I sistemi contabili per le decisioni e il controllo di gestione. I costi: concetti, terminologie e classificazioni.
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- Giovanni Baroni
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1 Corso di International Accounting Università degli Studi di Parma - Facoltà di Economia (Modulo 1 e Modulo 2) LAMIB I sistemi contabili per le decisioni e il controllo di gestione. I costi: concetti, terminologie e classificazioni. Anno Accademico IL CONTROLLO DI GESTIONE Il controllo di gestione (o direzionale) concerne l attività di guida svolta dai manager, applicando il meccanismo di retroazione e fondandosi sulla contabilità direzionale, al fine di assicurare che l acquisto e l impiego delle risorse avvenga in modo efficace ed efficiente rispetto al conseguimento degli obiettivi economici prestabiliti. 2 1
2 IL SISTEMA DI CONTROLLO DI GESTIONE Formulazione di piani a lungo e breve termine (Pianificazione e Programmazione) Inizio Confronto fra la performance effettiva e quella pianificata (Controllo) Processo decisionale Attuazione dei piani (Direzione e Motivazione) Misurazione della performance (Controllo) 3 I SISTEMI CONTABILI CONTABILITA DIREZIONALE INTEGRATA modello che permette una proficua relazione tra rilevazioni, governo e controllo dell impresa Business Plan Contabilità generale Contabilità analitica Sistema di budget Sistema delle variazioni Sistema rilevazioni extracontabili REPORTING Il sistema informativo per la direzione, quanto ai criteri di impostazione, non è soggetto a vincoli di sorta e deve soddisfare una pluralità di esigenze informative spesso tra loro contrastanti. 4 2
3 CONTABILITÀ GENERALE E CONTABILITÀ ANALITICA Modalità tecniche di funzionamento del sistema di contabilità analitica CON IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA PER QUANTO RIGUARDA LE MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO, LA CONTABILITÀ ANALITICA, INDIFFERENTEMENTE DAL TIPO DI AZIENDA CONSIDERATA, PUO ESSERE SVOLTA: IN FORME DEL TUTTO LIBERE vengono creati precisi collegamenti tra Contabilità Generale e Contabilità Analitica: sistema duplice contabile sistema unico indiviso sistema unico diviso sistema DUPLICE MISTO: Contabilità Generale in partita doppia Contabilità analitica in forma statistico/tabellare LA SCELTA DELLE MODALITA DA ADOTTARE DIPENDERA DA UN INSIEME DI FATTORI QUALI: disponibilità e capacità del supporto EDP competenze ed adeguatezza degli organi amministrativi grado di complessità della gestione articolazione del sistema di contabilità generale articolazione/tempestività del sistema informativo costi-benefici 5 CONTABILITÀ GENERALE E CONTABILITÀ ANALITICA I sistemi di misurazione analitica possono essere organizzati in modo vario e funzionare con differente grado di sistematicità e proceduralizzazione Nel continuum delle forme possono individuarsi alcune situazioni tipiche: BASSO Saltuaria GRADO DI FORMALIZZAZIONE Periodicità di rilevazione e misurazione ALTO Continua Extra contabile Metodo di rilevazione Contabile Parziale Parziale Collegamento con il sistema informativo contabile Coincidenza tra misure globali e misure parziali Completo Totale CONTABILITA ANALITICA 6 3
4 I SISTEMI CONTABILI CONTABILITA GENERALE CONTABILITA DIREZIONALE (o sistema informativo per la direzione) Utenti Quadro temporale Verificabilità e rilevanza Precisione e tempestività Oggetto Requisiti Persone esterne che prendono decisioni economiche e finanziarie Prospettiva storica Enfasi sulla verificabilità Enfasi sulla precisione L attenzione è soprattutto sull intera organizzazione Deve rispettare i Principi Contabili e i formati prescritti Manager che pianificano e controllano un organizzazione Enfasi sul futuro Enfasi sulla rilevanza per la pianificazione ed il controllo Enfasi sulla tempestività Si focalizza su singoli ambiti di responsabilità organizzative Non deve rispettare i Principi Contabili, né alcun formato prescritto 7 IL CONCETTO DI COSTO Con il termine COSTO si vuole indicare il valore degli investimenti effettuati per l acquisto dei fattori produttivi impiegati per l ottenimento di un determinato oggetto di costo preso in considerazione (unità di prodotto o di servizio, divisione, reparto, ufficio, funzione) 8 4
5 IL CONCETTO DI COSTO In contabilità generale: Costo di acquisto dei fattori produttivi Misura un componente di reddito negativo a seguito di operazioni di acquisto dei fattori della produzione (costo originario) In contabilità analitica: Costo monetario di produzione Somma di valori attribuiti ai fattori impiegati o consumati nei processi e nelle combinazioni produttive allo scopo di conseguire un determinato risultato (costo derivato) 9 IL CONCETTO DI COSTO Gli scopi conoscitivi alla base del processo di determinazione dei costi possono essere individuati in: calcolo dei rendimenti e della efficienza interna (capacità di produzione di un dato ammontare di beni e/o servizi con il minimo impiego di risorse); valutazione dei processi industriali alternativi; maggiore consapevolezza al momento della determinazione dei processi di programmazione aziendale; valutazione delle rimanenze finali di esercizio; determinazione di risultati particolari; formulazione di giudizi di convenienza economica comparata; determinazione dei prezzi di vendita. 10 5
6 IL CONCETTO DI COSTO Il concetto di costo può essere riferito a diverse entità: fattore produttivo: costo elementare attività produttiva: costo di processo produttivo risultato fisico-tecnico parziale di una attività: costo di prodotto 11 IL PROCESSO DI FORMAZIONE DEI COSTI Programma di produzione procedimenti di determinazione di costi elementari f.p.(1) f.p.(2) f.p.(n) costo(1) costo(2) costo (n) processi di elaborazione costi elementari C sintesi di costo - osservazione quantitativa (q X p) - stima - congettura - classificazione per diversi scopi conoscitivi - raggruppamento per diversi oggetti di costo 12 6
7 LA VARIABILITÀ DEI COSTI La variabilità dei costi relativi all oggetto prescelto si determina, in generale, a seguito dell effetto su di essi di fattori determinanti di costo (cost driver). Il volume di produzione rappresenta il più classico tra i possibili driver della variabilità dei costi aziendali. Si possono avere così: costi variabili: proporzionali, progressivi, degressivi; costi fissi; costi misti: semivariabili, a scalini 13 LA VARIABILITÀ DEI COSTI COSTO VARIABILE PROPORZIONALE E COSTO FISSO C O S T I AREA DI RILEVANZA VOLUME DI ATTIVITÀ 14 7
8 LA VARIABILITÀ DEI COSTI AZIENDA A AZIENDA B 20 % % % % % % 30 Fatt. Costi var. Costi fissi Fatt. Costi var. Variazione del fatturato del -10% Costi fissi 14,5 % % % % 45 55,5 % % 30 Fatt. Costi var. Costi fissi Fatt. Costi var. Costi fissi 15 LA VARIABILITÀ DEI COSTI COSTI DEGRESSIVI COSTI PROGRESSIVI C O S T I AREA DI RILEVANZA C O S T I AREA DI RILEVANZA VOLUME DI ATTIVITÀ VOLUME DI ATTIVITÀ 16 8
9 LA VARIABILITÀ DEI COSTI COSTI SEMIVARIABILI COSTI A SCALINI C O S T I C O S T I QUOTA VARIABILE QUOTA FISSA VOLUME DI ATTIVITÀ VOLUME DI ATTIVITÀ 17 LA VARIABILITÀ DEI COSTI Le ipotesi alla base della costanza dei costi sono: il tempo; la capacità produttiva; le decisioni aziendali. 18 9
10 IL FENOMENO DELLA COMUNANZA Non tutti i costi elementari che si sostengono sono riferibili direttamente ad un certo oggetto di costo. È importante analizzare la relazione di funzionalità che caratterizza il costo e l oggetto di costo. Si può a tal fine distinguere tra: costi speciali costi comuni 19 IL FENOMENO DELLA COMUNANZA COSTI SPECIALI: sono legati da una relazione di funzionalità esclusiva ad un oggetto di costo (es. materie prime e mod) e quindi possono essere riferiti in maniera oggettiva ad esso (q X p) 20 10
11 IL FENOMENO DELLA COMUNANZA COSTI COMUNI: sono legati da una relazione di funzionalità simultanea ad una molteplicità di oggetti di costo nel tempo (es. ammortamento) e/o nello spazio (es. stipendio degli amministratori). Sono, quindi, costi di utilizzo di risorse impiegate in maniera contemporanea in più oggetti e per i quali non è possibile identificare le quantità specifiche del fattore consumato 21 IL FENOMENO DELLA COMUNANZA OGGETTI DI COSTO SPECIALI SPECIALI SPECIALI COSTI AZIENDALI SPECIALI COMUNI COMUNI COMUNI PRODOTTO REPARTO DIVISIONE AZIENDA 22 11
12 COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI Dopo la fase di individuazione dei costi si ha il processo di attribuzione degli stessi agli oggetti di costo. A tal proposito si può distinguere tra: costi diretti costi indiretti 23 COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI COSTI DIRETTI: sono quei costi che possono essere attribuiti integralmente agli oggetti di costo secondo la relazione: quantità di fattore impiegata X prezzo unitario 24 12
13 COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI COSTI INDIRETTI: sono quei costi che possono essere distribuiti tra i vari oggetti di costo mediante coefficienti di ripartizione (parametri fisico-tecnici o economici in proporzione dei quali si ripartiscono i costi indiretti) secondo la seguente relazione: num. unità di base presente nell oggetto di costo X coefficiente di ripartizione (totali costi generali indiretti/base di imputazione) 25 COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI Si può in generale affermare che : esiste una corrispondenza stretta tra costi comuni e costi indiretti, non esiste invece tra costi speciali e costi diretti
14 I CRITERI DI ATTRIBUZIONE CRITERIO FUNZIONALE: si basa su una logica di attribuzione fondata sulle modalità di assorbimento dei servizi ceduti dai fattori produttivi agli oggetti di costo CRITERIO COMMERCIALE: si basa su una logica di attribuzione fondata sul contributo degli oggetti di costo ai margini commerciali 27 I CRITERI DI ATTRIBUZIONE I processi di attribuzione possono essere: a base unica: i costi comuni sono ripartiti fra i vari oggetti di costo in relazione ad un criterio di proporzionalità rispetto ad una quantità nota (es. costo, dato quantitativo, risultato produttivo) che è la base di imputazione (es. ore di mod, volume di materie prime, ore macchina, volume di produzione) 28 14
15 I CRITERI DI ATTRIBUZIONE I processi di attribuzione possono essere (segue): a base multipla: si raggruppano i costi industriali in classi omogenee per l'esistenza di una stessa relazione di proporzionalità rispetto ad una determinata base. Per ciascun gruppo si impiega la base di imputazione ritenuta più razionale 29 I CRITERI DI ATTRIBUZIONE Le basi di riparto possono essere: a valore: sono espresse da un ammontare di moneta; generalmente sono un valore di costo (materie prime, mod) che, rapportato al costo indiretto da ripartire, consente di individuare una percentuale del valore della base; essa, moltiplicata per il valore della base contenuta in ogni oggetto di costo, consente di calcolare la quota di costo indiretto da allocare 30 15
16 I CRITERI DI ATTRIBUZIONE Le basi di riparto possono essere (segue): a quantità: sono espresse da valori non monetari (ore mod, volume di produzione, ); il rapporto tra il costo indiretto da ripartire con tale base dà un coefficiente di ricarico in unità monetaria da moltiplicare per il valore della base di riferimento ai singoli oggetti di costo 31 I CRITERI DI ATTRIBUZIONE BASI DI RIPARTO (bj ) A VALORE * Costo manodopera * Costo materie * Costo primo Costo totale da ripartire bj PERCENTUALE (della base) QUANTITATIVE * Ore manodopera * Ore macchina * Quantità materie prime * Volume produzione Costo totale da ripartire bj RICARICO (in unità monetaria: per unità della base) 32 16
17 I COSTI NEL CONTROLLO DI GESTIONE In relazione al loro impiego nel controllo di gestione, si distinguono: costi consuntivi o effettivi; costi standard (di base, ideali e correntemente ottenibili); controllabili; non controllabili. 33 I COSTI: CLASSIFICAZIONI I COSTI DELLA CONTABILITA ANALITICA HANNO MOLTEPLICI CONFIGURAZIONI: PARAMETRI COSTI MODALITA DI ATTRIBUZIONE ALL OGGETTO DI COSTO VOLUME DI ATTIVITA (prod.-vend.) MOMENTO DI CALCOLO CONTROLLABILITA GRADO DI CONTROLLABILITA IMPATTO FINANZIARIO DIMENSIONI DEL COSTO RIFERIBILITA E OGGETTIVITA DELLA MISURAZIONE RISPETTO ALL OGGETTO DI COSTO COSTI DI IMPUTAZIONE DIRETTA COSTI DI IMPUTAZIONE INDIRETTA COSTI FISSI E COSTI VARIABILI COSTI EFFETTIVI E COSTI STANDARD (di base, ideali e correntemente ottenibili) COSTI CONTROLLABILI COSTI NON CONTROLLABILI COSTI VINCOLATI COSTI TECNICI COSTI DISCREZIONALI COSTI CON ESBORSO COSTI SENZA ESBORSO COSTI PIENI COSTI PARZIALI COSTI SPECIALI E COSTI COMUNI 34 17
18 I COSTI: CLASSIFICAZIONI COSTI DI PRODUZIONE Materiali diretti materiali che diventano parte integrante del prodotto e che possono esservi ricondotti facilmente Manodopera diretta quei costi di manodopera che possono essere ricondotti facilmente alle singole unità di prodotto Costi indiretti di produzione i costi di produzione che non possono essere ricondotti direttamente alle specifiche unità prodotte Esempi: Manodopera indiretta e materiali indiretti I salari pagati ai dipendenti che non sono direttamente coinvolti nel lavoro di produzione. Esempi: addetti alla manutenzione, custodi e guardie di sicurezza. I materiali usati per supportare il processo di produzione. Esempi: i lubrificanti e le forniture per la pulizia usati nell impianto di assemblaggio delle automobili. 35 I COSTI: CLASSIFICAZIONI I costi di produzione sono spesso classificati : Materiali diretti Manodopera diretta Costi indiretti di produzione Costo primo Costo di trasformazione 36 18
19 I COSTI: CLASSIFICAZIONI Costi di marketing e di vendita Costi amministrativi I costi necessari per ottenere l ordine e consegnare il prodotto. Tutti i costi del management, organizzativi e per gli impiegati
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