IL SUOLO. Definizione. Ulteriori danni alla salute da.. Inquinamento. Destino inquinanti nell ambiente. La tutela SUOLO

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1 Definizione IL SUOLO Costituisce la parte più superficiale della crosta terrestre Sistema complesso fattori abiotici (particelle minerali di varia dimensione e natura) Fattori biotici (sostanze organiche e microrganismi) Risorsa rinnovabile ma esauribile Inquinamento Effetti diretti compromissione dell uso agricolo danno estetico presenza agenti infettivi Presenza sostanze chimiche Effetti indiretti Trasmissione e trasporto degli agenti inquinanti nelle acque e negli alimenti Ulteriori danni alla salute da.. ErosioniErosioni FraneFrane Terremoti AlluvioniAlluvioni Eventi il più delle volte causati da una conseguente errata gestione del suolo da parte dell uomo (disboscamenti, pratiche agricole incongrue, ecc.) La tutela Destino inquinanti nell ambiente Importante in relazione del fatto che l applicazione di tecnologie di disinquinamento appare difficoltosa e talvolta poco attuabile Lo stesso suolo drena inquinanti derivanti dall acqua acqua e dall aria aria e quindi nel caso di bonifica è proprio in tali comparti che finirebbero per ritornare IMPIANTI DI TRATTAMENTO RIFIUTI SOLIDI E LIQUIDI DISPERSIONE INCONTROLLATA NELL AMBIENTE IMPIANTO DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE SUOLO fanghi PIOGGE ACIDE ARIA IMPIANTO DI DEPURAZIONE ARIA polveri ACQUE ALIMENTI ARIA Vismara 1992 (modificata) 1

2 Aspetti di geologia Il suolo è costituito da Parte inorganica e parte organica miscelate 45-55% 55% costituito da rocce di varia natura 25-50% 50% da soluzione acquosa e componente gassosa 3-5% componente organica Tipologie delle rocce In base alla genesi si possono classificare in IGNEE SEDIMENTARIE METAMORFICHE La composizione delle rocce si riflette sulle caratteristiche delle acque che con esse vengono in contatto (vedi capitolo acqua) Le rocce ignee Rocce ignee intrusive Derivano tutte dalla solidificazione di un magma, che può avvenire al di sotto della superficie terrestre (rocce plutoniche o intrusive) al di sopra (rocce vulcaniche o effusive) Le differenti modalità di raffreddamento portano alla formazioni di rocce con diverse strutture una roccia ignea intrusiva è caratterizzata da una STRUTTURA OLOCRISTALLINA con l evidente l presenza di cristalli ben formati giustapposti uno accanto all altro. altro. Il loro riconoscimento permette una classificazione della roccia plutonica in felsica (prevalenza di silicati di colore chiaro come nel GRANITO) mafica (prevalenza di minerali dal colore scuro come nel GABBRO) Granito Gabbro Rocce ignee effusive una roccia ignea effusiva è caratterizzata da varie strutture: STRUTTURA PORFIRICA con l evidente l presenza di pochi fenocristalli riconoscibili fra microcristalli o in una massa vetrosa STRUTTURA MICROCRISTALLINA con cristalli piccolissimi e non riconoscibili Porfido I granuli sono formati da minerali e frammenti di roccia La roccia è terrigena come il CONGLOMERATO La roccia è formata da granuli ben visibili I granuli sono formati da cristalli giustapposti La roccia è chimica come l ANIDRITE I granuli sono costituiti da fossili la roccia è Organogena Come il CALCARE Fossilifero STRUTTURA VETROSA (come nell OSSIDIANA) Ossidiana STRUTTURA POMICEA caratterizzata da pori e vacuoli Pomice 2

3 Le rocce metamorfiche I vari tipi di rocce, sottoposte alle diverse temperature e alle diverse pressioni esistenti all interno della crosta terrestre, subiscono il fenomeno del metamorfismo Il metamorfismo consiste nella riorganizzazione dei minerali esistenti e/o nella formazione di nuovi minerali, più stabili alle nuove condizioni di temperatura e pressione, senza che la roccia stessa passi allo stato fuso La struttura delle rocce metamorfiche è spesso FOLIATA,, i cristalli sono disposti secondo piani o bande paralleli fra loro Quando i piani sono molto fitti e si staccano più o meno facilmente, la struttura foliata è detta SCISTOSA (come nella FILLADE, roccia che ha subito un basso grado di metamorfismo) Quando i minerali sono disposti in bande compatte ed alternate di colore chiaro e scuro, la struttura foliata è detta GNEISSICA (come nello GNEISS, roccia che ha subito un alto grado di metamorfismo) Fillade Gneiss Ciclo delle rocce GAS Fusione Rocce metamorfiche Metamorfismo (calore e pressione) Rocce sedimentarie magma compattazione e cementificazione Cristallizzazione (raffreddamento e solidificazione Sedimentazione Rocce ignee Erosione, trasporto e deposito sollevamento Metamorfismo di contatto Rocce intrusive Intrusione e raffreddamento Magmi basici Rocce effusive Magmi acidi sollevamento Metamorfismo di contatto Rocce intrusive fusione sollevamento Rocce metamorfiche sedimenti Compattazione e cementazione Rocce sedimentarie Crosta Mantello Modalità di presentazione Stato compatto (ignee o sedimentarie) Presentano fissurazioni (litoclasi), di diverse dimensioni che in presenza di eventi tellurici assumono ampie dimensioni (diaclasi) Importanti per il regime idrico Stato sciolto Derivate da rocce variamente modificate Costituiti da grani tra i cui spazi avvengono importanti fenomeni chimici 3

4 Granulometria Triangolo delle tessiture Denominazione Argilla Limo Sabbia Ghiaia Ciottoli Blocchi Diametro particelle (mm) < >200 La percentuale delle diverse frazioni granulometriche determina diversi tipi di terreno (tessitura) Argilloso Limoso Sabbioso Argilla Sabbia Limo 50 argilloso limoso 60 franco-limoso -argilloso franco-limoso 90 limoso 100 argilloso 40 sabbioso francoargilloso 30 franco-sabbiosoargilloso 20 franco franco-sabbioso 10 sabbioso sabbioso -franco argilloso Importanza nella circolazione dei liquidi e dei gas Alta percentuale di sabbie (polverizzazione delle rocce) si possono coltivare, ma l acqua l drena facilmente e entra a far parte delle falde freatiche o profonde lasciando la superficie asciutta e propensa alla siccità Le argille, chimicamente sono degli idrosilicati di alluminio e potassio, sono formate da elementi minutissimi e si aggregano in grandi masse plastiche quando imbevute d acqua, d costituendo terreni praticamente impermeabili. Con il prosciugamento l argilla l subisce una retrazione mettendo in comunicazione le zone più superficiali e profonde e, quindi, le acque PEDOGENESI Ciclo di formazione e di trasformazione del suolo, che ha inizio con l alterazione l della roccia madre causata da diversi agenti e giunge alla formazione di composti minerali disaggregati. Si verifica inizialmente mediante l azione l meteorologica che porta alla formazione di grandi frammenti di roccia Principali agenti della disgregazione Fisico-meccanici Acqua corrente Vento/Ghiacciai Crioclastismo Termoclastismo Radici vegetali Chimica e biologica Acqua CO 2 Ossigeno Organismi viventi La composizione di base analoga alle rocce originarie, cui si aggiungono quantità variabili di sostanze organiche e di elementi minerali che costituiscono la fonte nutritiva essenziale Il basamento roccioso inizia a disintegrarsi per azione dei cicli i di gelo e disgelo, della pioggia e di altri fattori ambientali La roccia si trasforma in materiale incoerente, che a sua volta si decompone in particelle minerali più fini I microrganismi presenti contribuiscono alla formazione del suolo o favorendo la degradazione della materia organica e la differenziazione del suolo in orizzonti Infine si raggiunge lo stadio in cui il suolo può sostenere una fitta vegetazione 4

5 Suddivisione dei suoli Sulla base dello sviluppo, i suoli sono suddivisibili in Zonali evoluti rispetto alla roccia originale, attraverso una serie di sollecitazioni ambientali e meteoclimatiche Intrazonali Influenzati da un fattore specifico di origine minerale Azonali Formati da detriti di varia natura trascinati dall acqua acqua e sostanzialmente privi di vegetazione Suoli ZONALI Maggior parte dei suoli esistenti Presentano un profilo verticale costituito da diversi strati che nel corso del tempo hanno subito una diversa trasformazione Tali strati vengono denominati orizzonti Orizzonti (profilo pedologico) O Organico Vegetali, animali e loro residui, decomposizione dei rifiuti organici A Attivo (eluviale) humus, organico-minerale E Transizione particelle minerali B Inerte (illuviale) processi anaerobici, radici C Substrato pedogenetico alterato Costituisce il sottosuolo R Roccia madre substrato non ancora alterato La componente organica (humus) è concentrata maggiormente nella parte più superficiale Importante azione migliora la struttura fisica del suolo favorisce gli scambi con l aria l e con l acqual Migliora l utilizzazione l dei macroelementi e dei microelementi Determina la fertilità del suolo Proprietà fisiche Le particelle che costituiscono i terreni sciolti variano nelle dimensioni e nella forma Si dispongono in modo diverso lasciando interstizi di varie dimensioni (pori) da cui dipende Conservazione dell aria, dell acqua e del calore Costituzione di ambienti adatti a vari organismi Assorbimento delle acque superficiali Analisi meccanica Determina in quale proporzione si trovano frammisti i grani nel terreno I metodi di campionamento fanno riferimento al DM 13/09/1999 Indicazioni tecniche elaborate da vari enti tecnici ( La tecnica utilizzata è il carotaggio 5

6 Attrezzatura per il prelievo dei campioni Lo strumento più idoneo utilizzato per il prelievo del terreno è la trivella a sonda o carotatrice Peso specifico Si ottiene valutando il rapporto peso/volume Peso del terreno prelevato Volume del cilindro usato per il prelievo Risulta mediamente pari a 2,65 Porosità Dipende dalla diversità di dimensione dei vari grani e dalla reciproca disposizione Definita come il rapporto di volume complessivo dei pori volume apparente del terreno (o totale) X 100 Il volume apparente (totale) è rappresentato dalla somma del volume complessivo dei pori e del volume complessivo delle particelle solide (volume reale) In natura non esistono rocce completamente prive di porosità Granito 0,1% Gesso 2,2% Basalto 3-4% 3 Calcare 10% Terreni sciolti 35-60% Permeabilità Caratteristica dinamica e si definisce come la proprietà di un terreno a lasciarsi attraversare dai gas e dai liquidi Tale caratteristica presuppone l esistenza l di pori, ed è in funzione del volume forma disposizione dei singoli pori Terreni con uguale porosità possono quindi presentare permeabilità diverse massima per terreni ghiaiosi minima in quelli argillosi La permeabilità dipende dall umidit umidità del terreno Nei terreni a grana molto piccola (argille) il rigonfiamento che caratterizza alcuni tipi di particelle di suolo, a seguito dell imbibizione d acqua, riduce fortemente la permeabilità all acqua acqua e all aria aria Nei terreni a grana più grossa (sabbie) l umidità ha un effetto contrario sui liquidi in quanto riduce i fenomeni di adesione tra i pori, favorendo il passaggio di questi ultimi, ma ostacolando quelli dei gas 6

7 Capacità per l acqual Possono essere distinte in Capacità massima che corrisponde alla saturazione con acqua di tutti i pori del terreno e pertanto corrisponde in volume alla porosità Capacità minima che corrisponde alla quantità d acqua che un terreno può trattenere contro la forza di gravità: dipende dalla tensione superficiale che si stabilisce in corrispondenza delle superfici dei granuli, tanto sono più numerosi e minuti tanto maggiore risulterà la capacità Capillarità Proprietà che ha un terreno, posto a contatto con una zona con umidità superiore alla sua, di assorbire acqua Tale acqua si infiltrerà nei pori del terreno in esame in modo proporzionale al suo potere assorbente La capillarità dipende dalla dimensione dei pori: tanto più piccoli essi sono, tanto maggiore sarà il potere assorbente È inversamente proporzionale alla permeabilità Potere di evaporazione Rappresenta la possibilità di cessione per evaporazione dell acqua contenuta negli strati più superficiali del terreno È funzione delle condizioni meteorologiche e della struttura del terreno stesso, dipendendo dalla temperatura dell aria sovrastante e dal suo stato igrometrico, dalla capillarità dalla capacità per l acqua l dalla temperatura del terreno Temperatura del terreno Il suolo ed il sottosuolo vengono riscaldati dall irradiazione solare L entità varia dalla latitudine, orientamento e inclinazione Costante solare: 2 calorie per mq Al suolo 1,35 calorie per mq A 30 metri (climi temperati e zone pianeggianti) si configura la zona della temperatura costante Al di sotto dei 30 metri la temperatura sale per effetto del calore proprio del nucleo terrestre Grado geotermico È inteso il numero di metri necessari per aumentare la temperatura di 1 C1 Mediamente è 33 metri Oscilla tra 10 e i 15 metri nelle zone termali Fino a 50 metri nelle zone montagnose Radioattività Le rocce sono caratterizzate da elementi radioattivi Uranio Potassio Torio Radio Maggiore per le rocce ignee di recente costituzione metamorfiche sedimentarie 7

8 Proprietà chimiche Capacità di scambio ionico ph Potere tampone Capacità di scambio ionico Dovuta alla presenza di cariche elettriche superficiali a livello delle particelle argillose e delle macromolecole umiche Si tratta prevalentemente di cariche negative, che non compromettono la neutralità del sistema, per la presenza di cariche di segno opposto trattenute da forze elettrostatiche La neutralizzazione non risente della struttura morfologica del suolo nén delle caratteristiche degli ioni neutralizzanti i quali sono intercambiabili dando luogo al fenomeno dello scambio ionici (essenzialmente cationico) Rappresenta un importante meccanismo tampone nei confronti delle variazioni di ph di massicci inquinamenti di natura organica e inorganica Sensibilità del suolo all inquinamento in funzione della permeabilità e della capacità di scambio cationico Capacità di scambio cationico Molto bassa Bassa Alta bassa Permeabilità alta molto alta ph Definito dalla presenza di cationi acidi, quali l H l H (generato anche dall idrolisi dell acqua ad opera dell alluminio e dei suoi idrati) e cationi basici quali il Ca,, Mg, K e Na Classificati in <5-6,7 : peracidi, acidi e subacidi 6,8-7,2: neutri 7,3->8,6: subalcalini,, alcalini e peralcalini Potere tampone Capacità da parte del suolo di opporsi a variazioni di ph a mezzo di colloidi che intervengono nelle alterazioni alcalinizzanti carbonati e idrati di ferro e alluminio in caso di alterazioni acidificanti 8

9 Proprietà biologiche Nello strato inorganico del suolo è possibile reperire animali, vegetali e microrganismi, la loro concentrazione è molto variabile in dipendenza del terreno La quantità di microrganismi diminuisce progressivamente all aumentare aumentare della profondità del terreno Tali microrganismi sono indispensabili per la vita del suolo in quanto contribuiscono alla degradazione ed alla mineralizzazione delle sostanze organiche, trasformandole in composti semplici utilizzabili dalle piante come nutrimento Cicli biologici del terreno Ciclo del carbonio Ciclo dell azoto Ciclo dello zolfo Altri elementi Carbonio Elemento importantissimo per la vita animale e vegetale essendo parte integrante dei composti ternari (carboidrati e grassi) e quaternari (proteine) Le trasformazioni riguardano principalmente l utilizzazione l del carbonio sotto forma di CO 2 atmosferica attraverso la fotosintesi clorofilliana con formazione di carbonio organico (zuccheri, amidi, lignina e cellulosa) I composti organici vegetali pervengono di nuovo al suolo, direttamente o dopo essere stati assorbiti dagli animali, e subiscono degradazioni enzimatiche (miceti) fino alla formazione di CO 2 che ritorna nell atmosfera Una quota di CO 2 è relativa alla produzione dalla respirazione Decomposizione del carbonio organico in CO 2 Ciclo del carbonio Aspergillus, Fusarium, ecc CO 2 atmosferica Respirazione Carbonio organico negli animali Carbonio organico nel suolo Fotosintesi clorofilliana Ingestione dagli alimenti Carbonio organico nei vegetali Azoto Il ciclo dell azoto presenta una complessità maggiore rispetto a quello del carbonio Prima fase: degradazione idrolitica del materiale organico fino alla formazione one di ammoniaca sostenuta dai microrganismi anaerobi Seconda fase: ossidazione dell ammoniaca ad acido nitroso da parte dei microrganismi del genere Nitrosomonas, Nitrosocystis e Nitrospira Terza fase degradazione in acido nitrico (Nitrobacter( Nitrobacter, Bactoderma) formazione dei nitrati utilizzati dalle piante e in parte denitrificati ad opera dei microrganismi in ammoniaca e azoto allo stato gassoso Riduzione dei nitrati in azoto gassoso Serratia, denitrificans Ossidazione dei nitriti in nitrati Nitrobacter Ossidazione dell ammoniaca in nitriti Nitromonas Formazione dell ammoniaca Ciclo dell azoto Azoto atmosferico Numerosi microrganismi Rhizobium, Clostridium, ecc. Fissazione dell azoto nel suolo Assorbimento delle piante Azoto organico nei vegetali Ingestione da alimenti Azoto organico negli alimenti Azoto organico nel suolo Numerosi microrganismi Decomposizione dell azoto organico in aminoacidi 9

10 Zolfo I microrganismi presenti nel suolo compiono ulteriori cicli biologici fra questi fondamentale quello dello zolfo Ciclo complesso Prima fase: liberazione di idrogeno solforato dai prodotti della degradazione Seconda fase: formazione dello zolfo elementare Terza fase: ossidazione a solfati poi organicati dalle piante e quindi dagli animali Formazione diretta di idrogeno solforato da parte di microrganismi aerobi Ossidazione spontanea o microbica Idrogeno solforato nel suolo Decomposizione microbica Composti solforati organici nel suolo Ciclo dello zolfo Zolfo elementare nel suolo Riduzione batterica Decomposizione dell azoto organico in aminoacidi Ossidazione batterica Solfati nel suolo Assorbimento dalle piante Composti solforati organici nei vegetali Ingestione dagli animali Rischi chimici e fisici Contaminazione da ricaduta dei materiali provenienti dall inquinamento atmosferico fall-out radioattivo abbandono rifiuti uso non corretto di concimi chimici e pesticidi Fitotossicità Zootossicità Effetti Possibile bioaccumulo (metalli pesanti) Avviene quanto la quantità immessa è elevata e la capacità di metabolizzazione da parte delle piante non è più sufficiente Fertilizzanti, organoclorurati, organofosforici, carbammati, triazine Rischi biologici Clostridium tetani Microrganismi che vanno ad inquinare la falde acquifere Campionamento del suolo Sul suolo si possono effettuare numerose analisi chimico-fisiche e biologiche In base alla finalità, le analisi del suolo vengono raggruppate in: 1. Analisi di caratterizzazione 2. Analisi di controllo 3. Analisi di diagnostica comparativa Al fine di ottenere un campione omogeneo e rappresentativo è necessario: 1. Definire l epoca del campionamento 2. Individuare la zona di campionamento 3. Definire il numero e la ripartizione dei campioni (sub-campioni) 4. Stabilire la profondità e le modalità di esecuzione del prelievo 5. Formare il campione globale (campione mediato) da sottoporre ad analisi 10

11 1. Epoca del campionamento varia in funzione delle finalità delle analisi. Es. Per valutare la fertilità del suolo ai fini della concimazione, è preferibile prelevare i campioni almeno 4 mesi dopo l ultimo apporto di concimi o ammendanti oppure nel periodo successivo la raccolta del prodotto 2. Individuazione della zona di campionamento La scelta della zona da campionare è finalizzata al tipo di analisi Analisi di caratterizzazione la zona da campionare deve avere caratteristiche il più possibile omogenee nell aspetto fisico, rispetto alle fertilizzazioni e alla copertura vegetale spontanea o coltivata Analisi di controllo le zone da campionare devono aver subito delle perturbazioni o alterazioni Legenda: 1) Zona di campionamento 2) Area da non campionabili 3) Bordi 4) Aree da non campionabili 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare 3. Numero e ripartizione dei campioni elementari o sub-campioni Il numero dei campioni deve essere tale da poter effettuare un analisi statistica in grado di fornire informazioni sull accuratezza dei dati ottenuti nelle analisi Esistono diverse modalità di campionamento: Campionamento sistematico Campionamento non sistematico a X o a W Campionamento irregolare o random Campionamento sistematico La zona da campionare viene suddivisa idealmente in unità di campionamento secondo un reticolo di maglie di dimensione opportuna in relazione alla superficie da campionare. Il prelievo deve essere evitato lungo i bordi della zona di campionamento e nelle zone che presentano anomalie Legenda 3) Bordi 4) Aree da non campionare 5) Unità di campionamento 6) Campione elementare A) Suddivisione della zona da campionare B) Reticolo di dimensioni opportune C) Unità di campionamento D) Prelevamento casuale del campione Campionamento non sistematico a X o a W I prelievi dei campioni elementari si effettuano lungo un percorso tracciato sulla superficie da investigare, ponendo delle immaginarie lettere X o W I risultati ottenuti da questo tipo di campionamento sono meno dettagliati in quanto la superficie del campionamento è meno estesa Campionamento irregolare o random I prelievi si effettuano in aree scelte secondo numeri ricavati dalla tabella dei numeri casuali, riportata nei manuali di statistica. I numeri devono corrispondere a precise sezioni numerate della zona da campionare suddivisa in unità di campionamento Legenda 3) Bordi 4) Aree da non campionare 6) Campione elementare 4. Profondità e modalità di esecuzione del prelievo La profondità del prelievo dipende dalle caratteristiche del terreno Nei terreni arativi è preferibile effettuare il prelievo alla massima profondità di lavorazione del suolo Nei terreni a prato o a pascolo il prelievo deve essere effettuato alla profondità interessata dalla maggior parte delle radici 5. Formazione del campione globale (campione mediato) da sottoporre ad analisi Per analisi di caratterizzazione, i campioni prelevati devono essere miscelati in modo da rendere il terreno omogeneo Per analisi di controllo, i campioni prelevati devono essere mantenuti e analizzati separatamente Il campione mediato finale viene posto in sacchetti di nylon, chiusi ed etichettati. Nell etichetta devono essere riportate tutte le informazioni riguardanti il campione: la data del prelievo, la profondità, i riferimenti geografici della zona campionata, etc.. Analisi qualitative di un campione di suolo 1. Esame granulometrico 2. Valutazione della permeabilità 3. Acidità del suolo 4. Determinazione del calcare Sospendere 100 g di terreno in 500 ml di acqua ed omogenizzare con una bacchetta di vetro Lasciare decantare per 24 ore a temperatura ambiente in un cilindro graduato chiuso con parafilm, per evitare l eventuale evaporazione dell acqua Esame granulometrico H 2 O 5. Determinazione della fertilità del terreno: presenza dei microelementi azoto, fosforo e potassio (N, P, K) Valutare gli strati granulometrici esprimendo le frazioni sedimentate come percentuale in volume Legenda 1. Sabbia: particelle distinguibili (20% in volume) 2. Sabbia fine: particelle poco distinguibili ( 30% in volume) 3. Strato omogeneo: limo o argilla ( 50%in volume) 4. Sottile strato di surnatante organico (humus) 11

12 Prendere una bottiglia di plastica, privarla del fondo ed appoggiarla capovolta in un treppiede Chiudere l imboccatura con una garza ripiegata due volte e fissata con un elastico Mettere il terreno nella bottiglia fino a raggiungere un altezza di 15 cm Versare 200 ml d acqua nella bottiglia e raccogliere per gocciolamento l acqua gravitazionale in una capsula Petri posta sotto la bottiglia Valutazione della permeabilità Calcolare la differenza tra il volume d acqua versata e quello d acqua filtrata. Il volume ottenuto (acqua capillare) rappresenta percentualmente la capacità di campo: maggiore è la capacità di campo, più basso è il grado di permeabilità del campione del terreno Acidità del suolo Mettere 20 g di terreno in un bicchiere da 100 ml, aggiungere 50 ml di acqua e agitare per 30 minuti. Lasciare depositare il terreno, misurare il ph sul liquido sovrastante con una cartina indicatrice o con un phmetro, preferibilmente dopo 24 ore. Determinazione del calcare Mettere pochi grammi di terreno in una capsula Petri, aggiungere con un contagocce acido cloridrico 1N. In presenza di carbonato di calcio si osserva sviluppo di anidride carbonica per la seguente reazione chimica: H 2 O CaCO 3 + 2HCl CaCl 2 +H 2 O + CO 2 Effervescenza, CO 2 Cartina tornasole HCl 1N Determinazione della fertilità del terreno - presenza dei microelementi: azoto, fosforo e potassio (N, P, K) Ricerca dei fosfati solubili (PO 4 -- ) Mettere 10 g di terreno in un bicchiere e aggiungere 100 ml di acqua leggermente acidificata. Riscaldare, agitare per 15 minuti e filtrare. Ricerca dell azoto nitrico (NO 3 ) Mettere 2 ml di filtrato in una provetta e aggiungere ugual volume di acido solforico concentrato. Raffreddare e cautamente aggiungere una soluzione di solfato ferroso. In presenza di azoto nitrico si forma un anello bruno. Ricerca dell azoto ammoniacale (NH 4 + ) Mettere 2 ml di filtrato in una provetta, aggiungere eccesso di idrossido di sodio e riscaldare. I vapori che si liberano emettono l odore di ammoniaca ed esposti ad una cartina al tornasole la colorano di blu. Mettere 2 ml di filtrato in una provetta, acidificare con poche gocce di acido nitrico concentrato, aggiungere ugual volume di una soluzione di molibdato di ammonio e riscaldare. La formazione di un precipitato giallo indica la presenza dello ione fosfato. Ricerca del potassio (K + ) Mettere 2 ml di filtrato in una provetta, aggiungere una soluzione di acetato di sodio ed una soluzione di acido tartarico. La formazione di un precipitato bianco indica la presenza di potassio. 12

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