Corretta gestione dei rifiuti derivanti da prodotti fitosanitari

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1 Corretta gestione dei rifiuti derivanti da prodotti fitosanitari Elena Anselmetti Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio Le nuove norme nell ambito degli Agrofarmaci Biella, 2 febbraio 2016

2 Caratteristiche generali I rifiuti di prodotti fitosanitari sono disciplinati dal d.lgs. 152/2006 una normativa in continua evoluzione si rende necessario un aggiornamento continuo Esempi di rifiuti, che possono essere sia liquidi sia solidi : Rimanenze (miscele inutilizzate di prodotti fitosanitari all interno dell irroratrice) Prodotti fitosanitari revocati o scaduti Imballaggi primari Materiali filtranti Materiali derivanti dal tamponamento di perdite o di gocciolamenti in quanto contaminati da p.f. Acque di lavaggio delle irroratrici Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto Torino, di cui 27 il ottobre detentore 2015 si disfi o abbia deciso o abbia l obbligo di disfarsi

3 La codifica Il rifiuto deve essere codificato fin dal momento della sua produzione (codice CER) dal produttore del rifiuto, che ne è responsabile I rifiuti di p.f. che contengono sostanze classificate come pericolose (vedi etichetta) I rifiuti di p.f. che NON contengono sostanze classificate come pericolose (vedi etichetta) RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI Codice CER * (Rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose) RIFIUTI SPECIALI Codice CER

4 Il deposito in azienda Il rifiuto fitosanitario può essere mantenuto in azienda in attesa dell allontamento, secondo le disposizioni stabilite dal d.lgs. 152/2006, art.183, comma 1, lettera bb) per il DEPOSITO TEMPORANEO senza alcun provvedimento, ovvero né autorizzazione né comunicazione comunque rispettando le seguenti prescrizioni Reg. 850/2204 per lo stoccaggio e l imballaggio di rifiuti che contengono inquinanti organici persistenti > rifiuti speciali pericolosi Tutti i rifiuti (speciali e speciali pericolosi) devono essere avviati alle operazioni di recupero o smaltimento con tempi diversi a seconda dei quantitativi Il deposito temporaneo deve essere organizzato per categorie omogenee di rifiuti Rispetto delle norme per l imballaggio e l etichettatura delle sostanze pericolose

5 Il deposito temporaneo in azienda 1, 10, Relativamente alle dimensioni aziendali, le aziende agricole possono usufruire dei vantaggi di operare ai sensi del d.lgs. 152/2006, art. 183, comma 1 lettera bb), solo se le forme associative riguardano la cooperativa agricola o il consorzio.

6 Il deposito temporaneo in azienda I tempi entro cui procedere da parte dell azienda, o della cooperativa o del consorzio, ad allontanare i propri rifiuti sono così stabiliti: qualora le quantità depositate in azienda superano i 30 m 3 di Rifiuti Speciali (RS), dei quali massimo 10 m 3 costituiti da Rifiuti Speciali Pericolosi (RSP), essi devono essere asportati ogni 3 mesi; qualora le quantità depositate sono inferiori a tali limiti, occorre comunque procedere ad allontanare i rifiuti, siano essi RS o RSP, con cadenza minima annuale. Qualora non siano rispettati i tempi e i volumi massimi sopraindicati, il deposito di rifiuti in azienda si configura non più come deposito temporaneo, ma come stoccaggio, operazione che necessita di apposita autorizzazione rilasciata dall autorità competente (Regione o Provincia).

7 Il deposito in azienda Qualora non siano rispettati tutti i criteri citati precedentemente il rifiuto fitosanitario può essere mantenuto in azienda, in attesa dell allontamento, in un DEPOSITO PRELIMINARE autorizzato dall autorità competente (in Piemonte Province e Città metropolitana)

8 La registrazione dei rifiuti L impresa produttrice di rifiuto fitosanitario pericoloso deve annotarne la presenza in azienda entro 10 giorni lavorativi sul registro di carico/scarico da mantenere in azienda se la produzione > 2 t/anno Se < 2 t/anno il registro può in alternativa essere mantenuto presso una associazione di categoria 1 volta/anno invio entro il 30 aprile dell anno successivo del MUD (esonero sia del registro sia del MUD per imprenditori agricoli di cui all art CC con volumi d affari < 8.000,00 euro)

9 La fase di allontanamento L azienda agricola può allontanare i rifiuti scegliendo tra: Trasporto in conto proprio: iscrizione all Albo nazionale per la raccolta e trasporto dei rifiuti, sia RS sia RSP Conferimento a ditte specializzate (elenco completo e aggiornato sul sito che provvedono al trasporto e al conferimento ad impianti autorizzati

10 Il formulario per il trasporto Tutti i rifiuti (speciali non pericolosi e speciali pericolosi) durante il trasporto vanno accompagnati dal FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE DEI RIFIUTI (FIR) redatto e firmato dal produttore dei rifiuti in 4 copie Verificare che la 4 copia ritorni, firmata per accettazione dall impianto destinatario, in azienda entro 3 mesi dalla data di conferimento al trasportatore. In caso contrario occorre dare tempestiva comunicazione alla propria Provincia della mancata ricezione della 4 copia. Il formulario deve essere conservato in azienda per 5 anni!

11 La normativa sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari disposizioni attuative ancora in evoluzione si rende necessario un aggiornamento continuo d.lgs. 150/2012 Art. 17 Manipolazione e stoccaggio dei p.f. e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze Comma 1 non devono rappresentare un pericolo per la salute umana e per l ambiente: Stoccaggio di p.f. Manipolazione, diluizione e miscela prima dell applicazione Manipolazione imballaggi e rimanenze Smaltimento miscele rimanenti nei serbatoi Pulizia attrezzature Comma 2 Gli utilizzatori e, ove pertinente, i distributori, quali produttori e detentori di rifiuti sono obbligati al recupero o allo smaltimento dei p.f. inutilizzati o scaduti, delle rimanenze dei p.f. e dei relativi imballaggi secondo le prescrizioni di cui alla parte IV del d.lgs. 152/2006

12 La normativa sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari d.m. 12/2/2014 Piano d azione nazionale (PAN) A.6 Manipolazione e stoccaggio dei p.f. e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze Allegato VI Stoccaggio dei p.f. e dei rifiuti (caratteristiche dei locali, degli armadi ) VI.6 Al momento dell acquisto, nel caso di prodotti revocati ma ancora utilizzabili, il rivenditore è tenuto ad informare l acquirente sul periodo massimo entro il quale il p.f. deve essere utilizzato..

13 La normativa sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari d.m. 12/2/2014 Piano d azione nazionale (PAN) A.6 - Manipolazione e stoccaggio dei p.f. e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze A.6.1 In fase di predisposizione criteri di indirizzo sulle attrezzature e sulle soluzioni per la gestione dei reflui disposizioni attuative ancora in evoluzione si rende necessario un aggiornamento continuo

14 CTS Individuato un apposito GdL rifiuti Regione Piemonte, Regione Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Enea, Ispra Per la predisposizione dei criteri di indirizzo sulle attrezzature e sulle soluzioni per la gestione dei reflui

15 Sistemi per la gestione dei reflui da prodotti fitosanitari Sistemi fisici e chimico-fisici Sistemi di trattamento disponibili sul mercato che determinano una riduzione dei volumi di refluo attraverso l allontanamento della frazione acquosa concentrando, con modalità più o meno semplificate, le sostanze fitosanitarie presenti. I sistemi si distinguono per il tipo di rifiuto che rimane dopo il trattamento: un telo contenente residuo secco, un sacco contenente fango, un contenitore ADR contenente il residuo. Si rende poi necessario smaltire il rifiuto rimanente che risulta fortemente ridotto in volume, pur non avendo subito modifiche chimico-biologiche. Il beneficio di tali sistemi di gestione dei reflui fitosanitari consiste in una forte riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti speciali/speciali pericolosi, non solo per i quantitativi da avviare a smaltimento, ma anche per il ridotto numero di prelievi da parte del raccoglitore di rifiuti. Il deposito del materiale gestito con i sistemi fisici e chimico-fisici, previsto per un periodo limitato al termine del quale è necessario lo smaltimento come rifiuto del residuo risultante a seguito della separazione della frazione acquosa, viene disciplinato secondo le disposizioni stabilite per il deposito temporaneo di cui al d. lgs. 152/2006, art. 183, comma 1 lettera bb).

16 Sistemi per la gestione dei reflui da prodotti fitosanitari Sistemi biologici I sistemi biologici determinano una degradazione microbica delle sostanze attive immesse e quindi una trasformazione del rifiuto. Si tratta di un processo nel quale il refluo fitosanitario viene distribuito su un substrato (in genere costituito da terra e sostanza organica) all interno del quale agisce la flora microbica per la degradazione. Il deposito del materiale gestito con i sistemi biologici al momento non può essere ricondotto alle disposizioni stabilite per il deposito temporaneo per i seguenti motivi: Nei sistemi biologici avviene una vera e propria trasformazione del rifiuto Il periodo è superiore a quello previsto per il deposito temporaneo I volumi sono superiori a quelli previsti per il deposito temporaneo

17 19/10/2015 Consegnato al CTS documento contenente Bozza di criteri di indirizzo 22/12/2015 Valutazione tecnica del MATTM non condivide il documento, pur ammettendo che la disciplina vigente non è adeguata ai sistemi disponibili sul mercato Dicembre 2015 Contattato MATTM, ufficio legale: sembra sia possibile trovare una soluzione perché la direttiva europea è stata recepita in Italia in modo più restrittivo, ma occorre individuare un percorso Gennaio 2016 Contattato prof. Ettore Capri dell Università del Sacro Cuore di Piacenza 10 Febbraio 2016 Incontro tecnico presso MATTM Nei prossimi mesi si dovrà concertare col MATTM una proposta per l adeguamento normativo

18 La normativa sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Linee guida di indirizzo per la tutela dell ambiente acquatico e dell acqua potabile per la riduzione dell uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette d.m Misura n. 14 Adozione di sistemi aziendali per il deposito e la conservazione dei p.f. e dei rifiuti derivanti dal loro utilizzo caratterizzati da elevati standard di sicurezza Ulteriori criteri a quanto già previsto dal PAN Misura n. 15 Misure complementari per incrementare i livelli di sicurezza nelle fasi di deposito e conservazione dei p.f. e dei rifiuti derivanti dal loro utilizzo Realizzazione o adeguamento di aree attrezzate

19 Disposizioni regionali Disposizioni tecniche e procedurali per la corretta gestione dei contenitori vuoti di prodotti fitosanitari DGR , n Disciplina delle aree di salvaguardia delle captazioni idropotabili Piano di Utilizzazione dei Fertilizzanti e dei Prodotti Fitosanitari (PUFF) Regolamento 15/R/2006

20 Disposizioni regionali Disposizioni tecniche e procedurali per la corretta gestione dei contenitori vuoti di prodotti fitosanitari DGR , n Se un prodotto fitosanitario è classificato come pericoloso ne consegue che anche il relativo rifiuto è classificato come pericoloso La DGR stabilisce una condotta operativa che consente di classificare il contenitore vuoto (imballaggio primario) come rifiuto non pericoloso, gestendolo come rifiuto speciale non pericoloso solo se si eseguono le seguenti pratiche: - triplice lavaggio - etichettatura - conferimento al servizio pubblico di raccolta rifiuti

21 Disposizioni regionali Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano Regolamento 15/R/2006 Art. 6 (Vincoli e limitazioni d uso relativi alle zone di rispetto) 1. Nella zona di rispetto sono vietati l insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività:.. i) la gestione dei rifiuti;.

22 REGIONE PIEMONTE DIREZIONE Ambiente, Governo e Tutela del territorio SETTORE A1603A Servizi ambientali settore.rifiutieacque@regione.piemonte.it

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