Economia e Gestione delle Imprese Facoltà di Scienze della Comunicazione - Università di Torino
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- Gino Vitali
- 7 anni fa
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1 Executive summary L impresa Corporate governance Le strategie d impresa Le politiche di pianificazione e controllo Le politiche organizzative Le politiche finanziarie 1 Gli equilibri dell impresa L analisi di bilancio 2 1
2 ASPETO Costi Ricavi ACQUISTI VENDITE Uscite monetarie Entrate monetarie ASPETTO FINANZIARIO 3 L obiettivo dell impresa è di costituire un sistema equilibrato finalizzato alla competitività duratura nel tempo Competitività: adeguata definizione del proprio business, inteso come interrelazione tra i bisogni da soddisfare, i clienti a cui si intende rivolgere ed i processi attraverso i quali si intende realizzare beni o servizi sviluppo delle proprie competenze distintive, cioè capacità di far leva sulle risorse-chiave che rappresentano il proprio patrimonio di conoscenze e consentono un adeguata posizione di mercato 4 2
3 La competitività dell impresa presuppone il raggiungimento di situazioni di equilibrio che possono essere osservate sotto profili diversi ma correlati: economico finanziario patrimoniale L equilibrio economico è misurato dalla relazione esistente tra: flusso dei costi, derivante dall acquisizione dei fattori produttivi flusso dei ricavi, originato dalla vendita dei prodotti e servizi 5 Acquisizione dei fattori di produzione Flusso di costi Processo di trasformazione Vendita di beni o servizi Quando: Flusso dei ricavi > Flusso di costi = Utile Flusso dei ricavi < Flusso di costi = Perdita Flusso di ricavi Per garantire un soddisfacente equilibrio economico, è necessario che il risultato di esercizio non solo sia positivo, ma anche in grado di garantire una adeguata remunerazione legata al rischio 6 3
4 L equilibrio finanziario riguarda la relazione esistente tra: flusso di entrate monetarie flusso di uscite monetarie L impresa si trova in una situazione di equilibrio quando il flusso delle entrate è costantemente in grado di fronteggiare il flusso delle uscite Rimborsi di finanziamenti Uscite monetarie Flusso di costi Business / Organisation Finanziamenti Entrate monetarie Flusso di ricavi 7 L equilibrio patrimoniale è rappresentato dalla relazione esistente tra le diverse fonti di finanziamento esaminate dal punto di vista della loro provenienza Flussi economici Situazione patrimoniale all 1/1 Situazione patrimoniale all 31/12 Flussi finanziari 8 4
5 In sintesi, gli obiettivi di equilibrio d impresa vengono denominati: economicità liquidità Equilibrio economico Capacità di garantire (con propria forza) una adeguata remunerazione dei fattori produttivi Equilibrio finanziario Capacità di far fronte, in modo economico, alle necessita finanziarie della gestione solidità Equilibrio patrimoniale Capacità di mantenere un adeguato rapporto tra fonti proprie e fonti esterne 9 Un particolare aspetto dell economicità è rappresentato dalla redditività Capacità di produrre in maniera duratura redditi sufficienti a remunerare i portatori di capitale proprio (soci/azionisti), dopo avere remunerato tutti gli altri portatori di fattori produttivi (lavoratori, finanziatori, ecc.) La redditività si basa su alcune condizioni operative e finanziarie: condizioni di attività, intese come dimensioni e struttura dell attività aziendale (COSA e QUANTO produrre) condizioni di efficienza: interna (produttività) esterna, riferita ai mercati di acquisizione e di sbocco condizioni di elasticità, per adattarsi ai mutamenti dell ambiente, di settore e di mercato 10 5
6 ANALISI DI BILANCIO La valutazione dei dati di bilancio si articola in due fasi: Interpretazione (e riclassificazione) dei dati analisi economica, patrimoniale e finanziaria attraverso particolari strumenti (p.e. analisi per indici ) Le analisi possono essere effettuate da: finanziatori risparmiatori amministratori dell impresa altri (Fisco) 11 CONTO ECONOMICO Costi esterni + Valore produzione Costi esterni 400 Valore aggiunto Costo del lavoro 100 Margine operativo lordo 700 Valore Valore agg.to Costo del lavoro Marg. Op. lordo Amm.ti Sval.ni G. fin. G. str. - Ammortamenti e svalut.ni 50 Risultato operativo 650 +/- Gest. Finanziaria /- Gest. Straord.ria 0 Risultato ante imposte 450 Risul. Oper. Risul. ante imp. Imp. Utile - Imposte 225 Risultato d esercizio
7 STATO PATRIMONIALE Materiali Immateriali Finanziaire (al netto dei fondi ammort.to) Immobilizzazioni nette (3.000) Patrimonio netto (2.000) Capitale sociale + Utili - Perdite Crediti vs clienti Crediti diversi Magazzino (400) Liquidità differite (850) Liquidità immediate (250) Passività consolidate (1.500) Passività correnti (1.000) Mutui Debiti a l/termine Cassa Banca c/c Banca c/c Debiti vs fornitori Debiti tributari 13 Analisi per indici Gli indici di bilancio (o ratios) sono valori segnaletici relativi a rapporti aritmetici tra le seguenti grandezze: classi di valori e/o totali di Stato patrimoniale o di Conto economico (indici di composizione - es. peso del capitale di terzi sul totale delle fonti di finanziamento) classi di valori appartenenti a documenti diversi del bilancio (indici operativi - es. rapporto tra risultato operativo e totale delle fonti di finanziamento) Un altra tipologia di indici è costituita da indici dinamici (o di andamento) che derivano da rapporti tra grandezze appartenenti a bilanci di esercizi diversi (es. crescita % delle vendite) 14 7
8 INDICI PATRIMONIALI E FINANZIARI Liquidità differite (850) Liquidità immediate (250) Passività correnti (1.000) Margine di tesoreria = = Indice di liquidità = 1.100/1000 = 1,1 15 Immobilizzazioni nette (3.000) Patrimonio netto (2.000) Margine di struttura = = Indice di copertura del capitale fisso = 2.000/3.000 = 0,
9 Indici di composizione Immobilizzazioni nette (3.000) Patrimonio netto (2.000) Capitale investito (K) Magazzino (400) Liquidità differite (850) Liquidità immediate (250) Passività consolidate (1.500) Passività correnti (1.000) Capitale acquisito (K) PN/K = 44% Attivo circolante (P cons. + P. corr.)/k = 56% Imm/K = 67% (M + Liquid.)/K = Cap. circolante/k = 33% 17 Patrimonio netto (2.000) Passività consolidate (1.500) Passività correnti (1.000) Grado d indebitamento = K/PN = 4.500/2.000 = 2,25 Indice di solidità patrimoniale = PN/(P. corr + P. cons.)= 0,8 18 9
10 Indici di rotazione Indice di rotazione del capitale investito: Ricavi di vendita/capitale investito = 1.200/4.500 = 0,27 Tale rapporto esprime il ricavo medio per unità d investimento Dal punto di vista finanziario evidenzia il numero di volte in cui il capitale investito ruota nel periodo di tempo considerato per mezzo delle vendite. Gli indici di rotazione sono strettamente collegati agli indici di ciclo monetario, che esprimono i periodi di giacenza 19 Il ciclo monetario è il periodo di tempo che intercorre tra l'uscita monetaria collegata all'acquisto di fattori produttivi e l'entrata monetaria originata dalla vendita di beni o servizi Magazzino materie Produzione Magazzino prodotti Vendita Pagamento Incasso Durata del ciclo monetario 20 10
11 Esso può essere scomposto in diversi periodi di giacenza: giacenza media del magazzino materie prime (Valore rimanenze/costi per consumi x 365 gg) giacenza media dei debiti vs fornitori (Debiti vs fornitori/costi per acquisti x 365 gg) giacenza media del magazzino prodotti finiti (Valore rimanenze/costi di produzione x 365 gg) giacenza media dei crediti vs clienti (Crediti vs clienti/ricavi di vendita x 365 gg) Esempio Crediti : 400 Ricavi: Giacenza media = 122 gg L incasso dei crediti avviene mediamente circa 4 mesi dopo l emissione della fattura 21 INDICI ECONOMICI ROE Return on Equity (Rn/PN) ROI Return on Investment (Ro/K) Grado indebit. (K/PN) Inc. gest. non caratt. (Rn/Ro) ROS Return on Sales (Ro/Rv) Indice rotazione Cap. investito (Rv/K) 22 11
12 INDICI ECONOMICI ROE 225/2.000= 11,3% ROI 650/4.500= 14,4% Grado indebit /2.000 = 2,25 Inc. gest. non caratt. 225/650= 34,6% ROS 650/1.200 = 54,2% Indice rotazione Cap. investito 1.200/4.500 = 0,27 23 Il rapporto tra ROE e ROI può essere analizzata anche da un punto di vista finanziario attraverso l EFFETTO LEVA ROI = i = Risultato operativo (Ro) Capitale investito (K) Gest. Finanziaria (GF) Debiti (D) Risultato netto (Rn) = (Ro - GF) x (1-t) 24 12
13 Ro = ROI x K ; GF = i x D Rn = (Ro - GF) x (1-t) Rn = (ROI x K - i x D) x (1 - t) Rn (ROI x K - i x D) x (1 - t) = PN PN ROE ROE = = (ROI x K - i x D) x (1 - t) PN [ ROI x (PN + D) - i x D] x (1 - t) PN 25 ROE = [ ROI x (1 + D/PN) - i x D/PN] x (1 - t) ROE = [ ROI x (1 + D/PN) - i x D/PN] x (1 - t) ROE =[ ROI + ROI x D/PN - i x D/PN] x (1 - t) ROE = [ ROI + (ROI - i) x D/PN] x (1 - t) 26 13
14 ROE = [ ROI + (ROI - i) x D/PN] x (1 - t) trascurando l effetto fiscale (1 - t), in quanto variabile esogena per l impresa ROE = ROI + (ROI i) x D/CN abbiamo così ottenuto la formula dell'effetto di leva finanziario in funzione dell'unica variabile D/CN. 27 I caso: ROI i = 0 ROE i ROI ROE = i = ROI D/CN II caso: ROI i < 0 ROE i ROI i ROI ROE i ROI D/CN III caso: ROI i > 0 ROE ROE ROI i D/CN 28 14
15 Classificazione dei COSTI in CI A) Costi diretti ed indiretti B) Costi variabili e costi fissi C) Costi controllabili e non controllabili 29 A) Costi diretti ed indiretti Tale classificazione si basa sulla possibilità di misurare oggettivamente l effettivo utilizzo di un fattore produttivo impiegato per un certo prodotto o centro di costo I costi diretti sono attribuiti ai centri di costo o ai prodotti mediante misurazione oggettiva del fattore impiegato q.tà fattore x prezzo unitario Esempio: 10 h di lavoro x (costo orario) = Lit (costo diretto) 30 15
16 I costi indiretti sono attribuiti ai centri di costo o ai prodotti mediante una ripartizione più o meno soggettiva costo da ripartire coefficiente di ripartizione I criteri di ripartizione possono essere : su base unica x su base multipla Su base unica : il totale dei costi indiretti viene ripartito in proporzione di una sola quantità nota (cost driver) Su base multipla: il totale dei costi indiretti viene suddiviso in classi omogenee, per ciascuna delle quali si applica un diverso criterio di ripartizione (cost driver) 31 Esempio (Base unica): - costi indiretti: base di ripartizione: h lavorate - prodotti fabbricati. A, B, e C - h lavorate complessivamente: 40 - h lavorate per il prodotto A: 10, B:20, C: 10 Quota costi indiretti per il prodotto A: x 10/40 = B: x 20/40 =
17 Esempio (Base multipla): - costi indiretti: , di cui di costo del lavoro e di ammortamenti - base di ripartizione a) h/uomo b) h/macchina - prodotti fabbricati. A, B, e C - h/uomo lavorate per il prodotto A: 10 (totale 40) - h/macchina lavorate per il prodotto A: 5 (totale 30) Quota costi indiretti per il prodotto A: a) x 10/40 = b) x 5/30 = Osservazioni: - la distinzione costi diretti/indiretti non è assoluta (l ammortamento di un macchinario può essere un costo indiretto per una serie di prodotti e diretto per il relativo centro di costo) - la necessità di calcoli poco laboriosi e tempestivi, alcuni costi vengono considerati indiretti, anziché essere ripartire
18 B) Costi variabili e fissi Classificazione secondo la loro variabilità rispetto alle quantità prodotte In tal senso si distinguono le varie voci di costo in: Costi fissi. Sono costi il cui valore complessivo non cambia al variare della produzione. Ad esempio, l'affitto di un capannone industriale non cambierà per effetto dell'aumento o della diminuzione della produzione del 10%. Costi variabili. Questi costi variano proporzionalmente al variare della produzione. Il costo delle materie utilizzate nella produzione varierà in proporzione quasi diretta ai volumi sviluppati. 35 Graficamente, l'andamento delle diverse categorie di costo rispetto al volume di produzione, in ipotesi di andamento lineare, può essere così rappresentato: Costi Volumi produttivi (Q) Costi fissi (CF) Costi fissi unitari (CFU) I costi fissi totali sono quindi costanti al variare dei volumi produttivi, mentre i costi fissi unitari (CF/Q) presentano un andamento inversamente proporzionale all'andamento delle quantità: diminuiscono quando il volume produttivo aumenta e crescono quando il volume produttivo diminuisce 36 18
19 Costi Costi variabili (CV) = Costo variabile unitario x Q Volumi produttivi (Q) I costi variabili totali, nulli a livello "0" di produzione (Q = 0), aumentano proporzionalmente per un valore pari al costo variabile unitario. Costi totali = CF + CV Costi Volumi produttivi (Q) 37 C) Costi controllabili e non controllabili I costi controllabili sono quelli che, con riferimento ad un determinato centro, sono influenzabili in maniera significativa dal responsabile del centro stesso. I costi non controllabili non sono imputabili al responsabile del centro, bensì a livelli superiori della struttura organizzativa. Questa suddivisione esiste a livello di centro di responsabilità. A livello complessivo aziendale tutti i costi sono controllabili 38 19
20 LE CONFIGURAZIONI DI COSTO NELLA CONTABILITÀ INDUSTRIALE Costo primo Costo industriale o di produzione Costo variabile (Direct costing) Costo pieno (Full costing) 39 COSTO PRIMO Somma di tutti i costi diretti, tra cui le materie prime e la forza lavoro. Il vantaggio di tale configurazione è l oggettività, in quanto non richiede alcuna valutazione/attribuzione di altri costi. Tuttavia in molti casi può risultare insufficiente a causa della mancata considerazione di costi rilevanti. Esempio: determinazione del costo primo di un prodotto software A - materie prime lavoro costo primo
21 Materie prime e altri costi diretti di prodotto Costi di produzione Costi generali COSTO PRIMO Centri produttivi Centri ausiliari Centri funzionali PRODOTTO 41 I CENTRI DI COSTO I centri di costo sono unità organizzative della struttura aziendale (reparti, uffici, laboratori, ecc. ) che interagiscono nell ambito del processo produttivo. L identificazione dei centri di costo è necessaria per: corretta imputazione ai costi (i costi attribuiti ai prodotti secondo l utilizzo dei fattori produttivi) facilitare i processi decisionali (evidenza dei costi/economicità di ogni centro ) controllare la gestione (il controllo è efficace se è esiste la corrispondenza centro di costo - centro di responsabilità) 42 21
22 I centri di costo devono presentare le seguenti caratteristiche: omogeneità delle operazioni eseguite omogeneità dei fattori produttivi utilizzati (es. prevalenza di capitale umano) significatività nell ambito del processo produttivo identificazione di un responsabile Si distinguono in : centri produttivi centri ausiliari (interagiscono con i centri produttivi senza intervenire direttamente nel processo - es. manutenzione) centri funzionali (centri non produttivi - finanza, controllo di gestione, personale, ecc.) 43 COSTO INDUSTRIALE O DI PRODUZIONE Somma di tutti i costi diretti e indiretti imputabili ad un prodotto, tra cui le materie prime, la forza lavoro, l energia, gli ammortamenti Il vantaggio di tale configurazione è la quantificazione del costo complessivo di produzione e rappresenta un importante indicatore di efficienza. La sua determinazione impone tuttavia un processo valutativo al fine di attribuire correttamente i costi indiretti
23 Materie prime e altri costi diretti di prodotto Costi di produzione Costi generali COSTO INDUSTRIALE Centri produttivi Centri ausiliari Centri funzionali PRODOTTO 45 Esempio: determinazione del costo industriale di un prodotto software A - materie prime lavoro costo primo energia - ammortamenti Energia - consulenze (cost driver: h/uomo lavorate) Totale costo= costo industriale totale h lavorate = 100 Ammortamenti h. lav A = 10 (cost driver: h/ macchina lavorate) Totale costo= totale h lavorate = 60 h. lav A = 10 Consulenze (cost driver: n. prodotti SW) Totale costo= n. prodotti = 4 prodotto A =
24 Esempio: determinazione del costo industriale di un prodotto software A - materie prime lavoro costo primo energia ammortamenti consulenze Energia (cost costo driver: industriale h/uomo lavorate) Totale costo/totale h lav. x h. lav A / 100 x 10 Ammortamenti (cost driver: h. macchina) Totale costo/totale h macchina x h macc. A / 60 x 10 Consulenze (cost driver: n. prodotti SW) Totale costo/prodotti SW / 4 47 COSTO VARIABILE (Direct costing) Include esclusivamente la componente variabile del costo di prodotto. Tale configurazione, basandosi sulla distinzione tra costi fissi e variabili, presuppone un processo valutativo per una corretta attribuzione dei costi semivariabili (es. costo dell energia che comprende il pagamento di un canone fisso). La determinazione del costo variabile facilita i processi decisionali (es. determinazione dei prezzi di vendita) ed è importante in realtà aziendali Economia e Gestione in cui delle i costi Imprese fissi non hanno un 48 peso rilevante (es. pozzo petrolifero - consulenze) 24
25 Materie prime e altri costi diretti di prodotto Costi di produzione Costi generali COSTO VARIABILE Centri produttivi Centri ausiliari Centri funzionali PRODOTTO 49 Esempio: determinazione del costo variabile di un prodotto software A - materie prime lavoro costo primo energia ammortamenti - - consulenze Energia costo variabile Costo unitario x consumo effettivo per Kwh x 8 Kwh utilizzati Consulenze Costo per chiamata / n. chiam. per A /
26 COSTO PIENO (Full costing) Include tutte le componenti di spesa sostenute (costi generali, oneri finanziari, imposte). Tale configurazione ha il vantaggio di non trascurare alcun costo, ma presuppone un processo di attribuzione di costi ben più complesso. Il peso del ribaltamento dei costi sul prodotto può determinare un risultato poco significativo. 51 Materie prime e altri costi diretti di prodotto Costi di produzione Costi generali COSTO PIENO Centri produttivi Centri ausiliari Centri funzionali PRODOTTO 52 26
27 Esempio: determinazione del costo industriale di un prodotto software A - materie prime lavoro costo primo energia ammortamenti consulenze costo industriale spese commerciali spese amministrative spese generali oneri finanziari oneri fiscali STRUTTURA DEI COSTI RAPPORTO COSTI VARIABILI E COSTI FISSI RAPPORTO TRA ANDAMENTO DEI COSTI E ANDAMENTO DEI VOLUMI DI PRODUZIONE 54 27
28 RAPPORTO COSTI VARIABILI E COSTI FISSI Le strategie d impresa dipendono in misura notevole dal rapporto tra costi fissi e costi variabili Impresa A Costi Variabili Impresa B Costi Variabili Costi Fissi Costi Fissi Condannata a realizzare alti volumi di produzione Può realizzare bassi volumi di produzione 55 RAPPORTO TRA ANDAMENTO DEI COSTI E ANDAMENTO DEI VOLUMI DI PRODUZIONE L'analisi di break even (BEP) consente di determinare l'ammontare delle vendite necessario per raggiungere il pareggio dal punto di vista economico e rappresenta un importante strumento nell'analisi di fattibilità e di economicità di progetti, di determinate aree produttive o di interi complessi aziendali
29 COSTI Il break even point (punto di pareggio - BEP) è dunque il punto in cui l'impresa non realizza né perdite né profitti, riuscendo a coprire con i ricavi di vendita i costi variabili e i costi fissi nel loro totale Break even point Ricavi PROFITTI Costi totali PERDITE Costi variabili Costi fissi QUANTITA' Impresa A Impresa B B.E.P. RICAVI COSTI B.E.P. RICAVI COSTI 200 VOLUME PRODUZIONE 100 VOLUME PRODUZIONE I grafici evidenziano, per ogni livello di produzione ipotizzabile all interno della capacità produttiva ( cioè a parità di costi fissi) l entità dell utile (o perdita): BEP U = 0 U = p x q - (CF + cvu x q) 0 = p x q - (CF + cvu x q) q (BEP) = CF/( p - cvu) 58 29
30 La stessa equazione può essere rivista, ottenendo: U = (p - cvu) x q - CF Margine di contribuzione (Mdc) Il Mdc indica il contributo dato da ogni unità di prodotto venduta alla copertura dei costi fissi ed eventualmente al conseguimento dell utile. Differenti Mdc rappresentano diverse strutture di costo e diversi livelli di LEVA OPERATIVA 59 La leva operativa indica il rischio d impresa legato all andamento delle vendite Ricavi Costi Punto di pareggio Ricavi Totali Costi Totale Leva operativa - CF Utile (perdita) 60 30
31 ESEMPIO: Ricavi Costi L azienda A produce un unico prodotto venduto al prezzo di 200 ; il costo variabile per unità prodotta di 120; costi fissi per Ricavi Totali Punto di pareggio Costi Totali Leva operativa IMPRESA A BEP:? Mdc = = 80 BEP = CF/Mdc = /80 = 750 Ricavi = 750 x 200 = Costi totali = x 750 = MDC è, in termini matematici, la derivata della funzione di Utile (U = f Utile = (200 - (q) ) 120) x =
32 ESERCIZIO: L azienda B produce un unico prodotto venduto al prezzo di 200 ; il costo variabile per unità prodotta di 180; costi fissi per a) calcolare il BEP e rappresentare l andamento dei costi e ricavi su un piano cartesiano b) confrontare i risultatati con quelli ottenuti dall analisi dell azienda A, indicando quale risulta più rischiosa dal punto di vista operativo. 63 Come aumentare la redditività? (come anticipare il BEP) Prezzi BEP RICAVI BEP RICAVI COSTI Costi variabili BEP BEP RICAVI COSTI COSTI Costi fissi BEP BEP RICAVI COSTI COSTI 64 32
33 IMPRESA B BEP:? Mdc = = 20 BEP = CF/Mdc = /20 = 750 Ricavi = 750 x 200 = Costi totali = x 750 = Utile = ( ) x = 0 65 Ricavi Costi Ricavi Totali Punto di pareggio Costi Totali Leva operativa Le due aziende, pur con una diversa struttura di costi, raggiungono il BEP in corrispondenze di uguali quantità vendute (750). Ciò che le differenzia è proprio la leva operativa. L'azienda B, rispetto all'azienda A, presenta infatti una bassa leva indotta dal minore margine di contribuzione unitario, che determina, a parità di quantità vendute, un profitto (ma anche una perdita!) più contenuto. Dal punto di vista operativo, l'azienda A si presenta più rischiosa, in quanto il mancato raggiungimento del BEP determinerà maggiori perdite. D'altra parte, però, ogni unità venduta in più, rispetto all'azienda B, genererà un maggiore profitto
ECONOMIA E DIREZIONE DELLE IMPRESE 1
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