SPECIALI OSSERVATORI PER IL MONITORAGGIO DEL CREDITO

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1 SPECIALI OSSERVATORI PER IL MONITORAGGIO DEL CREDITO Prefettura di Catanzaro 28 Aprile 2010

2 ANDAMENTO DEL CREDITO IN ITALIA

3 La crisi, che in un primo momento aveva investito principalmente i mercati finanziari, con il passare del tempo ha avuto un forte impatto sull economia reale, generando un marcato deterioramento delle attività produttive dei principali paesi industrializzati. Tale fase recessiva si è inevitabilmente riflessa in una carenza di domanda aggregata che ha investito tutti i diversi segmenti di clientela e settori produttivi. La fase di forte rallentamento ciclico, unitamente al dilagare della crisi finanziaria internazionale si è inevitabilmente riflessa sull evoluzione delle principali grandezze del bilancio bancario. Rispetto agli altri mercati bancari il nostro sistema è risultato, tuttavia, meno colpito dalla crisi finanziaria internazionale. Una delle principali motivazioni risiede nella diversa struttura dell attivo delle banche italiane - grazie ad un modello di intermediazione orientato prevalentemente verso attività di raccolta e di prestito al dettaglio (vs. imprese e famiglie) e meno impegnate negli investimenti in attività finanziarie, e specificatamente in titoli con attività sottostanti costituite da mutui per acquisto di abitazioni - e del passivo, con una maggiore connessione con funding tradizionale (depositi e obbligazioni). Il credito in Italia è, comunque, rallentato in tutti i settori di attività economica: la dinamica su base annua dei finanziamenti alle imprese non finanziarie è risultata a gennaio 2010 prossima al -3% dal +6,3% di gennaio Alla stessa data, la variazione tendenziale dei finanziamenti alle famiglie produttrici è stata pari a circa il +2% (-1,5% a gennaio 2009). Da un confronto internazionale sulla base dei dati Bce, emerge come nell ultimo anno si sia registrato un rallentamento nella dinamica del totale dei finanziamenti alle imprese sia nella media dell Area Euro, passata da circa il +9% di gennaio 2009 a -3,8% di gennaio 2010, che nei principali Paesi europei: Spagna (da +6% a -4,6%), la Francia (da +10,4% a -3,4%), l Olanda (da +10% a +3,6%). In Germania si è passati da +9,5% a -5,2%. La quota dell Italia sul totale Area Euro per quanto concerne i finanziamenti alle imprese non finanziarie si è consolidata negli ultimi anni, posizionandosi al 18,3%, a fronte di un incidenza dell Italia in termini di Pil di circa il 17%. In definitiva, gli impieghi alle imprese in Italia continuano a mostrare una sostanziale tenuta, un fatto non trascurabile tenuto conto della grave recessione che sta attraversando l economia italiana. Non sembra, quindi, esserci un pericolo di credit crunch, cioè di un eccessiva e anomala contrazione dell offerta di credito più ampia rispetto a quanto sperimentato nelle normali fasi negative del ciclo economico. Giova rammentare, al riguardo, che il rallentamento degli impieghi si sta verificando in un periodo in cui la produzione delle imprese è crollata: un importante indicatore del ciclo economico, quale è l indice della produzione industriale, ha conosciuto un trend decisamente negativo. Mediamente nel 2009 l indice ha fatto registrare una variazione del -17,5% rispetto al 2008, un valore ben al di sotto del tasso di crescita tendenziale medio dell ultimo decennio (-1,2%).

4 Negli ultimi mesi le imprese hanno ridotto i propri piani di investimento: secondo quanto emerge dall ultima Bank Lending Survey di gennaio 2010 circa l importanza relativa dei fattori sottostanti alla domanda di prestiti e linee di credito, l esigenza di fondi per investimenti fissi ha segnato in Italia, ancora nel quarto trimestre del 2009, un saldo percentuale negativo pari al -25%, (62,5% nel quarto trimestre del 2008 e -37,5% nel terzo trimestre del 2009, dopo aver toccato il punto di minimo nel primo trimestre del 2009: -87,5%); stessa dinamica si riscontra con riguardo alla domanda di finanziamenti per scorte e capitale circolante, mentre risulta rilevante solamente la richiesta di prestiti a fini di ristrutturazione del debito. Dalla citata Bank Lending Survey emerge anche come nel quarto trimestre del 2009 la percezione del rischio sia in assestamento dopo gli altri livelli raggiunti nei primi tre trimestri del 2009 ed a fine sia in termini di attese riguardo all attività economica in generale (-12,5%, dal 100% di un anno prima), sia in termini di prospettive relative a particolari settori o imprese (0%, dall 87,5%), che con riguardo ai rischi sulle garanzie (0%, dal 50% di un anno prima). Nel corso del 2009 ed all inizio del 2010 la qualità degli attivi bancari ha manifestato un netto peggioramento, quale principale effetto della debolezza del quadro economico reale. A gennaio 2010 le sofferenze lorde hanno raggiunto quasi i 60 miliardi di euro, 17,5 miliardi in più rispetto a gennaio 2009 (+41,4% la variazione annua). In rapporto agli impieghi esse risultano pari al 3,34% a gennaio 2010, in forte crescita dal 2,40% di gennaio 2009.

5 ANDAMENTO DEL CREDITO NELLA REGIONE CALABRIA

6 Economie regionali L'andamento del credito in Calabria nel quarto trimestre del 2009 Catanzaro aprile

7 L andamento del credito in Calabria nel quarto trimestre del 2009 La nota è stata redatta dalla Filiale di Catanzaro della Banca d Italia Largo Serravalle, Catanzaro tel Il finanziamento dell economia Nell ultimo trimestre del 2009 il credito bancario complessivamente erogato in regione, corretto per l effetto contabile delle cartolarizzazioni, ha mantenuto un ritmo di espansione analogo a quello del trimestre precedente: a dicembre il tasso di crescita dei prestiti bancari si è attestato al 2,5 per cento (2,6 per cento a settembre 2009; tav. a1), un valore al di sopra della media nazionale. Il credito erogato alle imprese è risultato in calo (-2,3 per cento; fig.1 e tav. a1); tale dato risulta sostanzialmente in linea con la contrazione registrata nel trimestre precedente che, al netto di operazioni straordinarie di riclassificazione settoriale della clientela, sarebbe stata del 2,2 per cento circa. La diminuzione dei prestiti alle imprese ha interessato sia quelle di minori dimensioni (-2,9 per cento) che quelle più grandi (-2,4 per cento; tav. a2); mentre per le prime il tasso di contrazione è aumentato rispetto al trimestre precedente (-0,9 per cento a settembre 2009), per le seconde, al netto delle suddette operazioni straordinarie di riclassificazione, è diminuito (-3,0 per cento a settembre 2009). Figura 1 Andamento dei prestiti bancari (1) (variazioni percentuali sui 12 mesi; dati corretti per le cartolarizzazioni) 20,0 20,0 15,0 15,0 10,0 10,0 5,0 5,0 0,0 0,0 Famiglie consumatrici Imprese -5,0-5,0-10, ,0 Fonte: Elaborazioni su dati Banca d Italia. (1) I prestiti non includono le sofferenze e i pronti contro termine. A partire da ottobre 2007 i dati comprendono le segnalazioni della Cassa Depositi e Prestiti. Le variazioni sono calcolate senza tenere conto degli effetti di riclassificazioni, variazioni del cambio e altre variazioni non derivanti da transazioni; la correzione per le cartolarizzazioni è basata su stime dei rimborsi dei prestiti cartolarizzati. Per le definizioni cfr. nell Appendice della Relazione Annuale la sezione: Note metodologiche.

8 Nel settore manifatturiero si è registrata una contrazione dei prestiti pari al 6,5 per cento (-5,7 per cento a settembre 2009), mentre il credito concesso alle imprese del settore delle costruzioni ha fatto segnare un calo dell 1,8 per cento dopo la decelerazione dei tre trimestri precedenti (tav. a2); al contrario, i prestiti alle imprese dei servizi sono cresciuti dello 0,7 per cento rispetto alla fine del Il credito erogato alle famiglie consumatrici ha accelerato rispetto al trimestre precedente (dal 5,7 al 6,7 per cento; fig. 1 e tav. a1). A dicembre del 2009 i tassi di interesse sui prestiti a breve termine sulle operazioni in essere verso la clientela residente, pari al 7,2 per cento, sono risultati in aumento rispetto al dato di fine settembre (6,6 per cento; tav. a6) e più elevati di quelli registrati a livello nazionale; il tasso annuo effettivo globale (TAEG) sui nuovi prestiti a medio e a lungo termine si è ridotto al 3,5 per cento dal 3,8 per cento di settembre. Nella media dei quattro trimestri terminanti a dicembre 2009 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in regione, pari al 2,4 per cento, è lievemente diminuito rispetto al trimestre precedente, ma si è mantenuto su livelli più elevati rispetto alla media nazionale; il tasso di ingresso in sofferenza della componente relativa alle imprese (3,3 per cento; tav. a3) è risultato inferiore al livello registrato nel trimestre precedente (3,6 per cento). I depositi bancari A dicembre del 2009 il tasso di crescita dei depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese è sceso al 2,0 per cento, un dato inferiore rispetto a quello dei tre trimestri precedenti e a quello medio nazionale; la componente relativa alle famiglie consumatrici ha continuato il rallentamento rilevato per tutto il 2009 (tav. a4). Alla fine del 2009 operavano in regione 40 banche, mentre quelle con sede in Calabria erano aumentate a 21 per la costituzione di una banca popolare. Il numero complessivo di sportelli era pari a 530, di questi 253 erano di pertinenza di intermediari bancari con sede in regione (tav. a5). 3

9 APPENDICE STATISTICA Tavola a1 Prestiti bancari (1) (variazioni percentuali sui dodici mesi) Totale (2) PERIODI di cui: famiglie consumatrici (3) imprese (4) Mar ,4 7,5-0,5 (*) Giu ,9 5,8-3.4 (*) Set ,6 5,7-5.2 (*) Dic ,5 6,7-2,3 Fonte: Elaborazioni su dati Banca d Italia. (1) Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte e corretti per le cartolarizzazioni; la correzione per le cartolarizzazioni è basata su stime dei rimborsi dei prestiti cartolarizzati. Le variazioni sono calcolate senza tenere conto degli effetti di riclassificazioni, variazioni del cambio e altre variazioni non derivanti da transazioni. I dati comprendono le segnalazioni della Cassa Depositi e Prestiti, la cui inclusione contribuisce a spiegare eventuali scostamenti dei dati rispetto a quelli precedentemente pubblicati. (2) Include le Amministrazioni pubbliche (compreso il Tesoro dello Stato), le società finanziarie e assicurative, le imprese e le famiglie consumatrici. (3) Sono incluse anche le istituzioni sociali private e le unità non classificabili. (4) Le imprese includono le società non finanziarie e le famiglie produttrici. (*) Il dato risente di operazioni straordinarie. Prestiti bancari alle imprese per settore di attività economica e dimensione (1) (variazioni percentuali sui dodici mesi) Totale Tavola a2 PERIODI industria manifatturiera di cui: costruzioni servizi meno di 20 addetti (2) altre imprese (3) Mar ,6 (*) 0,0 11,6-4,9 (*) 1,4-1,8 (*) Giu ,5 (*) -6,2 7,6-6,0 (*) -0,7-5,0 (*) Set ,2 (*) -5,7 4,0-7,5 (*) -0,9-7,6 (*) Dic ,5-6,5-1,8 0,7-2,9-2,4 (1) Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte. I dati non sono corretti per le cartolarizzazioni, non tengono conto degli effetti di riclassificazioni, variazioni del cambio e altre variazioni non derivanti da transazioni e non comprendono le segnalazioni della Cassa Depositi e Prestiti. Le imprese includono le società non finanziarie e le famiglie produttrici. (2) Imprese individuali, società semplici, di fatto, in accomandita semplice e in nome collettivo con numero di addetti inferiore a 20. (3) Imprese individuali, società semplici, di fatto, in accomandita semplice e in nome collettivo con numero di addetti almeno pari a 20, società di capitali, cooperative e altre tipologie giuridiche (ad es. consorzi) per l esercizio di attività di impresa. (*) Il dato risente di operazioni straordinarie. 4

10 Tavola a3 Flusso di nuove sofferenze per settore di attività economica (1) (dati riferiti ai 12 mesi che terminano nel periodo indicato, in percentuale dei prestiti) PERIODI Totale (2) di cui: famiglie consumatrici di cui: imprese (3) Mar ,0 1,2 2,7 Giu ,2 1,4 3,1 Set ,5 1,6 3,6 Dic ,4 1,6 3,3 Fonte: Elaborazioni su dati Banca d Italia. (1) Flusso delle sofferenze rettificate nel trimestre in rapporto alle consistenze dei prestiti non in sofferenza rettificata in essere all inizio del periodo (non corretti per le cartolarizzazioni e non comprendenti le segnalazioni della Cassa Depositi e Prestiti). I dati si riferiscono alla residenza della controparte, le nuove sofferenze rettificate sono tratte dalle segnalazioni alla Centrale dei rischi. I dati sono calcolati come medie dei quattro trimestri terminanti in quello di riferimento. (2) Include le Amministrazioni pubbliche, le società finanziarie e assicurative, le imprese e le famiglie consumatrici (3) Includono le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Depositi bancari (1) (variazioni percentuali sui dodici mesi) SETTORI Mar Giu Set Dic Tavola a4 Totale imprese e famiglie consumatrici 5,2 5,8 4,2 2,0 di cui: famiglie consumatrici 7,0 6,6 5,5 2,1 Fonte: elaborazioni su dati Banca d Italia. (1 ) Dati di fine periodo riferiti alla residenza della controparte. Struttura del sistema finanziario (dati di fine periodo, unità) VOCI (1) Tavola a5 Banche in attività di cui: con sede in regione: banche spa (2) banche popolari banche di credito cooperativo filiali di banche estere Sportelli operativi di cui: di banche con sede in regione Comuni serviti da banche Fonte: Archivi anagrafici degli intermediari. Cfr. nell Appendice della Relazione Annuale la sezione: Note metodologiche. (1) Dati aggiornati al 16 marzo (2) Inclusi gli istituti centrali di categoria e di rifinanziamento. 5

11 Tavola a6 Tassi di interesse bancari (1) (valori percentuali) VOCI Mar Giu Set Dic Tassi attivi (2) Prestiti a breve termine (3) 8,35 7,21 6,57 7,22 Prestiti a medio e a lungo termine (4) 4,89 4,13 3,77 3,46 Tassi passivi Conti correnti liberi (5) 0,68 0,38 0,26 0,23 Fonte: Rilevazioni sui tassi di interesse attivi e passivi. (1) Dati riferiti alla residenza della controparte e alle operazioni in euro. (2) Tassi effettivi riferiti ai finanziamenti per cassa erogati a favore della clientela ordinaria segnalata alla Centrale dei rischi nell ultimo mese del trimestre di riferimento. Le informazioni sui tassi attivi sono rilevate distintamente per ciascun cliente: sono oggetto di rilevazione i finanziamenti per cassa concessi alla clientela ordinaria relativi a ciascun nominativo per il quale, alla fine del trimestre di riferimento, la somma dell accordato o dell utilizzato segnalata alla Centrale dei rischi sia pari o superiore a euro. (3) Dati riferiti ai rischi autoliquidanti e ai rischi a revoca. (4) Tasso di interesse annuo effettivo globale (TAEG) relativo alle operazioni non agevolate accese nel trimestre con durata superiore a un anno. (5) I tassi passivi (al lordo della ritenuta fiscale) si riferiscono alle operazioni di deposito in conto corrente di clientela ordinaria, in essere alla fine del trimestre di rilevazione. Includono anche i conti correnti con assegni a copertura garantita. Segni convenzionali: il fenomeno non esiste;... il fenomeno esiste, ma i dati non si conoscono. N.B.: Se non diversamente indicato, scostamenti dei dati rispetto a quelli precedentemente pubblicati sono riconducibili a rettifiche nelle segnalazioni da parte degli intermediari. 6

12 INTERVENTI IN FAVORE DELLE IMPRESE

13 AVVISO COMUNE PER LA SOSPENSIONE DEI DEBITI DELLE PMI MONITORAGGIO Alla data del 25 marzo 2010 le banche e intermediari finanziari che hanno aderito all Avviso comune sono 584, pari a sportelli (il 98,3% del totale sportelli presenti in Italia). Ai sensi del Punto 8 dell Avviso comune è stato definito un apposito meccanismo di monitoraggio delle operazioni effettuate. La quinta segnalazione, riferita alle operazioni effettuate sino al mese di febbraio 2010, si è conclusa alla fine di marzo. Delle banche e società aderenti all Avviso Comune, 558 hanno segnalato le specifiche informazioni previste dal monitoraggio (99,4% del totale attivo degli aderenti all iniziativa). In sintesi, i dati relativi alle richieste pervenute fino al 28 febbraio 2010, evidenziano che: le PMI hanno presentato domande di sospensione; le domande hanno riguardato operazioni per un valore complessivo di debito residuo pari a 47,6 miliardi di euro; in questo periodo di applicazione, sono state analizzate domande per un controvalore di 45,4 miliardi di euro; sono state accolte domande per un controvalore (debito residuo o posticipato) di 35,9 miliardi di euro per una quota capitale sospesa pari a circa 9 miliardi di euro; sono state considerate non ammissibili, perché non in linea con le condizioni previste dall Avviso, domande per un controvalore di 1,2 miliardi di euro. L analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell impresa richiedente, evidenzia che: il 54,1% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia; il 30,1% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Centro Italia; il 15,8% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Sud Italia. La prossima segnalazione riferita al periodo 1 marzo-31 marzo 2010 sarà pubblicata all inizio del mese di maggio 2010.

14 MONITORAGGIO NELLA REGIONE CALABRIA Nella Regione Calabria, al 28 febbraio 2010, il numero delle operazioni sospese ammontano a per un ammontare di quota capitale sospesa pari a 171 milioni di euro. AVVISO COMUNE SOSPENSIONE DEBITI PMI: MONITORAGGIO OPERAZIONI FINO AL 28/02/2010 Operazioni: mutui e leasing (immobiliare e mobiliare) Totale nazionale: quota capitale sospesa circa 9 mld di euro, operazioni 2

15 CONVENZIONE ABI CDP PER IL FINANZIAMENTO DELLE PMI Al fine di favorire un maggiore afflusso di risorse a medio/lungo termine (per operazioni di durata superiore a 12 mesi) verso le piccole e medie imprese, l ABI e la Cassa Depositi Prestiti S.p.A. hanno sottoscritto due distinte Convenzioni attraverso cui la CDP mette a disposizione del sistema bancario un plafond complessivo pari a 8 miliardi di euro. La prima Convenzione, sottoscritta il 28 maggio 2009, ha regolato l'utilizzo della prima tranche di 3 miliardi di euro messa a disposizione del sistema bancario fino al 28 febbraio 2010; la successiva Convenzione, del 17 febbraio 2010, definisce i criteri di ripartizione e di impiego della seconda tranche di 5 miliardi di euro, aumentata della porzione della prima tranche rimasta inutilizzata (circa 1,5 miliardi). Tali risorse sono canalizzate per il tramite del canale creditizio. Le imprese, per accedere ai finanziamenti, dovranno rivolgersi ad una delle banche aderenti all iniziativa. In conseguenza del miglioramento delle condizioni generali del mercato, il 6 aprile scorso Cassa Depositi e Prestiti ha ridotto il costo della provvista messa a disposizione delle banche, differenziato per durata (3, 5 o 7 anni), tipo di pre-ammortamento prescelto (breve o lungo) e Tier 1 Ratio della banca (superiore al 7% ovvero inferiore o uguale al 7%). La riduzione del costo del funding CDP potrà accelerare l adesione del sistema bancario alla nuova Convenzione. MONITORAGGIO Prima Tranche Plafond CDP (Convenzione ABI CDP x PMI - 28 maggio 2009) Al 28 febbraio 2010 (termine ultimo per le richieste di utilizzo a valere sulla prima tranche di 3 miliardi del Plafond CDP) hanno aderito alla prima Convenzione 172 banche, sottoscrivendo contratti di finanziamento con CDP per un ammontare complessivo pari a circa 2 miliardi di euro, messi a disposizione dalla Cassa sulla base delle Quote di Mercato delle banche aderenti. Per quanto concerne i finanziamenti erogati da CDP alle banche e da queste ultime alle PMI, sono stati erogati finanziamenti per un ammontare pari a circa 1,5 miliardi di euro. Seconda Tranche Plafond CDP (Convenzione ABI CDP x PMI 17 febbraio 2010) Dal 1 Marzo 2010, che rappresenta la data di entrata in vigore della nuova Convenzione, al 22 aprile hanno sottoscritto (direttamente ovvero tramite ICCREA) contratti di finanziamento con la CDP 6 banche/gruppi bancari per un ammontare pari a circa il 3% del Plafond di 4,5 miliardi, rappresentativo delle prime due quote della seconda tranche, messo in questa fase a disposizione degli intermediari bancari.

16 La CDP ha peraltro in corso di definizione contratti di finanziamento con altre 6 banche per un ammontare pari a circa il 44% del suddetto Plafond. Nel complesso, considerando i contratti siglati e quelli in fase di istruttoria, la quota richiesta dalle banche sul Plafond di 4,5 miliardi di euro arriverebbe a oltre il 47%; quota che può essere ritenuta più che soddisfacente considerati i tempi tecnici necessari da parte del sistema bancario per analizzare la contrattualista relativa alla nuova iniziativa.

17 ACCORDO QUADRO ABI-SACE Con l obiettivo di favorire l accesso al credito da parte delle imprese, attraverso l innalzamento del merito creditizio complessivo delle operazioni di finanziamento delle stesse, il 30 giugno 2009, ABI e SACE (Società di Assicurazione del Commercio Estero) hanno siglato un Accordo Quadro che disciplina la concessione di garanzie su: 1. anticipazioni bancarie su crediti vantati dalle piccole e medie nonché dalle grandi imprese nei confronti della pubblica amministrazione; 2. finanziamenti erogati alle PMI mediante la provvista CDP. Si riporta di seguito l elenco aggiornato delle banche aderenti: Banca Internazionalizzazione PMI Crediti PA Funding CDP Banca Pop Friuladria Perfezionata Perfezionata Monteparma Perfezionata Perfezionata Perfezionata ICCREA Perfezionata Perfezionata Perfezionata BPER Perfezionata Perfezionata Popolare Sondrio Perfezionata Perfezionata CARIFE Perfezionata Banca Sella Perfezionata In perfezionamento Perfezionata MPS Perfezionata In perfezionamento Unicredit Perfezionata Negoziazione Negoziazione CARIPARMA Perfezionata Perfezionata Banca Piacenza Perfezionata Banca Pop di Bari Deliberata Deliberata

18 IL FONDO DI GARANZIA PER LE PMI MONITORAGGIO Nel periodo 1 gennaio febbraio 2010, l operatività del Fondo di garanzia ha continuato a sperimentare una dinamica particolarmente positiva, con ritmi di crescita superiori a quelli registrati nel 2009: le richieste di accesso mostrano un tasso di incremento del 91,1% rispetto allo stesso periodo del periodo precedente. Nel complesso sono state ammesse alla garanzia operazioni, per un volume totale di finanziamenti pari a circa milioni di euro e un importo garantito di 666,3 milioni di euro.

19 LETTERA DI INTENTI ABI BEI CONFINDUSTRIA MONITORAGGIO Il volume di attività realizzato all interno della sola UE è stato pari a 70.5 miliardi di Euro, di cui 9.7 miliardi di Euro (pari al 13.7% del totale UE) sono stati realizzati in Italia, cifra record per il nostro Paese. I prestiti per le PMI in Italia hanno raggiunto la cifra di 2.5 miliardi di Euro, pari al 20.1% dei finanziamenti alle PMI realizzati in tutta l UE e al 26.3% dell attività complessiva della BEI all interno del Paese. I volumi di fondi BEI allocati dagli istituti bancari alle PMI italiane sono stati di circa 1.8 miliardi di Euro nel 2009 (contro 2.1 miliardi nel 2008 e 0.8 miliardi nel 2007). Tali allocazioni sono state ripartite su circa 12,500 imprese beneficiarie (stesso numero che nel 2008 e contro circa 6,100 imprese nel 2007, per un totale di più di 31,000 imprese finanziate nel triennio). La stipula dell Accordo Quadro BEI-ABI-Confindustria e le iniziative che ne sono seguite hanno certamente contribuito al raggiungimento dei risultati record registrati nel Il 2010 si presenta come un anno piuttosto complesso, nel quale il sistema delle PMI italiane sconterà probabilmente, in termini di risultati 2009 e prospettive 2010, i postumi della crisi economica. Un azione congiunta appare quindi particolarmente importante al fine di mantenere sull Italia significativi volumi di nuovi finanziamenti in favore delle PMI, incoraggiando le banche ad utilizzare in modo rapido ed efficiente il rilevante volume di fondi messi a disposizione nel 2009, condizione essenziale per poter riproporre, nel 2010, nuove operazioni per volumi similari.

20 INTERVENTI IN FAVORE DELLE FAMIGLIE

21 IL PIANO FAMIGLIE L industria bancaria italiana, autonomamente ed in partnership con il Governo, le Regioni, i Comuni, la Conferenza Episcopale Italiana e le parti sociali, ha messo in atto alcune iniziative per sostenere le famiglie durante la crisi allo scopo di garantire: il miglioramento delle possibilità di inclusione finanziaria di soggetti a maggior profilo di rischio (accesso al credito); l attenuazione degli obblighi contrattuali per coloro che - con contratti di credito in essere - si trovano in condizioni temporanee di difficoltà nell adempimento dei rimborsi (sostenibilità del credito); l attenuazione del costo del finanziamento per gravare meno le uscite familiari (condizioni del credito). L ABI ha elaborato un progetto a sostegno del mercato del credito retail, denominato Piano Famiglie che si prefigge tre obiettivi fondamentali: 1. innalzare la sostenibilità finanziaria delle operazioni di credito alle famiglie; 2. coordinare e comunicare efficacemente gli strumenti di incentivazione già esistenti; 3. gestire efficacemente le eventuali sollecitazioni poste dai diversi stakeholders. 1. LA SOSPENSIONE DELLE RATE DEI MUTUI Il primo obiettivo del Piano famiglie è perseguito attraverso una misura di sospensione per 12 mesi del pagamento delle rate dei finanziamenti per quota capitale ed interessi, nei confronti delle famiglie disagiate che ricadano in determinate fattispecie, quali la perdita dell occupazione, la morte o l insorgenza di condizioni di non autosufficienza, l ingresso nella cassa integrazione. Tali eventi devono verificarsi tra il 1 gennaio 2009 ed il 31 dicembre Il provvedimento è operativo dal 1 febbraio Il 2 febbraio 2010 è stato istituito il Tavolo di attuazione degli interventi previsti dal Piano famiglie. Il Protocollo d'intesa è stato siglato da ABI, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le politiche della famiglia e Dipartimento della gioventù), dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Direzione generale per l'inclusione sociale), dall'anci, dalla Conferenza delle regioni e delle Province autonome, dalla Cei e dalle Associazioni dei consumatori e degli utenti già firmatari dell'accordo per la sospensione delle rate dei mutui. Il Tavolo di attuazione ha il compito di monitorare l'andamento della sospensione dell'ammortamento dei finanziamenti retail, di cooperare per la migliore implementazione di tutte le iniziative presenti sul territorio a sostegno delle famiglie e di comunicarle efficacemente ai cittadini. In coerenza e per dare immediatamente efficacia a quanto stabilito dal Protocollo d intesa suddetto, nel mese di gennaio 2010 l ABI ha stabilito le modalità di svolgimento del monitoraggio: a) delle adesioni delle anche all iniziativa; b) delle operazioni di sospensione delle rate dei mutui che verranno effettuate nel corso del 2010.

22 Con riferimento al monitoraggio sull andamento delle operazioni di sospensione, nell ottica di ottenere un quadro completo sulle caratteristiche dell iniziativa, è stato richiesto alle banche aderenti di fornire informazioni riguardanti: il numero e l importo del debito residuo dei finanziamenti: a) che non sono stati ammessi alla sospensione; b) cartolarizzati ammessi alla sospensione; c) di cui il cliente ha chiesto il riavvio dell ammortamento dopo la sospensione; l'ammontare delle somme sospese; la classificazione dei mutui sospesi in funzione degli eventi (perdita del posto di lavoro, morte, insorgenza delle condizioni di non autosufficienza); la classificazione dei mutui in funzione della modalità di sospensione effettuata (intera rata, solo quota capitale, a scelta della banca o del cliente); la classificazione dei mutui sospesi in funzione della regione del richiedente. Nel mese di aprile 2010 il Tavolo di Attuazione ha deliberato la realizzazione di una Guida cartacea che illustra sinteticamente le iniziative intraprese dall industria bancaria in partnership con gli enti e le istituzioni partecipanti a sostegno delle famiglie. La Guida Diamo credito alla tua voglia di ripartire 6 risposte concrete alle famiglie in difficoltà sarà distribuita in banca e presso le sedi locali degli enti e delle istituzioni che partecipano al Tavolo di Attuazione. Alla data del 20 aprile 2010 hanno aderito all iniziativa di sospensione delle rate dei mutui 433 banche, rappresentative di oltre 31 mila sportelli (pari al 93,15 % circa del totale dell industria bancaria). Di queste il 64% (in termini di sportelli) ha applicato condizioni migliorative rispetto a quelle previste dal documento tecnico. I dati relativi alla prima rilevazione di monitoraggio sulla misura di sospensione saranno disponibili dal mese di maggio La documentazione ufficiale, l elenco delle banche aderenti e le altre informazioni sono disponibili sul sito dell ABI (

23 2. L ACCORDO QUADRO ABI-CEI E stato sottoscritto, in data 6 maggio 2009, un Accordo quadro tra l ABI e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per l erogazione di finanziamenti in favore delle famiglie numerose, o gravate da malattia o disabilità, che abbiano perso ogni forma di reddito e che abbiano un progetto per il reinserimento lavorativo e l avvio di un attività imprenditoriale, garantiti da un fondo di garanzia istituito dalla CEI con una dotazione patrimoniale iniziale di 30 milioni di euro, eventualmente integrabili con successivi contributi. L iniziativa è in fase di attuazione. Alla data del 5 marzo 2010, le banche che hanno aderito all Accordo sono 157, per un totale di oltre 19 mila sportelli (pari al 57 % del totale dell industria bancaria). La documentazione ufficiale, l elenco delle banche aderenti, degli uffici diocesani e le altre informazioni sono disponibili sul sito dell ABI (

24 3. IL PIANO DI AZIONE PER IL CONTRASTO E LA PREVENZIONE DELL USURA L ABI ha avviato da tempo un azione di prevenzione e contrasto dell usura in collaborazione con altre istituzioni (Ministero dell Economia e delle Finanze, Banca d Italia, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, Prefetture) e soggetti coinvolti (Confidi, Associazioni e Fondazioni antiusura), ed è consapevole che tale azione si va facendo sempre più necessaria anche in conseguenza della forte attenzione sociale sul tema causata dalla crisi economica che stiamo attraversando. Nello specifico, le attività più rilevanti seguite fino ad ora, sono le seguenti: Indagine sull utilizzo dei fondi di prevenzione dell usura In assenza di ogni fonte ufficiale sulla materia, l ABI ha deciso di avviare ad aprile 2009 un indagine sull operatività delle banche attraverso l utilizzo dei fondi di prevenzione dell usura. A tale scopo è stato predisposto un apposito questionario. Alla prima rilevazione, conclusasi a giugno 2009, hanno risposto 390 banche rappresentative del 61,54% degli sportelli. I principali risultati emersi dall indagine sono: le banche attive sulla prevenzione dell usura sono rappresentative dell 86% circa del totale degli sportelli delle banche rispondenti; le consistenze relative ai finanziamenti complessivamente deliberati sulla base delle convenzioni in essere ammontano a 400 milioni di euro circa; si conferma la maggiore difficoltà di emersione del fenomeno al Sud; i tassi di sofferenza relativi ai finanziamenti erogati sulla base delle convenzioni in essere sono ridotti (pari all 11,5%); i fondi di garanzia su cui poggiano le convenzioni in essere ammontano a 320 milioni di euro circa; la percentuale di finanziamento mediamente coperta dalla garanzia è pari al 74,9% (la legge impone l 80%); il moltiplicatore mediamente applicato al fondo di garanzia è pari a 5 (l Accordo quadro siglato nel luglio 2007 da ABI e gran parte delle banche in materia di prevenzione e contrasto dell usura con il Ministero dell Interno e la Banca d Italia prevede l applicazione di un moltiplicatore almeno pari a 2). Alla seconda rilevazione, conclusasi nel mese di ottobre 2009, hanno risposto 443 banche rappresentative del 78% del totale degli sportelli dell industria bancaria e da cui è risultato che: il 58% delle banche rispondenti rappresentative dell 89% circa del totale degli sportelli delle banche rispondenti, è attivo sulla prevenzione dell usura; le consistenze relative ai finanziamenti complessivamente deliberati sulla base delle convenzioni in essere ammontano a circa 500 milioni di euro; le sofferenze sui finanziamenti erogati sulla base delle convenzioni in essere sono sostanzialmente contenute (13,7% in termini di ammontare); i fondi di garanzia sui cui poggiano le convenzioni in essere ammontano complessivamente a 400 milioni di euro circa; la percentuale di finanziamento mediamente coperta dalla garanzia è pari al 78% circa nella media ponderata per il numero di sportelli;

25 il moltiplicatore medio applicato al fondo di garanzia è pari a 5 (nella media ponderata in base al numero di sportelli); la durata mediamente impiegata per erogare i finanziamenti risulta pari a 21 giorni. Tavolo Permanente di dialogo Nel mese di luglio 2009 l ABI ha costituito un Tavolo permanente di dialogo con le Associazioni imprenditoriali e di categoria, i Confidi e le Associazioni e Fondazioni antiusura, volto ad agevolare il confronto sulla gestione dei Fondi ex art. 15 L.108/1996. La documentazione ufficiale ed ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell ABI (

26 4. FONDO DI GARANZIA PER LE FAMIGLIE CON NUOVI NATI L art. 4 del decreto legge n. 185/2008 ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Fondo di credito per i nuovi nati, volto a favorire l accesso al credito delle famiglie con un figlio nato o adottato nell anno di riferimento attraverso il rilascio di garanzie dirette, anche fidejussorie, alle banche e agli intermediari finanziari. Il 5 novembre 2009 l ABI e il Sottosegretario con delega alla Famiglia hanno sottoscritto, in attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze, un Protocollo d intesa che disciplina l adesione da parte delle banche e degli intermediari finanziari, la tipologia e le caratteristiche dei finanziamenti ammissibili alla garanzia, nonché i criteri e le modalità di rilascio delle garanzie a copertura di finanziamenti a tasso agevolato alle famiglie con un figlio nato o adottato nell anno di riferimento. Il Protocollo d intesa riporta in allegato lo schema di convenzione tipo con il Dipartimento per le politiche della Famiglia, per l adesione delle banche e degli intermediari finanziari; con l adesione, le banche e gli intermediari finanziari si impegnano ad attenersi alle condizioni indicate per l erogazione dei finanziamenti. A partire dal mese di marzo, sono state concluse operazioni di finanziamento per un controvalore di 7,5 milioni di euro circa. Alla data del 21 aprile 2010 hanno sottoscritto la Convenzione con il Dipartimento per le politiche per la Famiglia (Presidenza del Consiglio dei Ministri) 160 banche, corrispondenti a quasi 20 mila sportelli (pari al 59% circa del totale dell industria bancaria). La documentazione ufficiale, l elenco delle banche aderenti e ulteriori informazioni sono disponibili sul sito

27 5. CONVENZIONE IN TEMA DI ANTICIPAZIONE SOCIALE DELL INDENNITÀ DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI STRAORDINARIA, ANCHE IN DEROGA Il 15 aprile 2009 è stata siglata da ABI e organizzazioni sindacali confederali e di categoria una Convenzione in tema di anticipazione sociale dell indennità CIGS, anche in deroga, che tiene conto, estendendole a livello nazionale, di analoghe iniziative già assunte in sede locale. La Convenzione nazionale prevede l anticipazione, nelle more del pagamento diretto da parte dell INPS, dei trattamenti di CIGS a favore dei lavoratori che sono stati sospesi dal lavoro a zero ore. Alla data del 21 aprile 2010 hanno aderito alla Convenzione nazionale o ad altri accordi locali 120 banche, corrispondenti al 66% del totale degli sportelli dell industria bancaria. Sono state erogate anticipazioni per un ammontare complessivo per oltre 26 milioni di euro.

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