CORSO DI FORMAZIONE Art. 37, comma 2, D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011

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1 I.I.S. MATTEI-EINAUDI Via Don Torello, Latina Piazza Manuzio, Manuzio, Latina CORSO DI FORMAZIONE Art. 37, comma 2, D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011 Ing. Antonio Giorgi RSPP

2 Movimentazione manuale dei carichi D.Lgs 81/08 TITOLO VI CAPO I Dott. Ing. Antonio Giorgi

3 LE LE AZIONI SOLLEVARE PORTARE SOSTENERE

4 LE LE AZIONI TIRARE SPINGERE

5 DEFINIZIONE DI DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI TITOLO VI VI -- CAPO I I art. art. 167, comma 2, 2, lettera a), a), D.Lgs. 81/08 Per Per Movimentazione Manuale dei dei Carichi (MMC) si si intendono le le azioni di di trasporto o di di sostegno di di un un carico ad ad opera di di uno uno o più più lavoratori, comprese le le azioni del del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un un carico che che per per le le sue sue caratteristiche o in in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comporti tra tra l altro rischi di di patologie da da sovraccarico biomeccanico in in particolare dorso-lombari

6 OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO (Art. 168) IL IL DATORE DI DI LAVORO DEVE DEVE ELEMENTI DI RIFERIMENTO ELEMENTI DI RIFERIMENTO ALLEGATO XXXIII ALLEGATO XXXIII Adottare misure misure e mezzi mezzi appropriati per per evitare la la movimentazione manuale Adottare misure misure e mezzi mezzi appropriati per per ridurre il il rischio rischio in in caso caso di di movimentazione manuale necessaria Organizzare i i posti posti di di lavoro lavoro Fornire ai ai lavoratori informazioni e formazione su: su: peso,conformazione, movimentazione corretta Sottoporre i i lavoratori a specifica sorveglianza sanitaria

7 ALLEGATO XXXIII Elementi di riferimento CARATTERISTICHE DEL CARICO CARATTERISTICHE DEL CARICO SFORZO FISICO RICHIESTO SFORZO FISICO RICHIESTO CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI DI LAVORO ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITA

8 CARATTERISTICHE DEL CARICO - Il carico è troppo pesante - È ingombrante o difficile da afferrare - È in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi - È collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco - Può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto

9 SFORZO FISICO RICHIESTO - È eccessivo - Può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco; - Può comportare un movimento brusco del carico - È compiuto col corpo in posizione instabile.

10 CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO - Lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta - Il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso - Il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione - Il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi - Il pavimento o il punto di appoggio sono instabili - La temperatura, l'umidità o la ventilazione sono inadeguate

11 ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITÀ - Sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati - Pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti - Distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto - Ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore

12 DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI Tante persone soffrono di mal di schiena, di dolori al collo, di dolori alle braccia. Molti di questi disturbi muscolo-scheletrici derivano dall invecchiamento ma spesso sono causati da posizioni di lavoro scomode o da cattive abitudini della vita quotidiana. QUALI SONO? Senso di peso, senso di fastidio, intorpidimento, rigidità a: collo schiena spalle braccia mani. Essi sono spesso la conseguenza della degenerazione dei dischi della colonna vertebrale, dell affaticamento muscolare o dell infiammazione delle strutture tendinee.

13 IL RACHIDE: che cos è e come funziona VERTEBRE LORDOSI CERVICALE CIFOSI DORSALE LORDOSI LOMBARE La struttura portante del nostro corpo si chiama RACHIDE ed è costituita da ossa (VERTEBRE), dischi intervertebrali, muscoli e legamenti. Essa ospita al suo interno un importante struttura nervosa (MIDOLLO SPINALE) da cui partono i nervi che raggiungono i diversi organi del nostro corpo, tra cui le braccia e le gambe. Fra queste strutture,il disco intervertebrale è quella maggiormente soggetta ad alterarsi. Esso infatti deve sopportare carichi notevoli.

14 IL RACHIDE: che cos è e come funziona Con l età anche il disco invecchia e tende a perdere la sua capacità ammortizzatrice: la schiena diventa più soggetta a disturbi. L invecchiamento del disco viene accentuato sia da sforzi eccessivi che dalla vita sedentaria; in particolare, sul lavoro, ciò avviene quando: - si sollevano pesi (flettendo o torcendo la schiena); - si rimane a lungo in una posizione fissa (in piedi o seduti).

15 IL RACHIDE: le alterazioni più comuni NERVO BECCO ARTROSICO ANTERIORE I becchi artrosici (artrosi) sono piccole protuberanze ossee che si formano sul bordo della vertebra. Possono provocare dolore locale; inoltre, se comprimono un nervo, determinano la comparsa di formicolii e dolori alle braccia o alle gambe ( es.: formicolii alle mani nell artrosi cervicale, sciatica nell artrosi lombare). BECCO ARTROSICO POSTERIORE CHE COMPRIME IL NERVO La lombalgia acuta (colpo della strega) Dolore acutissimo per una reazione immediata, di muscoli ed altre strutture della schiena, a gesti di movimentazione scorretti o sovraccaricanti.compare nel giro di poche ore e va considerata come infortunio se la causa è lavorativa.

16 IL RACHIDE: le alterazioni più comuni ANELLO FIBROSO ERNIA CHE COMPRIME IL NERVO NERVO NUCLEO POLPOSO L ernia del disco Si produce quando la parte centrale del disco intervertebrale (nucleo polposo), attraversa l anello fibroso che lo racchiude e fuoriesce dal disco, andando a comprimere il nervo. Ne derivano spesso dei gravi disturbi, fra cui la sciatica. Essa è spesso conseguenza di movimentazioni manuali sovraccaricanti.

17 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Per valutare l insorgere di un rischio per la salute dei lavoratori è comunque necessario prendere in considerazione, oltre al peso dei carichi, anche le dimensioni, la forma e le caratteristiche L altezza di sollevamento, la distanza da percorrere, la possibilità o meno di ripartire il carico; Le caratteristiche dell ambiente di lavoro(quanto spazio si ha a disposizione, dove spostare i carichi, il percorso da fare; Il tipo di mansione svolta dal lavoratore (se è temporanea oppure ripetitiva con pause più o meno previste oppure se è un lavoro normale e continuo). Per determinare il Peso Limite Raccomandato sono state elaborate delle tecniche; la più diffusa è quella proposta dal NIOSH nel 1993

18 LE MOLTEPLICI CAUSE DI INFORTUNI Quali sono le cause più importanti di infortuni? Accanto alla tendenza a sottovalutare il rischio, le cause degli infortuni durante la movimentazione manuale di carichi sono molteplici e comprendono: fretta; percorsi di trasporto con pericoli di inciampo; agevolatori mancanti o inappropriati; fasi di lavoro non sufficientemente organizzate; carichi troppo pesanti o non pratici da afferrare; impiego di persone non adatte; formazione e istruzione carenti dei collaboratori; cattive abitudini; ecc.

19 L UOMO COME MEZZO DI TRASPORTO L uomo non è il mezzo adatto per trasportare carichi pesanti. Per quanto possibile, trasportare i carichi sempre con mezzi meccanici o con agevolatori appropriati. Esistono però situazioni in cui le operazioni manuali di movimentazione di carichi risultano inevitabili. In questi casi occorre sempre essere consapevoli dei pericoli di infortunio e per la salute.

20 L UOMO COME MEZZO DI TRASPORTO LIMITAZIONE DELLE FUNZIONI La capacità di percezione visiva: durante il trasporto di carichi, la vista può essere intralciata dal carico stesso o dalla posizione assunta con il corpo. La capacità di concentrazione: ci si concentra sullo sforzo fisico richiesto e non si fa abbastanza attenzione agli eventuali ostacoli sul percorso. L equilibrio: il carico può rendere instabile la posizione eretta di chi lo porta e fargli perdere l equilibrio. L agilità, la mobilità, la reazione: è difficile scansare d improvviso un ostacolo. è facile urtare un ostacolo e ferirsi alle mani contro spigoli vivi e superfici ruvide, portando in mano un carico. è un atto da equilibrista, premere i pulsanti dell ascensore, gli interruttori della luce e azionare le maniglie delle porte è difficile tenersi in caso di una caduta (non si fa in tempo a lasciare il carico o si cerca persino di non lasciarlo cadere per terra)

21 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA NO Evitare di torcere il tronco e di tenere il carico lontano dal corpo.

22 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA NO Evitare di prelevare o depositare oggetti a terra o sopra l altezza della testa.

23 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA E preferibile spostare oggetti nella zona compresa tra l altezza delle spalle e l altezza delle nocche (mani a pugno lungo i fianchi). Si eviterà in tal modo di assumere posizioni pericolose per la schiena. SI H. SPALLE CM H. NOCCHE CM ALTEZZA MINIMA ALTEZZA MASSIMA

24 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Se gli oggetti devono essere sollevati solo saltuariamente durante la giornata lavorativa o l attivit l attività extralavorativa, è importante conoscere le posizioni corrette per non farsi male alla schiena. NO Non tenere le gambe dritte. Se si deve sollevare da terra SI Portare l oggetto vicino al corpo e piegare le ginocchia: tenere un piede più avanti dell altro per avere più equilibrio.

25 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Se si devono spostare oggetti Evitare di ruotare solo il tronco,ma girare tutto il corpo,usan do le gambe. NO SI Avvicinare l oggetto al corpo.

26 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Se si deve porre in alto un oggetto Evitare di inarcare troppo la schiena Non lanciare il carico NO Usare uno sgabello o una scaletta SI

27 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Stoccare adeguatamente i prodotti finiti è fondamentale per evitare rischi non solo ai lavoratori addetti, ma anche agli utilizzatori successivi. Il modo più corretto di stoccare è quello su bancale standard utilizzando un altezza non superiore ai 100 cm. TRANSPALLET In questo modo si garantirà: - una collocazione nei magazzini di stoccaggio con carrello elettrico; cm - la possibilità di sbancalare manualmente senza costringere i lavoratori a flettere la schiena.

28 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Quando devono essere utilizzati scatoloni-cassoni di grosse dimensioni, è necessario : che siano dotati di una ribaltina, se profondi 50 cm; che siano dotati di due ribaltine, se profondi cm: - in questo caso, se il carico è poco stabile,è utile aggiungere una parete divisoria; NO SI PARETE DIVISORIA RIBALTINA cm RIBALTINA - che durante il riempimento siano posti su un supporto regolabile in altezza cm

29 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Quando cassoni di grosse dimensioni devono essere riempiti con carichi di peso superiore ai kg, è necessario utilizzare un braccio meccanico perché la forma del cassone costringe comunque ad assumere posizioni a rischio BRACCIO MECCANICO TRANSPALLET APERTURA DEL CARTONE

30 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Il travaso di prodotti liquidi POMPA FUSTI Non travasare i liquidi a schiena flessa, tenendo a terra il contenitore da riempire cm NO BILANCIA A PIANO RIALZATO DA TERRA BANCALE Appoggiare il contenitore da riempire ad esempio su piano di bilancia alzato da terra. Meglio effettuare il travaso tramite pompa.

31 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Quando si deve versare del prodotto in una bocca di carico: Non tenere completamente sollevato il contenitore soprattutto se è molto lontano dal corpo BOCCA DI CARICO NO BOCCA DI CARICO SI Appoggiare al piano di carico e svuotarlo solo alla fine, quando è mezzo vuoto, sollevandolo completamente Stare il più possibile vicini al punto di carico

32 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Per i fusti più pesanti e trasporti frequenti, vanno utilizzati i carrelli elettrici. Per fusti più leggeri e usi meno frequenti, possono essere usati attrezzi girafusti manuali.

33 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA NO Evitare di trasportare manualmente oggetti per lunghi percorsi o sopra rampe di scale, se non saltuariamente e con oggetti poco pesanti. NO

34 ALCUNE REGOLE GENERALI PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA Per il trasporto in piano fare uso di specifici carrelli. TRANSPALLET MANUALE: Fino a 600 kg (circa) 2 RUOTE: kg (massimo). 4 RUOTE: Fino a 250 kg (circa)

35 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Prima di sollevare o trasportare un oggetto è importante conoscere: STOP : PENSA, POI SOLLEVA! - Quanto pesa: il peso deve essere scritto sul contenitore. (Se supera i valori limite, non va sollevato manualmente da soli: usare preferibilmente un ausilio meccanico oppure effettuare il sollevamento in più operatori). - La temperatura esterna dell oggetto: se troppo calda o fredda, è necessario utilizzare indumenti protettivi. - Le caratteristiche di contenitore e contenuto: se pericoloso è necessario manovrarlo con cautela e secondo le specifiche istruzioni. - La stabilità del contenuto:: se il peso non è distribuito uniformemente dentro il contenitore o si sposta nel trasporto, può derivarne pericolo.

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