Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da. Presentazione. Avviso 5/2011 II scadenza
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- Mariangela Antonelli
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1 Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da Presentazione Avviso 5/2011 II scadenza Corso di formazione per ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE (D.M. 10/03/1998) Rischio MEDIO Costabile Lo Schiavo
2 Corso di formazione per ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE Rischio MEDIO (D.M. 10/03/1998) Docente: Costabile Lo Schiavo
3 D.M. 10 MARZO 1998 e Art. 46 D.Lgs 81/2008 SICUREZZA ANTINCENDIO NEI LUOGHI DI LAVORO E FORMAZIONE IL DECRETO STABILISCE: I criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro Le misure di prevenzione e di protezione antincendio da adottare al fine di ridurre l insorgenza di incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi.
4 VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI INCENDIO La prevenzione dei rischi, L informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti, La formazione dei lavoratori, Le misure tecnico organizzative destinate a porre in atto tutti i provvedimenti necessari. La valutazione dei rischi di incendio tiene conto: del tipo di attività; dei materiali immagazzinati e manipolati; delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi; delle caratteristiche costruttive del luogo di lavoro, compresi i materiali di rivestimento; delle dimensioni e dell articolazione del luogo di lavoro; del numero di persone presenti, lavoratori dipendenti o altre persone. La valutazione si articola nelle seguenti fasi: Individuazione del tipo di attività; Individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a rischio; Eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio; Valutazione del rischio residuo di incendio; Verifica dell adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti.
5 MISURE PREVENTIVE, PROTETTIVE E PRECAUZIONALI DI ESERCIZIO All esito della valutazione dei rischi di incendio, il datore di lavoro adotta le misure finalizzate a : Ridurre la probabilità di insorgenza di un incendio; Realizzare le vie e le uscite di emergenza; Realizzare le misure per una rapida segnalazione dell incendio; Fornire ai lavoratori un adeguata formazione sui rischi di incendio. All esito della valutazione dei rischi di incendio e sulla base del piano di emergenza, il datore di lavoro è tenuto a designareuno o più lavoratori incaricati all attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze. I Lavoratori designati devono frequentare il corso di formazione correlato alla tipologia delle attività ed al livello di rischio incendio delle stesse: livello di rischio ELEVATO; livello di rischio MEDIO; livello di rischio BASSO.
6 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI Raramente, un INCENDIO si verifica per cause cosiddette naturali o imponderabili!!! Normalmente si verifica per: Inosservanza di norme tecniche o comportamenti Imprudenza dell uomo PREVENZIONE Conoscere i potenziali pericoli Osservare con attenzione le regole comportamentali di sicurezza Prevenzione significa curare la progettazione, l organizzazione, la gestione ed il controlloperiodicodei luoghi di lavoro e dei mezzi di rilevamento ed estinzione incendi. Alcune regole comportamentali: Non abbandonare mozziconi di sigarette Non abbandonare stracci imbevuti di oli, solventi, benzine in luoghi pericolosi Non usare attrezzature a fiamma libera in modo scorretto Pulire da depositi oleosi e dalle polveri combustibili le superfici dei locali e dei macchinari Riporre i materiali combustibili, specialmente se liquidi infiammabili, nelle aree adatte.
7 Progettazione, organizzazione e gestione dei luoghi di lavoro vuol dire: Adottare impianti elettrici a regola d arte; Rispettare e far rispettare i cartelli indicativi di divieto (fumo, fiamme libere) Se si utilizzano liquidi infiammabili controllare se ci sono perdite dei recipienti e serbatoi; qualora fosse, asciugare pavimenti o superfici bagnate con materiali idonei, evitando di spargere segatura; Evitare cumuli di segature, polveri combustibili, detriti e rifiuti in genere, depositi oleosi che costituiscono fonti potenziali di pericolo; I materiali infiammabili vanno deposti nelle aree designate, lontani da sorgenti di calore, entro recipienti chiusi e non di vetro; Le aree destinate ai mezzi di estinzione incendi (estintori e idranti) nonché le aree di deflusso del personale in condizioni di emergenza, vanno sempre tenute libere, adeguatamente indicate e sgombre da impedimenti di qualsiasi natura;
8 MISURE RELATIVE ALLE VIE D USCITA IN CASO D INCENDIO Tratto dall allegato 3.3 D.M. 10/3/98 CRITERI GENERALI 1. ogni luogo di lavoro deve disporre di vie d uscita; 2. ciascuna via d uscita deve essere indipendente dalle altre; 3. dove è prevista più di una via d uscita, il percorso non deve essere superiore a: mt. (1 minuto) per aree a rischio elevato mt. (3 minuti) per aree a rischio medio (5 minuti) per aree a rischio basso 4. le vie d uscita devono sempre condurre ad un luogo sicuro 5. le vie d uscita devono essere di larghezza sufficiente in relazione al numero di occupanti 6.le scale devono essere protette tramite strutture e porte resistenti al fuoco 7. le uscite devono essere sempre disponibili per l uso e tenute libere in ogni momento 8.ogni porta sul percorso d uscita deve poter essere aperta facilmenteed immediatamente dalle persone in esodo
9 NUMERO E LARGHEZZA USCITE DI PIANO E sufficiente una sola uscita, tranne: a. affollamento di piano > 50 persone b. nell area interessata ci sono pericoli d esplosione e specifici rischi d incendio Quando non è sufficiente una sola uscita, il numero dipende : a. dalle persone presenti b. dalla lunghezza dei percorsi d uscita
10 LUOGHI A RISCHIO INCENDIO MEDIO-BASSO LARGHEZZA USCITE (L): A= affollamento L= A/50 x 0,60 0,80 = larghezza minima del modulo Esempio: A = 75 persone (>50), quindi: 2 moduli, cioè 2 uscite da 0,80 m Esempio: A = 120persone (>50), quindi: 3 moduli, minimo 2 uscite da 1,20 m ed una da 0,80 m
11 UN PO DI NORMATIVA
12 UN PO DI STATISTICHE
13 I PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE Che cos è la combustione?
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15 I COMBUSTIBILI
16 In base al combustibile si definisce il tipo di fuoco (UNI EN 2)
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21 I COMBURENTI Il comburente più diffuso è l ossigeno
22 LE TIPOLOGIE DI INNESCO
23 LE TIPOLOGIE DI INNESCO
24 LE TIPOLOGIE DI INNESCO
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26 IL TRIANGOLO DEL FUOCO
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28 TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA
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31 IL CAMPO DI INFIAMMABILITA
32 TEMPERATURA DI ACCENSIONE E AUTOACCENSIONE
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34 COMBUSTIBILI SOGGETTI ALL AUTOCOMBUSTIONE
35 LA TEMPERATURA DI UNA FIAMMA
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37 Sostanza Propagazione e incendio Pericolo di scoppio Temperatura di autoaccensione Azione tossica Carbone, legna, carta, cartone LENTA NO C NO Gomma, resina, plastica LENTA NO C SI Trucioli, segatura, tessuti MEDIA NO C DEBOLE Paglia, fuliggine, stracci unti MEDIA NO C NO Vernici, polveri metalliche RAPIDA SI C SI Oli combustibili lubrificanti MEDIA DIFFICILE C NO Petrolio RAPIDA DEBOLE C DEBOLE Benzine, acquaragia, alcoli MOLTO RAPIDA SI C NO Metano, propano, acetilene ISTANTANEA SI C NO Motori elettrici, trasformatori MEDIA NO - NO
38 LA TEMPERATURA DI COMBUSTIONE
39 I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
40 LE FIAMME
41 IL CALORE
42 I FUMI E LE PARTICELLE
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44 IMPORTANTE!!!
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48 COSA FARE E NON FARE
49 I GAS E I VAPORI
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