RAPPORTO 2013 OSSERVATORIO SUI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI

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1 RAPPORTO 2013 OSSERVATORIO SUI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI SENESI DAL 2007AL 2011

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3 RAPPORTO 2013 OSSERVATORIO SUI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI SENESI DAL 2007AL 2011 Ufficio Studi e Statistica - Camera di Commercio di Siena Chiara Andrucci Duccio Marconi Tiziana Siveri Istituto Guglielmo Tagliacarne Paolo Cortese Valerio Guerra 3

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5 Rapporto 2013 Osservatorio sui bilanci delle società di capitali senesi dal 2007al 2011 Sommario 1 La situazione economico-finanziaria delle imprese senesi Le imprese senesi per classi dimensionali Lo sviluppo La redditività e la solvibilità I macrosettori economici L agricoltura L industria I servizi Conclusioni...32 Note metodologiche

6 1 La situazione economico-finanziaria delle imprese senesi L analisi dei bilanci delle società di capitali della provincia di Siena è suddivisa in tre livelli: 1) dati aggregati generali; 2) dati aggregati per classi dimensionali; 3) dati aggregati per settori economici. Gli indicatori oggetto di analisi forniscono indicazioni sullo sviluppo, sulla redditività operativa, sulla redditività netta e sulla solvibilità delle imprese. Per quanto concerne il primo livello di analisi, di seguito, si valutano i seguenti dati: 1. variazione del numero delle imprese; 2. rapporto tra forma abbreviata e ordinaria; 3. valutazione degli indici di sviluppo (fatturato, valore aggiunto e investimenti); 4. valutazione degli indici di redditività (redditività operativa e netta); 5. valutazione degli indici di solvibilità (solidità e liquidità). A livello generale, negli anni , in base ai bilanci depositati 1 dalle imprese senesi presso la CCIAA di Siena, il numero delle società di capitali cresce nel complesso dello 0,7%. In termini tendenziali, risultati particolarmente positivi si registrano nel 2009 (Tabella 1), anno in cui aumenta in termini tendenziali la quantità delle imprese nano (17,1%), delle micro (7,9%) e delle medie (9%), e nel 2010, con i più alti valori assoluti e con le piccole e medie imprese che registrano ulteriori considerevoli incrementi (8,3% e 9,2%). Di contro, nel 2009 e 2010 diminuisce significativamente il numero delle società di capitali con fatturato che supera i 10 milioni di euro (-8,9% nel 2009 e -3,3% nel 2010). Nel 2011, in controtendenza con il precedente biennio, aumentano invece le imprese di grandi dimensioni (+1,1%) e diminuisce il numero di imprese delle altre classi dimensionali, che risultano tutte in calo (con valori del 4-6%). TABELLA 1 - IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI E VARIAZIONE DEL NUMERO DI IMPRESE num. % num. % num. % num. % num. % Nano , , , , ,3 Micro , , , , ,5 Piccola , , , , ,4 Media 144 5, , , , ,4 Grande 104 4, ,2 92 3,5 89 3,3 90 3,5 Totale , , , , ,0 Var.%2008/2007 Var.%2009/2008 Var.%2010/2009 Var.%2011/2010 Var.%2011/2007 Nano -6,2 17,1 0,2-3,9 5,7 Micro -6,1 7,9 0,2-0,6 1,0 Piccola -1,3-4,3 8,3-5,8-3,6 Media -30,6 9,0 9,2-4,2-20,8 Grande -2,9-8,9-3,3 1,1-13,5 Totale -6,8 9,8 1,3-2,8 0,7 Da un focus sulla tipologia di bilanci depositati nel 2011 (Figura 1), emerge che la maggior parte (89,2%) è in forma abbreviata e che il numero complessivo risulta in crescita negli ultimi quattro anni (nel 2007 il dato era pari all 85,1%), mentre i bilanci ordinari vengono presentati soprattutto dalle imprese grandi e medie, ovvero, quelle con un volume d affari superiore a 10 milioni di euro 1 Sono stati considerati al fine dell analisi i bilanci in forma sia ordinaria sia abbreviata.

7 (80,0%) o compreso tra 5 e 10 milioni di euro (48,2%). Le società di capitali appartenenti alle altre classi dimensionali prediligono, invece, l impiego del bilancio in forma abbreviata. FIGURA 1 - INCIDENZA (%) DEI BILANCI DEPOSITATI IN FORMA ORDINARIA E ABBREVIATA NELL'ANNO 2011 Per quanto concerne gli indici di sviluppo, dopo il picco negativo registrato nel 2009 ed il consistente miglioramento del 2010, il fatturato ed il valore aggiunto tornano a diminuire nel 2011 (fatturato -2,9%; valore aggiunto: -2,1%), attestandosi, tuttavia, a valori superiori rispetto a quelli del 2008 (Figura 2). Queste due variabili presentano andamenti simili per tutto il periodo esaminato ma il valore aggiunto si attesta sempre su livelli inferiori rispetto al fatturato, determinando bassi margini e bassi guadagni per le imprese della provincia. Tuttavia, anche a livello regionale l andamento del fatturato e del valore aggiunto è analogo a quanto si verifica a livello provinciale (Figura 3). FIGURA 2 LO SVILUPPO DEI RICAVI E DEL VALORE AGGIUNTO 2 DELLA PROVINCIA DI SIENA Numeri indici a base fissa (2007=100) FIGURA 3 LO SVILUPPO DEI RICAVI E DEL VALORE AGGIUNTO DI SIENA E DELLA TOSCANA. Numeri indici a base fissa (2007=100) 2 Indicatori utilizzati: sviluppo dei ricavi NI Ricavi a pr. costanti = Ricavi (t) a pr. (t-1) / Ricavi (t-1) e sviluppo del valore aggiunto NI VA a pr. costanti = VA (t) a pr. (t-1) / VA (t-1). 7

8 In diminuzione nell ultimo anno, invece, gli investimenti sia a livello provinciale (da 0,944 del 2010 a 0,927 del 2011) sia regionale (da 0,955 del 2010 a 0,935 del 2011). Osservando la Figura 4 si evince una maggiore propensione agli investimenti per le società di capitali della provincia di Siena, rispetto alla popolazione totale delle società di capitali toscane. Nel periodo l andamento dell indice provinciale, pur partendo da valori più alti, dal 2009 si avvicina all andamento ed ai valori dell indice regionale, ma rimanendone sempre al di sopra. FIGURA 4 - SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI NELLA STRUTTURA OPERATIVA DI SIENA E DELLA TOSCANA Numeri indici a base fissa (2007=100) Passando all analisi degli indici di redditività, il 2011 mostra valori discordanti (Figura 5): dopo un 2010 di ripresa, la redditività degli investimenti torna a diminuire sotto i livelli del 2009 (dal 3,63% al 3,54%); in leggero miglioramento, invece, la rotazione del capitale (dall 1,15 del 2010 all 1,16 del 2011), la redditività delle vendite (dal 3,74% al 3,75%) e la produttività del lavoro (CLUP), misurata come il rapporto tra i costi del personale ed il valore aggiunto (dal 65,42% al 65,25%). FIGURA 5 COMPONENTI DELLA REDDITIVITÀ OPERATIVA DI SIENA Rendimento degli investimenti (ROI Op.) ,95% 4,87% 3,63% 3,71% 3,54% Rotazione del capitale 4 Redditività delle vendite (ROS) ,29 1,23 1,11 1,15 1,16 5,32% 4,55% 3,71% 3,74% 3,75% CLUP ,05% 63,43% 63,97% 65,42% 65,25% 3 ROI operativo = Margine oper. netto (MON) / COIN dove per COIN si ha (Attività circolanti Passività circolanti + Investimenti strutturali netti). 4 Capital Turnover = Ricavi delle vendite / COIN. 5 ROS = Margine oper. netto (MON) / Ricavi delle vendite dove per MON si ha (Valore della produzione Costo delle materie e servizi Ammortamenti, Accantonamenti e Svalutazioni). 6 CLUP = Personale / Valore aggiunto. 8

9 Nel 2011 decresce la redditività del capitale investito in azienda sia a livello regionale sia provinciale, pur attestandosi al di sopra dei livelli del L indice toscano, in questo caso più elevato rispetto a quello senese (Figura 6), si riduce di 0,21 punti percentuali, mentre l indice provinciale diminuisce di 0,28 punti percentuali. FIGURA 6 - ROE DI SIENA E DELLA TOSCANA Gli andamenti degli oneri finanziari, delle imposte e dell utile netto (Figura 7) consentono di approfondire la redditività netta delle imprese che, seppur lievemente, rispetto al 2010 peggiora, anche in questo caso però rimanendo su valori più elevati del Nel 2011 si verifica un aumento dell incidenza degli oneri finanziari sul fatturato (da 1,34% a 1,39%) e del peso delle imposte (dall 1,32% all 1,40%), che continuano a crescere per il secondo anno consecutivo, ed una diminuzione dell utile netto, che si attesta a 29 centesimi per ogni 100 euro di fatturato, rispetto ai 32 centesimi del 2010 ed ai 18 centesimi del A livello regionale, considerando solo l utile netto, emerge che l incidenza di quest ultimo sul fatturato aziendale è più elevata di quanto registrato a livello provinciale senese, sebbene l andamento nel periodo sia analogo. FIGURA 7 - LA REDDITIVITÀ NETTA DELLE IMPRESE SENESI FIGURA 8 - UTILE NETTO DI SIENA E DELLA TOSCANA 9

10 Infine, si considerino gli indicatori di solvibilità. Nel 2011 si riduce l autonomia finanziaria delle imprese della provincia di Siena, data la contrazione del patrimonio netto (-0,3 punti percentuali rispetto al 2010). FIGURA 9 - LA SOLIDITÀ DELLA STRUTTURA FINANZIARIA DI SIENA E DELLA TOSCANA L indice di autofinanziamento operativo 7 oscilla nel periodo , attestandosi nel 2011 al 3,16%, sostanzialmente invariato rispetto agli 0,01 punti percentuali in più rispetto all anno precedente. Dalla Tabella 2 emerge anche, sempre per il 2011, la stabilità della capacità delle aziende di coprire gli oneri finanziari (indice coverage oneri finanziari), confermando il valore del 2010 che aveva interrotto un trend negativo. TABELLA 2 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI DELLA PROVINCIA DI SIENA Autofinanziamento operativo 3,56% 3,22% 2,96% 3,15% 3,16% Coverage oneri finanziari 2,53 2,18 2,00 2,34 2,34 Sempre confrontando i dati provinciali con quelli regionali (periodo ) risulta che la capacità di copertura degli oneri finanziari registrata a livello regionale è migliore rispetto a quella provinciale (Figura 10). Al complesso delle imprese toscane servono infatti 121 giorni per creare margine in modo da coprire gli oneri finanziari dell intero anno, a differenza delle imprese senesi a cui servono 151 giorni per la stessa operazione. I dati del 2011 sono però stabili per le imprese provinciali e peggiorativi (+ 6 giorni) per le imprese regionali. FIGURA 10 - COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI DI SIENA E TOSCANA 7 Autofinanziamento operativo = Cash flow/ricavi delle vendite. 10

11 L analisi combinata della copertura degli oneri finanziari (indice Coverage 8 ) e dell autonomia finanziaria 9 permette di valutare la solvibilità delle società di capitali. Attraverso i due indicatori, inseriti in una matrice di posizionamento determinata da due valori soglia 10 degli indici stessi, si individuano: imprese solvibili (I quadrante); imprese dipendenti dalle banche (II quadrante); imprese non solvibili (III quadrante); imprese in crisi di liquidità (IV quadrante). La popolazione delle società di capitali senesi è fortemente dipendente dalle banche, data la localizzazione dei suoi indici nel II quadrante della matrice, lontani dai valori minimi della solvibilità (Figura 11). FIGURA 11 - LA SOLVIBILITÀ DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI DELLA PROVINCIA DI SIENA Il percorso di redditività/crescita, sia a livello toscano sia provinciale senese, evidenzia un passo indietro nel 2011 rispetto al 2010 (ma con valori più alti rispetto al 2009), soprattutto in termini di ricavi. Nel complesso i risultati regionali sono migliori di quelli provinciali, anche in considerazione del fatto che la redditività operativa è lievemente migliorata mentre a livello provinciale è lievemente diminuita. FIGURA 12 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DI SIENA E TOSCANA 8 Coverage oneri finanziari = Margine operativo lordo/oneri finanziari. 9 Autonomia finanziaria = Patrimonio Netto/Totale Attivo. 10 I valori soglia utilizzati sono i seguenti: 33% per l Autonomia finanziaria (nell analisi della struttura delle società di capitali, il livello di facilità patrimoniale è stabilito convenzionalmente in una quota di capitalizzazione del 33%. Tale porzione del totale delle fonti corrisponde alla quota di perdite di liquidazione prevista nell ipotesi di realizzo degli asset patrimoniali, pertanto è ritenuta una quota di patrimonio che, nell ipotesi di liquidazione dell azienda, non si trasformerà in moneta. Fonte: Osservatorio sui bilanci delle società di capitali in Toscana Rapporto 2013); 1 per l indice Coverage oneri finanziari. 11

12 2 Le imprese senesi per classi dimensionali 2.1 Lo sviluppo L andamento del fatturato di tutte le classi dimensionali in cui è suddivisa la popolazione delle società di capitali senese, riflette la situazione generale provinciale: dopo il picco negativo registrato nel 2009 ed il rimbalzo del 2010, nel 2011 il fatturato decresce nuovamente, ma si attesta su valori decisamente superiori rispetto al 2009 (Figura 13). Per le medie e le piccole imprese si registrano i maggiori aumenti dei ricavi (rispettivamente 20,2% e 16%), seguite dalle micro imprese (13,8 %), dalle grandi imprese (10,5%) ed, infine, dalle nano imprese (9,4%). FIGURA 13 - LO SVILUPPO DEL FATTURATO PER CLASSI DIMENSIONALI Numeri indici a base fissa (2007=100) L analogia tra andamento del fatturato e del valore aggiunto, emersa a livello provinciale, si ripropone anche per le singole classi dimensionali, fatta eccezione per le nano imprese (Figura 14). Nel 2011, il valore aggiunto delle nano imprese cresce (+2,2%), al contrario di tutte le altre dimensioni per cui si registrano dei decrementi con valori finali comunque superiori al Le piccole imprese resistono più delle altre classi dimensionali (-3,0%), seguono le grandi imprese (-4,1%),e le micro e medie imprese (-4,2%). FIGURA 14 - ANDAMENTO DEL VALORE AGGIUNTO PER CLASSI DIMENSIONALI Numeri indici a base fissa (2007=100) Nel 2011 il livello degli investimenti è in flessione, anche se lieve, per quasi tutte le classi dimensionali considerate. Tutti gli indici 2011 delle cinque classi dimensionali si mantengono sia al di sotto del livello registrato nell anno base (2007) sia rispetto al

13 FIGURA 15 - LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI PER CLASSI DIMENSIONALI Numeri indici a base fissa (2007=100) 2.2 La redditività e la solvibilità Nel 2011 il rendimento degli investimenti delle nano e delle grandi aziende, dopo il calo del 2010, aumenta rispettivamente di 0,5 e 0,7 punti percentuali rispetto all anno precedente, pur rimanendo al di sotto dei valori del Per le altre classi dimensionali, invece, si registrano i seguenti incrementi: piccole imprese sostanzialmente stabili con un aumento di 0,06 punti percentuali, micro imprese in diminuzione di 0,7 punti percentuali, medie imprese in netta diminuzione di 1,7 punti percentuali. Per quanto riguarda la rotazione del capitale sono le grandi imprese a presentare l'indice con valore più alto, seguite dalle micro e dalle piccole imprese. Nel 2011 l indice relativo alle grandi imprese è cresciuto recuperando i valori del 2007, è invece in lieve decremento quello delle medie imprese. L esigua crescita della redditività delle vendite registrata a livello provinciale è verificabile anche dall approfondimento dei dati per classi dimensionali, i cui valori 2011 sono tutti inferiori agli stessi del 2010, ad eccezione dell indice delle nano imprese, in aumento dell 1,27% sul 2010 e del valore stabile delle piccole imprese (solo un +0,05% sul 2010). La produttività del lavoro (indice CLUP), decresce invece in maniera sostenuta per le grandi (+6,23% rispetto all anno precedente) e medie imprese (+4,90%), e più leggera per le micro imprese (+1,73%), migliorando invece per le piccole (-1,75%) e nano imprese (-2,10%). FIGURA 16 - REDDITIVITÀ OPERATIVA PER CLASSI DIMENSIONALI Rendimento degli investimenti (ROI Op.) nano 4,93% 4,22% 3,64% 3,07% 3,54% micro 6,58% 5,48% 3,84% 4,41% 3,68% piccole 7,01% 5,34% 3,77% 3,88% 3,94% medie 5,23% 5,03% 3,50% 3,75% 2,08% grandi 4,42% 2,52% 2,40% 1,59% 2,30% Rotazione del capitale Redditività delle vendite (ROS) nano 1,05 1,03 0,94 0,90 0,92 nano 6,27% 5,40% 4,74% 4,14% 5,41% micro 1,35 1,31 1,23 1,28 1,29 micro 5,36% 4,53% 3,48% 4,04% 3,31% piccole 1,54 1,37 1,18 1,25 1,24 piccole 5,02% 3,93% 3,34% 3,12% 3,17% medie 1,46 1,27 1,17 1,18 1,09 medie 3,71% 3,91% 3,07% 2,80% 1,90% grandi 1,56 1,42 1,26 1,31 1,55 grandi 3,60% 2,24% 2,45% 1,82% 1,39% CLUP nano 47,84% 51,64% 50,02% 52,49% 50,39% micro 64,06% 67,67% 72,46% 72,23% 73,96% piccole 61,76% 66,21% 69,30% 69,93% 68,17% medie 64,37% 63,86% 63,32% 64,57% 69,47% grandi 61,10% 64,69% 62,90% 62,06% 68,29% 13

14 La redditività del capitale investito aumenta nel 2011 solo per le grandi (0,70 punti percentuali sul 2010) e nano (+0,17 punti percentuali sul 2010) imprese senesi, mentre diminuisce per micro (-0,76 punti percentuali sul 2010), piccole (-0,85 punti percentuali sul 2010) e medie (-2,02 punti percentuali sul 2010) imprese. FIGURA 17 - ROE PER CLASSI DIMENSIONALI Se a livello provinciale, nel 2011, si presentano l aumento dell incidenza degli oneri finanziari e del peso delle imposte sul fatturato, ed una diminuzione dell utile netto, la situazione relativa alle imprese divise in classi di fatturato mostra invece alcune differenze. Per le nano imprese l incidenza dell utile netto riesce a crescere, mentre il peso degli oneri finanziari è pressoché stabile e quello delle imposte aumenta. I dati delle micro imprese evidenziano un decremento dell incidenza dell utile netto ed una incidenza stabile delle imposte e degli oneri finanziari. Per le piccole e grandi imprese, aumenta l incidenza degli oneri finanziari e delle imposte mentre resta pressoché stabile quella dell utile netto. Le medie imprese registrano una diminuzione dell utile netto, un aumento dell incidenza degli oneri finanziari e praticamente gli stessi valori per l incidenza delle imposte. FIGURA 18 - REDDITIVITÀ NETTA PER CLASSI DIMENSIONALI a) nano imprese b) micro imprese b) piccole imprese 14

15 d) medie imprese e) grandi imprese Anche nel 2011 l indebitamento per tutte le classi dimensionali è in aumento, infatti, l indicatore dell autonomia finanziaria si riduce e resta lontano dal valore soglia del 33% (micro 13,8%; piccole 18,7%; medie 22,4%; grandi 19,1%). FIGURA 19 - SOLIDITÀ DELLE IMPRESE PER CLASSI DIMENSIONALI a) micro imprese b) piccole imprese c) medie imprese d) grandi imprese Diminuisce la capacità di copertura degli oneri finanziari per tutte le classi dimensionali (micro 0,18 punti; piccole-0,27 punti; medie -0,80 punti; grandi -0,17 punti), proprio come l autofinanziamento operativo (micro -0,26 punti percentuali; medie -0,09 punti percentuali; 15

16 grandi -0,25 punti percentuali), ad eccezione delle piccole imprese per cui si verifica un aumento di quest ultimo indicatore (0,05 punti percentuali). TABELLA 3 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ PER CLASSI DIMENSIONALI Micro imprese Autofinanziamento operativo 3,38% 2,98% 2,65% 2,88% 2,63% Coverage oneri finanziari 2,90 2,40 2,38 2,96 2,77 Piccole imprese Autofinanziamento operativo 3,61% 2,94% 2,85% 2,97% 3,02% Coverage oneri finanziari 4,02 3,24 3,14 3,56 3,29 Medie imprese Autofinanziamento operativo 2,80% 2,61% 2,27% 2,82% 2,73% Coverage oneri finanziari 2,75 2,11 2,62 2,97 2,17 Grandi imprese Autofinanziamento operativo 3,33% 3,03% 3,12% 2,57% 2,32% Coverage oneri finanziari 2,56 1,97 1,77 2,46 2,30 Anche nel 2011, tutte le classi di imprese della provincia di Siena, determinate dal volume d affari, sono dipendenti dalle banche, trovandosi posizionate nel II quadrante della matrice in cui si intersecano l autonomia finanziaria e la capacità di copertura degli oneri finanziari. FIGURA 20 - LA SOLVIBILITÀ DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI PER CLASSI DIMENSIONALI I percorsi di redditività/crescita delle classi dimensionali delle imprese senesi, sono riassumibili come segue: nel 2011 tutte le classi dimensionali registrano una contrazione del fatturato (arretrando orizzontalmente) mentre i valori della redditività operativa appaiono più diversificati (dimensione verticale). Le micro e medie imprese, con entrambi gli indicatori in diminuzione, presentano andamenti in discesa; le piccole imprese riportano la maggiore diminuzione dei ricavi ma mantengono stabile la redditività; le nano e le grandi imprese, pur registrando diminuzioni dei ricavi aumentano il valore della reddittività e risalgono verso l alto. 16

17 FIGURA 21 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA PER CLASSI DIMENSIONALI 3 I macrosettori economici L approfondimento dei dati di bilancio 2011 delle società di capitali senesi, divise per settori di attività economica, evidenzia un trend negativo delle imprese del settore industriale (-4,2%: estrazione, manifattura, utilities e costruzioni) e del settore dei servizi (-2,5%). Al contrario le imprese che hanno per attività prevalente dell agricoltura, silvicoltura e pesca presentano un numero di bilanci superiore a quello del 2010 (+0,5%). TABELLA 4 - IMPRESE PER MACROSETTORI ECONOMICI E VARIAZIONE DEL NUMERO DI IMPRESE num. % num. % num. % num. % num. % Agricoltura, silvicoltura, pesca 175 6, , , , ,9 Estraz., manif., utilities, costruz , , , , ,9 Servizi , , , , ,8 Non classificate 0 0,0 0 0,0 9 0,3 12 0,4 11 0,4 Totale , , , , ,0 Var.% 2008/2007 Var.% 2009/2008 Var.% 2010/2009 Agricoltura, silvicoltura, pesca -9, 13,2-2,2 1,7 Estraz., manif., utilities, costruz. -5,4 7,4-0,1-4,2 Servizi -7,3 10,5 2,5-2,5 Non classificate 0,0 0,0 33,3-8,3 Totale -6,7 9,9 1,3-2,8 Var.% 2011/2010 Nessun settore predilige l utilizzo del bilancio ordinario (Figura 22), infatti la percentuale delle imprese che depositano il bilancio redatto in forma ordinaria oscilla dal 9,9% del settore dei servizi al 15,1% del settore di agricoltura, silvicoltura e pesca. Il numero delle imprese che redigono il bilancio in forma ordinaria è comunque in crescita, rispetto al 2010, in tutti i settori. FIGURA 22 - INCIDENZA (%) DEI BILANCI DEPOSITATI IN FORMA ORDINARIA E ABBREVIATA NELL'ANNO

18 3.1 L agricoltura Nel 2011, tra gli indicatori di sviluppo del comparto agricolo provinciale, il fatturato e gli investimenti si attestano su livelli inferiori a quelli dell anno precedente (rispettivamente dello 0,7% e del 2,3%), mentre l indice relativo al valore aggiunto aumenta in termini tendenziali (4,9%). FIGURA 23 - RICAVI, VALORE AGGIUNTO E INVESTIMENTI DEL SETTORE AGRICOLO Numeri indici a base fissa (2007=100) Nel 2011 il settore agricolo presenta un decremento del fatturato, già espressivo di margini insufficienti a garantire un buon rendimento degli investimenti ed una buona redditività delle vendite. Entrambi gli indicatori registrano, infatti, valori negativi dal 2007 anche se, dopo il picco negativo nel 2009 e la tenue ripresa del 2010, si rileva anche per l ultimo anno un nuovo miglioramento (ROI operativo -0,87%; ROS -4,65%). L indice di rotazione del capitale migliora, passando dallo 0,144 del 2010 allo 0,168 del In peggioramento la produttività del lavoro, con valore dell indice CLUP che dal 64,83% del 2010 sale al 69,93% del TABELLA 5 - REDDITIVITÀ OPERATIVA DEL SETTORE AGRICOLO Rendimento degli investimenti (ROI op.) -0,46% -0,33% -1,05% -0,93% -0,87% Redditività delle vendite (ROS) -1,52% -1,80% -7,12% -6,33% -4,65% Rotazione del capitale 0,221 0,179 0,147 0,144 0,168 CLUP 61,91% 61,38% 66,93% 64,83% 69,93% La redditività netta del settore agricolo, da anni su livelli negativi e sempre nettamente al di sotto del dato provinciale, registra un indice ROE negativo pari a -2,32% nel 2011 ma in netto miglioramento rispetto al biennio precedente (Figura 24). FIGURA 24 - ROE DEL SETTORE AGRICOLO A CONFRONTO CON IL DATO PROVINCIALE Gli andamenti degli oneri finanziari (-0,94 punti percentuali), delle imposte (-0,11 punti percentuali) e dell utile netto (+3,81 punti percentuali), indicando tutti un miglioramento rispetto al 2010, e sono in controtendenza rispetto a quanto emerso a livello provinciale. 18

19 FIGURA 25 - LA REDDITIVITÀ NETTA DEL SETTORE AGRICOLO L autonomia patrimoniale delle imprese agricole, in calo dal 2008, è in lieve recupero nel 2011, attestandosi al 30,0% ma rimanendo comunque al di sotto del valore soglia del 33% (Figura 26). FIGURA 26 - LA SOLIDITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE AGRICOLO Nel 2011 aumenta la capacità di autofinanziamento della gestione operativa delle imprese agricole, si abbassa, invece, la capacità delle imprese di fare fronte al pagamento degli oneri finanziari. I valori assoluti rilevati sono comunque insufficienti. TABELLA 6 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DEL SETTORE AGRICOLO Autofinanziamento operativo 6,10% 4,07% 2,76% 2,65% 4,47% Coverage oneri finanziari 0,74 0,56 0,55 0,61 0,39 Con entrambi gli indici inferiori ai valori soglia fissati, il settore agricolo può definirsi non solvibile nel 2011, proprio come nei due anni precedenti (Figura 27). FIGURA 27 - LA SOLVIBILITÀ DEL SETTORE AGRICOLO Il 2011 segna un leggero peggioramento della situazione del settore rispetto all anno precedente 19

20 (Figura 28), anche se i valori del ROI operativo, pur rimanendo negativi, sono in lieve miglioramento rispetto al FIGURA 28 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DEL SETTORE AGRICOLO 3.2 L industria In base ai bilanci depositati, il settore industriale senese risulta composto prevalentemente da imprese manifatturiere (54,4%) ed imprese di costruzioni (41,8%). Il restante 3,8% si suddivide tra imprese di utilities (2,1%) e di estrazione di minerali (1,7%). FIGURA 29 - I BILANCI DEL SETTORE INDUSTRIALE (VALORI %) Nel 2011 il settore industriale presenta i tre indici di sviluppo in diminuzione (Figure 30, 31 e 32): ricavi (-6,0%), valore aggiunto (-3,1%) e investimenti (-2,8%). Il comparto delle estrazioni di minerali presenta i migliori risultati tendenziali: fatturato (+3,1%), valore aggiunto (-1,0%) e investimenti (+0,4%). I ricavi delle vendite sono in diminuzione per tutti i comparti industriali, ad eccezione del menzionato comparto estrattivo, in particolare per utilities (-14,7%) e costruzioni (-11,3%). Anche il valore aggiunto scema, nel 2011, per tutti i comparti industriali, anche se a livelli differenti: il peggior dato si registra per le utilities, per le quali l indice 2011 è pari a 0,916 e la variazione tendenziale a -26,6%. I programmi di investimento si ampliano solo per il comparto estrattivo, ma i numeri indici di tutti i comparti considerati si collocano al di sotto dell unità, ovvero al di sotto dei risultati registrati nel

21 FIGURA 30 - LO SVILUPPO DEI RICAVI DEL SETTORE INDUSTRIALE Numeri indici a base fissa (2007=100) FIGURA 31 - LO SVILUPPO DEL VALORE AGGIUNTO DEL SETTORE INDUSTRIALE Numeri indici a base fissa (2007=100) FIGURA 32 - LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI DEL SETTORE INDUSTRIALE Numeri indici a base fissa (2007=100) Dall approfondimento sulla redditività operativa dell intero settore industriale (Tabella 7) emerge che: il rendimento degli investimenti e la redditività delle vendite sono in lieve peggioramento, i giorni di rotazione del capitale diminuiscono, mentre i costi di produzione subiscono un lieve 21

22 miglioramento. Dal dettaglio sui singoli comparti si individua: il rendimento degli investimenti è in crescita per attività manifatturiere ed utilities; la redditività delle vendite aumenta per i comparti delle estrazioni di minerali, delle attività manifatturiere e delle utilities; il miglioramento del capital turnover per tutti i comparti ad eccezione delle costruzioni; il miglioramento della produttività del lavoro per il manifatturiero e le utilities. TABELLA 7 - LA REDDITIVITÀ OPERATIVA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI Rendimento degli investimenti (ROI op.) estrazioni di minerali 17,14% 11,02% 8,70% 9,74% 4,59% attività manifatturiere 6,68% 5,19% 2,85% 3,01% 3,70% utilities 5,71% 3,27% 3,35% 6,67% 9,57% costruzioni 8,39% 7,35% 5,62% 6,23% 5,18% totale settore 7,33% 6,17% 4,16% 4,48% 4,33% Redditività delle vendite (ROS) estrazioni di minerali 13,01% 9,32% 8,78% 7,36% 8,32% attività manifatturiere 5,41% 4,34% 2,93% 2,93% 3,42% utilities 4,99% 5,06% 4,89% 4,58% 6,10% costruzioni 9,27% 8,26% 6,91% 7,29% 6,22% totale settore 6,29% 5,40% 4,45% 4,68% 4,45% Rotazione del capitale estrazioni di minerali 1,275 1,001 0,927 0,805 0,923 attività manifatturiere 1,313 1,272 1,062 1,081 1,143 utilities 0,970 0,948 0,910 1,014 1,298 costruzioni 1,233 1,095 1,012 1,082 1,049 totale settore 1,276 1,196 1,029 1,076 1,109 CLUP estrazioni di minerali 42,09% 53,60% 54,85% 55,90% 63,10% attività manifatturiere 67,35% 71,21% 75,48% 75,35% 74,32% utilities 57,49% 50,41% 50,18% 58,04% 45,54% costruzioni 53,67% 51,75% 55,62% 54,79% 56,37% totale settore 62,34% 65,85% 66,95% 68,42% 68,19% Nel 2011 la redditività del capitale dell'industria senese diminuisce di 0,46 punti percentuali rispetto al I comparti delle utilitie se del manifatturiero registrano però un incremento tendenziale (3,05 punti percentuali e 0,29 punti percentuali), al contrario di quello delle costruzioni (-2,37 punti percentuali) e delle estrazioni (-1,71 punti percentuali). FIGURA 33 - ROE DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI L incidenza percentuale degli oneri finanziari sul fatturato (Figura 34) aumenta per tutto il settore industriale e per i comparti che lo compongono ad eccezione delle utilities (-0,49 punti percentuali). Anche l incidenza delle imposte sul fatturato prodotto aumenta (Figura 35) in analogia con il dato provinciale; gli incrementi maggiori sono per il comparto estrattivo (0,47 punti percentuali) e delle 22

23 utilities (0,39 punti percentuali). Gli operatori del settore industriale riscontrano complessivamente anche la diminuzione dell incidenza dell utile netto sul fatturato, in analogia a quanto verificatosi a livello provinciale; per i comparti delle utilities e manifatturiero si registra però un aumento (rispettivamente di 0,90 e 0,06punti percentuali). FIGURA 34 - ONERI FINANZIARI DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI FIGURA 35 - IMPOSTE DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI FIGURA 36 - UTILE NETTO DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI Dato che il settore industriale è costituito da più della metà delle imprese manifatturiere della 23

24 provincia, è importante approfondire il rapporto di crescita/redditività per queste ultime (Figura 37 e Tabella 8). I comparti migliori, collocati sopra ai valori mediani del ROI operativo e della variazione dei ricavi dell intero manifatturiero, sono: il sistema moda, il trattamento dei metalli e la carta (anche se gli ultimi due sono posizionati meglio della mediana del settore ma registrano comunque un decremento dei ricavi). Viceversa i reparti con i peggiori risultati sono: legno e mobili, chimica e farmaceutica; questi ultimi, oltre ad essere posizionati nel III quadrante hanno anche valori inferiori alle mediane del manifatturiero. FIGURA 37 E TABELLA 8 - IL POSIZIONAMENTO DEI COMPARTI MANIFATTURIERI NEL 2011 Var.% ricavi 2011 ROI operativo 2011 Alimentari e bevande -1,2 3,77% Sistema moda 13,0 6,78% Legno e mobili -3,3 2,43% Carta -0,6 4,41% Chimica, farmaceutica, gomma e plastica -2,6 3,59% Prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi 5,1 3,05% Vetro 5,1 3,51% Ceramiche, terrecotte 7,5 2,68% Trattamento metalli -0,4 4,85% Meccanica 2,0 4,03% Altri settori manifatturieri 3,5 3,40% Nel 2011 la capitalizzazione dell intero settore industriale senese migliora rispetto all anno precedente: il valore del patrimonio netto aumenta infatti di un punto percentuale. Dalla Tabella 9 emerge, in particolare, l espansione del patrimonio netto per le utilities, mentre per il comparto estrattivo si registra l unica contrazione (di 2,1 punti percentuali). L'autofinanziamento operativo del settore industriale diminuisce, passando dal 3,5% del 2010 al 3,3% del 2011, così come la capacità di copertura degli oneri finanziari del settore che dal valore di 2,87 del 2010 arriva al valore di 2,82 del

25 TABELLA 9 - LA SOLIDITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI Estrazioni di minerali Patrimonio netto 44,2% 43,5% 43,2% 53,0% 50,8% Debiti 55,8% 56,5% 56,8% 47,0% 49,2% Attività manifatturiere Patrimonio netto 14,4% 18,2% 16,9% 16,4% 16,8% Debiti 85,6% 81,8% 83,1% 83,6% 83,2% Utilities Patrimonio netto 14,9% 24,3% 13,5% 16,3% 37,6% Debiti 85,1% 75,7% 86,5% 83,7% 62,4% Costruzioni Patrimonio netto 12,0% 13,8% 12,2% 13,2% 14,2% Debiti 88,0% 86,2% 87,8% 86,8% 85,8% Totale settore Patrimonio netto 13,8% 16,6% 14,9% 15,2% 16,2% Debiti 86,2% 83,4% 85,1% 84,8% 83,8% TABELLA 10 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI Estrazioni di minerali Autofinanziamento operativo 12,0% 12,6% 10,2% 11,8% 9,9% Coverage oneri finanziari 11,83 19,29 6,61 4,40 4,51 Attività manifatturiere Autofinanziamento operativo 3,8% 3,4% 3,1% 3,3% 3,3% Coverage oneri finanziari 3,14 2,59 2,01 2,55 2,91 Utilities Autofinanziamento operativo 7,4% 6,4% 4,4% 7,6% 8,4% Coverage oneri finanziari 2,44 2,46 3,65 3,98 3,49 Costruzioni Autofinanziamento operativo 4,2% 3,9% 3,4% 3,6% 3,2% Coverage oneri finanziari 3,13 2,72 2,76 3,18 2,47 Totale settore Autofinanziamento operativo 4,1% 3,7% 3,3% 3,5% 3,3% Coverage oneri finanziari 3,17 2,67 2,42 2,87 2,82 Le analisi della solidità finanziaria e della liquidità di un settore permettono di comprenderne la solvibilità. Nel caso del settore industriale senese (Figura 38), solo il reparto estrattivo e, nel solo 2011, le utilities sono solvibili, gli altri, collocati nel II quadrante della matrice di posizionamento, dipendono dalle banche, come l intero settore industriale. FIGURA 38 - LA SOLVIBILITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI 25

26 Il decremento dei ricavi e del rendimento degli investimenti dell industria provinciale sono sintetizzati dalla direzione del percorso di redditività/crescita (Figura 39), direzione seguita anche dai percorsi di redditività/crescita dei comparti costruzioni ed estrattivo. I comparti delle utilities e manifatturiero, invece, sono gli unici per cui la redditività cresce. FIGURA 39 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DEL SETTORE INDUSTRIALE E DETTAGLIO SUI COMPARTI 3.3 I servizi Nel 2011 il 96,3% delle imprese appartenenti al settore dei servizi si divide in commercio, alberghi e pubblici esercizi (50,4%) ed in altri servizi non finanziari (46,0%); il restante 3,7% è costituito da imprese di trasporti e comunicazioni. FIGURA 40 - I BILANCI DEL SETTORE DEI SERVIZI (VALORI %) La Figura 41 evidenzia la diminuzione del livello del fatturato per il settore dei servizi (-1,6%) e per tutti i comparti che lo compongono ad eccezione dei trasporti e comunicazioni (commercio, alberghi e pubblici esercizi -3,3%; trasporti e comunicazioni +0,5%; altri servizi non finanziari -0,3%). Anche il valore aggiunto dell intero settore (Figura 42) diminuisce (-2,1%) come quello dei singoli comparti (commercio, alberghi e pubblici esercizi -3,1%; trasporti e comunicazioni -12,4%) ad eccezione degli altri servizi non finanziari il cui valore rimane stabile (0,0%). Sul fronte degli investimenti il settore dei servizi non si differenzia da quello dell agricoltura e dell industria, infatti, registrando un dato settoriale in lieve decremento tendenziale (-1,4%), si attesta sotto all unità, proprio come tutti gli indici dei singoli comparti (Figura 43). 26

27 FIGURA 41 - LO SVILUPPO DEI RICAVI DEL SETTORE DEI SERVIZI Numeri indici a base fissa (2007=100) FIGURA 42 - LO SVILUPPO DEL VALORE AGGIUNTO DEL SETTORE DEI SERVIZI Numeri indici a base fissa (2007=100) FIGURA 43 - LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI DEL SETTORE DEI SERVIZI Numeri indici a base fissa (2007=100) Dall approfondimento degli indici di redditività operativa del settore dei servizi (Tabella 11) emergono nel 2011: il calo della redditività degli investimenti realizzati, con la perdita di 0,17 punti percentuali; una leggera ripresa della redditività delle vendite rispetto al 2010, anche se l ultimo valore rilevato è distante dal quello di inizio periodo; l aumento della rotazione del capitale, precedentemente sempre in calo dal 2007; il perdurare dell abbassamento dell efficienza del lavoro, con un nuovo incremento dell indice di 0,79 punti percentuali nell ultimo anno. Dal dettaglio dei comparti costituenti il settore si evince che solo le imprese degli altri servizi non finanziari presentano un miglioramento del rendimento delle vendite. Dal lato della rotazione del capitale l unico comparto che ottiene un peggioramento è quello altri servizi non finanziari. Infine, 27

28 sono ancora le imprese degli altri servizi non finanziari a lavorare con il costo del lavoro più basso del settore, anche se nel 2011 le imprese del commercio, alberghi e pubblici esercizi sono le uniche a far registrare un miglioramento dei valori dell indice. TABELLA 11 - LA REDDITIVITÀ OPERATIVA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Rendimento degli investimenti (ROI op.) commercio, alberghi, pubblici esercizi 4,67% 4,01% 3,06% 3,21% 3,12% trasporti e comunicazioni 3,97% 0,75% 1,88% 1,65% -0,14% altri servizi non finanziari 7,20% 6,18% 5,39% 4,55% 4,41% totale settore 5,66% 4,76% 3,98% 3,75% 3,59% Redditività delle vendite (ROS) commercio, alberghi, pubblici esercizi 3,30% 3,21% 2,36% 2,59% 2,53% trasporti e comunicazioni 2,23% 1,24% 1,73% 1,72% -0,03% altri servizi non finanziari 7,36% 6,33% 5,13% 5,19% 5,97% totale settore 4,60% 4,14% 3,40% 3,41% 3,56% Rotazione del capitale commercio, alberghi, pubblici esercizi 1,598 1,458 1,453 1,469 1,528 trasporti e comunicazioni 1,660 1,436 1,463 1,329 1,487 altri servizi non finanziari 1,247 1,241 1,199 1,153 1,126 totale settore 1,489 1,379 1,351 1,316 1,356 CLUP commercio, alberghi, pubblici esercizi 58,75% 62,07% 64,97% 68,20% 67,04% trasporti e comunicazioni 74,42% 75,60% 79,70% 73,15% 81,43% altri servizi non finanziari 43,46% 54,81% 48,89% 49,64% 51,47% totale settore 55,71% 60,20% 61,16% 62,52% 63,30% Nel 2011 il rendimento del capitale delle imprese che forniscono servizi diminuisce di 0,44 punti percentuali rispetto al 2010, pur rimanendo su livelli decisamente inferiori a quelli del 2007, i più alti del quinquennio. L analisi dei comparti costituenti il settore evidenzia che le imprese degli altri servizi non finanziari e del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi, diminuiscono in maniera più marcata rispetto alle imprese dei trasporti e delle comunicazioni (Figura 44). FIGURA 44 - ROE DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Diversamente da quanto avviene a livello di aggregato provinciale, l'incidenza degli oneri finanziari dei servizi resta stabile nel 2011, non invertendo la tendenza in diminuzione intrapresa dal 2008 (Figura 45). Analizzando i singoli comparti si riscontra che la tendenza è in lieve diminuzione per le imprese del commercio, alberghi, pubblici esercizi mentre è in aumento per i restanti due. 28

29 FIGURA 45 - ONERI FINANZIARI DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Nel 2011 le imposte pesano maggiormente sul fatturato del settore (Figura 46). Per tutti i comparti, ad eccezione degli altri servizi non finanziari, si rileva un incremento dal FIGURA 46 - IMPOSTE DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Scende di poco l incidenza dell utile netto sul fatturato per l intero settore, così come accade anche per le imprese dei servizi non finanziarie per trasporti e comunicazioni; solo le imprese del commercio, alberghi e pubblici esercizi registrano un rafforzamento dell indice. FIGURA 47 - UTILE NETTO DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Dal punto di vista patrimoniale le imprese di servizi si rafforzano lievemente nel 2011 (Tabella 12). Il ramo del commercio, alberghi, pubblici esercizi è l unico in cui si diminuisce il patrimonio netto rispetto al 2010 (di 0,7 punti percentuali). 29

30 TABELLA 12 - LA SOLIDITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Commercio, alberghi, pubblici esercizi Patrimonio netto 12,1% 15,9% 15,3% 14,6% 13,9% Debiti 87,9% 84,1% 84,7% 85,4% 86,1% Trasporto e comunicazioni Patrimonio netto 17,7% 19,8% 15,1% 11,8% 13,5% Debiti 82,3% 80,2% 84,9% 88,2% 86,5% Altri servizi non finanziari Patrimonio netto 16,5% 19,1% 18,9% 17,4% 18,0% Debiti 83,5% 80,9% 81,1% 82,6% 82,0% Totale settore Patrimonio netto 13,9% 17,2% 16,6% 15,6% 16,0% Debiti 86,1% 82,8% 83,4% 84,4% 84,0% Nel 2011 i flussi di cassa delle imprese di servizi si riducono (-0,2 punti percentuali) rispetto all anno precedente, mentre la copertura degli oneri finanziari è pressoché stabile (da 2,30 del 2010 a 2,29 del 2011). TABELLA 13 - LE CONDIZIONI DI LIQUIDITÀ DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI Commercio, alberghi, pubblici esercizi Autofinanziamento operativo 1,9% 2,0% 2,0% 2,2% 2,1% Coverage oneri finanziari 2,14 1,79 1,66 2,07 2,10 Trasporto e comunicazioni Autofinanziamento operativo 2,3% 3,9% 2,6% 2,1% 2,2% Coverage oneri finanziari 2,97 2,01 2,19 2,00 3,68 Altri servizi non finanziari Autofinanziamento operativo 4,6% 4,5% 4,4% 4,7% 4,4% Coverage oneri finanziari 2,47 2,46 2,46 2,72 2,62 Totale settore Autofinanziamento operativo 3,0% 2,9% 2,7% 3,0% 2,8% Coverage oneri finanziari 2,29 2,00 1,95 2,30 2,29 A livello di solvibilità finanziaria l intero settore dei servizi e tutti i comparti che lo costituiscono, risulta storicamente dipendente dalle banche. FIGURA 48 - LA SOLVIBILITÀ FINANZIARIA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI In base ai percorsi di redditività/crescita (Figura 49) lo sviluppo dell intero settore dei servizi è diminuzione. Tutti i comparti registrano una diminuzione sia del fatturato che della redditività, ad 30

31 eccezione del comparto dei trasporti e delle comunicazioni, che mostra il peggior valore dell indice ROI ma con ricavi in leggera crescita. FIGURA 49 - IL PERCORSO DI REDDITIVITÀ/CRESCITA DEL SETTORE DEI SERVIZI E DETTAGLIO SUI COMPARTI 31

32 4 Conclusioni Dopo la ripresa del 2010, nel 2011 il riacutizzarsi della crisi economica internazionale in atto si riflette anche sull aggregato senese delle società di capitali, che mostra i principali indicatori di sviluppo in peggioramento. Diminuiscono, infatti, gli indici dei ricavi e del valore aggiunto, anche se si attestano su valori superiori a quelli del 2009; peggiora il livello degli investimenti, in questo caso regredendo a valori inferiori al 2009 e comunque inferiori anche a quelli dell anno base (2007). Nel 2011 sono in flessione la redditività degli investimenti e la rotazione di capitale, mentre migliorano, seppur lievemente, la redditività delle vendite e la produttività del lavoro. Aumenta il peso degli oneri finanziari e delle imposte sul fatturato, mentre diminuisce l incidenza dell utile netto sul fatturato. Nel 2011 migliora l autonomia finanziaria ma le imprese restano in una condizione di dipendenza dal credito, proprio come nei quattro anni precedenti. Nel 2011 sono le imprese con volume d affari tra 2 e 5 milioni di euro a lavorare con i margini più elevati. Per tutte le altre classi di imprese, per cui si verificano decrementi sia di ricavi che di valore aggiunto, ad eccezione delle nano imprese che registrano l unico aumento tendenziale del valore aggiunto, non esiste crescita dei margini di vendita. Dal lato degli investimenti non ci sono, invece, differenze rilevanti tra le diverse classi dimensionali: i programmi di investimento sono in ribasso per tutte le aziende della provincia. Per quanto concerne la redditività operativa emergono dati contrastanti: il rendimento degli investimenti si riduce per le micro e medie mentre aumenta per le imprese con volume d affari maggiore (grandi) e per quelle con volume d affari intermedio (piccole) e minore (nano); la redditività delle vendite cresce per le nano e le piccole imprese e si abbassa per tutte le restanti imprese della provincia; la rotazione del capitale migliora per grandi, micro e nano imprese; i costi di produzione si riducono per le piccole e nano imprese, che mostrano anche i valori più bassi in assoluto. Ad eccezione delle nano imprese, per tutte le classi dimensionali aumenta l'incidenza degli oneri finanziari sul fatturato, a differenza del peso delle imposte che si riduce per medie e micro imprese. Il rapporto tra utile netto e fatturato aumenta solo per le grandi e micro imprese. A livello di solvibilità tutte le classi dimensionali si trovano in condizione di dipendenza dalle banche. Dall analisi dei dati divisi per macrosettori economici si rileva che, nel 2011, sul fronte dello sviluppo il comparto agricolo è quello che presenta i migliori valori tendenziali, riportando una minore riduzione dei ricavi rispetto ai settori industriale e dei servizi, ed una crescita del valore aggiunto, diversamente dalla diminuzione registrata negli altri settori. Dal lato degli investimenti, la situazione per il settore agricolo è intermedia, la diminuzione registrata è superiore a quella del settore dei servizi ma inferiore a quella del settore industriale. Il settore industriale, di contro, presenta nel 2011 indici di sviluppo in diminuzione rispetto al 2010, proprio come il settore dei servizi. Per entrambi, i programmi di investimento sono in diminuzione rispetto al 2010, e sempre al di sotto del valore dell anno base (2007). Per quanto concerne la redditività operativa, le imprese agricole presentano una redditività degli investimenti e delle vendite addirittura negativa, anche se in miglioramento rispetto all anno precedente. Per il settore industriale diminuiscono, in termini tendenziali, sia la redditività degli investimenti sia la redditività delle vendite. Il settore dei servizi, invece, presenta una redditività degli investimenti in calo mentre è in crescita quella delle vendite. Nel 2011 i giorni di capital turnover diminuiscono per tutti i settori. Infine, la produttività del lavoro cresce solo per il settore manifatturiero ma i livelli migliori rimangono quelli del settore dei servizi. A livello di solvibilità d impresa, nel 2011 il settore industriale e quello dei servizi risultano dipendenti dal credito mentre il settore agricolo appare non solvibile. 32

33 Note metodologiche Per il primo anno l analisi è stata svolta su dati provenienti da un archivio, sviluppato direttamente da Unioncamere Toscana, che sostituisce la banca dati AIDA 11 utilizzata negli anni precedenti. La nuova banca dati contiene i bilanci delle imprese con un fatturato superiore a euro, depositati presso le Camere di Commercio della Toscana tra il 2005 ed il Di tale archivio sono stati impiegati i bilanci d esercizio, depositati sia in forma ordinaria sia abbreviata, delle società di capitali con sede nella provincia di Siena in attività tra il 2007 ed il Il campione di imprese analizzato è aperto, data la natalità e mortalità delle imprese stesse, e mette in evidenza l evoluzione del tessuto imprenditoriale nel corso del tempo. La prima analisi sviluppata nell Osservatorio riguarda i dati aggregati a livello provinciale e confrontati con gli stessi dati regionali. Di seguito l indagine si sposta a livello di macrosettori d attività, considerando i tre principali: agricoltura, industria e servizi. Tali aggregati sono stati definiti raggruppando le imprese in base al loro codice ATECO 2007, come evidenziato nella Tabella A. TABELLA A I SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA SU CUI SI BASA L'OSSERVATORIO Cod. Descrizione attività Codici ATECO 2007 AGRICOLTURA M1 Agricoltura, silvicoltura e pesca 1a Agricoltura e alimentari e bevande A01, A02, A03, C10, C11 (Siena) M2 INDUSTRIA Estrazione di minerali da cave e miniere M3 Attività manifatturiere 3 Alimentari e bevande C10, C11 4 Sistema moda (aggregato) C13, C14, C15 5 Legno e mobili C16, C31 6 Carta C17 7 Chimica, farmaceutica, gomma e plastica C20, C21, C22 8 Prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi C23 8a Vetro C23.1 8b Ceramiche, terrecotte C23 al netto di C Trattamento metalli C24, C25, C Meccanica (aggregato) C26, C27, C28, C29, C30, C33 al netto di C33.11, C33.2 e C a Elettronica C26, C27, C33.13, C b Meccanica C28, C c Mezzi di trasporto C29, C30, C33.15, C33.16, C Altri settori manifatturieri C12, C18, C19, C32, C33.19, C33.2 M4 Utilities 12 Energia, gas e acqua, reti fognarie, gest. rifiuti e risanamento D35, E36, E37, E38, E39 M5 Costruzioni 13 Costruzioni F41, F42, F43 SERVIZI M6 Commercio, alberghi, pubblici esercizi 14 Commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli G45 15 Commercio all ingrosso e intermediari del commercio (escluso autoveicoli) G46 16 Comm. dett. escl. autov.; rip. beni pers. G47 17 Alberghi, ristoranti, agenzie di viaggi I55, I56, N79 M7 Trasporti e comunicazioni 11 AIDA è una banca dati contenente informazioni finanziarie, anagrafiche e commerciali sulle società di capitale che operano in Italia. 33

34 18 Spedizioni, trasporti e magazzinaggio H49, H50, H51, H52, H53 19 Servizi di informazione e comunicazione J58, J59, J60, J61 M8 Altri servizi non finanziari 20 Informatica J62, J63, S95 21 Attività immobiliari L68 22 Attività professionali, scientifiche e tecniche M69, M70, M71, M72, M73, M74, M75 23 Noleggio e servizi di supporto alle imprese N77, N78, N80, N81, N82 24 Altri servizi pubblici, sociali e personali P85, Q86, Q87, Q88, R90, R91, R92, R93, S94, S96 Sia per l aggregato provinciale che per ciascun macrosettore è stata inoltre condotta un analisi per classi dimensionali, individuate rispetto al volume d affari. Allo scopo, sono state create cinque classi denominate, Nano, Micro, Piccole, Medie e Grandi 12. I parametri adottati per formare le classi sono indicati nella Tabella B. TABELLA B LE CLASSI DIMENSIONALI DEFINITE SULLA BASE DEL FATTURATO Classi di fatturato Nano da a Micro da a Piccole da a Medie da a Grandi oltre Laddove il gruppo di imprese identificato dall incrocio <<macrosettore/classe dimensionale>> presentava una numerosità inferiore a 5 bilanci, non si è proceduto all analisi statistica, ritenuta non significativa. In questo senso, anche i gruppi formati da poche imprese richiedono cautela nell interpretazione dei dati e nel confronto con altri risultati. Il presente rapporto si basa su indicatori espressi a valori mediani. Questa scelta è motivata dal fatto che tale statistica consente di ritrarre il volto dell impresa-tipo senese senza essere influenzata dai valori estremi delle singole distribuzioni. 12 Ai fini dell analisi dell equilibrio finanziario delle imprese, sono stati presi in considerazione solo i bilanci delle società di capitali con un fatturato superiore ai euro, metodologia utilizzata anche nell Osservatorio toscano. 34

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