Sistemi individuali contro le cadute

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1 Redatto da: Verificato da: Nome file: L.Trippa I.Gallo Corso sistemi individuali contro le cadute Roma.pptx Data edizione: Cert. N IAF /09/2014 Cert. N IAF Sistemi individuali contro le cadute Roma 10/10/2014 (D. Lgs.81/2008 e D.Lgs. 475/1992) Pag.1

2 Direttive Comunitarie Riferimenti Legislativi Italiani D.Lgs. 81/2008 e ss.mm.ii. Direttiva Macchine 2006/42/CE D.Lgs. n 17 del 27 Gennaio 2010 attuazione DIR. 2006/42/CE DIR. 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori DIR. 89/686/CEE relativa ai dispositivi di protezione individuali. D.Lgs. 8 Luglio 2003 n. 235 attuazione DIR. 2001/45/CE D.Lgs. 4 Dicembre 1992 n. 475 attuazione DIR. 89/686/CEE Pag.2

3 Linee Guida Europee DG Occupazione, affari sociali e pari opportunità Unità F.4 Come scegliere le attrezzature di lavoro più idonee all esecuzione di lavori temporanei in quota Linee Guida Italiane ISPESL Linea Guida per la scelta, l uso e la manutenzione di dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall alto SISTEMI DI ARRESTO CADUTA INAIL Guida tecnica per la scelta, l uso e la manutenzione degli ancoraggi Pag.3

4 Norme tecniche europee di prodotto (EN) recepite UNI EN 363 Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute Sistemi individuali per la protezione contro le cadute Norme tecniche UNI UNI Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute Sistemi di arresto caduta Guida per la selezione e l uso Pag.4

5 Normativa generale in materia di igiene e sicurezza del lavoro con particolare riferimento ai cantieri edili ed ai lavori in quota Definizioni [Art. 107 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] LAVORO IN QUOTA: attivita' lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile. Pag.5

6 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 1. Il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri: a) priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; b) dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi. Pag.6

7 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 2. Il datore di lavoro sceglie il tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell impiego. Il sistema di accesso adottato deve consentire l evacuazione in caso di pericolo imminente. Il passaggio da un sistema di accesso a piattaforme, impalcati, passerelle e viceversa non deve comportare rischi ulteriori di caduta. Pag.7

8 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 3. Il datore di lavoro dispone affinché sia utilizzata una scala a pioli quale posto di lavoro in quota solo nei casi in cui l uso di altre attrezzature di lavoro considerate più sicure non e giustificato a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego oppure delle caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare. Pag.8

9 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 4. Il datore di lavoro dispone affinché siano impiegati sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi alle quali il lavoratore e direttamente sostenuto, soltanto in circostanze in cui, a seguito della valutazione dei rischi, risulta che il lavoro può essere effettuato in condizioni di sicurezza e l impiego di un altra attrezzatura di lavoro considerata più sicura non e giustificato a causa della breve durata di impiego e delle caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare. Lo stesso datore di lavoro prevede l impiego di un sedile munito di appositi accessori in funzione dell esito della valutazione dei rischi ed, in particolare, della durata dei lavori e dei vincoli di carattere ergonomico. Pag.9

10 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 5. Il datore di lavoro, in relazione al tipo di attrezzature di lavoro adottate in base ai commi precedenti, individua le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, insiti nelle attrezzature in questione, prevedendo, ove necessario, l installazione di dispositivi di protezione contro le cadute. I predetti dispositivi devono presentare una configurazione ed una resistenza tali da evitare o da arrestare le cadute da luoghi di lavoro in quota e da prevenire, per quanto possibile, eventuali lesioni dei lavoratori. I dispositivi di protezione collettiva contro le cadute possono presentare interruzioni soltanto nei punti in cui sono presenti scale a pioli o a gradini. Pag.10

11 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 6. Il datore di lavoro nel caso in cui l esecuzione di un lavoro di natura particolare richiede l eliminazione temporanea di un dispositivo di protezione collettiva contro le cadute, adotta misure di sicurezza equivalenti ed efficaci. Il lavoro e eseguito previa adozione di tali misure. Una volta terminato definitivamente o temporaneamente detto lavoro di natura particolare, i dispositivi di protezione collettiva contro le cadute devono essere ripristinati. Pag.11

12 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito alle attrezzature per il lavoro in quota? Obblighi dei datori di lavoro nell uso di attrezzature per i lavori in quota [Art. 111 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 7. Il datore di lavoro effettua i lavori temporanei in quota soltanto se le condizioni meteorologiche non mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori. 7. Il datore di lavoro dispone affinché sia vietato assumere e somministrare bevande alcoliche e superalcoliche ai lavoratori addetti ai lavori in quota. Pag.12

13 Quali sono le prescrizioni del legislatore in merito all uso dei sistemi di protezione per i lavori in quota? Sistemi di protezione contro le cadute dall alto [Art. 115 D.Lgs. 81/08 coord. D.Lgs.106/09] 1. Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all articolo 111, comma 1, lettera a), è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione idonei per l uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali i seguenti: a) assorbitori di energia; b) connettori; c) dispositivo di ancoraggio; d) cordini; e) dispositivi retrattili; f) guide o linee vita flessibili; g) guide o linee vita rigide; h) imbracature. 2. Comma abrogato dall art. 115 del D.Lgs. 3 agosto 2009, n Il sistema di protezione deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a parti stabili delle opere fisse o provvisionali. 4. Nei lavori su pali il lavoratore deve essere munito di ramponi o mezzi equivalenti e di idoneo dispositivo anticaduta. Pag.13

14 Sistemi individuali per la protezione contro le cadute EN 363 Il sistema, nel suo significato più generico, è un insieme di elementi interconnessi tra di loro o con l'ambiente esterno tramite reciproche relazioni, ma che si comporta come un tutt'uno, secondo proprie regole generali. Un sistema può essere definito come l'unità fisica e funzionale, costituita da più parti o sottosistemi (tessuti, organi od elementi ecc.) interagenti (od in relazione funzionale) tra loro (e con altri sistemi), formando un tutt'uno in cui, ogni parte, dà un contributo per una finalità comune od un target identificativo di quel sistema. TRATTENUTA Limita il movimento ed impedisce la caduta POSIZIONAMENTO Limita il movimento ed impedisce la caduta, consente all utilizzatore di essere sostenuto in tensione sul sistema ACCESSO MEDIANTE CORDA Consente l accesso al e/o dal luogo di lavoro in tensione o in sospensione, evita o arresta la caduta libera ARRESTO CADUTA Non evita la caduta, limita la lunghezza della caduta e fornisce la sospensione dopo l arresto della caduta SALVATAGGIO Evita la caduta e permette di abbassare o sollevare la persona soccorsa Pag.14

15 Cert. N IAF Sistemi individuali per la protezione contro le cadute EN 363 TRATTENUTA POSIZIONAMENTO ACCESSO MEDIANTE CORDA Pag.15

16 Assemblaggio di un sistema di trattenuta Prevenzione dalle cadute Pag.16

17 Assemblaggio di un sistema di accesso e posizionamento su corda LINEA DI ANCORAGGIO DI SICUREZZA LINEA DI ANCORAGGIO DI LAVORO Sottosistema di sicurezza Sottosistema di movimentazione

18 Cert. N IAF Sistemi individuali per la protezione contro le cadute EN 363 ARRESTO CADUTA SALVATAGGIO Pag.18

19 Assemblaggio di un sistema di arresto caduta con linea di ancoraggio rigida verticale Arresta la caduta e fornisce la sospensione Pag.19

20 Assemblaggio di un sistema di salvataggio per la discesa 20

21 Verifica giornaliera e periodica dei DPI che compongono il sistema individuale contro le cadute Verifica giornaliera: Verifica visiva e funzionale effettuata dall utilizzatore prima che il dispositivo sia utilizzato. Ispezione periodica: Atto di condurre periodicamente un ispezione approfondita dei DPI o di altro equipaggiamento per verificare la presenza di difetti, per esempio danno o usura. L ispezione deve essere effettuata da PERSONA COMPETENTE. Per i DPI di terza categoria l ispezione periodica (documentata) deve essere svolta almeno ogni 12 mesi. Per tutte le ispezioni periodiche si rimanda alle istruzioni del fabbricante fornite assieme al dispositivo al momento dell acquisto. Persona competente: Persona a conoscenza dei requisiti correnti di ispezione periodica, delle raccomandazioni e delle istruzioni emesse dal fabbricante applicabili al componente, al sottosistema o al sistema pertinente. Questa persona dovrebbe essere in grado di identificare e valutare l entità dei difetti, dovrebbe avviare l azione correttiva da intraprendere e dovrebbe avere le capacità e le risorse necessarie per fare tutto ciò. Può essere necessario un addestramento rivolto alla persona competente da parte del fabbricante o del suo rappresentante autorizzato su DPI specifici o altro equipaggiamento, per esempio a causa della loro complessità o innovazione o dove sia fondamentale avere nozioni tecniche per lo smantellamento, il riassemblaggio o la valutazione di un DPI o di altro equipaggiamento e può essere necessario prevedere un aggiornamento di tale addestramento a causa di modifiche e miglioramenti. Una persona può essere competente per eseguire le ispezioni periodiche su un particolare modello di DPI o altro equipaggiamento o essere competente per ispezionare parecchi modelli. Pag.21

22 Pulizia e stoccaggio dei componenti dei sistemi individuali contro le cadute Pulizia: La pulizia dei dispositivi di protezione individuali, nonché dei dispositivi che con essi interagiscono, è fondamentale per il monitoraggio dello stato di usura e la verifica dello stato di conservazione, nonché per un migliore funzionamento qualora si tratti di meccanismi (ad esempio i dispositivi di regolazione delle funi). Per le modalità di pulizia dei DPI si rimanda alle istruzioni del fabbricante fornite assieme al dispositivo al momento dell acquisto. Stoccaggio: Per stoccaggio si intende il luogo ove i DPI sono conservati prima dell uso e dove vengono riposto al termine della giornata lavorativa. Altresì è inteso stoccaggio anche il luogo ove i DPI sono conservati prima che vengano acquistati (la cui responsabilità ricade sul venditore) e/o immessi sul mercato (fabbricante). Per le modalità di stoccaggio dei DPI si rimanda alle istruzioni del fabbricante fornite assieme al dispositivo al momento dell acquisto. Pag.22

23 Cosa si intende per SISTEMA DI ACCESSO e POSTAZIONE DI LAVORO IN QUOTA Comma 2 Art. 111 D.Lgs. 81/08 Il datore di lavoro sceglie il tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell impiego. Il sistema di accesso adottato deve consentire l evacuazione in caso di pericolo imminente. Il passaggio da un sistema di accesso a piattaforme, impalcati, passerelle e viceversa non deve comportare rischi ulteriori di caduta. Pag.23

24 Cosa si intende per SISTEMA DI ACCESSO e POSTAZIONE DI LAVORO IN QUOTA SISTEMA DI ACCESSO: Si intende sistema di accesso l ATTREZZATURA o la MACCHINA necessaria a permettere ad un lavoratore di accedere alla postazione di lavoro o che solleva il lavoratore permettendogli di raggiungere luoghi posti ad altezza diversa da quella di partenza. Le SCALE A PIOLI FISSE possono essere dotate di una gabbia di protezione detta anche guardiacorpo. Quando nella scala è presente la protezione non è richiesto l uso di un sistema individuale contro le cadute. Quando le SCALE A PIOLI FISSE non sono provviste di guardiacorpo sono dotate di una linea di ancoraggio rigida verticale, costituita da una cavo metallico oppure una rotaia. Alla linea di ancoraggio dovrà essere collegato un dispositivo mobile contro le cadute che segue l operatore lungo i suoi spostamenti, Pag.24

25 Cosa si intende per SISTEMA DI ACCESSO e POSTAZIONE DI LAVORO IN QUOTA SCALA PORTATILE: E una attrezzatura di lavoro che il lavoratore utilizza per il superamento di dislivelli tra diversi piani. Non è possibile eseguire lavori sulla scala portatile se non di brevissima durata e che non richiedano l uso di attrezzature che per il loro peso possano rendere precaria la sicurezza di chi usa la scala. Pag.25

26 Cosa si intende per SISTEMA DI ACCESSO e POSTAZIONE DI LAVORO IN QUOTA TRABATTELLO: E una attrezzatura di lavoro che permette ad uno o più lavoratori di raggiungere una certa quota salendo e scendendo, tramite la struttura dello stesso o apposite scale, dalla base alla sua massima estensione progettata dal costruttore. Pag.26

27 Cosa si intende per SISTEMA DI ACCESSO e POSTAZIONE DI LAVORO IN QUOTA PIATTAFORMA DI LAVORO ELEVABILE: E una macchina di lavoro che permette ad uno o più lavoratori di raggiungere una certa quota ed effettuare il lavoro rimanendo all interno della piattaforma di lavoro. In alcuni casi, se il fabbricante lo consente ed a seguito di procedura specifica è consentito uscire dalla piattaforma di lavoro garantendo la continuità della protezione dalle cadute dall alto. Pag.27

28 Cert. N IAF Cosa si intende per SISTEMA DI ACCESSO e POSTAZIONE DI LAVORO IN QUOTA SISTEMA DI ACCESSO E POSIZIONAMENTO SU FUNI: Il lavoratore accede e si posiziona sospeso (completamente o parzialmente) collegato ad un sistema composto da almeno due funi ancorate separatamente, una di lavoro (nera) ed una di sicurezza (rossa). In circostanze eccezionali è possibile utilizzare la sola fune di lavoro. Pag.28

29 Cosa si intende per struttura di ancoraggio e dispositivo di ancoraggio? STRUTTURA DI ANCORAGGIO: La struttura di ancoraggio è la struttura che accoglie il dispositivo di ancoraggio (ad esempio un palo in ferro, un trave in legno, il ramo di una pianta). DISPOSITIVO DI ANCORAGGIO: è l oggetto che viene applicato sulla struttura il quale è dotato di uno o più punti di ancoraggio al quale possono essere collegati i sistemi contro le cadute dall alto (ad esempio una barra a contrasto, un treppiede, un occhiello metallico speciale, una fettuccia tessile speciale) Pag.29

30 Chi garantisce la resistenza della struttura di ancoraggio e dell alloggiamento del dispositivo di ancoraggio? STRUTTURE NATURALI Pareti rocciose > Se necessaria una Perizia geologica > Dr. Geologia Terreni in pendenza > Se necessaria una Perizia geologica > Dr. Geologia MANUFATTI Travi in legno > Fabbricante secondo norme tecniche Travi in metallo > Fabbricante secondo norme tecniche Alberi > Se necessaria una Perizia agronomica forestale > Dr. Forestale, Agronomo > Perito Agrario Travi in cemento > Fabbricante secondo parametri di resistenza Strutture in calcestruzzo armato > Fabbricante secondo parametri di resistenza Strutture metalliche (tralicci, pali ecc ) > Progettista secondo calcoli di progetto Parti strutturali di edifici > Progettista secondo calcoli di progetto Parti strutturali di impianti > Progettista secondo calcoli di progetto Edifici storici > valutazioni ad hoc da parte di un professionista iscritto all Albo degli Ingegneri, Architetti o Geometri ed eventuali prove di estrazione dei dispositivi oppure valutazioni sul peso della struttura che si intende utilizzare per il supporto degli ancoraggi R 12 KN Pag.30

31 Chi è responsabile del corretto alloggiamento del dispositivo di ancoraggio? PREPOSTI (funzione di sorveglianza dei lavori addetti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi, tendente ad offrire gli strumenti utili ad effettuare le operazioni di programmazione, controllo e coordinamento dei lavori della squadra loro affidata) Pag.31

32 Dispositivi di ancoraggio UNI EN 795:2012 Pag.32

33 Dispositivi di ancoraggio Classe A1- UNI EN 795:2012 Ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate, per esempio pareti, colonne, architravi. Per il loro fissaggio deve essere eseguito un progetto e deve essere effettuato il collaudo al termine della posa. Classe A2- UNI EN 795:2012 Ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a tetti inclinati. Per il loro fissaggio deve essere eseguito un progetto e deve essere effettuato il collaudo al termine della posa. Pag.33

34 Dispositivi di ancoraggio Classe B- UNI EN 795:2012 Ancoraggi provvisori portatili ( fettucce regolabili e ad anello, barre a contrasto, perni con ritenuta e treppiedi). Pag.34

35 Dispositivi di ancoraggio Classe C- UNI EN 795:2012 Comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali. Per linea orizzontale si intende una linea che devia dall orizzonte per non più di 15. Per il loro fissaggio deve essere eseguito un progetto e deve essere effettuato il collaudo al termine della posa. Legenda: 1. Ancoraggio strutturale di estremità 2. Ancoraggio strutturale intermedio 3. Punto di ancoraggio mobile 4. Linea di ancoraggio Pag.35

36 Dispositivi di ancoraggio Classe D - UNI EN 795:2012 Comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano rotaie di ancoraggio rigide orizzontali. Per il loro fissaggio deve essere eseguito un progetto e deve essere effettuato il collaudo al termine della posa. Legenda: 1. Rotaia di ancoraggio 2. Punto di ancoraggio mobile Pag.36

37 Dispositivi di ancoraggio Classe E - UNI EN 795:2012 Ancoraggi a corpo morto da utilizzare su superfici orizzontali. Per l uso di ancoraggi a corpo morto, una superficie si intende orizzontale se devia dall orizzonte per più di 5. Legenda: 1. Punto di ancoraggio Pag.37

38 Elmetto di protezione della testa Casco per l industria - UNI EN 397 Il casco nei lavori in quota deve avere la cinghia sottogola che consenta il posizionamento del dispositivo sul capo in modo fermo e stabile durante gli spostamenti dell operatore. Pag.38

39 Congiunzione di più strutture e/o più punti di ancoraggio parallelogrammo delle forze COSA SUCCEDE COLLEGANDO PIU PUNTI DI ANCORAGGIO CREANDO UN ANGOLO DI FORZA? α = kg 517kg 577kg α = kg 707kg α = 90 α < kg 1000kg 1000kg 1000kg Pag.39

40 Congiunzione di più strutture e/o più punti di ancoraggio parallelogrammo delle forze COSA SUCCEDE COLLEGANDO PIU PUNTI DI ANCORAGGIO CREANDO UN ANGOLO DI FORZA? 1000kg α = kg 1000kg Pag.40

41 Congiunzione di più strutture e/o più punti di ancoraggio parallelogrammo delle forze COSA SUCCEDE COLLEGANDO PIU PUNTI DI ANCORAGGIO CREANDO UN ANGOLO DI FORZA? 1932kg α = 150 α > kg 1000kg Pag.41

42 Analisi e valutazione dei rischi più ricorrenti nell uso di sistemi di arresto caduta (UNI 11158) a) rischio prevalente di caduta a seguito di caduta dall alto; CADUTA b) rischio susseguente alla caduta derivante da: oscillazione del corpo con urto contro ostacoli ("effetto pendolo"), arresto del moto di caduta per effetto delle sollecitazioni trasmesse dall imbracatura sul corpo,sospensione inerte del corpo dell utilizzatore che resta appeso al dispositivo di arresto caduta e da tempo di permanenza in tale posizione; c) rischio connesso al DPI anticaduta derivante da: non perfetta adattabilità del DPI, intralcio alla libertà dei movimenti causato dal DPI stesso, inciampo su parti del DPI; SINDROME DA SOSPENSIONE CONNESSO al DPI INNESCANTE SPECIFICO ATMOSFERICO d) rischio innescante la caduta derivante da: insufficiente aderenza delle calzature, - insorgenza di vertigini, abbagliamento, scarsa visibilità, colpo di calore o di sole, rapido abbassamento della temperatura; e) rischio specifico dell attività lavorativa di natura meccanica (bordi spigolosi, attrezzi taglienti, caduta di oggetti, ecc.), di natura termica (scintille, fiamme libere, ecc.), di natura chimica, di natura elettrica; f) rischio di natura atmosferica derivante da vento, pioggia o ghiaccio su superfici di calpestio, ecc. Pag.42

43 Analisi e valutazione dei rischi più ricorrenti nei lavori in quota (rischi ambientali, di caduta dall alto e sospensione, da uso di attrezzature e sostanze particolari, ecc.). RISCHIO SUSSEGUENTE alla caduta derivante da: 1) OSCILLAZIONE del corpo con urto contro ostacoli "effetto pendolo ; 2) ARRESTO DEL MOTO DI CADUTA per effetto delle sollecitazioni trasmesse dall imbracatura sul corpo; 3) SOSPENSIONE INERTE del corpo dell utilizzatore che resta appeso al dispositivo di arresto caduta e dal TEMPO di permanenza in tale posizione. RICORDIAMO che l imbracatura adeguata a mantenere una posizione corretta, per il mantenimento delle funzioni vitali, e che consenta la successiva manovra di SALVATAGGIO è la sola imbracatura dotata di PUNTI DI ATTACCO STERNALE E/O DORSALE. Nel caso in cui si debba effettuare una manovra di SALVATAGGIO nei confronti di una persona collegata ad una imbracatura priva del punto di attacco STERNALE E/O DORSALE, si rende necessario l uso di una CINGHIA DI SALVATAGGIO oppure l uso di una BARELLA. Pag.43

44 Sindrome da sospensione all imbragatura La sindrome da sospensione inerte è una condizione clinica ad evoluzione mortale che si manifesta in tutte le persone soggette ad una sospensione prolungata nel dispositivo di presa del corpo ovvero che indossano l imbracatura contro le cadute dall alto e vi rimangono appese, scaricando gran parte del loro peso sul dispositivo stesso. PERCHE UNA PERSONA RIMANE APPESA ALL IMBRACATURA? A SEGUITO DI CADUTA DALL ALTO CON CONSEGUENTE APERTURA DELL ASSORBITORE DURANTE L ACCESSO O L USCITA DA POSTAZIONI DI LAVORO IN QUOTA SU SCALE FISSE CON LINEA DI ANCORAGGIO PER UN MALORE TROVANDOSI GIA SOSPESO LAVORANDO SU FUNE Pag.44

45 Sindrome da sospensione all imbragatura FATTORI FISICI FATTORI DI CONTESTO 1. l inclinazione del corpo 2. l affaticamento 3. la disidratazione o le patologie pregresse 1. la temperatura esterna 2. le eventuali lesioni riportate in seguito ad un trauma (trauma dovuto all arresto della caduta stessa 3. urto contro un ostacolo durante la caduta 4. un trauma antecedente la caduta (ad es. caduta di materiali dall alto) Pag.45

46 Sindrome da sospensione all imbragatura Il principale apparato coinvolto nella sindrome da sospensione inerte è sistema cardiocircolatorio, a causa: SEQUESTRO EMATICO dovuto alla stasi venosa che si instaura a livello degli arti inferiori INSUFFICIENZA CARDIACA dovuta del mancato ritorno di sangue al cuore Pag.46

47 Sindrome da sospensione all imbragatura La compressione delle cinghie dell imbracatura sul canale inguinale e la protratta e anomala posizione del corpo determinano: RALLENTAMENTO DEL FLUSSO EMATICO AUMENTO DELLA PRESSIONE INTRAVASCOLARE FUORIUSCITA DI LIQUIDI NEI TESSUTI AUMENTO DELLA VISCOSITA DEL SANGUE da cui MAGGIOR RISCHIO DI TROMBOSI Pag.47

48 Sindrome da sospensione all imbragatura Le cause dell instaurarsi della sindrome da sospensione inerte sono principalmente da ricercarsi: IMMOBILITA MUSCOLARE Mancato effetto pompa dei muscoli FORZA DI GRAVITA Rende difficoltosa la risalita del sangue COMPRESSIONE DELLE VENE FEMORALI ED ILIACHE Che limita l afflusso regolare del sangue per un effetto meccanico sulle vene Pag.48

49 Sindrome da sospensione all imbragatura Le suddette condizioni determinano, a cascata: RIDUZIONE DEL SANGUE VENOSO AL CUORE RIDUZIONE GITTATA CARDIACA DIMINUZIONE PRESSIONE ARTERIOSA IPOSSIEMIA DANNO D ORGANO La sospensione all imbragatura, quindi, deve essere interrotta il più rapidamente possibile! Pag.49

50 Sindrome da sospensione all imbragatura Il nostro organismo inizialmente mette in atto dei meccanismi di compenso : INNALZAMENTO RITMO CARDIACO AUMENTO PRESSIONE ARTERIOSA Tali espedienti NON sono in grado però di sopperire al mancato flusso sanguigno. Pag.50

51 Sindrome da sospensione all imbragatura Questa la procedura da applicare, SEMPRE, quando un operatore è soggetto alla sindrome da sospensione all imbragatura: 1 ATTIVARE IL SOCCORSO SANITARIO DI EMERGENZA 2 ATTIVARE LA PROCEDURA DI SALVATAGGIO 3 TENERE SOTTO CONTROLLO IL TEMPO DI SOSPENSIONE DELL INFORTUNATO Pag.51

52 Sindrome da sospensione all imbragatura NON adagiare immediatamente in posizione supina anche se ciò è contrario alle normali regole ( scompenso cardiaco destro da massiccio flusso di sangue al cuore) ma mettere il soggetto in posizione semi-seduta. Al piano posizionare il soggetto in posizione semiseduta per circa 30 minuti con: ! testa e tronco sollevati di 30! arti inferiori flessi a circa 30! Allentare imbraco e cinture! Applicare protezione termica Pag.52

53 Cert. N IAF Grazie dell attenzione e Buon Lavoro Form UP S.r.l. Via Setta, Sasso Marconi (BO) Tel Fax info@formazione235.it URL. Pag.53

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