Livorno, 5 Luglio 2012

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1 La Gestione delle merci pericolose Le risorse umane come variabile necessaria alla pianificazione, gestione, organizzazione e movimentazione delle merci pericolose nei porti Livorno, 5 Luglio 2012

2 Merci pericolose in porto PARLIAMO DI DEPOSITO TEMPORANEO DI MERCE PERICOLOSA IN ATTESA DI UN CAMBIO DI UN MODO DI TRASPORTO QUALI SONO I REALI RISCHI? QUALE NORMATIVA APPLICABILE? QUAL E IL PUNTO DI VISTA DEL TERMINALISTA?

3 Il ruolo del terminalista CERTEZZA NORMATIVA IL TERMINALISTA CHIEDE PROCEDURE EFFICIENTI MASSIMA SICUREZZA, IN UN CONTESTO DI MERCE CHE VIAGGIA SECONDO NORMATIVE INTERNAZIONALI STRUMENTI DI VALUTAZIONE ADEGUATI ALLA REALTA DEI PORTI COMMERCIALI PER COMPETERE IN UN CONTESTO INTERNAZIONALE IN CUI LA MATERIA E GESTITA IN MANIERA PRAGMATICA

4 L esperienza di La Spezia In vigore una vecchia ordinanza del 1996 dell Autorità Marittima, mai abrogata perché non è chiaro quale sia la normativa applicabile In Italia, per l autorizzazione di un deposito temporaneo di merce pericolosa esistono decine di iter diversi. In pratica ogni AP ha sviluppato una propria strada

5 Un interpretazione innovativa NON SONO APPLICABILI (ai fini dell autorizzazione del Deposito Temporaneo) D.Lgs. 334/99 Direttiva 96/82/CE In quanto l articolo 4 comma 1 lettera c) E ancora più esplicita: all articolo 4 comma 1 lettera c) esclude il trasporto di sostanze pericolose e il deposito temporaneo intermedio su strada, per ferrovia, per idrovia interna e marittime o per via aerea, comprese le attività di carico e scarico ed il trasferimento da e verso un altro modo di trasporto alle banchine, ai moli o agli scali ferroviari di smistamento, al di fuori degli stabilimenti soggetti alla presente direttiva esclude il trasporto di sostanze pericolose e il deposito temporaneo intermedio su strada, per idrovia interna e marittima o per via aerea

6 Un interpretazione innovativa NON SONO APPLICABILI (ai fini dell autorizzazione del Deposito Temporaneo) D.Lgs. 334/99 all articolo 4 comma 3 si fa riferimento ai porti nel loro insieme, al fine di valutarne il rischio complessivo e procedere alla realizzazione del Piano di Emergenza Esterno D.M. 293/2001 mai aggiornato, fa esclusivo riferimento ai porti industriali e petroliferi ove è in ogni caso applicabile il D.Lgs. 334/99 In ogni caso ci sono problemi tecnici di applicazione delle logiche SEVESO ai porti commerciali, ove non esiste un processo industriale su cui calcolare il rischio, ma un deposito temporaneo dinamico per natura con più di tremila sostanze possibili

7 Un interpretazione innovativa SI FA RIFERIMENTO AL D.LGS. 272/99 Articolo 22: L'Autorità, sentita l'azienda unità sanitaria locale competente, stabilisce i tempi, i limiti e le modalità relativi al deposito temporaneo delle merci pericolose nelle aree portuali in attesa di imbarco o di deflusso SI FA RIFERIMENTO AL DOCUMENTO IMO SULLA GESTIONE DELLE MERCI PERICOLOSE NELLE AREE PORTUALI

8 L Ordinanza AP della Spezia Per ottenere l autorizzazione al deposito temporaneo il terminalista commerciale deve presentare in Conferenza dei Servizi un RAPPORTO DI SICUREZZA D AREA (RSA) con i seguenti contenuti: 1. identificazione dell area dove si intende effettuare il deposito; 2. quantità e tipologia di merce pericolosa in colli e alla rinfusa (classificata sulla base della normativa IMDG e IMSBC, con indicazione di Classe di pericolosità ed UN number) che si intende ammettere al deposito temporaneo, calcolata sia su base storica che su base previsionale; 3. valutazione del rischio chimico, di incendio ed esplosione sia per singola categoria merceologica che generale riferito all area; 4. la struttura organizzativa, compresa l individuazione di un responsabile e le relative competenze e abilitazioni personali attraverso la quale il richiedente intende gestire il deposito temporaneo;

9 L Ordinanza AP della Spezia Contenuti del RAPPORTO DI SICUREZZA D AREA (RSA) Continua 5.il Piano di sicurezza antincendio, completo del piano per l organizzazione del servizio, relativo alla gestione delle merci al fine di consentire la massima garanzia e tutela dell incolumità pubblica, da comunicare all Autorità Portuale entro 20 giorni dall avvio del sistema di gestione informatico. 6.il piano d emergenza che il gestore intende applicare in caso di eventi catastrofici; 7.il programma di formazione che il gestore ha predisposto, sia per il personale addetto alla gestione e/o delle emergenze, sia per il resto del personale che potrebbe essere esposto ad eventuali rischi. Il programma di formazione deve altresì indicare l aggiornamento periodico che è stato previsto

10 Il Sistema di gestione LA SICUREZZA DEL DEPOSITO TEMPORANEO DIPENDE DA UN SISTEMA SW DI GESTIONE DEDICATO ALLA COMPETENZE TECNICHE DEL VALUTAZIONE DEL RISCHIO SERVIZIO CHIMICO DI PORTO SGI COMPETENZE OPERATIVE DEL SISTEMA PROCEDURALE E TERMINALISTA FORMAZIONE ADEGUATA

11 Il ruolo delle risorse umane IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DIPENDE DALLE COMPETENZE E DALLA FORMAZIONE DEL PERSONALE COINVOLTO RESPONSABILE DEL DEPOSITO E SPP AREA DOCUMENTAZIONE AREA PIANIFICAZIONE (YARD SHIP RAIL) CONTROL ROOM E FOREMAN OPERATIVI DI PIAZZALE E CHECKER ADDETTI ALLE OPERAZIONI DI ISPEZIONE

12 La gestione delle emergenze IL RUOLO DELLA SQUADRA DI EMERGENZA E FONDAMENTALE AI FINI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO A SUPPORTO DEI VVF LOTTA ANTINCENDIO RISCHIO CHIMICO GESTIONE DEI COLAGGI DETERMINANTE LA FORMAZIONE, LE ESERCITAZIONI PERIODICHE ED IL SUPPORTO DEL SW

13 Supporto del Servizio Chimico di porto IL SERVIZIO CHIMICO DI PORTO SUPPORTA IL TERMINALISTA NELLE DECISIONI RELATIVE AL DEPOSITO TEMPORANEO VALUTA IL RISCHIO PROPONE MISURE EFFETTUA MISURE ED I CERCHI DI DI STRUMENTALI E DANNO CONTENIMENTO PRESENZIA IN CASO DEL RISCHIO DI EMERGENZA LA COMPETENZA DEL SERVIZIO CHIMICO DI PORTO E FONDAMENTALE, MA LA RESPONSABILITA RESTA DEL TERMINALISTA

14 Conclusioni La mancanza di una chiara normativa sulla gestione dei Depositi Temporanei ha portato ad applicazioni disomogenee sul territorio, con possibile dumping sulla sicurezza I terminalisti richiedono l apertura di un tavolo per affrontare pragmaticamente la questione, garantendo livelli adeguati di sicurezza ed operatività In un contesto normativo diverso, che tenga conto della specificità dei porti commerciali, potrebbe essere possibile definire requisiti standard per la formazione di alcune figure chiave

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