Indice. Immersioni in sicurezza 2. Immersioni all Argentario 3. Immersioni al Giglio 11. Immersioni all Isola di Giannutri 17

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1 O.N.D.A.S. Organizzazione Nazionale Diving Vela Assistenza Subacquea ondas/documenti Indice Immersioni in sicurezza 2 Immersioni all Argentario 3 Immersioni al Giglio 11 Immersioni all Isola di Giannutri 17

2 IMMERSIONI IN SICUREZZA Seguire le poche regole riportate di seguito ti permette di intraprendere l attività subacquea in tutta sicurezza e di vivere in modo piacevole e divertente l esperienza dell immersione. Ricorda di: 1. Non immergerti mai senza esserti sottoposto ad una attenta e completa visita medica 2. Non immergerti mai da solo 3. Programma sempre la tua immersione 4. Discuti con il compagno i tempi, gli obbiettivi, la profondità da raggiungere 5. Non eccedere i tuoi limiti fisici e didattici 6. Affronta l attività subacquea con umiltà, senza ostentare atteggiamenti spericolati per non mettere in pericolo te e i tuoi compagni di immersione 2

3 IMMERSIONI ALL ARGENTARIO L ISOLOTTO A pochi minuti di navigazione da Porto Ercole si trova l isolotto che dista poche centinaia di metri dalla spiaggia denominata le Viste. Il punto migliore per ancorare è una piccola cala posta al lato nord-est, mentre ci immergeremo a sud dell isolotto: questa parte, che è esposta al mare aperto, risulta essere la più interessante dal punto di vista subacqueo. Una volta in acqua ci dirigeremo verso sud costeggiando la parete alla nostra destra. Il fondale gradualmente comincia a scendere e qui, a pochi metri, tra le cavità potremo trovare gronchi, polpi, saraghi, donzelle, spugne di vari colori. Giunti nella parte che è rivolta al mare aperto il fondo si fa più ripido. Qui gli anfratti e cavità costituiscono ottime tane per gronghi e murene e se avete fortuna potrete notare anche piccoli gamberi nelle tane buie, mentre sul fondo una matassa di cavi d acciaio ha costituito un ottimo substrato per ostriche e cozze oltre ad altri organismi. In questo luogo è frequente incontrare nudibranchi. A circa -30 metri vi è una parete e non è difficile incontrarvi nelle tane delle piccole aragoste, gronchi, murene e piccoli gamberi. Più avanti incontreremo una rientranza dove all interno si trova qualche rametto di corallo. Durante il ritorno, a quote meno profonde, potremo incontrare negli anfratti dei polipi, delle anthias, delle patate di mare, nonché cerchie, castagnole, paguri, numerosi saraghi e pesci di passo. Qui, a causa delle correnti, l acqua non è sempre limpida. Nella parte sud-est, a circa -40/45 metri e a qualche centinaio di metri dalla parete, nel 1958 è stata rinvenuto quel che resta di una nave di epoca romana. Si racconta che seguendo i cavi di acciaio in direzione sud-ovest, a -40/50 metri, nel fango, si trovi un aereo caduto in questo luogo nella ultima guerra e che i resti umani rinvenuti sull isola siano del pilota. GROTTA AZZURRA o grotta dell Elefante e CALA DEI SANTI Cala dei Santi si trova a poca distanza dal rinomato residence Il Pellicano. Il punto migliore per ancorare è all interno della cala. 3

4 Una volta ancorato ed entrati in acqua ci dirigeremo verso la grotta, lasciando la parete alla nostra sinistra. La grotta è popolata da nudibranchi e gamberi. Nelle cavità più profonde da saraghi e da qualche scorfano. Usciti dalla grotta continueremo a seguire la parete che lasceremo sempre alla nostra sinistra. Il fondale sabbioso con numerosi massi scende dolcemente ed è caratterizzato dalla presenza di numerose polpesse. Giunti verso i -18 metri, troveremo una vecchia rete da pesca impigliata sulla quale numerosi organismi hanno trovato una buona sede di ripopolamento. Nel tragitto di ritorno a circa -5 metri, un tunnel ci consente di rientrare in grotta e di dirigerci verso l imbarcazione. A qualche metro di fronte la grotta si incontra la targa dedicata a Casiraghi. Il polpo è un animale inconfondibile, simpatico, e forse il più intelligente di tutti gli invertebrati. Quando si trova sul fondo si muove grazie ai tentacoli mentre quando nuota utilizza il cosiddetto imbuto una sorta di propulsore che utilizza per il nuoto a reazione. Proverbiale è la sua capacità mimetica e soprattutto la tempestività nel cambiare colore ma anche la capacità di mimetizzarsi con il fondo. Il polpo è carnivoro, si nutre soprattutto di crostacei. PUNTA AVVOLTORE Il luogo Provenendo da Porto Ercole è l estrema punta del monte Argentario che si vede una volta oltrepassato l isolotto. Dopo aver ormeggiato nella vicina Cala dei Santi, una volta in acqua, ci dirigeremo verso sud, lasciando la parete alla nostra destra. Seguiremo il fondale che scende gradualmente fino a raggiungere la quota di circa 35 metri. Qui il fondo cambia diventando molto più rigido e con grossi massi. Sempre intorno ai 35 metri troveremo una grossa ancora del tipo ammiragliato. Oltre questa profondità incontreremo delle spaccature e canali dove troveremo molte gorgonie. Proseguendo troveremo una franata di massi dove potremo notare splendide gorgonie rosse, spugne gialle, qualche rametto di corallo rosso e piccoli gamberi che si nascondono nel buio delle insenature. Scendendo ancora fino a raggiungere i 45 metri incontreremo delle tane dove spesso si nascondono delle piccole aragoste. Più aventi una serie di massi sovrapposti creano le condizioni ideali per numerosi organismi tra cui potremo notare gamberi, gorgonie gialle e rosse, falso corallo, nudibranchi e i gialli polipi di parazoanthus. Una serie di anfratti formati dai massi sovrapposti creano delle ottime tane per numerosi pesci. Infatti, in questa zona sono frequenti gli incontri con cernie, gamberi e, volgendo lo sguardo al mare aperto, con un po di fortuna si potranno vedere pesci di passo e pesci luna. La denominazione di Punta Avvoltore viene attribuita grazie alla forma geometrica della punta. Vista dall alto infatti sembra la testa di un avvoltoio. Da considerare che in questo tratto di costa raramente troveremo acque limpide. 4

5 Le margherite di mare o parazoanthus, sono molto comuni lungo le coste. Si tratta di animali coloniali costituiti da individui singoli con una struttura comune. Alla estremità di ogni singolo individuo si apre la bocca circondata da piccoli tentacoli. La colonna è retrattile, infatti può sparire nella struttura portante. Si riconoscono dalla madrepora arancione e per l assenza di uno scheletro calcareo. PUNTA FINESTRA o punta Naso di Papa Punta Finestra, cosi chiamata per un Foro nella roccia situato in alto sulla parete, è situata tra Cala Piazzoni, anche chiamata Le Focaie e Punta Avvoltore. Dopo aver ormeggiato all interno di Cala Piazzoni ci immergeremo lasciando la parete della costa sulla nostra sinistra. Già a pochi metri possiamo ammirare delle belle gorgonie rosse. Seguiremo la naturale confermazione della roccia fino a giungere a circa 30 metri; qui incontreremo un canale di grande dimensioni tappezzato di parazoanthus margherite di mare. In questo tratto di mare frequenti sono gli incontri con saraghi, orate, dentici, pesci pelagici di transito e diverse specie di nudibranchi. Particolare attenzione dovrà porsi durante l immersione in quanto questa zona è attraversata da correnti marine che rendono la visibilità scarsa a causa dei sedimenti. Di nudibranchi ve ne sono diverse specie. In genere il nudibranco raggiunge una lunghezza massima di 40/50mm e una profondità che varia tra i primi metri di acqua e i 50 metri. In genere lo troveremo a bassa profondità e spesso arrampicato su degli idroidi del tipo urticanti, essendo immune al loro effetto. Il corpo è sottile ed allungato e termina posteriormente a punta. Si ciba dei polipi degli ioidi e trasferisce le cellule urticanti nelle papille dorsali. Con questa strategia diviene a sua volta urticante e quindi indigesta per la maggior parte dei predatori. La stupenda livrea e i colori accesi e sgargianti mettono in mostra la loro pericolosità. LA SECCA DELLA FINESTRA o Scoglio Sommerso Lo scoglio sommerso si trova quasi di fronte Punta Finestra, a cento metri circa dalla costa leggermente spostato verso Cala Piazzoni. Una volta giunti sulla estremità di punta Finestra ci si dirigerà verso il largo. Individuare il cappello della secca posizionato a circa 2 metri è molto facile. La massima profondità raggiungibile è 35 metri, lato che guarda la costa, mentre il lato opposto, quello verso il mare aperto, degrada dolcemente. 5

6 Dopo aver ancorato sul cappello della secca scenderemo lungo la catena dell ancora per controllare che sia ben ancorata ed inizieremo l immersione lasciando la parete della scoglio sommerso alla nostra destra. Conviene scendere subito fino a 25 metri dove troveremo una bella parete con qualche tana, insenature e piccoli anfratti. Qui troveremo numerose paramuricee e qualche rametto di corallo rosso e, se avremo fortuna, delle piccole aragoste. Seguendo la parete, in una piccola rientranza potremo incontrare una piccola cernia, qualche rametto di corallo e delle gorgonie rosse. Continuando a scendere lungo la parete giungeremo alla massima profondità raggiungibile e qui tra il fondale sabbioso e la roccia, all interno di alcune insenature potremo trovare della musdee. Continuando a lasciare la parete alla nostra destra, lentamente, cominceremo a risalire. Quando il fondale degrada gradualmente verso i 20 metri potremo trovare numerosi cocci di anfore, nei vari buchi dei polpi e numerose triglie. Alcuni pescatori narrano che una nave, forse di epoca romana, dopo aver urtato il cappello dello scoglio sia affondata in mare aperto. La triglia è costantemente alla ricerca di piccoli invertebrati e, per trovarli, scava delle buche e trincee sulle sabbia affidandosi per la ricerca ai due lunghi barbigli, i suoi organi tattili e gustativi. Vi sono due tipi di triglie, quelle di fango e quelle di scoglio. LA SECCA DI MEZZO CANALE Individuare il cappello della secca di Mezzo Canale posizionato a 24 metri, se non si dispone di un GPS o ecoscandaglio è difficoltoso in quanto il luogo è situato in mare aperto tra il promontorio dell Argentario e l Isola del Giglio. Se si proviene da Porto Ercole si arriverà fino a Punta Avvoltore per virare verso direzione Giglio. Una volta ancorato sul cappello si scenderà sulla catena. Qui si può circumnavigare la parte più alta della secca o scendere a profondità maggiori. Comunque la dorsale rocciosa si presenta ripida e scende fino a circa 90 metri. Il fondale è costituito da dislivelli che si concretizzano con picchi e valli dove potremo trovare grandi rami di gorgonie rosse e aragoste di dimensioni ragguardevoli. Alzando lo sguardo, con un po di fortuna, potremo incontrare gli splendidi pesci luna o branchi di pesce pelagico. Infatti qui è possibile incontrare tutte le specie di pesce pelagico abitante le nostre acque; lungo le ripidi pareti si incontreranno numerose gorgonie rosse, gialle, spugne di vari colori e forme, molti rami di corallo, cernie, corvine, saraghi, branchi di dentici e moltissime anthyas e le immancabili castagnole. 6

7 spettacolare e affascinante per la ricchezza di vita, ma adatta a sub molto esperti con mezzi di appoggio adatti. Particolare attenzione al luogo in quanto frequentato da molti pescatori. L ISOLA ROSSA Doppiata Punta Avvoltore si trova Cala Piazzoni e poi Torre Ciana. Oltrepassata Punta di Torre Ciana noteremo subito un grosso scoglio erigersi dal mare. Questo scoglio di notevoli dimensioni è caratterizzato da una parete degradante ricca di spugne di vari colori e forme, tane dove sovente si trovano polpi, murene, gronchi ma anche qualche piccola aragosta e, nascosti nel buio delle tane, dei gamberi. Quando saremo nella parte più esposta al mare aperto, alzando lo sguardo, potremo notare passare dei branchi di pesci. Questo scoglio è chiamato Isola Rossa perché di grande dimensioni e perché la sua conformazione presenta colori rossastri. La murena è un animale timido e schivo che si ritira immediatamente nella sua tana, se avvicinato. Inconfondibile nel suo aspetto, ha la pelle liscia e priva di squame ma ricoperta da un muco protettivo. La bocca è munita di una dentatura robusta e aguzza. Il suo morso è velenoso a causa della saliva e del sangue che contiene una potente tossina. Vive su un fondale roccioso all interno di tane. SECCA DI CAPO D UOMO Individuare il cappello della secca di Capo D Uomo non è particolarmente difficile anche perché è situata a poche centinaia di metri dalla omonima costa e anche in considerazione che il cappello di trova a 10 metri e il suo diametro è di circa 20. Una volta in acqua scenderemo lungo la catena dell ancora e ci dirigeremo verso il lato meridionale che sprofonda ad oltre 50 metri. Già a circa 20 metri incontreremo delle splendide gorgonie rosse, numerose spugne di varie forme e colori, spirografi e trine di varie dimensioni. Attenzione particolare dovremo porla nell esplorare le spaccature della roccia dove potremmo ammirare non solo dei rami di corallo rosso, ma anche gamberi. Giunti verso i 35/40 metri cominceremo a girare intorno allo scoglio sommerso. Sul lato opposto la parete degrada 7

8 lentamente ma potremo incontrare nella tane polpi, gronchi, murene, fino a pochi metri dalla superficie. Coloro che volessero effettuare una immersione meno impegnativa una volta in acqua dovranno dirigersi verso il lato settentrionale. Una volta sul cappello si dovrà individuare un canale che da 10 metri giunge fino a 26 metri circa. Nel percorrere il canale potremo incontrare splendidi esemplari di nudibranco, scorfani anche di grande dimensioni, murene, del falso corallo rosso che a contatto con l aria diventa bianco, numerose colonie di gorgonie rosse di considerevoli dimensioni, gorgonie gialle e bianche e spugne. LO SCOGLIO DEL CORALLO Lo scoglio del corallo è un piccolo scoglio che si trova di fronte a Cala Piccola, tra Punta Bove e Capo D Uomo. Il cappello è a circa 200 metri dalla terra ferma ed è a pelo d acqua. Quello che notiamo affiorare è lo scoglio centrale ma ci sono altre due cime che non vediamo affiorare. E preferibile ancorare al cappello che è sito verso il mare aperto. Dopo aver ancorato scenderemo lungo la catena dell ancora e ci dirigeremo verso il lato sud-est dello scoglio che scende ripido fino a 35 metri. Già dopo qualche metro di profondità incontreremo delle belle gorgonie rosse, delle paramuricee e molto corallo rosso. Questa zona è forse tra le più ricche di vita dell Argentario, infatti non sarà difficile incontrare delle belle aragoste, gronchi, murene, cernie, orate, dentici. Dopo aver incontrato due archi, potremo entrare nel tunnel che ha il suo ingresso vicino l arco più grande, a circa 30 metri. L ingresso è stretto, quindi bisogna fare attenzione, ma dopo pochi metri diventa più grande. Qui potremo incontrare delle musdee e nelle zone più buie numerosi gamberi. Dopo poco si noterà la luce solare che ci indica la fine del tunnel. Coloro che non attraverseranno la grotta potranno seguire un percorso simile ma al di sopra della grotta, girando intorno la roccia per risalire la parete fino a circa 16 metri e ritrovarsi con le persone che hanno passato il tunnel nella spaccatura da dove si è inizialmente partiti e quindi ritornare all imbarcazione. E chiamato scoglio del corallo per la consistente presenza di corallo rosso. 8

9 PUNTA DEL BOVE Punta del Bove, provenendo da porto S. Stefano, è quella che si incontra dopo aver passato Punta Moresca. Mentre se proveniamo da Porto Ercole la troveremo dopo aver doppiato punta Capo D Uomo e oltrepassato la secca del Corallo. Una volta in acqua scenderemo lungo la catena dell ancora e punteremo verso sud fino ad incontrare una splendida cigliata che da 15 metri scende giungendo sul fondo sabbioso a circa 50 metri. Lasciando la parete alla nostra destra potremo subito imbatterci in grandi e stupende gorgonie rosse, bellissimi spirografi, tane con murene, gronchi e polpi; tra gli anfratti troveremo qualche aragostina e qualche rametto di corallo rosso. Questa varietà di vita ci accompagnerà fino alla profondità consigliata. In questo tratto di mare non mancheranno incontri con pesci pelagici. Particolare attenzione andrà posta durante l immersione se l acqua non dovesse essere limpida e comunque da considerare che in estate, in questo tratto di mare il transito delle imbarcazioni è particolarmente intenso. L ARGENTAROLA A pochi minuti di navigazione da porto S. Stefano e a poche centinaia di metri dalla costa nei pressi di Cala Moresca. Il luogo migliore per ancorare risulta essere quello a nord-ovest che è anche la parte migliore per le immersioni. L Argentarola offre la possibilità di effettuare più immersioni, tutte molto interessanti. Una volta in acqua ci dirigeremo verso la punta dell isolotto rivolta verso nord-ovest. Già a poca profondità troveremo i primi rami di gorgonie gialle e bianche. Anche in questo luogo, tra questi rami non è raro trovare le uova di gattuccio. Da qui fino a 20 metri circa, il fondo è costituito di massi che, tra le insenature, ospitano numerosi pesci. Da 20 metri la parete diventa più ripida fino a 60 metri circa. Verso i meno 30 metri troveremo un anfratto dove il tetto è completamente ricoperto di splendido corallo rosso. Durante la nostra immersione potremo trovare numerose spugne di varie forme e colori, delle tane con musdee, murene, gronchi, polpi, aragoste, pareti tappezzate con delle paramuricee, mentre nella parte superiore numerosi saranno i saraghi,scorfani, triglie, donzelle, castagnole, nudibranchi, spirografi. Di tanto in tanto si volgerà lo sguardo in alto in quanto non è raro incontrare branchi di connetti, ricciole, dentici e barracuda. 9

10 ARGENTAROLA E GROTTA GRANDE La grotta ha l accesso a 6 metri. L ingresso è stretto e la grotta è profonda e ovviamente buia. Una volta in acqua a 6 metri di profondità troveremo l ingresso della grotta. Esso ci sembrerà piuttosto stretto ma non preoccupatevi, una volta all interno diventerà più larga. Una volta all interno noteremo una sagola posta da un gruppo di sub che useremo come punto di riferimento. Essa ci condurrà fino ad una grande stalagmite, che è posta sul fondo della grotta. E evidente che l Argentatola in tempi remoti era completamente emersa. Sulla volta si potranno vedere rocce dalle forme strane e numerose spugne. Durante questa immersione è consigliato portarsi due lampade. ARGENTAROLA GROTTA DELLE CICALE Accessibile a tutti in quanto ampia e non molto profonda. Prima di accedere potremo notare alcune musdee e qualche rametto di corallo. Al suo interno vi sono numerose spugne e parumuricee, nonché numerosi gamberetti. Punta Cala Grande, Il Cristo. ALTRI LUOGHI DI IMMERSIONE 10

11 IMMERSIONI AL GIGLIO LE SCOLE Le Scole sono un gruppo di scogli situati poco distanti da Giglio porto ed esattamente a sud. Il luogo migliore per ancorare è tra il grande scoglio e lo scoglio più piccolo. Una volta in acqua scenderemo lungo la catena e ci troveremo un fondale di circa 15 metri tra rocce e posidonie per dirigerci ad esplorare lo scoglio verso il mare aperto. Lasceremo la parete della scoglio alla nostra destra e punteremo al massimo della profondità prefissata. I più esperti saranno scesi fino a -40 metri e qui potranno trovare alcuni rametti di spugna gialla (axinella cannabina); cominciando a risalire potremo incontrare numerose gorgonie rosse che tappezzano tutta la parete. Potremo decidere di risalire o dirigerci verso altri scogli posizionati verso sud dove a 30 metri circa potremo vedere una grossa catena e la sua ancora e una piccola grotta con all interno gamberi e spugne di vari colori. I sub meno esperti avranno percorso lo stesso tratto ma a quote minori ma anche loro avranno modo di incontrare delle splendide gorgonie rosse e gialle, le margherite di mare, numerosi nudibranchi, bellissimi spirografi e saraghi, scorfani, salpe, ricciole e altro pesce di passo. Scendendo, invece verso il lato meridionale potremo raggiungere la profondità di 40 metri dove avremo la possibilità di ammirare una serie di belle pareti ricche di gorgonie rosse, numerose spugne di vari colori, numeroso pesce anche di transito. Nel risalire, a circa 20 metri, incontreremo la statua di una madonna. E una immersione tra le più interessanti del Giglio. In essa si possono effettuare vari tipi di immersione a secondo della esperienza acquisita, della capacità tecnica e della attrezzatura a disposizione. Traffico mezzi nautici intenso per via vicinanza porto. PUNTA CAPEL ROSSO Punta Capel Rosso è la punta più a sud dell isola. Si può ancorare in una insenatura posta sotto il faro. 11

12 Una volta in acqua raggiungeremo un fondale di 15 metri. Da qui ci dirigeremo verso il mare aperto. Giunti a circa 20 metri troveremo dei grandi massi ricchi di vita. Proseguendo noteremo che intorno ai 30 metri incontreremo numerosi e grandi gorgonie rosse, spugne e spirografi. In questo tratto di mare non è raro imbattersi in grandi branchi di pesci pelagici. A circa 35 metri troveremo i resti di una antica imbarcazione. PUNTA GABBIANARA Provenendo dal porto in direzione nord superiamo Punta Gabbianara e Punta della Campana Ormeggeremo l imbarcazione all interno della caletta. Una volta in acqua ci dirigeremo nel canale che divide lo scoglio dalla punta. Qui inizieremo la discesa. Le pareti sono ricche di spugne, gorgonie, parazoanthus, briozoi, scorfani e polpi e sono popolate da saraghi, salpe e altri pesci. Terminate le pareti, incontreremo una franata di massi ricca di curiosi e variopinti organismi. Anche i rami di gorgonie che incontreremo sui - 30 risultano popolate da grandi quantità di creature. SECCA DELLA CROCE Sita tra Punte del Fenaio e Giglio Porto. Provenendo da Giglio porto in direzione nord doppieremo Punta Gabbianara e Punta della Campana. A questo punto dovremmo individuare un grande scoglio contrassegnato da una profonda incisione a forma di croce; allontanandoci dalla costa con suddetto scoglio alle spalle, dopo qualche centinaio di metri il fondale sale dai - 60 ai - 15 metri circa. La secca ha il suo cappello a 12 metri. Il pianoro della secca è molto ricco di pesce, frequenti sono gli incontri con branchi di dentici saraghi e tanto altro pesce, mentre tra gli scogli troveremo tante tane e all interno potremo vedere cernie, gronchi e murene. Le probabilità di trovare forti correnti in questa zona sono molto alte, occorre quindi prestare massima attenzione. 12

13 Particolare attenzione si dovrà prestare all intenso traffico di imbarcazioni che sovente sfrecciano sulla verticale della secca. PUNTA DEL FENAIO Si tratta della punta più settentrionale dell isola. Converrà ancorare nella piccola insenatura sita nei pressi del faro che incontreremo prima di superare le punta. I Dopo essere scesi seguendo la catena dell ancora ci troveremo su di un fondale di circa - 15 metri. Ci dirigeremo verso nord-ovest. Dopo aver pinneggiato un poco arriveremo ad una parete che scende in verticale fino a 90 metri, ma a circa 50 metri troveremo un piccolo pianoro di sabbia (sconsigliamo di raggiungere questa profondità). Già dai primi metri si noterà una ricca vegetazione, rigogliosa e piena di colori. Infatti incontreremo delle belle colonie di madrepore gialle, dei rami di gorgonie rosse, gialle e bianche. A profondità maggiori potremo ammirare spugne di colore giallo e arancione, spugne a candelabro, e grandi rami di gorgonie. Non di rado si incontra il pesce S. Pietro. II Partendo dall interno della insenatura di Campese seguiremo la pendenza del fondale. Noteremo gorgonie gialle, moltissimi crostacei e intorno ai 40 metri troveremo due grandi massi appoggiati l uno contro l altro Possibilità di effettuare diverse immersioni di vario livello. SECCA DI SPARTACO La secca di Spartaco si trova a largo di cala Molella. Il suo cappello e a circa 28 metri in parete, ricca di gorgonie e spirografi. Esemplari di pennatule. Il versante migliore è sicuramente quello verso il mare aperto, dove gorgonie, anthias, spirografi e spugne colorano tutta la parete. A quote più profonde, intorno ai 50 metri si potranno ammirare sul fondo sabbioso alcuni esemplari di pennatule. 13

14 Questa secca è abbastanza difficile da individuare a causa della elevate profondità. Questa immersione è consigliata solo ai più esperti. PUNTA DELLE SECCE Provenendo da Punta del Fenaio ci dirigeremo verso Campese. Percorrendo la costa in questa direzione non ci sarà difficile avvistare l ampio pianoro di rocce ad una profondità di circa 1,5 metri, inoltre non ci sarà difficile individuare Punta delle Secche. Ci immergeremo dal lato nord ovest della secca scendendo verso il mare aperto. Gli scogli sono molto ricchi di gorgonie e spugne. Notevole è la presenza di pesci da tana. A circa 40 metri troveremo un enorme scoglio isolato tappezzato di spugne e paramuroicea. Non di rado si incontrano grossi esemplari di nudibranchi di colore giallo. CALA CUPA Il luogo di immersione è la piccola insenatura proprio sotto la Torre del Lazzaretto, dopo Punta Gabbianara, a nord Giglio porto. L interno della cala che consente l ormeggio solo alle imbarcazioni piccole, risulta inoltre essere un ottimo ridosso per tutti i venti meridionali ed occidentali. Inizieremo la discesa all interno della caletta nuotando verso il mare aperto. Praterie di posidonie contendono il fondale alla sabbia bianca. Occorrerà prestare la massima attenzione per notare la grande varietà di animali che popolano questa zona, sogliole, cavallucci marini, pesci ago, crostacei, scorfani, attinie, paguri. Proseguendo oltre, intorno ai 30 metri, incontreremo un masso tondeggiante ricco di gorgonie, spugne, e parazoanthus. Questa immersione risulta particolarmente affascinante nelle ore notturne, quando la prateria di posidonia si popola delle più disparate forme di vita. Sotto la Torre del Lazzaretto c è questa piccola baia. Particolarmente interessante per osservare le specie di pesci che abitano il fondale sabbioso, sogliole, paguri, pesci ago e cavallucci marini. 14

15 SECCA DEL GATTO o Secca Zampa di Gatto Nel tratto di mare che va da Punta Torricella a Punta Corbaia troveremo due punti di immersione: Zampa di Gatto e la Secca della Murena.. Ormeggeremo la barca tra la rientranza riconoscibile per i buchi della roccia simili alle impronte del gatto e lo scoglietto. Si tratta in realtà di una imponente linea di contrafforti rocciosi che si sviluppa parallela alla costa dalla quale è separata da una vallata dal fondo sabbioso, a circa trenta metri. Risulta piuttosto facile individuare la struttura sommersa con un qualsiasi ecoscandaglio partendo dalle rocce della costa ed uscendo perpendicolarmente per qualche decina di metri sulla secca; qui troveremo gorgonie rosse e gialle, spugne e briozoi. Tra le moltitudini di pesci potremo riconoscere gli anthias, i pesce luna, le tanute. Nel mese di aprile non è raro assistere anche agli accoppiamenti di questi ultimi. Superata la secca, il fondale scende vertiginosamente dai - 3 i - 50 metri con una serie di picchi e pareti ospitanti aragoste, scorfani giganti e murene. Qui si possono avvistare numerose specie di pesci, saraghi, salpe, pesci luna, aragoste, e altri crostacei. LO SCOGLIO DI PIETRABONA Doppiata Punta Capel Rosso ci dirigeremo verso nord costeggiando l isola finché non arriveremo a Punta del Serrone. Guardando verso nord noteremo lo scoglio di Pietrabona che si inabissa e prosegue sotto la superficie. Il luogo migliore per ormeggiare è una piccola cala situata oltre lo scoglio. Dopo aver superato un primo tratto di scogliera, il fondale crea una bella parete che forma un netto salto sino a circa - 50 metri. In questo tratto vecchie reti hanno permesso la crescita di gorgonie gialle e briozoi. in parete, si consiglia di andare direttamente verso lo strapiombo fino a raggiungere i - 40 metri (più in basso la parete diventa meno interessante) ed ammirare il pesce di tana, il pesce di passaggio e gli spirografi. A largo della punta del Serrone troveremo un alta secca, ottima per altre immersioni. 15

16 SCOGLIO DEL CORVO Doppiata la punta del Capel Rosso seguendo la costa in direzione nord costeggeremo l isola finché non arriveremo a Punta del Serrone. Guardando verso nord noteremo lo scoglio di Pietrabona e subito dopo troveremo lo Scoglio del Corvo. Questa luogo offre una fantastica immersione, acqua limpida e ricchissima di fauna mediterranea. Le rocce sono ricoperte di rami di gorgonie e spugne, mentre le fenditure offrono tane a murene e scorfani. Intorno ai - 50 m. lo scenario raggiunge il suo massimo splendore con tappeti di gorgonie, asinelle arancioni, branchi di anthias, aragoste, e pesci luna. ALTRI LUOGHI DI IMMERSIONE Secca dei Pinocchi (sita davanti a Campese), Scoglio della Cappa (sita in località Cala dell Allume), Punta Corbaia, Secca di Zanneo, Tra punta del Fenaio e la torre vi sono una serie di secche visibili dalla superficie. 16

17 IMMERSIONI ISOLA DI GIANNUTRI PUNTA SECCA Punta secca è la punta più a nord dell isola di Giannutri. Una volta in acqua ci troveremo su di un fondale sabbioso che degrada dolcemente. Quando saremo intorno ai 30 metri troveremo un ciglio che sprofonda nel blu fino a 60 dove troveremo uno strato verticale di sabbia. La cigliata inizia a nord degli scogli che identificano Punta Secca. Una volta in acqua lasceremo la parete alla nostra destra facendo attenzione a non oltrepassare la punta in quanto alla sua destra entreremmo nella zona A del parco marino, zona interdetta. Giunti alla cigliata (intorno ai 30 metri) gireremo a sinistra, lasciando la parete che sprofonda fino a 50 metri alla nostra sinistra. In questa parete potremo notare una alta concentrazione di gorgonie rosse e gialle, musdeee, cernie, gruppi di dentici, salpe, orate, ricciole, aragoste, aspici, nonché gamberi negli anfratti più bui; non di rado si incontrano il pesce luna, il pesce s. pietro, i barracuda, le spugne colorate e numeroso pesce di passo. Quando saremo giunti ad una punta per seguire la parete dovremo girare a sinistra e (anche in considerazione dell aria a nostra disposizione) cominceremo la lenta risalita. Qui incontreremo una grande spugna comune. E nel percorso di ritorno, sulla sabbia numerosi e splendidi spirografi, pinna nobili, stelle marine, mentre le rocce sottostanti la costa sono piene di triglie e ricoperte da colonia di parazoanthus. E considerata una tra le più belle immersioni di Giannutri e da alcuni definita una delle più belle pareti del Mar Meditteraneo. In corrispondenza della punta estreme, ma in pieno parco, ai piedi della parete a circa 50 metri troveremo due cannoni appartenenti ad un galeone sicuramente spagnolo del mentre di fronte Cala dello Scoglio (anche questo tratto parco) giace a circa 35 metri un piccolo aereo da turismo. SECCA DI PUNTA SECCA 17

18 Una volta giunti davanti a Punta Secca ci dirigeremo verso Cala Maestra. Poco dopo all interno di cala di Punta Secca, troveremo il capello della secca. Potremo ancorare in qualsiasi punto della cala nei pressi del cappello. Una volta in acqua scenderemo gradatamente seguendo il fondale in direzione nord, sabbioso e ricco di praterie di posidonia, di grandi spirografi, numerose nacchere, fino ad arrivate ad una parete che da 30 metri circa scende fino a 60 metri. Essendo questa parete il proseguimento della parete che abbiamo già visitato nella immersione di Punta Secca, anche questa sarà ricca di vegetazione, spugne colorate e di splendide gorgonie rosse e gialle, musdeee, cernie, salpe, orate, ricciole, piccole aragoste, piccoli gamberi e altre varietà di pesce. Anche qui non è raro incontrare bellissimi esemplari di pesce luna, san pietro e i barracuda, nonché numeroso pesce di passo. Durante la risalita mentre effettueremo con comodità la nostra decompressione potremo intrattenerci ammirando le grandi pinne nobilis, i stupendi spirografi e numerosi piccoli pesci che vivono a pochi metri di profondità tra cui bavose, peperoncini, donzelle. Giunti a pochi metri dalla superficie, circumnavigando il cappello della secca sito a pochi metri, potremo imbatterci in un branco di barracuda che stazione nella parte interna (quella verso la costa). La Pinna Nobilis o Nacchera è il più grande mollusco dei mari europei e rischia di scomparire. Essa può raggiungere gli 70/80 cm di altezza e si può trovare da pochi metri fino a 40 metri. A volte, nel suo interno, sono state trovate delle perle, anche se è un evento molto raro e inoltre non valgono nulla. Il loro nemici principali sono i granchi e le stelle marine. La pinna è abitata anche all interno da crostacei chiamati "Pontnia-Pinnophylax" o più comunemente "Guardiani delle pinne" che vivono sempre in simbiosi. Tra le poseidonie, in direzione di punta secca, vari cocci di anfore. IL RELITTO DEL NASIM Il relitto del Nasim giace appena fuori dal piccolo porto di Cala Maestra. Alla volta di Cala Maestra, una volta in acqua, seguiremo la naturale conformazione del fondale fino ad arrivare ad una parete che sprofonda fino a 50 metri. Dalla costa ci immergeremo in prossimità della bitta di ferro all inizio di Punta Pennello puntando verso il largo; giunti a circa 30 metri individueremo quello che resta della prima auto. Dopo, una parete verticale ci consente di notare altre auto adagiate su di un fondale sabbioso e più avanti la sagoma del Nasim. Se ci immergessimo dalla barca potremmo scendere in verticale nel blu fino a giungere sopra il relitto di Nasim e per questo prenderemo come riferimento una boa posizionata a 6 metri circa (una bombola del gas fissata alla nave con una catena). Se invece ci fossimo immersi da Cala Maestra pinneggiando troveremmo la poppa della nave. Potemmo vedere il ponte, le grandi eliche, esplorare la coperta e la plancia di comando. 18

19 Il Nasim è circondato da macchine giacenti tra i 45 e i 60 (quello che viene definito il parcheggio del Nasim). La nave è sul poggiata sul lato sinistro su un fondo sabbioso ed inclinato verso il largo, anche per questo motivo è facile raggiungere senza accorgersene i 60 metri. Noi consigliamo di rimanere sulla parte altra della nave, tra i 45 e i 50, profondità di tutto rispetto, dove tra l altro potremo notare lo squarcio apertosi sulla chiglia al momento dell urto con lo scoglio di punta pennello mentre le auto a maggiore profondità dovranno essere meta di sub particolarmente esperti. Per i meno esperti o per coloro che non si sentono di effettuare immersioni impegnative, consigliamo di visitare le auto del nasim. La prima la troveremo a 30 metri sul ciglio le altre intorno ai 40 su di un fondale sabbioso. Lunga 70 metri trasportava un carico di auto destinate al mercato africano. LA GROTTA Cala Maestra. Seguiremo le indicazioni descritte per l immersione sul relitto del Nasim II. Giunti a circa 30 metri individueremo quello che resta della prima auto che è in sosta nei pressi del ciglio. Affacciandoci noteremo una splendida parete ricoperta di gorgonie e piena di vita, sul fondo sabbioso noteremo le altre auto perse dal Nasim ad una profondità di 50 metri circa e alla loro destra scorgeremo la sagoma del Nasim. Noi, invece andremo a sinistra esplorando la parete che ci condurrà a circa 40 metri ad una grotta di discrete dimensioni. Lasceremo la parete alla nostra sinistra e inizieremo l esplorazione nella quale potremo notare bellissime gorgonie rosse e gialle, margherite di mare, anemoni, musdeee, cernie, dentici, salpe, aragoste; non di rado si incontrano il pesce luna, i barracuda, il pesce s. pietro e le spugne colorate. Di tanto in tanti volgiamo lo sguardo verso il largo perché è frequente il passaggio di pesce di passo. Giunti verso una profondità di 40 metri ci imbatteremo in una grotta di discrete dimensioni, tanto che due sub possono accedervi insieme. E importante muoversi con cautela, mantenere un assetto perfetto, non alzare i sedimenti che impedirebbero la visuale agli altri visitatori. IL RELITTO DELL ANNA BIANCA Dopo aver lasciato Cala Maestra e doppiato Punta Pennello, troveremo Cala Ischiaiola dove potremo ancorare. Per individuare con facilità il relitto prenderemo come riferimento le grotta e la villa alla sua destra e punteremo verso il largo. Comunque esso si trova a circa cento metri dalla costa a nord di cala Ischiaiola. 19

20 Una volta giunti sul fondo ci dirigeremo verso il largo (direzione nord) finche non scorgeremo la sagoma del relitto adagiato su di un fondo sabbioso. Verso i 40 metri il primo troncone del relitto che troveremo è la poppa della imbarcazione, coricata sul fianco destro (fiancata di tribordo), che si presenta ben conservata mentre la prua, che è ridotta ad un ammasso di lamiere, giace più in profondità. Subito noteremo enormi spirografi e l halocynthia papillosa di colore rosso e dal water di una cabina, se avremo fortuna, potremo notare un grande gronco. Non di rado splendidi esemplari di astice si lasciano fotografare. Altrettanto splendidi nella loro forma sono una serie di Clavelina lepadiformis uniti attraverso lo stesso stolone, nonché splendidi esemplari di Sabella Pavonia. Tutte le lamiere del relitto sono incrostate da alghe verdi e spugne di diversi colori. Procedendo verso il largo o verso la prua, giungeremo nella zona dove è avvenuto l esplosione e la nave è spezzata. Qui potremo vedere all interno della nave esemplari di gronchi, muedee, granchi e altro pesce che qui ha trovato un ambiente ideale. In questa zona la visibilità supera i 35 metri. E sufficiente immergersi in apnea per individuare la sagoma del relitto. L interno della nave ospita numerose specie di pesce e crostacei ma è sconsigliato vivamente la sua penetrazione in quanto molti cavi e oggetti vari penzolanti potrebbero creare problemi. Attenzione alla profondità in quanto la prua giace a una quota che varia da 40 a 53 metri. ARCHI DI CALA ISCHIAIOLA Ormeggeremo in una piccola insenatura e in corrispondenza di una roccia che sporge dall acqua. Il punto di immersione si trova più a sud di quello dell Anna Bianca. Una volta in acqua lasceremo la parete rocciosa alla nostra destra e troveremo subito un primo arco. Proseguendo lungo la costa, dopo poco, ne incontreremo altri due più piccoli. La parete è ricca di piccole cernie, musdee, inoltre incontreremo anemoni di mare, spirografi e stelle marine. 20

21 PUNTA S. FRANCESCO Punta S. Francesco è la punta opposta a quella di Punta Secca. E rivolta verso sud prima della grande insenatura denominata Cala Spalmatolo e con Punta Secca delimita una delle zone A del parco. Ormeggeremo subito dopo la punta S. Francesco, all interno di Cala Spalmatolo, dove, se liberi, troveremo gli ormeggi posti dall Ente parco. (Se non si vuole pinneggiare molto è consigliato ancorare il più possibile vicino alla punta). Dopo aver ancorato l imbarcazione alla catena posta dall ente Parco e segnalata con una grande boa, ci dirigeremo verso la punta. Dopo poco converrà immergerci seguendo la naturale conformazione della roccia lasciata alla nostra sinistra. Se invece vorremo immergerci subito, scenderemo lungo la catena e ci dirigeremo verso la punta lasciando la parete alla nostra sinistra. (direzione sud-sud-est). Il fondale roccioso e a tratti sabbioso, che degrada dolcemente, è ricco di piccoli pesci e spugne incrostate sulle rocce che sono intervallate da ampi pianori di posidonia. Sempre dirigendoci verso la punta noteremo che la profondità si alterna ad ampi pianori di sabbia finché giungeremo ad una profondità di circa - 30 metri e qui incontreremo una parete che da 30 sprofonda fino a fermarsi a 55 metri. Qui ci dirigeremo verso sinistra. La parete è costellata di bellissime gorgonie rosse, ricca di pesce di passo, di murene, gronchi, musdee. In questo tratto sono stati avvistati barracuda, pesce S. Pietro, pesce luna, granseole, e negli anfratti aragoste e gamberi. Nonché branchi di orate e dentici. Particolare attenzione dovrà porsi ad non oltrepassare il confine della zona 2 (quella autorizzata all attracco) e quella della zona 1 dove essendo parco marino è vietato immergersi. LA MADONNINA Questa immersione è cosi denominata perché un gruppo di subacquei ha voluto deporre in questo luogo una statuetta raffigurante una madonna, a circa -10 metri nei pressi di cala Volo di Notte su un fondale sabbioso con grandi praterie di posidonia. 21

22 Scesi sul fondo saremo sopra una prateria di posidonie ad una profondità di 8/10 metri. Potremo dirigerci indifferentemente verso est, lasciando la parete alla nostra destra o verso ovest, lasciando la parete alla nostra sinistra. Esplorando la parete rocciosa incontreremo molte castagnole, il cetriolo del mare, donzelle, occhiate, saraghi, polpi, ricci, stelle marine, saraghi e tante triglie, re di triglie, castagnole, perchie, salpe, qualche scorfano nonché piante marine come la acetabularia, code di pavone e margherite di mare. Inoltre potremo vedere la Patata di mare, il pomodoro di mare, spirografi, spugne. Si è portati a pensare che la posidonia sia un alga, invece è una vera e propria pianta che ha percorso il cammino inverso dell evoluzione, tornando dalla terraferma all acqua. A differenza delle alghe, la Posidonia ha radici vere e proprie, si riproduce attraverso la fecondazione di fiori e la maturazione di frutti e semi. Questa pianta, patrimonio esclusivo dei nostri mari, cresce subito a ridosso della riva sabbiosa fino alla profondità circa di 40 m; tra le foglie e le radici vivono e si rifugiano moltissimi pesci, molluschi, echinodermi e crostacei. I GROTTONI Cala dei Grottoni Scenderemo in acqua in corrispondenza della punta più estrema della cala e seguiremo la naturale conformazione della roccia fino a giungere a circa 35 metri. Qui non sarà difficile individuare l apertura di una splendida e grande grotta. Una volta al suo interno la percorreremo per circa 10 metri. Dopo poco noteremo una luce provenire dall alto. Seguendola ci troveremo a una profondità di 27 metri. All interno incontreremo aragoste, numerosi gamberetti, coloratissime spugne. Attenzione. Cala dei grottini è una zona del parco classificata con la sigla A. Ciò sta a significare che non è consentito immergersi. 22

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