Politiche industriali sostenibili: dal marketing territoriale alla simbiosi industriale. Enrico Cancila CCTS Rete Cartesio Rimini, 6 novembre 2014

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1 Politiche industriali sostenibili: dal marketing territoriale alla simbiosi industriale Enrico Cancila CCTS Rete Cartesio Rimini, 6 novembre 2014

2 RETE CARTESIO Aggiornamento: 27/10/ aderenti 240 organizzazioni 18 regioni rappresentate La Rete ricerca e promuove soluzioni collettive fondate sulla collaborazione tra soggetti pubblici e privati attivi su Cluster o Aree Omogenee (aree industriali, aree urbane e altri ambiti territoriali con problematiche e sinergie simili) 3% 2% 2% 9% 4% 17% regioni enti locali associazioni industriali istituti di ricerca Regioni promotrici: Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana e Sardegna 5% enti di certificazione 29% 5% 8% 14% sviluppo territoriale cluster imprese/professionisti 2% mass media ONG associazioni ambientali altri

3 MARKETING E SIMBIOSI Marketing territoriale Programmare lo sviluppo economico di un territorio Obiettivi: - Aumentare la competitività - Stimolare l innovazione - Valorizzare le vocazioni territoriali - Attrarre investimenti e imprese Alcuni dei fattori chiave per un buon marketing territoriale: Presenza di infrastrutture adeguate, soprattutto per la logistica Presenza di servizi qualificati Capitale umano qualificato e know-how Ricerca e innovazione Amministrazione pubblica efficiente ed innovativa Le politiche industriali sostenibili devono ragionare di questi fattori in senso GREEN e sicuramente la simbiosi industriale può essere una chiave di lettura interessante.

4 OBIETTIVI DELLA SIMBIOSI INDUSTRIALE SIMBIOSI INDUSTRIALE migliorare le prestazioni ambientali di un territorio o di un area industriale creare vantaggio competitivo per le aziende Far parte di un sistema consente la CONDIVISIONE dei rischi e dei costi e consente il rispetto degli adempimenti burocratici: Disporre di materie alternative alle materie prime; Accedere a fonti energetiche rinnovabili grazie a infrastrutture comuni Condividere un know-how Condividere servizi Disporre di infrastrutture e reti tecnologiche innovative Sono elementi utili alla simbiosi ma anche ad un efficace azione di marketing per l attrazione di impresa.

5 DUE CONTESTI DELLA SIMBIOSI La Simbiosi industriale può verificarsi principalmente in due differenti contesti : - in un contesto di filiera, l esigenza in capo ad una singola azienda di rendere più efficiente l uso delle risorse, porta alla revisione dei suoi processi produttivi, del suo modello organizzativo e soprattutto della sua catena di approvvigionamento; questo si ripercuote nelle fasi a monte e a valle della produzione, e dà la possibilità di creare sinergie e valorizzare materiali, anche di scarto - in un contesto di prossimità, aziende limitrofe (area industriale, distretto, APEA o semplice raggruppamento di aziende) sono spinte a processi collaborativi alla ricerca di economie di scala. La prossimità geografica dà la possibilità di scambiare, oltre ai materiali, anche l energia e di condividere risorse, servizi ed infrastrutture.

6 EMILIA ROMAGNA: UNA LEGGE FRA MARKETING ED INCENTIVO ALLA SIMBIOSI L. R. 18 luglio2014, n.14 «PROMOZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN EMILIA- ROMAGNA» Obiettivi: accrescere l attrazione e la competitività del sistema economico dell Emilia-Romagna e raggiungere elevati livelli di sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo Tra gli interventi generali per lo sviluppo d impresa (artt. 13,14 e 15): - Consorzi d area e aree ecologicamente attrezzate - Agevolazioni fiscali per le imprese - Linee di finanziamento agevolato

7 Qualche esempio di esperienze ispirate alla simbiosi industriale e alla circular economy: due esempi di RECUPERO DI MATERIA APEA Navicelli (Pisa) trattamento per il recupero di sedimenti dragati e contaminati provenienti dai canali e loro reimpiego come materiali per ripristini ambientali Sacca di Goro (Ferrara) area SIC/ZPS altamente vocata alla molluschicoltura minacciata da proliferazione macroalghe e accumulo di sedimenti>> studio di fattibilità impianto produzione biogas alimentato da macroalghe e riutilizzo sedimenti accumulati per ripascimento zone costiere soggette ad erosione

8 Qualche esempio di esperienze ispirate alla simbiosi industriale e alla circular economy: esempi di percorsi in Emilia-Romagna Progetto per valorizzazione rifiuti plastici: PERCORSO A LIVELLO TERRITORIALE affrontare la questione ambientale (valorizzare il mix polimerico della RD attualmente avviato ad incenerimento) partendo dalla valorizzazione di una vocazione storica territoriale (distretto della plastica Ferrara) Accordo per il recupero della frazione povera della plastica proveniente da RD, promosso dalla Regione Emilia-Romagna (sottoscrizione aprile 2014) Coinvolgimento di attori ai vari livelli: Comune, Provincia, Agenzia sviluppo provinciale, Università, gestore servizio pubblico, ATERSIR e Co.Re.Pla. (sottoscrittori) e aziende locali Forte carattere di sperimentalità Beneficio ambientale accoppiato a vantaggio per aziende (approvvigionamento di materia alternativa alla vergine; specializzazione e know-how in un settore in espansione)

9 Qualche esempio di esperienze ispirate alla simbiosi industriale e alla circular economy: esempi di percorsi in Emilia-Romagna Progetto per valorizzazione dei rifiuti da C&D: PERCORSO A LIVELLO DI FILIERA affrontare la questione ambientale (migliorare la gestione dei rifiuti inerti) creando una base conoscitiva (analisi dei flussi quantitativi e dei soggetti coinvolti; analisi dell impiantistica sull intero territorio; analisi delle potenzialità) Approccio LCA: considerare diverse filiere tra loro interconnesse Valutazione degli attuali reimpieghi degli aggregati riciclati (Obiettivo UE 70% recupero raggiunto ma bassa qualità) Valutazione delle azioni da mettere in campo per promuovere la circular economy nella filiera degli inerti: GPP (bandi, capitolati per appalti lavori) Partenariati pubblico-privati per coinvolgere l intera catena (dai trattatori di rifiuti al mondo delle costruzioni, visto sia come produttore di rifiuti inerti sia come potenziale utilizzatore di aggregati riciclati)

10 CONCLUSIONI Supporto alla Simbiosi Industriale come leva di marketing territoriale Come? Approccio di cluster (APEA, filiera, distretto) Approccio LCA (il rifiuto come «risorsa» che entra nei processi produttivi) Conoscenza qualiquantitativa e valutazione delle barriere legislative e non Valorizzazione delle vocazioni produttive territoriali Creazione di partnership e tavoli di lavoro con gli attori a tutti i livelli

11 OSTACOLI ALLA SIMBIOSI Ostacoli legati a quadro normativo e di regolamentazione: Difficoltà di disporre agevolmente dei materiali che entrano nell onerosa disciplina dei rifiuti (regolamenti End of Waste) Meccanismi di attribuzione dei materiali che transitano dai Consorzi di filiera (es. aste) Ostacoli di ordine quali-quantitativo: Difficoltà di disporre in modo continuativo di materia prima seconda (es. fluttuazioni dei rifiuti che provengono da RD) Minore conoscenza nelle caratteristiche tecniche e performance di materiali riciclati; necessità di caratterizzazioni e sviluppo di know-how Ostacoli di tipo «culturale»: Companies may lack the information, confidence and capacity to move to circular economy solutions (COM(2014) 398 final, Towards a circular economy: A zero waste programme for Europe ) Ostacoli di «mercato»: I prodotti ottenuti tramite processi che sfruttano simbiosi devono avere al medesima funzionalità di quelli sul mercato. Situazioni con diminuzuione di costi, usabilità inalterata non sono da ritenere automatiche. Ricerca e valutazioni economiche devono essere sviluppate in parallelo.

12 Contatti Enrico Cancila Coordinamento tecnico scientifico Rete Cartesio ERVET agenzia di sviluppo in-house della Regione Emilia Romagna 051/

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