INTERVENTI PER LO SVILUPPO DELLE ABILITA SOCIALI NEI PDD
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- Ada Spinelli
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1 INTERVENTI PER LO SVILUPPO DELLE ABILITA SOCIALI NEI PDD G. Doneddu*, R. Fadda** *Centro Regionale per i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, **Azienda Ospedaliera G. Brotzu Dipartimento di Psicologia, Università di Cagliari Gli esseri umani sono creature fortemente sociali, che discendono da una lunga linea evolutiva che ha favorito l adattamento alla vita in gruppi. I PDD alterano, in maniera drammatica, le capacita di relazione sociale. In particolare l autismo è caratterizzato da un deficit qualitativo della relazione sociale reciproca che si manifesta con deficit del contatto di sguardo, ridotta capacità di attenzione congiunta (rilevabile fino dal primo anno di vita), difficoltà nel riconoscimento delle emozioni, incapacità di 1
2 Percezione dello sguardo L individuazione della direzione dello sguardo degli altri è fondamentale per indirizzare il proprio sguardo nella stessa localizzazione spaziale e condividere un focus di interesse. E l attributo più complesso del cervello sociale adulto. E particolarmente importante per lo sviluppo della comprensione degli stati mentali e del linguaggio. Percezione delle emozioni Le emozioni possono essere definite come stati che coordinano l omeostasi in un ambiente complesso e dinamico. Poiché una delle caratteristiche dell ambiente è la dimensione sociale, le emozioni partecipano alla regolazione del comportamento sociale (Adolphs, 2003). Sei emozioni di base sono riconosciute in tutte le culture umane: felicità, tristezza, paura, rabbia, disgusto, stupore (Ekman, 1984). 2
3 Teoria della Mente Consiste nella capacità di comprendere che i comportamenti delle altre persone non sono prodotti dalla realtà dei fatti ma sono causati dai loro stati mentali. La prova di Sally e Ann (Baron-Cohen, Leslie e Frith, 1985 ) costituisce uno dei test più conosciuti per valutare lo sviluppo della ToM nei bambini. I bambini con sviluppo tipico sono in grado di risolvere il Test di Sally e Ann all età di 4 anni. Precursori indispensabili per lo sviluppo della capacità di mentalizzare sono il precoce stabilirsi del contatto di sguardo e la comparsa dell attenzione congiunta. Recentemente sono stati messi a punto specifici approcci di intervento per i deficit dell intelligenza sociale e della comunicazione. La maggioranza di questi interventi sono rivolti ai deficit centrali dei disturbi autistici in età precoce, che riguardano l attenzione congiunta, la comunicazione e il linguaggio, l imitazione e il gioco. Particolarmente efficaci si rivelano gli interventi basati su validi presupposti teorici e solide evidenze empiriche. 3
4 Questi interventi possono essere descritti all interno di un continuum, che va dagli approcci secondo i discrete-trial a quelli naturalistici. Nello specifico, è possibile distinguere all interno di questo continuum tre modelli principali di intervento: l approccio comportamentale didattico, l approccio comportamentale naturalistico e l approccio evolutivo al linguaggio. APPROCCIO COMPORTAMENTALE DIDATTICO Un esempio di approccio comportamentale didattico è la tecnica del discrete trial teaching, ideato da Loovas. La teoria sottostante è il modello del condizionamento operante di Skinner. L insegnamento avviene in setting specifici, con un numero di stimoli limitato. Generalmente, l adulto e il bambino siedono l uno di fronte all altro. L insegnamento è diretto dall adulto e organizzato in attività preselezionate, che vengono eseguite con trial concentrati. 4
5 Gli obiettivi sono definiti in termini di criteri di acquisizione misurabili e quantificabili. L insegnamento è costituito da sequenze ripetute, in cui l adulto inizia l attività e il bambino segue la sua guida. APPROCCIO COMPORTAMENTALE NATURALISTICO Esempi di approccio comportamentale naturalistico sono costituiti dall Incidental Teaching e dal Pivotal Respons Training, che si basano anch essi sul modello del condizionamento operante di Skinner. 5
6 APPROCCIO COMPORTAMENTALE NATURALISTICO I setting di insegnamento sono costituiti da contesti naturali, in cui vengono impiegati materiali particolarmente appetibili, che catturano l interesse del bambino e motivano la comunicazione. L interazione adulto-bambino è funzionale dal punto di vista pragmatico e i trial non sono concentrati. Inoltre, i trial padroneggiati sono intervallati con l insegnamento di nuove abilità. APPROCCIO COMPORTAMENTALE NATURALISTICO L interesse e il coinvolgimento del bambino costituiscono l obiettivo principale dell adulto, che crea una situazione in cui il bambino deve comunicare il desiderio per un oggetto o un attività. Una volta avvenuta la richiesta, l adulto segue la guida del bambino, fornendogli suggerimenti per produrre forme più mature di comunicazione. 6
7 APPROCCI EVOLUTIVI Il modello SCERTS di Prizant e Weterby e il modello DIR di Greenspan e Wielder sono approcci evolutivi per lo sviluppo del linguaggio, basati su modelli pragmatici. L intervento avviene in setting naturali o naturalistici, con attività significative o eventi scelti per elicitare l interesse del bambino e motivare la comunicazione. APPROCCI EVOLUTIVI L interazione implica il controllo condiviso, l alternanza del turno e la reciprocità. Le interazioni sono affettivamente ricche e di natura positiva. La condivisione delle emozioni è centrale per il processo di insegnamento. La comunicazione non verbale convenzionale si sviluppa precedentemente o contestualmente allo sviluppo del linguaggio. 7
8 APPROCCI EVOLUTIVI L adulto crea una situazione in cui il bambino indica l oggetto o l attività desiderata e fa sì che la comunicazione del bambino abbia successo, fornendo oggetti o attività desiderate. Vengono forniti continuamente suggerimenti o modelli per espandere il linguaggio e la comunicazione. CONCLUDENDO A fronte di una tale varietà di interventi è importante considerare che non esiste un unico approccio valido per tutti i bambini. L orientamento attuale è quello di applicare approcci misti, che utilizzano congiuntamente gli elementi più efficaci di ciascun metodo, a seconda delle caratteristiche e dei bisogni specifici di ciascun bambino (McDonnel, 1996). 8
9 CONCLUDENDO Il metodo di insegnamento di tipo didattico è molto potente negli interventi iniziali su bambini particolarmente oppositivi e che non mostrano alcuna motivazione all apprendimento. Gli approcci naturalistici sono invece consigliati, in combinazione con quelli didattici, per l insegnamento di abilità particolarmente difficili come la sintassi, i pronomi ecc. CONCLUDENDO L aspetto maggiormente sottolineato dalla letteratura specialistica sull argomento è che, in ciascuno degli approccio precedentemente descritti, l insegnamento delle abilità sociali è efficace quando è basato su strategie attentamente pianificate e su specifiche pratiche di rinforzo. 9
10 BIBLIOGRAFIA Adolphs, R. (2006). What is special about social cognition? in J.T. Cacioppo, P.S. Visser, C.L. Pickett, Social Neuroscience. People thinking about thinking people, Cambridge: The MIT Press. Baron-Cohen, S., Leslie, A.M., Frith, U. (1985). Does the autistic child have a Theory of mind?. Cognition, 21, Byrne, R.W., Whiten, A. (1988). Machiavellian Intelligence, Clarendon Press. Dennet, D.C. (1978). Beliefs About Beliefs. Behavioral and Brain Sciences, 1, Ekman, P. (1984). Expression and the nature of emotion, in K. Scherer & P. Ekman (eds). Approaches to Emotion. Hillsdale, NJ: Erlbaum, Goldstein, H. (2000). Communication intervention for children with autism: a review of treatment efficacy. Journal of Autism and Developmental Disorders, 32,
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