allegati f) predisposizione programmi atti a garantire la continuità assistenziale
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- Tiziano Rizzi
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1 allegati Riordino delle attività distrettuali e delle cure primarie ALLEG. A Le funzioni del Distretto Sociosanitario e le modalità con cui si realizza l integrazione tra le prestazioni sanitarie e quelle sociali sono indicate dall art. 32 della L.R. 41/2006 Riordino del Servizio Sanitario Regionale e dall art. 10 della L. R. 24 maggio 2006 n. 12 Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari. I compiti del Distretto derivati dalla normativa vigente sono: a) osservazione epidemiologica e gestione dei servizi per la salute, per il territorio di competenza b) cure primarie e assistenza specialistica ambulatoriale c) attività per la tutela della salute dell'infanzia, della donna e della famiglia d) attività o servizi rivolti a disabili ed anziani e) attività o servizi di assistenza domiciliare integrata f) predisposizione programmi atti a garantire la continuità assistenziale Con la D.G.R. n. 809 del 08/07/2011 si è voluto rafforzare tali linee di indirizzo, indicando un modello organizzativo che preveda l attribuzione al Distretto Sanitario delle risorse economiche e del personale delle Strutture Complesse operanti sul territorio, fatta eccezione per le articolazioni organizzative del Dipartimento di Salute Mentale e SERT e del Dipartimento di Prevenzione. Tale riorganizzazione delle attività territoriali mira essenzialmente da un lato a rafforzare la figura del Direttore del Distretto Sanitario, unico referente delle attività distrettuali, dall altro ad individuare con precisione la struttura in cui si realizza la presa in carico globale del cittadino Obiettivo prioritario è quello di assegnare un budget alla Direzione del Distretto, articolato per quota capitaria similmente a quanto avviene per il riparto nazionale e regionale. La valutazione dei bisogni Una corretta conoscenza dei bisogni della comunità si ottiene mediante l elaborazione di profili di salute in cui, tramite un ristretto set di indicatori, siano identificate: - le caratteristiche salienti della popolazione di riferimento - i gruppi di popolazione a maggior rischio (soggetti affetti da patologie croniche epidemiologicamente rilevanti) - eventuali disuguaglianze nella salute e nell assistenza sanitaria Il ciclo virtuoso della progettazione e della messa in pratica di qualsiasi azione, prevede che in primo luogo siano identificate le priorità esistenti nel proprio territorio, lo scostamento tra bisogno, domanda e offerta ed in seguito si disponga di validi strumenti per la valutazione - di processo e di esito - delle azioni poste in essere. Per soddisfare tale esigenza le Direzioni Distrettuali si avvarranno di figure professionali reperite a livello Aziendale (Dipartimento di Prevenzione, Staff della Direzione Aziendale) e, per taluni aspetti, della collaborazione dell Agenzia Regionale Sanitaria e dei documenti da questa prodotti. Integrazione sociosanitaria: Distretto Sanitario e Distretto Sociale La complessa situazione finanziaria, cui si aggiunge la necessità di coordinare al massimo risorse tecniche, umane ed economiche, obbliga ad un valore aggiunto nei confronti dell integrazione sociosanitaria tra servizi e prestazioni distrettuali: l unitarietà e la completezza degli interventi svolti con la massima economicità.
2 - Tutto questo, peraltro, non fa che rafforzare gli indirizzi delle norme regionali e le indicazioni nazionali, che vedono al centro dei sistemi di tutela e cura la presa in carico. La presa in carico delle fragilità e delle cronicità ha necessità che alle prestazioni di cura si accompagnino anche servizi di tutela personale, di aiuto e di assistenza che debbono essere offerti secondo la strutturazione del Sistema sociale ligure ed in base alle indicazioni del Piano Sociale Integrato Regionale Le direzioni del Distretto Sociale e del Distretto Sanitario debbono promuovere iniziative e trovare soluzioni per migliorare al massimo la presa in carico del cittadino, ma soprattutto per garantire quella continuità di cura che non può prescindere da azioni di supporto personale e famigliare assicurate dalla rete dei servizi sociali e dal volontariato. La gestione integrata delle patologie croniche L aumento delle patologie cronico-degenerative sta via via assumendo le caratteristiche della pandemia dei nostri tempi, rappresentando un emergenza che se non adeguatamente gestita potrà assumere aspetti destabilizzanti per il Sistema Sanitario. Si impone quindi la necessità improrogabile di rivedere il sistema dei servizi socio-sanitari territoriali, fornendo una risposta integrata e forte ai bisogni di prevenzione e cura, garantendo la continuità assistenziale ai soggetti affetti da malattie croniche, alle persone fragili e ancora più a quelle non autosufficienti. Il Distretto in tale contesto epidemiologico assume pertanto un ruolo nodale nella gestione della cronicità, esso infatti è il luogo ove: - si adottano i protocolli di gestione integrata, improntati sul chronic care model e il disease management - si promuovono e si realizzano interventi di prevenzione e di contrasto della cronicità mediante la medicina di iniziativa, la proattività degli interventi e l empowerment del cittadino - viene assicurata la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, intesa come reale e totale presa in carico del soggetto affetto da patologia cronica, attivando percorsi assistenziali integrati in collaborazione con la rete di Servizi Sociali - si agevolano le dimissioni ospedaliere guidate attraverso l integrazione tra servizi sanitari e i servizi sociali passando, in tal modo, dall attuale logica di tipo prestazionale a quella di percorso assistenziale più consona e funzionale per il cittadino. L'attivazione della dimissione guidata deve partire dal reparto ospedaliero garantendo la continuità di cura domiciliare già dal momento dell'arrivo a casa del paziente. - Tali percorsi debbono essere gestiti e garantiti da un case manager che deve essere individuato in un Infermiere Professionale (infermiere di comunità o di famiglia ) adeguatamente formato e sostenuto da un adeguato sistema organizzativo. Il Protocollo per la gestione integrata delle patologie croniche epidemiologicamente più rilevanti (diabete, scompenso cardiocircolatorio, broncopneumopatia cronica ostruttiva) adottato recentemente dalla Regione Liguria con DGR n.518 del 4/05/2012 quale modello di riferimento per l assistenza dei soggetti affetti da malattie croniche, individua nel Distretto Sanitario la struttura che ne deve garantire l implementazione e la realizzazione; il Distretto rappresenta infatti la sede naturale delle funzioni indicate per la gestione integrata costituendo: - il naturale raccordo tra l attività del Medico di Medicina Generale ed il Pediatra di Libera Scelta e le strutture specialistiche territoriali e ospedaliere; in tale processo, come detto, l'infermiere di comunità assume un ruolo fondamentale sia ricoprendo il ruolo di case manager sia occupandosi di prevenzione, di gestione della domanda e di codificate patologie acute - il soggetto in cui si realizza l integrazione operativa dei piani di intervento aziendali nei confronti delle patologie croniche
3 - il luogo in cui viene consolidato il metodo di lavoro in rete tra gli altri Dipartimenti territoriali (Prevenzione e Salute Mentale) e quelli ospedalieri, nel perseguimento di obiettivi di salute comuni - la struttura alla quale è affidata l individuazione delle modalità organizzative atte a garantire la regolare effettuazione dei follow-up periodici ai pazienti presi in carico Gli obiettivi principali del Protocollo per la gestione integrata delle patologie croniche sono: - porre al centro del processo assistenziale il paziente affetto da patologia cronica - favorire l appropriatezza delle prestazioni e l equità dell accesso sulla base del livello di complessità - ottimizzare l utilizzo delle risorse migliorando la presa in carico ambulatoriale - limitare l accesso al Pronto Soccorso e il ricovero ospedaliero - ottimizzare la gestione delle risorse disponibili attraverso la prevenzione delle complicanze e la minor spesa conseguente alla riduzione di assistenza ospedaliera Per perseguire e realizzare tali obiettivi, con il protocollo allegato alla succitata delibera sono stati messi a disposizione delle Direzioni Distrettuali le modalità d azione necessarie per la gestione delle cronicità individuate, i responsabili della presa in carico, le loro interazioni primarie, gli indicatori utilizzabili e le fonti possibili dei dati per gli indicatori. Pur nel rispetto delle autonomie di ogni singola Azienda, le Direzioni dei Distretti sono tenute a far riferimento agli schemi forniti e ad avvalersi dell Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali, al quale deve essere affidato il compito dell applicazione a livello locale del protocollo di Gestione Integrata, potendosi avvalere del contributo congiunto degli Specialisti di riferimento, ospedalieri e ambulatoriali e dei Medici di Medicina Generale. Si rende inoltre necessario, dopo l avvio della nuova organizzazione di presa in carico delle malattie croniche come indicato dalla DGR n. 518 del 4/05/2012, procedere alla presa in carico di altre patologie in cui tale modello di cura sia applicabile, in modo che tale modello diventi sistema strutturato del SSR Strumenti per la valutazione di alcune attività territoriali in tema di cronicità Per monitorare l attività distrettuali in tema di presa in carico della cronicità e della fragilità, l Agenzia Sanitaria Regionale con Determina del Commissario Straordinario n. 57, del 26/07/2012, ha elaborato una lista di indicatori (vedi Allegato 1). Tutti gli indicatori proposti sono ricavabili da flussi regionali esistenti, verranno calcolati da ARS e ne sarà garantita ampia diffusione e comunicazione ai Distretti e alle Direzioni Aziendali. Ai fini della completezza del monitoraggio del processo, è utile prevedere ulteriori indicatori mirati a verificare se i modelli nelle sperimentazioni pilota possono evitare e di quanto gli accessi di codici bianchi e verdi ai pronto soccorso. Informatizzazione a supporto dei percorsi L introduzione di nuovi modelli assistenziali rivolti alla cura e al supporto delle cronicità implica l organizzazione e la gestione di un sistema informativo adeguato a supportare ogni fase del percorso dedicato al paziente. Inoltre la realizzazione operativa del modello dei percorsi dovrà trovare il complesso delle risorse cliniche necessarie all interno dell Area Ottimale, fatto che comporterà l adozione di strumenti informativi destinati a consentire la comunicazione tra ASL, tra enti ospedali e istituti convenzionati (se integrati nei percorsi). Dal punto di vista dei sistemi informativi questa realtà comporta la realizzazione di strutture informatiche condivise e integrate che accompagnino il paziente lungo tutti i nodi del percorso. Gli elementi fondamentali da realizzare consistono in: - utilizzo di un ambiente di accesso ai dati del percorso attraverso un sistema di validazione degli utenti regionale o di area ottimale - la risoluzione dei problemi di tutela dei dati personali in un contesto pluri-aziendale e la gestione del consenso del paziente
4 - la diffusione di un sistema di firma digitale a norma per la produzione e condivisione di referti firmati - la possibilità di utilizzare un sistema di applicazioni gestionali specialistiche e dedicate alla gestione clinica che siano in grado di produrre i referti necessari alla realizzazione del percorso (RIS, LIS, cardiologia, diabetologia, pneumologia, etc.) - l alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) da parte delle applicazioni aziendali che producono referti e informazioni rilevanti ai fini del percorso stesso - la possibilità di consultare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) in funzione del percorso specifico - la possibilità di usare agende dedicate del sistema CUP e ottimizzate rivolte ai percorsi per far viaggiare le informazioni e non le persone Continuità assistenziale Case della salute Ospedale di Distretto Regione Liguria, in attuazione di quanto disposto dalla Legge n.189 del 8/11/2012 (conversione del D.L.13/09/2012 n.158) che prevede le due forme associative AFT (monoprofessionale) e UCCP (pluriprofessionale) a cui tutte le attuali forme (ope legis) dovranno ricondursi e in continuità con le linee strategiche del Piano Sanitario Regionale in vigore, nonché con quanto deliberato in tema di gestione delle patologie croniche epidemiologicamente più rilevanti (DGR 518/2012), allo scopo di far progredire il sistema, dà mandato alle Aziende Sanitarie e Enti Ospedalieri e IIRCSS che vi insistono di attivare forme integrate di assistenza multi professionale e continuata (UCCP) a garanzia della continuità assistenziale. Case della salute e Ospedali di Distretto debbono essere considerati a tutti gli effetti strutture delle Aziende Sanitarie. - Il Direttore di Distretto è la figura che risponde di fronte alla Direzione Aziendale delle responsabilità cardine sia sul rilievo del bisogno assistenziale che sull indirizzo dell offerta per soddisfare tale bisogno. Questa funzione si realizza tramite un rapporto di tipo non più consultivo bensì operativo con le Aggregazioni Funzionali Territoriali dei Medici di Medicina Generale o con forme più evolute, ove sia possibile o prevista la loro realizzazione, quali le Unità territoriali Assistenza Primaria (UTAP) da far evolvere in Unità complesse di Cure Primarie (UCCP) attraverso la costituzione delle unità assistenziali multi-professionali (MMG, PLS, specialisti SUMAI e ospedalieri, infermieri, riabilitatori, tecnico sanitari di radiologia e laboratorio, OSS, amministrativi) che nella sostanza inglobano le forme associative della medicina generale. Tale rapporto trova la propria realizzazione nell ambito dell Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali (UCAD). Tale collaborazione si traduce in azioni misurabili di garanzia della continuità assistenziale ed applicazione del principio di integrazione delle cure primarie. Come tali, le medesime azioni sono oggetto di monitoraggio di impatto sulla salute dei cittadini da parte dell Agenzia Sanitaria Regionale (vedi indicatori riportati in Allegato 1) che ne dà comunicazione nel rispetto dei principi di rendicontazione sociale. - Modalità organizzative. Al fine del raggiungimento degli obbiettivi descritti si dà mandato alle Direzioni Aziendali di disporre, entro il termine del 31/12/2014 così come indicato nella DGR n. 1408/2013, quanto necessario all attivazione di esperienze pilota, in grado di realizzare la presa in carico continuativa. Le Direzioni aziendali dovranno anche indicare le modalità di attuazione delle sperimentazioni e le modalità di attuazione degli strumenti di verifica e di condivisione dei risultati del monitoraggio. Quali sedi saranno privilegiate, a tal fine, sia gli ospedali oggetto di trasformazione che dovranno in questo processo diventare ospedali di distretto sia Case della Salute esistenti o di nuova realizzazione. La Regione, su proposta delle Direzioni Aziendali, predisporrà, sulla base delle caratteristiche demografiche e sociali una mappatura delle aree dove insediare le strutture indicandone anche la tipologia.
5 In tali strutture è necessario prevedere la presenza di: - tutte le funzioni di sportello distrettuale (anagrafe, CUP etc.) - centro prelievi con modello organizzato di trasporto sia ordinario che d urgenza dei campioni biologici da analizzare - sede dell assistenza domiciliare e ambulatorio infermieristico di famiglia - consultorio familiare - ambulatori specialistici, se possibile con forte collegamento con l ospedale di riferimento - radiologia tradizionale ed ecografia con collegamento alla centrale operativa per la lettura dei referti a distanza - day hospital/day service ambulatoriale, con particolare riferimento alle patologie croniche (scompenso cardiaco, BPCO, diabete) - day surgery/chirurgia ambulatoriale - dialisi - medicina Generale in forma associativa, con copertura a partire da h12 su 6 giorni per arrivare, a regime ad h 24 su 7 giorni; tale obiettivo può essere raggiunto attraverso l inserimento dei Medici della continuità assistenziale (Guardia Medica), con presenza o stretto collegamento con il 118 e gestione del punto territoriale di primo intervento per i codici bianchi e verdi h24, qualora previsto - servizio di guardia medica nei periodi non coperti dai MMG garantendo la continuità assitenziale fino alle 24h 7giorni su 7 - sede dell automedica del 118, laddove previsto - punto di primo intervento h12, laddove previsto - supporto amministrativo e informatico Eventuali funzioni degenziali dovranno essere limitate alla post-acuzie (cure intermedie, riabilitazione, RSA post-acuti) privilegiando le patologie croniche individuate con DGR 518/2012; dovrà essere previsto un servizio di guardia attiva, eventualmente anche con l apporto di medici convenzionati o del Servizio di Continuità Assistenziale e il collegamento con l ospedale per l eventuale intervento di specialisti reperibili e/o trasporti protetti. Tali assetti gestionali sperimentali - pur nell ambito della peculiarità locali dovranno assicurare i seguenti requisiti minimi comuni: - centralità logistica e funzionale in una forma associativa evoluta di Medici di Medicina Generale (UCCP) privilegiando aggregazioni con esperienze di partecipazione ai progetti proposti dalla rispettiva Direzione Aziendale; - il coordinamento funzionale si realizza attraverso protocolli operativi promossi dalle Direzioni distrettuali di concerto con tutti gli attori (MMG, PLS, MCA, specialistica ambulatoriale, Servizio 118 e Dipartimenti di Emergenza Accettazione, infermiere di comunità) in modo da assicurare la copertura nei termini stabiliti dalla Legge n.189/2012; - adozione dei percorsi per le patologie croniche di cui alla DGR 518/2012 e di PDTA condivisi, come elaborati dalle reti del vigente Piano Sanitario Regionale;
6 - sottoscrizione di un impegno di reciprocità riguardo lo scambio di informazioni/paziente da condividere nel corso dei passaggi maggiormente a rischio di vuoti informativi per il paziente fragile, ad esempio: - dimissione MMG/PLS/MCA da ricovero ospedaliero vs - MMG/PLS/MCA medico di continuità assistenziale vs - medico di continuità assistenziale vs MMG/PLS - MMG, l area della specialistica e diagnostica ambulatoriale PLS, MCA vs ospedaliera in modo da costituire una rete di garanzia che protegga da difficoltà logistiche, dalle diverso stato contrattuale dei professionisti, dalle turnazioni ( variabili. discontinuità legate al feriale-festivo, giorno-notte) così come da altre - promozione e monitoraggio del ruolo delle professioni non mediche su nuove responsabilità (case manager), così come delle assistenti familiari e del terzo settore come attori cruciali di un sistema socio sanitario diretto all integrazione, secondo i principi del Chronic Care Model - inclusione degli indicatori di fragilità sociale nella valutazione della popolazione assistita, soprattutto riguardo ai programmi riabilitativi e di attenzioni domiciliari che seguono i ricoveri ospedalieri (ad esempio sperimentazioni già in atto quali Codice d Argento e/o di Risposta sociosanitaria alle fragilità). - Gestione delle attività di ricovero nella degenza affidate al Responsabile Coordinatore infermieristico. Tale processo di riorganizzazione del SSR ha la necessità di una trasformazione culturale di tutto il personale sanitario; è di fondamentale importanza pertanto attivare concreti programmi di formazione e aggiornamento obbligatori (ECM) per tutto il personale coinvoltoli al quale debbono essere associate capillari campagne informative per i cittadini in merito ai modelli di presa in carico e alle reti assistenziali integrate tra territorio e ospedale e tra sanitario e sociale. Allegato 1 INDICATORI ATTIVITA DISTRETTI 1 - Tasso ospedalizzazione standardizzato x età 2 - Tasso ricovero day hospital standardizzato x età 3 - Consumo totale prestazioni specialistiche ambulatoriali 4 - Tempi attesa per prestazioni specialistiche ambulatoriali programmabili 5 - Soggetti seguiti in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) 6 - Costo giornata Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) 7 - Posti letto per anziani in strutture residenziali) suddiviso per RSA, RP Centri Diurni 8 Dati di degenza e presenza suddiviso per RSA, RP, Centri Diurni 9 Numero Unità Valutazione Multidimensionale attivate 10 - Scompenso cardiocircolatorio (SCC): ricoveri ripetuti entro 1 anno suddivisi x classi età 11 - Scompenso cardiocircolatorio (SCC): ricoveri ripetuti entro 1 mese suddivisi x classi età 12 - % soggetti con -bloccantiβdiagnosi di SCC in terapia con 13 - % soggetti con diagnosi di SCC in terapia con ACE inibitori e/o ARBs 14 - % soggetti che assumono antidiabetici orali che hanno effettuato dosaggio HB glicata 15 - % soggetti che assumono antidiabetici orali che hanno effettuato esame urine 16 - % soggetti che assumono antidiabetici orali che hanno effettuato dosaggio creatininemia 17 - % soggetti che assumono antidiabetici orali che hanno effettuato esame fundus 18 - BPCO (Drg 88): ricoveri ripetuti entro 1 anno suddivisi x classi età 19 - BPCO (Drg 88): ricoveri ripetuti entro 1 mese suddivisi x classi età 20 - % soggetti che βassumono 2 agonisti e/o steroidi inalatori 21 - % soggetti che βassumono 2 agonisti e/o steroidi inalatori con spirometria 22 - Tasso ricovero per diabete anni 23 - Tasso ricovero per BPCO anni
7 24 - Tasso ricovero per SCC anni 25 - Soggetti con SCC presi in carico 26- Soggetti con diabete mellito presi in carico 27 - Soggetti con BPCO presi in carico FINE TESTO
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