansione coloniale italiana in Africa. È del 1870 la spedizione Antinori-Beccari-Issel in Eritrea, allora ancora sotto l influenza egiziana. Parte dei reperti ornitologici confluirono nella raccolta del conte Ercole Turati, passata nel 1884 al Museo di Storia Naturale di Milano e in gran parte distrutta nel Alla Colonia Eritrea (1890) seguirono la Somalia, prima quale protettorato (1889) e in seguito quale colonia (1905), la Libia (1911) e, infine, l Abissinia (1936). La conquista dell Etiopia, in particolare, fornì un grandissimo impulso agli studi africani cui pure il Museo di Milano diede il suo contributo con campagne di raccolta, l acquisizione di collezioni, la promozione di importanti spedizioni e i molti contatti con raccoglitori italiani (sovente militari e missionari) residenti nelle colonie. Tra gli anni confluirono al MSNM importanti raccolte africane. Tra queste spiccano le raccolte entomologiche di Schatzmayr, Koch e Wittmer (Libia, Marocco e Egitto) giunte con l acquisizione delle collezioni del Museo Pietro Rossi di Duino (1938); le raccolte zoologiche di Scortecci (rettili, anfibi, uccelli, artropodi e molluschi) in Somalia e in Libia. Moltoni raccolse in Libia soprattutto uccelli, ma pure si distinse per la sua profonda conoscenza dell avifauna del Corno d Africa, culminata nella monografia Gli Uccelli dell Africa Orientale Italiana ( ). In anni recenti sono da ricordare le raccolte di Odonati di Conci (Botswana, Mauritius, Camerun), di formiche di Rigato (Eritrea) e Susini (Gabon), di coleotteri di Forti, Czeppel e Giannatelli (Eritrea, Namibia e Malawi). Da ricordare gli studi ornitologici ancora in corso (in collaborazione con l Università di Pavia) e le raccolte di vertebrati di Chiozzi e De Marchi in Eritrea
18 Le missioni biologiche in Africa Orientale della Reale Accademia d Italia ( ) Ernesto Capanna Museo di Anatomia Comparata Università di Roma La Sapienza Sulla scia del consenso, dopo la proclamazione dell Impero, successiva all anacronistica e scellerata avventura coloniale della guerra d Etiopia, la Reale Accademia d Italia costituì, nel giugno 1936, il Centro di Studi dell Africa Orientale Italiana e ne affidò la Direzione ad Alberto de Stefani ( ) Scopo del centro fu, come recita l atto costitutivo fornire precisi dati di conoscenza necessari all opera di avvaloramento da parte dello Stato e di privati. L enfasi è dunque posta su questioni etnografiche, sanitarie ed economiche. Il geografo Giotto Dainelli ( ) intraprese una esplorazione etnografica nella regione del lago Tana (1937) che per la zoologia acquista valore per l opera ornitologica di Edgardo Moltoni ( ) che porta alla descrizione di 331 specie di uccelli, molti dei quali propri della regione etiopica. Altre rilevanti missioni etnografiche furono organizzate dall antropologo Vinigi L. Grottanelli ( ). Edoardo Zavattari ( ), forte del prestigio acquisito in numerose esplorazioni africane, e dell esplicito favore politico di cui godeva, ottenne di organizzare due spedizioni in regioni poco esplorate dell Etiopia; la prima intitolata Missione biologica nel paese dei Borana al confine meridionale dell Etiopia con il Kenya (1937) e la seconda Missione biologica Sagan-Omo (1939), in quella stessa area che fu raggiunta per primo da Vittorio Bottego ( ) nel Grande fu il successo zoologico di queste esplorazioni che portarono alla descrizione di numerose specie nuove per la scienza, tra le quali due uccelli: Euplectes zavattarii e Zavattariornis stresemanni, vari rettili ed anfibi, ed oltre 100 invertebrati. Nel totale lo stesso Zavattari enumera 121 nuove specie a lui dedicate. Questa enorme quantità di dati zoo-geografici fu raccolta e pubblicata dalla R. Accademia d Italia, a cura di Zavattari in soli sei dei dodici volumi programmati, poiché la seconda guerra mondiale, la caduta del fascismo e la chiusura della Reale Accademia d Italia (1944) ne impedì la stampa. Con le esplorazioni organizzate dalla Reale Accademia d Italia si introduce, anche in Italia, come già consolidata tradizione in altri paesi d Europa, le missioni di esplorazione organizzate e finanziate da organi centrali dello Stato, e si estingue la tradizione della romantica figura dell esploratore solitario di inesplorate regioni
19 Il contributo dell Università di Pavia nelle esplorazioni africane del XX secolo Gianni Pavan CIBRA, Università degli Studi di Pavia, via Taramelli, Pavia Negli anni '50 e '60 l'università di Pavia ha avviato diverse attività con Paesi africani per opera del Prof. Mario Pavan. Tali attività sono state non solo di esplorazione e di studio, ma anche di sviluppo di relazioni tecnico-scientifiche e di supporto allo sviluppo delle politiche di conservazione della natura e di sviluppo della cultura scientifica. Pavan è stato "esploratore" di nuovi rapporti con l Africa, con l istituzione di un centro di ricerca universitario in Zaire, con l istituzione di un collegio a Pavia per studenti universitari africani, non a caso intitolato a un famoso esploratore italiano, Robecchi Bricchetti, con il supporto alle politiche di conservazione di fauna e flora. In queste attività Pavan è stato accompagnato e coadiuvato dal Prof. Ruggero Tomaselli, botanico pavese che ha condiviso con Pavan viaggi e battaglie per la conservazione della natura. Compagni di viaggio e di ricerca in Africa sono stati anche l'amico Salvatore dell'oca, il fidatissimo collaboratore Sergio Pedrazzini e Alberto Fanfani
20 Ricerche di Zoologia e Cooperazione Italiana in Africa orientale nel XXI secolo Mauro Fasola Dipartimento di Biologia Animale, Università degli Studi di Pavia,Via Ferrata Pavia fasola@unipv.it Da una ventina d'anni conduciamo indagini zoologiche in Africa orientale, con varie difficoltà quali la mancanza di finanziamenti specifici (ricerche sul lago Turkana in Kenya dal 1992 al 1995, sulle coste del Kenya , in Eritrea ), e con alcuni successi (venti articoli su riviste referenziate e comunicazioni a congressi, e altri in preparazione). Recentemente le indagini sono state svolte nell'ambito della Cooperazione Italiana, per un progetto in Kenya (Lago Turkana, ) e per un altro progetto Socotra ( ). Socotra è un'isola oceanica appartenente allo Yemen ma situata sulla zolla africana ed è di particolare interesse per l'elevato tasso di endemismi. I collegamenti con la Cooperazione Italiana hanno permesso di aggiungere, agli scopi di ricerca di base, anche obiettivi applicati di conservazione ambientale, e di coinvolgere vari specialisti, tra i quali alcuni colleghi del Museo di Storia Naturale di Milano e di gruppi di ricerca italiani e spagnoli. Gli argomenti d'indagine hanno incluso: censimenti di popolazione, ecologia trofica, comportamenti riproduttivi, sistematica, filogeografia di Uccelli, Mammiferi, Rettili, Insetti
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24 Museo di Storia Naturale Università degli Studi di Pavia Piazza Botta 9, Pavia. tel fax
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