IL DIRETTORE. Buona lettura. 15/1/2010 Il Direttore. Renzo Pratesi

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2 IL DIRETTORE Ieri, venerdì 14 gennaio 2011, il Presidente della Camera di Commercio di Livorno, Roberto Nardi, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha anticipato alcune considerazioni sull andamento dell economia provinciale nel decorso Tali anticipazioni sono state desunte dall analisi che qui di seguito viene pubblicata sul primo numero del nostro bollettino quindicinale e che si basa sull aggiornamento delle banche dati dei singoli settori, che è stato effettuato durante il Come noto, l analisi degli andamenti dell economia provinciale nell anno 2010 sarà definitivamente approfondita e presentata durante la prossima (9 a edizione) della Giornata dell Economia, che si terrà ai primi del prossimo mese di maggio. Il nostro quindicinale avvia così il sesto anno di attività, continuando ad informare con puntualità sull evoluzione della nostra economia provinciale. Buona lettura. 15/1/2010 Il Direttore Renzo Pratesi

3 LIVORNO NEL 2010 PRIME CONSIDERAZIONI SULL ANDAMENTO DELL ECONOMIA PROVINCIALE Sommario: 1. La popolazione - 2. Il tessuto imprenditoriale - 3. L imprenditoria femminile 4. L industria manifatturiera - 5. Il commercio - 6. Il commercio con l estero - 7. L artigianato - 8. Il turismo - 9. L agricoltura I traffici marittimi di Livorno e Piombino Il mercato del lavoro Il Credito Le previsioni per il prossimo futuro. Livorno, 31/12/ La popolazione I residenti in provincia di Livorno al 30/7/2010 (ultimo dato ufficiale disponibile) sono , contro i d inizio anno, cioè lo 0,25% in più. Nel 2009 la popolazione livornese era 3

4 aumentata, rispetto al 2008, di 762 unità, (+0,22%) La nostra provincia è stabilmente la quinta per numero di abitanti in Toscana e, data la sua estensione territoriale limitata, presenta la densità abitativa storicamente più alta della media regionale. Dopo un 2007 piuttosto vivace il successivo biennio si è caratterizzato per una crescita della popolazione estremamente lenta e, per di più, ha sempre presentato variazioni tendenziali inferiori alla media regionale e nazionale, poiché abbina ad un tasso di crescita naturale negativo, un tasso di crescita migratorio fra i più bassi della regione. E ciò incide di nuovo sul tasso di crescita naturale poiché gli immigrati presentano un alto tasso di fecondità. Il 99,4% della popolazione vive in seno alle famiglie registrate, il restante 0,5% (2.180 persone) vive in convivenza. Il numero medio di componenti per famiglia è nel 2009 pari a 2,22 persone, contro 2,32 in Toscana e 2,41 in Italia. Anche per il 2009, il saldo naturale (nascite meno decessi) risulta negativo ( unità di popolazione). La piccola crescita riscontrata è da ascriversi in toto al saldo migratorio e per altri motivi (iscritti meno cancellati da altri comuni e dall estero), che risultava, a fine 2009, pari a unità. Residenti al 31/12/2009 per sesso e per province della Toscana. Variazioni /12/ /12/2009 Saldo Variazione % Totale Maschi Femmine Totale Massa Carrara ,03 Lucca ,51 Pistoia ,52 Firenze ,73 Livorno ,22 Pisa ,94 Arezzo ,52 Siena ,70 Grosseto ,53 Prato ,87 Toscana ,60 Italia ,49 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Nel SEL Livornese risiede quasi il 52% della popolazione provinciale, dunque i due comuni che lo compongono influiscono sulla variazione finale provinciale in maniera proporzionalmente maggiore dei diciotto comuni restanti. La modesta crescita della popolazione residente in provincia è avvenuta con sostanziali differenze tra i vari SEL. La crescita relativa più alta si osserva per l Arcipelago Toscano (+0,89%, contro +0,25% dell anno precedente), seguita da quella della Val di Cecina (+0,81%, contro +0,70% del 2008). Si calcola una crescita di entità minore per la Val di Cornia, qui la popolazione è aumentata dello 0,25% rispetto allo 0,80% del In controtendenza il SEL Livornese, che in un anno perde 257 residenti (pari al -0,14%) tutti peraltro nel comune di Livorno. Il tasso di crescita naturale livornese (-3,56) è stato fra i più bassi della regione, ma superiore a quello del 2008 (-4,17), ed è risultato migliore di quelli di Massa Carrara, Lucca e Grosseto, ma nettamente inferiore a quello toscano ed a quello italiano. Il saldo naturale livornese è in miglioramento in gran parte per la diminuzione dei decessi ed in minima parte per un piccolo aumento delle nascite. Anche il tasso migratorio, in netto calo sul 2008, è decisamente sotto la media regionale, mentre è leggermente superiore a quello nazionale. Ad eccezione di Firenze e 4

5 Prato, tutti i territori studiati, comprese la regione Toscana e l Italia, presentano un peggioramento di questo indicatore. A prescindere dai flussi migratori che hanno inciso su entrambi tassi, spingendoli verso l alto o verso il basso, Livorno sembra davvero possedere un attrattiva inferiore per l immigrazione rispetto all intera regione Toscana. Saldo e tasso di crescita naturale e migratorio 2009, Livorno, Toscana, Italia. OSSERVAZIONE Saldo naturale Tasso di crescita naturale Saldo migratorio totale Tasso di crescita migratorio Livorno , ,79 Toscana , ,62 Italia , ,28 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Il saldo migratorio non dipende soltanto dalla componente straniera, ma è il risultato della somma di tre diversi saldi: quello migratorio interno, quello migratorio esterno e quello per altri motivi. I flussi che vanno a comporre il saldo migratorio interno hanno dimensioni decisamente maggiori rispetto a quelli che determinano il saldo migratorio estero. Mentre nel primo i flussi in entrata (iscrizioni) sono quasi compensati dai flussi in uscita (cancellazioni), nel secondo le iscrizioni soverchiano le cancellazioni, ecco perché i saldi migratori esteri risultano numericamente più rilevanti di quelli interni, in ogni territorio studiato. A Livorno, per fare un esempio, gli iscritti da altri comuni sono 6.237, i cancellati 5.734; gli iscritti dall estero sono contro 278 cancellati. E chiaro che la componente di mobilità interna è modificata in maniera simile sia in entrata sia in uscita, mentre quella estera lo è quasi esclusivamente in entrata. Livorno presenta un tasso migratorio interno inferiore rispetto alle media delle altre province toscane, ma è superiore a quello italiano; il dato del 2009, 1,47 per mille, è più alto di quello del 2008 (0,86 per mille). Il tasso migratorio estero livornese ha il medesimo comportamento di quello interno, salvo che risulta inferiore a quello del 2008: 6,8 per mille contro 8,0 per mille. Il tasso migratorio per altri motivi è, infine, il più alto fra le province toscane e di gran lunga superiore a quello nazionale. OSSERVAZIONE Saldi e tassi migratori 2009 per Livorno, Toscana e Italia Saldo migratorio interno Tasso migratorio interno ( ) Saldo migratorio estero Tasso migratorio estero ( ) Saldo migratorio per altri motivi Tasso migratorio per altri motivi ( ) Livorno 503 1, , ,48 Toscana , , ,54 Italia , , ,00 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT La composizione per età della popolazione livornese evidenzia frequenze decisamente più basse di quelle italiane, e dunque minore presenza, per gli under 40, simili fino all incirca ai sessanta anni, più alte in seguito. A Livorno sono meno frequenti, rispetto all Italia, le età dagli zero fino ai 44 anni (salvo le classi 36, 37 e 39); mentre dai 44 ai 60 anni le frequenze sono grosso modo le stesse e, dai 61 in poi, la popolazione livornese è decisamente più vecchia: solo dagli 89 anni in poi le frequenze tornano ad essere similari, anche se quelle relative alla nostra provincia sono leggermente 5

6 superiori. Nell anno in corso, sia per Italia sia per Livorno, il picco di frequenze è raggiunto da chi ha 45 anni; in linea di massima le frequenze maggiori si osservano dai 40 ai 45 anni (queste classi sfiorano un valore dell 1,7%): in pratica chi è nato nella seconda metà degli anni 60. La campana livornese evidenzia un altro momento di massimo, meno accentuato in Italia, in corrispondenza dei sessantenni (59-63 anni), ossia di chi è nato subito dopo la seconda guerra mondiale; seguito da un calo di frequenze, rappresentato dagli anni del secondo conflitto mondiale. Frequenze 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 Frequenze delle età della popolazione residente Confronto Livorno Italia Livorno e più Età Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT L analisi tendenziale (quinquennale) conferma sia il processo d invecchiamento in atto della popolazione livornese, sia l aumento dei giovanissimi. A fronte di una crescita totale dei residenti dell 1,6%, negli ultimi cinque anni la crescita degli over 70 è stata pari al 6,1%, l incidenza dei quali è passata dal 17,4% del 2006, al 18,1% del Dal lato dei giovanissimi (0-14 anni), in un lustro si annota una crescita del 5,7%, l incidenza di questa fetta di popolazione è passata dall 11,4% del 2006 all 11,9% attuale. Su questa dinamica da un lato ha inciso la crescente componente straniera, anche se nel 2009, il tasso di natalità straniero (rapporto tra il numero dei nati nell anno e l'ammontare medio della popolazione residente moltiplicato per 1.000), è stato a Livorno (14,2 ) più basso di quello regionale (17,3 ) ed italiano (19,0 ). Dall altro, nel 2009 si riscontra un leggero aumento del tasso di natalità livornese (8,3 contro l 8,2 del 2008), anche se rimane ancora inferiore a quello toscano (8,7 ) ed italiano (9,5 ). La percentuale di popolazione che va dai 15 ai 29 anni è invece diminuita: nel 2006 incideva per il 14,0%, nel 2010 il suo peso è pari al 13,1% (la variazione totale è del -5,3%). In un lustro, le due classi della popolazione più giovane (0-29 anni) diminuiscono, comunque, di 0,3 punti percentuali, segno che ancora l aumento di natalità è insufficiente a garantire un ricambio adeguato di popolazione. L analisi per SEL della popolazione provinciale per classi di età ed il confronto con la Toscana e l Italia, evidenzia che le classi di età under 30 sono meno frequenti nella nostra provincia. A livello di SEL si nota che i territori più giovani sono l Arcipelago ed il livornese, di conseguenza i più anziani sono i SEL del sud della provincia (soprattutto la Val di Cornia). La classe media (quella che va dai 30 ai 49 anni) è maggiormente incidente nelle isole. L area livornese e l Arcipelago denotano la più alta concentrazione di residenti con meno di 30 anni, il 25,4%, ma va in ogni caso sottolineato che nel SEL livornese l incidenza della popolazione straniera (5,3%) è di molto inferiore a quella del SEL Arcipelago (8,2%). Italia 6

7 % 19,0 18,0 17,0 16,0 15,0 14,0 13,0 12,0 11,0 10,0 Incidenza dei giovani e degli anziani Serie storica anni anni 70 e più anni Tot. residenti Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Residenti Frequenza delle classi di età Livorno (dettaglio SEL) Toscana, Italia Classi di età e più SEL Livornese SEL Val di Cecina SEL Val di Cornia SEL Arcipelago Totale Provincia Toscana Italia 12,1 11,6 11,5 12,1 11,9 12,6 14,1 13,3 13,3 11,9 13,3 13,1 13,7 15,9 30,7 30,3 29,4 31,7 30,5 30,7 30,9 26,3 26,2 27,3 26,4 26,5 25,4 24,2 17,6 18,6 20,0 16,5 18,1 17,5 15,0 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT La popolazione straniera presente continua a crescere a ritmi sostenuti: a fine 2009 ammontava a unità, contro le dei dodici mesi precedenti, +9,3%. Tale crescita risulta in linea con quella regionale (+9,4%) e leggermente superiore a quanto rilevato a livello nazionale (+8,8%). Popolazione straniera residente e variazione percentuale tendenziale. Livorno, Toscana, Italia Variazione Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale % tendenziale Livorno ,3 Toscana ,4 Italia ,8 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Le famiglie ie che al loro interno presentano almeno un componente straniero ammontano a quelle con capofamiglia straniero sono 9.898, quelle con un componente straniero ma con capo famiglia italiano, sono dunque il 18,9% del totale, grosso modo la stessa percentuale entuale calcolata per il totale regionale (18,3%) ma non per quello italiano (20,9%). Se per quanto riguarda quest ultimo indicatore d integrazione la nostra provincia è in media con la Toscana, ciò non si può dire per la presenza di stranieri che risulta ancora limitata. L incidenza dei cittadini stranieri sulla totalità della popolazione residente, è, infatti, del 6,35% (nel 2008 era pari al 5,82%), penultimo valore in Toscana (9,08%) dopo Massa Carrara e dato inferiore anche a quello nazionale (7,02%). 7

8 Popolazione straniera in provincia di Livorno per sesso e SEL di residenza Variazione Incidenza % Composizione % popolazione Totale Maschi Femmine Totale % tendenziale straniera Val di Cecina ,7 25,4 7,6 Val di Cornia ,2 18,6 6,8 Area Livornese ,7 43,7 5,3 Arcipelago ,8 12,3 8,2 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Poco meno della metà della popolazione straniera risiede nel SEL livornese, seguito dalla Val di Cecina, dalla Val di Cornia e dall Arcipelago Toscano. Quasi nell ordine inverso, d altro canto, si legge la graduatoria dell incidenza degli stranieri sulla popolazione residente, che vede l Arcipelago primeggiare, con all incirca 82 cittadini stranieri ogni abitanti. Le nazionalità maggiormente presenti sono, nell ordine, romena, albanese, ucraina e marocchina che insieme rappresentano oltre la metà della popolazione straniera totale (51,5%). 2. Il tessuto imprenditoriale Le sedi d impresa. Secondo i dati più recenti (novembre 2010), le imprese attive si attestano a unità, stesso numero di settembre; le registrate sono Al termine del terzo trimestre del 2010, in provincia di Livorno le imprese attive erano , mentre le registrate si attestavano a Rispetto al trimestre precedente si annota, relativamente alle attive, un aumento assoluto di 100 unità (+0,3%), mentre rispetto allo stesso periodo del 2009 risultano 21 imprese in meno (la variazione tendenziale è dunque di -0,1%). Numero di imprese attive in provincia di Livorno III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere L analisi congiunturale effettuata per la Toscana mostra un aumento nella dotazione d imprese attive pari a quello livornese (+0,3%), mentre a livello tendenziale si annota una piccola, seppur significativa crescita, pari a 0,1 punti percentuali. Come già accaduto per lo scorso trimestre, in Italia si registra un comportamento simile a quello livornese: la variazione congiunturale è positiva (+0,2%), mentre quella tendenziale è negativa (-0,1%). Il fatto più importante che emerge dall analisi storica dei dati è che la nostra provincia, dopo tre anni di lenta ma costante crescita e, soprattutto, dopo la pesante crisi del 2009, stenta a riprendere il passo mostrato in precedenza. L attuale tendenza indica una stasi nel numero di imprese attive in provincia di Livorno, se non una 8

9 leggerissima decrescita. Il numero d imprese attive nelle province toscane varia tendenzialmente in maniera trascurabile, con qualche eccezione: in positivo si distinguono Massa Carrara (+1,1%), Prato (+0,9%) e Pisa (+0,6%), mentre in negativo si segnala Pistoia (-0,9%). A livello di SEL, emergono variazioni differenti: il territorio elbano e quello livornese vedono aumentare la propria dotazione di imprese (rispettivamente, +0,3% e +0,2%). Il SEL livornese, territorio a maggiore presenza d imprese, ha mantenuto piuttosto bassa la perdita tendenziale provinciale. Tale perdita di imprese è stata dunque causata dagli altri due SEL continentali: la Val di Cornia (-0,4%) e la Val di Cecina (-0,5%). Imprese attive nelle province della Toscana. Valori assoluti, variazioni assolute e variazioni percentuali. Confronto III trim. 2009/2010 III trim III trim Var. Ass. Var.% Arezzo ,1% Firenze ,1% Grosseto ,1% Livorno ,1% Lucca ,1% Massa Carrara ,1% Pisa ,6% Pistoia ,9% Prato ,9% Siena ,2% Toscana ,1% ITALIA ,1% Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere La nati-mortalità. I primi tre trimestri del 2010 si sono caratterizzati per un numero d iscrizioni superiore al medesimo periodo del 2009, e per un numero di cessazioni inferiore, sia in provincia di Livorno, sia in Toscana che in Italia. Tale fenomeno ha portato, rispetto al 2009, ad un generale aumento del tasso di natalità, e ad una concomitante diminuzione del tasso di mortalità. Visto che, in linea di massima il numero delle iscrizioni è stato superiore a quello delle cessazioni, i risultanti tassi di crescita sono dunque tutti positivi rispetto al periodo gennaio-settembre Localizzazioni. Nel terzo trimestre del 2010 si registra una crescita delle unità locali attive, ubicate sia nel territorio di riferimento, sia fuori da esso, rispetto al medesimo periodo del 2009, in tutte le province della Toscana (fatta eccezione per Pistoia) ed in Italia. La nostra provincia evidenzia una buona crescita del tessuto imprenditoriale (unità locali più sedi d impresa) pari allo 0,4%, leggermente inferiore a quanto avvenuto nell intera regione (+0,5%) ma superiore all Italia (+0,2%). Le unità locali livornesi ubicate fuori provincia ammontano al 35,1% del totale delle unità locali, e, rispetto ad un anno prima, se ne contano il 4,9% in più; incremento maggiore di quanto fatto registrare dalla Toscana (4,1%) e dall Italia (3,0%). Anche le unità locali livornesi con sede nella nostra provincia evidenziano un aumento tendenziale, pari allo 0,6%, variazione che risulta inferiore sia a quella Toscana che dell Italia (rispettivamente, +1,3% e +1,8%). Si riscontra, quindi, una maggiore propensione da parte degli imprenditori livornesi (ma non solo) ad operare su mercati ubicati fuori dalla propria provincia (dove ha sede l impresa), piuttosto che entro i confini provinciali. E importante sottolineare che il livello di plurilocalizzazione livornese (0,25 unità locali per ogni sede, dato che ricalca quello dell anno precedente) continua ad essere tra i più alti in Toscana (0,23), e decisamente più alto di quello italiano (0,19). Demografia d impresa per settori di attività. Rispetto all anno precedente, la fine del terzo trimestre 2010 vede l arretramento di cinque su sei dei settori numericamente più rilevanti in provincia di Livorno, per quanto riguarda la presenza di imprese attive: il commercio (-0,1%), le 9

10 costruzioni (-0,3%), l agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,8%), le attività manifatturiere (-1,7%), le attività immobiliari (-1,1%) ed, infine, trasporto e magazzinaggio (-0,4%). Solo le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, quelle collegate al turismo, presentano una variazione tendenziale positiva, pari al 2,0%. Tutti gli altri settori (poco o mediamente numerosi) presentano variazioni positive, fra le quali segnaliamo quelle relative al settore Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese"e le Altre attività di servizi : due comparti estremamente variegati. La loro espansione conferma come l imprenditoria provinciale si stia sempre più orientando verso il settore del terziario, attraverso l erogazione di servizi sempre più specifici e personalizzati. Le imprese attive nei servizi in generale, risultano in aumento, fanno eccezione quelle operanti nei servizi assicurativi e finanziari (-2,0%): il loro arretramento è costante da numerosi trimestri, segno di una ristrutturazione del settore ancora in corso. Imprese attive distinte per attività Ateco. Provincia di Livorno, confronto III trim. 2009/2010 Settori ATECO III trim III trim Var. % Incidenza % Agricoltura, silvicoltura pesca ,8 9,8 Estrazione di minerali da cave e miniere ,9 0,1 Attività manifatturiere ,7 7,4 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz ,6 0,0 Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d ,2 0,3 Costruzioni ,3 15,7 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione autov ,1 30,3 Trasporto e magazzinaggio ,4 4,2 Attività dei servizi alloggio e ristorazione ,0 10,2 Servizi d informazione e comunicazione ,5 1,9 Attività finanziarie e assicurative ,0 2,1 Attività immobiliari ,1 5,4 Attività professionali, scientifiche e tecniche ,4 2,4 Noleggio, agenzie di viaggio, serv. di supporto alle impr ,1 3,5 Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione soc. 0 0 / 0,0 Istruzione ,8 0,5 Sanità e assistenza sociale ,9 0,4 Attività artistiche, sportive, d intrattenim. e divertim ,4 1,5 Altre attività di servizi ,2 4,4 Imprese non classificate ,8 0,0 Totale provincia ,1 100,0 Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere Imprenditoria straniera In provincia, alla fine del III trimestre 2010, nelle imprese attive risultano operative persone con carica di cui il 7% di nazionalità non italiana (8,7% media Toscana). L incidenza degli imprenditori stranieri nel 2009 era minore (6,7%) il che conferma la tendenza all espansione di questo fenomeno. Rispetto al , infatti, mentre il numero complessivo delle persone con carica in provincia è rimasto fondamentalmente stabile e gli imprenditori di nazionalità italiana risultano in calo (-0,2% come in media regionale) l imprenditoria straniera, al contrario, cresce (+3,9% in perfetta media regionale) soprattutto con la nazionalità comunitaria (+5% contro il 3,6% degli extracomunitari). 3. L imprenditoria femminile A fine giugno 2010, le donne che ricoprono una carica significativa all interno del tessuto imprenditoriale provinciale sono e costituiscono il 30,8% del totale persone con carica nelle 10

11 imprese locali (26,8% media Italia). Rispetto al I semestre 2009 il numero delle imprenditrici ha subito un lieve calo (-0,1%, in perfetta media Italia) seppur minore rispetto a quello dei colleghi maschi (-1%), tanto che l incidenza delle donne nell imprenditoria locale è cresciuta di 0,2 p.p.. SEL LIVORNESE VAL DI CECINA VAL DI CORNIA ARCIPELAGO TOTALE LIVORNO DONNE IMPRENDITRICI INCID. % SUL TOT. IMPRENDITORIA VAR. % SUL ,2 0, ,4-0, ,6-0, ,6-0, ,8-0,1 La maggior parte delle imprenditrici è titolare d impresa (41,6%), il 36,2% è amministratrice di una società, il 18,8% figura come socia. Il restante 3,4% riguarda altre cariche particolari come: rappresentante legale, carica tecnica (direttore di stabilimento, commerciale, del personale etc.), nomina giudiziaria o governativa (curatore fallimentare, liquidatore etc.), membro di organo di controllo (collegio legio sindacale e dei revisori), altro (collaboratore familiare, coniuge etc.). All interno delle singole categorie di cariche il peso delle donne risulta particolarmente significativo nell ambito dei soci ed in seconda battuta per i titolari d impresa. Rispetto al 2009 la presenza femminile risulta più incisiva per tutte le categorie di cariche, fatta eccezione per le socie. Incidenza % delle donne sul totale persone con carica per tipologia di carica anni 2009 e ,9 47,8 31,0 30,9 28,2 27,9 14,7 14,3 30,6 30,8 Titolare Socio Amministratore Altre cariche TOTALE Rispetto a giugno 2009 le donne amministratrici di società sono cresciute dell 1,1% mentre nelle altre cariche si evidenzia una dinamica negativa, fondamentalmente in linea con la media italiana. Le imprenditrici livornesi costituiscono il 7,8% della popolazione femminile residente a Livorno, da confrontarsi con una media nazionale del 7%. Il 6,6% delle donne residenti a Livorno sono straniere. All interno dell imprenditoria femminile le donne di nazionalità non italiana incidono per il 5,9%. In particolare, le imprenditrici provenienti da un paese della comunità europea costituiscono il 2,1% del totale donne con carica mentre le extracomunitarie incidono per il 3,8%. Si tratta di percentuali simili alla media nazionale e che tendono a crescere ogni anno. Le imprenditrici comunitarie a Livorno sono quasi 300 e in un anno sono aumentate del 2,4%. Quelle extracomunitarie sono invece oltre 500 ed il loro incremento è del 5,1%. Considerando che l imprenditoria locale di nazionalità italiana, sia maschile che femminile, risulta in calo, si potrebbe concludere che è il fenomeno migratorio a sostenere il tessuto imprenditoriale locale. 11

12 La maggior parte delle imprenditrici straniere proviene dalla Romania, dalla Cina o dalla Germania, ma sono numerose anche le donne con carica nate in Marocco, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Nigeria, Repubblica Domenicana e Brasile. Il 31,5% delle donne con carica è concentrato nel Commercio, il 15,7% occupa invece un ruolo significativo nelle imprese che erogano servizi di alloggio e ristorazione. Si rintracciano percentuali significative di donne con carica anche all interno delle imprese agricole e immobiliari. L imprenditoria femminile offre un contributo particolarmente significativo alla costituzione del tessuto imprenditoriale complessivo dei settori Sanità e assistenza sociale, Altre attività di servizi e Attività dei servizi alloggio e ristorazione. In questi settori, infatti, le donne costituiscono oltre il 40% delle persone con carica, in particolare oltre la metà per Sanità e Altri Servizi. Il contributo delle donne resta comunque significativo anche all interno di Istruzione, Agricoltura, Noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese, Commercio, Attività immobiliari e Servizi di informazione e comunicazione. A parte il settore delle Utilities (Fornitura di energia elettrica, gas, acqua etc.) e dell Estrazione (settori in cui le donne sono poco presenti) le cariche femminili risultano in aumento in: Istruzione, Sanità e assistenza sociale, Attività dei servizi alloggio e ristorazione, Costruzioni, Attività immobiliari, Trasporto e magazzinaggio, Attività finanziarie e assicurative e Altre attività di servizi. Considerazioni finali: A Livorno l imprenditoria femminile incide sul tessuto economico locale molto più che nella media italiana. Che la spinta imprenditoriale delle donne nella nostra provincia sia più forte viene confermato dal fatto che il 7,8% della popolazione femminile residente a Livorno si occupa di fare impresa, una percentuale più alta della media italiana. Si è parlato spesso di un imprenditoria femminile fortemente connessa più che altro alle piccole attività individuali, ma l aumento delle donne con ruolo di Amministratori di società confrontato con l opposta dinamica della titolarità d impresa individuale apre la strada ad uno sviluppo dell imprenditoria femminile lungo una logica più manageriale e meno manuale. Fare impresa al femminile non è più un fatto legato solo alla versatilità del saper fare ma anche alla capacità del saper gestire e amministrare. Come nota dolente resta la scarsa dinamica dell imprenditoria femminile italiana che sembra avere perso la forza, la fantasia e la motivazione d intrapresa. 4. L industria manifatturiera Il manifatturiero livornese conferma, per il terzo trimestre dell anno, il recupero iniziato nei ultimi mesi del Per il terzo trimestre consecutivo si registra infatti una crescita di produzione e ordinativi superiore alla media regionale (fatta eccezione per la sola domanda interna). Cresce anche il fatturato in linea con il dato toscano (oltre il 4%). Andamento di produzione, fatturato, ordini interni ed esteri - Livorno e Toscana III trim (var.% sullo stesso trimestre 2009) 11,6 10,1 3,5 4,1 4,6 3,9 5,6 3,8 prod fatt ord. int. ord. est. Livorno Toscana 12

13 Si tratta di incrementi comunque più modesti rispetto ai primi due trimestri 2010, e dunque le variazioni stanno volgendo verso livelli più regolari. I forti aumenti registrati a fine marzo ed a fine giugno presentavano il carattere dell eccezionalità, dovuta ad un dato di partenza iniziale praticamente azzerato dalla crisi. Ciò posto, è comunque possibile che si stia verificando un rallentamento del ritmo di crescita. Occorre tuttavia non dimenticare che si tratta di un recupero ancora solo parziale delle pesanti flessioni registrate fra la fine del 2008 e l ultimo trimestre e del Infatti, nonostante i brillanti risultati 2010, la perdita di output rispetto al terzo trimestre 2008 è del 17,3%, del 23,8% sul fatturato, del 13,6% in termini di grado di utilizzo degli impianti. La contrazione dei livelli occupazionali corrisponde a -11,4% rispetto a fine 2007 (-8,3% sul III trimestre 2008). La variazione degli ordinativi sul terzo trimestre 2008 è invece positiva, sia per la domanda interna (+4,2%) che estera (+6,6%). Variazione % rispetto al III trimestre 2008 di produzione, fatturato, ordinanativi e occupazione - Livorno 13,6 6,6 4,2-8,3-17,3-23,8 produzione fatturato utilizzo impianti ordini interni ordini esteri occupazione Dal IV trimestre 2008 al III 2009 il manifatturiero livornese è stato caratterizzato da una progressiva contrazione dei volumi di output, complice sicuramente la crisi finanziaria. Tuttavia esistevano già importanti segnali di difficoltà registrati nel primo trimestre 2007 con la prima variazione negativa degli ordinativi esteri. Il calo della domanda estera per il manifatturiero livornese è proseguito fino al II trimestre Dopo una breve ripresa, durata lo spazio di un trimestre (III 2008), si assiste al definitivo crollo degli ordinativi dall estero, in ripresa a partire dal III trimestre Al contempo, gli ordinativi interni hanno contribuito ben poco a sostenere produzione e fatturato: le variazioni positive sono state piuttosto contenute fino al II trimestre 2008, poi la domanda interna ha seguito l onda recessiva che ha sommerso gli ordinativi esteri 1. Nel 2010 tutti i trimestri vedono un ritorno alla crescita degli ordinativi sia interni che esteri. In quest ultimo trimestre, tuttavia, gli incrementi risultano più contenuti rispetto ai precedenti. Come affermato con riferimento alla produzione, i precedenti aumenti a due cifre degli ordinativi presentavano i caratteri dell eccezionalità conseguente alle forti perdite dei trimestri corrispondenti. Quanto detto và letto considerando che nel III trimestre 2009 la perdita in termini di domanda interna era risultata contenuta mentre gli ordinativi esteri presentavano già segnali di ripresa. Nei primi 6 mesi del 2010 la ripresa dell attività produttiva aveva alzato il grado di utilizzo degli impianti sopra il 73%. Il periodo estivo riporta invece la percentuale di capacità massima utilizzata sotto il 70% (67,4%). Guardando al solo terzo trimestre di ogni anno, tra il 2003 e il 2008 la quota 1 Per un approfondimento relativo all andamento del commercio estero (import/export) per settori di attività si veda il rapporto sul I semestre 2010 pubblicato su 13

14 di capacita produttiva utilizzata risultava sempre tra il 70 e l 80%. Nel III 2009 crolla a quota 61%, valore soltanto di poco superato quest anno (67,4%). Al momento, si pensa che la ripresa degli ordinativi non possa consentire un significativo riassorbimento della capacità produttiva inutilizzata. In ogni caso, ritornare ai livelli del , sembra essere alquanto improbabile, quanto meno nel breve termine. Tra gennaio e settembre 2010 le ore di CIG autorizzate a Livorno sono state di cui il 91,5% destinate all Industria. Quest ultime ( ) sono costituite per oltre l 88% da ore di CIG straordinaria. La CIG ordinaria rappresenta l 1,8% del monte ore provinciale Industria e quella in deroga il 4,6%. Rispetto allo stesso periodo 2009 si assiste ad una vera e propria esplosione della CIG straordinaria mentre si riduce il ricorso a CIG ordinaria e in deroga. Da sottolineare che il solo trimestre estivo (giugno-settembre) incide sul monte ore complessivamente autorizzato all industria nel 2010 (da gennaio) per oltre il 45%. Nel biennio i trimestri di occupazione in calo sono stati 7 su 8, tanto che, nonostante la ripresina 2010 e gli ammortizzatori sociali, il bacino occupazionale del manifatturiero ha subito una contrazione del 10,8% rispetto a fine Nel terzo trimestre il dato occupazionale torna negativo, -0,7% rispetto al trimestre precedente. Il calo occupazionale sul 2007 arriva a questo punto a -11,4% (-8,3% rispetto al III trimestre del 2008). Nonostante il ritorno alla crescita delle quotazioni delle materie prime, determinata non solo dal recupero della domanda mondiale ma anche dal riaffacciarsi di movimenti speculativi, i prezzi alla produzione hanno continuato a diminuire fino a giugno. Da questo trimestre invece i prezzi tornano a crescere in modo deciso (+13,9%). Questo potrebbe aver gonfiato la già contenuta variazione di fatturato. Se ricalcoliamo, infatti, la variazione tendenziale del fatturato al netto dell andamento dei prezzi alla produzione, abbiamo che in realtà il fatturato non è affatto cresciuto. Anzi, il rialzo dei prezzi di listino sembra aver semplicemente contenuto la perdita. Per quanto riguarda la quota di fatturato realizzato all estero dalle imprese manifatturiere è diminuita di quasi 4 punti percentuali, ciononostante il risultato finale è da considerarsi positivo visto che la quota realizzata (31,7%) rimane la più alta dal 2007 fatta eccezione per il dato di fine giugno Risulta in calo anche la quota di fatturato estero delle sole imprese esportatrici (quasi 2 punti percentuali), come se il processo di ricostituzione delle scorte operato dai clienti esteri fosse terminato e si attendesse, a questo punto, di vedere cosa succederà nel prossimo futuro. Andamento settoriale - Il settore Alimentare continua ad avere un andamento piuttosto negativo: in calo produzione, fatturato, domanda interna, addetti, fatturato realizzato all estero e prezzi alla produzione. Migliora solamente la domanda estera ed il grado di utilizzo degli impianti. Importanti segnali di miglioramento giungono dal comparto della Chimica dove prosegue il processo di recupero delle quote produttive tanto che si riesce a far salire il grado di utilizzo degli impianti a quota 83,8%. Risultano in espansione anche domanda interna ed estera, ciononostante, si registrano ancora variazioni negative per fatturato e addetti. Buono anche il risultato di Gomma e Plastica, settore che pur esprimendo chiari segnali di ripresa continua a ridurre il personale, probabilmente anche a seguito delle non buone previsioni riferite al proseguimento d anno. Questo comparto presenta, in questo trimestre, un maggior orientamento verso il mercato estero. Il settore del Metallo sembra continuare la sua fase di ripresa: crescono infatti produzione, fatturato e ordinativi. I buoni risultati di questo trimestre vengono tuttavia raggiunti utilizzando meno addetti ed una quantità di capacità produttiva ridotta al 54,6% contro il 70,9% del II trimestre. L Elettronica mostra un trend che visti i tempi potrebbe definirsi ottimale. Produzione, fatturato e ordinativi crescono con buone percentuali. Il grado di utilizzo degli impianti supera il 70% ed il comparto riesce anche ad espandere il bacino occupazionale. La quota di fatturato realizzata all estero rimane alta mentre i prezzi alla produzione crescono di poco. Una novità dovuta alla riclassificazione dei comparti del manifatturiero è l istituzione del comparto Meccanica, Riparazioni e Installazioni. Questo è l unico altro settore per il quale si registra un 14

15 incremento occupazionale, nonostante l andamento d produzione, fatturato e ordinativi sia negativa. La crescita della domanda estera potrebbe risultare irrilevante dal momento che la quota di fatturato realizzata all estero dal comparto è molto contenuta. Infine, il grado di utilizzo degli impianti è tra i più elevati (86,9%). Indicatori di andamento dei settori del Manifatturiero non artigiano Livorno - III trimestre 2010 % domanda domanda % fatt pz alla prod fatt utilizzo addetti interna estera estero produzione impianti Alimentare -12,9-4,9-2,0 3,4 81,0-1,2 11,5-4,6 Chimica Gomma, Plastica Trattam. metallo e fabbricaz. prod.in metallo Fabbricazione di apparecchiature elettriche, elettroniche, di precisione e per le telecomunicazioni Meccanica, Riparazioni e Installazioni Automotive Cantieristica 6,4-1,9 10,5 16,0 83,8-0,3 38,0-1,3 28,9 21,1 21,0 39,1 78,9-4,4 43,0-0,2 21,7 7,9 21,8 3,6 54,6-1,1 29,3 30,7 12,4 4,1 13,5 9,4 75,2 3,2 49,5 0,8-1,8-5,1-2,4 2,4 86,9 3,8 0,4-0,9-2,9-1,6-5,4 1,9 67,4-0,5 51,5-0,8 4,9-10,5-23,6-20,8 93,6 0,0 16,2-0,4 Fonte : Indagine Unioncamere Toscana - Istituto G. Tagliacarne Appare decisamente poco brillante la performance dell Automotive. I valori sono tutti negativi, sebbene contenuti, fatta eccezione per gli ordinativi dall estero che probabilmente sostengono il grado di utilizzo degli impianti sopra il 67%. Altro settore con l output in crescita, ma con una pessima performance di fatturato e ordinativi, è la Cantieristica, che da qualche trimestre cerca di svegliare il mercato riducendo i prezzi di listino. Il comparto riesce comunque a salvaguardare i livelli occupazionali e mantiene in attività gli impianti. Quadro dimensionale - Decisamente soddisfacente la performance di Medie e Grandi imprese che vedono in aumento produzione, fatturato e ordinativi. Malgrado ciò, non riescono a salvaguardare i livelli occupazionali. La ripresa, infatti, non consente per il momento il pieno recupero della capacità produttiva inutilizzata ed è pertanto necessario un minor numero di addetti. Inoltre, per salvaguardare il recupero acquisito e limitare i problemi finanziari, sembra consolidarsi la tendenza alla contrazione degli addetti. Nonostante i buoni risultati sul fronte degli ordinativi le imprese sembrano avere ancora problemi nell incassare i crediti a causa della smisurata dilatazione dei normali tempi di pagamento. I problemi di liquidità ed il surriscaldamento delle quotazioni di alcune materie prime hanno portato alcune grandi industrie locali ad un forte rialzo dei prezzi alla produzione (settore Metallo soprattutto). La media impresa riesce invece a contenere i prezzi ed a raggiungere ottimi risultati come non se ne vedevano da tempo. I dati sugli ordinativi lasciano ben sperare anche per il futuro. Resta invece grave la situazione delle Piccole Imprese che continuano a perdere quote produttive e di fatturato, oltre alle speranze, considerato che la domanda interna presenta ancora un trend 15

16 negativo e quella estera, seppur in crescita, ha un peso relativo. Infatti la quota percentuale di fatturato realizzato all estero è appena del 13,5%. La lotta alla sopravvivenza per queste piccole imprese passa anche attraverso il mantenimento dei livelli occupazionali, cercando supporto in piccoli aumenti dei prezzi. Quest ultima soluzione è sempre oggetto di forti critiche, ma costituisce spesso l unica possibilità conseguente alle ridotte dimensioni aziendali. Indicatori di andamento per classe dimensionale di addetti del manifatturiero non artigiano al III trim Livorno 83,0 82,7 15,8 13,7 8,1 4,6 12,8 10,3 14,8 0,8 3,8 58,3 0,3 34,8 35,5 22,8 13,5 1,5-2,0-2,6-0,5 prod fatt ord. int. ord. est. % uso imp. -0,9-0,9 occup. fatt. estero -0,3 pz Fino a e oltre In Toscana, sono sia le grandi che le medie imprese a spingere la ripresa realizzando gli incrementi più importanti in termini di produzione, fatturato, ordinativi. Tuttavia, come a Livorno, resta preoccupante la situazione occupazionale. La piccola impresa toscana, diversamente da quella provinciale, trae beneficio dalla ripresa della domanda estera, produzione e fatturato segnano variazioni positive seppur modeste ma il bacino occupazionale non tiene. Per tutte le classi dimensionali si registra un impennata dei prezzi di listino, soprattutto nelle Grandi. Conclusioni - Sia in provincia che nel resto della Toscana la fase congiunturale in corso presenta aspetti contrastanti. Da una parte si confermano i segnali di recupero già rilevati a metà del 2010, dall altra và sottolineato un rallentamento nel trend di recupero dei principali indicatori. Questo potrebbe essere dovuto al ritorno verso confronti che non fanno riferimento a valori e periodi aventi il carattere dell eccezionalità (variazioni su periodi ad impianti fermi, ordinativi zero etc.). In alternativa, questo rallentamento della ripresa potrebbe dipendere dal clima di forte incertezza che domina tutto il quadro macroeconomico. La ripresa internazionale da poco iniziata si scontra con l esigenza di risanamento dei conti pubblici di molti paesi, ed i segnali di decelerazione sono già visibili in diverse economie avanzate e dell Area Euro, Italia inclusa. Le aspettative relative al prossimo trimestre sono abbastanza buone, almeno per quanto riguarda l output, fatta eccezione per i settori Alimentare e Gomma e Plastica. Sul fronte occupazionale e degli ordinativi si ipotizza di chiudere l anno senza importanti variazioni rispetto al terzo trimestre. In sostanza, la ripresa dei livelli produttivi non sembra portare ad un recupero dei livelli occupazionali del manifatturiero, al contrario per Alimentari, Gomma e Plastica e Meccanica, Riparazioni e Installazioni è ipotizzata un ulteriore contrazione degli addetti. In generale, si conferma un tentativo di recupero dei margini di competitività aumentando la produttività del lavoro. D altra parte, la crescita della produttività è in genere indicata come foriera di sviluppo economico. Tuttavia, bisogna sottolineare che ridurre le unità di lavoro utilizzate per unità di prodotto non è l unica soluzione per far crescere la produttività. Quest ultima, infatti, risulta proporzionalmente collegata anche alla spesa per investimenti e innovazione. Fare in modo che sia l innovazione a far salire la produttività è un investimento sicuro per il futuro, mentre cercare di 16

17 mantenere uno standard produttivo utilizzando meno risorse umane costituisce solo un escamotage di breve termine. Mirati investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione potrebbero inoltre fornire una soluzione al problema della capacità produttiva inutilizzata. La recente fase recessiva ha creato importanti sacche di potenzialità inutilizzata che difficilmente potranno essere assorbite se le strutture produttive optano per un mantenimento dello status quo. I mercati sono ormai saturi, e non ci sono più spazi per assorbire gli output generabili attraverso l attuale capacità produttiva inutilizzata. D altra parte, quest ultima non può rimanere a lungo tale. Un azienda che per molto tempo opera con alti livelli di capacità produttiva inutilizzata prima o poi è destinata a drastiche soluzioni: riconversione, trasferimento o chiusura. Si parla, ad esempio, già da tempo di riconversione ed ammodernamento degli impianti siderurgici di Piombino. Alcune aziende locali hanno invece prospettato l ipotesi di trasferire il sito produttivo all estero (TRW), altre lo hanno già fatto o hanno deciso di chiudere (Inalfa, Geopescal, etc.). Citando il punto di vista di Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana, Resta pertanto giustificato, a nostro parere, il mantenimento di un atteggiamento cauto sia rispetto alla chiusura del 2010, sia riguardo agli andamenti attesi nel prossimo anno. Se il percorso di ritorno sui livelli pre-crisi appare essersi effettivamente avviato anche per le imprese toscane, il cammino intrapreso resta infatti lungo, complesso e tutt altro che scontato nei modi e nei tempi. Infine, resta da segnalare che, secondo l ISAE, la fiducia delle imprese manifatturiere è in crescita su tutto il territorio nazionale nei mesi di ottobre e novembre. 5. Il commercio La rete distributiva (dati al 30/6/2010). Alla fine del primo semestre 2010, il totale degli esercizi attivi in provincia di Livorno nel settore del commercio al dettaglio in sede fissa ammontavano a unità (fonte: Tradeview), 22 in più di un anno prima, pari ad una variazione tendenziale dello 0,3%. Crescono tutte le tipologie distributive. Gli esercizi di vicinato sono cresciuti dello 0,7%, le medie strutture di vendita del 3,2%. Le grandi strutture di vendita sono aumentate di una unità, passando da 6 a 7. La superficie di vendita totale è di conseguenza in aumento in tutte e tre le tipologie distributive, ma non la superficie media che risulta in diminuzione, seppur di poco, per gli esercizi di vicinato, ed in aumento per le medie e le grandi strutture. Quest ultime vedono infatti aumentare la superficie di vendita totale, in percentuale superiore rispetto all aumento del numero di esercizi. La superficie media degli esercizi livornesi è stata e rimane più bassa di quella toscana ed italiana, nonostante sia aumentata costantemente nel tempo. Questo accade per tutti i settori di attività: siano essi operanti nell alimentare, nel non alimentare e nel promiscuo. In media, un punto vendita livornese, può contare su circa 76 metri quadri adibiti alla vendita, contro i 95 degli omologhi toscani ed i 97 di quelli italiani. Il gap è determinato, oltre che dalla forte incidenza degli alimentari, settore di attività caratterizzato dalle minori dimensioni, anche da un generale ritardo dimensionale orizzontale al settore di attività. Gli esercizi che in provincia di Livorno svolgono l attività del commercio al dettaglio su aree pubbliche ammontano a unità, il che porta il numero degli esercizi del commercio al dettaglio ad un totale di unità. Gli esercizi non in sede fissa pesano adesso per il 19% del totale, erano il 18,8% a metà 2009: in un anno sono aumentati dell 1,8% (in misura dunque maggiore di quelli operanti in sede fissa). La variazione risulta inferiore a quella calcolata sia per la Toscana (+2,9%), sia per l Italia (+2,0%). A crescere sono soprattutto le imprese che commerciano in altre forme (telefono, internet, porta a porta, ecc.) anche se la loro incidenza sul totale del commercio fuori dai negozi resta marginale: 8,9% nella nostra provincia, 11,6% in Toscana e 15,3% in Italia. 17

18 Numero di esercizi, mq di vendita e superficie media del commercio al dettaglio in sede fissa per tipologia in Provincia di Livorno. Confronto I Sem. 2010/2009 Superficie di vendita non disponibile Esercizi di vicinato Media struttura di vendita Grande struttura di vendita TOTALE RILEVAZIONE N esercizi 30/06/ /06/ Var. rel. -2,5% 0,7% 3,2% 16,7% 0,3% Mq. vendita 30/06/2009 / /06/2010 / Var. rel. / 0,4% 3,6% 25,6% 2,7% Superficie media 30/06/2009 / 51,0 597, ,8 65,7 30/06/2010 / 50,9 599, ,3 67,3 Var. rel. / -0,2% 0,4% 7,6% 2,4% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere (TradeView) Le imprese livornesi attive nel commercio a metà del 2010 (fonte database stockview) ammontano a unità, per cui, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, si calcola una variazione di - 0,3%. Le omologhe toscane sono in un anno aumentate dello 0,6%, mentre sono rimaste in sostanza immutate quelle italiane. Il commercio all ingrosso è fermo sui numeri di metà 2009 per quanto riguarda la Toscana e l Italia, mentre nella nostra provincia si assiste ad un certo ridimensionamento (-1,8%). Le imprese attive per tipo di commercio al I Sem e variazione % tendenziale Livorno Toscana Italia Attività I Sem Var. % Var. % Var. % Autoveicoli, motoveicoli e loro parti 233 4,0 2,7 1,9 INGROSSO ,8 0,1 0,1 DETTAGLIO Sede Fissa ,8 0,1-0,8 DETTAGLIO Svolto in Altre Forme ,3 2,9 1,8 TOTALE COMMERCIO ,3 0,6 0,0 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Infocamere (StockView) Andamento delle vendite al dettaglio (dati al 30/9/2010). L andamento delle vendite al dettaglio in Toscana fa segnare una variazione negativa (-1,6%) seppur inferiore a quanto fatto registrare il trimestre precedente (-2,9%). Tutte le province toscane presentano variazioni negative, anche se molte sono inferiori (o identiche) al primo trimestre dell anno. Le vendite livornesi (-1,7%) sembrano aver colmato il gap che si era registrato all inizio dell anno, nei confronti di quelle regionali (-1,6%). Nel terzo trimestre del 2010 le variazioni tendenziali delle vendite degli esercizi specializzati (alimentari e non), risultano tutte negative, sia per la Toscana, sia, in particolare, per la nostra provincia. Solo le vendite di ipermercati, supermercati e grandi magazzini mostrano una sostanziale ripresa, ribaltando il trend, infatti passano dal -0,2% del trimestre precedente al +0,4%% attuale per la Toscana e dal -0,4% al +0,4% per Livorno. Tra gli specializzati, sia alimentari sia non, pur permanendo variazioni tendenziali negative, esse risultano tutte in miglioramento, anche notevole, rispetto a quelle riscontrate nel secondo trimestre del Questo grazie al parziale recupero di due sottosettori su tre: prodotti per la casa ed accessori e gli altri prodotti non alimentari. ma non per l abbigliamento ed accessori, che da -2,6% del trimestre scorso passano al -3,1% attuale. 18

19 Le variazioni tendenziali del terzo trimestre dell anno in corso relative alla tipologia distributiva, hanno tutte valori superiori, e dunque migliori, rispetto al trimestre precedente, sia per quanto riguarda la Toscana, sia la nostra provincia. In particolare, la grande distribuzione inverte la tendenza negativa dello scorso trimestre mettendo a segno una variazione, seppur leggermente positiva (+0,1% per l aggregato regionale e per quello provinciale). Le variazioni tendenziali risultano inversamente proporzionali alle dimensioni d impresa; e quelle livornesi sono tutte peggiori di quelle toscane, tranne che nella media distribuzione. 2,0 1,0 1,3 1,0 Andamento delle variazioni % tendenziali trimestrali. Livorno e Toscana 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0 III trim ,2 0,5 IV trim ,5-1,3-1,4-1,1-1,1-2,2-2,4-2,0 Livorno Toscana I trim II trim III trim IV trim ,3-3,3-5,3 I trim ,0 II trim ,7-3,7 III trim ,2-2,8-3,1-2,9 IV trim Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati Unioncamere Toscana -4,5-4,2 I trim II trim ,6-1,7 III trim Il commercio con l estero Nei primi sei mesi del 2010 gli scambi internazionali sembrano essere ripartiti, in concomitanza con l affievolirsi degli effetti della crisi. Stando ai dati dell ISTAT, infatti, il primo semestre dell anno in corso, rispetto al medesimo periodo del 2009, ha visto aumentare (in valore) le esportazioni italiane del 12,4%, e le importazioni del 18,2%. I quantitativi scambiati con l estero, sia in entrata sia in uscita, sono costantemente aumentati, proprio a partire dal gennaio dell anno in corso, anche se ancora non hanno raggiunto i valori della metà del Il valore dell import è cresciuto di più di quello dell export, facendo lievitare il saldo (in negativo) della bilancia commerciale. Il valore delle merci importate è comunque usualmente superiore, per l Italia, a quello delle merci esportate. La regione Toscana non è esente dal trend fatto registrare per l Italia, anzi, presenta variazioni tendenziali superiori all aggregato nazionale sia in import (+25,2%), sia in export (+14,1%). In un clima di netto miglioramento nel valore di beni scambiati con l estero, ad evidenziare le migliori performance in Toscana (per l ampiezza delle variazioni tendenziali, sia relative all import che all export) è la provincia di Livorno: nel primo semestre dell anno le esportazioni sono aumentate del 72,4% (il valore più alto fra le province toscane), superando il miliardo di euro, quota mai raggiunta in precedenza. È chiaro che si tratta di flussi monetari e dunque influenzati dalla variabile inflazione, nonché da prezzi delle materie prime, semilavorati ed altro. Anche per le importazioni livornesi si calcola una variazione positiva tendenziale che è di gran lunga la più alta fra le province toscane, +63,3%: il valore a cui si riferisce, oltre 2 miliardi e 300 milioni di euro, ha decisamente influenzato la variazione dell import toscano (+25,2%). Bisogna anche considerare che tali variazioni sono calcolate su un periodo, il primo semestre 2009, nel quale il commercio estero livornese ha toccato i suoi minimi storici, visto che le principali imprese industriali, manifatturiere e di trasformazione livornesi, erano praticamente ferme per quanto concerne la produzione, ed erano ricorse in maniera massiccia alla cassa integrazione. 19

20 Valori totali (euro) e variazioni tendenziali per import ed export al I semestre 2010 Provincia I sem I sem Var. % Var. % import export import export import export Massa Carrara ,2 5,7 Lucca ,2 13,2 Pistoia ,2 0,2 Firenze ,7 3,8 Livorno ,3 72,4 Pisa ,2 13,5 Arezzo ,0 10,9 Siena ,2 66,9 Grosseto ,0 37,4 Prato ,8 15,2 Toscana ,2 14,1 Italia ,2 12,4 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT L analisi dei saldi commerciali con l estero mostra un peggioramento per quanto concerne territori, quali la nostra provincia o l intera nazione, ove il flusso delle importazioni è superiore (o aumenta di più) di quello delle esportazioni. Anche per la Toscana il saldo commerciale con l estero è lievemente peggiorato rispetto ai dodici mesi precedenti, ma, al contrario di quanto accade a Livorno ed in Italia, esso è positivo. Andamento dell'import e dell'export livornese dal 2006 Miliardi di Euro 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5-2,0 I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem Import Export Saldo Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT 2010 Dal punto di vista della classificazione merceologica ATECO 2007, che è poi quella utilizzata dall ISTAT, le importazioni della nostra provincia si riducono a due sole categorie: B, prodotti dell estrazione di cave e miniere e C, prodotti delle attività manifatturiere,, che insieme assommano quasi il 99% delle tipologie di merci importate dalle imprese livornesi. Rispetto ai primi sei mesi del 2009, l import di prodotti dell estrazione da cave e miniere (petrolio, carbone, ecc.) ha subito un impennata addirittura del 142,3%, mentre quello dei prodotti delle attività manifatturiere del solo 23,3%. Gli altri settori ATECO hanno un incidenza irrilevante, ad 20

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