Analisi in tema di discriminazioni indirette, con particolare riferimento alle donne, nella Regione Calabria

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1 Analisi in tema di discriminazioni indirette, con particolare riferimento alle donne, nella Regione Calabria Analisi del contesto 1. Il lavoro femminile in Calabria L analisi del mercato del lavoro secondo una prospettiva di genere evidenzia notevoli difficoltà per le donne nell accesso e nella permanenza nel mercato del lavoro. In base alla Rilevazione sulle forze di lavoro condotta dall Istat, nel 2010 l occupazione in Calabria ha proseguito la sua discesa. Il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) ha continuato a diminuire, scendendo al 42,2 %. Il calo ha riguardato maggiormente le classi di età tra i 15 e i 34 anni ma ha riguardato anche i soggetti tra i 35 e i 44 anni.. Il tasso di occupazione femminile si è attestato al 30,2% (tra i più bassi in Italia), quello maschile al 56,2%. La riduzione dell occupazione ha riguardato principalmente i lavoratori con bassi livelli di istruzione: in particolare, vi è stata una flessione del 4,4 per cento per gli individui in possesso al massimo della licenza media. La Calabria è la prima regione per diffusione del lavoro sommerso. In base alle stime dell Istat, nel 2007 il tasso di irregolarità, calcolato come quota delle unità di lavoro non regolari sul totale, era pari al 27,3%, a fronte del 18,3 per cento del Mezzogiorno e dell 11,8% dell Italia. Rispetto al 2001, la regione registrava un peggioramento del fenomeno, tradottosi in un incremento del tasso di irregolarità di 1,3 punti percentuali, a fronte della riduzione che si è verificata sia nel Mezzogiorno che in Italia (rispettivamente -2,8 e -2,0 punti percentuali). La partecipazione delle donne all economia sommersa è consistente, elevando il rischio di povertà. Come evidenziato nella tabella 1.1 e nelle tabelle allegate, le donne occupate in Calabria nel 2010 sono 207 mila, pari al 35,15% del totale regionale degli occupati; il tasso di occupazione femminile si è attestato sullo stesso valore del 2009 (30,2%), 16,2 punti al di sotto della media nazionale. Tabella 1.1 il lavoro femminile in Calabria (dati annuali, migliaia di unità e valori percentuali) Numero di donne occupate Tasso di occupazione Calabria Mezzogiorno Italia Calabria Mezzogiorno Italia ,8 30,7 45, ,8 30,1 45, ,8 31,2 46, ,1 46, ,8 31,4 47, ,2 30,6 46, ,2 46,1 Tasso di disoccupazione Tasso di attività

2 Calabria Mezzogiorno Italia Calabria Mezzogiorno Italia ,6 20,5 10, ,7 50, ,3 19,6 10,1 37,7 37,5 50, ,9 16,5 8,8 37,8 37,3 50, ,6 14,9 7,9 36,3 36,6 50, ,7 15,7 8,6 36,6 37,2 51, ,9 15,3 9,3 35,1 36,1 51, ,8 9,7 35,1 51,1 Istat Rilevazione sulle forze di lavoro Nel periodo esaminato ( ) l occupazione femminile in Calabria evidenzia un andamento negativo: il tasso di disoccupazione femminile è risultato pari al 13,8 per cento, superiore al dato nazionale (9,7 per cento); negli ultimi anni è diminuito (era il 18,6 per cento nel 2004) per una sempre minore partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di attività della popolazione femminile è sceso dal 39,0 per cento del 2004 al 35,1 per cento del Le donne inattive in età lavorativa nel 2010 (15-64) sono 439 mila; le differenze di genere sono più marcate nelle fasce di età adulte: il tasso di inattività delle donne dai 35 ai 54 anni nel 2009 è pari al 56,7 per cento contro il 18,8 degli uomini. La discriminazione della componente femminile risulta ancora più evidente se si considerano gli aspetti qualitativi del lavoro: segregazione orizzontale e verticale e disparità di reddito sono criticità evidenti. Secondo quanto riportato dagli studi della Banca d'italia (L'economia della Calabria, 2010) basati sui dati del Sistema informativo lavoro in merito alle Comunicazioni obbligatorie, la componente femminile dei posti di lavoro persi (misurati come saldo tra contratti avviati e cessati) pesa per il 53 per cento del totale. Tale dato va però scomposto in una componente di crescita dei contratti a tempo indeterminato (aumentati di 1.352) e una forte contrazione di quelli a tempo determinato (diminuiti di ), di cui la maggior parte risultava essere non rinnovata a scadenza; in particolare il settore interessato maggiormente dalla contrazione è stato quello dell istruzione con un saldo negativo di posti di lavoro a tempo determinato. Il fenomeno della disoccupazione giovanile è particolarmente rilevante in Calabria: per i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione evidenzia un impennata negativa nell'anno 2010: 39%, ben 7,2 punti in più rispetto al dato del 2009 dovuto in gran parte alla componente femminile, che passa dal 39,8% del 2009 al 47, 6% del La sintesi di fenomeni quali la riduzione delle forze lavoro (-1,38% dal 2009 al 2010) e la crescita della popolazione in età lavorativa hanno portato ad una minore partecipazione al mercato del lavoro: il tasso di attività è calato sensibilmente aumentando ulteriormente il differenziale con la media nazionale. La disaggregazione del tasso di attività per genere evidenzia una riduzione sia della componente maschile sia di quella femminile così da lasciare inalterato il gap di genere. Il quadro della condizione femminile è aggravato da un contesto caratterizzato dalla quasi totale assenza di infrastrutture e servizi sociali. Ad esempio, l inefficienza del sistema dei trasporti penalizza pesantemente le donne, che evidenziano un utilizzo dei mezzi pubblici di trasporto per motivi di lavoro maggiore (26%) rispetto agli uomini (17,7%). Sul fronte dell assistenza all infanzia, che peraltro costituisce per le donne uno dei fattori più importanti per garantire la conciliazione delle attività familiari e lavorative, la percentuale di bambini tra zero e fino al compimento dei 3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (asilo nido, micronidi, o servizi integrativi e innovativi) sul totale della popolazione in età 0-3 anni è pari al 3,5% (dato 2009), contro una media nazionale del 12,7% (dato disponibile al l obiettivo per gli Stati membri dell Unione Europea, fissato dall Agenda di Lisbona, è di fornire servizi di cura ad almeno il 33% dei bambini al di sotto dei 3 anni). La percentuale dei Comuni che hanno attivato il servizio di asilo nido è pari al 18,1% (dato 2009), con un importante incremento rispetto al 2004, che registrava una percentuale del 6,6%.

3 2. Le Imprese femminili in Calabria Le imprese calabresi al 31 dicembre 2010 sono di cui femminili. Queste rappresentano il 25% del tessuto imprenditoriale calabrese, superiore alla media nazionale che si attesta al 23,4%. Le province di Cosenza e Reggio Calabria rappresentano rispettivamente 36,5% e 27,6% sul totale dell imprenditoria femminile regionale. La distribuzione provinciale delle imprese non dimostra particolari differenze di genere. Rispetto alle altre regioni, il sistema imprenditoriale femminile calabrese si colloca nelle prime posizioni: Alcune analisi mettono in relazione questo risultato con due fattori: da un lato la difficile situazione del mercato del lavoro e una minore presenza di opportunità occupazionali, potrebbe spingere le donne ad intraprendere una attività lavorativa autonoma; dall'altro l'incidenza delle aziende femminili potrebbe essere il risultato del minore dimensionamento relativo della base imprenditoriale complessiva. La distribuzione delle imprese femminili per tipologia giuridica di conduzione fa emergere un maggiore orientamento delle donne ad avviare una propria attività produttiva nella forma di ditta individuale, nel caso della Calabria la percentuale di imprese individuali rappresenta il 73% delle imprese femminili. Alle ditte individuali, seguono le società di persone (15%) nel caso delle imprese condotte da donne e le società di capitale per le imprese non femminili (15%). Le società di capitale, per le imprese femminili, si attestano al 9%. Per la categoria altre forme le quote delle imprese femminili e di quelle non femminili corrispondono rispettivamente al 3% e al 5%. Ciò a testimonianza di una certa cautela, da parte delle imprenditrici calabresi, nell affrontare tipologie più complesse di organizzazione aziendale.

4 Rispetto al giugno 2005, le titolari di impresa calabresi sono 1,417 in meno, ma la loro riduzione (-4,16%) è percentualmente più consistente di quella nazionale (-2,91%). Come evidenziato nella tabella sottoriportata, fatta eccezione per la Toscana, unica regione che presenta un segno positivo nel confronto con il 2005, tutto il territorio nazionale registra una riduzione di imprese gestite da donne. Titolari donne di imprese individuali: Distribuzione regionale delle imprese individuali con titolare femminile. Valori assoluti, saldi in valore assoluto e variazione percentuale a giugno 2010, dicembre 2009 e giugno Incidenza percentuale imprese individuali femminili sul totale delle imprese individuali a giugno 2010 Giugno 2010 Dicembre 2009 Giugno 2005 Saldo giu 2010-dic Saldo giu 2010-giu 2005 Var. % giu 2010-dic Var. % giugno 2010-giugno 2005 Incidenza % impr. ind. fem. su tot. impr. ind. a giugno 2010 ABRUZZO ,48-4,00 30,4 BASILICATA ,41-7,42 31,5 CALABRIA ,78-4,16 26,4 CAMPANIA ,55-2,19 29,2 EMILIA-ROMAGNA ,80-1,19 23,0 FRIULI-VENEZIA GIULIA ,17-8,83 28,2 LAZIO ,14-0,63 27,8 LIGURIA ,03-5,74 27,3 LOMBARDIA ,80-0,57 21,7 MARCHE ,66-0,29 26,4 MOLISE ,96-9,76 33,9 PIEMONTE ,47-1,22 25,5 PUGLIA ,94-7,35 25,3 SARDEGNA ,55-3,67 24,9 SICILIA ,66-4,09 26,9 TOSCANA ,89 0,03 26,0 TRENTINO-ALTO ADIGE ,60-2,62 20,5 UMBRIA ,47-1,27 29,2 VALLE D'AOSTA ,08-15,04 27,4 VENETO ,02-4,17 22,5 TOTALE ,06-2,91 25,6 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese Analizzando la distribuzione delle imprese nei settori produttivi, emerge che il numero più elevato di imprese è concentrato nei settori dell agricoltura e del commercio. Al terzo posto, per le imprese femminili, si attestano le attività di alloggio e ristorazione: l 8,2% del totale delle imprese femminili calabresi.

5 Analizzando in dettaglio la presenza di imprese femminili sul totale, si nota che il tasso di femminilizzazione è più elevato della media nazionale nei seguenti settori: - Altre attività di servizi (S); (43,4%) - Sanità e assistenza sociale (Q);(39,7%) - Istruzione (P); (36,4%) - Attività dei servizi, alloggio e ristorazione (I); 33,1% - Attività artistiche, sportive, di intrattenimento (R ); (31,9%) - Noleggio e agenzie di viaggio (N); (30,8%) - Agricoltura (A); (28,1%) - Commercio (G);(27,8%) - Attività finanziarie e assicurativa (K) (26,8%) Il gap va da un minimo del 3,4% nelle attività finanziarie ad un massimo del 20% nelle altre attività e servizi. I dati rivelano la propensione delle imprenditrici a scegliere quelle attività a tradizionale connotazione femminile legate alla cura delle persone e del loro benessere e un embrionale orientamento verso il terziario avanzato (settori K e N).

6 3 Le politiche regionali Rispetto al tema delle PO e della non discriminazione, il FSE è il punto di riferimento per le azioni direttamente connesse alla lotta alla discriminazione; il FESR il programma di riferimento per le azioni strutturali mentre il FEASR declina il tema in particolar modo negli assi dedicati al Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale e Qualità della vita nelle aree rurali e diversificazione dell economia rurale. Tutte le priorità del FSE sono rilevanti rispetto al tema analizzato: - Asse I adattamento dei lavoratori e delle imprese: sistemi di apprendimento permanente, elaborazione e diffusione di modelli più innovativi di organizzazione del lavoro. Questo Asse è fortemente integrato con il Piano Regionale per la Competitività del Sistema Produttivo Regionale del FESR Asse II accesso al mercato del lavoro per coloro che sono alla ricerca di un impiego, per le persone inoccupate, le donne e i migranti. La strategia regionale dell Asse II è attuata con il Piano Regionale per l Occupazione e il Lavoro, finalizzato all incontro fra l offerta (la forza lavoro) e la domanda locale di Competenze. Il Piano Regionale per l Occupazione e il Lavoro si integra con le politiche di sviluppo regionale e intende cogliere/sostenere tutte le opportunità occupazionali derivanti dalle iniziative di politica attiva del lavoro ricercando la maggiore efficienza dell incontro fra domanda e offerta (con riduzione del periodo di disoccupazione) e sostenendo le discriminazioni positive a favore dei soggetti deboli. Ad integrazione di queste azioni interviene l Asse IV del FSE, nel cui ambito viene predisposto il Piano Regionale per le Risorse Umane, il cui obiettivo è quello di migliorare l occupabilità delle persone nello specifico contesto del mercato del lavoro e favorire l incontro fra domanda e offerta accompagnando il lavoratore nel processo di inserimento fino all assunzione o avvio di attività autonoma. Parte di queste attività sono svolte dall Agenzia regionale Calabria Lavoro, che attualmente sta implementando programmi per il matching tra la domanda e l offerta di lavoro. - Asse III inclusione sociale dei gruppi svantaggiati e lotta contro la discriminazione sul mercato del lavoro. L Asse interviene sul tema delle discriminazioni indirette per l ambito riguardante la promozione di percorsi integrati per l'accesso all'istruzione e alla formazione professionale e per l inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro; - Asse IV valorizzazione del capitale umano mediante la riforma dei sistemi di istruzione e il collegamento in rete degli istituti di istruzione. La strategia regionale dell Asse è attuata attraverso il Piano Regionale per le Risorse Umane, per il quale che in queste settimane è stata avviata la fase di valutazione. Il FESR Calabria delinea un forte orientamento verso la progettazione integrata, sopratutto in fase di definizione di ambiti tematici e territoriali. Da questo punto di vista Il FESR evidenzia un quadro di riferimento fortemente coerente con l applicazione del dual approach del principio di pari opportunità e non discriminazione. Le priorità (rispetto al tema delle discriminazioni indirette) del FESR riguardano gli ambiti relativi all Accessibilità ai servizi territoriali e la promozione dell inclusione sociale dei soggetti a rischio di discriminazione e che trovano il loro asse di riferimento nell Asse IV Qualità della vita e inclusione sociale e nell Asse VIII Città, aree urbane e sistemi territoriali. È di particolare interesse l azione di mainstreaming presente nell Asse I Ricerca Scientifica sia per quanto riguarda la diffusione dell innovazione nelle imprese femminili sia per quanto riguarda la diffusione di servizi innovativi e la loro accessibilità.

7 4 Le azioni poste in essere a livello regionale Azioni significative (dirette) in termini di impatto sulle discriminazioni indirette PO Asse/linea Descrizione Risorse Risultati FSE II Operativo F.2 incrementare la partecipazione delle donne al sistema imprenditoriale e promuovere la creazione di modelli organizzativi family friendly all interno delle imprese e tra imprese gestite da donne. n Lavoro, Formazione, Famiglia e Politiche Sociali, Volontariato e Cooperazione Prestiti d onore per iniziative di autoimpiego in forma di lavoro autonomo promosso da donne Esito pubblicato il Euro 41 imprese finanziate FES R FSE IV Qualità della vita e inclusione sociale Asse I Adattabilità; ambito Operativo A5 Consolidare ed ampliare le opportunità di riqualificazione dei lavoratori occupati con priorità di intervento per gli ultra cinquantenni, i prestatori di lavoro temporanei e con contratti parasubordinati e per le donne che occupano posizioni di basso livello ambito dell Specifico B Favorire l innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del Lavoro. - Asse II Occupabilità ambito dell Operativo E1 - Rafforzare l'inserimento/reinseriment o lavorativo dei lavoratori adulti, dei disoccupati di lunga durata e dei bacini di precariato occupazionale attraverso percorsi integrati ed incentivo Finanziamento di nidi di infanzia comunali Esito pubblicato il Aiuti alle imprese attraverso la concessione di borse lavoro, incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua come adattamento alle competenze (con premialità in caso di beneficiare donne) Avviso Pubblicato il milioni Euro 54 progetti ammessi posti creati 105 milioni Euro di cui: - Asse I Adattabilità - specifico A - 27,0 Mln/euro; - specifico B - 3,0 Mln/Euro; - Asse II Occupabilità - specifico E - 75,0 Mln/euro

8 Azioni significative (apparentemente neutre) in termini di impatto sulle discriminazioni indirette PO Asse/linea Descrizione Risorse Risultati FSE I 10 Formazione operatore socio sanitario percorso formativo per occupati ,00 Euro Avviso pubblicato il FSE Asse II - OCCUPABILITA operativo E.3 Sostenere la creazione di impresa e di forme di lavoro autonomo. operativo E.4 Favorire l inserimento lavorativo stabile dei migranti. Asse III INCLUSIONE SOCIALE operativo G.1 Sviluppare l'inserimento lavorativo delle categorie in condizioni di svantaggio occupazionale e di marginalità sociale, rafforzando la cultura delle pari opportunità per prevenire e combattere ogni forma di discriminazione nella società e nei posti di lavoro 10 Accesso al fondo di garanzia regionale per operazioni di microcredito Avviso pubblicato il Il Fondo di Garanzia è quantificato in. 20 mln/euro a valere sulle disponibilità del POR Calabria FSE 2007/2013 Soggetto gestore del Fondo di Garanzia è FinCalabra S.p.A, Ente strumentale e società in house della Regione Calabria. E prevista la costituzione di un ulteriore Fondo, Fondo c/interessi, la cui gestione è affidata a FinCalabra SpA per la copertura degli interessi passivi maturati sul finanziamento concesso. Per l erogazione del contributo in conto interesse, con successivo atto verranno impegnate le risorse necessarie, a valere sulle disponibilità del POR Calabria FSE 2007/2013. Per l erogazione di servizi di assistenza, orientamento, formazione e tutoraggio per l avvio delle neo-imprese, con successivo atto verranno impegnate le risorse necessarie, a

9 valere sulle disponibilità del POR Calabria FSE 2007/2013. Fesr Linea d Intervento Attività produttive PIA Pacchetti integrati di agevolazione per il finanziamento di piani di sviluppo aziendali volti a sostenere la competitività delle imprese 42 milioni di euro. Avviso Pubblicato il

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