AREE INDUSTRIALI E POLITICHE DI PIANO
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1 AREE INDUSTRIALI E POLITICHE DI PIANO Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile Università Roma Tre- Dipartimento di Architettura Roma, 30 gennaio 2014 Le criticità del rischio nelle aree industriali e le opportunità degli investimenti per la sicurezza Relatore: Dott. Francesco Astorri Ente :
2 Aree Critiche Definizione di Aree Critiche nel panorama normativo italiano: aree ad elevato rischio di crisi ambientale (art. 7 L. 349/89, art. 74 D.Lgs. 112/98); aree ad elevata concentrazione di attività industriali (DL 351/96, di modifica del D.P.R. 175/88); aree soggette ad intese per il risanamento, il disinquinamento ed il rilancio (accordi di programma, art. 26 D.Lgs. 112/98); aree ad elevata concentrazione di stabilimenti (art. 13 D.Lgs. 334/99).
3 Aree Critiche aree ad elevata concentrazione di stabilimenti AECS (art. 13 D.Lgs. 334/99). Con i disposti del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. si attua l estensione della valutazione integrata tra i vari stabilimenti e tra gli stabilimenti e il territorio. Riferimenti normativi: il D.Lgs. 334/99 Artt. 12, 13 e 20
4 Riferimenti normativi: il D.Lgs. 334/99 Art. 12 comma 1 Il ministero dell ambiente, nelle more del D.Lgs. 112/98 (che demanda alla regione la disciplina per l esercizio delle competenze amministrative in materia di incidenti rilevanti) individua gli stabilimenti. per i quali la probabilità o la possibilità o le conseguenze di un incidente rilevante possono essere maggiori a causa: del luogo della vicinanza degli stabilimenti stessi, dell inventario delle sostanze pericolose presenti in essi.
5 Riferimenti normativi: il D.Lgs. 334/99 Art. 13 comma 1: nelle more dell applicazione di quanto previsto dal D.Lgs. 112/98, prevede che il Ministero dell Ambiente, sentita la regione e il CTR: individui le AECS coordini il reperimento e lo scambio delle informazioni necessarie e la predisposizione, da parte dei gestori o loro consorzio, dello studio di sicurezza integrato d area; predisponga, anche sulla base degli esiti dello studio di sicurezza integrato, un piano di intervento e individui le misure urgenti
6 Riferimenti normativi: il D.Lgs. 334/99 Art. 13 comma 2: prevede che il Ministero dell ambiente, con decreti applicativi, di concerto con i Ministeri dell interno, Salute e Sviluppo Economico, e d intesa con la Conferenza Stato-Regioni, stabilisca: criteri di individuazione e perimetrazione delle aree; procedure per lo scambio delle informazioni e la predisposizione dello studio di sicurezza integrato d area; procedure per l informazione della popolazione; linee guida per la predisposizione dei piani di intervento
7 Riferimenti normativi: il D.Lgs. 334/99 Art. 20: prevede che il prefetto, di intesa con regione ed enti locali, rediga un piano d emergenza esterno integrato per l area interessata.
8 Riferimenti normativi: il D.Lgs. 334/99 Secondo l art. 13 del D.Lgs. 334/99, un'area deve essere ritenuta ad elevata concentrazione di stabilimenti qualora: siano ipotizzabili effetti domino che coinvolgano gruppi di stabilimenti e che tale situazione comporti un aggravio del rischio a causa di un incremento di probabilità e/o conseguenze di incidenti rilevanti. Si è ritenuto opportuno valutare la significatività dell aggravio di rischio nelle aree individuate in funzione delle eventuali peculiarità del luogo quali: la presenza di elementi territoriali e ambientali vulnerabili nelle zone di danno le problematiche specifiche legate: alla pianificazione dell emergenza alla pianificazione dello sviluppo urbanistico del territorio.
9 Bozza di Decreto Aree Critiche (DAC) Istituzione Tavolo tecnico (2009) con l obiettivo di definire un testo condiviso a livello tecnico da sottoporre al concerto dei Ministeri interessati (MATTM, Interno, Salute, MISE) e successivamente alla Conferenza Stato-Regioni per acquisire l intesa.
10 Studi di sicurezza integrati Livorno: Piano di risanamento per le aree critiche a elevata concentrazione industriale di Livorno e Piombino Analisi del rischio e strategie di Intervento Siracusa: Predisposizione volontaria dello Studio di Sicurezza Integrato dell Area di Priolo Agusta-Melilli Valutazione dello Studio e definizione delle ipotesi di intervento utili al superamento delle principali criticità Porto Marghera: Studio integrato d Area di porto Marghera Analisi del rischio e definizione di una metodologia per l identificazione e la valutazione del rischio di effetto domino nell industria di processo
11 Contenuti del DAC Testo e Allegati tecnici All. 1 Criteri per l identificazione e valutazione degli effetti domino All. 2 Criteri per l individuazione delle Aree ad elevata concentrazione di stabilimenti All. 3 Criteri per la perimetrazione delle Aree RIR e procedure tecniche per la predisposizione dello Studio di Sicurezza Integrato d Area All. 4 Procedure tecniche per la valutazione dello Studio di Sicurezza Integrato d Area e Linee guida per la predisposizione del Piano di intervento
12 Criteri generali di applicazione DAC il costante coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate (regione,provincia, comune), soprattutto nelle fasi decisionali e di proposte di piano,anche attraverso apposite Conferenze di servizi, il ruolo attivo e propositivo dei Comitati tecnici regionali nelle valutazioni,verifiche e aggiornamenti, le attività di istruttoria tecnica da parte di a supporto delle fasi approvative del Ministero, le responsabilità di elaborazione e di scambio di informazioni a carico dei Gestori.
13 Ruolo Coinvolgimento di linee di attività esistenti o realizzazione di applicazioni ad hoc per le aree critiche: Inventario Seveso Supporto all analisi integrata del rischio (l esperienza del SSIA Sicilia Orientale) Individuazione preliminare Gruppi Domino Potenziali (GDP) e identificazione delle Aree ad Elevata Concentrazione di Stabilimenti (AECS) per la prima fase di applicazione del "Decreto Aree Critiche" (DAC)
14 Inventario Nazionale Utilizzo delle informazioni, anche georeferenziate, consultabili attraverso l applicazione Web dell Inventario Nazionale delle industrie a Rischio d Incidente Rilevante
15 Individuazione GDP La prima legge della geografia (Waldo Tobler) dice: tutto è correlato con qualsiasi altra cosa ma le cose più vicine lo sono di più di quelle distanti.
16 Individuazione GDP Caso a 500 metri (Lombardia) POTENZIALE A POTENZIALE B
17 Individuazione GDP Caso a 1000 metri (Lombardia) FUSIONE 2 GRUPPI DOMINO POTENZIALI A_B
18 Individuazione GDP Caso a 500 metri (Lombardia) POTENZIALE A POTENZIALE C POTENZIALE B
19 Individuazione GDP Caso a 1000 metri (Lombardia) POTENZIALE A POTENZIALE C POTENZIALE B
20 Individuazione GDP Caso a 500 metri (Sicilia Orientale) POTENZIALE A POTENZIALE B POTENZIALE C POTENZIALE D
21 Individuazione GDP Caso a 1000 metri (Sicilia Orientale) POTENZIALE A POTENZIALE B POTENZIALE D POTENZIALE C
22 Individuazione GDP Applicazione criterio di significatività di I Livello GDP costituiti da almeno 3 stabilimenti Distanza tra GDP inferiore a 1500 metri POTENZIALE A POTENZIALE B POTENZIALE C
23 Individuazione GDP Applicazione criterio di significatività di I Livello GDP costituiti da almeno 3 stabilimenti Distanza tra GDP inferiore a 1500 metri POTENZIALE A POTENZIALE B Eliminato
24 Individuazione GDP Applicazione criterio di significatività di II Livello Identificazione di un indice di pericolosità di Incendio, Esplosione e Tossicità in base alle sostanze detenute POTENZIALE A Sostanze Pericolosità T POTENZIALE B
25 Individuazione preliminare AECS 1. Applicazione criterio geometrico + screening I Livello
26 Supporto per SSIA e P. Intervento L esperienza di Siracusa (Sicilia Orientale) 1) Riallineamento dati geografici SSIA (stabilimenti, sorgenti di rischio) 2) Integrazione nuovi dati (condotte, nodi e bersagli sensibili, PRG, ecc.) 3) Analisi geospaziali (analisi sensibilità, calcolo fasce isorischio) 4) Modello conseguenze ambientali (Studio Condotta Interconnecting ) 5) Output cartografico (rapporti conclusivi)
27 Individuazione Effetto Domino 1. Analisi preliminare di dettaglio 2. Set di informazioni e dati aggiornati tratti dai contenuti in RdS
28 Grazie per l attenzione Contatti: Dott. Francesco Astorri francesco.astorri@isprambiente.it Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale
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