Il Dipartimento Oncologico Milanese (DOM ): obiettivi e attività
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1 Il Dipartimento Oncologico Milanese (DOM ): obiettivi e attività Intervento a cura di: Dr. ssa Gemma Lacaita Direttore Dip. SSB Cure Primarie Milano, 28 novembre 2012
2 Premessa 1 La Regione Lombardia ha sempre posto grande attenzione alla patologia oncologica sia per ragioni di natura epidemiologica sia per motivi di rilevanza clinica e quindi di ricaduta assistenziale. Inoltre, Milano è sede di numerosi istituti di ricerca oncologica. Dal punto di vista organizzativo: Rete Oncologica Lombarda (ROL) + Rete Ematologica Lombarda (REL)
3 Premessa 2 L organizzazione in DIPO (Dipartimento interaziendale Oncologico Provinciale) è stata istituita dalla Regione Lombardia + di 10 anni fa (DGR VI/ /7/99) con lo scopo di integrare servizi, strutture e professionalità per assicurare la massima qualità ed efficienza in tutte le fasi della malattia oncologica.
4 Milano: sede di 8 DIPO Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico Ospedale Luigi Sacco Polo universitario Ospedale Niguarda Ca Granda Ospedale San Paolo Polo universitario Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Ospedale San Carlo Borromeo Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
5 Afferenze ai DIPO di 9 strutture Milanesi AO ICP Sesto San Giovanni Multimedica: IRCCS Sesto San Giovanni Casa di cura IGEA Casa di cura San Pio X Fondazione San Raffaele Istituto Clinico S. Ambrogio Istituto Europeo di Oncologia Ospedale San Giuseppe AO Istituto Gaetano Pini
6 Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico Ospedale S. Giuseppe Multimedica Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico Istituto Ortopedico G. Pini Casa di Cura S. PIO X Casa di Cura S. Ambrogio IRCCS Multimedica Sesto S. Giovanni Ospedale Luigi Sacco Ospedale Niguarda Ca' Granda Istituti Clinici di Perfezionamento Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta Fondazione San Raffaele Azienda Ospedaliera San Paolo Ospedale San Carlo Borromeo Istituto Europeo di Oncologia Casa di cura Igea
7 DOM Il DOM è stato istituito nel 2007 con il compito di coordinamento delle strutture milanesi che operano in campo oncologico (8 DIPO + 9 afferenze). Comitato di Dipartimento: Direttore Sanitario dell ASL Milano o suo delegato; Il Direttore Sociale dell'asl Milano o suo delegato; Il Responsabile del Dipartimento SSB- Cure Primarie dell ASL Milano; Il Responsabile del Servizio di Epidemiologia dell ASL Milano; Il coordinatore dei distretti sanitari dell ASL Milano; I coordinatori degli otto DIPO milanesi; I rappresentanti delle strutture afferenti ai DIPO; Un referente dei Medici delle Cure Primarie del territorio
8 Obiettivi dei DIPO/DOM definire percorsi clinico-assistenziali in tutte le fasi della malattia; assicurare l effettiva interdisciplinarietà dei processi diagnostico-terapeutici; puntare alla progressiva crescita delle competenze specialistiche; curare la formazione degli operatori; promuovere e coordinare la ricerca clinica e traslazionale; definire interventi di prevenzione primaria e diagnosi precoce dei tumori per una reale integrazione tra ASL e ospedali; collegarsi con le associazioni di volontariato; sperimentare modelli organizzativi per una reale integrazione tra ospedale e territorio; assicurare un efficace follow-up garantendo la continuità terapeutica ed assistenziale.
9 Obiettivi prioritari generale Coordinare le attività di assistenza sanitaria in campo oncologico nel territorio della ASL in modo che tutti i cittadini abbiano la stessa offerta sanitaria e la stessa possibilità di cura a prescindere dalle strutture alle quali si rivolgono. Promuovere il ruolo della assistenza primaria (MMG/PdF) nella cura del malato oncologico.
10 Attività del DOM negli ultimi anni La continuità delle cure in campo oncologico La Rete degli Hospice Rapporto fra la Rete Oncologica Lombarda (ROL), il DOM, e l integrazione con i servizi territoriali. Censimento delle associazioni di volontariato e terzo settore
11 Attività del DOM presenti e future. Progetto pilota di collaborazione fra le unità di oncologia e MMG nel follow-up dei pazienti con ca mammella (in corso) Rete delle cure palliative (in corso) Promozione degli screening (da attivare) Oncogeriatria (in corso) Comunicazione in campo oncologico ai cittadini (in corso) Progetti di prevenzione primaria per un corretto stile di vita (da attivare)
12 Perché è importante la prevenzione?? L incidenza dei tumori è aumentata: allungamento della vita cambiamento degli stili di vita Cosa sono i fattori di rischio? Tutto ciò che interviene a modulare l incidenza di un tumore Si distinguono in modificabili (stili di vita e ambiente) e non modificabili (età, sesso, patrimonio genetico)
13 REPORT WCRF 2007 Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) ha pubblicato nel 2007 un approfondito report di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione, stile di vita e tumori. I risultati sono stati riassunti in 10 raccomandazioni indubitabili :
14 1) Mantenersi snelli per tutta la vita, evitando però l'insufficienza di peso. 2) L'indice di massa corporea (IMC = peso in Kg diviso per l altezza in metri elevata al quadrato) va mantenuto tra 21 e 23. L aumento di peso (specie associato a obesità addominale) causa tumori di colon-retto, esofago, endometrio, pancreas, reni e mammella dopo menopausa. Essere fisicamente attivi ogni giorno. Praticare un'attività fisica moderata (tipo camminata veloce) almeno 30 minuti al giorno. Man mano che le condizioni fisiche migliorano, fissare un obiettivo di sessanta minuti o più di attività fisica moderata o trenta minuti di attività fisica intensa.
15 3) Limitare il consumo di cibi ad alta intensità calorica. Evitare le bevande zuccherate. Evitare il più possibile i cibi da fast food. Consumare prevalentemente alimenti di origine vegetale. Consumare almeno cinque porzioni (circa 600 gr) di verdure e frutta il più possibile variate Consumare cereali integrali in seme e/o legumi secchi ad ogni pasto. 4)
16 5) Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate. 6) Affumicate, seccate, salate o con aggiunta di agenti chimici, come salumi ecc.. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcool contenuta in un bicchiere di vino è circa gr di alcool etilico, pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore..
17 7) 8) Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del buono stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi. Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di qui l importanza della varietà.
18 9) Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi con solo latte materno senza altre aggiunte, acqua compresa. L'allattamento protegge sia la madre che il figlio. 10) Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. COMUNQUE NON FARE USO DI TABACCO.
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20 UMANIZZARE LE CURE Significa porre al centro di ogni intervento sanitario, socio-sanitario ed assistenziale la persona umana. E la capacità di rendere i luoghi di cura e le stesse pratiche medico assistenziali aperti, sicuri e senza dolore, conciliando politiche di accoglienza, informazione e comfort con percorsi assistenziali il più possibile condivisi e partecipati con il cittadino.
21 Grazie per l attenzione e.buon lavoro!
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