Introduzione INTRODUZIONE

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1 Introduzione Una frase presa da un libro di testo, anziché esplicitare un concetto, presenta, a volte, difficoltà che possono suscitare nel bambino perplessità piuttosto che comprensione. INTRODUZIONE 9

2 Capita così che il tentativo di spiegare un concetto affidandosi alle parole del libro si riveli, talvolta, inefficace per l insegnante che risponde alla difficoltà di comprensione da parte del bambino illustrando nuovamente l argomento con le stesse parole fino a decidere, di fronte all insuccesso, di abbandonare l impresa perché, in fondo, il concetto è «troppo difficile». Il presente lavoro si propone di superare difficoltà come quella appena esposta, utilizzando una strategia che non si muova in direzione dell esclusione di qualcuno o di qualcosa ma si adoperi per l integrazione di tutti. A partire dagli anni Settanta c è stato uno studio approfondito sul problema «handicap e scuola» che ha portato, sia dal punto di vista legislativo che da quello didatticoeducativo, a un evoluzione particolarmente significativa del concetto di integrazione. Tale concetto ha ampliato il proprio significato includendo soggetti che, pur non trovandosi in condizioni di «disabilità certificata», vivono ai margini dei processi di socializzazione e apprendimento in quanto la scuola non riesce a far fronte al loro disagio, svantaggio o disadattamento. Questa non irrilevante percentuale di alunni a rischio è quella per la quale, poi, sarà necessario intervenire per prevenire fenomeni di abbandono scolastico. Infatti le difficoltà, anche se non dipendenti da situazioni di disabilità, spesso determinano un disagio che porta l alunno a vivere la scuola in modo conflittuale e non integrato e ad allontanarsi da essa innanzitutto dal punto di vista affettivo, con il crollo degli interessi, della motivazione, delle aspettative e della fiducia e, in secondo luogo, con l allontanamento fisico vero e proprio, conseguenza diretta dell insuccesso formativo. Per questo motivo la scuola ha la necessità di interrogarsi in maniera decisa sull efficacia della propria offerta formativa, considerandone con attenzione tutti gli aspetti fondamentali e verificandone i risultati e gli effetti sugli studenti. Gli insegnanti, nel momento in cui si accorgono, per esempio, che una percentuale rilevante dei ragazzi ha difficoltà più o meno evidenti nella comprensione di un testo, nella memorizzazione dei contenuti e nella rielaborazione dei concetti appresi, devono convincersi che è necessario un intervento deciso, non solo sulle abilità e sul metodo di studio degli alunni, ma anche sul proprio metodo di insegnamento che deve fare proprie strategie e tecniche particolari per l individualizzazione delle proposte educative. Il metodo operativo che noi proponiamo sulla semplificazione e l adattamento dei contenuti presentati dai libri di testo parte, quindi, dal convincimento che non esiste un solo modo di insegnare in quanto non esiste un solo tipo di alunno. Pensare a una didattica «speciale» per l alunno in situazione di handicap, e a una didattica «normale» per tutti gli altri, è senz altro un approccio riduttivo che non porta a costruire una scuola integrata. Le nostre classi ospitano frequentemente alunni con esigenze particolari (un esempio è rappresentato dall inserimento di ragazzi di altri Paesi con notevoli differenze culturali e di approccio ai contenuti scolastici), quindi diverse devono essere le strategie finalizzate al coinvolgimento di tutti nei processi di apprendimento. Da questo si può dedurre che l integrazione deve partire dal fare insieme per raggiungere obiettivi il più possibile comuni. L approccio «situazionale», fondamentale per risolvere i problemi di integrazione e di apprendimento degli alunni «difficili», deve essere supportato da strategie specifiche e da metodologie didattiche decisamente orientate verso l elasticità e la diversificazione degli interventi, intese come proposta di argomenti e strumenti comuni ma presentati in forma specificamente individualizzata. 10 ADATTAMENTO DEI LIBRI DI TESTO

3 Ciò nonostante, chi opera quotidianamente nella scuola cercando di seguire i principi basilari che abbiamo espresso, spesso si scontra con difficoltà legate ad abitudini ormai da tempo consolidate. L elasticità delle proposte deve vincere tutte quelle resistenze che, in alcuni casi, portano a conservare una rigidità di fondo nei programmi, nei contenuti da proporre e negli strumenti utilizzati. È fondamentale convincersi del fatto che tutto può essere modificato in funzione dell adeguamento della proposta formativa agli interessi, alle esigenze e alle abilità di tutti gli alunni. Secondo i presupposti che abbiamo fin qui illustrato è evidente, quindi, che, in una scuola che privilegia in modo sostanziale l uso del libro di testo e che prevede l uso del medesimo strumento da parte degli alunni nello studio a casa, vanno create le condizioni che consentano alla totalità degli studenti di utilizzare con facilità il libro. È impossibile accettare il fatto che, nella scuola dell obbligo, gli alunni in situazione di handicap, svantaggiati o con difficoltà scolastiche più o meno gravi vengano esclusi dai processi educativi e formativi comuni a causa delle difficoltà derivanti dall uso dei libri di testo che, necessariamente, vengono pensati e prodotti in base a precisi programmi ministeriali e non sempre possono tenere conto di tutte le variabili e le difficoltà presenti nelle nostre scuole. Infatti nella realtà capita spesso di notare che i testi in adozione risultano, per alcuni, inadeguati sia per quanto riguarda le possibilità di comprensione legate alle abilità di studio, sia per lo scarso interesse che riescono a suscitare. Un lavoro di adeguamento dei libri, quindi, deve muovere in primo luogo dagli aspetti motivazionali intrinseci, in quanto la mancata gratificazione nell apprendimento e nel piacere di imparare non fornisce le energie necessarie al superamento delle difficoltà che il libro stesso può presentare. In secondo luogo devono essere ricercati con attenzione e messi bene in evidenza, all interno dei contenuti da proporre, tutti quegli elementi che possono essere in qualche modo interessanti per gli alunni. Gli aspetti motivazionali sono legati chiaramente anche alle esperienze dirette e alle informazioni già possedute che permettono ai nuovi apprendimenti di integrarsi in repertori di conoscenze già esistenti. Per adattare un testo l insegnante deve essere in grado di conoscere a fondo gli aspetti motivazionali e mnestici dei propri alunni e deve saper agire sul testo stesso per renderlo fruibile attraverso un lavoro di adeguamento. Il libro, in questo modo, diventa uno «strumento segnalatore» di informazioni importanti da collegare e integrare con conoscenze già possedute, presentate attraverso «segnali» verbali e iconici utili per l apprendimento e la memorizzazione. L adeguamento rende funzionali gli strumenti ai bisogni degli allievi che necessitano di stimoli presentati in forma compatibile con le loro strategie e modalità percettive e cognitive. Per questo l alunno con difficoltà di lettura o di comprensione del testo ha bisogno di un adattamento legato all aspetto linguistico del brano, quello con problemi riferibili alla percezione degli aspetti fondamentali necessita di un lavoro di evidenziazione degli stessi e infine chi presenta problemi dovuti a disabilità medio-gravi ha bisogno di un adattamento del testo nel senso della riduzione e della semplificazione dei contenuti. Per questa ragione per l insegnante non è importante «riscrivere» il libro di testo sintetizzandone i contenuti dei vari capitoli, ma è fondamentale acquisire un metodo operativo che, seguendo un approccio collaborativo con gli altri docenti e con gli alunni stessi, consenta di rendere adatto il libro all interno di una situazione-classe ben precisa. L adeguamento deve partire, quindi, dalla precisa conoscenza delle abilità dei propri alunni e delle caratteristiche del libro in adozione, tenendo presenti, per quest ul- INTRODUZIONE 11

4 timo, sia gli aspetti di contenuto e di leggibilità che quelli di presentazione grafica, per arrivare a un azione diretta sul libro stesso che può essere modificato in relazione alle esigenze di chi deve apprendere. Il nostro metodo operativo si compone, quindi, di due fasi fondamentali, da svolgere, come detto, in collaborazione tra gli insegnanti, in cui nella prima è necessario analizzare il testo nei suoi aspetti più significativi e funzionali all adattamento e, nella seconda, è possibile operare, direttamente sul testo, l adeguamento dei contenuti a più livelli di difficoltà. Vengono proposti, a tale scopo, oltre all illustrazione del modello operativo, anche una scheda di analisi che permette lo studio preventivo del testo e, successivamente, tre livelli di semplificazione secondo criteri definiti operativamente. Nella seconda parte del libro vengono presentate alcune unità di semplificazione che riguardano contenuti di testi argomentativi o narrativi relativi alle Scienze, alla Geografia, alla Storia e alla Narrativa delle classi di scuola elementare e media. Bibliografia Bandinelli A. C., Innocenzi M., Magrini A. e Prato G. (1993), L insegnante di sostegno, Torino, Utet. Sagramola O. (1989), L inserimento scolastico degli handicappati, Brescia, La Scuola. Held J. (1987), L immaginario al potere, Roma, Armando. Petracchi G. (1981), Apprendimento scolastico e insegnamento, Brescia, La Scuola. Dardano M. e Trifone P. (1995), Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Bologna, Zanichelli. Ianes D. e Celi F. (1996), Nuova guida al Piano educativo individualizzato, Trento, Erickson. Cornoldi C. e De Beni R. (1993), Imparare a studiare, Trento, Erickson. Ferraboschi L. e Meini N. (1993), Strategie semplici di lettura, Trento, Erickson. Zambelli M.L. (1994), La rete e i nodi, Firenze, La Nuova Italia. 12 ADATTAMENTO DEI LIBRI DI TESTO

5 C L A S S E 3 A E L E M E N T A R E I L L A G O LIVELLO 1 come si sono formati i laghi scioglimento neve e ghiacciai in grandi conche scavate dai ghiacciai all interno di antichi vulcani spenti 1994 Villa e Volpati, Moduli in primo piano, vol. 3, Novara, Istituto Geografico De Agostini, p. 206 formati dall acqua mare costruiti dall uomo del , Scataglini e Giustini, Adattamento dei libri di testo, Trento, Erickson

6 C L A S S E 3 A E L E M E N T A R E I L L A G O LIVELLO 2 Clima è dolce e mite. Lago In montagna ha conservato l aspetto di ambiente naturale. Altrove, più spesso, l ambiente è stato modificato dall uomo. Vegetazione Olivi Aranci Limoni Agavi Oleandri Origine Laghi alpini Sono originati dallo scioglimento dei nevai e dei ghiacciai. Laghi prealpini Sono molto profondi, hanno una forma lunga e stretta. Occupano grandi conche scavate tanti anni fa dai ghiacciai. Laghi vulcanici Occupano i crateri di antichi vulcani spenti, hanno forma circolare, sono profondi e alimentati dalle piogge. Laghi costieri Si sono formati sulla costa del mare, hanno l acqua salata. Laghi artificiali Si ottengono costruendo sbarramenti per bloccare un corso d acqua. 1998, Scataglini e Giustini, Adattamento dei libri di testo, Trento, Erickson 33

7 C L A S S E 3 A E L E M E N T A R E I L L A G O LIVELLO 3 Il l lago è formato da un enorme quantità di acqua raccolta in un avvallamento del terreno. Intorno al lago possono crescere tanti fiori e alberi da frutta: aranci, limoni... Ci sono tanti tipi di laghi: i laghi alpini, che stanno sulle montagne che si chiamano Alpi, si sono formati con la neve e il ghiaccio. I laghi prealpini sono molto profondi. I laghi vulcanici si sono formati dove prima c erano i vulcani. 1998, Scataglini e Giustini, Adattamento dei libri di testo, Trento, Erickson 35

8 C L A S S E 3 A E L E M E N T A R E I L L A G O LIVELLO 3 I laghi costieri stanno vicino al mare. I laghi artificiali sono costruiti dall uomo , Scataglini e Giustini, Adattamento dei libri di testo, Trento, Erickson

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