Famiglia di sangue e famiglia adottiva: la tradizionale interazione tra i due modelli sul piano normativo.
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1 SOMMARIO INTRODUZIONE Famiglia di sangue e famiglia adottiva: la tradizionale interazione tra i due modelli sul piano normativo. La recente legge di riforma delle adozioni: luci ed ombre. p CAPITOLO PRIMO IL DIRITTO DEL MINORE ALLA FAMIGLIA E LA REVI- SIONE DELLA DISCIPLINA DELL AFFIDAMENTO ETERO-FAMILIARE La scelta del legislatore riformista a favore della famiglia senza aggettivazione quale luogo privilegiato per assicurare l armonico sviluppo della personalità del minore. La decisa svolta dell ordinamento verso una politica di deistituzionalizzazione dei minori. La nuova disciplina sulla nomina del tutore per i minori ricoverati presso comunità di tipo familiare e istituti di assistenza pubblici e privati. La ratio della normativa: necessità di equiparare la posizione degli affidatari e di prevedere un tutore esterno alla struttura che possa garantire maggiormente le istanze del minore. L abrogazione tacita dell art. 402 cod. civ. L accentuazione dell obbligo di informazione a carico dei servizi sociali durante l affidamento etero-familiare. La priorità del diritto del minore a vivere nella propria famiglia. Disagio economico e inidoneità dei genitori. La previsione di sostegni ed interventi a favore delle famiglie a rischio. Genericità e vaghezza delle previsioni in tema di assistenza all infanzia ed alla famiglia. Il pericolo dell incremento del divario tra le diverse realtà regionali
2 Autonoma configurazione dell affidamento etero-familiare rispetto alla disciplina disposta per assicurare il diritto del minore di crescere e di essere educato nell àmbito della propria famiglia d origine. Carattere generale della normativa sull affidamento etero-familiare. p Un occasione mancata dalla legge di riforma: il problema di unificare le competenze in tema di diritto familiare e minorile. La diversa funzione di natura rimediale e tendenzialmente temporanea assegnata all affidamento etero-familiare. L istituto quale prima risposta all insuccesso dei programmi assistenziali a favore della famiglia di origine del minore. Determinazione del periodo di durata dell affidamento. La possibilità di proroghe. Critica. I nuovi compiti del servizio sociale locale. I rischi di un eccessiva amministrativizzazione dell affidamento c.d. consensuale. I poteri degli affidatari. Sottrazione dalla loro funzione del compito di agevolare i rapporti del minore con la sua famiglia di origine e di favorire il suo rientro nell ambiente familiare di origine. Possibili conseguenze. Considerazioni conclusive. Ambiguità della disciplina riformata. Opportunità di prevedere criteri di selezione delle coppie affidatarie CAPITOLO SECONDO LA SCELTA DEI GENITORI ADOTTIVI E LA CULTURA DELL ACCOGLIENZA I requisiti soggettivi degli aspiranti all adozione: un problema ancora aperto. Il matrimonio della coppia aspirante all adozione. La finalità della norma tra esigenze di stabilità e serietà del rapporto di coppia e l imprescindibile necessità del vincolo matrimoniale. Critica. p Il sempre più alto indice d incidenza delle situazioni di convivenza che non trovano fondamento nel matrimonio. Il medesimo elemento fondante alla base del matrimonio e della libera convivenza: la spontanea comunione di vita, il sentimento, il rispetto reciproco, la
3 volontà di perseguire disegni di vita comune. La tendenza verso la privatizzazione della crisi del rapporto coniugale. L identità sostanziale dell interesse del figlio, legittimo o naturale, e l analoga regolamentazione, limitatamente alla prole, del momento fisiologico e di quello patologico della famiglia legittima e della comunità familiare di fatto. Matrimonio e convivenza: due modelli in costante avvicinamento. Inopportunità della scelta legislativa, anche al fine di evitare irragionevoli discriminazioni, di escludere la possibilità dell adozione legittimante da parte di coppie non coniugate, il cui rapporto presenti i requisiti di solidità e di stabilità. La difficoltà di verificare la veridicità dei requisiti in ordine alla mancanza della separazione di fatto ed all effettiva durata della convivenza prematrimoniale. L adozione da parte di coppie omosessuali. Opportunità di un esclusione. L adozione legittimante da parte di persone sole. Esigenza di garantire al minore una doppia figura genitoriale ai fini di un armonica crescita. Inaccettabilità dell orientamento volto a creare orfani in forza di legge. Il requisito dell età degli adottanti nella precedente regolamentazione normativa. Gli interventi della Corte costituzionale e la riformulazione, a livello interpretativo, delle regole sulla differenza d età. La disciplina riformata. L incoerenza del disposto sul piano logico-formale. Il giuoco delle parti: la regola si rivela eccezione, l eccezione diviene regola. L opportunità della scelta legislativa, sul piano contenutistico, a favore di una disciplina flessibile che permetta di garantire una più concreta ed efficace promozione dell interesse del minore. La tesi che identifica l idoneità affettiva e la capacità di educare, istruire e mantenere i minori. Critica. 27. L idoneità affettiva quale accettazione del minore nel rispetto della sua individualità di persona e quale fondamento per orientare un corretto svolgimento del compito educativo
4 L importanza centrale, ai fini della valutazione complessiva sull idoneità della coppia, delle motivazioni poste a base della scelta adottiva. I cc.dd. indicatori di rischio di fallimento adottivo. La necessità di promuovere una cultura dell accoglienza del minore, non circoscritta al momento della mera informazione ma tendente alla preparazione ed alla formazione delle famiglie adottive ed affidatarie. La cultura dell accoglienza quale fondamento dei criteri preferenziali nella scelta delle coppie aspiranti all adozione. L adozione del minore handicappato e del minore grandicello. Le misure di sostegno: loro insufficienza. Necessità di un attenta analisi del minore al fine di garantire una scelta della famiglia adottiva più consona alle sue esigenze. Le modifiche introdotte dalla riforma in relazione alla fase di presentazione delle domande e di verifica dei requisiti degli aspiranti all adozione. Critica. I pericoli di un ulteriore burocratizzazione del procedimento. La collaborazione dei servizi sociali ai fini dell accertamento dei requisiti delle coppie aspiranti all adozione. L esigenza di una più stretta interazione tra giudice e servizi sociali ai fini dell abbinamento. p CAPITOLO TERZO LA RIFORMA DELLE ADOZIONI TRA LOGICHE TRADI- ZIONALI E PROFILI INNOVATIVI Capacità ed incapacità di agire del minore. L emersione di diritti disarmati poiché privi di strumenti di tutela giurisdizionale diretta da parte del titolare. La nuova filosofia delle Convenzioni internazionali in materia di tutela dei diritti del fanciullo: l ascolto e la partecipazione del minore nei procedimenti giudiziari ed amministrativi che lo riguardano. L ambiguità del quadro normativo offerto dal nostro sistema in materia rispetto alla disciplina convenzionale e l intervento di ortopedia giuridica della Corte costituzionale in tema di giudizi camerali ablativi della potestà parentale
5 Partecipazione ed ascolto del minore nel procedimento adottivo. La funzione del consenso del minore; il ribaltamento della prospettiva tradizionale che affidava all adottante il diritto di scelta. 38. L audizione del minore. In particolare l audizione del minore di età inferiore ai dodici anni in considerazione della sua capacità di discernimento. La necessità di motivazione della decisione. 39. L audizione dei discendenti della coppia adottante: insufficienza ed incoerenza della disciplina. 40. Il favor veritatis nell àmbito della filiazione legittima. 41. Il favor veritatis in tema di filiazione naturale quale strumento di realizzazione del principio costituzionale di responsabilità dei genitori per il fatto della procreazione. 42. Il superamento del sistema di segretezza nell àmbito degli istituti adottivi: la diffidenza della dottrina e della giurisprudenza. Critica. 43. I soggetti legittimati ad avere accesso alle informazioni. La diversa ratio sottesa all accesso alle notizie nei confronti dei responsabili di strutture ospedaliere e di presidi sanitari, dei genitori adottivi e dell adottato. 44. Il conflitto tra il diritto all anonimato dei genitori di sangue ed il diritto alla conoscenza delle proprie origini. 45. Il diritto dell adottato maggiorenne di conoscere le proprie origini. Inadeguatezza ed incongruenza dell attuale disciplina. 46. L opportunità di fornire ai genitori adottivi le informazioni relative al patrimonio genetico del minore Diversità e specificità della famiglia degli affetti rispetto a quella c.d. biologica. Necessità di un nuovo modo di intendere l adozione. 47. L adozione in casi particolari: le resistenze e le perplessità emerse in dottrina in relazione all opportunità della previsione del nuovo modello adottivo. 48. La nuova tendenza volta a rivalutare l adozione in casi particolari ed a sottolineare la flessibilità dello schema formale dell istituto. Unicità della funzione pur nella molteplicità delle finalità sottese alle varie ipotesi nelle quali si ammette il ricorso all istituto. p
6 L adozione del minore orfano da parte dei parenti e di terzi. L esigenza di conservazione dei rapporti con il nucleo di origine e la valorizzare dei legami affettivi duraturi e stabili del minore. L adozione da parte del coniuge del genitore biologico tra coesione della famiglia ricostituita e interesse preminente del minore. In particolare l adozione da parte del vedovo del genitore biologico del minore. L adozione dei minori per i quali sia stata accertata l impossibilità di affidamento preadottivo. L adozione del minore handicappato. Inutilità del disposto. p Autori Decisioni Sommario
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