La diagnosi di demenza

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La diagnosi di demenza"

Transcript

1 La diagnosi di demenza La demenza è caratterizzata dalla presenza di un deficit della memoria che si associa a disturbi in altre aree cognitive e causa una significativa riduzione delle capacità della vita quotidiana del paziente.

2 I criteri diagnostici della demenza (DSM-IV) Presenza di deficit cognitivi multipli caratterizzati da: 1) Compromissione mnesica (deficit dell abilità ad apprendere nuove informazioni o a richiamare informazioni precedentemente apprese) 2) uno o più deficit cognitivi: afasia (disturbo del linguaggio); aprassia (incapacità ad eseguire attività motorie nonostante l integrità della comprensione e della motricità); agnosia (incapacità a riconoscere o identificare oggetti in assenza di deficit sensoriali); deficit del pensiero astratto e della capacità critica I deficit cognitivi interferiscono significativamente nel lavoro, nelle attività sociali, nelle relazioni con gli altri, e determinano un peggioramento significativo rispetto al precedente livello funzionale

3 Quadro clinico I cambiamenti della personalità sono l aspetto più frequente nei pazienti affetti da demenza: il 70% è apatico; il 60% è agitato; il 40% accusa sintomi depressivi, ansia, irritabilità; deliri e allucinazioni sono presenti nel 30-60% dei pazienti. Sintomi cognitivi Deficit mnesici Disorientamento temporale e spaziale Aprassia Afasia, alessia, agrafia Deficit di ragionamento astratto, di logica e di giudizio Acalculia Agnosia Deficit visuospaziali Sintomi non cognitivi Psicosi (deliri paranoidei, allucinazioni) Alterazioni dell'umore (depressione, euforia, labilità emotiva) Ansia Sintomi neurovegetativi (alterazioni del ritmo sonno veglia, dell'appetito, del comportamento sessuale) Disturbi dell'attività psicomotoria (vagabondaggio, affaccendamento afinalistico, acatisia) Agitazione (aggressività verbale o fisica, vocalizzazione persistente) Alterazioni della personalità (indifferenza, apatia, disinibizione, irritabilità) Bianchetti A, Dementia Update 1, 1998

4 Quando sospettare la demenza

5 Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: Eseguire compiti complessi: ha difficoltà a elaborare una serie complessa di pensieri o ad eseguire compiti che richiedono numerose azioni. Ragionare: è incapace di rispondere con una ragionevole strategia a problemi insorti a casa o nel lavoro; si mostra stranamente poco riguardoso delle regole sociali di comportamento.

6 Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: Orientarsi: ha difficoltà di orientamento durante la guida dell automobile e tende a perdersi anche in luoghi che sono familiari. Può manifestare difficoltà a ricordare il giorno della settimana e la data corrente. Parlare: ha difficoltà sempre maggiori a trovare parole che esprimano ciò che vuole comunicare e a seguire le conversazioni.

7 Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: Tenere un comportamento adeguato: è passivo e non reagisce adeguatamente alle situazioni, è più irritabile e sospettoso del solito, interpreta in modo sbagliato stimoli uditivi e visivi. A volte manifesta afasia, prosopoagnosia, o altri disturbi isolati come una difficoltà nell organizzare il movimento.

8 Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: Imparare e ricordare nuove informazioni. Ricordare recenti conversazioni, eventi e appuntamenti. Posizionare gli oggetti in maniera corretta.

9 Iter diagnostico differenziale del decadimento cerebrale senile DEFICIT MNESICO (manifestazione precoce) Amnesia episodica Peggioramento emozionale dell amnesia Deficit rievocativo limitato ad eventi secondari Percezione soggettiva del deficit DECADIMENTO CEREBRALE FISIOLOGICO

10 Iter diagnostico differenziale del decadimento cerebrale senile DEFICIT MNESICO (manifestazione precoce) Amnesia stabile Amnesia non correlabile all emozione Deficit rievocativo globale Indifferenza soggettiva al deficit DECADIMENTO CEREBRALE PATOLOGICO

11 Epidemiologia delle demenze

12 PRINCIPALI DEMENZE Altre Demenza vascolare Malattia di Alzheimer Demenza a corpi di Lewy Costa et al., 1996 McKeith et al., 1996

13 PRINCIPALI DEMENZE Malattia di Alzheimer Demenza a corpi di Lewy Demenza vascolare >60% 25% 15% Malattia di Pick Malattia di Creutzfeldt-Jacob Paralisi sopranucleare progressiva Malattia di Parkinson Idrocefalo normoteso Ipotiroidismo AIDS Costa et al., 1996 McKeith et al., 1996

14 Frequenza delle varie forme di demenza TIPO DI DEMENZA FREQUENZA Demenza di Alzheimer Demenza vascolare 50-60% 10-20% Demenza a corpi di Lewy Malattia di Pick e demenza fronto-temporale Altre forme di demenza 7-25% 2-9% 5-15% Demenze reversibili 5-20% Bianchetti A, Dementia Update 5, 1999

15 Modificazioni del numero di persone di età 65 anni e di quelle con deterioramento cognitivo che si prevede possano verificarsi annualmente, a partire dal 1996, in Gran Bretagna Variazione percentuale dal Anno Popolazione con oltre 65 anni di età Individui con deterioramento cognitivo Melzer et al, BMJ 1997; 315: 462

16 Demenze reversibili Condizioni somatiche che si associano a demenza (il trattamento della patologia di base può far regredire il quadro demenziale) Disturbi endocrini e metabolici Malattie infettive e infiammatorie del SNC Stati carenziali Sostanze tossiche Processi espansivi intracranici Malattie sistemiche Patologie psichiche Ipo e ipertiroidismi Ipo e iperparatiroidismi Malattie asse ipofisi-surrene Ipoglicemia; disidratazione Meningiti ed encefaliti; connettiviti Carenza di tiamina, vitamina B12 e folati Malnutrizione calorico-proteica Alcol; metalli pesanti; farmaci Neoplasie, ematomi o ascessi cerebrali Idrocefalo normoteso Insufficienza respiratoria Encefalopatia porto-sistemica Insufficienza renale cronica Anemia severa Pseudodemenza depressiva

17

18 Pseudodemenza Al momento gli unici criteri diagnostici ai quali si fa riferimento sono quelli proposti da Caine nel 1981 che prevedono la presenza di: deterioramento intellettivo associato a un disturbo psichiatrico primario anomalie neuropsicologiche che in parte richiamano deficit cognitivi neuropatologicamente indotti nessun apparente processo neuropatologico che possa spiegare l origine del disturbo.

19 Diagnosi differenziale tra Pseudodemenza e Demenza Decorso clinico Consapevolezza della disfunzione PSEUDODEMENZA consapevole DEMENZA inconsapevole Esordio dei sintomi Ricerca di consulto medico Progressione dei sintomi Precedenti psichiatrici improvviso precoce rapida comuni insidioso ritardato lenta non frequenti

20 Diagnosi differenziale tra Pseudodemenza e Demenza Comportamento clinico PSEUDODEMENZA DEMENZA Lamentele del paziente Atteggiamenti Sforzo descrive il deficit nel dettaglio enfatizza la disabilità, dà risalto ai fallimenti simula sforzo per svolgere compiti anche modesti poche lamentele e tentativo di nascondere il deficit mostra soddisfazione dei risultati grandi sforzi per svolgere compiti anche modesti Preoccupazione del deficit Accentuazione notturna della disfunzione preoccupazione del deficit non comune appare non preoccupato comune

21 Diagnosi differenziale tra Pseudodemenza e Demenza Caratteristiche cliniche Attenzione e concentrazione Risposte alle domande Perdita di memoria Performance nei compiti di uguale difficoltà PSEUDODEMENZA Spesso ben conservate Tipicamente risponde: non so Confabulazioni Marcata variabilità Deteriorate DEMENZA Spesso mancanza di risposte Perdita più grave della memoria recente rispetto alla memoria remota Performance costantemente ridotta Cancellaro LA, Johnson City Tenn, 08, 2001 Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 1, 1998

22 Demenza vs Pseudodemenza depressiva Demenza I sintomi cognitivi compaiono per primi L umore è labile Paziente cooperativo ma con performance ridotta Afasia, aprassia Anedonia assente I sintomi cognitivi non rispondono agli antidepressivi Pseudodemenza I sintomi depressivi compaiono per primi L umore è sempre disforico Paziente non cooperativo Non afasia, aprassia Anedonia sempre I sintomi cognitivi rispondono agli antidepressivi

23 La pseudodemenza, se ben diagnosticata, costituisce un disturbo solitamente reversibile al contrario della patologia demenziale che, soprattutto nelle sue forme più avanzate, non si presta a particolari e risolutivi interventi terapeutici. Le strategie terapeutiche in grado di trattare la patologia depressiva responsabile del quadro simil-demenziale possono invece peggiorare drammaticamente i sintomi di una demenza primaria. Bianchetti A, Pezzini A, Dementia Update 9, 2001

24 Demenze degenerative non Alzheimer DEMENZA FRONTOTEMPORALE: 2-9% Precoci disturbi comportamentali (disinibizione, perdita del controllo sociale, stereotipia), alterazioni dell affettività (apatia, disinteresse, ipocondria, somatizzazioni) e precoci disturbi del linguaggio (monotonia, ecolalia, perseverazioni). DEMENZA A CORPI DI LEWY: 7-25% Fluttuazione dei disturbi (sia cognitivi, sia dello stato di veglia), presenza di allucinazioni visive ben strutturate, segni extrapiramidali e frequenti cadute.

25

26 Demenze degenerative non Alzheimer DEGENERAZIONE CORTICO BASALE Aprassia ideomotoria asimmetrica, afasia precoce, disinibizione e segni frontali, distonia di un arto, mioclono focale e parkinsonismo. PARALISI SOPRANUCLEARE PROGRESSIVA Paralisi sopranucleare dello sguardo, instabilità posturale con cadute, disartria, deficit di attenzione e deficit cognitivo.

27

28

29

30

31

32

33 PREVALENZA DELL AD Prevalenza (%) Età (anni)

34

35

36

37

38

39

40 Quadro clinico Declino cognitivo * Perdita di memoria * Disorientamento temporale e spaziale *Afasia * Aprassia * Agnosia Demenza Disturbi del Comportamento * Oscillazioni dell umore * Alterazioni della personalità * Psicosi * Agitazione * Wandering * Sintomi neurovegetativi Compromissione funzionale * IADL * ADL

41

42

43

44

45 Storia naturale della DA 25 Pre-DA Lieve-Moderata Intermedia Grave Sintomi cognitivi MMSE Decadi Disturbi del comportamento Perdita dell autosufficienza Ricovero in strutture sanitarie Anni Morte Adattata da Gauthier S. ed. Clinical Diagnosis and Management of Alzheimer s Disease

46

47 La Progressione dei Disturbi Neuropsicologici MMSE Disturbo di Memoria Disturbo di Attenzione Disturbo di Visuo-Spaziali Disturbo di Astrazione Disturbo di Linguaggio Aprassia Agnosia visiva Normale MCI CDR 0.5 Demenza di Alzheimer

48

49

50 L evoluzione della malattia è stata classicamente suddivisa in quattro fasi: fase di esordio, caratterizzata da un iniziale disturbo mnesico fase neuropsicologica, caratterizzata da un imponente disturbo mnesico, e da deficit di funzioni corticali (afasia, agnosia, aprassia)

51 fase neurologica, con comparsa di modesti segni extrapiramidali (rigidità) e di riflessi primitivi (grasping, riflesso di suzione) fase terminale, caratterizzata da allettamento, perdita ponderale, incontinenza urinaria, complicanze infettive

52 Nella maggior parte dei casi (80 %) il primo sintomo è costituito dai disturbi mnesici

53 I disturbi mnesici si evidenziano in maniera insidiosa e lentamente ingravescente negli eventi della vita quotidiana: il paziente dimentica appuntamenti e scadenze, non trova oggetti riposti in precedenza, ripete quasi ossessivamente le stesse cose, non ricordando di averle già dette

54 I disturbi mnesici coinvolgono anche episodi della vita personale, che vengono rievocati in maniera confusa, e spesso collocati inadeguatamente nel tempo

55 Analogamente si degradano conoscenze più generali, come quelle concernenti eventi storici o relazioni geografiche

56 Compaiono precocemente anche disturbi del linguaggio, costituitida anomie e utilizzo di circonlocuzioni, difficoltà di scrittura, parafasie semantiche e disturbi di calcolo

57 In altri casi sono invece più precoci i disturbi dell orientamento spaziale, con difficoltà a compiere o descrivere percorsi e ritrovare luoghi conosciuti, e dell'orientamento temporale

58 I disturbi diventano col passare del tempo sempre più marcati: il linguaggio si svuota progressivamente di contenuto comunicativo, e risulta ridotto a frasi stereotipate, frammentarie e spesso grammaticalmente incomplete

59 Compaiono disturbi di comprensione, sia del linguaggio orale, che di quello scritto, e solo le domande più semplici vengono correttamente comprese Si può assistere ad una mera ripetizione delle domande poste (ecolalia)

60 Le sequenze di movimenti richieste per una determinata azione diventano confuse ed approssimative (aprassia ideativa) Le operazioni di copia di disegni semplici risultano impossibili (aprassia costruttiva)

61 Il riconoscimento di oggetti e luoghi diventa sempre più difficoltoso, così come quello dei volti di persone note (prosopoagnosia)

62 Ai deficit cognitivi si accompagnano modificazioni della personalità di segno ed entità variabile: in alcuni casi si assiste a disinibizione ed agitazione psicomotoria, in altri ad apatia ed inerzia

63 L appetito può in alcuni casi aumentare abnormemente, mentre in altri casi può comparire indifferenza al cibo, compresi gli alimenti preferiti Possono comparire disturbi del ritmo sonno-veglia, o manifestazioni allucinatorie o deliranti (in genere di persecuzione o di gelosia)

64 Nelle fasi più avanzate compaiono segni neurologici, quali una discreta rigidità, un atteggiamento camptocormico, e riflessi di suzione e prensione coatta La deambulazione è impacciata, talora a piccoli passi, senza che si possa mettere in evidenza alcun deficit motorio segmentario, né alcuna alterazione dei riflessi

65 In un certo numero di casi vi è la comparsa di mioclonie, convulsioni, tremore e discinesie Nelle fasi terminali il paziente è ormai allettato ed incontinente, e richiede assistenza continua nell'alimentazione e nell'igiene, pur rimanendo vigile La morte è determinata nella maggior parte dei casi da complicanze infettive

66 Neuropathological changes characteristic of AD Normal AD AP NFT AP = amyloid plaques NFT = neurofibrillary tangles Courtesy of George Grossberg, St Louis University, USA

67

68

69

70 Neuroimaging changes characteristic of AD Courtesy of Gary Small, MD, University of California, Los Angeles

71 Malattia di Alzheimer: una degenerazione progressiva dell SNC con un quadro patologico caratteristico Atrofia cerebrale Placche senili Grovigli neurofibrillari Katzman, 1986; Cummings and Khachaturian, 1996

72

73

74

75 Malattia di Alzheimer: Markers istopatologici Grovigli neurofibrillari Placche amiloidi

76

77

78

79

80 La beta amiloide è un frammento di una proteina più estesa, identificata come precursore della proteina amiloide (APP), codificata dal cromosoma 21, e normalmente processata attraverso due vie proteolitiche, quelladellasecretasi alfa, chenon porta aproduzionedi beta amiloide, e quella delle secretasi beta e gamma, che portano a produzione di beta amiloide

81 EZIOPATOGENESI -Amiloide APP Microglia ApoE MORTE CELLULARE DEMENZA

82 Gli ammassi neurofibrillari sono costituiti da accumuli di neuriti distrofici contenenti filamenti a doppia elica, la cui componente principale è la forma iperfosforilata della proteina tau, che è una proteina prodotta da un gene del cromosoma 17, che, quando è defosforilata o parzialmente defosforilata, si lega ai microtubuli

83 Neuropatologia della DA Proteina precursore amiloide solubile Processo normale Fosfatasi Proteina Proteina fosforilata Chinasi (p25/cdk5) Proteina precursore amiloide Processo anormale Frammenti -amiloidi A 42 Filamenti elicoidali intraneuronali accoppiati Tossico? Fosforilazione eccessiva Gomitoli neurofibrillari Placche -amiloidi Tossico? Morte neuronale Tossico? Microglia attivata

84 Aspetti genetici

85 Nella maggior parte dei casi la MA è sporadica, e la sua eziologia è multifattoriale Vi è una serie di elementi che suggeriscono l esistenza di una componente genetica

86 I parenti di primo grado di un paziente presentano un rischio di circa quattro volte superiore rispetto alla popolazione generale di essere colpiti dalla MA Vi sono analogie fra le alterazioni neuropatologiche caratteristiche della MA e quelle della trisomia 21 (sindrome di Down)

87 In alcune famiglie la MA è trasmessa come tratto autosomico dominante Questi dati depongono per l ipotesi che la mutazione di un singolo gene possa essere sufficiente a causare la malattia, e che componenti genetiche possano avere un ruolo anche nell eziologia delle forme sporadiche

88 Sono state descritte mutazioni a carico del gene che codifica l APP, apenetranzacompleta,responsabilidi una minoranza di casi familiari (circa 20 famiglie), con età di esordio fra i 40 ed i 65 anni

89 E probabile che tali mutazioni modifichino il metabolismo della glicoproteina codificata dal gene, favorendo la formazione del frammento lungo della beta amiloide A 1 42

90 Sono state descritte mutazioni a penetranza completa del gene della presenilina 1, situato sul cromosoma 14, responsabili di gravi forme familiari ad esordio precoce (tra i 32 e i 56 anni)

91 E stato individuato sul cromosoma 1 un gene, codificante una proteina denominata presenilina 2, con una sequenza omologa alla presenilina 1, la cui mutazione è responsabile di forme meno aggressive e più tardive (con esordio fra i 40 e gli 85 anni)

92 La localizzazione di entrambe le proteine codificate dai due geni a livello delle membrane intracellulari suggerisce un loro ruolo nella processazione dell APP Le mutazioni dei geni della presenilina comportano verosimilmente una maggiore produzione dei frammenti lunghi di beta amiloide

93

94 Diversi studi hanno riportato un associazione tra la presenza dell allele Apo E 4 del gene dell Apolipoproteina E (Apo E) ed un maggiore rischio di sviluppare la MA, così come un possibile effetto protettivo dell allele 2

95 L apolipoproteina E ha un ruolo nel trasporto del colesterolo e dei fosfolipidi, e di conseguenza nell integrità sinaptica, risultando indispensabile per il corretto funzionamento del sistema colinergico, particolarmente vulnerabile alle alterazioni del metabolismo fosfolipidico

96 Il gene per l Apo E è altamente polimorfo, e può presentare tre aplotipi, 2, 3, 4 Gli omozigoti per l allele 4 costituiscono il 2 % della popolazione, esistimachel 83 % di essi sviluppi una MA nel corso della vita

97

98 Adifferenzadellemutazioni descritte per le forme ad esordio precoce, che possono essere considerate fattori causali della malattia, l Apo E 4 sembra agire come fattore in grado di modificare il rischio di malattia, specialmente attraverso un azione di anticipazione dell esordio, manon come fattore necessario, né sufficiente per lo sviluppo della MA

99 L Apo E 3, a differenza dell Apo E 4, si lega alla proteina tau associata ai microtubuli, rallentandone la velocità di fosforilazione con formazione di filamenti a doppia elica

100 Il deposito di amiloide nelle placche senili è maggiore quando sono presenti due copie dell allele Apo E 4, rispetto a quando ne è presente una sola

101 Fattori di rischio per la malattia di Alzheimer (AD) La prevalenza della AD raddoppia ogni 5 anni a partire dall età di 60 anni e supera il 30% dopo gli 85 anni Accertati Possibili Ipotizzati e non confermati Età avanzata Traumi cranici Età della madre alla nascita Familiarità per demenza Malattia cerebrovascolare Mancinismo o sindrome di Down Assetto allelico ApoE Sindrome depressiva Fattori ambientali ad esordio tardivo (assunzione di sostanze tossiche etc.) Basso livello di scolarità Familiarità per la malattia Non fumatori e di professione svolta di Parkinson Ipotiroidismo Sesso femminile Mancata assunzione di estroprogestinici o di FANS Bianchetti A, Dementia Update 5, 1999

102 Patogenesi della DA Fattori di rischio Età Storia familiare Mutazioni sui cromosomi 1, 14, 21 Apolipoproteina E 4 Alfa 2 macroglobulina Trauma cranico Sesso femminile Sindrome di Down Fattori potenzialmente Protettivi Uso di estrogeni Riserva cognitiva pre-esistente Uso di farmaci antinfiammatori Apolipoproteina E 2 (?) Uso di farmaci antiossidanti

103

104

105

106

107

108

109

110

111

112

113

114

115

116

117

118 Il deficit colinergico dell AD determina la sintomatologia clinica Deficit colinergico Perdita progressiva dei neuroni colinergici Riduzione progressiva dell ACh disponibile N. basale del Meynert Compromissione di ADL, comportamento e funzioni cognitive Corteccia Ippocampo Bartus et al., 1982; Cummings and Back, 1998, Perry et al., 1978

119 Acetilcolina e metabolismo dell amiloide

La Malattia di Alzheimer. Manuel Soldato

La Malattia di Alzheimer. Manuel Soldato La Malattia di Alzheimer Manuel Soldato Caratteristiche Più frequente forma di demenza Deterioramento ingravescente delle capacità cognitive Comparsa di disturbi comportamentali e dell affettività Progressiva

Dettagli

Le demenze. Manuel Soldato Geriatra RSA S. F. Cabrini - Codogno

Le demenze. Manuel Soldato Geriatra RSA S. F. Cabrini - Codogno Le demenze Manuel Soldato Geriatra RSA S. F. Cabrini - Codogno LE DEMENZE DEFINIZIONE 1. La demenza definisce uno stato di progressivo decadimento delle funzioni cognitive prodotto da una patologia cerebrale

Dettagli

DEMENZE CLASSIFICAZIONE EPIDEMIOLOGICA. DEMENZE FREQUENTI - Forme Degenerative (Alzheimer) 45% - Forme Vascolari 20% - Forme Miste 20%

DEMENZE CLASSIFICAZIONE EPIDEMIOLOGICA. DEMENZE FREQUENTI - Forme Degenerative (Alzheimer) 45% - Forme Vascolari 20% - Forme Miste 20% DEMENZE CLASSIFICAZIONE EPIDEMIOLOGICA DEMENZE FREQUENTI - Forme Degenerative (Alzheimer) 45% - Forme Vascolari 20% - Forme Miste 20% DEMENZE MENO FREQUENTI - M. di Creutzfeld - Jacob - M. di Binswanger

Dettagli

Disturbi comportamentali Aspetti clinici

Disturbi comportamentali Aspetti clinici Disturbi comportamentali Aspetti clinici Dott. ssa Livia Ludovico La Malattia di Alzheimer: gli aspetti clinici e l alleanza terapeutica Hotel Parma & Congressi Via Emilia Ovest, 281/A - Parma 24 settembre

Dettagli

Cosa cambia con i nuovi criteri diagnostici? Dr.ssa Laura Bracco

Cosa cambia con i nuovi criteri diagnostici? Dr.ssa Laura Bracco Cosa cambia con i nuovi criteri diagnostici? Dr.ssa Laura Bracco DEMENZA Sindrome clinica caratterizzata dal deterioramento della memoria e delle altre funzioni cognitive rispetto al livello di sviluppo

Dettagli

Progetto Memento. Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e mantenimento della autonomia psicofisica

Progetto Memento. Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e mantenimento della autonomia psicofisica Progetto Memento Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e mantenimento della autonomia psicofisica Progetto Memento Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e mantenimento della autonomia psicofisica

Dettagli

LA MALATTIA DI ALZHEIMER: DAL SOSPETTO CLINICO ALLA DIAGNOSI (Parte II)

LA MALATTIA DI ALZHEIMER: DAL SOSPETTO CLINICO ALLA DIAGNOSI (Parte II) LA MALATTIA DI ALZHEIMER: DAL SOSPETTO CLINICO ALLA DIAGNOSI (Parte II) Dr. Roberto Bombardi Dirigente Medico Neurologia Ospedale San. Bassiano 11 Ottobre 2014 -Bassano del Grappa Eavluationofcognitive

Dettagli

Alice Laita Raffaella Fornaseri Sofia Raffa

Alice Laita Raffaella Fornaseri Sofia Raffa PSICOPATOLOGICO PSICOPATOLOGICO Alice Laita Raffaella Fornaseri Sofia Raffa CAPITOLO V CAPITOLO V RISCHIO RISCHIO SINDROME DI DOWN È una malattia genetica causata dalla presenza di un cromosoma 21 in più:

Dettagli

<1%familiare, 99% sporadica Incidenza: 1% tra 65-70anni; 8% > 80anni Durata: variabile (2-20anni) media 4anni

<1%familiare, 99% sporadica Incidenza: 1% tra 65-70anni; 8% > 80anni Durata: variabile (2-20anni) media 4anni Malattia di Alzheimer 80anni Durata: variabile (2-20anni) media 4anni 3-4 milioni di individui affetti da AD in USA Sintomi: Cognitivi: Perdita

Dettagli

Psicopatologia dell anziano. Prof.ssa Elvira Schiavina 02 marzo 2016

Psicopatologia dell anziano. Prof.ssa Elvira Schiavina 02 marzo 2016 Psicopatologia dell anziano 02 marzo 2016 Invecchiamento e Psicopatogia Salute mentale dell anziano: nuovo campo della psicopatologia. Affinamento dei criteri di diagnosi, costruzione e validazione di

Dettagli

MALATTIA DI ALZHEIMER

MALATTIA DI ALZHEIMER MALATTIA DI ALZHEIMER FORME FAMILIARI FORME SPORADICHE 5-10% 90-95% Esordio precoce (40-60 aa) (EOFAD) Esordio tardivo (>60 aa) (LOFAD) Esordio precoce (65 aa) (LOAD) (Fattori

Dettagli

La Malattia di Alzheimer: approccio neuropsicologico

La Malattia di Alzheimer: approccio neuropsicologico La Malattia di Alzheimer: approccio neuropsicologico Dott.ssa Sara Fascendini Centro Alzheimer, Fondazione Europea di Ricerca Biomedica (FERB), Ospedale Briolini, Gazzaniga (BG) CHE COSA È LA DEMENZA?

Dettagli

MODENA NON TI LASCIA SOLO CON L ALZHEIMER

MODENA NON TI LASCIA SOLO CON L ALZHEIMER MODENA NON TI LASCIA SOLO CON L ALZHEIMER Dai primi sintomi alla diagnosi Roberto De Gesu Medico di Med. Generale - Responsabile della attività medica di base e del coordinamento sanitario RSA Cialdini

Dettagli

Rischio psicopatologico

Rischio psicopatologico Rischio psicopatologico http://www.medicinalive.com/sindrome-di-down Corso di Disabilità cognitive - Prof. Renzo Vianello - Università di Padova Power Point per le lezioni a cura di Manzan Dainese Martina

Dettagli

COS E LA MALATTIA DI ALZHEIMER?

COS E LA MALATTIA DI ALZHEIMER? COS E LA MALATTIA DI ALZHEIMER? E la forma più frequente di demenza. La DEMENZA è la perdita delle funzioni intellettive (il RICORDARE, il PENSARE, il RAGIONARE) di gravità tale da rendere la persona malata

Dettagli

I disturbi della mente

I disturbi della mente a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 I disturbi della mente 16/5/2006 Evoluzione Degenerazione delle capacità cognitive Invecchiamento buono Invecchiamento fisiologico

Dettagli

Interventi sul caregiver del paziente affetto da demenza

Interventi sul caregiver del paziente affetto da demenza Interventi sul caregiver del paziente affetto da demenza Dott.ssa Amparo Ortega Ambulatorio di Neuropsicologia Dipartimento di Neurologia ASL 3 Genovese La malattia di Alzheimer è la più comune causa di

Dettagli

La psichiatria geriatrica è un campo in rapida crescita in quanto la popolazione anziana è in aumento.

La psichiatria geriatrica è un campo in rapida crescita in quanto la popolazione anziana è in aumento. La psichiatria geriatrica è un campo in rapida crescita in quanto la popolazione anziana è in aumento. I disturbi mentali dell anziano comprendono tutti i disturbi ritrovabili nei giovani adulti e ad essi

Dettagli

Malattie degenerative, sporadiche ed ereditarie, prevalentemente dementigene

Malattie degenerative, sporadiche ed ereditarie, prevalentemente dementigene Malattie degenerative, sporadiche ed ereditarie, prevalentemente dementigene Prof. Roberto Cotrufo 2009 Definizione di demenza La demenza è una sindrome caratterizzata da deterioramento di capacità cognitive

Dettagli

La valutazione comportamentale. Dr. C. Marra e Dr. D. Quaranta Istituto di Neurologia - UCSC

La valutazione comportamentale. Dr. C. Marra e Dr. D. Quaranta Istituto di Neurologia - UCSC La valutazione comportamentale Dr. C. Marra e Dr. D. Quaranta Istituto di Neurologia - UCSC Ruolo dei disturbi comportamentali nella demenza sono la prima causa di stress nel care-giver (Rabins et al,

Dettagli

MODULO 01. DIMENSIONI, SINTOMI ANSIA E DEPRESSIONE DEPRESSIONE SOTTOSOGLIA Donatella Alesso Alfonsino Garrone

MODULO 01. DIMENSIONI, SINTOMI ANSIA E DEPRESSIONE DEPRESSIONE SOTTOSOGLIA Donatella Alesso Alfonsino Garrone MODULO 01 DIMENSIONI, SINTOMI ANSIA E DEPRESSIONE DEPRESSIONE SOTTOSOGLIA Donatella Alesso Alfonsino Garrone STATO DEPRESSIVO: dimensione e sintomi 2 Su 10 pazienti che si presentano nello studio di un

Dettagli

La palestra per la mente

La palestra per la mente La palestra per la mente Corso rivolto alla terza età Docenti: Dr.sse E. Pasquali, L. Cretella Associazione UmanaMente www.associazioneumanamente.org La palestra per la mente Corso rivolto alla terza età

Dettagli

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA ) Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA T. Mandarino (MMG ASL RMA ) La Malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer è la forma più frequente

Dettagli

I PROBLEMI NELLE FASI INIZIALI DELLA DEMENZA E I MODI PER AFFRONTARLI

I PROBLEMI NELLE FASI INIZIALI DELLA DEMENZA E I MODI PER AFFRONTARLI I PROBLEMI NELLE FASI INIZIALI DELLA DEMENZA E I MODI PER AFFRONTARLI Dr. Emiliano Petrò Responsabile Unità Valutativa Alzheimer Policlinico San Marco, Zingonia Importanza della diagnosi precoce Esclude

Dettagli

Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione)

Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull'uso

Dettagli

DEMENZE. Demenze secondarie

DEMENZE. Demenze secondarie Prof. Benvenuti DEMENZE La demenza è caratterizzata da un declino cognitivo che si manifesta con uno stato di coscienza normale e in assenza di altre malattie acute o sub-acute che possono causare un declino

Dettagli

Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing.

Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing. Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing. Episodio Depressivo Maggiore. Cinque o più dei seguenti sintomi sono presenti da almeno due settimane comportando un cambiamento rispetto al precedente

Dettagli

L APPROCCIO PSICHIATRICO: DEPRESSIONE E BPSD. Lucio Ghio Clinica Psichiatrica - IRCSS A.O.U. San Martino-IST

L APPROCCIO PSICHIATRICO: DEPRESSIONE E BPSD. Lucio Ghio Clinica Psichiatrica - IRCSS A.O.U. San Martino-IST L APPROCCIO PSICHIATRICO: DEPRESSIONE E BPSD Lucio Ghio Clinica Psichiatrica - IRCSS A.O.U. San Martino-IST Approccio psichiatrico nelle Demenze Depressione Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia

Dettagli

Il Morbo di Alzheimer

Il Morbo di Alzheimer Il Morbo di Alzheimer Il morbo di Alzheimer, detta anche demenza senile di tipo Alzheimer, demenza degenerativa primaria di tipo Alzheimer o semplicemente di Alzheimer, è la forma più comune di demenza

Dettagli

Disturbo della memoria: quando è normale per l età? Quando preoccuparsi? Che fare?

Disturbo della memoria: quando è normale per l età? Quando preoccuparsi? Che fare? Disturbo della memoria: quando è normale per l età? Quando preoccuparsi? Che fare? Dr.ssa Elisabetta Corengia Dr.ssa Caterina Barrilà Ospedale Valduce Como Neurologia da Lo smemorato di Tapiola Arto Paasilinna

Dettagli

CLINICA DELLA MALATTIA DI HUNTINGTON. Elisa Unti Dipartimento Neuroscienze U.O.C. Neurologia Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana

CLINICA DELLA MALATTIA DI HUNTINGTON. Elisa Unti Dipartimento Neuroscienze U.O.C. Neurologia Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana CLINICA DELLA MALATTIA DI HUNTINGTON Elisa Unti Dipartimento Neuroscienze U.O.C. Neurologia Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana Impersistenza motoria; Movimenti involontari; Ereditarietà; Disturbi

Dettagli

Indennità per menomazione dell integrità a norma LAINF Tabella 19

Indennità per menomazione dell integrità a norma LAINF Tabella 19 Indennità per menomazione dell integrità a norma LAINF Tabella 19 Menomazione dell integrità da esiti psichici di lesioni cerebrali Pubblicata dai medici dell Istituto nazionale svizzero di assicurazione

Dettagli

Breve panoramica sulle categorie diagnostiche attuali dei DPS. Definizione e descrizione dei criteri diagnostici maggiormente applicati

Breve panoramica sulle categorie diagnostiche attuali dei DPS. Definizione e descrizione dei criteri diagnostici maggiormente applicati Breve panoramica sulle categorie diagnostiche attuali dei DPS Definizione e descrizione dei criteri diagnostici maggiormente applicati Sistemi Internazionali di classificazione dei disturbi mentali Il

Dettagli

Area di Coordinamento Assistenza Anziani Direttore: D.ssa Anna Marro

Area di Coordinamento Assistenza Anziani Direttore: D.ssa Anna Marro AreadiCoordinamentoAssistenzaAnziani Direttore:D.ssaAnnaMarro InquadramentogeneraledelleSindromi Demenziali. LaMalattiadiAlzheimer. LeDemenzeDegenerativenonAlzheimer (demenzefronto temporali,demenzecon

Dettagli

Renzo Vianello Disturbi Pervasivi dello Sviluppo o Spettro autistico. Volume sulle Disabilità intellettive, cap. 5.

Renzo Vianello Disturbi Pervasivi dello Sviluppo o Spettro autistico. Volume sulle Disabilità intellettive, cap. 5. Renzo Vianello Disturbi Pervasivi dello Sviluppo o Spettro autistico Volume sulle Disabilità intellettive, cap. 5. I disturbi pervasivi dello sviluppo si caratterizzano per la presenza di disabilità almeno

Dettagli

Come cambiano le funzioni cognitive nella terza età: invecchiamento normale e patologico

Come cambiano le funzioni cognitive nella terza età: invecchiamento normale e patologico Come cambiano le funzioni cognitive nella terza età: invecchiamento normale e patologico L età è niente, è un numero che abbiamo addosso Arnoldo Foà Università Ivana Torretta Nerviano Massimiliano Dieci

Dettagli

La psicologia come diagnosi e riabilitazione

La psicologia come diagnosi e riabilitazione San Maurizio Canavese, 23/24 Febbraio 2012 Danilo De Gaspari ICP - CTO CENTRO PARKINSON MILANO L INTERVENTO PSICOLOGICO IN 2 FASI 1. LA DIAGNOSI DEI DISTURBI COGNITIVO-COMPORTAMENTALI 2. LA PRESA IN CARICO

Dettagli

LA MALATTIA DI ALZHEIMER: ASPETTI MEDICI E SOCIALI

LA MALATTIA DI ALZHEIMER: ASPETTI MEDICI E SOCIALI SEDE DI VARESE LA MALATTIA DI ALZHEIMER: ASPETTI MEDICI E SOCIALI Dott.ssa Cristina Morelli La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza: colpisce l 1% della popolazione occidentale, il 6%

Dettagli

Scala fenotipica. Dominante o recessivo? fenotipo. fenotipo. fenotipo A 1 A 1 A 2 A 2 A 1 A 2

Scala fenotipica. Dominante o recessivo? fenotipo. fenotipo. fenotipo A 1 A 1 A 2 A 2 A 1 A 2 fenotipo Dominante o recessivo? Scala fenotipica fenotipo A 1 A 1 A 2 A 2 fenotipo A 1 A 2 A 1 dominante A 1 e A 2. codominanti A 2 dominante A 1 dominanza incompleta A 2 dominanza incompleta Nei casi

Dettagli

IL DELIRIUM: STRATEGIE DI PREVENZIONE E GESTIONE

IL DELIRIUM: STRATEGIE DI PREVENZIONE E GESTIONE IL DELIRIUM: STRATEGIE DI PREVENZIONE E GESTIONE Collegio IPASVI Brescia 24 febbraio 2016 Zani Michele Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia Fond. Le Rondini Città di Lumezzane ONLUS IL MESSAGGIO DI OGGI

Dettagli

I disturbi specifici dell apprendimento: dall identificazione precoce agli interventi di recupero. Autore: Letizia Moretti Editing : Enrica Ciullo

I disturbi specifici dell apprendimento: dall identificazione precoce agli interventi di recupero. Autore: Letizia Moretti Editing : Enrica Ciullo I disturbi specifici dell apprendimento: dall identificazione precoce agli interventi di recupero Autore: Letizia Moretti Editing : Enrica Ciullo Corso Dsa - I disturbi specifici dell apprendimento: dall

Dettagli

Il mondo invecchia Il mondo invecchia

Il mondo invecchia Il mondo invecchia Il mondo invecchia Il mondo invecchia Evoluzione della popolazione anziana per classi d età e tassi di demenza Il cervello invecchia DISTURBI INTELLETTIVI DEL CERVELLO ANZIANO Declino della memoria Riduzione

Dettagli

Esistono tre forme di diabete

Esistono tre forme di diabete Il Diabete mellito L insulina regola la captazione del glucosio Incapacità delle cellule di captare il glucosio in circolo iperglicemia e glucosuria Disponendo di meno glucosio le cellule degradano i grassi

Dettagli

CONOSCERE LA DEMENZA PER AFFRONTARLA

CONOSCERE LA DEMENZA PER AFFRONTARLA 1 CORSO FORMATIVO/INFORMATIVO MESORACA 24/ 28 MAGGIO 2016 CONOSCERE LA DEMENZA PER AFFRONTARLA DOTT.SSA ANASTASIA WANDA CARCELLO DOTT.SSA MONICA BACCI COS È LA DEMENZA? GRADUALE COMROMISSIONE DELLE FUNZIONI

Dettagli

- Markers di anomalie cromosomiche. - Trisomia 21 (sindrome di Down) - Trisomia 13 (sindrome di Patau) - Trisomia 18 (sindrome di Edwards)

- Markers di anomalie cromosomiche. - Trisomia 21 (sindrome di Down) - Trisomia 13 (sindrome di Patau) - Trisomia 18 (sindrome di Edwards) - Markers di anomalie cromosomiche - Trisomia 21 (sindrome di Down) - Trisomia 13 (sindrome di Patau) - Trisomia 18 (sindrome di Edwards) - Sindrome di Turner - Sindrome di Williams - Sindrome di Angelman

Dettagli

LA DEMENZA SENILE: ORIGINE E DIAGNOSI PRECOCE

LA DEMENZA SENILE: ORIGINE E DIAGNOSI PRECOCE LA DEMENZA SENILE: ORIGINE E DIAGNOSI PRECOCE Filippo Bogetto Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino Dipartimento Salute Mentale Interaziendale To 1 - Molinette MODIFICAZIONI COGNITIVE

Dettagli

La Demenza come, quando, perché

La Demenza come, quando, perché La Demenza come, quando, perché Si tratta di un disturbo acquisito, e con base organica, delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria (a breve e lungo termine) e almeno una

Dettagli

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità salute Art. 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute

Dettagli

Come promuovere il mantenimento delle capacità residue degli anziani affetti da demenza senile?

Come promuovere il mantenimento delle capacità residue degli anziani affetti da demenza senile? Come promuovere il mantenimento delle capacità residue degli anziani affetti da demenza senile? Studio condotto presso i 5 Istituti di cura per anziani della Città di Lugano. Giornata RAI 2011 Lugano 27

Dettagli

Università degli Studi del Sannio

Università degli Studi del Sannio Università degli Studi del Sannio Dipartimento di Scienze e Tecnologie Corso: Basi Genetiche delle Malattie (8 CFU) 3 Prova Intercorso, 29 Maggio 2104 Nome Cognome Matricola 1) La distrofia muscolare di

Dettagli

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE Servizio Risorse Umane e Relazioni Sindacali delegato dal Direttore Generale dell Azienda con

Dettagli

LE DEMENZE. Dr Gianfranco Puccio Centro Regionale di Neurogenetica AZIENDA SANITARIA PROVINIALE Catanzaro. Lamezia Terme 30 Nov-2015

LE DEMENZE. Dr Gianfranco Puccio Centro Regionale di Neurogenetica AZIENDA SANITARIA PROVINIALE Catanzaro. Lamezia Terme 30 Nov-2015 LE DEMENZE Dr Gianfranco Puccio Centro Regionale di Neurogenetica AZIENDA SANITARIA PROVINIALE Catanzaro Lamezia Terme 30 Nov-2015 Anche se la vecchiaia indebolisce il corpo, esistono anche attività per

Dettagli

La L D eme m nz n a z

La L D eme m nz n a z La Demenza Background La demenza è una delle principali cause di disabilità nel mondo occidentale e rappresenta una priorità assistenziale, soprattutto in termini di costi, che aumenterà nei prossimi anni

Dettagli

Demenze : La sfida del Territorio. Dott. Antonio Colin Responsabile Unità Valutativa Alzheimer ASL NA5 - Distretto 81 - Portici

Demenze : La sfida del Territorio. Dott. Antonio Colin Responsabile Unità Valutativa Alzheimer ASL NA5 - Distretto 81 - Portici Demenze : La sfida del Territorio Dott. Antonio Colin Responsabile Unità Valutativa Alzheimer ASL NA5 - Distretto 81 - Portici Evoluzione Popolazione Italiana - Lori et al. 1995 DEMENZA SENILE QUARTA CAUSA

Dettagli

STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA PREVALENZA DELLE PIU COMUNI PATOLOGIE UROLOGICHE E DEL LORO IMPATTO SULLA QUALITA DI VITA IN PAZIENTI

STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA PREVALENZA DELLE PIU COMUNI PATOLOGIE UROLOGICHE E DEL LORO IMPATTO SULLA QUALITA DI VITA IN PAZIENTI STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA PREVALENZA DELLE PIU COMUNI PATOLOGIE UROLOGICHE E DEL LORO IMPATTO SULLA QUALITA DI VITA IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A DIALISI. Introduzione 2 Obiettivo dello studio 4 Materiali

Dettagli

I Disturbi Specifici di Apprendimento. Brembati Federica Roberta Donini

I Disturbi Specifici di Apprendimento. Brembati Federica Roberta Donini I Disturbi Specifici di Apprendimento Dott.ssa Brembati Federica Dott.ssa Roberta Donini Il disturbo specifico di apprendimento L uso del termine disturbo specifico dell apprendimento si riferisce a difficoltà

Dettagli

La progressione clinica

La progressione clinica La progressione clinica I medici di fronte alla demenza nella donna e nell uomo Milano, 20 settembre 2014 Francesca Clerici Centro per il Trattamento e lo Studio dei Disturbi Cognitivi U.O. Neurologia

Dettagli

4 modulo didattico - Modalità di trasmissione delle malattie

4 modulo didattico - Modalità di trasmissione delle malattie 4 modulo didattico - Modalità di trasmissione delle malattie monogeniche. L analisi dell albero genealogico: uno strumento indispensabile della genetica medica I SIMBOLI DELL ALBERO GENEALOGICO L ANEMIA

Dettagli

DI COSA SI OCCUPA IL LOGOPEDISTA?

DI COSA SI OCCUPA IL LOGOPEDISTA? I DISTURBI DELL UDITO: IL RUOLO DEL LOGOPEDISTA CHI E IL LOGOPEDISTA? Il Logopedista è il Professionista Sanitario che, a seguito di un percorso formativo universitario, acquisisce le competenze necessarie

Dettagli

LINEA VERDE ALZHEIMER 800 679 679

LINEA VERDE ALZHEIMER 800 679 679 LINEA VERDE ALZHEIMER 800 679 679 Rilevazione dalla Linea Verde: 2009/2010 2010/2011 (base: circa 1500 2000) www.alzheimer-aima.it Profilo sociodemografico del caregiver Età del caregiver (media) 56 anni

Dettagli

I disturbi di comprensione del testo scritto

I disturbi di comprensione del testo scritto I disturbi di comprensione del testo scritto Le difficoltà nella comprensione del testo sono pervasive e difficili da identificare. L insegnante avverte una sensazione di disagio nell interazione con il

Dettagli

Università Degli Studi Di Sassari CLINICA PSICHIATRICA. Dir. Prof. GianCarlo Nivoli DISTURBO COMPULSIVO. Prof.ssa Lorettu

Università Degli Studi Di Sassari CLINICA PSICHIATRICA. Dir. Prof. GianCarlo Nivoli DISTURBO COMPULSIVO. Prof.ssa Lorettu Università Degli Studi Di Sassari CLINICA PSICHIATRICA Dir. Prof. GianCarlo Nivoli DISTURBO OSSESSIVO- COMPULSIVO Prof.ssa Lorettu DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO Caratteristica essenziale di questo disturbo

Dettagli

Il termine connettiviti indica un gruppo di malattie reumatiche, caratterizzate dall infiammazione cronica del tessuto connettivo, ossia di quel

Il termine connettiviti indica un gruppo di malattie reumatiche, caratterizzate dall infiammazione cronica del tessuto connettivo, ossia di quel Il termine connettiviti indica un gruppo di malattie reumatiche, caratterizzate dall infiammazione cronica del tessuto connettivo, ossia di quel complesso tessuto con funzione di riempimento, sostegno

Dettagli

Anno 2008-9: casi singoli. Anno 2009-10: coinvolgimento Scuola Primaria

Anno 2008-9: casi singoli. Anno 2009-10: coinvolgimento Scuola Primaria Ricercare per Fare Storia del progetto Anno 2007-8: la ricerca ha coinvolto 10 bambini con S.Down tra 3-6 anni, genitori e insegnanti di 7 scuole d infanzia. Anno 2008-9: casi singoli. Anno 2009-10: coinvolgimento

Dettagli

FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE. Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata

FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE. Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata Cari pazienti! Vi sentite spesso fiacchi, stanchi, esauriti o giù di morale? Soffrite facilmente il freddo?

Dettagli

I disturbi dell umore

I disturbi dell umore I DISTURBI DELL UMORE I disturbi dell umore Rappresentano la più comune patologia psichiatrica della età adulta Consistono in gravi sbalzi dell umore Comportano un rischio di suicidio del 19% Due categorie

Dettagli

F 81 Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche

F 81 Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche GESUNDHEITSBEZIRK MERAN COMPRENSORIO SANITARIO DI MERANO Krankenhaus Meran Ospedale di Merano Fachambulanz für psychosoziale Gesundheit Ambulatorio Specialistico F 81 Disturbi evolutivi specifici delle

Dettagli

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA CLASSI seconde CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA LINGUA ITALIANA l alunno utilizza in maniera appropriata il codice linguistico per descrivere, narrare argomentare. si esprime in modo

Dettagli

La rete dei neuropsicologi nella macro UVA del IRCCS San Martino/IST. Luisa Emma Bosia U.O. NEUROLOGIA

La rete dei neuropsicologi nella macro UVA del IRCCS San Martino/IST. Luisa Emma Bosia U.O. NEUROLOGIA La rete dei neuropsicologi nella macro UVA del IRCCS San Martino/IST Luisa Emma Bosia U.O. NEUROLOGIA L importanza di lavorare in rete Il concetto di rete implica il riferimento ad un tessuto di relazioni

Dettagli

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali Tumore Cos è il tumore? Il tumore o neoplasia (dal greco neo,, nuovo, e plasìa,, formazione), o cancro se è maligno, è una classe di malattie caratterizzate da una incontrollata riproduzione di alcune

Dettagli

Dr.ssa Daniela Gragnaniello U.O. Neurologia-Ferrara LA MALATTIA DI ALZHEIMER

Dr.ssa Daniela Gragnaniello U.O. Neurologia-Ferrara LA MALATTIA DI ALZHEIMER Dr.ssa Daniela Gragnaniello U.O. Neurologia-Ferrara LA MALATTIA DI ALZHEIMER La Malattia di Alzheimer 1906 Tubinga: Congresso della Società degli Psichiatri Tedeschi del sud-ovest Una caratteristica malattia

Dettagli

I disturbi psichiatrici nel paziente HIV-positivo: inquadramento clinico. Raffaele Visintini Ospedale San Raffaele, Milano

I disturbi psichiatrici nel paziente HIV-positivo: inquadramento clinico. Raffaele Visintini Ospedale San Raffaele, Milano I disturbi psichiatrici nel paziente HIV-positivo: inquadramento clinico Raffaele Visintini Ospedale San Raffaele, Milano Ansia: Definizione e manifestazione E' uno stato psicologico presente nella vita

Dettagli

RITARDO PSICOMOTORIO. 2008-2009 I Cattedra di Neuropsichiatria Infantile, Gabriel Levi, Daniela Tardiola, Stefania Di Biasi

RITARDO PSICOMOTORIO. 2008-2009 I Cattedra di Neuropsichiatria Infantile, Gabriel Levi, Daniela Tardiola, Stefania Di Biasi RITARDO PSICOMOTORIO 2008-2009 I Cattedra di Neuropsichiatria Infantile, Gabriel Levi, Daniela Tardiola, Stefania Di Biasi Che cos è il ritardo psicomotorio? Quanti bambini presentano un ritardo psicomotorio?

Dettagli

Difficoltà e Disturbi Specifici dell Apprendimento

Difficoltà e Disturbi Specifici dell Apprendimento DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO Quando è difficile imparare ad apprendere. Difficoltà e Disturbi Specifici dell Apprendimento DSA DIFFICOLTA d APPRENDIMENTO Deficit cognitivi RM D. strumentali D. Psicopat.

Dettagli

Classificazione dei tessuti

Classificazione dei tessuti Tessuto nervoso Classificazione dei tessuti Tessuto nervoso Caratterizzato da eccitabilità e conduttività Costituito principalmente da due tipi di cellule: Cellule neuronali o neuroni che sono caratteristiche

Dettagli

Aspetti psicologici della vulvodinia. Dott.ssa Chiara Micheletti Consulente per la psicoterapia H San Raffaele - Resnati Milano. obiettivi Quando deve intervenire lo psicoterapeuta. Cosa deve fare. Cosa

Dettagli

Tristezza delle lacrime del latte Depressione post parto Psicosi post parto. 50 84 % frequenza. 10-20 % frequenza. 3-5 % frequenza

Tristezza delle lacrime del latte Depressione post parto Psicosi post parto. 50 84 % frequenza. 10-20 % frequenza. 3-5 % frequenza Tristezza delle lacrime del latte Depressione post parto Psicosi post parto 50 84 % frequenza 10-20 % frequenza 3-5 % frequenza Ogni anno oltre 100.000 italiane soffrono di depressione durante la gravidanza

Dettagli

Conoscere i volti della demenza. Cosa si deve sapere della malattia di Alzheimer e delle altre demenze

Conoscere i volti della demenza. Cosa si deve sapere della malattia di Alzheimer e delle altre demenze Conoscere i volti della demenza Cosa si deve sapere della malattia di Alzheimer e delle altre demenze Vero o falso? Barrare una casella e controllare la risposta alle pagine seguenti Vero Falso 1 Chi ha

Dettagli

il DISTURBO COMUNICATIVO NEUROLOGICO ACQUISITO,

il DISTURBO COMUNICATIVO NEUROLOGICO ACQUISITO, 6 MARZO 2015: GIORNATA EUROPEA DELLA LOGOPEDIA Ogni anno nella giornata del 6 Marzo si celebra in tutta Europa la Giornata Europea della Logopedia, iniziativa nata nel 2004 da un idea del Comitè Permanent

Dettagli

LE FRAGILITA DELL ANZIANO FRAGILITA

LE FRAGILITA DELL ANZIANO FRAGILITA LE FRAGILITA DELL ANZIANO Motoria FRAGILITA Cerebro-vascolare Cognitiva Ambientale Metabolica STROKE 80 % ISCHEMICO EMORRAGICO 20 % CORTICALE A. cerebrale ant. A. cerebrale media A. cerebrale post. SOTTOCORTICALE

Dettagli

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza mancanza di energia e di voglia di fare le cose Materiale a cura di: L. Magliano, A.

Dettagli

Igiene nelle Scienze motorie

Igiene nelle Scienze motorie Igiene nelle Scienze motorie Epidemiologia generale Epidemiologia Da un punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazione»

Dettagli

Patologia dell'asse ipotalamoipofisi-igf-cartilagine. Luca Taf Azienda USL 8 Arezzo UO Pediatria

Patologia dell'asse ipotalamoipofisi-igf-cartilagine. Luca Taf Azienda USL 8 Arezzo UO Pediatria Patologia dell'asse ipotalamoipofisi-igf-cartilagine Luca Taf Azienda USL 8 Arezzo UO Pediatria Sistema complesso Azione del GH a livello cellulare Alcuni geni coinvolti nel processo di crescita GH-1 GHRH

Dettagli

Sintomi e segni. Disturbo. Sindrome. Disturbi Pervasivi dello Sviluppo

Sintomi e segni. Disturbo. Sindrome. Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Annamaria Petito SSIS 400H Sintomi e segni Sono le informazioni che derivano da consapevoli sensazioni del paziente e sono le interpretazioni date dal medico agli elementi

Dettagli

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Caterina D Ardia Neuropsichiatria Infantile Università Sapienza, Roma Disturbi dello Sviluppo Sono Disturbi che accompagnano la persona

Dettagli

PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO

PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO Magda Di Renzo Federico Banchi di Castelbianco Disturbo autistico come patologia complessa che chiama in causa tutte

Dettagli

Lo stato dell arte International conference on stuttering. Prof O. Schindler

Lo stato dell arte International conference on stuttering. Prof O. Schindler Lo stato dell arte International conference on stuttering Roma, 7-9 giugno 2012 Prof O. Schindler La balbuzie è un alterazione dell eloquio con rallentamenti, arresti, ripetizioni di sillabe accompagnate

Dettagli

Sviluppo del linguaggio. Le fasi dello sviluppo del linguaggio

Sviluppo del linguaggio. Le fasi dello sviluppo del linguaggio Sviluppo del linguaggio Le fasi dello sviluppo del linguaggio 1 2 Sviluppo del linguaggio: fase pre-linguistica I bambini sviluppano la capacità di parlare secondo una sequenza ordinata di fasi: passando

Dettagli

Lettere di una madre al proprio figlio

Lettere di una madre al proprio figlio A te Lettere di una madre al proprio figlio Ilaria Baldi A TE Lettere di una madre al proprio figlio Diario www.booksprintedizioni.it Copyright 2015 Ilaria Baldi Tutti i diritti riservati All amore più

Dettagli

UNI-A.T.E.Ne.O. Ivana Torretta

UNI-A.T.E.Ne.O. Ivana Torretta UNI-A.T.E.Ne.O. Ivana Torretta Anno Accademico 2013 2014 Argomenti di Medicina Generale e terapia EVOLUZIONE E UOMO: è sempre lotta per l esistenza? LA CRONOBIOLOGIA: occhio all orologio; devo prendere

Dettagli

Il vostro bambino e lo Screening Neonatale

Il vostro bambino e lo Screening Neonatale Il vostro bambino e lo Screening Neonatale Guida per i Genitori A cura di: Centro Fibrosi Cistica e Centro Malattie Metaboliche AOU A. Meyer, Firenze Cari genitori, la Regione Toscana, secondo un programma

Dettagli

Menopausa e depressione: : come riconoscerla e cosa fare. Laura Musetti DPNFB Università di Pisa l.musetti@med.unipi.it

Menopausa e depressione: : come riconoscerla e cosa fare. Laura Musetti DPNFB Università di Pisa l.musetti@med.unipi.it Menopausa e depressione: : come riconoscerla e cosa fare Laura Musetti DPNFB Università di Pisa l.musetti@med.unipi.it Epidemiologia Disturbi dell Umore Prevalenza Maschi/ femmine Età di esordio Depressione

Dettagli

Unità 1 Introduzione alla Clinica Psichiatrica

Unità 1 Introduzione alla Clinica Psichiatrica Unità 1 Introduzione alla Clinica Psichiatrica Prevalenza e incidenza delle malattie psichiatriche, psichiatriche sistemi di classificazione lassificazione e principi per la valutazione Unità 1 Clinica

Dettagli

Un introduzione alle demenze: il punto di vista neuropsicologico. Stefano Stefanini Psicologo - Psicoterapeuta Centro Alzheimer Gazzaniga (BG)

Un introduzione alle demenze: il punto di vista neuropsicologico. Stefano Stefanini Psicologo - Psicoterapeuta Centro Alzheimer Gazzaniga (BG) Un introduzione alle demenze: il punto di vista neuropsicologico Stefano Stefanini Psicologo - Psicoterapeuta Centro Alzheimer Gazzaniga (BG) Aspetti Neuropsicologici Orientamento e attenzione Funzioni

Dettagli

La patologia Quali sono i sintomi?

La patologia Quali sono i sintomi? EMOCROMATOSI La patologia L'emocromatosi è una condizione che causa un aumentato assorbimento del ferro alimentare e che determina un progressivo accumulo di ferro nell'organismo ed è una malattia ereditaria

Dettagli

La Dislessia. Sintesi da materiali tratti dal sito http://www.aiditalia.org, sito dell Associazione Italiana Dislessia

La Dislessia. Sintesi da materiali tratti dal sito http://www.aiditalia.org, sito dell Associazione Italiana Dislessia La Dislessia Sintesi da materiali tratti dal sito http://www.aiditalia.org, sito dell Associazione Italiana Dislessia La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'apprendimento (DSA), cioè un disturbo che

Dettagli

Aggiornamenti in Audiovestibologia Varese, 11 marzo 2015 Demenza e Sordità Marco Mauri

Aggiornamenti in Audiovestibologia Varese, 11 marzo 2015 Demenza e Sordità Marco Mauri Aggiornamenti in Audiovestibologia Varese, 11 marzo 2015 Demenza e Sordità Marco Mauri Università degli Studi dell Insubria- DBSV U.O. Neurologia e Stroke Unit Ospedale di Circolo - Varese Alzheimer with

Dettagli

MCI CENNI DI ATTIVAZIONE COGNITIVA ABILITÀ COGNITIVE E INVECCHIAMENTO

MCI CENNI DI ATTIVAZIONE COGNITIVA ABILITÀ COGNITIVE E INVECCHIAMENTO MCI CENNI DI ATTIVAZIONE COGNITIVA ABILITÀ COGNITIVE E INVECCHIAMENTO MILD COGNITIVE IMPAIRMENT La patologia dementigena inizia molto prima delle manifestazioni cliniche della malattia. Esiste una fase

Dettagli

ATASSIA SPINOCEREBELLARE 17 (SCA17) (OMIM #607136)

ATASSIA SPINOCEREBELLARE 17 (SCA17) (OMIM #607136) ATASSIA SPINOCEREBELLARE 17 (SCA17) (OMIM #607136) Il gene implicato nella SCA17 è il gene TATA box-binding protein (TBP) che fa parte del complesso della RNA polimerasi II ed è essenziale per dare inizio

Dettagli

Medicina di famiglia e UVA. Un rapporto complesso da intensificare ovvero Il futuro della continuità assistenziale per le persone affette da demenza

Medicina di famiglia e UVA. Un rapporto complesso da intensificare ovvero Il futuro della continuità assistenziale per le persone affette da demenza 52 Congresso Nazionale SIGG Paese vecchio, assistenza nuova: il caso Italia Firenze, 1 dicembre 2007 Medicina di famiglia e UVA. Un rapporto complesso da intensificare ovvero Il futuro della continuità

Dettagli