«Sicurezza sul lavoro: Modulo illuminazione» arch. Laura BLASO
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1 «Sicurezza sul lavoro: Modulo illuminazione» arch. Laura BLASO 1
2 ELEMENTI CHE INFLUENZANO LA PROGETTAZIONE DELL AMBIENTE LUMINOSO Luce Attività OBIETTIVI GENERALI: Garantire le esigenze di: - Sicurezza - Prestazione visiva - Benessere Spazio fisico Soggetto COMFORT VISIVO
3 COMFORT VISIVO Condizione di soddisfazione delle esigenze di ordine visivo espresse dall utente DETERMINATO ESSENZIALMENTE DA: GRADO DI PRESTAZIONE VISIVA GRADEVOLEZZA DELL AMBIENTE
4 PRESTAZIONE VISIVA Velocità e accuratezza nello svolgimento di un compito visivo compito visivo osservazione di dettagli e oggetti in relazione allo svolgimento di una determinata attività Leggere e scrivere Osservare caratteristiche generali e dettagli di oggetti
5 PRESTAZIONE VISIVA CAPACITA VISIVE DEL SOGGETTO acuità visiva età percezione delle profondità percezione dei colori CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE campo visivo vincoli dimensionali vincoli di postura. CARATTERISTICHE DEL COMPITO VISIVO contrasto tempo di esposizione al compito angolo sotteso nitidezza dell immagine.. CARATTERISTICHE SOGGETTIVE stato d animo stato di salute. CARATTERISTICHE DELL ILLUMINAZIONE rapporti di luminanza nel campo visivo resa del contrasto abbagliamento caratteristiche spettrali delle sorgenti di luce..
6 GRADEVOLEZZA DELL AMBIENTE Interazione di: LUCE (NATURALE ED ARTIFICIALE) AMBIENTE (CARATTERISTICHE DELLO SPAZIO E DELLE SUPERFICI) SOGGETTO (ATTITUDINI, PREFERENZE - ASPETTI PSICOLOGICI)
7 NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO IN AMBITO NAZIONALE PER L ILLUMINAZIONE DI AMBIENTI INTERNI UNI EN 12665: 2004: Luce e illuminazione. Termini fondamentali e criteri per i requisiti illuminotecnici UNI EN 12464/1: 2011: Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni UNI 10530: 1997: Principi di ergonomia della visione. Sistemi di lavoro e illuminazione UNI 10840: 2007: Locali scolastici. Criteri generali per l illuminazione artificiale e naturale UNI EN 1838: 2000: Illuminazione d emergenza UNI EN ISO 9241/6: 2001: Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Parte 6: Guida sull ambiente di lavoro Decreto Legislativo 19/9/94 n 626: Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro Decreto Legislativo 19/3/96 n 242: Modifiche ed integrazioni al D.L , n 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro Decreto Legislativo 09/04/2008 n 81: Attuazione dell art. 1 della Legge 3 agosto 2007 n 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
8 DECRETO LEGISLATIVO 19 Marzo 1996, n 242 TITOLO II : LUOGHI DI LAVORI << art. 10. (Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro) 1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentono un illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. 2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo d illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. 3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell illuminazione artificiale, devono disporre di un illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. 4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.>>
9 DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n 626 TITOLO VI: USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEO TERMINALI art Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative che comportano l uso di attrezzature munite di videoterminali art Il datore di lavoro, all atto della valutazione del rischio [...] analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi b) ai problemi legati alla postura ed all affaticamento fisico o mentale c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale
10 DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n 626 ALLEGATO VII: PRESCRIZIONI MINIME Gli obblighi previsti dal presente allegato si applicano al fine di realizzare gli obiettivi del TITOLO VI e qualora gli elementi esistano sul posto di lavoro e non contrastino con le esigenze o caratteristiche intrinseche della mansione. 1) ATTREZZATURE Schermo:...la brillanza e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dell utilizzatore e facilmente adattabili alle condizioni ambientali. Tastiere:...la tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi. Piano di lavoro:... il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di dimensioni sufficienti e permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale necessario.
11 DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n 626 ALLEGATO VII: PRESCRIZIONI MINIME 2) AMBIENTE [...] b) Illuminazione L illuminazione generale ovvero l illuminazione specifica (lampade di lavoro) devono garantire un illuminazione sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell utilizzatore. Fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su altre attrezzature devono essere evitati strutturando l arredamento del locale e del posto di lavoro in funzione dell ubicazione delle fonti di luce artificiale e delle loro caratteristiche tecniche. c) Riflessi ed abbagliamenti I posti di lavoro devono essere sistemati in modo che le fonti luminose quali le finestre e le altre aperture, le pareti trasparenti e traslucide, nonché le attrezzature e le pareti di colore chiaro, non producano riflessi sullo schermo. Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.
12 TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 Al fine di limitare i rischi da esposizione alle radiazioni, nel 2006 la Comunità Europea ha redatto una Direttiva (2006/25/CE) recepita nel 2008 a livello nazionale con il Testo Unico Decreto Legislativo 81/2008, entrato in vigore lo scorso 26/04/2010 Il Testo Unico definisce i metodi di valutazione e i valori limite per la sicurezza e la salute relative all esposizione dei lavoratori ai rischi fisici associati alle Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Con il termine Radiazioni Ottiche Artificiali si intendono le radiazioni elettromagnetiche comprese tra 100 nm e 1 mm; a lunghezze d onda inferiori si hanno le radiazioni ionizzanti, mentre per lunghezze d onda superiori a 1 mm si parla comunemente di campi elettromagnetici.
13 TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 Principali effetti dannosi sull apparato visivo e sulla pelle Regione spettrale Ultravioletto C (da 100 nm a 280 nm) Ultravioletto B (da 280 nm a 315 nm) Ultravioletto A (da 315 nm a 400 nm) Visibile (da 400 nm a 780 nm) Infrarosso A (da 780 nm a 1400 nm) Infrarosso B (da 1400 nm a 3000 nm) Infrarosso C (da 3000 nm a 1 mm) Occhio Fotocheratite Fotocongiuntivite Cataratta fotochimica Lesione fotochimica e termica della retina Cataratta bruciatura della retina Cataratta bruciatura della cornea Bruciatura della cornea Eritema (Scottatura della pelle) Reazione di fotosensibilità Pelle Tumori cutanei Processo accelerato di invecchiamento della pelle Bruciatura della pelle
14 TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 SPETTRO ELETTROMAGNETICO Immagine tratta da Wavelab
15 TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 Principali campi di applicazione delle ROA (sorgenti incoerenti) ESEMPI DI SORGENTI NON COERENTI * Riscaldatori radianti Forni di fusione metalli e vetro IR Cementerie Lampade per riscaldamento a incandescenza Dispositivi militari per la visione notturna Sorgenti di illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici, al mercurio, sistemi LED,...) Lampade per uso medico (fototerapia neonatale e dermatologica) / estetico VISIBILE Luce pulsata - IPL (Intense Pulsed Light) - Saldatura Sterilizzazione Essiccazione inchiostri, vernici Fotoincisione UV Controlli difetti di fabbricazione Lampade per uso medico (es: fototerapia dermatologica) e/o estetico (abbronzatura) e/o di laboratorio Luce pulsata - IPL Saldatura ad arco / al laser * Alcune delle sorgenti di cui sopra emettono non solo nella banda di riferimento, ma anche in quelle vicine
16 TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 Le quattro classi di rischio individuate dalla norma: CEI EN : Sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampada Gruppo Esente Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 Stima del rischio Nessun rischio fotobiologico Nessun rischio fotobiologico nelle normali condizioni di impiego Non presenta rischio in condizioni di riflesso naturale di avversione alla luce o effetti termici Pericoloso anche per esposizioni momentanee Nota: nuovo documento IEC/TR 62778:2012: che definisce la modalità di applicazione della CEI EN alle sorgenti di luce e agli apparecchi di illuminazione, individuando i metodi di valutazione per la soglia RG1 e RG 2 (tratto da ASSIL T.S. 08/2013 : «Il rischio fotobiologico nell illuminazione stradale»)
17 TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 Elenco di sorgenti luminose primarie e secondarie che non necessitano di ulteriori verifiche o valutazioni da parte del datore di lavoro [ASSIL] Sorgente luminosa Apparecchio di illuminazione a soffitto con lampade a fluorescenza con schermo diffusore Apparecchio di illuminazione con lampade a fluorescenza compatte Proiettori con lampade a fluorescenza compatte Apparecchi per la cattura di insetti che usano lampade UVA Apparecchio di illuminazione a soffitto con lampade spot ad alogeni Lampade a filamento di tungsteno per illuminazione di aree di lavoro (incluse le lampade daylight) Apparecchi di illuminazione a soffitto con lampade ad incandescenza Indicatori LED Indicatori di posizione, freno, retromarcia e retronebbia di veicoli Illuminazione stradale Apparecchio di illuminazione a soffitto con lampade a fluorescenza senza schermo diffusore Proiettori per lampade a vapori di alogenuri e mercurio alta pressione Tutti i prodotti classificati nel gruppo esente (CEI EN 62471) Fari di veicoli (abbaglianti e anabbaglianti) Condizioni di utilizzo Tutte Tutte Tutte Tutte Tutte Tutte Tutte Tutte Tutte Tutte Ambienti con illuminamento inferiore ai 600 lux Se utilizzati con schermo frontale intatto e se non in linea con la vista. Se non in linea con la vista (potrebbero essere non sicuri se lo schermo è rimosso) Se la visione prolungata all interno dei fasci luminosi è evitata
18 La norma recepisce la normativa europea EN 12464/1: 2011 (giugno) e sostituisce la norma europea EN 12464/1: 2004 (che a sua volta sostituiva la norma nazionale UNI 10380: 1994) La norma specifica i requisiti illuminotecnici per i posti di lavoro in interni, che corrispondono alle esigenze di comfort visivi e di prestazione visiva Sono considerati tutti i compiti visivi abituali, inclusi quelli che comportano l utilizzo di attrezzature munite di videoterminali Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Sezione 5 Sezione 6 Appendice Articolazione della Norma Scopo e campo di applicazione Riferimenti normativi Termini e definizioni Criteri di progettazione illuminotecnica Elenco dei requisiti illuminotecnici Procedimenti di verifica A e B Bibliografia Indice di interni (zone), compiti e attività
19 I principali parametri che caratterizzano l ambiente luminoso sono: distribuzione delle luminanze illuminamento direzione della luce variabilità della luce resa dei colori e colore apparente della luce abbagliamento sfarfallamento
20 DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE La distribuzione delle luminanze nel campo visivo influenza il livello di adattamento degli occhi, la visibilità del compito e il comfort visivo. Occorre evitare: luminanze troppo elevate che possono provocare abbagliamento contrasti di luminanza troppo elevati che comportano affaticamento a causa delle costanti variazioni di adattamento oculare luminanze troppo basse e contrasti di luminanza troppo bassi che possono produrre un ambiente di lavoro monotono e non stimolante Intervalli consigliati per i fattori di riflessione Superficie del locale Fattori di riflessione Soffitto da 0,7 a 0,9 Parete da 0,5 a 0,8 Pavimento da 0,2 a 0,4 Fattore di riflessione del piano di lavoro non è più prescritto. Nota relativa ai fattori di riflessione degli oggetti principali (arredi, macchinari, superfici delle scrivanie) che dovrebbe essere compreso tra 0,2 e 0,7
21 ILLUMINAMENTO In funzione del tipo di ambiente, attività e compito vengono definiti i valori dell illuminamento medio mantenuto (Em) da garantire. ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO E m Valore al di sotto del quale l illuminamento medio su una specifica superficie, non può mai scendere. Si tratta dell illuminamento medio nel momento in cui dovrebbe essere eseguita la manutenzione E di progetto = E m MF
22 FATTORE DI MANUTENZIONE La CIE 97 (2005 2^ edizione) definisce il MF nel seguente modo: MF = LLMF x LSF x LMF x RSMF dove: MF: fattore di manutenzione, LLMF: la diminuzione del flusso luminoso della sorgente nel tempo, LSF: fattore di sopravvivenza della lampada (tiene conto di quante lampade sono ancora in funzione dopo tot ore di funzionamento), LMF: diminuzione del flusso luminoso dell apparecchio in funzione delle ore di funzionamento dello stesso, RSMF: la diminuzione delle caratteristiche di riflessione delle superfici del locale per effetto dello sporcamento.
23 ILLUMINAMENTO Un fattore di circa 1,5 rappresenta la più piccola differenza significativa nell effetto soggettivo dell illuminamento; assumendo pari a 20 lx il valore minimo di illuminamento è stata definita la seguente scala di illuminamenti: Tale scala è utilizzabile indicativamente per definire il valore di E m N.B. Nelle zone occupate in continuazione, l illuminamento medio mantenuto Em non deve essere inferiore a 200 lx
24 ILLUMINAMENTO I valori dell illuminamento medio mantenuto (Em) si riferiscono a condizioni visive abituali e tengono conto dei seguenti fattori: - aspetti psico-fisiologici - requisiti dei compiti visivi - ergonomia della visione - esperienza pratica - sicurezza - economia
25 ILLUMINAMENTO Se le condizioni di visibilità differiscono da quelle abituali è opportuno variare il valore dell illuminamento, aumentandolo nel caso di: compito visivo critico errori onerosi da correggere massima importanza alla accuratezza o all alta produttività capacità visive del soggetto inferiori al normale dettagli del compito visivo di piccole dimensioni o con basso contrasto di luminanza compito visivo da svolgere per tempi prolungati diminuendolo nel caso di: dettagli del compito visivo di grandi dimensioni o con contrasto particolarmente elevato compito visivo da svolgere per tempi ridotti
26 ILLUMINAMENTO DEL COMPITO VISIVO Per le postazioni di lavoro dove i compiti visivi non sono noti si procede alla scelta di una delle due opzioni: 1. L intera area è considerata sede del compito visivo 2. L intera area è illuminata con una uniformità U con un livello di illuminamento previsto dal progettista. Nota: Se il compito visivo diventa noto successivamente, bisognerà procedere alla riprogettazione dell impianto per garantire l illuminamento prescritto
27 ILLUMINAMENTO DELL AREA IMMEDIATAMENTE CORCOSTANTE L illuminamento delle zone immediatamente circostanti (0,5 m attorno area del compito visivo) deve essere correlato all illuminamento della zona del compito e deve concorrere a fornire una distribuzione delle luminanze equilibrate nel compito visivo, al fine di evitare affaticamento visivo e abbagliamento molesto. Rapporti tra illuminamenti nelle zone immediatamente circostanti e nelle zone del compito U 0 dell are compito visivo è indicata nelle tabelle relative ai requisiti illuminotecnici, mentre per le zone immediatamente circostanti l U 0 è 0,4 e per le zone di sfondo l U 0 scende a 0,1
28 ILLUMINAMENTO DELLE PARETI DEL SOFFITTO Per le principali superfici di ambienti chiusi che rientrano nel campo visivo dell osservatore. E m per pareti > 50 lx con U 0 0,10 E m per soffitto > 30 lx con U 0 0,10 Per ambienti con caratteristiche geometriche particolari e /o complesse in cui non sia possibile rispettare questi valori, è ammesso un valore ridotto di E m (esempio ambienti molto elevati con apparecchi molti distanti dal soffitto) Per ambienti in cui sono svolte attività quali uffici, ospedali, aule scolastiche, il valore diventa: E m per pareti > 75 lx con U 0 0,10 E m per pareti > 50 lx con U 0 0,10
29 ILLUMINAMENTO AREA DI SFONDO Area del compito visivo Area immediatamente circostante (0,5 m attorno compito visivo) Area di sfondo (fascia di area di almeno 3m attorno all area immediatamente circonstante, che deve essere illuminata con un valore E m pari ad 1/3 dell E m previsto per l area immediatamente circostante
30 ILLUMINAMENTO CILINDRO E MODELLATO L illuminamento medio cilindrico è dato dalla media degli illuminamenti verticali che ruotano attorno al punto di calcolo. Questo illuminamento non deve essere minore di 50 lx in un piano sopra il pavimento (1,2 m per persone sedute e 1,6m per persone in piedi). In luoghi dove la comunicazione visiva è fondamentale (uffici, aule, ecc.) l illuminamento medio cilindrico deve essere aumentato ad un valore non inferiore a 150 lx. In ogni caso l U 0 non deve essere minore di 0,1 Il modellato è il rapporto tra luce diffusa e luce direzionale. In particolare il rapporto tra illuminamenti cilindrici e illuminamento orizzontale, sugli stessi punti della griglia di calcolo, definiscono il modellato (esempio: in un ambiente con distribuzione uniforme degli apparecchi o soffitto luminoso, il valore di modellato è compreso tra 0,3 e 0,6).
31 GRIGLIA DI CALCOLO Si definiscono il numero minimo di punti di calcolo e le dimensioni della griglia per le aree dei vari compiti visivi. Le griglie di calcolo hanno le seguenti caratteristiche (cfr. UNI EN 12193): rapporto tra lunghezza e larghezza delle celle è compreso tra 0,5 e 2, Dove: i punti di calcolo sono da considerarsi nel baricentro delle celle La dimensione massima della cella si calcola nel seguente modo: p = 0,2 x 5 log10 (d) «p» è la dimensione della cella (valore massimo di 10 m) «d» è la lunghezza del lato maggiore dell area di calcolo (se il rapporto lato maggiore/lato minore < 2) oppure è la dimensione minore. Il numero «n» di punti di calcolo nella direzione della dimensione «d» è dato dal più vicino numero intero superiore al rapporto n = d/p (dove p = d/n). Allo stesso modo si calcolano i punti di calcolo relativi all altro lato. Il rapporto tra i due lati della cella devono essere il più vicino possibile a 1. Le griglie di calcolo devono escludere 0,5 m dalle pareti tranne quando l area del compito visivo è posizionata vicino alla parete.
32 GRIGLIA DI CALCOLO (Appendice A tabella A.1 della UNI EN :2011)
33 ABBAGLIAMENTO L abbagliamento è la sensazione visiva prodotta da superfici che determinano elevati gradienti di luminanza all interno del campo visivo e può essere percepito come abbagliamento molesto o debilitante. L abbagliamento prodotto dalla riflessione delle superfici speculari è detto abbagliamento da riflessione o abbagliamento velante.
34 ABBAGLIAMENTO MOLESTO L abbagliamento molesto, direttamente prodotto dagli apparecchi di 2 illuminazione, deve essere valutato 0, 25 L w UGR = 8 log 10 utilizzando il metodo tabellare CIE L 2 b p dell Indice Unificato di Abbagliamento UGR (Unified Glare Rating). Il valore limite di UGR è definito in funzione del tipo di ambiente, attività e dove: compito. L b è la luminanza di sfondo [cd/m 2 ] L è la luminanza, delle parti luminose di ogni apparecchio di illuminazione nella direzione dell occhio dell osservatore [cd/m 2 ] w è l angolo solido, delle parti luminose di ogni apparecchio di illuminazione, nella direzione dell occhio dell osservatore [sr] p è l indice di posizione di Guth, per ogni apparecchi di illuminazione rispetto agli occhi dell osservatore 34
35 ABBAGLIAMENTO MOLESTO Campo di valori di UGR in funzione delle applicazioni UGR < 13 Abbagliamento inesistente o irrilevante 13 < UGR < 16 Applicazioni anche molto impegnative 16 < UGR < 19 Uffici 19 < UGR < 22 Applicazioni industriali 22 < UGR < 25 Lavorazioni grossolane; magazzini 25 < UGR < 28 Ambienti di transito; applicazioni con scarse esigenze 28 < UGR Abbagliamento elevato 35
36 SCHERMATURA CONTRO L ABBAGLIAMENTOTO Le sorgenti di elevata luminosità possono causare abbagliamento ed alterare la visione degli oggetti. Questo fenomeno deve essere evitato, per esempio, con un adeguata schermatura delle lampade o la copertura delle finestre mediante tende con schermi idonei. L angolo minimo di schermatura deve essere in funzione delle luminanze specifiche delle sorgenti luminose. Angoli di schermatura minimi per le specifiche luminanze delle sorgenti Nota: i valori non si applicano ad apparecchi di illuminazione indiretta o montati al di sotto del normale livello della visione a
37 ULTERIORI PARAMETRI DA CONSIDERARE riflessioni velanti e abbagliamento riflesso Si possono ridurre attraverso: - sistemazione adeguata degli apparecchi di illuminazione e dei posti di lavoro - finitura della superficie (superfici opache) - riduzione della luminanza degli apparecchi di illuminazione - aumento dell area luminosa dell apparecchio di illuminazione - pareti e soffitti chiari illuminazione direzionale dei compiti visivi
38 COLORE APPARENTE DELLA LUCE Il colore apparente (cromaticità) della luce emessa da una sorgente luminosa è definita dalla sua temperatura di colore correlata (T CP ). Gruppi di apparenza di colore delle sorgenti luminose Apparenza del colore Temperatura correlata del colore T CP [K] Calda < 3300 Intermedia da 3300 a 5300 Fredda > 5300 La scelta dipende dal livello di illuminamento, dai colori dell ambiente e dell arredo, dal clima e dal tipo di applicazione
39 RESA DEL COLORE Per soddisfare le esigenze di prestazione visiva e gradevolezza dell ambiente è importante che nell ambiente i colori delle superfici e degli oggetti siano resi in modo naturale e corretto. Per fornire un indicazione obiettiva delle proprietà di resa del colore di una sorgente luminosa è introdotto l indice generale di resa del colore Ra. Il valore massimo di Ra è 100. Le sorgenti luminose con un indice di resa del colore minore di 80 non dovrebbero essere utilizzate in interni dove le persone lavorano e permangono per periodi lunghi.
40 SFARFALLAMENTO ED EFFETTI STROBOSCOPICI Lo sfarfallamento può provocare una diminuzione nella prestazione visiva e dar luogo a effetti fisiologici (cefalee). Gli effetti stroboscopici possono comportare condizioni di pericolo nella percezione del movimento di macchinari dotati di moto rotatorio o alternativo. Per evitare sfarfallamento ed effetti stroboscopici: sorgenti a incandescenza in corrente continua sorgenti a scarica ad alta frequenza (30 khz)
41 EFFICIENZA ENERGETICA Il risparmio energetico è un obiettivo da perseguire, senza compromettere gli aspetti visivi di un impianto di illuminazione. Il progetto deve prevedere un attenta valutazione dei sistemi di illuminazione, dei dispositivi ci controllo e del contributo della luce naturale. Un accensione automatica o manuale e/o un dispositivo di regolazione della luce possono essere utilizzati per assicurare una integrazione appropriata tra l illuminazione artificiale e quella naturale. La norma rimanda in maniera specifica alla EN 15193:2007 per il calcolo del fabbisogno di energia elettrica degli impianti di illuminazione artificiale (dell indicatore energetico LENI [kwh/m 2 year]).
42 L ILLUMINAZIONE DELLE POSTAZIONI DI LAVORO CON ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI Le attrezzature munite di videoterminali possono produrre delle riflessioni che causano abbagliamento debilitante e abbagliamento molesto. È necessario scegliere, posizionare e disporre gli apparecchi di illuminazione per evitare le riflessioni di luminosità elevata. Limiti della luminanza media degli apparecchi che producono riflessi sui video
43 VARIABILITA DELLA LUCE La luce è fondamentale per la salute ed il benessere delle persone, in quanto influenza: - l umore, - l attenzione, - il benessere. La luce può regolare anche i ritmi circadiani ed influenzare lo stato psicofisico e psicologico delle persone (grazie agli illuminamenti ed al colore apparente della luce). Le persone posso essere stimolate, migliorando il loro benessere, grazie alla variazione nel tempo, dell illuminazione con illuminamenti più alti, distribuzione delle luminanze ed una più ampia gamma di variazione di temperatura di colore.
44 I requisiti sono riferiti a differenti tipologie di ambienti, il cui elenco dettagliato è riportato in fondo alla norma, classificati in generale in: zone di circolazione e spazi comuni all interno di edifici attività industriali e artigianali uffici vendita al dettaglio luoghi pubblici edifici scolastici edifici di cura trasporti e stazioni ferroviarie In tabella sono riportati, a titolo di esempio, i valori limite per alcune tipologie di ambiente, compito o attività. 44
45
46 PROCEDIMENTI DI VERIFICA ILLUMINAMENTO Nella verifica di un progetto di illuminazione, i punti di misurazione devono coincidere con quelli di progettazione o con griglie utilizzate. Gli stessi punti di misurazione devono essere utilizzati per le verifiche successive. La verifica degli illuminamenti riguardanti specifici compiti deve essere effettuata con misure sul piano del compito medesimo. L illuminamento medio e l uniformità dell illuminamento devono essere calcolati e non devono essere minori dei valori indicati dalla normativa Nota: Per la verifica degli illuminamenti si dovrebbe prendere in considerazione la taratura dei luxmetri utilizzati, la conformità delle caratteristiche di lampade e degli apparecchi di illuminazione ai dati fotometrici dichiarati, i risultati del confronto dei dati di progetto, come i fattori di riflessione delle superfici, ecc., con i valori reali 46
47 PROCEDIMENTI DI VERIFICA INDICE UNIFICATO DI ABBAGLIAMENTO (UGR) Il fabbricante degli apparecchi deve fornire i dati ufficiali dell UGR, ottenuti con il metodo di tabulazione previsto dalla Pubblicazione CIE 117, in relazione allo schema degli apparecchi di illuminazione. I fabbricanti di apparecchi che pubblicano le tabelle UGR, calcolati con rapporti interdistanza /altezza diversi da quelli previsti dalla Pubblicazione CIE 117, devono dichiarare il valore di tale rapporto. Deve essere verificata la conformità al progetto della configurazione di installazione degli apparecchi di illuminazione e la finitura delle superfici. L installazione deve essere realizzata secondo i criteri di progetto.
48 PROCEDIMENTI DI VERIFICA INDICE DI RESA DEL COLORE Nel progetto deve essere indicato l indice di resa del colore R a delle sorgenti luminose dichiarato dal fabbricante Le sorgenti devono essere verificate rispetto alle specifiche di progetto. Le sorgenti devono essere come specificate nel progetto.
49 PROCEDIMENTI DI VERIFICA LUMINANZA DELL APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE La luminanza media delle parti luminose dell apparecchio di illuminazione deve essere calcolata e/o misurata nei piani C ad intervalli di 15 partendo dal piano C 0, considerando di ciascun piano gli angoli di elevazione di 65, 75 e 85. Il fabbricante dell apparecchio deve fornire i dati riferendoli al massimo valore del rapporto di emissione (sorgente luminosa/apparecchio di illuminazione).
50 CONCLUSIONI in sede di progetto consente di tenere conto dei fattori soggettivi, del compito visivo e dell ambiente nella definizione dell illuminamento medio mantenuto (E m) introduce l indice UGR per il controllo dell abbagliamento molesto prodotto dagli apparecchi di illuminazione in sede di collaudo definisce le caratteristiche degli strumenti e le procedure di verifica in campo
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