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1 Nel 2011 si è registrato un generale rallentamento dell economia mondiale. Si è accentuato il divario tra i ritmi di sviluppo delle principali economie avanzate, che si è dimezzato, mentre quello dei paesi emergenti e in via di sviluppo si è ridotto in misura assai più contenuta. In questi paesi è stata soprattutto la domanda interna a sostenere l espansione dell attività economica. Nella seconda metà del 2011, tuttavia, si è registrato un rallentamento determinato in buona misura anche dall indebolimento della domanda estera, in particolare di quella proveniente dall area euro. Nell area dell euro il tasso di crescita del PIL è sceso all 1,5% dall 1,9% dell anno precedente. La dinamica del PIL è stata molto diversa tra i paesi: assai sostenuta in Germania, debole in Spagna, ed in Italia, fortemente negativa in Grecia e Portogallo. La domanda interna si è indebolita: le difficoltà del mercato del lavoro e la flessione del reddito disponibile hanno fortemente limitato la spesa in beni di consumo. Il quadro macro economico, ancora favorevole nei primi due mesi del 2011, è rapidamente peggiorato dall estate risentendo dell indebolimento del ciclo economico internazionale e successivamente, in misura crescente, delle tensioni sui mercati finanziari che si sono ripercosse sulle condizioni di finanziamento e sulla domanda interna. Il peggioramento delle prospettive di crescita e l incertezza sulla tenuta delle finanze pubbliche in alcuni paesi dell area euro hanno innescato una fase di marcata instabilità dei mercati finanziari di cui hanno risentito soprattutto i Paesi il cui debito sovrano presentava caratteristiche di maggiore fragilità. In Italia nel 2011 il PIL è sceso, nella media annua, dello 0,4% (dall 1,8% dell anno precedente) ed il peggioramento è stato particolarmente intenso nella seconda parte dell anno. Tale situazione è in larga misura attribuibile alle conseguenze della crisi già ricordata dell area euro, cui si sono aggiunte le difficoltà ad erogare crediti e ad effettuare investimenti e l andamento negativo del comparto delle costruzioni. Anche la spesa per i consumi delle famiglie è calata, sia in considerazione della diminuzione del reddito disponibile, sia per le crescenti preoccupazioni sulle condizioni del mercato del lavoro. L inflazione al consumo è salita di oltre un punto percentuale al 2,8, contestualmente si è registrata una flessione del reddito disponibile ed una flessione del potere d acquisto delle famiglie a causa della accelerazione dei prezzi. In questo contesto le difficoltà del mercato del lavoro hanno penalizzato soprattutto i livelli salariali più bassi. Anche la propensione al risparmio è diminuita, mentre crescenti sono apparse le preoccupazioni dei consumatori sulla situazione economica. AGENZIA LIGURIA LAVORO Ente strumentale della Regione Liguria Via Fieschi, 11G Genova osservatorio@aligurialavoro.it - Portale: 155

2 Nella situazione economica appena descritta l occupazione è aumentata nei primi tre trimestri del 2011; nell ultima parte dell anno, tuttavia, ha registrato una riduzione degli occupati. Nella media annua l occupazione ha dunque registrato un incremento di entità modesta, determinato soprattutto da un incremento dei contratti a termine ed a tempo parziale, mentre la disoccupazione -soprattutto giovanile-ha continuato ad aumentare. Da osservare come la difformità dell andamento occupazionale lungo il ciclo di vita sia riconducibile per quanto riguarda i giovani in larga misura alle dinamiche demografiche, mentre per quanto riguarda la classe di età tra i 55 ed i 64 anni i maggiori tassi di occupazione sono determinati anche dal progressivo innalzamento dell età pensionabile. Osservando i trend relativi al periodo si evidenzia una situazione di crescente disagio: ad una flessione generalizzata dell occupazione ai diversi livelli (nazionale, ripartizionale, regionale) si aggiunge una non trascurabile crescita della disoccupazione. Per quanto riguarda più specificamente la Liguria la flessione occupazionale si attesta su un valore percentualmente più elevato (-0,9%) rispetto alla media nazionale (-0,3%), con il tasso di occupazione al 63,2%, sempre comunque al di sotto del tasso del Nord Ovest (64,5%) e del Nord Est (66,3%). Nel terziario, che si conferma il settore economico a più elevato impatto occupazionale, si registra una sostanziale tenuta del volume degli addetti, mentre continua il declino nel comparto manifatturiero. Per quanto riguarda le tipologie di lavoro flessibile, si evidenzia una crescita sia del part time che del lavoro a tempo determinato, crescita che riguarda soprattutto la componente femminile. Sul versante della disoccupazione si evidenzia un incremento di unità rispetto al 2008 corrispondente ad una crescita di quasi un punto percentuale del tasso di disoccupazione che si attesta al 6,3% (nel 2008 risultava pari al 5,4%). Si tratta peraltro di un incremento declinato soprattutto al maschile (dove il tasso passa dal 4% al 5,8%), mentre la disoccupazione femminile rimane stabile al 7%, facendo evidenziare una leggerissima flessione. Per quanto riguarda le caratteristiche della disoccupazione ligure si conferma la prevalenza delle persone espulse dal contesto produttivo e dunque alla ricerca di una nuova opportunità occupazionale. I dati aggiornati al 2 trimestre 2102 evidenziano un ulteriore peggioramento sia per quanto riguarda l occupazione, dove si registra una flessione occupazionale anche nel terziario, sia in riferimento alle persone in cerca di lavoro, dove si registra un nuovo incremento per quanto riguarda la disoccupazione femminile che torna a crescere dopo la battuta d arresto dell anno precedente. 156 AGENZIA LIGURIA LAVORO Ente strumentale della Regione Liguria - Via Fieschi, 11G Genova osservatorio@aligurialavoro.it- sito WEB:

3 Anche gli andamenti della Cassa Integrazione confermano la criticità della situazione ligure: il totale delle ore autorizzate si triplica tra il 2008 ed il 2011( passando da a ). la performance più clamorosa è tuttavia quella della Cig in deroga che dalle ore del 2008 schizza agli oltre 6 milioni del Analizzando tipologie di intervento e settori si evidenzia come nella CIG ordinaria l industria faccia registrare una tendenza alla crescita; nella CIG straordinaria continua ad essere predominante il meccanicometallurgico; nella CIG in deroga prevale il commercio ( 55,2%) e sale considerevolmente l artigianato. Dalla lettura dell andamento demografico delle imprese liguri nel periodo 2009/2011 si evidenzia, contestualmente ad un modesto incremento dello stock (+0,7%), una crescita delle aperture del 3% ed una diminuzione delle chiusure del 7%. Sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un andamento che prefigura una ripresa. In realtà il dato complessivo è il risultato di una performance positiva per settori ad andamento piuttosto ciclico come le attività immobiliari e le costruzioni, mentre il bilancio demografico è decisamente negativo per i comparti più significativi per l economia regionale come le attività commerciali e turistiche e quelle manifatturiere. I dati relativi al 2 trimestre 2012 evidenziano invece una situazione di maggiore criticità: si registra infatti una modesta flessione delle aperture (-1 8%) a fronte di una decisa impennata delle chiusure (+17,5%). Sul fronte delle imprese artigiane la situazione è ancora più critica: le iscrizioni crollano del 22,9%, le cessazioni salgono al 14,8%. In conclusione la situazione di crescente difficoltà del contesto sociale ed economico del Paese risulta ben evidenziata anche dagli ultimi dati sulla povertà in Italia pubblicati dall ISTAT(luglio 2012) dai quali emerge come nel 2011 l 11,1% (pari a 2milioni 782mila) delle famiglie italiane (pari a 2milioni 782mila, si tratta di 8 milioni 173mila individui poveri, il 13,6% dell intera popolazione ) è in condizione di povertà relativa e il 5,2% ( pari a 1milione e 297mila famiglie, per un totale di 3milioni e 415 mila individui, il 5,7% dell intera popolazione) lo è in termini assoluti, con tassi che risultano in crescita dal In peggioramento, per quanto riguarda la povertà relativa le condizioni delle famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai, mentre la povertà assoluta aumenta tra le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro, soprattutto se non ci sono redditi da lavoro e almeno un componente è alla ricerca di occupazione. La povertà è sempre maggiormente diffusa nel Mezzogiorno, tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni, esiste inoltre una forte associazione tra povertà, bassi livelli di istruzione, bassi profili professionali (working poor) ed esclusione dal mercato del lavoro. In questo contesto la Liguria si posiziona rispetto alle regioni contermini su tassi più elevati: l incidenza di povertà relativa ligure risulta infatti pari nel 2011 al 6,2% a fronte del 5,9 % del Piemonte, del 4,2 % della Lombardia, del 5,2% dell Emilia Romagna e del 5,2% della Toscana. AGENZIA LIGURIA LAVORO Ente strumentale della Regione Liguria Via Fieschi, 11G Genova osservatorio@aligurialavoro.it - Portale: 157

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