A.A. 2013/14 - CLES Seconda esercitazione - IRES, ATTVITA FINANZIARIE, IVA Testo e soluzioni
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- Fabia Frigerio
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1 A.A. 2013/14 - CLES Seconda esercitazione - IRES, ATTVITA FINANZIARIE, IVA Testo e soluzioni Esercizio 1 - Tassazione società di capitali e persone fisiche Il contribuente X lavora come dipendente nella società di A. È inoltre socio, al 30% (partecipazione qualificata), della società di capitali B. Nel corso dell anno t il contribuente ha percepito i seguenti redditi: Stipendio (mesi gennaio-novembre) Interessi su conto corrente Dividendi su partecipazioni non qualificate di società con sede in Italia euro 30 euro 500 euro Inoltre ha percepito solo a fine gennaio dell anno t+1 lo stipendio relativo a dicembre dell anno t, pari a euro. La società B ha conseguito nel corso dell anno t: Ricavi Interessi su titoli di Stato Ha inoltre sostenuto i seguenti costi: Acquisti materie prime Stipendi ai dipendenti Acquisto di un bene strumentale (coeff. ammort. ord. 20%) Interessi passivi La Società B ha distribuito, inoltre, tutto l utile netto ai soci euro euro euro euro euro euro Il contribuente X ha diritto ad una detrazione per lavoro dipendente pari a 1318 euro, e considerando la seguente scala delle aliquote IRPEF per scaglioni, calcolate: Scaglioni di reddito Aliquote % % % % Oltre % a) il reddito di impresa della società B nell anno t. b) il reddito complessivo ai fini IRPEF del contribuente X nell anno t. c) l IRPEF dovuta nell anno t dal contribuente X. a) Il reddito d impresa della società di capitali B nell anno t è dato da: Ricavi interessi sui titoli di Stato interessi passivi* acquisto di materie prime stipendi ammortamento** (0,10x30.000) = Base Imponibile * Poiché IA > IP gli interessi passivi sono deducibili per il loro intero ammontare. 1
2 **L ammortamento ordinario, nel suo importo massimo, risulta dall applicazione di coefficienti stabiliti dal Ministero dell Economia al costo dei beni. Nel primo esercizio la quota è dimezzata. Per semplicità, in questo esercizio e ed in futuri esercizi l ammortamento fiscale coincide con quello civilistico. b) Il reddito complessivo ai fini IRPEF si determina sommando i singoli redditi classificati nelle seguenti categorie: 1) redditi fondiari; 2) redditi di capitale; 3) redditi di lavoro dipendente; 4) redditi di lavoro autonomo; 5) redditi d impresa (imprenditore individuale e società di persone); 6) redditi diversi. Reddito complessivo IRPEF = (reddito di lavoro dipendente) + 0,3 x 0,4972 x x (1-0,275) (reddito di capitale da partecipazione qualificata nella società B) = ,948 = 14027,948 Lo stipendio di euro percepito a gennaio dell anno t+1 ma relativo a dicembre dell anno t non rientra nella base imponibile IRPEF in quanto vige il criterio di cassa. c) Reddito complessivo = 14027,9 Reddito Imponibile IRPEF = 14027,9 = Reddito complessivo (non ci sono oneri deducibili) Applicando gli scaglioni alla base imponibile si ottiene: IRPEF lorda = 0,23 x 14027,9 = 3.226,4 Il contribuente X ha diritto a detrazioni da lavoro dipendente pari a euro, e quindi: IRPEF netta = IRPEF lorda detrazioni = 3.226, = 1908,4 Esercizio 2 - IRES La Società ALPHA nell anno t ha conseguito ricavi per euro e ha effettuato le seguenti operazioni: - acquisto di materie prime: corresponsione di salari: corresponsione di compensi per prestazioni libero-professionali: acquisto di beni di investimento (coeff. di ammortamento ordinario 20%): pagamento di interessi passivi: Si calcolino la base imponibile e il debito d imposta IRES per l anno t. Gli interessi passivi deducibili si calcolano nel seguente modo: Ricavi Salari Materie prime Compensi prestazioni libero-professionali Reddito operativo lordo (ROL) % del ROL Quota deducibile interessi passivi Poiché gli interessi passivi (10.000) sono inferiori alla quota deducibile di interessi passivi (43.500), è deducibile la totalità degli interessi passivi. La quota di ROL non utilizzata, pari alla differenza tra quota deducibile di interessi passivi e interessi passivi ( =33.500) potrà essere sommata al 30% del ROL dell esercizio t+1 per il calcolo degli interessi deducibili in quell esercizio. 2
3 La base imponibile IRES è data da: Ricavi Salari Materie prime Interessi passivi Compensi prestazioni libero-professionali Ammortamento** =Base Imponibile **L ammortamento ordinario, nel suo importo massimo, risulta dall applicazione di coefficienti stabiliti dal Ministero dell Economia al costo dei beni. Nel primo esercizio la quota è dimezzata. Il debito di imposta si ottiene moltiplicando la base imponibile per l aliquota IRES (27,5%): x 0,275 = 36437,5 Esercizio 3 IRES La società per azioni Beta ha conseguito nell anno t i seguenti redditi: - ricavi: dividendi da partecipazioni azionarie in società italiane: interessi su titoli di Stato: 20 - interessi passivi: Nello stesso anno ha inoltre sostenuto spese per acquisto di beni intermedi per 200 e per stipendi di 180. L anno precedente aveva acquistato macchinari per 100 (coeff. di ammortamento ordinario 15%). Si calcolino per l impresa Beta: a) la base imponibile IRES per l anno t; b) il debito di imposta IRES per l anno t. a) Gli interessi passivi deducibili si calcolano nel seguente modo: Ricavi acquisto di beni intermedi stipendi 180 Reddito operativo lordo (ROL) % del ROL Interessi su titoli di stato 20 Quota deducibile interessi passivi 1106 Poiché gli interessi passivi (1.200) sono maggiori della loro quota deducibile (1.106), la differenza (94) non sarà deducibile, ma potrà essere dedotta negli esercizi successivi se risulteranno esserci dei ROL capienti. 3
4 La base imponibile IRES è data da: Ricavi % dividendi 50 + interessi su titoli di stato 20 - acquisto di beni intermedi stipendi ammortamento (0,15x100) 15 - interessi passivi =Base Imponibile b) Il debito di imposta si ottiene moltiplicando la base imponibile per l aliquota IRES (27,5%): 0,275 x = 706,5 Esercizio 4 - Imposta societaria e distribuzione degli utili Nel Paese X vige un imposta societaria con aliquota t = 30% ed un imposta personale con aliquota t P = 20%. Nell anno corrente, l impresa Beta, operante in X, ha prodotto utili (U) per 200, distribuendone tra i soci una percentuale d. Si calcoli il carico fiscale complessivo nei seguenti casi: a. Sistema classico - In caso di distribuzione totale degli utili (d=1) - In caso di ritenzione totale degli utili (d=0) b. Integrazione completa degli utili di impresa nella base imponibile personale c. Esenzione totale a. Nel sistema classico l imposta societaria si applica a tutto l utile di impresa, mentre l imposta personale si applica solo agli utili distribuiti (D). Il carico fiscale complessivo (T) è: Con d = 1, sostituendo i valori, otteniamo: T = tu + t P D = tu + t P d (1 - t)u Con d = 0 sarà: T = 0,3 x ,2 x 0,7 x 200 = = 88 T = 0,3 x 200 = 60 b. Nel sistema con integrazione completa l utile di impresa rientra nella base imponibile dell imposta personale indipendentemente dalle scelte distributive. Sarà quindi: T = t P U = 0,2 x 200 = 40 c. Nel sistema con esenzione totale gli utili dell impresa sono tassati esclusivamente presso l impresa. Il carico fiscale complessivo è: T = t U = 0,3 x 200 = 60 4
5 Esercizio 5 - Effetti dell imposta societaria su investimenti e scelte di finanziamento Il profitto di un impresa dipende dal livello degli investimenti secondo la seguente funzione: P( I) = π ( I) δi ii dove π (I) = 2log(I/2) è il rendimento dell investimento, i = 5% il tasso di interesse sull indebitamento dell impresa, ρ il rendimento richiesto sull investimento azionario, δ = 5% il tasso di deprezzamento economico, t = 27,5% l aliquota d imposta societaria, t x = 20% l aliquota sostitutiva applicata a livello personale sia sugli interessi che sui dividendi (partecipazione non qualificata). a) Calcolate il livello ottimale degli investimenti nell ipotesi che l impresa si finanzi con debito e non vengano applicate imposte. b) Mostrate che, nel caso di finanziamento con debito, il livello degli investimenti ottimali non cambia introducendo un regime di tassazione con deducibilità totale degli interessi passivi e assumendo che l ammortamento coincida con il tasso di deprezzamento economico. c) Mostrate che l introduzione delle imposte, nel caso di finanziamento con emissione di nuove azioni, riduce il livello degli investimenti ottimali (assumete anche in questo caso che l ammortamento coincida con il tasso di deprezzamento economico). d) Tenendo conto dei risultati ai punti b e c, mostrate che l impresa ha convenienza a finanziarsi con debito. e) Alla luce dei risultati precedenti, discutete il trattamento fiscale in caso di finanziamento con azioni introdotto in Italia nel a) Il livello ottimale degli investimenti si ottiene derivando il profitto dell impresa e ponendo la derivata uguale a zero. La funzione obiettivo è: Derivando rispetto ad I ed eguagliando a 0: P( I) = π ( I) δi ii [ π ( I) δi ii] I = 0 Nel nostro caso, con π (I) = 2log(I/2) e considerando che π ( I) I = I 2 : 2 (2/I) δ i = 0 I* = δ + i Sostituendo nell equazione i valori assegnati a δ e a i otteniamo: I* = 2/ 0.1 = 20 b) In caso di tassazione con interessi passivi interamente deducibili, la funzione obiettivo per la generica impresa diviene: P(I) = π(i) δ I ii t[π (I) δ I ii] P(I) = [π (I) δ I ii] (1 t) 5
6 Derivando rispetto ad I ed uguagliando a 0: 2 [(2/I) δ i] (1 t) = 0 I* = δ + i che è uguale al valore trovato nel caso precedente. Quindi l imposta è neutrale e I* = 20. I profitti complessivi si riducono però con l introduzione dell imposta: P NT > P T [π (I) δ I ii] > [π (I) δ I ii] (1 t) c) In questo caso: il costo del finanziamento azionario è ρ, con ρ(1-t x )= i(1-t x ); dato che deve valere la condizione di non arbitraggio: ρ = i; la funzione di profitto al netto delle imposte è, quindi, definita dalla seguente formula: P(I) = π (I) δ I ρ I t[π (I) δ I ] Derivando rispetto ad I ed uguagliando a 0 la derivata, si ottiene: Nel nostro caso, dato che π ' (I) = 2/I, ρ π '( I) δ = 1 t (2/I) δ = ρ 1 t I* = 2(1 t) ρ+ (1 t) δ Sostituendo nell equazione i valori assegnati a δ, ad ρ e a t, otteniamo: I*= 16,81 L investimento ottimale è in questo caso inferiore (I*=16,81) rispetto ai due casi precedenti (I*=20). d) Calcolando i profitti netti nel caso di finanziamento con debito e nel caso di finanziamento tramite emissione di nuove azioni, si ottiene: P netto P netto 20 = 2 log 0,05* * 20 ( 1 0,275) = 1, ,81 16,81 = 2 log 0,05*16, *16,81 0,275 2log 0,05*16,81 = 1, Di conseguenza il finanziamento con emissione di nuove azioni è meno conveniente per l impresa. e) Si veda il paragrafo 6.4 del libro di testo. 6
7 Esercizio 6 - Effetti dell imposta societaria su investimenti e scelte di finanziamento Il vero profitto di un impresa è dato da π (I) -δ I-iI, dove π (I) è il rendimento degli investimenti, δ è il deprezzamento economico e i è il costo del capitale. Il profitto è tassato con aliquota t. 1) Scrivete la condizione che determina il livello ottimale degli investimenti: i) nel caso in cui il costo del finanziamento sia interamente deducibile; ii) nel caso in cui il costo del finanziamento sia deducibile al 50%. 2) Rappresentate graficamente questi due casi, evidenziando l impatto della non neutralità sul livello degli investimenti. 3) Considerate ora una società di capitali soggetta ad IRES che abbia ricavi per 1000 e interessi passivi per 400. Il trattamento fiscale di questa società è in grado di garantire la neutralità? Perché? 1) Nel caso in cui il costo del finanziamento sia interamente deducibile il profitto netto dell investimento è dato da derivando rispetto ad I ed eguagliando a 0: P= π( I) δi ii t[ π( I) δi ii] P = (1 t)[ π( I) δi ii] π I δ i t = * [ '( ) ](1 ) 0 π * [ '( ) ] 0 π I * '( ) I δ i = δ = i dove I* è il livello ottimale dell investimento. Nel caso in cui il costo del finanziamento sia deducibile solo al 50% il profitto netto dell investimento è dato da P = π( I) δi ii t[ π( I) δi 0.5 ii] P = (1 t)[ π( I) δi] Ii(1 0.5 t) Derivando rispetto ad I ed eguagliando a 0: π I δ t i t = * [ '( ) ](1 ) (1 0.5 ) 0 π I * [ '( ) ] (1 0.5 t) δ = i (1 t) dove I* è il livello ottimale dell investimento in questo caso. Questo livello è inferiore a quello ottenuto nell ipotesi di piena deducibilità. 7
8 2) π δ I* tot =I con totale ded. I* p = I con parz. ded. 1-αt 1-t i i O I* p I* tot I L impatto della non neutralità è rappresentato dalla differenza tra il livello degli investimenti con piena deducibilità, I*tot, e il livello degli investimenti con deducibilità al 50%, I*p. La non neutralità riduce gli investimenti. 3) Con l Ires, in questo caso, si ha ROL=1000 e quindi gli interessi passivi nel singolo anno sono deducibili al massimo per il 30% di 1000, cioè per 300. Ne segue che, dei 400 euro di interessi passivi, ne sono deducibili solo 300, cioè il coefficiente di deducibilità è del 75%. Il regime non garantisce quindi la neutralità. [N.B: è vero che l eccedenza di interessi passivi, 100, è riportabile agli anni successivi, ma, per non modificare le scelte di investimento, l impresa dovrebbe essere certa di poterla recuperare con il ROL realizzato negli anni successivi] Esercizio 7 Attività finanziarie All inizio del 2013 il Signor Rossi possiede le seguenti attività finanziarie (espresse in euro): - titoli di Stato italiani: azioni di società italiana A (partecipazione non qualificata): (valore di acquisto) - azioni di società italiana B (partecipazione qualificata): Durante l anno, dopo aver percepito dividendi lordi emessi dalla società A per 4.000, ha venduto le azioni possedute di A per per finanziare l acquisto di un automobile. Ha inoltre percepito interessi lordi sui titoli di Stato per e dividendi dalla partecipazione nella società B per Alla fine dell anno, il valore dei titoli di Stato nel portafoglio del Signor Rossi è salito a Infine, il Signor Rossi ha percepito redditi da lavoro dipendente per e non ha diritto né a deduzioni né a detrazioni IRPEF. Le aliquote IRPEF applicabili sono: scaglioni di reddito aliquote % % % % Oltre % Si calcolino le imposte totali a carico del Signor Rossi a seconda che egli opti per il risparmio individuale o per il risparmio individuale gestito. Che cosa determina la differenza del carico fiscale? 8
9 I redditi per questo periodo di imposta sono: - interessi su titoli di stato: dividendi da partecipazione non qualificata: plusvalenze realizzata su partecipazione non qualificata: = plusvalenze maturate su TdS: = dividendi da partecipazione qualificata: redditi da lavoro dipendente: a) Risparmio individuale Ritenuta alla fonte a titolo d imposta su interessi sui titoli di Stato: 12,5% x = 250 Ritenuta alla fonte a titolo d imposta sui dividendi: 20% x = 800 Imposta sostitutiva sulle plusvalenze realizzate su partecipazioni non qualificate : 20% x = Le plusvalenze maturate ma non realizzate sui titoli di Stato non sono tassate in questo regime di risparmio. Ritenute alla fonte a titolo d imposta + imposta sostitutiva = = Nel totale delle imposte va poi considerata l IRPEF a carico del Signor Rossi. Poiché non ci sono deduzioni, il reddito imponibile è dato da ,72% x = Applicando le aliquote IRPEF si ha che IRPEF lorda = 23% x % x %x %x7.983 = = IRPEF netta Imposte totali a carico del Signor Rossi = = b) Risparmio individuale gestito Indichiamo con RG, PF e PI rispettivamente il Risultato di Gestione, il Patrimonio Finale ed il Patrimonio Iniziale. Il Signor Rossi pagherà il 20% del risultato di gestione. RG= PF + prelievi - conferimenti - interessi e plusvalenze su TdS+62,5% di interessi e plusvalenze su TdS - PI PI = (titoli) (azioni) = PF = (titoli) (interessi lordi sui titoli) (dividendi lordi su partecipazione A) = Prelievi (vendita azioni per finanziare consumo) = Gli interessi e le plusvalenze (maturate) su TdS sono pari a: =6000 Risultato di gestione = ,5% x = Imposta sostitutiva sul risultato di gestione = 20% x = Anche in questo caso va considerata l IRPEF netta, pari a Imposte totali a carico del Signor Rossi = = La differenza del carico fiscale è = 500, cioè il 12,5% della plusvalenza maturata sui titoli di Stato italiani (4.000) che è tassata solo nel regime del risparmio gestito. 9
10 Esercizio 8 Attività finanziarie Il Signor X all inizio dell anno detiene: euro in titoli di Stato (valore di acquisto) euro in Obbligazioni (valore di acquisto) euro in azioni della società italiana A (partecipazione non qualificata, valore di acquisto) euro in azioni della società italiana B (partecipazione non qualificata, valore di acquisto). Nel corso dell anno percepisce interessi lordi sui titoli di Stato per 500 euro, interessi su obbligazioni per 600 euro e dividendi sulle azioni della società B per 200 euro. Il Signor X decide di vendere le azioni della società B al prezzo di euro per acquistare un automobile e di mantenere in portafoglio le altre attività. A fine anno il valore delle sue attività è il seguente: euro per le obbligazioni euro per i titoli di Stato euro per le azioni della società A. a) Calcolate le imposte complessive a carico del Signor X a seconda che si trovi in regime di risparmio individuale o di risparmio individuale gestito. Supponete ora che la partecipazione detenuta nella società B sia qualificata e che l aliquota marginale IRPEF del Signor X sia 43%. b) Calcolate le imposte complessivamente a carico del Signor X sulle attività finanziarie detenute nell anno a seconda che si trovi in regime di risparmio individuale o di risparmio individuale gestito. a) Redditi da Capitale: Interessi su titoli di Stato per 500 euro Interessi su obbligazioni per 600 euro Dividendi (non qual) società italiana B per 200 euro Redditi Diversi: Plusvalenza realizzata su vendita azioni (non qual) ( ) =800 Plusvalenza maturata su obbligazioni ( ) = 400 Plusvalenza maturata su azioni (non qual) ( ) = 400 Risparmio individuale Sui redditi di capitale: 12,5% x 500 (interessi su titoli) + 20% x 600 (interessi su obbligazioni) + 20% x 200 (dividendi azioni soc. B) = 62, = 222,5 Sui redditi diversi: 20% x 800 (plusvalenza realizzata su vendita azioni soc. B) = 160 Totale imposte = 222, = 382,5 Le plusvalenze soltanto maturate non vengono tassate. Risparmio individuale gestito PF = (titoli) (obbligazioni) (azioni soc. A) (interessi lordi su titoli) (interessi su obbligazioni) (dividendi lordi su azioni soc. B) = PI = (titoli) (obbligazioni) (azioni soc. A) (azioni soc. B) = Prelievi (vendita azioni soc. B) = Redditi soggetti ad imposta del 12,5% = 500 (interessi sui titoli di Stato) Risultato di gestione = (PF) (prelievi) (PI) 500 (redditi tassati al 12,5%) + 0,625*500 (62,5% dei redditi tassati al 12,5%) = 2.712,5 Totale imposte = 20% x (20% del risultato di gestione) = 542,5 10
11 Mentre nel regime di risparmio individuale la tassazione avviene alla realizzazione, nel regime di risparmio individuale gestito il momento rilevante per la tassazione è quello della maturazione (la differenza nel totale delle imposte è proprio dovuta al fatto che nel risparmio individuale gestito stiamo pagando l imposta anche sulle plusvalenze soltanto maturate). b) Redditi da Capitale: Interessi su titoli di Stato per 500 euro Interessi su obbligazioni per 600 euro Dividendi (qual) società italiana B per 200 euro Redditi Diversi: Plusvalenza realizzata su vendita azioni società B (qual) ( ) =800 Plusvalenza maturata su obbligazioni ( ) = 400 Plusvalenza maturata su azioni (non qual) ( ) = 400 Risparmio individuale Sui redditi di capitale: IRPEF sul 49,72% dei dividendi da partecipazione qualificata nella soc. B: 43% x 49,72% x 200 = 42,76 Tassazione sostituiva sugli interessi su obbligazioni: 20% x 600 = 120 Tassazione sostituiva sugli interessi sui titoli di stato: 12,5% x 500 = 62,5 Sui redditi diversi: IRPEF sul 49,72% della plusvalenza realizzata dalla vendita della partecipazione qualificata nella soc. B: 43% x 49,72% x 800 = 171,04 Totale imposte = 42, , ,04 = 396,3 Risparmio individuale gestito PF = (obbligazioni) (titoli) (azioni soc. A) (interessi lordi su titoli) (interessi su obbligazioni) = PI = (obbligazioni) (titoli) (azioni soc. A) = Redditi soggetti ad imposta del 12,5% = 500 (interessi sui titoli di Stato) Risultato di gestione = (PF) (PI) ,625*500 (redditi tassati al 12,5%) = 1.712,5 Totale imposte = 20% x 1.712,5 (imposta sul risultato di gestione) + 42, ,04 (IRPEF su dividendi e plusvalenza realizzata su partecipazione soc. B) = 342,5 + 42,76+171,04 = 556,3 11
12 Esercizio 9 Attività finanziarie 1. Descrivete brevemente i 3 regimi di risparmio rilevanti per il sistema fiscale chiarendo le caratteristiche di ciascuno rispetto a: i) possibilità di conseguire anonimamente i redditi; ii) possibilità di utilizzare le minusvalenze per ridurre il carico di imposta; iii) principi di tassazione delle plus e delle minusvalenze. 2. All inizio del 2013 il Signor Rossi possiede le seguenti attività finanziarie (espresse in euro): - titoli di Stato italiani: azioni di società italiana A (partecipazione non qualificata): (valore di acquisto). Nel corso dell anno il Signor Rossi ha conseguito euro di interessi su titoli di Stato e ha venduto le azioni in suo possesso a euro per finanziare l acquisto di un automobile. Determinate il carico fiscale del Signor Rossi nel caso del risparmio individuale e del risparmio gestito e spiegate la ragione della differenza. Va notato che il Signor Rossi ha realizzato (e maturato) una minusvalenza di euro nel corso del Risparmio individuale Il Signor Rossi viene tassato sul 12,5% degli interessi su titoli di stato, cioè su euro, che non possono essere compensati con la minusvalenza. Ne segue che il suo debito di imposta è pari a 12,5% x = 500 euro. Risparmio gestito individuale Il Signor Rossi viene tassato con l aliquota del 20% sul risultato di gestione, che è determinato come segue. RG = PF + prelievi - conferimenti -(interessi e plusvalenze su TdS) + 62,5%(interessi e plusvalenze su TdS) - PI Il patrimonio iniziale è dato da: PI = = Il patrimonio finale è dato da: PF = = I prelievi sono stati pari a euro, il risultato di gestione è quindi uguale a RG = ,5% x = 500. Il debito di imposta è quindi pari al 20% di 500, cioè a T = 100. La differenza tra il carico fiscale nei due regimi è pari a = 400 euro, ovvero il 20% della minusvalenza di euro che è utilizzabile nel regime del risparmio gestito e non lo è in quello del risparmio individuale. Esercizio 10 Attività finanziarie All inizio dell anno il signor Rossi possiede le seguenti attività finanziarie (espresse in euro): - Obbligazioni Azioni di società italiane (partecipazione non qualificata): (valore di acquisto) Durante l anno, dopo aver percepito dividendi lordi per 4.000, vende le azioni possedute per per finanziare l acquisto di un automobile. Inoltre, percepisce nel corso dell anno interessi lordi sulle obbligazioni per Alla fine dell anno, il valore delle obbligazioni nel portafoglio del signor Rossi è salito a a) Si calcolino le imposte totali a carico del signor Rossi a seconda che egli opti per il risparmio individuale o per il risparmio individuale gestito. b) È diverso il carico fiscale nei due regimi di tassazione? Se sì, perché? 12
13 a) Risparmio individuale Dividendi: 20% x = 800 Interessi sulle obbligazioni: 20% x = 400 Plusvalenze realizzate (vendita azioni): 20% x =1.600 Le plusvalenze maturate ma non realizzate sulle obbligazioni non entrano nella base imponibile. Totale imposte = = Risparmio individuale gestito Indichiamo con RG, PF e PI rispettivamente il Risultato di Gestione, il Patrimonio Finale ed il Patrimonio Iniziale. Il signor Rossi pagherà il 20% del risultato di gestione. RG = PF + prelievi - conferimenti - PI PI = (obbligazioni) (azioni) = PF = (obbligazioni) (interessi lordi su obbligazioni) (dividendi lordi) = Prelievi (vendita azioni) = Risultato di gestione = = Totale imposte = 20% x = b) Nel caso di risparmio individuale gestito, il carico fiscale è maggiore. La tassazione delle plusvalenze avviene alla maturazione, e dunque verrà tassata anche la plusvalenza soltanto maturata sulle obbligazioni. Esercizio 11 - Tassazione delle attività finanziarie in contesto internazionale Il signor X risiede nel paese A dove vige un imposta sui redditi derivanti da attività finanziarie con aliquota pari al 5%. Il signor Z risiede nel paese B dove vige un imposta sui medesimi redditi con aliquota del 10%. Il rendimento lordo in entrambi i paesi è pari al 20%. a) Se in entrambi i paesi vale il principio di residenza, dove investono i signori X e Z? b) Se in entrambi i paesi vige il principio della fonte, dove investono i signori X e Z? c) Nell ipotesi che l ammontare dell investimento del signor X sia pari a 100 e quello del signor Z pari a 200, a quanto ammonta il gettito raccolto dai due paesi nei due casi sopra considerati? a) Se vige il principio di residenza, poiché i rendimenti lordi ottenibili nei due paesi sono uguali, i due individui saranno indifferenti tra investire nel paese A e nel paese B. Infatti, il fatto che tutti i redditi afferenti ad uno stesso individuo siano assoggettati alla stessa aliquota (l aliquota vigente nel paese di residenza dell investitore) assicura, data l uguaglianza dei rendimenti lordi, l uguaglianza dei rendimenti netti. b) Se vige il principio della fonte, entrambi gli individui investiranno nel paese A in cui, grazie all esistenza di un aliquota più contenuta, il rendimento netto ottenibile è più alto (dato che i rendimenti lordi nei due paesi sono uguali). 13
14 c) Indipendentemente dal paese in cui investe: - il rendimento lordo dell investimento del signor X è: r X = 100 0,20 = 20 - il rendimento lordo dell investimento del signor Z è: r = 200 0,20 = 40 Z Con il principio di residenza: il paese A riscuote le imposte sul rendimento del signor X; il gettito ottenuto dal paese A sarà: T t r = 0,05 20 = 1 A = A X Il paese B, invece, riscuoterà le imposte sul rendimento del signor Z; il gettito per il paese B sarà: T t r = 0,10 40 = 4 B = B Z Con il principio della fonte, abbiamo visto che entrambi gli individui scelgono di investire in A. Il gettito del paese B sarà quindi nullo: T = 0 B Il gettito del paese A sarà: T t ( r + r ) = 0, = A = A A B ( ) 3 Esercizio 12 - Tassazione attività finanziarie in un contesto internazionale a) In riferimento alla tassazione internazionale dei redditi, si definiscano i concetti di imposizione in base al principio di residenza e imposizione in base al principio della fonte. Il signor X risiede nel paese A dove vige un imposta sul rendimento degli investimenti con aliquota t a =15%. Il signor Y, invece, risiede nel paese B in cui l aliquota della stessa imposta è t b =10%. Si ipotizzi che il rendimento lordo di qualsiasi investimento nei due paesi sia rispettivamente R a =R b =25%. b) Quale dei due principi realizza la Capital Export Neutrality (CEN) e quale la Capital Import Neutrality (CIN)? Dimostrate analiticamente la risposta. c) In quale paese investiranno i signori X e Y se in entrambi i paesi vale il principio di residenza? E se in entrambi i paesi vale il principio della fonte? a) In base al principio di residenza tutti i redditi (qualunque siano la natura e il luogo di produzione) afferiscono immediatamente e integralmente al loro titolare e sono oggetto di tassazione nel paese di residenza del percettore. In base al principio della fonte (o principio di territorialità) i redditi sono tassati nel paese di produzione del reddito, prescindendo dal luogo di residenza e dalla posizione reddituale complessiva del percettore. b) Capital Export Neutrality. Un sistema di imposizione verifica la CEN quando i fattori fiscali non influiscono sulle scelte di localizzazione degli investimenti. Il principio di residenza realizza la CEN, infatti: 14
15 Signor X: Rendimento netto nel Paese A: Ra (1-ta) = 0,25 (1-0,15) = 21,25% Rendimento netto nel Paese B: Rb (1-ta) = 0,25(1-0,15) = 21,25% Signor Y: Rendimento netto nel Paese A: Ra (1-tb) = 0,25 (1-0,1) = 22,5% Rendimento netto nel Paese B: Rb (1-tb) = 0,25 (1-0,1) = 22,5% Applicando il principio di residenza, i rendimenti netti degli investimenti in A e in B sia del Signor X che del Signor Y sono uguali e i due investitori continuano ad essere indifferenti tra investire in A o in B (come in assenza di imposte). Capital Import Neutrality. Un sistema di imposizione verifica la CIN quando all interno di ogni paese si ottiene lo stesso rendimento dopo le imposte, qualunque sia la nazionalità dell investitore. Il principio della fonte realizza la CIN, infatti: Signor X: Rendimento netto nel Paese A: Ra (1-ta) = 0,25 (1-0,15) = 21,25% Rendimento netto nel Paese B: Rb (1-tb) = 0,25 (1-0,1) = 22,5% Signor Y: Rendimento netto nel Paese A: Ra (1-ta) = 0,25 (1-0,15) = 21,25% Rendimento netto nel Paese B: Rb (1-tb) = 0,25 (1-0,1) = 22,5% Come si può facilmente notare, all interno di ogni paese il rendimento netto è il medesimo per i due investitori: Paese A: Signor X = 21,25% Signor Y = 21,25% Paese B: Signor X = 22,5% Signor Y = 22,5% c) Nel caso di applicazione in entrambi i paesi del principio di residenza, i due signori saranno indifferenti rispetto al paese in cui investire, questo perché, data l uguaglianza dei rendimenti lordi, il rendimento netto dell investimento ottenibile dai due investitori è lo stesso nei due paesi (21,25% per il signor X e 22,5% per il signor Y). Nel caso invece di applicazione del principio della fonte, entrambi gli investitori avranno convenienza a investire nel paese B dove il rendimento netto dell investimento risulta essere più elevato (22,5%). Esercizio 13 - IVA Si consideri la seguente situazione: - l impresa A vende all'impresa B un bene intermedio, che ha prodotto utilizzando solo il fattore lavoro, al prezzo al netto dell'imposta di 1.000; - l impresa B, utilizzando il bene acquistato da A e il fattore lavoro, produce un bene finale che vende a (al netto dell'imposta). a) Si consideri una generica imposta plurifase sul valore aggiunto. Assumendo che l'aliquota sul bene prodotto da A sia del 10% e quella sul bene prodotto da B sia del 20%, si calcolino: i) l imposta versata dalle due imprese 15
16 ii) iii) nei seguenti casi: il prezzo del bene venduto da B al lordo dell'imposta l aliquota effettiva che grava sul bene prodotto da B 1) IVA calcolata con il metodo base da base, 2) IVA calcolata con il metodo imposta da imposta. b) Supponendo che si applichi il metodo imposta da imposta, si determinino: i) l imposta versata dalle due imprese ii) iii) il prezzo del bene venduto da B al lordo dell'imposta l aliquota effettiva che grava sul bene prodotto da B nei due casi seguenti: 1) la vendita del bene finale da parte di B sia operazione esente; 2) la vendita del bene finale da parte di B sia operazione non imponibile. a) 1) IVA calcolata con il metodo base da base i) Imposta da versare IVA versata da A = 10% x ( ) = 100. IVA versata da B = 20% x ( ) = 200. IVA complessiva = 300. ii) Prezzo del bene venduto da B P B = = iii) Aliquota effettiva t = 300/2.000 = 0,15. 2) IVA calcolata con il metodo imposta da imposta i) Imposta da versare IVA versata da A = 10% x = 100. IVA versata da B = 20% x % x = 300. IVA complessiva = 400. ii) Prezzo del bene venduto da B P B = = oppure: P B = 2.000(1+20%)= =2.400*. Nel caso in cui l IVA venga calcolata con il metodo imposta da imposta, solo l aliquota applicata nell ultimo stadio concorre alla determinazione del prezzo finale. iii) Aliquota effettiva t= 400/2.000 = 0,20. 16
17 b) 1) La vendita del bene finale è un operazione esente i) Imposta da versare IVA versata da A = 10% x = 100. IVA versata da B = 0. IVA complessiva = 100. ii) Prezzo del bene venduto da B P B = = iii) Aliquota effettiva t = 100/2.000 = 0,05. 2) La vendita del bene finale è un operazione non imponibile i) Imposta da versare IVA versata da A = 10% x = 100. IVA versata da B = 0-10% x = IVA complessiva = 0. ii) Prezzo del bene venduto da B P B = = iii) Aliquota effettiva t = 0. In entrambe le operazioni (esente e non imponibile) non è prevista l applicazione dell imposta sul valore aggiunto creato nello stadio finale. Mentre nel caso di operazione non imponibile le imposte afferenti ai precedenti stadi sono rimborsate, nel caso di operazione esente tale diritto al rimborso non sorge. In quest ultimo caso, il prezzo finale comprende una componente fiscale relativa agli stadi precedenti a quello finale. Il prezzo finale nei due casi è: Operazione esente: Operazione non imponibile: p v = Valore della produzione (o prezzo netto) + IVA pagata sugli acquisti p v = Valore della produzione (o prezzo netto). Esercizio 14 - IVA L impresa A produce, utilizzando solo lavoro, un bene di investimento per un valore di 800 (al netto dell IVA) e lo vende all impresa B. A sua volta, l impresa B produce un bene finale (valore al netto di imposta pari a 2.000) utilizzando, oltre al bene di investimento acquistato da A, un bene intermedio del valore di 400 (al netto dell IVA), prodotto dall impresa C. Per produrre il bene intermedio l impresa C utilizza, oltre al fattore lavoro, un bene di investimento acquistato dall impresa D. L impresa D produce il bene di investimento utilizzando solo lavoro e lo mette in vendita ad un prezzo (al netto dell IVA) pari a 200. Nell ipotesi che l imposta sul valore aggiunto sia calcolata secondo il metodo imposta da imposta con un aliquota pari al 20% e che il coefficiente di ammortamento riferito a qualsiasi bene di investimento sia pari al 40%, si calcoli l imposta versata dalle quattro imprese nei 3 seguenti casi: a) base imponibile di tipo reddito lordo; b) base imponibile di tipo reddito netto; c) base imponibile di tipo consumo. d) A quale di queste tre fattispecie appartiene l imposta sul valore aggiunto applicata in Italia? e) Sempre con riferimento all imposta sul valore aggiunto applicata in Italia, si discuta se l imposta ha un riferimento finanziario oppure reale. 17
18 L imposta versata da A e da D non varia nei tre casi considerati. IVA versata da A = 20%*800 = 160 IVA versata da D = 20%*200 = 40 Imposta versata da B e C a) B.I. di tipo reddito lordo L IVA pagata sugli investimenti non è detraibile: IVA versata da B = 20%*2.000 (IVA a debito)-20%*400 (IVA a credito) = = 320 IVA versata da C = 20%*400 = 80 b) B.I. di tipo reddito netto L IVA pagata sugli investimenti è ammessa in detrazione solo in proporzione alla quota di ammortamento: IVA versata da B = 20%*2.000 (IVA a debito) - [20%* %*(40%/2*800)] (IVA a credito) = = = 288 IVA versata da C = 20%*400 20%(40%/2*200) = 80 8 = 72 c) B.I. di tipo consumo L IVA pagata sugli investimenti è ammessa in detrazione in misura integrale: IVA versata da B = 20%*2.000 (IVA a debito) - [20%* %*800] (IVA a credito) = = = 160 IVA versata da C = 20%*400 20%*200 = = 40. d) La detraibilità dell imposta afferente ai beni d investimento implica che la nostra imposta sul valore aggiunto sia di tipo consumo. e) L imposta sul valore aggiunto applicata in Italia ha un riferimento finanziario poiché colpisce solo le operazioni che hanno dato luogo a transazioni monetarie (compatibile con il metodo imposta da imposta). Esercizio 15 - IVA a) Si dia una definizione del Principio di Origine e del Principio di Destinazione in relazione all applicazione delle imposte sulle vendite in un contesto internazionale. Sul mercato del paese B vengono venduti due beni: agrumi, prodotti internamente, il cui valore unitario è pari a 100 e vino, importato dal paese A, il cui valore unitario è 200. Nel paese A vige un aliquota IVA del 12%, nel paese B del 5%. b) Si calcoli il prezzo relativo dei due beni in assenza di imposte. c) Si calcoli il prezzo finale dei due beni e il loro prezzo relativo, applicando rispettivamente il Principio di Origine e il Principio di Destinazione (l imposta è applicata con il metodo imposta da imposta). d) Si commenti brevemente il risultato ottenuto al punto c) in relazione all allocazione efficiente dei due beni. 18
19 a) In base al Principio di Destinazione, i beni oggetto di scambio internazionale vengono tassati applicando le aliquote vigenti nel paese in cui vengono consumati. In base al Principio di Origine, i beni oggetto di scambio internazionale vengono tassati applicando le aliquote vigenti nel paese in cui vengono prodotti. pv 200 b) In assenza di imposte, il prezzo relativo del vino rispetto agli agrumi è pari a = = 2. pa 100 c) Poiché l IVA è applicata con il metodo imposta da imposta, il prezzo finale di ciascun bene si determina sommando l imposta pagata dall acquirente finale al valore unitario del bene. Se si applica il Principio di Destinazione, ad entrambi i beni si applica l aliquota vigente nel paese in cui vengono consumati (il paese B). L aliquota rilevante è quindi il 5%. Il prezzo finale degli agrumi è p A =100(1+0,05)=105 Il prezzo finale del vino è p V =200(1+0,05)=210 pv 210 Il prezzo relativo del vino rispetto agli agrumi è pari a = = 2 p 105 Se si applica il Principio di Origine, al vino, prodotto nel paese A, si applica l aliquota vigente in quest ultimo, cioè il 12%; agli agrumi, prodotti nel paese B, si applica l aliquota del 5%. Il prezzo finale degli agrumi è p A =100(1+0.05)=105 Il prezzo finale del vino è p V =200(1+0.12)=224 pv 224 Il prezzo relativo del vino rispetto agli agrumi è pari a = = 2, 13. pa 105 d) Dal punto c) emerge chiaramente che, applicando il Principio di Destinazione, l IVA non modifica i prezzi relativi dei due beni rispetto al caso di assenza di imposte. Pertanto, l IVA non produce distorsioni nell allocazione dei beni tra i paesi. Viceversa, applicando il Principio di Origine, i prezzi relativi dei beni cambiano e si introducono potenziali elementi di inefficienza. Esercizio 16 - IVA L impresa Alfa, appartenente al paese A, esporta 100 litri di vino, che ha prodotto utilizzando soltanto lavoro, all impresa Beta, appartenente al paese B, ad un prezzo al netto dell'imposta di 200 euro. L impresa Beta procede all imbottigliamento utilizzando delle bottiglie da un litro che costano 0,5 euro l una (al netto dell'imposta), prodotte dall'impresa Zeta, appartenente al paese B, e le immette sul mercato finale del paese B al prezzo di 6 euro (al netto dell'imposta) la bottiglia. L imbottigliamento avviene manualmente. Le aliquote IVA sono pari al 5% in A mentre in B sono del 10% sul vino, imbottigliato o sfuso, e del 20% sulle bottiglie vuote. Utilizzando il metodo imposta da imposta, determinare l imposta versata dalle imprese Alfa, Beta e Zeta e l imposta riscossa da A e da B nei due casi: 1) IVA applicata secondo il principio di destinazione; 2) IVA applicata secondo il principio di origine. (Si consideri il sistema vigente sino al 1993). A 19
20 1) Principio di destinazione i) Imposte versate Le esportazioni di Alfa sono non imponibili in A, quindi: Alfa versa 0. Beta versa il 10% del valore del vino importato alla dogana: 10% x 200 = 20. Successivamente, Beta versa la differenza fra l IVA incassata sulle vendite di bottiglie piene (IVA a debito) e l IVA pagata a monte sugli acquisti di vino e bottiglie vuote (IVA a credito): In totale, Beta versa in B: 20 (in dogana) + 30 = % x % x % x 50 = 30. Zeta versa in B il 20% del valore delle vendite di bottiglie vuote: ii) Gettito dei paesi A e B T A = 0. T B = 50 (Beta) + 10 (Zeta) = % x 50 =10. 2) Principio di origine i) Imposte versate Alfa versa in A il 5% del valore del vino esportato: 5% x 200 = 10. Beta versa in B la differenza fra il 10% del valore delle sue vendite (IVA a debito) e l IVA pagata a monte sugli acquisti di vino e bottiglie vuote: 10% x 600-5% x % x 50 = 40. Zeta versa in B il 20% del valore delle vendite di bottiglie vuote: ii) Gettito dei paesi A e B T A = 10. T B = 40 (Beta) + 10 (Zeta) = % x 50 =
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