24/05/2016. Il Sistema Nervoso Periferico
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- Margherita Gianni
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1 Il Sistema Nervoso Periferico 1
2 QUANTI SONO I NERVI PERIFERICI? V áéçé ÉÄàÜx áxààx Å Ä ÉÇ w ÇxÜä ÇxÄ véüñé âåtçé? x tävâçx ÑxÜáÉÇx áéçé vtñtv w ytüàxä átäàtüx àâàà Çá xåxa ;v àa tçéç ÅÉ wt YtvxuÉÉ~< 2
3 Nervi Spinali I Nervi Spinali Il nervo spinale è un nervo misto (veicola sensibilità e movimento). Si definisce spinale in quanto fuoriesce con due radici (ventrali e dorsali) dal midollo spinale passando dal foro intervertebrale. 3
4 Ci sono un totale di 31 paia di nervi spinali: - 8 Cervicali - 12 Toracici - 5 Lombari - 5 Sacrali - 1 Coccigeo Dai nervi ai plessi nervosi I nervi misti si dividono in 4 radici: - il ramo (o radice) dorsale - il ramo (o radice) ventrale e - un paio di nervi comunicanti (sisterma nervoso autonomo). 4
5 Il ramo dorsale contiene innervazione sensitiva e motoria del muscoli del dorso I rami ventrali dei tratti cervicale e lombosacrale formano i plessi nervosi: - Plesso Cervicale -Plesso Brachiale -Plesso Lombare -Plesso Sacro-Coccigeo PLESSO CERVICALE 5
6 Rami sensitivi per la cute di collo, orecchio, parotide, spalla. Rami muscolari motori innervano i muscoli della testa e del collo, gli scaleni, l elevatore della scapola, lo sternocleidomastoideo e il trapezio. Da esso fuoriesce anche un nervo importantissimo: il nervo frenico. Il nervo frenico Il nervo frenico è il nervo che muove il diaframma. Danni al nervo frenico limitano seriamente la capacità respiratoria di una persona (tumori base polmoni, interventi a cuore aperto). Una lieve irritazione del nervo frenico è causa del singhiozzo. 6
7 PLESSO BRACHIALE Il plesso brachiale é un sistema di nervi che trasmettono i segnali dalla spina dorsale alle braccia e alle mani per il movimento e la sensibilità. Il gruppo dei muscoli innervati da una certa radice spinale costituisce il miotomo di quella radice nervosa; un dermatomero è invece l'area sensoriale della pelle innervata da uno specifico nervo. Le lesioni di una o più radici nervose si manifestano con difetti neurologici tipici (debolezza muscolare, perdita di sensibilità) che permettono la localizzazione della lesione. 7
8 Dermatomeri del plesso brachiale 8
9 Un mio cliente, si è presentato presso il mio studio sofferente alla prima falange del dito medio della mano sx da ottobre 2014; questa sofferenza lo limitava nel piegare al massimo il dito. Provando a farlo, il dolore in corrispondenza della prima falange si faceva quasi insopportabile, così come al tatto senza piegare il dito. Il sintomo, è bene specificarlo, non era frutto di un trauma subìto. Essendo un incallito ricercatore di cause che danno origine ai dolori, mi sono messo subito a ricercare il punto origine delle radici nervose che comandano i flessori delle dita della mano: consultando l atlante d anatomia risalgo al punto esatto C7-D1, ovvero il passaggio cervicodorsale. Sapendo che Sergio è un classico impiegato che passa ore e ore al computer, ho iniziato a massaggiare la parte incriminata, dato che la posizione alla scrivania davanti al computer sollecita molto questo tratto; la strategia di lavoro prevedeva poi un lavoro posturale proprio per quel tratto. 9
10 Nervo radiale È il nervo dell estensione Sindrome del Tunnel carpale È una tenosinovite da compressione e irritazione del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il suo canale. Disturbi della sensibilità pollice, indice, medio e metà del quarto dito della mano prevalentemente durante la notte. Inizialmente riferite come scosse. 10
11 Quali sono le cause di danni al plesso brachiale? Le cause di una lesione traumatica del plesso brachiale sono fondamentalmente riconducibili a due meccanismi: Stiramento e Compressione Generalmente sono traumi dovuti a impatti violenti (motocicletta o incidenti d auto), oppure traumi sportivi. Ma anche tumori, forti pressioni come uno schiacciamento o radioterapie. Meccanismi di lesione traumatica del plesso brachiale 11
12 A determinare l entità del danno è la violenza del trauma (alta velocità). Con l avvento del casco sono in aumento. La lesione del plesso superiore è la più frequente delle lesioni incomplete e determina incapacita a compiere i movimenti di abduzione ed extrarotazione della spalla e flessione del braccio, con ipotrofia della spalla. Il dolore è spesso molto intenso, causato soprattutto dall avulsione radicolare. La maggior parte dei pazienti avverte un peggioramento del dolore col freddo richiedendo l uso di manicotti termici. È importante la distrazione lavorativa o lo svago, che sembrano attenuare il dolore. TENS e fisioterapia. Chirurgia nei casi gravi. 12
13 Paralisi ostetrica del plesso brachiale Accade in molti neonati con travaglio prolungato, di alto peso alla nascita. Nel 45% dei casi si risconta una distocia della spalla. Due tre neonati su mille riportano un danno del plesso brachiale. PLESSO LOMBO-SACRALE 13
14 I nervi più grandi del plesso lombo sacrale sono l otturatorio, il femorale, lo sciatico e il pudendo. Regolano i movimenti di coscia, gamba e piede e le funzioni degli sfinteri (vescicale >>anale). Un interruzione o una compressione di questi nervi causa paralisi completa o parziale dell arto inferiore. Se è coinvolto il plesso sacrale si altera anche la funzionalità meccanica urinaria/fecale con possibili disturbi della sfera sessuale. Lesioni del plesso lombo - sacrale Sono quasi sempre dovuti a traumi gravi del bacino, con fratture multiple associate anche a lesioni dei visceri (incidenti automobilistici o traumi da schiacciamento sul lavoro). 14
15 Dermatomeri del plesso lombo - sacrale C ho la sciatica Il termine sciatica definisce un insieme di sintomi, non dice la vera natura dell'agente che irrita la radice del nervo, causando il dolore. Erroneamente si chiama così qualsiasi dolore a partire dalla parte bassa della schiena e che scende verso la gamba. Dolore: da sotto il ginocchio verso il piede. 15
16 Seguendo il dermatomero, il dolore si irradia dalla coscia posteriore al retro del polpaccio e può estendersi verso l'alto, oppure fino al piede. Oltre al dolore, ci può essere sensazione di torpore e la difficoltà nel muovere o controllare la gamba. Di solito, la sintomatologia dolorosa è percepita da un solo lato del corpo. Cause Compressione di una radice di un nervo spinale lombare >>compressione dello sciatico Radiculopatia (compressione) oppure radicolite (infiammazione) lombare Ernia, spondilolistesi, degenerazione artosica Gravidanza Tensione muscolare o "pseudo-sciatica" da compressione periferica del nervo 16
17 Disfunzione dell'articolazione sacro-iliaca Abitudini posturali malsane, (stare troppo tempo seduti in sedie rigide o dormire nella posizione fetale) Stretching insufficiente ed al poco esercizio di rilevanti aree mio-fasciali Attivazione di trigger points per basso afflusso di sangue, o per lesioni (stiramenti) o per la contrazione muscolare cronica. Ma come sono fatti i nervi e come funzionano? 17
18 Impossibile visualizzare l'immagine. 24/05/ Corpo cellulare (soma) da cui si ramificano i dendriti, coi quali il neurone riceve informazioni dalla rete. 3. L assone comunica informazioni anche ai dendriti vicini! 4. L assone è rivestito dalla guaina mielinica (sostanza prodotta dalle Celklule di Schwann.) 2. Dall altra parte c è l assone. Al suo interno viaggiano le informazioni che escono per essere inviate in periferia. 18
19 5. Le fibre si raggruppano in fasci che vanno a costituire i nervi. 6. Una serie di membrane rivestono il nervo che ha una sua vascolarizzazione (vasa nervorum) e innervazione (nerva nervorum) 7. Le fibre mielinizzate conducono impulso più velocemente delle non mielinizzate 8. Importante la divisione in neuroni (e nervi) motori, sensoriali e in interneuroni. LE VIE MOTORIE (discendenti) Sono le vie che conducono gli impulsi dalla corteccia cerebrale motoria ai muscoli in periferia. Si dividono in - Sistema piramidale - Sistema extrapiramidale 19
20 Neuroni area 4 motoria MOTONEURONE 1 Nuclei nervi cranici MOTONEURONE 2 Muscoli Neuroni area 4 motoria MOTONEURONE 1 BULBO Corno grigio anteriore del midollo spinale MOTONEURONE 2 Muscoli 20
21 Il segno di Babinski È un segno che si ottiene strisciando una punta smussa lungo il margine laterale della pianta del piede, da sopra il tallone verso la parte supero-interna fino al primo metatarso. La risposta anomala al riflesso cutaneo plantare indica la presenza di una lesione a carico del tratto corticospinale piramidale. PLACCA NEUTROMOTRICE È la sinapsi tra il motoneurone e la fibra muscolare (=unità motrice). 21
22 La comunicazione è chimica e avviene tramite un neurotrasmettitore: il rilascio di Acetilcolina dà il via alla contrazione della fibra muscolare. Vie Extra-piramidali (movimenti automatici e iniziativa motoria) Il sistema extrapiramidale è un sistema multisinaptico che agisce sull azione motoria, controllando le reazioni istintive e adattandole al movimento volontario regolando il tono muscolare e la motilità. È fondamentale per le espressioni, per i movimenti associati (il pendolamento degli arti superiori durante la marcia), nella scrittura, nella masticazione, nella fonazione, nella deglutizione, nella stazione eretta e in tutti gli atteggiamenti. 22
23 Parkinson e Corea Qualsiasi rottura dei circuiti di base del sistema comporta disordini motori extrapiramidali. Morbo di Parkinson Corea di Huntington 23
24 FISIOLOGIA DEL MOVIMENTO Ci sono 4 tipi di movimento: - volontario (sistema piramidale) - programmato (cervello in toto) - automatico (sistema extrapiramidale) - riflesso (arco riflesso) Atto motorio volontario 1. PROGETTAZIONE: ideazione (lobi frontali) e iniziativa motoria (aree sottocorticali) più componente psicologica 2. PROGRAMMAZIONE: coordinazione spazio/tempo (cervelletto, nuclei della base, talamo) 3. ESECUZIONE:trasferimento dell impulso dal motoneurone superiore (area 4) o motoneurone inferiore (corna anteriori sostanza grigia midollare o ai nuclei motori dei nervi cranici nel tronco encefalico) 24
25 Unità motoria 25
26 PARALISI DEL MOVIMENTO (volontario) Paralisi centrale o piramidale (I motoneurone): ipostenia, spasticità, iperreflessia Paralisi periferica (II motoneurone): ipostenia + flaccidità e areflessia Spasticità IPERTONO muscolare che si distribuisce in modo ineguale nei muscoli antigravitari Nel volto: occlusori della mandibola 26
27 PARALISI DEL MOVIMENTO (volontario) Paralisi da blocco giunzione neuromuscolare (miastenia gravis, botulismo): affaticabilità Paralisi da patologia muscolare (distrofie) Tipi di paralisi Emiparesi/emiplegia: 2 arti emicorpo Tetraparesi/tetraplegia: 4 arti Paraparesi/paraplegia: arti inferiori Monoparesi/monoplegia: un solo arto Diparesi/diplegia: 2 arti superiori o 2 emifacce 27
28 TONO MUSCOLARE Attività muscolare riflessa e costante che mantiene l assetto posturale del corpo Costante attività di diverse unità motorie e dal funzionamento corretto del riflesso miotatico I motoneurone: ipertono II motoneurone: ipotono Sistema extrapiramidale: spasticità diffusa Riflesso Miotatico (o da stiramento) Il rapido allungamento del muscolo costituisce uno stimolo per la contrazione involontaria del muscolo stesso. È un riflesso monosinaptico, regolato a livello midollare e non modulabile. 28
29 Riflesso miotatico inverso È attivato dalla contrazione muscolare eccessiva. Viene generato direttamente dal midollo. In seguito allo stiramento di un tendine dovuto alla contrazione muscolare, l arco riflesso di fibre sensitive e interneuroni causa il rilassamento dello stesso. L'arco riflesso spinale fa mette in comunicazione due fibre: una sensitiva e l'altra motoria senza che vi sia coinvolgimento dei centri nervosi superiori. 29
30 La FORZA muscolare È la capacità di vincere una resistenza o di opporvisi tendendo la muscolatura. I principali determinanti della forza muscolare sono: - il diametro trasverso dei muscoli - il numero di fibre rapide - la capacità di reclutamento delle unità motorie - la coordinazione muscolare (muscoli agonisti e antagonisti) - la lunghezza iniziale del muscolo - il numero di unità motorie reclutate (si attivano per prime le unità motorie più piccole) 30
31 L allenamento migliora la capacità di reclutamento e l ipertrofia muscolare. Si distinguono tre tipi di forza: Forza massimale: è la forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di sviluppare volontariamente. Forza resistente: capacità dell'organismo di opporsi alla fatica durante prestazioni d forza e/o durata. Forza rapida o veloce: è la capacità del sistema neuromuscolare di superare le resistenze con elevata rapidità di contrazione. 31
32 Allenamento In generale i metodi per lo sviluppo della forza si realizzano attraverso l'impiego di una resistenza. Un numero basso di ripetizioni ad alta intensità, agisce sulla forza massima. Un numero elevato di ripetizioni a carichi bassi agisce invece sulla forza resistente. Infine, carichi della stessa entità per 4-8 ripetizioni a velocità massima sviluppano la forza veloce. Potenza Muscolare = Forza / Tempo La potenza esprime gli aspetti esplosivi della forza, ci dice quanto un soggetto riesce a spostare nell'unità di tempo. Es. A parità di carico sollevato in una distensione massimale su panca piana (peso=100kg) Kevin è più potente di Ronnie se compie il movimento in un tempo minore. 32
33 Resistenza Muscolare La resistenza muscolare ci dice quanta forza un atleta riesce a sviluppare in un certo periodo (quanta forza, quanto a lungo). Es.: Se Carlo riesce a fare una ripetizione di squat con 200 kg e 10 ripetizioni con 150 kg è più forte, ma meno resistente di Mario, che ha un massimale di "soli" 190 kg ma riesce a fare 12 ripetizioni con 150 kg. VIE SENSITIVE Le vie somatosensoriali sono delle vie nervose afferenti sensitive che trasmettono impulsi della sensibilità tattile, propriocettiva, termica e dolorifica. Sono vie ad alta velocità di conduzione nervosa, per la trasmissione della sensibilità tattile e propriocettiva, e vie a più lenta velocità di conduzione, per la trasmissione della sensibilità termica e dolorifica. 33
34 La percezione del dolore I recettori per il dolore sono terminazioni nervose nude presenti in quasi tutti i tessuti. Gli impulsi sono condotti al sistema nervoso centrale dalle fibre mieliniche Aδ e dalle fibre amieliniche del gruppo C. Tutti e due i gruppi di fibre vanno a confluire nel corno dorsale del midollo spinale. Alcuni degli assoni formano il fasciospinotalamico laterale.gli impulsi dolorosi risalgono lungo questo tratto fino al talamo; da qui raggiungono il giro postcentrale della corteccia. La teoria del cancello 1. se la fibra Aβ è attivata per uno stimolo non dolorifico, essa andrà ad attivare l'interneurone inibitorio, che quindi bloccherà la trasmissione di eventuali segnali dolorifici fino al cervello CANCELLO CHIUSO 2. viceversa, se la fibra Aδ o C trasmette uno stimolo dolorifico, essa va contemporaneamente ad inibire l'azione dell'interneurone encefalinergico, per cui quest'ultimo non potrà inibire a sua volta la trasmissione dell'impulso doloroso al cervello. In questa configurazione CANCELLO APERTO 34
35 MASSAGGIO PUNTO TRIGGER Ciò comporta che, se uno stimolo dolorifico e uno stimolo meccanico vengono trasmessi simultaneamente (ad esempio, se si picchia la testa e si strofina la parte lesa), la trasmissione dello stimolo dolorifico sarà attenuata per via dell'azione eccitatoria svolta dalla fibra Aβ sull'interneurone encefalinergico. 35
36 Oppioidi endogeni In aggiunta a ciò, gli interneuroni encefalinergici sono in grado di stimolare fibre nervose serotoninergiche nel tronco, rilasciando oppioidi endogeni ( effetto placebo) La stimolazione degli interneuroni e il tilascio di oppioidi endogeni sono alla base anche della tecnica dell Agopuntura. il dolore è un aspetto psichico di riflesso protettivo prepotente". Gli stimoli dolorifici evocano potenti riflessi di allontanamento e di evitamento. Il dolore è associato con una forte componente emotiva. Sebbene anche le informazioni trasmesse dagli altri organi di senso possano in un secondo tempo evocare emozioni gradevoli o sgradevoli, a seconda dell'esperienza del soggetto, solo il dolore ha una componente affettiva sgradevole, la quale dipende da connessioni delle vie del dolore nel talamo. 36
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