Psicologia dello sviluppo Dott.ssa Germana Castoro
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- Patrizia Ceccarelli
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1 Psicologia dello sviluppo Dott.ssa Germana Castoro 1
2 Programma Finalità Il corso si propone di introdurre lo studente alla conoscenza dei principali temi affrontati dalla psicologia dello sviluppo. La prima parte del corso sarà dedicata alla presentazione delle principali teorie utili alla comprensione dello sviluppo umano tipico e atipico, con una particolare attenzione alla descrizione dei metodi di ricerca utili allo studio del cambiamento in età evolutiva. Una particolare attenzione verrà, inoltre, riservata alla presentazione della teoria dell attaccamento e alle sue implicazioni sulla qualità dello sviluppo del bambino.
3 Testi H. R. Schaffer (2005), Psicologia dello sviluppo. Un'introduzione, Raffaello Cortina editore, Milano R. CASSIBBA (2003), Attaccamenti multipli, Unicopli, Milano.
4 Prima parte del programma Cos è la psicologia dello sviluppo, cosa studia, quali metodi utilizza Il ruolo del patrimonio genetico e dell ambiente Lo sviluppo dell attaccamento Le relazioni del bambino con la famiglia Le relazioni del bambino con il gruppo dei pari Lo sviluppo emotivo (Capitoli 1-5) 4
5 Seconda parte del programma Lo sviluppo cognitivo: La teoria di Piaget La teoria di Vygotskij La teoria dell elaborazione delle informazioni Lo sviluppo del linguaggio La costruzione dell identità di genere e lo sviluppo del Sé I percorsi di sviluppo: continuità e discontinuità (capitoli 6-10) 5
6 1. Che cos è la psicologia dello sviluppo? 2. Perché è necessaria la psicologia dello sviluppo? Capitolo 1 6
7 1. Cos è la psicologia dello sviluppo? È lo studio scientifico del comportamento e dello sviluppo dei bambini sulla base di dati empici Quindi: descrivere e spiegare il cambiamento nel tempo Permette la comprensione: Dell infanzia in generale (es. a quale età i bambini imparano a parlare) Dei singoli bambini (es. perché alcuni bambini sono aggressivi e altri no?) 7
8 Cosa cambia? Cosa varia con l età? Es. la capacità di comprendere i numeri Es. la capacità di farsi degli amici Cosa varia con la cultura o l educazione? Es. la proprietà di linguaggio Es. le modalità di interazione Cosa varia tra maschi e femmine? Es. modalità aggressive Es. capacità spaziali o linguistiche 8
9 La psicologia dello sviluppo risponde a domande: Cosa? Quando? Come? Perché?
10 Quando avviene il cambiamento? A quale età la maggior parte dei bambini ha raggiunto una particolare abilità? Periodi riconosciuti come fondamentali nello sviluppo: tappe di cambiamento Es. età per imparare a camminare e a parlare Periodi meno definiti Es. età per imparare a giocare seguendo le regole, imparano a conoscere il punto di vista dell altro. DIMOSTRARE LA FASCIA D ETÀ IN CUI IL BAMBINO DIMOSTRA PER LA PRIMA VOLTA DI AVER ACQUISITO UN ABILITÀ 10
11 Come avviene il cambiamento? Quali sono i modi che i bambini impiegano per affrontare le sfide quotidiane? Come agiscono i bambini, in base alla loro età e alle circostanze in cui si trovano? Es. come si formano le amicizie a 2 anni? Es. come evolve il disegno dei bambini? 11
12 Perché avviene il cambiamento? NON si tratta solo di una descrizione sistematica ma piuttosto di una spiegazione es. perché i B si sviluppano più lentamente di altri? Perché certi B mostrano abilità elevate in alcuni ambiti e non in altri? Es. perché la severità dei genitori è legata all aggressività dei bambini? Es. perché alcuni bambini sono asociali e altri no? Scelta dei perché da affrontare: Significatività applicativa Significatività teorica 12
13 Perché la psicologia dello sviluppo ci interessa? Interesse nei bambini in quanto tale, rilevanza teorica per la ricerca e la conoscenza Cosa si impara, a che età, quali differenze individuali si riscontrano, casi specifici Ragioni pratiche Scuola, asilo (numerosità delle classi?), madri (lavoratrici?), coetanei (è meglio l interazione con loro fin da piccoli?) Investigare l età adulta Esperienze dei primi anni come influenzano le psicopatologie 13
14 Le teorie I Le teorie servono a spiegare e mettere in relazione tra loro dei fatti che altrimenti sarebbero slegati, e di collegarli a dei principi più generali. Classificano le informazioni e formulano nuovi quesiti. Le teorie variano in base agli obiettivi che si pongono. 14
15 Le teorie II Costituiscono uno strumento per riflettere su ciò che sappiamo, dare una spiegazione a ciò che troviamo e indagare nuove ipotesi Le varie teorie possono occuparsi di aspetti diversi e quindi non sono necessariamente in contraddizione tra loro. Le teorie, per quanto valide, possono essere abbandonate quando appaiono inadeguate: sono un punto di partenza per stimolare la creatività, non un vincolo che inaridisce la conoscenza 15
16 I metodi nella psicologia dello sviluppo La psicologia dello sviluppo si serve di strumenti per ottenere le informazioni su cui poi ricavare dei risultati In psicologia dello sviluppo si usano: Osservazione Domande Sperimentazione 16
17 L osservazione I Non è un semplice guardare Bisogna essere addestrati a farlo, definire chi, cosa, come osservare, e con quali tecniche: carta e matita videoregistrazioni specchio unidirezionale 1. L osservatore non dovrebbe influenzare i soggetti 2. C è bisogno di più osservatori per trovare un accordo e raggiungere una maggiore obiettività 3. Spesso si ricorre all osservatore cieco per evitare influenze 17
18 L osservazione II Naturalistica o strutturata Partecipata o non partecipata Narrazione continua o episodi circoscritti Campionatura del tempo o degli eventi Uno solo o più categorie comportamentali Osservazione di un solo individuo o di un gruppo Rischi: tempi lunghi, solo comportamenti osservabili, influenza dell osservatore 18
19 Le domande I Si tratta di interviste e questionari Richiedono una competenza linguistica abbastanza elevata (non sempre sono adatti con bambini piccoli, utili a partire da età prescolare). Con i bambini si può usare la forma orale, e un linguaggio semplice; si possono chiarire o riformulare le domande. Permettono di analizzare situazioni non osservabili, e di raccogliere i dati da un numero elevato di soggetti 19
20 Le domande II Domande aperte o chiuse Per iscritto o inserite nella conversazione (bambini più piccoli) Informazioni fornite dai diretti interessati (autovalutazioni, self-report ) o da altre persone (etero-valutazioni) Somministrate singolarmente o in gruppo Strutturato o non strutturato Formali o informali Predeterminati o aperti Dipendono da: obiettivo studio, condizione di somministrazione, Rischi: desiderabilità sociale, difficoltà a rispondere, risposte globali o sommarie 20
21 Un esempio: Il Questionario per la valutazione del comportamento sociale nell asilo nido (D Odorico, Cassibba, Buono) Esempio di item: Il bambino preferisce giocare da solo e allontana i compagni se gli si avvicinano Cede facilmente i giocattoli se un altro bambino glieli chiede E oggetto di aggressioni fisiche da parte degli altri compagni Se il bambino è assente dalla scuola i compagni si accorgono della sua mancanza e chiedono di lui all insegnante Modalità di risposta: Raramente qualche volta abbastanza spesso molto spesso 21
22 Gli esperimenti I Sono gli strumenti migliori perché permettono il controllo della situazione e l uso di una procedura standardizzata: Situazione uguale per tutti; Manipolazione sistematica e controllata di determinate condizioni per verificarne gli effetti Ci sono un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo, simili in ogni aspetto Vengono effettuati un pre-test e un post-test 22
23 Gli esperimenti II Con gli esperimenti è possibile sottoporre a verifica specifiche ipotesi su relazioni di causaeffetto Difficoltà: sono spesso lunghi e laboriosi, non sempre si trovano soggetti simili e non sempre è possibile sceglierli a caso 23
24 Gli esperimenti: un esempio Vogliamo vedere se i bambini imparano di più quando sono in gruppo, piuttosto che quando sono da soli Seguiamo una serie di fasi 24
25 Fase 1 Scegliamo i bambini, in modo che tutti abbiano la possibilità di partecipare all esperimento Rappresentatività rispetto alla popolazione a cui vogliamo generalizzare i risultati: (quindi non solo i maschi, non i più ricchi, non quelli in una scuola speciale ) 25
26 Fase 2 Dobbiamo suddividere i bambini in due gruppi in modo casuale (cioè, senza mettere più femmine in uno, o i più piccoli in un altro ): Gruppo sperimentale: gruppo di lavoro in gruppo Gruppo di controllo: gruppo di lavoro individuale I due gruppi devono essere omogenei 26
27 Fase 3 Misuriamo il livello di apprendimento di tutti i bambini, per essere sicuri che davvero i due gruppi includono bambini con lo stesso livello Questo è il pre-test 27
28 Fase 4 Diamo i compiti da fare: inizia l esperimento! I bambini nel gruppo sperimentale avranno un compito da svolgere in gruppo I bambini nel gruppo di controllo avranno un compito da svolgere singolarmente 28
29 Fase 5 Dopo che i bambini nei due gruppi hanno svolto il compito, misuriamo di nuovo il loro livello di apprendimento. Questo è il post-test 29
30 Fase 6 Abbiamo trovato differenze nei due gruppi? SÌ! Allora vuol dire che davvero l apprendimento migliora se si lavora in gruppo Apprendimento collaborativo > apprendimento individuale NO! Allora vuol dire che non ci sono differenze se si lavora in gruppo o da soli 30
31 I disegni di ricerca Uno degli obiettivi in psicologia dello sviluppo è quello di studiare il cambiamento evolutivo: necessità di confrontare i diversi gruppi di età Per fare questo ci si serve di due disegni di ricerca: Trasversali Longitudinali 31
32 Disegni trasversali Si confrontano gruppi di bambini di età diversa per vedere le differenze tra bambini di età diverse I bambini devono essere simili per sesso, provenienza sociale, ambiente, ecc. La valutazione avviene nelle stesse condizioni e con le stesse tecniche Es. I bambini di 10 anni hanno un idea di sé più sofisticata dei bambini di 6 anni? Vantaggi: studi veloci, soggetti facilmente reperibili, durata breve Rischi: differenze individuali dovuti ad altre variabili (es temperamento, personalità), difficoltà nell uso degli stessi strumenti per bambini di età diverse 32
33 Disegni longitudinali Si raccolgono i dati sugli stessi soggetti a diverse età per valutare la linea di sviluppo (ciò che cambia) Il tempo che intercorre tra una prova e l altra può variare da pochi giorni a molti anni Es. come cambiano con l età le reazioni dei bambini alla separazione della famiglia? Vantaggi: si è abbastanza sicuri che i cambiamenti siano dovuti all età e non a differenze individuali Svantaggi: provocare abituazione se vengono usate le stesse prove a distanza ravvicinata; richiedono tempo (a volte sono continuate dai collaboratori); richiedono moltissimi soggetti per il rischio di mortalità. 33
34 2. Perché è necessaria la psicologia dello sviluppo? È davvero necessaria la psicologia dello sviluppo? O ci dice ciò che in realtà ognuno sa sui bambini? Ciò che sappiamo fa parte del senso comune e fornisce risposte in modo soggettivo Ciò che fa la ricerca scientifica è, invece, dare risposte in modo oggettivo 34
35 Alcuni esempi di senso comune: 1. I figli unici sono bambini soli 2. I figli di madri lavoratrici sono a rischio di disadattamento 3. Le femmine sono più sensibili dei maschi 4. Guardare troppa TV rallenta lo sviluppo intellettivo E voi riuscite a pensare a qualche luogo comune sui bambini? Riuscite a pensare su cosa basate la loro veridicità? 35
36 Rispondere alle domande con il senso comune: l approccio soggettivo Intuizioni, preconcetti e pregiudizi (come consolare un B che piange, affidare B a coppie omosessuali, etc. fonti: riviste, programma TV); Esperienza personale (fare riferimento alla propria infanzia, es. comportamenti punitivi educativi) 36
37 Rispondere alle domande con il senso comune: l approccio soggettivo Consiglio degli esperti (basato su pochi casi clinici) Anni 30: Truby King, educazione basata sulla rigidità (non rispondere al pianto, orari prestabiliti) Anni 50-60: Benjamin Spock: permissivismo (suggerimenti sull educazione dei figli basandosi su esperienze personali) Il modo soggettivo non costituisce una guida valida e affidabile per conoscere ed educare i bambini 37
38 Rispondere alle domande con la ricerca scientifica: l approccio oggettivo Per fare ricerca scientifica e dare risposte in modo oggettivo è necessario : Descrivere in modo preciso tutta la metodologia e sottoporre il lavoro al giudizio di altri scienziati e consentire la replicabilità Utilizzare procedure statistiche che garantiscono la precisione dei risultati Favorire l oggettività e ridurre il ruolo delle opinioni e delle supposizioni personali 38
39 Ad esempio: Quali sono gli effetti del lavoro materno sullo sviluppo dei bambini? Condizioni per garantire l oggettività nella risposta l quesito: 1. Descrizione del campione e limiti alla generalizzabilità dei risultati 2. diverso significato del lavoro materno in un campione a basso SES o alto SES (diversi bisogni, diverso concetto del lavoro) 3. Descrivere il campione per riuscire a definire meglio quali possono essere i fattori che determinano le eventuali differenze 39
40 2. Utilizzare metodi validi e affidabili: Validità: il grado in cui una tecnica misura effettivamente ciò che si prefiggeva Affidabilità: replicabilità con diverse persone e in diverse occasioni 3. Descrizione precisa della metodologia che giustifica le conclusioni ottenute (vs intuizione) 4. Usare il gruppo di controllo omogeneo a quello sperimentale 5. Precauzioni contro le influenze personali (es. essere ciechi rispetto all ipotesi) 40
41 Limiti della ricerca I risultati dipendono: Dalla teoria che usiamo per interpretarli (es. l aggressività secondo il comportamentismo o la psicoanalisi) Dall impossibilità di controllare le influenze soggettive (ad esempio, le aspettative del ricercatore): Valori sociali idee personali e scelta strumenti formulazione ipotesi Esempio dell effetto del divorzio sui bambini In passato si valutavano solo effetti negativi (percezione sociale negativa del divorzio); oggi si valutano anche gli aspetti positivi. 41
42 La bontà delle ricerche Quindi, le ricerche non sono un buon metodo per ottenere risposte oggettive? È sempre necessario chiedersi come siano state condotte, con quali gruppi, con quali strumenti, se sono replicabili In ogni caso, la ricerca scientifica ha delle caratteristiche che la rendono quanto più obiettiva possibile Inoltre, ciò che il metodo oggettivo considera, rispetto a quello soggettivo, sono l atteggiamento critico consapevolezza di poter sbagliare 42
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