Maria Chiara Vanacore Il patto di famiglia

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3 Maria Chiara Vanacore Il patto di famiglia

4 Aracne editrice Copyright MMXVI Gioacchino Onorati editore S.r.l. unipersonale via Sotto le mura, Canterano (RM) (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: marzo 2016

5 Indice 7 Introduzione 11 Capitolo I Genesi e ratio dell istituto 1.1. Nozione e caratteri del patto, La causa del trasferimento dell azienda e delle partecipazioni societarie, Tesi della donazione modale, Tesi del negotium mixtum cum donatione, Tesi della divisione, Tesi del contratto a favore del terzo, Tesi della causa tipica, Tesi prevalente, Patto di famiglia e patti successori, Capitolo II Esegesi della disciplina positiva 2.1. Il profilo soggettivo, Il profilo oggettivo, Forma e pubblicità del patto di famiglia, Vizi del consenso, Scioglimento e modifica del patto di famiglia. Il recesso convenzionale., Capitolo III Il patto di famiglia e le figure affini 3.1. Compatibilità con l impresa familiare, Compatibilità con le diverse tipologie societarie, Patto di famiglia e donazione, Patto di famiglia e trust, Patto di famiglia e divisione del testatore, Capitolo IV Cenni di diritto comparato 4.1. Nell ordinamento francese, Nell ordinamento tedesco, Conclusioni 91 Bibliografia 5

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7 Introduzione Più volte il ceto imprenditoriale, soprattutto quello medio piccolo, aveva auspicato l introduzione di nuovi strumenti giuridici in grado di tutelare l integrità del patrimonio ereditario creato dall imprenditore. Tale strumento avrebbe dovuto da un lato evitare i pericoli della disgregazione e della frammentazione dell azienda, inevitabili allorché la stessa veniva assegnata a terzi estranei alla famiglia o affidata ad eredi non sempre capaci di assicurarne la gestione senza soluzione di continuità con le scelte imprenditoriali precedenti; dall altro garantire comunque i diritti che per legge competono agli eredi necessari. Il mezzo più adatto, a parere di molti studiosi del diritto, sarebbe stato quello della predisposizione della propria successione per causa di morte, attraverso un contratto; ma lo spettro del divieto dei patti successori e la ratio ispiratrice di quest ultimi, volta ad evitare che il congiunto possa essere in qualche modo obbligato a disporre della sua o dell altrui eredità, aveva per lungo tempo posto un argine all adozione di tale strumento. Con il tempo tuttavia, il mutamento delle condizioni sociali ed ambientali determinato dall affermarsi di una concezione dinamica della ricchezza, in grado cioè di venir accumulata o dissoluta anche nell arco di pochi anni e l allungamento della vita umana, hanno di fatto mitigato l esigenza di conservazione dei patrimoni ereditari all interno della famiglia secondo regole rigidamente previste di uguaglianza tra tutti gli eredi, determinando la necessità di riconsiderare la regolamentazione della propria successione attraverso un contratto. D altronde, la volontà di prevedere un passaggio generazionale dell impresa che fosse al riparo dalle problematiche successorie, escludendo che quanto ricevuto dai contraenti potesse essere poi, al momento dell apertura effettiva della successione soggetto a collazione o a riduzione, non solo era necessario per la sistemazione degli assetti patrimoniali della famiglia, ma era quanto mai opportuno limitare i 7

8 8 Introduzione costi sociali derivanti dall elevato tasso di litigiosità che si determinava ogni qualvolta si discuteva di successione d impresa. Senza dire poi che tali controversie riverberavano i loro effetti negativi non solo nei rapporti interni alla famiglia, ma ad esempio, sui creditori dell azienda e sui lavoratori nella stessa impiegati. Le difficoltà rappresentate e la conseguente necessità di dare un adeguata sistemazione al patrimonio aziendale scontavano inoltre la particolarità della situazione economica e giuridica che si andava a trasferire. Una cosa è infatti regolamentare la successione da un soggetto ad un altro di determinati rapporti giuridici (attivi o passivi) imprenditoriali, altro è disciplinare quella particolare situazione costituita dal passaggio di un azienda, tenuto conto della complessità dei fattori economici e non che ad essa fanno capo. A tutte queste esigenze si è tentato di fornire una risposta con l istituto del patto di famiglia. Grazie ad esso, l imprenditore già durante la sua vita, può prendere decisioni sulle attribuzioni patrimoniali da destinare al discendente e quest ultimo può da subito, acquistare l azienda o le partecipazioni societarie del disponente, in quanto le assegnazioni convenute nel patto di famiglia hanno effetti immediati, dal momento che la convenzione è un contratto tipico traslativo ad effetti reali. D altra parte l immediatezza degli effetti tra i partecipanti è uno degli innegabili vantaggi del patto. Non solo, ma il vantaggio forse più considerevole è che gli acquisti ricevuti dai partecipanti al patto non sono soggetti a riduzione o a collazione, cioè rimangono stabili anche dopo la dipartita del disponente. Inoltre, la necessità del consenso di tutti i partecipanti al patto indica la volontà del legislatore di perseguire un corretto contemperamento degli interessi di tutti i partecipanti che sarebbero legittimari ove in quel momento si aprisse la successione del disponente in ordine alle attribuzioni dallo stesso compiute a favore di uno o più discendenti. Utilizzando tale strumento l imprenditore disponente assicura la continuità e, conseguentemente, l efficienza e la stabilità, di un azienda già esistente, ponendola al riparo da tutte le eventuali vicende successorie che ne potrebbero compromettere la gestione, non ultimi gli effetti paralizzanti che potrebbero derivare se l azienda dovesse cadere

9 Introduzione 9 in comunione ereditaria e successivamente smembrata da contenzioso divisionale che spesso può durare oltre un ventennio. Le critiche all istituto non sono mancate: fin dai primi commenti gli interpreti hanno rimarcato come la disciplina in esame si presenti da un lato equivoca, dall altro lacunosa, tant è che esso ha trovato sino ad oggi una limitata applicazione. L obiezione più diffusa è stata quella della timidezza della riforma Le ambiguità contenute nel testo sono state spesso tali da costringere l operatore a svolgere un difficile compito ermeneutico fino a spingersi ad una attività quasi di integrazione delle disposizioni più controverse. Ed anche se il legislatore nell introdurre il patto di famiglia, non si è espressamente pronunciato sull abolizione del divieto dei patti successori, nonostante le raccomandazioni della Comunità Europea, le sollecitazioni del mondo accademico e in analogia con quanto si è verificato in altri Paesi Europei, sta di fatto che la via verso la deroga a tale disposizione è stata oramai intrapresa. Tuttavia riteniamo che il giudizio sulla riforma sia generalmente positivo. A parte alcune disarmonie tecniche nella composizione del testo, la novella inizia un processo di erosione del principio cardine dell unità della successione ( la delazione può essere solo legittima o per testamento). Il patto di famiglia può essere considerato il primo scossone al blocco monolitico della disciplina successoria. Non può essere lontano il tempo in cui il legislatore, proseguendo nel cammino intrapreso con il patto di famiglia, concederà la possibilità di disporre per convenzione della propria successione, imitando ciò che è già operante in altri ordinamenti giuridici (Germania) con l introdurre il c.d. contratto successorio.