Insegnante Donatella Dellerba - Circolo Didattico di Saluzzo IL TOTAL PHYSICAL RESPONSE NELLA DIDATTICA DI L2
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- Mauro Leonardi
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1 Insegnante Donatella Dellerba - Circolo Didattico di Saluzzo IL TOTAL PHYSICAL RESPONSE NELLA DIDATTICA DI L2 Il metodo Total Physical Response (T.P.R.) è stato creata dallo psicologo americano James Asher negli anni 60 attingendo sia da principi della pedagogia umanistica, che valorizza l importanza degli aspetti affettivi nell attività educativa e didattica, sia da teorie linguistiche e di psicologia dell età evolutiva. Il metodo punta sulla stretta correlazione fra azione e linguaggio e propone l insegnamento della lingua straniera attraverso l attività fisica. Eseguire una serie di azioni nella lingua da apprendere è considerato uno strumento per rendere l input comprensibile e per minimizzare lo stress. L attenzione viene focalizzata sul significato del messaggio interpretato attraverso il movimento piuttosto che sulla performance linguistica. Ogni persona, infatti, esposta ad una nuova lingua, inizia a comprenderla senza essere ancora in grado di parlarla: è la fase del silenzio attraverso la quale passa anche ogni bambino che affronta la conoscenza della L2. Tale fase ha una durata variabile per ciascuno. Rispettare la fase del silenzio senza richiedere innaturali e forzate produzioni linguistiche significa: tener conto dei processi di apprendimento del bambino sfavorire la perdita della motivazione relativa all instaurarsi di un sentimento di inadeguatezza verso una nuova lingua bloccare avvenimenti frustranti e ansiogeni valorizzare i processi di comprensione che sono fondamentali in qualsiasi acquisizione linguistica
2 La principale caratteristica del T.P.R. sta nel collegare la lingua da apprendere con il movimento, le azioni, la fisicità dei bambini che non vengono subito spinti alla produzione della lingua ma sono esposti ad una serie di input linguistici che possono successivamente essere usati per la produzione. L alunno non guarda ed esegue, ma ascolta, comprende ed esegue il comando verbale espresso dall insegnante o dai compagni Tale metodo glottodidattico si basa sul coinvolgimento di tutte le modalità esperienziali del bambino: Audio orali L AULA, GLI SPAZI TPR Motorie Affettive Visive L aula classica, con i banchi disposti in file, non è molto adatta al TPR. E importante predisporre un ambiente adeguato che faciliti la possibilità di movimento. In un aula i banchi potranno essere disposti a ferro di cavallo, creando un ampio spazio interno. Tutti gli ambienti ampi della scuola sono possibili spazi TPR (il cortile della scuola, la palestra, il corridoio, i vari laboratori) purchè ci sia lo spazio per muoversi e sia adatto ai tipi di azione da svolgere. FASI DEL T.P.R. 1^ fase : l insegnante fornisce un imput verbale che è costituito da comandi in cui si usa l imperativo che regola spesso i diversi momenti scolastici. I comandi proposti vanno da semplici ordini del tipo alzati a sequenze di comandi più lunghi. In ogni caso devono essere chiari ed in grado di trasmenttere il messaggio in maniera efficace e precisa. L input verbale è integrato da gesti, disegni, oggetti che ne facilitino la comprensione. E il momento del silenzio. Solo successivamente, in uno stadio più avanzato, gli imperativi possono essere usati per attivare altre forme linguistiche.
3 2^ fase: gli alunni rispondono fisicamente con comportamenti non verbali, in pratica eseguendo gli ordini dati. In tal modo sono favorite le esperienze ricettive di comprensione della lingua ma senza forzare gli alunni se sono ancora nella fase del silenzio, coinvolgendo le abilità di espressione non verbale. 3^ fase: mentre il processo di comprensione attraverso il corpo continua, l alunno man mano comincia a interiorizzare un numero maggiore di informazioni e a rendersi consapevole del funzionamento del nuovo codice linguistico. Quando la mappa linguistica sarà tracciata l alunno sarà pronto a prendere la parola utilizzando la lingua per dare essi stessi comandi agli altri ( Role reversal ) 4^ fase: per rafforzare i contenuti e gli items linguistici che accompagnano la sequenza di T.P.R. si possono proporre attività successive in cui gli alunni potranno illustrare la sequenza, creare un libricino, un poster un piccolo dizionario illustrato contenenti vari tipi di parole (azioni, oggetti, qualità), preparare flashcards contenenti elementi intrusi da scoprire Altre proposte di riflessione linguistica successiva possono essere relative alla trasformazione dei comandi in azioni alla prima persona, alla forma plurale e negativa dell imperativo oppure legando e ricombinando parti e strutture della L2 Feedback - Già nelle prima fase di svolgimento del T.P.R. l insegnante ha il controllo immediato dell avvenuta comprensione del messaggi in base alla risposta motoria degli alunni. Sicuramente l applicazione del TPR riesce a rispondere alle problematiche relative all apprendimento di una L2 rifiutando un sistema compatto di regole per insegnare ed è in grado di soddisfare tutte le variabili che entrano in gioco nel processo di apprendimento: l età degli apprendimenti, il contesto, la socializzazione, la motivazione e gli stili cognitivi.
4 Motivazione IL TOTAL PHISICAL RESPONSE NELLA CLASSE ATTIVITA PREVISTA: Rocky says Volendo progettare un azione di TPR in una delle classi in cui lavoro mi è venuto spontaneo pensare a come potevo, attraverso l ambito di ed. motoria insegnare in inglese la terminologia relativa ai comandi tipici delle attività in palestra. Ho ritenuto che una semplificazione del gioco Simon Says mi permettesse di raggiungere l intento di abbinare il comando in inglese, accompagnato da immagini, al movimento dei ragazzi. Per l occasione Simon è diventato Rocky, il pupazzo che già abitualmente usano nelle attività di Inglese. Inoltre, tale attività può prevedere che alcuni bambini, superata la fase del silenzio, possano assumere il ruolo di Rocky (inversione dei ruoli) e dare loro stessi semplici comandi in Inglese Classe coinvolta: 3^. La classe è composta da 24 bambini, 13 femmine e 11 maschi. 3 bambini sono di origine straniera. Nell attività è stata inserita una bambina disabile di classe 4^. E presente, oltre all insegnante di classe, un insegnante di sostegno. Discipline coinvolte: inglese, ed. motoria, italiano Obiettivi formativi generali: - Usare il linguaggio corporeo per esprimere azioni - Leggere e comprendere immagini - Riconoscere ed utilizzare correttamente azioni da svolgere in palestra - Utilizzare correttamente gli esponenti linguistici proposti Obiettivi linguistici: - Imparare in inglese l ambito terminologico dei comandi in palestra - Saperli applicare in contesti ludici e in semplici scambi linguistici
5 Rocky says WALK! SIT IN A CIRCLE! TURN! RUN!
6 TURN AROUND! JUMP! LOOK UP! LOOK DOWN
7 STEPS DI AZIONE Gli alunni sono seduti in cerchio in palestra. L insegnante presenta ai bambini il personaggio Rocky (un pupazzo) attraverso il quale verranno dati i comandi. Mostra i cartelli con le immagini rappresentanti le azioni CAMMINARE, METTERSI IN CERCHIO, GIRARARE, CORRERE, GIRARE SU SE STESSI, SALTARE, GUARDARE IN ALTO, GUARDARE IN BASSO. Prova il gioco usando i comandi in italiano, verificando che ogni bambino abbia chiara l azione da far corrispondere all immagine anche quando Rocky la indicherà accompagnando il comando in Inglese. L insegnante comincia l attività ripetendo, in inglese NON PIÙ DI DUE, TRE COMANDI per favorire l interiorizzazione dei termini. (Rocky says: run! Rocky says: jump!... Rocky says: walk!)
8 In un momento successivo, i bambini che vogliono, possono assumere il ruolo di Rocky invertendo i ruoli. In classe i bambini associano le immagini ai comandi, li disegnano, riportano il lavoro svolto sul quaderno e ampliano il linguaggio, costruendo la struttura : In the gym I run, I walk, RIFLESSIONI Durante le attivitò ho sperimentato che: da parte degli alunni c è stato molto interesse e non ci sono stati processi generatori di ansia che abbiano potuto bloccare il processo di apprendimento l ambiente libero della palestra è sicuramente favorevole ad una attività TPR essendo una classe 3^, alcuni termini erano già conosciuti dai bambini (WALK, RUN) e questo ha aumentato la loro sicurezza, creando presupposti favorevoli all interiorizzazione di altri; infatti
9 in ognuno dei due momenti dell attività svolta in palestra ho proposto tre comandi di cui uno o due noti e gli altri no l uso del pupazzo ha permesso agli alunni di favorire il superamento della fase del silenzio in quanto non erano loro in prima persona a sbagliare ma era Rocky, che stava imparando e di conseguenza sbagliando; inoltre, da parte di molti bambini è stato naturale chiedere se potevano tenere Rocky e dare loro ordini le successive attività svolte in classe, con l insegnante di L2, di interiorizzazione della terminologia hanno permesso di utilizzare correttamente quanto conosciuto attraverso l approccio fisico. La VALUTAZIONE complessiva dell attività svolta è stata molto positiva.
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