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2 Cosa significa l espressione «rischio biologico»? Il rischio biologico è la probabilità di sviluppare una malattia, generalmente di tipo infettivo, a seguito dell esposizione lavorativa ad agenti biologici. La valutazione del rischio biologico è un procedimento che mira ad individuare tutti i possibili rischi di carattere biologico, per la sicurezza e la salute, a cui i lavoratori possono essere esposti.

3 La norma di riferimento per la tutela della salute sul lavoro in caso di esposizione ad agenti biologici è il D.Lgs.81/08. Il D.lgs. 81/08 (Titolo X) ribadisce e conferma quanto precedentemente sancito dal D.lgs. 626/94(Titolo VIII), affrontando in maniera specifica il rischio conseguente all esposizione ad agenti biologici: 1.Per le attività che ne comportano l utilizzo diretto e deliberato 2.Per quelle in cui la loro presenza è occasionale laboratori di ricerca e di biotecnologie nell attività assistenziale nei luoghi di ricovero e cura, negli ospedali: nei reparti di degenza chirurgica, medica, di terapia intensiva, di post mortem (sala autoptica, smaltimento pezzi anatomici, celle per le salme), blocchi operatori, blocco parto, ambulatori medici, laboratori, centrali di sterilizzazione, locali deposito per i rifiuti.

4 Perché si parla di presenza occasionale nel caso dei luoghi di ricovero? L occasionalità è legata alla presenza nelle strutture sanitarie di pazienti possibili portatori, in cui le manovre legate all attività assistenziale, medica e chirurgica ed alla manipolazione di liquidi biologici a rischio, può portare ad un esposizione potenziale e significativa per l operatore sanitario.

5 Cosa intende il D.lgs. 81/08 quando parla di esposizione ad «agenti biologici»? agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.

6 Ai sensi del D.lgs. 81/08 gli agenti biologici si dividono in 4 gruppi a seconda del rischio di infezione. Il D.lgs. 81/08 fornisce infatti un allegato (allegato XLVI) in cui vi è la classificazione degli agenti biologici in scala di pericolosità da 1 a 4 in relazione a: capacità d indurre la malattia, gravità della malattia stessa disponibilità di adeguate misure di controllo, che possono essere di tipo vaccinale o farmacologico Meno pericolosi Più pericolosi Nell allegato XLIV del D.lgs. 81/08 si trova invece un elenco di attività che possono comportare la presenza di agenti biologici.

7 1 GRUPPO 1 Agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani. Questa è la classificazione degli agenti biologici nei 4 gruppi (allegato XLVI) 2 GRUPPO 2 Agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. 3 GRUPPO 3 Agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. 4 GRUPPO 4 Agente che può causare malattie gravi in soggetti umani, costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

8 Nella realtà ospedaliera quali sono gli agenti biologici più comuni? Nell attività assistenziale i microrganismi patogeni con i quali gli operatori sanitari entrano più frequentemente in contatto appartengono alla gruppo 2, GRUPPO 2 ad esempio gli agenti responsabili del morbillo, della varicella, della poliomielite, il Toxoplasma, le salmonelle, il tetano, la difterite, la scabbia, la pediculosi mentre con un maggior grado di pericolosità si presentano quelli appartenenti al gruppo 3 che possono causare malattie potenzialmente gravi e possono costituire quindi un serio rischio per i lavoratori. GRUPPO 3 Virus dell epatite B Virus dell epatite C Virus dell HIV Micobacterium tubercolosis.

9 l datore di lavoro, ai sensi del D.lgs. 81/08, deve fare la valutazione del rischio biologico e per poter procedere deve: tener conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell agente biologico utilizzato quali: classificazione malattie che possono provocare potenziali effetti allergici e tossici sinergismo tra diversi agenti Effettuare nuovamente la valutazione trascorsi 3 anni dall ultima valutazione effettuata o ad ogni variazione significativa dell attività. Nel Documento di Valutazione dei Rischi vengono quindi riportate: le fasi del procedimento lavorativo che comportano il rischio di esposizione il numero di lavoratori addetti generalità dell RSPP metodi e procedure lavorative misure preventive e protettive piano di emergenza

10 RICORDATI! Nel considerare gli addetti esposti è fondamentale ricordare che: TUTTI i pazienti e gli operatori sanitari devono essere considerati a rischio. Si è dimostrato infatti che conoscere lo stato sierologico del paziente non riduce la possibilità d infettarsi! L operatore che si trova a lavorare in una situazione di maggiore tensione potrebbe compiere involontariamente manovre pericolose. Quindi, focalizzare l attenzione su una situazione sicuramente a rischio determina una perdita di concentrazione su altre che lo sono potenzialmente.

11 Il ciclo lavorativo può essere scomposto in fasi a rischio semplici e per ognuno di queste vanno identificati: il numero di lavoratori potenzialmente esposti, CHI? I lavoratori esposti sono solitamente: Medici Infermieri Biologi Ausiliari e addetti alle pulizie Tecnici di laboratorio Personale in formazione COME? le procedure lavorative adottate, le misure preventive applicate,

12 Il ciclo lavorativo può essere scomposto in fasi a rischio semplici e per ognuno di queste vanno identificati: QUALI? gli agenti biologici presenti,

13 Il ciclo lavorativo può essere scomposto in fasi a rischio semplici e per ognuna di queste vanno identificati: le vie d esposizione e di trasmissione dell agente COME? Il contatto è la forma più frequente di trasmissione e può essere di tipo: Diretto: trasferimento diretto dell agente biologico da un soggetto ad un altro Esempio: scabbia, pediculosi Indiretto: trasferimento dell agente biologico da un soggetto ad un altro tramite oggetti contaminati (aghi, termometri, endoscopi, biancheria ecc).

14 Altre possibili vie di trasmissione sono: GOCCIOLINE O DROPLET Tecnicamente è una trasmissione per contatto, ma il trasferimento dell agente biologico è diverso. Le goccioline, o droplet (diametro >5 μm) si generano quando un paziente infetto per esempio: tossisce, starnutisce, parla, esegue fisiochinesi, terapia respiratoria, viene broncoaspirato. Le goccioline si disperdono nell aria entro un raggio di circa un metro anche se in relazione alla temperatura ed umidità possono arrivare fino a tre metri. Possono raggiungere le congiuntive, la mucosa nasale e/o orale di soggetti non protetti. Esempio: meningite, polmonite.

15 LA TRASMISSIONE PUO AVVENIRE ATTRAVERSO LA VIA AEREA Il trasferimento dell agente biologico avviene tramite l aria (anche a lunghe distanze dalla fonte), in cui rimane sospeso e attraverso cui è veicolato, o tramite particelle di polvere che lo incorporano. L aerosol (diametro: 5 μm) si genera quando un paziente infetto per esempio tossisce, starnutisce, parla. Esempio di malattie trasmesse: tubercolosi, morbillo, varicella

16 ALTRE MODALITA DI TRASMISSIONE Ulteriori serbatoi e quindi veicoli di contagio, sono: Feci e Fluidi biologici: vomito, sangue, urine, saliva, lacrime, liquido cerebrospinale, peritoneale, pleurico, sinoviale, amniotico, pericardico; sperma, secreto vaginale, latte; Tessuti solidi: biopsie, pezzi anatomici; Apparecchiature contenenti liquidi; Apparecchi per la respirazione assistita; Strumentazione usata per analisi invasiva (esempio: presidi appuntiti o taglienti, drenaggi, tubi); Superfici ambientali in prossimità di pazienti infetti; Biancheria dei pazienti; Rifiuti ospedalieri ( esempio:garze, DPI utilizzati, vetreria rotta); Sistema idrico e di ventilazione locali.

17 Quali sono i momenti e le situazioni più a rischio? Tutte le attività che comportano l uso di oggetti appuntiti: per esempio iniezioni intramuscolari, prelievi, terapie infusionali Il reincappucciamento dell ago Lo smaltimento di aghi, taglienti, biancheria e rifiuti La detersione e la disinfezione di materiale tagliente La manipolazione e il trasporto di materiale biologico ( sangue, feci, urine, espettorato) Le attività chirurgiche comprese le medicazioni Le attività di laboratorio quali pipettamento, striscio sui vetrini, utilizzo di apparecchiature diagnostiche potenzialmente contaminate, utilizzo di vetreria Tutte le manovre invasive compiute sul paziente. Conoscere le procedure aziendali specifiche di riferimento!

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19 QUALI SONO I PASSI PER AFFRONTARE CORRETTAMENTE LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO DA PARTE DEL DATORE DI LAVORO, IN ACCORDO CON QUANTO RICHIESTO DAL D.LGS 81/08? Il datore di lavoro in collaborazione con RSPP ed i consulenti esterni mette a punto una metodologia per approfondire l interazione tra pericolo e lavoratori esposti. L indagine prevede nella prima fase l identificazione dei gruppi omogenei di lavoratori potenzialmente esposti al rischio biologico. Successivamente si prosegue con: Indagine tramite sopralluogo negli ambienti di lavoro: per l analisi delle modalità di svolgimento dell attività e le ipotesi di contagio Indagine strumentale, condotta al fine di verificare la presenza di agenti patogeni nell aria o sulle superfici nonché di misurarne le relative concentrazioni. In ambito ospedaliero l indagine strumentale è soprattutto rivolta alla tutela del paziente (esempio: blocco operatorio).

20 Ogni gruppo omogeneo avrà una o più mansioni all interno del reparto. Durante il sopralluogo, il tecnico incaricato deve verificare: L idoneità dei locali rispetto al tipo di attività lì svolta dall operatore sanitario; L esistenza o meno di particolari procedure operative; I pericoli tipici connessi all attività svolta; Il tipo di esposizione; Le misure di prevenzione e protezione adottate; Necessità e/o possibilità di ulteriori misure di prevenzione e/o protezione da adottare. COME QUANTIFICO IL RISCHIO? La quantificazione del rischio sarà effettuata attribuendo, ad ogni fattore di pericolo, due valori: La probabilità P di accadimento dell evento; La gravità G del danno conseguente. Ad entrambi i fattori possono essere attribuiti valori compresi fra 1 e 4. Il rischio corrisponde alla moltiplicazione fra i due fattori, potendo così assumere valori compresi fra 1 e 16. Il fattore gravità G è associato al livello di pericolosità dell agente patogeno eventualmente rilevato, sulla base della classificazione riportata in allegato XLVI al D.Lgs. 81/08

21 Il datore di lavoro dopo aver effettuato la valutazione dei rischi deve : Adottare le misure protettive e preventive in relazione al rischio di esposizione, realizzando quelle che ancora necessitano. Adottare misure tecniche, organizzative e procedurali idonee per evitare ogni esposizione degli operatori ad agenti biologici, nonché misure igieniche, se la valutazione ha messo in evidenza un rischio per la salute o la sicurezza dei lavoratori; Adottare specifiche misure per l'emergenza in caso di incidenti che possono provocare la dispersione nell'ambiente di agenti biologici di gruppo 2, 3 o 4; Adottare misure idonee affinché i lavoratori e/o i loro rappresentanti ricevano formazione sufficientemente adeguata. NB: tra le misure di protezione devono sempre essere preferite quelle che coinvolgono la collettività :i dispositivi di protezione collettiva sono sempre prioritari rispetto ai dispositivi di protezione personale

22 Nei laboratori dove si effettuano estese manipolazioni di agenti biologici pericolosi sia a trasmissione aerea che a trasmissione ematica è opportuno effettuare le operazioni di semina di colture, pipettamento, striscio sui vetrini ecc, sotto Cappe Biohazard a Flusso Laminare in modo da impedire l eventuale fuoriuscita di microrganismi all esterno. La corretta funzionalità della cappa deve essere sempre controllata, i filtri sostituiti periodicamente, il piano d appoggio sempre pulito, mantenere porte e finestre sempre chiuse Unità Sanitaria Locale della Valle d'aosta

23 Per la protezione dal rischio biologico le più comuni misure di prevenzione e protezione sono rappresentate da: dispositivi di protezione individuale(dpi) Guanti Camici, grembiuli Mascherine Occhiali Calzari Copricapo Utilizzo e smaltimento corretto di aghi e taglienti; Decontaminazione immediata di tutte le superfici sporcate da materiali biologici potenzialmente infetti; Gestione adeguata dei i campioni biologici e dei pezzi anatomici.

24 NB: I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. Come vengono definiti i Dispositivi di Protezione Individuale dal D.lgs. 81/08? per dispositivo di protezione individuale, denominato «DPI», si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché' ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. I DPI devono : a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per se' un rischio maggiore; b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; d) poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità. In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di piu' DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.

25 Cosa proteggere in caso di esposizione a rischio biologico? Protezione delle mani Protezione degli occhi e del viso Protezione delle vie respiratorie

26 Come proteggere le mani? Di seguito una breve carrellata sulle diverse tipologie di guanti Nati a protezione del paziente in realtà proteggono anche l operatore. Ci sono diversi tipi di guanti: chirurgici, antitaglio, ecc. Si usano i monouso quando vi è o vi può essere contatto con sangue o altri liquidi biologici. Devono essere della giusta misura ed usati solo per il tempo strettamente necessario poiché sono poco resistenti alle forti sollecitazioni meccaniche (se vi è grande pericolo di rottura è consigliato indossarne due paia). L efficacia di un guanto può essere valutata a priori testando la sua permeabilità al sangue, ai virus, ecc. Gli indici di protezione dei guanti di sicurezza assumono valori da 1 a 6 in funzione del tempo di permeazione. I materiali più diffusi nella produzione di guanti da utilizzare in ambito sanitario sono: il lattice, il polietilene, il vinile ed il nitrile NB: i guanti chirurgici sono Dispositivi Medici e dalla normativa italiana non vengono riconosciuti come Dispositivi di protezione individuale

27 Quali sono i dispositivi per la protezione degli occhi? Possono essere occhiali o schermi facciali. La trasmissione di patogeni quali l HCV e l HIV è stata dimostrata soprattutto durante gli interventi chirurgici, irrigazioni, estubazioni, uso di apparecchiature con sangue sotto pressione e a seguito di massicce contaminazioni di mucose tra le quali la più a rischio è sicuramente quella oculare. Gli occhiali da vista non garantiscono una protezione adeguata perché non coprono lateralmente l occhio. Gli occhiali protettivi sono di solito studiati in modo da avere protezioni laterali.

28 Mascherine Le più diffuse sono quelle chirurgiche monouso nate per la tutela del paziente ma che hanno scarsa efficacia per la protezione degli operatori. Allo scopo di proteggere l operatore sanitario dagli agenti biologici a trasmissione aerea si usano i facciali filtranti di tipo FFP2 o FFP3 a seconda dell attività svolta. Non sono monouso e assicurano la protezione per un tempo variabile Camici, tute, casacche, grembiuli Devono essere indossati per procedure assistenziali che possono causare imbrattamento esteso. Possono essere monouso in TNT o in tessuto. NB: DM e non DPI NB: la divisa non è considerata un DPI

29 A io cosa posso fare?

30 Qui di seguito sono elencate alcune regole di carattere generale: Tali raccomandazioni identificano le situazioni potenzialmente pericolose legate alla manipolazione di fluidi biologici o come conseguenza di punture, tagli o ferite accidentali causati dall uso di presidi appuntiti o taglienti utilizzati nell attività assistenziale (aghi, bisturi ) PER CHI? Sono indirizzate a tutti gli operatori sanitari per prevenire l esposizione parenterale, cutanea e delle mucose e sono da applicare a tutti i pazienti sia durante l esecuzione di procedure assistenziali, diagnostiche e terapeutiche sia quando si manipolano strumenti o attrezzature che possono essere contaminate da materiale biologico

31 Dato che tutti i pazienti devono essere considerati potenzialmente infetti da microrganismi che si trasmettono attraverso il sangue o altri liquidi biologici e per questo è necessario per gli operatori: Lavare le mani: Prima e dopo ogni contatto o procedura sul paziente, come la manipolazione di medicazioni usate, contenitori usati per l espettorato, secrezioni, escrezioni, drenaggi; Prima e dopo la manipolazione di presidi usati sul paziente come cateteri venosi, cateteri urinari, sacche per la raccolte di urine, materiale per l assistenza respiratoria; In caso di contatto con sangue o altri materiali biologici; Dopo la rimozione dei guanti

32 L igiene delle mani è la più importante misura per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi da una persona all altra o da una localizzazione all altra nello stesso paziente. Igienizzarelemaniprimaedopoilcontattoconipazientiedopo il contatto con sangue, liquidi organici, secrezioni, escrezioni, attrezzature od oggetti contaminati è una parte importante delle misure di isolamento e di controllo delle infezioni. L igiene delle mani può essere eseguita con la frizione con soluzione idroalcolica o con il lavaggio con acqua e sapone Le basi scientifiche, le indicazioni, i metodi ed i prodotti per l igiene delle mani sono definiti dalle linee guida dell OMS (2009) e sono riportati nella procedura aziendale Linee guida per l igiene delle mani durante l assistenza sanitaria L azienda USL Valle d Aosta sostiene e promuove attivamente l igiene delle mani attraverso la partecipazione al progetto Clear care is Safer Care ( Cure pulite sono cure più sicure ) promossa dall Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e una campagna di comunicazione.

33 Nel luogo di lavoro devono essere presenti e consultabili le procedure da seguire in caso d incidente od infortunio:

34 Rientrano in questa situazione di rischio tutte le attività previste per lo smaltimento dei residui di lavorazione contaminati da materiale biologico. Questi residui devono essere smaltiti come rifiuti speciali attraverso apposite procedure così come specificato dal D.lgs. 22/97 (e successive modificazioni). Cosa si intende per smaltimento rifiuti? In particolare tra i rifiuti solidi pericolosi rientrano anche tutti quei dispositivi monouso che vengono contaminati da uno o più agenti biologici o che possono altresì essere taglienti o acuminati. ATTENZIONE! L'attività di smaltimento rifiuti pericolosi prevede le seguenti fasi: 1. raccolta dei residui nel locale di lavorazione e riempimento contenitori 2. trasporto dei contenitori al deposito temporaneo 3. spedizione dei rifiuti tramite ditta specializzata

35 Le fasi che comportano i maggiori rischi sono le prime due in quanto vi possono essere dei contatti accidentali con materiale contaminato, possibilità di procurarsi ferite con oggetti acuminati o taglienti, spandimenti, ecc. Lo smaltimento degli oggetti acuminati e taglienti deve avvenire in apposito contenitore di plastica rigida ed in modo separato dai materiali biologici e dai presidi possibilmente infetti non rientranti tra i taglienti o gli acuminati I principali rischi connessi con le operazioni di smaltimento dei rifiuti sono strettamente connessi alle modalità operative. non riempirmi oltre i 3/4!

36 Quali sono i rischi per il lavoratore durante lo smaltimento? I rischi per la sicurezza sono: tagli punture per la salute (poco probabili): infezione da contatto diretto con materiale biologico infezione da puntura o taglio con presidi contaminati con materiale biologico Le principali situazioni critiche si possono avere nelle seguenti operazioni: riempimento contenitori: spandimenti, schizzi, inalazione di vapori tossici trasporto dei contenitori qualora non si utilizzino idonei carrelli che prevengano il ribaltamento e che contengano l'eventuale residuo fuoriuscito (presenza di bacino di contenimento, contenitore nel contenitore)

37 Presentarmi alle visite mediche di sorveglianza sanitaria alle quali vengo convocato dal Medico Competente Come espresso dal D.lgs. 81/08 i lavoratori per i quali la valutazione del rischio ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria. La sorveglianza sanitaria comprende: VISITA PREVENTIVA (Art. 41 comma 2 lettera a) D.lgs. 81/08 ) Visita medica effettuata dal medico competente prima di adibire il lavoratore alla mansione al fine di constatare l assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato ed al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica; Io cosa posso fare? VISITA PERIODICA (Art. 41 comma 2 lettera b) D.lgs. 81/08 Visita medica effettuata dal medico competente per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti assume la cadenza stabilita dal medico competente in funzione dello specifico protocollo sanitario. Qualunque lavoratore può richiedere al medico competente, dietro compilazione di apposito modulo, la VISITA SU RICHIESTA, come previsto dal D.Lgs.81/08

38 Ecco un esempio di giudizio di idoneità alla mansione specifica nel caso di un lavoratore esposto a rischio chimico Giudizio idoneità

39 la tua azienda ha una specifica procedura che regola la sorveglianza sanitaria, in accordo con la normativa vigente, che si può sintetizzare come segue: 1) manifestazione del fabbisogno di inserimento del personale mediante definizione di una scheda di rischio 2) visita preventiva dei soggetti individuati come ammissibili 3) espressione del parere di idoneità da parte del Medico Competente tramite il rilascio di un giudizio di idoneità alla mansione 4) assunzione e inserimento nel luogo di lavoro NOTA: LE VISITE PREVENTIVE SONO PRIORITARIE RISPETTO A QUELLE PERIODICHE IN QUANTO MOTIVATE DAL RILASCIO DI UNA IDONEITA PREVENTIVA

40 Questo che stai seguendo rientra nel percorso formativo in materia di salute e sicurezza che l azienda ha organizzato per i propri lavoratori, come richiesto dal D.lgs. 81/2008 La formazione infatti deve essere sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza con particolare riferimento a: rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda Questo che stai seguendo costituisce formazione di base. Grazie a questo corso ora hai le conoscenze basilari necessarie per acquisire le informazioni, avvertenze, misure di prevenzione e protezione specifiche relative al rischio biologico.

41 Io cosa posso fare?

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