DESCRIZIONE DEL PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI SBR

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1 DESCRIZIONE DEL PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DE Ing. Salvatore Plano, HydroGea vision, e mail s.plano@hydrogeavision.it INTRODUZIONE Gli SBR (Sequencing Batch Reactors) rappresentano dei sistemi di trattamento biologici a flusso discontinuo, costituiti da un bacino in cui si sviluppano processi di ossidazione biologica e di sedimentazione e dal quale si provvede altresì all estrazione sia dell effluente depurato che dei fanghi di supero. Tali processi vengono condotti in tempi diversi, variando ciclicamente le condizioni di funzionamento dell impianto; operando opportunamente sui tempi delle varie fasi, si ripropone, di fatto, un processo a fanghi attivi, nel quale, però, le diverse fasi di processo si susseguono in sequenza temporale piuttosto che spaziale come negli impianti tradizionali. BREVE STORIA DEGLI SBR Nel 1914, Ardern e Lockett usarono nei loro esperimenti un protocollo di operazione costituito dalle seguenti fasi di trattamento e di seguito riportate: carico istantaneo; reazione aerata; sedimentazione; scarico Operazioni Time per 20% di fango Time per 40% di fango Fill React Settle Draw

2 La frazione del volume di scambio (VER), dato dal rapporto del volume di immissione e del volume massimo era di 3:1. Tali valori del VER sono usati negli impianti pilota e non a quelli in piena scala. Negli USA, sembra che i primi sistemi di trattamento a volume variabile sono stati usati nel 1915 in Milwaukee, Winsconsin con 6 h di ciclo costituito da un immissione di 60 min, una reazione aerata di 210 min, una sedimentazione di 60 min e uno scarico dell effluente depurato di 30 min. Tutti i sistemi fill and draw a piena scala comparsi tra il 1914 e 1920 provengono da una conversione di impianti convenzionali esistenti. L evoluzione dei trattamenti a volume variabile è dovuta a Irvine nel Irvine usa per prima il termine SBR per un reattore che è stato disegnato per un impianto a piena scala per il trattamento di acque di scarico industriale in Corpus Chiesti, Texas, USA. Sulla base di studi di laboratorio, Tennis e Irvine (1979) riportano come il rapporto del tempo di immissione sul tempo del ciclo è un parametro importante per la selezione di una biomassa costituita da fiocco formatori. Gli esperimenti effettuati durante il 1970 erano finalizzati a convertire l impianto a flusso continuo di Culver, Indiana in un impianto SBR (1980). PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DE Generalità Il liquame in ingresso entra nel reattore durante la fase di riempimento. I costituenti del liquame non vengono degradati durante la fase di immissione statica. Le reazioni aerobiche prendono inizio durante l immissione aerata e quelle anossiche e anaerobiche durante l immissione miscelata. In generale la durata di queste fasi dipende dalla portata di massa, dal substrato velocemente biodegradabile e dalla strategia di immissione. Le reazioni iniziate durante l immissione vengono completate durante le fasi di reazione miscelata e aerata. Le fasi di sedimentazione, scarico e pausa completano il ciclo. In un impianto SBR si possono distinguere otto diverse fasi di processo, che si svolgono in sequenza temporale: 2

3 1. riempimento statico; 2. riempimento miscelato; 3. riempimento aerato; 4. reazione miscelato; 5. reazione aerato 6. sedimentazione, 7. scarico 8. attesa. LE NUOVE FRONTIERE DELLA DEPURAZIONE Alcune fasi sono sempre presenti, come la sedimentazione e l estrazione, altre fasi di riempimento e di reazione, possono essere presenti anche parzialmente, in alcuni casi una fase può escludere l altra. DESCRIZIONE DELLE FASI DI TRATTAMENTO Riempimento statico (fase 1): il liquame viene immesso gradualmente fino al raggiungimento di un adeguata quota in vasca, senza mescolarlo con la miscela acqua-fango stazionante sul fondo della vasca. Questa modalità operativa è dovuta ad una specifica motivazione: si provvede ad accumulare un elevata quantità di substrato organico, prima che inizino sostanzialmente le reazioni biologiche, che si attivano con la successiva fase di miscelazione; in questo modo, si dispone inizialmente di un elevato fattore di carico organico (rapporto F:M) che assicura una funzione di selettore per lo sviluppo dei batteri non filamentosi, contribuendo così alla formazione di un fango con buone capacità di sedimentazione. Questa modalità, inoltre, si rende generalmente opportuna se immediatamente di seguito è prevista una fase di denitrificazione (che si attiva nella fase di miscelazione senza aerazione di cui immediatamente qui di seguito), che è favorita dall immediata disponibilità di un elevata quota di carbonio. 3

4 STASI immissione liquame miscelatore ² prelievo fango di supero (quando necessario) RIEMPIMENTO statico immissione liquame RIEMPIMENTO miscelato miscelatore ESTRAZIONE prelievo effluente 7 3 immissione liquame aria RIEMPIMENTO aerato miscelatore miscelatore 6 SEDIMENTAZIONE 5 REAZIONE aerato aria 4 REAZIONE miscelato Riempimento miscelato (fase 2): questa fase è prevista normalmente a valle della fase 1, anche se non mancano i casi in cui alla miscelazione si provvede direttamente non appena i liquami vengono immessi in vasca. La miscelazione è garantita da miscelatori dedicati presenti nel sistema, che vengono azionati in questa fase, oppure dagli stessi sistemi di aerazione, quando la distribuzione dell aria viene fatta tramite aeratori miscelatori ad aria pressurizzata (in questa fase si attiva la sola funzione di miscelazione, senza immettere l aria compressa). Per effetto della miscelazione del liquame, accumulato nella precedente fase 1, con i microrganismi presenti nella miscela acqua-fango, e del liquame che nel frattempo continua ad essere immesso, si attivano tutta una serie di reazioni: a) l ossigeno disciolto presente inizialmente nei liquami entranti, viene progressivamente ridotto dalla matrice carboniosa introdotta con il liquame, fino a essere totalmente consumato (in dipendenza della durata di questa fase); 4

5 b) una volta esaurito l ossigeno disciolto, si innescano reazioni anossiche, i nitrati presenti nella miscela originaria acqua-fango (e nel caso, anche se più raramente, nei liquami in ingresso), diventano fonte di alimentazione di ossigeno, e la loro concentrazione gradualmente decresce; nel frattempo, continua a crescere la concentrazione di substrato (BOD), che continua a essere immesso con i liquami che vengono via via introdotti. Prolungando questa fase, una volta esaurito anche l ossigeno combinato presente nei nitrati, da condizioni anossiche si passa a condizioni anaerobiche, con pertanto l innesco delle reazioni che stanno alla base della defosfatazione biologica. L andamento (qualitativo) del livello liquido e delle concentrazioni dei vari parametri in gioco in questa fase può essere seguito nello schema della figura successiva. Questa fase viene specificatamente adottata allorquando interessi realizzare la denitrificazione dei composti azotati, e nel caso anche la defosfatazione biologica. I tempi di questa fase sono normalmente dell ordine di 1 ora. livello liquido iniziale (dopo l'estrazione e il riempimento statico) inizio concentrazione di ossigeno disciolto livello liquido nitrati periodo "anossico" tempo del "riempimento miscelato" substrato (BOD) periodo "anaerobico" fine Andamento indicativo del livello liquido, delle concentrazioni di ossigeno disciolto, nitrati e substrato nella fase di riempimento miscelato 5

6 Riempimento aerato (fase 3): nella stessa fase di immissione del liquame grezzo, è prevista l attivazione del sistema di aerazione, che fornisce l ossigeno occorrente per lo sviluppo delle reazioni biologiche aerobiche di assimilazione del BOD, e di nitrificazione, che già in questa fase possono iniziare, se l obiettivo è quello di nitrificare (e nel caso di denitrificare); Reazione miscelata (fase 4): è una fase che nei piccoli impianti frequentemente manca, ma che può essere prevista per completare le reazioni di denitrificazione ed eventualmente anche di defosfatazione, avviene utilizzando il carbonio residuo a valle della reazione ossidativa 3, che può risultare tuttavia presente in quantità talmente limitate da rallentare le reazioni; l efficacia può essere potenziata, con un ulteriore fase di riempimento, immettendo, in questa fase, una quota di liquame grezzo, come viene ulteriormente precisato nella parte successiva. Reazione aerata (fase 5): si completano le reazioni aerobiche di ossidazione del BOD e di nitrificazione, già iniziate nella fase 3, spingendo la nitrificazione dei composti azotati ai valori richiesti. Sedimentazione (fase 6): la sedimentazione, che, come si è visto, può essere realizzata in situazioni ideali di assoluta tranquillità, richiede tempi dell ordine di 0,75 1 h, ponendosi in condizioni adeguatamente prudenziali. In condizioni di regime, nella vasca la miscela acquafango si trova alla concentrazione C a fissata ( mg/l); dopo la sedimentazione, la concentrazione si porta a valori che, prudenzialmente, possono essere calcolati dell ordine di mg/l, con conseguente proporzionale diminuzione del volume occupato dal fango. Estrazione (fase 7): viene gradualmente prelevato il surnatante, lasciando un adeguato livello di surnatante sopra il fango sedimentato sul fondo, in modo da mantenere un cuscino d acqua di protezione ed impedire richiami di fango nella fase di prelievo; tempo richiesto circa 0,75 ore. Stasi (fase 8): il sistema rimane stazionario, e in questa fase normalmente si provvede al prelievo e all allontanamento del fango di supero. Si tratta di una fase che inizialmente è opportuno che sia fissata dell ordine di 0,8 1 h, che può essere poi convenientemente ridotta, 6

7 quando, all atto pratico, risulti opportuno allungare convenientemente altre fasi, e quindi è una fase può essere tenuta in pratica di riserva. Come si è subito premesso, le varie fasi qui ipotizzate, con le relative durate, possono essere convenientemente modificate, a seconda delle particolari esigenze, senza problemi particolari, proprio per la massima elasticità che caratterizza il sistema. Il controllo dell intero sistema è realizzato mediante sensori di livello ed attuatori collegati ad un microprocessore che gestisce anche le pompe di alimentazione, di spurgo dei fanghi e l eventuale pompa di svuotamento. Ovviamente, la schematizzazione tra le diverse fasi non va interpretata in maniera rigida, potendosi talvolta verificare che due o più fasi si svolgano contemporaneamente oppure che si segua una sequenza un po differente da quella sopra indicata. Ad esempio, l allontanamento dei fanghi di supero può avvenire nella fase terminale del periodo di reazione oppure durante la fase di sedimentazione o di svuotamento o di attesa; le fasi di alimentazione e reazione possono essere diversamente gestite, alternando fasi di stasi a fasi di miscelazione e/o aerazione. Il tempo necessario per il completamento di tutte le fasi costituisce il tempo totale di processo e rappresenta il parametro fondamentale ai fini del dimensionamento degli SBR. A sua volta, la durata di ciascuna fase rappresenta il parametro equivalente al volume della fase stessa nel caso degli impianti convenzionali. La peculiarità degli SBR consiste nella possibilità che essi offrono di poter variare di volta in volta la durata dei tempi, a seconda delle reali esigenze di trattamento del refluo, quasi come se, continuando nel raffronto con gli impianti convenzionali, in questi ultimi si potesse modificare la configurazione geometrica e la proporzione tra i volumi dei singoli comparti. In definitiva, i sistemi SBR consentono di regolare l andamento del processo in funzione delle caratteristiche quantitative e qualitative del liquame influente, per cui possono considerarsi come impianti che funzionano in stato non stazionario controllato ; ciò a differenza di quanto si verifica, di solito, per gli impianti convenzionali, progettati considerando condizioni stazionarie, riferite al valore medio della portata influente ed alle sue caratteristiche qualitative medie. Seguendo tale criterio, in questi ultimi impianti, si verifica che le esigenze dettate dalle punte di portata e di carico impongono, necessariamente, un incremento dei volumi, con ovvie conseguenze sui costi d investimento; per di più, accade che l impianto risulta, per buona parte del tempo, sottoalimentato, con ulteriori aggravi sui costi, dovuti agli 7

8 sprechi energetici e alla possibilità di malfunzionamenti, quali lo sviluppo di fenomeni di bulking filamentoso e le disfunzioni nel processo di rimozione biologica del fosforo in condizioni di basso carico organico. Gli SBR, inoltre, lavorano in presenza di concentrazioni di substrato sempre maggiori (al massimo uguali) di quelle degli impianti tradizionali, per cui sono caratterizzati da volumi complessivamente più ridotti. COMPARAZIONE TRA SISTEMI A FLUSSO CONTINUO E SISTEMI SBR Le effettive operazioni svolte in un impianto di tipo biologico sono quelle finalizzate a selezionare una comunità microbica in grado di costituirsi in fiocchi di biomassa senza formazione di batteri filamentosi, di produrre un fango ben sedimentabile. Le azioni svolte dalla biomassa sono: conversione di sostanze solubili e colloidali all interno della massa cellulare; ossidazione e nitrificazione; denitrificazione; rimozione del fosforo. La crescita compatta, la buona sedimentabilità della biomassa e il controllo dei batteri filamentosi sono i fattori critici per il buon funzionamento di un impianto di trattamento. Chudoba et al (1973) dimostrano con i loro esperimenti che le operazioni cicliche sfavoriscono la crescita di batteri filamentosi. Attraverso i loro esperimenti essi mostrano che il bulking filamentoso può essere ridotto quando gli organismi sono periodicamente esposti a alte e basse concentrazioni di substrato. Chiesa e Irvine (1985) confermano i risultati ottenuti da Chudoba Wildener e Schroeder (1986) illustrano che la buona sedimentabilità del fango si ha quando i microrganismi sono regolarmente esposti a condizioni di feast e a seguire un lungo periodo di famine. Gli impianti a flusso continuo sono disegnati in base al tempo di residenza idraulica HRT e carico organico C f. Spesso gli impianti di tipo convenzionale risultano sovradimensionati per permettere la rimozione degli inquinanti durante il periodo di alto carico idraulico e organico, 8

9 che si verificano per alcuni giorni all anno. Inoltre, una volta realizzato l impianto, risulta difficile potere modificare le condizione del processo durante la gestione. I sistemi SBR permettono di variare la durata di ogni ciclo. Inoltre possono essere modificati la durata di ogni fase che costituiscono il ciclo. E possibile ancora modificare la velocità di crescita dei microrganismi in funzione del tempo di durata del tempo di immissione T f /T c STRATEGIE DI GESTIONE A seconda degli obiettivi depurativi da conseguire, i sistemi SBR possono essere condotti scegliendo in modo opportuno la sequenza dei periodi di aerazione ed anossia durante le diverse fasi che compongono il ciclo ed in particolare durante quelle di riempimento e reazione. A tale scopo, è sicuramente interessante l analisi proposta da Ketchum (1997), di cui sono riportati i risultati di maggior rilievo. Rimozione del COD e dei solidi sospesi con bassi consumi energetici o ridotta produzione di fango Questo obiettivo è stato raggiunto da Irvine et al. (1985) mediante un breve periodo di riempimento statico seguito da riempimento miscelato, in modo da consentire una breve fase anossica con cui è possibile limitare la formazione di batteri filamentosi che potrebbero dar luogo a problemi in fase di sedimentazione. Successivamente, un ulteriore fase di riempimento aerato e la reazione aerata permettono di rimuovere il COD. Grazie alla notevole flessibilità del trattamento SBR è possibile scegliere se minimizzare i consumi energetici o la produzione di fango di supero. Il primo scopo è poraggiungibile prolungando i periodi di alimentazione statica e miscelato in modo da utilizzare i nitrati come accettori di elettroni nell ossidazione della sostanza organica, riducendo di conseguenza la durata della fase aerata. Qualora invece si voglia conseguire una più bassa produzione di fango, è opportuno prolungare la fase aerata del riempimento rendendo il sistema SBR molto simile a un sistema a flusso continuo con aerazione prolungata con digestione aerobica del fango. 9

10 Rimozione del COD, dei solidi sospesi e dell azoto ammoniacale L ossidazione biologica dell azoto ammoniacale nei sistemi SBR, in aggiunta alla rimozione di sostanza organica e di solidi sospesi, è ottenibile tramite aumento della fase aerata dei periodi di riempimento e di reazione. Rimozione del COD, dei solidi sospesi e dell azoto nitrico Questo tipo di trattamento è realizzabile con una gestione simile a quella descritta nei punti sopra riportati, aggiungendo un breve periodo di sola miscelazione al termine della fase di reazione aerata, seguito da un ulteriore breve periodo di aerazione. La rimozione miscelata permette il verificarsi delle condizioni atossiche favorevoli alla riduzione dei nitrati formatisi dopo il riempimento aerato e la reazione aerata. L ulteriore fase di aerazione che precede la sedimentazione dei solidi sospesi è finalizzata all ossidazione del substrato organico. VARIE APPLICAZIONI DE Quattro generici gruppi di SBR possono essere individuati, ciascuno caratterizzato da una specifica strategia di carico, di reazione e della fase di pausa. Questi generici gruppi sono di seguito riportati: 1. sistema con influente periodico, una fase di reazione e una fase di pausa; 2. sistema con influente periodico, una fase di reazione e senza fase di pausa, 3. sistema con influente discontinuo, un selettore, senza fase di reazione e una fase di pausa; 4. sistema con influente continuo; Sistema con influente discontinuo, un selettore, senza fase di reazione e una fase di pausa; La figura che segue mostra lo schema di un impianto tipo CASS (Cyclic Activated Sludge System) e un esempio di ciclo di trattamento (denitro-nitro). 10

11 ingresso liquame (intermittente sulla singola vasca) 1 2 bacino 1 3 ricircolo fango sfioratore azionato meccanicamente 1 setto di separazione effluente A 2 3 bacino 2 riempimento riempimento statico riempimento aerato sedimentazione estrazione B ricircolo miscela acqua-fango ciclo Impianto SBR tipo CASS: A) schema planimetrico (2 vasche): 1) zona di contatto; 2) zona secondaria; 3) zona di ossidazione; B) tipico ciclo di trattamento (con denitro-nitro). L impianto, che viene alimentato in modo discontinuo sulla singola vasca, secondo il tipico schema SBR, ha una configurazione mirata al controllo della crescita dei batteri filamentosi, con la realizzazione di una zona iniziale (zona I di contatto) che ha la funzione di selettore ad alto carico, per favorire lo sviluppo dei batteri fioccoformatori. Questa funzione viene favorita dal ricircolo del fango che, nel periodo di reazione, dalla zona di ossidazione viene riportato nella zona di contatto. In questo modo si ottiene una maggiore efficienza nel raggiungimento della funzione di selettore per il controllo dei filamentosi. Sistema con influente continuo La figura che segue mostra lo schema di un impianto tipo ICEAS (ntermittent Cycle Extended Aeration System) 11

12 comparto di pre-reazione ingresso liquame (continuo) setto di separazione effluente (intermittente) A riempimento riempimento aerato riempimento miscelato sedimentazione estrazione B ciclo La caratteristica tipica di questo schema, è che l alimentazione (riempimento) è di tipo continuo, anche durante la fase di sedimentazione e di estrazione, quando i liquami entranti sono opportunamente orientati verso il fondo della vasca, tramite il setto di separazione, in modo da ridurre al minimo le interferenze idrauliche e i rischi di risalita di liquami non trattati nella fase di estrazione. Nel caso del ciclo di figura, nella fase di riempimento miscelato, che viene prevista a valle della fase aerata di nitrificazione, avviene la fase di denitrificazione per la quale il carbonio occorrente viene fornito dal liquame stesso, che continua ad essere immesso. Può essere prevista anche la denitrificazione e la defosfatazione, con cicli di trattamento analoghi a quelli generali visti per i sistemi SBR. 12

13 VANTAGGI DE LE NUOVE FRONTIERE DELLA DEPURAZIONE I sistemi SBR hanno trovato vasta applicazione, soprattutto all'estero, per il trattamento delle acque reflue di piccole comunità (soprattutto costiere, per le quali la rimozione dei nutrienti assume importanza rilevante per il controllo dell eutrofizzazione) oppure per il trattamento di reflui industriali. In molti casi tali sistemi sono stati realizzati operando una semplice riconversione di impianti tradizionali a fanghi attivi o di fosse settiche già esistenti. Tale applicazione è stata senz altro favorita dalla semplicità impiantistica e dalla flessibilità di tali sistemi, che consentono un loro rapido ed efficace adattamento alle più svariate condizioni. In sintesi, le caratteristiche peculiari dei reattori SBR possono riassumersi come di seguito: elevata resistenza ad eventuali shock dovuti ad improvvisi innalzamenti del carico organico, in virtù della natura stessa di tali reattori e della presenza, a monte di essi, di una vasca di equalizzazione; semplificazione dal punto di vista impiantistico, essendo riunite in un unico bacino tutte le diverse fasi che compongono un tradizionale impianto a fanghi attivi, compresa quella di sedimentazione; semplicità gestionale e affidabilità del processo, grazie alla possibilità di un controllo automatico di tutte le pompe (di alimentazione, di spurgo dei fanghi e di scarico fanghi/effluente) mediante un sistema a microprocessore e timer, collegato ad una serie di sensori di livello e/o anche di parametri fisico chimici caratteristici; flessibilità del processo, grazie alla possibilità di modificare con facilità la durata delle diverse fasi e di ottenere una buona efficacia depurativa anche in condizioni non stazionarie. Tale aspetto è particolarmente rilevante nel caso di reflui industriali, caratterizzati da una continua variabilità della loro composizione. Particolarmente importante ai fini del rendimento depurativo ottenibile, risulta la possibilità di variare la durata della fase di sedimentazione in funzione delle caratteristiche di sedimentabilità del fango. Peraltro, la sedimentazione avviene in condizioni di completa quiete, con velocità ascensionale nulla, per cui non possono formarsi vie preferenziali (short circuiting), come frequentemente accade nelle unità di sedimentazione a flusso continuo. Inoltre, considerata la superficie di sedimentazione, il carico di solidi per unità di superficie 13

14 risulta estremamente ridotto, consentendo la rimozione anche delle particelle più difficilmente sedimentabili. La flessibilità di funzionamento va sottolineata anche per la fase di reazione, che può essere modificata variando semplicemente i tempi di durata e le modalità di conduzione. Essa può essere infatti condotta in ambienti con caratteristiche differenti, consentendo, di volta in volta, la rimozione: della sola sostanza organica, anche dell azoto (nitrificazione/denitrificazione), anche del fosforo. É possibile così perseguire una gestione ottimale delle risorse utilizzate nella depurazione, secondo una logica ispirata a criteri di controllo sostenibile degli inquinanti. assenza di ricircoli (sia di fanghi che di miscela aerata): tale caratteristica consente, in primo luogo, di utilizzare molto efficacemente la sostanza organica per la denitrificazione, di importanza decisiva nel caso di reflui con bassi rapporti COD/N. Inoltre, l assenza di pompe di ricircolo comporta un chiaro vantaggio dal punto di vista economico. maggiore efficienza di trasferimento dell ossigeno in vasca nella fase di aerazione, dal momento che durante le fasi di alimentazione e di reazione, sia anossiche che anaerobiche, la concentrazione di ossigeno disciolto diminuisce fino a valori prossimi allo zero. Numerosi autori riportano efficienze di trasferimento dell ordine del 10 30%. migliori caratteristiche di sedimentabilità della biomassa, in virtù della selezione microbica che si ottiene a seguito dell alternarsi di fasi anossiche, anaerobiche ed aerobiche. Anche se non è possibile affermare con assoluta certezza che tali condizioni di processo sfavoriscono, in tutti i casi, la crescita di batteri filamentosi, esistono evidenze sperimentali che dimostrano la elevata sedimentabilità (SVI < 80cc/g) e resistenza agli shock meccanici del fango attivato di sistemi SBR. maggiore possibilità di comprensione dei processi biologici in atto, infatti la reazione batch consente di determinare con semplicità le cinetiche di rimozione degli inquinanti. La reazione batch, inoltre, permette di sfruttare cinetiche più elevate grazie alle alte concentrazioni di partenza degli inquinanti (aumenta la velocità di diffusione del substrato nei fiocchi di fango), il che rende i sistemi SBR particolarmente idonei al trattamento di reflui ad alta concentrazione. 14

15 ESEMPIO DI IMPIANTO SBR TIPO ICEAS compressori aria setto di separazione pompa fango di supero galleggiante di alto livello verso l'accumulo e lo smaltimento del fango sistema di sfioro con attuatore ingresso liquame pozzetto di ripartizione effluente A valvola di regolazione dell'aria pannello di controllo comparto di pre-reazione diffusori di aria pompa fango di supero sistema di sfioro attuatore tubazione di scarico effluente finale setto di separazione comparto di pre-reazione miscelatore pozzetto di uscita B ingresso liquame diffusori a bolle fini collettore diffusori compressori aria valvola di controllo automatico dell'aria tubazione di trasporto aria ai bacini calata di trasporto aria compressa 15

16 BIBLIOGRAFIA LE NUOVE FRONTIERE DELLA DEPURAZIONE - Andreottola G., Guglirmi G. (2000), Generalità del processo SBR e criteri di dimensionamento - Ragazzi M. (2000), Applicazioni impiantistiche del processo SBR a biomassa sospesa - Peter A. Wilderer, Robert Irvine, Goronszy Sequencing Batch Reactor Tecnology, Standard Scientific and Technical Report n 10, IWA - Sequencing Batch Reactor Technology II (Selected Proceedings of the 2nd IWA Interbational Conference on Sequencing Batch Reactor Technology, held in Narbonne, France, July 2000) 16

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