La nuova norma di prevenzione incendi nelle strutture sanitarie
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- Lucio Rubino
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1 La nuova norma di prevenzione incendi nelle strutture sanitarie Gerardo FERITO Comando Provinciale VV.F. di Torino Torino 15 dicembre
2 Sicurezza nelle strutture sanitarie sicurezza antincendio protezione sismica sicurezza e continuità elettrica sicurezza antinfortunistica igiene dei luoghi di lavoro protezione dalle radiazioni ionizzanti eliminazione delle barriere architettoniche smaltimento dei rifiuti condizioni microclimatiche impianti di distribuzione dei gas medicali 2
3 Sicurezza antincendio è sicuramente l aspetto più importante: è legata in maniera trasversale a tutti gli altri aspetti di sicurezza l incendio risulta, in base alle statistiche, l evento che presenta la maggiore probabilità di accadimento rispetto a tutti gli altri eventi incidentali l incendio è l evento che può causare gli effetti più deleteri in termini di perdite di vite umane 3
4 Problematiche di sicurezza La sicurezza antincendio delle strutture sanitarie presenta problematiche particolari dovute: alla configurazione architettonica degli edifici alla presenza di fattori di rischio di tipo tecnologico alle condizioni psico-fisiche dei degenti 4
5 Problematiche di sicurezza Configurazione architettonica complessità dei luoghi dimensione dei luoghi in estensione in altezza 5
6 Problematiche di sicurezza 6
7 Problematiche di sicurezza Fattori di rischio tecnologico impianti complessi alimentati con gas combustibili impianti di distribuzione di gas medicali e apparecchiature con gas comburenti camera iperbarica ossigeno protossido d azoto 7
8 Problematiche di sicurezza Fattori di rischio tecnologico apparecchiature ad alta energia tomografia assiale computerizzata (TAC) risonanza magnetica nucleare (RMN) sorgenti di radiazioni ionizzanti di tipo sigillato, es. cobaltoterapia, acceleratori lineari di tipo liquido medicina nucleare 8
9 Persone Problematiche di sicurezza gli ospedali sono frequentati da svariate tipologie di persone: personale dipendente degenti visitatori e parenti imprese esterne tali tipologie di persone presentano: una diversa cognizione del rischio comportamenti diversi alla percezione del pericolo entità numerica dei visitatori 9
10 Condizioni psico-fisiche Problematiche di sicurezza condizioni psico-fisiche dei degenti: pazienti allettati pazienti in terapia intensiva pazienti con disabilità psichiche morbo di Alzheimer l evacuazione richiederebbe: tempi troppo lunghi considerevole numero di personale 10
11 Problematiche di sicurezza le normali procedure per l esodo in caso di emergenza non sono praticabili 11
12 Obiettivi di sicurezza gli occupanti di una struttura sanitaria dovranno pertanto essere quasi sempre difesi sul posto 12
13 Obiettivi di sicurezza minimizzare le cause di incendio garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti limitare la produzione e la propagazione di un incendio all interno dei locali limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui assicurare la possibilità che gli occupanti lascino il locale indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza 13
14 Obiettivi di sicurezza gli obiettivi di sicurezza dovranno essere raggiunti mediante misure particolari: di tipo strutturale di tipo funzionale di tipo impiantistico di tipo gestionale 14
15 Misure di sicurezza sono basate sui seguenti principi generali: resistenza al fuoco delle costruzioni suddivisione degli spazi (compartimentazione) per attività omogenee protezione delle aree a rischio limitazioni nell uso di materiali combustibili di arredamento e di rivestimento previsione di adeguate vie di uscita controllo della diffusione dei fumi appropriate misure impiantistiche rigorose misure di gestione della sicurezza 15
16 Decreto Ministero dell Interno 18 settembre 2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie, pubbliche e private G.U. n. 227 del 27 settembre 2002 in vigore dal 26 dicembre
17 Campo di applicazione strutture sanitarie elencate e classificate, in relazione alla tipologia delle prestazioni erogate, dal D.P.R. 14 gennaio 1997, art. 4 (G.U. n. 42 del 20 febbraio 1997) 17
18 Campo di applicazione Strutture sanitarie art. 1 comma 1 a) prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo e/o diurno b) prestazioni in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno c) prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio pubbliche o private accreditate o non 18
19 a) Regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo ospedali e case di cura Classificazione delle strutture sanitarie ospedali di rilievo nazionale o di alta specializzazione aziende ospedaliere regionali presidi ospedalieri delle ASL policlinici universitari istituti di ricovero e cura a carattere scientifico ospedali militari 19
20 Classificazione delle strutture sanitarie a) Regime di ricovero ospedaliero a tempo parziale o diurno day-hospital day-surgery 20
21 b) Regime residenziale Classificazione delle strutture sanitarie a ciclo continuativo e/o diurno residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.) presidi di riabilitazione funzionale di soggetti portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali strutture di riabilitazione dei tossicodipendenti presidi di tutela della salute mentale struttura residenziale psichiatrica centro diurno psichiatrico day-hospital psichiatrico 21
22 b) Regime residenziale D.P.R. 14 gennaio 1997 Presidi che erogano prestazioni sanitarie specialistiche e sanitario assistenziali, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative non erogabili in ambito ambulatoriale o domiciliare per situazioni che non richiedono ricovero ospedaliero 22
23 Classificazione delle strutture sanitarie c) Regime ambulatoriale assistenza specialistica con prestazioni di tipo riabilitativo, diagnostica strumentale, di laboratorio ed altre prestazioni: servizi di medicina di laboratorio attività di diagnostica per immagini presidi di recupero e riabilitazione funzionale centri ambulatoriali di riabilitazione centri di salute mentale consultori familiari centri ambulatoriali per il trattamento dei tossicodipendenti 23
24 c) Regime ambulatoriale D.P.R. 14 gennaio 1997 Per laboratorio di assistenza specialistica si intende la struttura o luogo fisico, intra o extraospedaliero, preposto alla erogazione di prestazioni sanitarie di prevenzione, diagnosi, terapia e riabilitazione, nelle situazioni che non richiedono ricovero ospedaliero, neanche a ciclo diurno 24
25 Struttura della norma titolo I titolo II titolo III titolo IV 25
26 Titolo I Definizioni Classificazione delle aree delle strutture sanitarie 26
27 Titolo II errore nell intestazione nel campo di applicazione Strutture di nuova costruzione che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno si applica alle strutture ospedaliere e residenziali di nuova costruzione esistenti, nel caso di completa ristrutturazione o cambio di destinazione d uso a ciclo continuativo (es. ospedali e R.S.A.) qualunque numero di posti letto a ciclo diurno con oltre 25 posti letto 27
28 Titolo II errore nell intestazione nel campo di applicazione Strutture di nuova costruzione che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno Strutture di nuova costruzione che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo o, se a ciclo diurno, con oltre 25 posti letto 28
29 Art. 4 comma 1 Fatto salvo quanto previsto al successivo comma 4, le disposizioni tecniche riportate al Titolo II dell allegato si applicano alle strutture sanitarie di cui all articolo 1, comma 1, lettere a) e b), di nuova costruzione comma 4 Le disposizioni di cui al Titolo IV dell allegato si applicano altresì: alle strutture, fino a 25 posti letto, che erogano prestazioni a ciclo diurno in regime di ricovero ospedaliero e/o residenziale, sia esistenti che di nuova costruzione; alle strutture esistenti, fino a 25 posti letto, che erogano prestazioni in regime residenziale a ciclo continuativo. 29
30 Titolo III errore nell intestazione nel campo di applicazione Strutture esistenti che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o in regime residenziale a ciclo continuativo e/o diurno si applica alle strutture ospedaliere e residenziali esistenti ospedaliere, a ciclo continuativo (es. ospedali) qualunque numero di posti letto residenziali, a ciclo continuativo (es. R.S.A.) con oltre 25 posti letto ospedaliere e residenziali, a ciclo diurno con oltre 25 posti letto 30
31 Titolo IV Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, sia esistenti che di nuova costruzione Strutture, fino a 25 posti letto, che erogano prestazioni a ciclo diurno in regime di ricovero ospedaliero e/o residenziale, sia esistenti che di nuova costruzione Strutture esistenti, fino a 25 posti letto, che erogano prestazioni in regime residenziale a ciclo continuativo 31
32 Strutture sanitarie Ospedaliere Residenziali Nuove Esistenti Posti letto Continuativ o Diurno Continuativ o Diurno > 25 titolo II II II II 25 II IV II IV > 25 III III III III 25 III IV IV IV 32
33 Disposizioni transitorie Le strutture sanitarie esistenti dovevano essere adeguate alle disposizioni del D.M. 18 settembre 2002 entro 5 anni dalla data di entrata in vigore del decreto 26 dicembre
34 Obbligo di adeguamento art. 4 comma 2 Non sussiste l obbligo di adeguamento per le strutture sanitarie dotate: di Certificato di prevenzione incendi di progetto approvato dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco a condizione che i lavori siano in corso di realizzazione o siano stati pianificati 34
35 Ubicazione in edifici indipendenti ed isolati ospedale altra attività 35
36 in edifici a destinazione mista, o contigui, ad attività del D.M. 16/2/1982, limitatamente a: ospedale gruppi elettrogeni locali di pubblico spettacolo alberghi scuole uffici con oltre 500 dipendenti edifici storici (musei, biblioteche, ) impianti per la produzione di calore autorimesse edifici civili con altezza > 24 m ascensori in edifici con altezza > 24 m ospedale attività 36
37 Comunicazioni e separazioni attività non pertinenti nessuna comunicazione strutture REI 90 attività pertinenti soggette al D.M. 16/2/1982 filtri a prova di fumo strutture e porte richieste dalle specifiche disposizioni di p.i. e comunque non inferiori a REI archivi 83 sale convegni e auditorium 84 alberghi 85 scuole 90 edifici storici (musei, biblioteche, ) 92 autorimesse strutture separazione REI ascensori in edifici con altezza > 24 m 91 impianti di cucina P > 116 kw disimpegno strutture e porte REI
38 Ubicazione non sono ammessi nello stesso edificio o in edifici contigui: attività n. 43?? archivi cartacei superiori a 50 q.li attività n. 86?? altri ospedali, case di cura, case di riposo, day-hospital anche per le strutture esistenti 38
39 L edificio sanitario nuovo deve essere accessibile ai mezzi dei vigili del fuoco! 39
40 Resistenza al fuoco piani interrati R/REI 120 edifici di altezza antincendio < 24 m R/REI 90 edifici di altezza antincendio > 24 m R/REI
41 Resistenza al fuoco I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali portanti e di compartimentazione dovranno essere valutati ed attestati in conformità al D.M. 4 maggio 1998: valutazione di tipo sperimentale certificati di laboratorio valutazione di tipo analitico Eurocodici e norme UNI 9502, 9503 e 9504 valutazione di tipo tabellare D.M e circolare M.I. n. 91/
42 Reazione al fuoco atri, corridoi, disimpegni, scale, max 50% classe 1, rimanente classe 0 pavimentazioni classe 2 rivestimenti parete, controsoffitti classe 1 tende classe 1 materiali isolanti in vista classe 1 o 1-0, 0-1,
43 Reazione al fuoco mobili imbottiti poltrone, poltrone letto, divani, divani letto, classe 1 IM sedie imbottite materassi classe 1 IM sedie non imbottite classe 2 prodotti vernicianti per rivestimenti lignei classe 1 43
44 Classificazione delle aree aree di tipo A aree di tipo B aree di tipo C aree di tipo D aree di tipo E 44
45 Compartimentazione e comunicazioni Aree di tipo A aree o impianti a rischio specifico soggetti al D.M. 16/2/1982 impianti per la produzione di calore e cucine (n. 91) autorimesse (n. 92) gruppi elettrogeni (n. 64) depositi di ossigeno (n. 5) si applicano le specifiche regole tecniche di prevenzione incendi e le ulteriori misure previste dal punto
46 Compartimentazione e comunicazioni Aree di tipo B aree o impianti a rischio specifico accessibili al solo personale e servizi generali impianti per la produzione di calore e cucine (P < 116 kw) gestione farmaci e materiale sanitario servizi di sterilizzazione servizio di disinfezione laboratori lavanderie depositi si applicano le specifiche regole tecniche di prevenzione incendi o le disposizioni del punto 5 46
47 Compartimentazione e comunicazioni Aree di tipo C aree destinate a prestazioni medico sanitarie di tipo ambulatoriale in cui non è previsto il ricovero ambulatori centri specialistici centri di diagnostica consultori compartimento massimo mq compartimento su un solo piano comunicazioni mediante strutture e porte REI 90 47
48 Compartimentazione e comunicazioni Aree di tipo D aree destinate a ricovero in regime ospedaliero e/o residenziale compartimento massimo mq compartimento esteso su un solo piano scale a prova di fumo è opportuno non consentire le scale di emergenza esterne pianerottoli delle scale di almeno 2 m comunicazioni con altri compartimenti mediante strutture e porte REI 90 48
49 Aree di tipo D aree adibite ad unità speciali Compartimentazione e comunicazioni sale parto e neonatologia sale operatorie sale di rianimazione e terapia intensiva pronto soccorso ospedaliero compartimento massimo mq, su un solo piano scale a prova di fumo, con pianerottoli di almeno 2 m non sono consentite le scale di emergenza esterne comunicazioni mediante filtri a prova di fumo 49
50 Compartimentazione e comunicazioni Aree di tipo E aree destinate ad altri servizi pertinenti uffici amministrativi fino a 500 addetti spazi per i visitatori compartimenti antincendio per attività omogenee nessun limite per la superficie scale protette sono consentite le scale di emergenza esterne comunicazioni con altri compartimenti mediante strutture e porte REI 90 50
51 Compartimentazione e comunicazioni Aree di tipo E aree destinate ad altri servizi pertinenti scuole e convitti spazi per riunioni mensa aziendale compartimenti antincendio per attività omogenee nessun limite per la superficie scale protette sono consentite le scale di emergenza esterne comunicazioni con altri compartimenti mediante filtri a prova di fumo 51
52 Misure per l esodo in emergenza Sistema organizzato di vie di uscita Esodo orizzontale progressivo Montalettighe utilizzabili in caso di incendio 52
53 Sistemi di vie di uscita Misure per l esodo in caso di emergenza affollamento capacità di deflusso lunghezza delle vie di uscita larghezza delle vie di uscita caratteristiche delle vie di uscita 53
54 Lunghezza delle vie d uscita al piano Il percorso di esodo, dalla porta di ciascun locale nonché da ogni punto dei locali ad uso comune, non può essere superiore a: 40 m per uscita su luogo sicuro o su scala di sicurezza esterna; 30 m per raggiungere un uscita su scala protetta. Nei piani di esodo orizzontale progressivo, da qualsiasi punto di un compartimento, 30 m a compartimento attiguo od a un percorso orizzontale protetto ad esso adducente, con percorsi di lunghezza non superiore a 30 m. Sono ammessi corridoi ciechi di lunghezza non superiore a 15 m. 54
55 Larghezza delle vie di uscita 1. La larghezza utile delle vie di uscita deve essere multipla delmodulodiuscitaenoninferioreaduemoduli(1,20 m). La misurazione della larghezza delle uscite deve essere eseguita nel punto più stretto della luce. 2. Nelle aree di tipo D, la profondità dei pianerottoli delle scale, con cambi di direzione di 180, deve essere non inferiore a 2 m, misurata nella direzione dell asse delle rampe, per consentire la movimentazione di letti o barelle in caso di emergenza. 55
56 Sistemi di apertura delle porte e di eventuali infissi 1. Porte installate lungo le vie di uscita ed uscite di piano(nota:nondefinitenel decreto stesso) apribili verso l esodo a semplice spinta con barra orizzontale. Aunooduebattentichenonostruiscanopassaggietc. 2. Particolari patologie dei ricoverati(rischio in caso di fuga), adozione di idonei e sicuri sistemi di controllo ed apertura delle porte alternativi Tutto il personale addetto formato all uso, anche in emergenza. 3. Porte d ingresso scorrevoli automatiche consentite apribili a spinta verso l esterno autoaprenti senza alimentazione elettrica. blocchi meccanici in apertura 56
57 Numero di uscite Le uscite da ciascun piano dell edificio non devono essere inferiori a due, ed essere posizionate in punti ragionevolmente contrapposti. 57
58 Misure per l esodo in caso di emergenza Esodo orizzontale progressivo modalità di esodo che prevede lo spostamento dei degenti in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l incendio non sia stato domato o fino a che non diventi necessario procedere ad una successiva evacuazione verso luogo sicuro 58
59 Misure per l esodo in caso di emergenza Esodo orizzontale progressivo deve essere previsto in tutti i piani che contengono aree di tipo D suddivisione dell area in almeno due compartimenti ogni compartimento deve poter ospitare, oltre agli occupanti, gli occupanti del compartimento adiacente di maggiore capienza 0,70 mq / persona 1,50 mq / persona se su barelle possibilità di raggiungere il compartimento adiacente con percorso massimo di 30 m 59
60 Misure per l esodo in caso di emergenza Montalettighe antincendio a servizio di aree di tipo D deve essere previsto almeno un montalettighe, con i requisiti seguenti: immettere in luogo sicuro all esterno, tramite percorso protetto strutture del vano corsa e del locale macchinario REI 120 vano corsa e locale macchinario distinto da altri elevatori accesso al locale macchinario direttamente dall esterno o tramite filtro a prova di fumo REI 120 doppia alimentazione elettrica, una delle quali di sicurezza predisposizione per il passaggio automatico da alimentazione normale ad alimentazione di sicurezza in caso di incendio; montanti dell alimentazione elettrica normale e di sicurezza del locale macchinario protetti per 120 minuti primi; sistema citofonico tra cabina, locale macchinario, pianerottoli e centro di gestione delle emergenze ad ogni piano, all'uscita dall'ascensore, deve essere realizzata un'area dedicata di almeno 5 m2 aperta, esterna all'edificio, oppure, protetta da filtro a prova di fumo di resistenza al fuoco corrispondente a quella del compartimento e comunque non inferiore a REI 60 60
61 Ascensore di soccorso a servizio di aree di tipo D in edifici di altezza antincendio maggiore di 24 m, deve essere installato un ascensore di soccorso, utilizzabile in caso di incendio, installato esclusivamente per trasporto delle attrezzature del servizio antincendio ed,eventualmente, per l'evacuazione di emergenza delle persone 61
62 Particolarità Filtri a prova di fumo devono avere dimensioni tali da consentire l agevole movimentazione di letti o barelle in caso di emergenza se aerati dall esterno, è consentito installare infissi apribili automaticamente attivati dal dispositivo di chiusura elettromagnetico delle porte 62
63 Particolarità Filtri a prova di fumo nei filtri a prova di fumo devono essere previsti: intercettazioni a comando manuale degli impianti: elettrico distribuzione gas medicali condizionamento e ventilazione pannelli di ripetizione dei segnali relativi allo stato di servizio degli impianti: elettrico distribuzione gas medicali rete idrica antincendio impianto di rivelazione ed allarme 63
64 Aree o impianti a rischio specifico locali adibiti a depositi depositi di sostanze infiammabili locali adibiti a servizi generali impianti di distribuzione di gas combustibili impianti di distribuzione di gas medicali impianti di condizionamento e di ventilazione impianti di estinzione degli incendi impianti di rivelazione incendi ed allarme impianti a regola d arte 64
65 Titolo III Strutture esistenti ubicazione punti 2.1 e 2.2 resistenza al fuoco delle strutture R/REI 60 e 90 reazione al fuoco dei materiali punto 3.2 è consentito mantenere mobili imbottiti e sedie non imbottite non classificati compartimentazione punto
66 Titolo III Strutture esistenti scale di tipo protetto a prova di fumo, a servizio di aree di tipo D e con altezza antincendi superiore a 24 m montalettighe utilizzabili in caso di incendio almeno uno in edifici con altezza antincendi superiore a 24 m ammissibilità di una sola scala misure per l esodo punto 4 consentite uscite da 90 cm aree ed impianti a rischio specifico punti 5, 6, 7, 8, 9, e 12 66
67 Grazie per l attenzione! 67
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