Il sistema creditizio in provincia di Pisa
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- Celia Monaco
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1 Il sistema creditizio in provincia di Pisa Consuntivo anno 2013 Pisa, 31 luglio La presenza bancaria in provincia di Pisa risente del processo di riorganizzazione che sta attraversando il sistema e che ha determinato, tra il 2013 ed il 2012, un saldo negativo di otto sportelli (- 2,8%) dopo che nel 2012 se ne erano già persi quattro rispetto al massimo storico toccato nel 2011 (293). Tuttavia, pur mostrando un segno negativo, Pisa evidenzia un ridimensionamento meno consistente non solo rispetto a buona parte delle province toscane e della regione (-4,6% nel 2013) ma anche rispetto all Italia nel suo complesso (-3,4%). Estendendo l analisi al 2001, Pisa continua a mostrare una discreta vivacità con un incremento medio annuo degli sportelli (+1,6% tra il 2013 ed il 2001) che non solo risulta il secondo più elevato tra le province toscane alle spalle della sola Grosseto, ma anche a livello nazionale. Sportelli, banche e competizione Anche la capillarità della presenza sul territorio, espressa con un indice di densità 1, risulta essere molto elevata a Pisa. Con 63,2 sportelli ogni centomila tra imprese e residenti la provincia raggiunge uno dei valori più elevati a livello regionale: segno di come la piazza pisana sia particolarmente apprezzata dagli istituti di credito. Informazioni e chiarimenti studi@pi.camcom.it tel Redazione Alberto Susini Fonte: elaborazioni su dati Infocamere, Istat e Banca d Italia (Base Dati Statistica ed Elenchi di Vigilanza) 1 L indice di densità qui utilizzato è dato dal rapporto tra il numero di sportelli e la somma delle imprese registrate ed il numero dei residenti a fine 2012 moltiplicati per 100mila.
2 Se in Toscana il numero delle banche operative con sede in regione si è ridotto di 2 unità, portandosi a 99, questo non è avvenuto in provincia che a fine 2013 continua ad ospitare cinque istituti bancari. Si tratta di due banche di credito cooperativo (Banca di Cascina e Banca di Pisa e di Fornacette) una popolare cooperativa (Banca Popolare di Lajatico) e due società per azioni (Cassa di Risparmio di San Miniato e Cassa di Risparmio di Volterra). Banche in provincia di Pisa con sede in provincia ed extra provinciali (valori assoluti) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia (Base Dati Statistica ed Elenchi di Vigilanza) Considerando la distribuzione degli sportelli per gruppi istituzionali di banche 2 risulta evidente il balzo in avanti compiuto dalle banche popolari cooperative a scapito delle banche commerciali che, tuttavia, anche negli ultimi due anni proseguono nel loro percorso di razionalizzazione che le porta a fine 2013 a quota 180 sportelli. Il risultato è riconducibile alla fusione per incorporazione, assieme ad altre realtà, della Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno nel Banco Popolare avvenuta nel dicembre Sportelli per gruppi istituzionali di banche in provincia di Pisa (valori assoluti) 2 Questa classificazione include le fattispecie previste dal D. Lgs , n. 385 (Testo unico bancario): Banche S.p.A., Banche popolari, Banche di credito cooperativo, Filiali di banche estere, Istituti centrali di categoria e istituti di rifinanziamento.
3 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia (Base Dati Statistica ed Elenchi di Vigilanza) Considerando gli sportelli dal punto di vista della dimensione della banca 3, la tendenza è quella di un aumento della presenza degli istituti di minori dimensione a fronte di una contrazione delle banche medie, grandi e maggiori. Si tratta di una faccia della medesima medaglia: da un lato gli istituti più grandi si riorganizzano dall altro le banche piccole e di minore dimensione scelgono di presidiare il mercato. Sportelli per gruppi dimensionali di banche in provincia di Pisa (valori assoluti) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia (Base Dati Statistica ed Elenchi di Vigilanza) Se il numero degli sportelli segnala una contrazione, l analisi dei dipendenti bancari che presidiano il territorio evidenzia invece un leggero ma costante aumento arrivando a sfiorare, a fine 2013, la soglia delle unità. A fare la parte del leone, ancor di più rispetto al numero di sportelli, sono le banche minori e piccole che rappresentano, nel 2013, il 57% dei dipendenti del settore. Tale risultato, tuttavia, è in parte riconducibile al peso delle strutture amministrative dei cinque istituti, di piccola dimensione, che hanno sede in provincia di Pisa. Dipendenti per gruppi dimensionali di banche in provincia di Pisa (valori assoluti) 3 L'attuale classificazione in gruppi dimensionali di Banche prevede i seguenti criteri di attribuzione ai gruppi: - banche maggiori: fondi intermediati medi superiori a 60 miliardi di euro; - banche grandi: fondi intermediati medi compresi tra 26 e 60 miliardi di euro; - banche medie: fondi intermediati medi compresi tra 9 e 26 miliardi di euro; - banche piccole: fondi intermediati medi compresi tra 1,3 e 9 miliardi di euro; - banche minori: fondi intermediati medi inferiori a 1,3 miliardo di euro.
4 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia (Base Dati Statistica) Il mercato del credito pisano risulta particolarmente concorrenziale. L indice di Herfindhal-Hirschman 4, che fornisce una misura del grado di concentrazione del mercato, risulta tra i più contenuti fra tutte le province toscane assicurando quindi i migliori presupposti per un elevata concorrenzialità. Pisa, assieme a Firenze, conferma dunque le caratteristiche tipiche delle maggiori aree metropolitane dove, solitamente, si rileva una maggiore concorrenza fra gli istituti bancari. Competizione sul mercato provinciale del credito (Indice di Herfindhal-Hirschman sugli sportelli) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia (Elenchi di Vigilanza) Nel 2013 i depositi detenuti da famiglie e imprese pisane presso le banche, che costituiscono la principale componente del risparmio finanziario, hanno mostrato un rallentamento rispetto all anno precedente (quando crebbero di quasi il 6% rispetto all anno precedente) mettendo a segno un più contenuto +3,1%. Il dato è frutto di andamenti divergenti della componente famiglie La bancaria raccolta 4 Si tratta di un indice comunemente utilizzato per misurare il grado di concorrenzialità e, nel caso specifico, è stato calcolato come la somma dei quadrati delle quote di mercato detenute da ciascuna banca in termini di sportelli. L indice, per costruzione sempre positivo, può assumere un valore massimo pari a nel caso di massima concentrazione. In generale, un valore dell indice inferiore a indica un mercato competitivo, un valore compreso tra e un mercato moderatamente concentrato, mentre mercati il cui indice è superiore a sono da considerarsi fortemente concentrati.
5 consumatrici, i cui depositi sono cresciuti del 4,5%, e di quelli delle imprese, calati nello steso periodo del -3,3%. Alla fine del 2013 le obbligazioni bancarie rappresentavano il 46 per cento della raccolta presso le banche: erano il 69% nel A determinare questa riduzione ha contribuito sia la necessità di smobilizzare gli investimenti sia l incertezza del quadro economico generato dalla crisi. Nel 2013, le obbligazioni hanno segnato una nuova contrazione (-7,5%), anche in questo caso riconducibile al pesante ridimensionamento dei settori produttivi che, nel medesimo periodo, hanno diminuito lo stock di titoli obbligazionari bancari del 16,8%. Raccolta bancaria in provincia di Pisa (tasso di variazione sui dodici mesi corretto per le riclassificazioni) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia sede di Firenze (Segnalazioni di Vigilanza) Il credito bancario concesso alle imprese pisane, che si era leggermente contratto nel 2012 (-0,5%), è tornato a crescere nel 2013: +1,3%. In questo ambito è proseguita con maggiore intensità la flessione del credito alle piccole imprese (-2,7%) e al settore artigiano (-3,3%) mentre il credito concesso alle unità produttive più strutturate ha continuato a crescere: nel ,5%. Sulla contrazione del finanziamento bancario alle imprese ha pesato, ancora una volta, la debolezza della domanda di nuovi prestiti, in un contesto in cui le politiche degli istituto sono rimaste molto caute in presenza di un progressivo deterioramento della qualità del credito concesso. I prestiti bancari Stock dei prestiti al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine (tasso di variazione sui dodici mesi corretto per le per le operazioni di cartolarizzazione, cessioni e riclassificazioni)
6 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia sede di Firenze (Segnalazioni di Vigilanza) Considerando le diverse branche di attività economica, la contrazione dei prestiti registrata nel 2013 è stata particolarmente intensa per le imprese delle costruzioni (-1,8%) e dei servizi (-1,0%). Hanno pesato sul risultato finale, oltre agli elementi sopra segnalati, anche le maggiori difficoltà che stanno attraversando le aziende operanti sul mercato interno che proprio in quei comparti sono concentrate. Le imprese manifatturiere, invece, dopo quattro anni di flessione sono tornate in terreno positivo mettendo a segno un +3,8%. Stock dei prestiti al lordo delle sofferenze (tasso di variazione sui dodici mesi corretto per le operazioni di cartolarizzazione, cessioni e riclassificazioni) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia sede di Firenze (Centrale dei Rischi) Il protrarsi della crisi ha influenzato la rischiosità del credito erogato. Il tasso di decadimento, calcolato come rapporto fra il flusso di nuove sofferenze e la consistenza dei prestiti in essere all inizio del periodo, è salito di 3,5 punti rispetto all anno precedente, portandosi al 6,8 per cento: il doppio rispetto al Il peggioramento è stato diffuso fra i diversi settori di attività, sebbene sia stato più intenso nelle costruzioni dove ha sfiorato il 10 per cento. In
7 difficoltà anche i servizi (6,2 punti) ed il manifatturiero (5,8 punti) mentre, considerando la dimensione d impresa, è da segnalare la posizione nettamente migliore delle piccole imprese con un tasso di decadimento appena superiore al 3%. Anche il numero di affidati che entrati in sofferenza, segno anche questo della crisi, toccano in provincia di Pisa le unità: erano poco più di 5mila a fine Tasso di decadimento (media semplice dei quattro trimestri che terminano alla data di riferimento) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia sede di Firenze (Centrale dei Rischi) Il costo del denaro per le imprese pisane, non da oggi, risulta più elevato che altrove. Prendendo a riferimento i tassi a revoca 5, caratterizzati negli ultimi anni da un trend crescente, il 2013 si chiude con un 9,6% a fronte di un 9,2% a livello regionale ed un 8,0% per l intero Paese. Si tratta di un risultato riconducibile all elevato livello di rischio delle imprese pisane. Tassi attivi sui finanziamenti per cassa, rischi a revoca (società non finanziarie e famiglie produttrici, valori %) Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia sede di Firenze (Base Dati Statistica) 5 Operazioni a revoca: categoria di censimento dove confluiscono le aperture di credito in conto corrente.
8 NOTA METODOLOGICA La presente nota è stata realizzata utilizzando i dati pubblicati sulla Base Dati Statistica (BDS) della Banca d Italia e quelli forniti dalla Banca d Italia sede di Firenze, Divisione Analisi e ricerca economica territoriale. Il totale della raccolta è costituito da depositi e obbligazioni di banche italiane. I dati sulle obbligazioni (al fair value) sono tratti dalle informazioni sui titoli di terzi in deposito. I depositi a risparmio sono depositi con durata prestabilita o rimborsabili con preavviso. Il settore piccole imprese è formato dalle società in accomandita semplice e in nome collettivo, società semplici, società di fatto e imprese individuali con meno di 20 addetti. Il settore famiglie produttrici è formato da società semplici, società di fatto e imprese individuali fino a 5 addetti. Il tasso di decadimento è calcolato come rapporto tra le esposizioni passate a sofferenza rettificata in ciascun trimestre e i prestiti in bonis in essere all inizio del periodo. I valori sono calcolati come medie dei quattro trimestri terminanti in quello di riferimento. Dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di operazioni di cartolarizzazione. Il totale include anche le Amministrazioni pubbliche, le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie e le unità non classificabili o non classificate. Le sofferenze comprendono la totalità dei rapporti per cassa in essere con soggetti in stato d'insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
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