IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE DELLA CITTA DI MILANO
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1 IL SISTEMA DI RACCOLTA, COLLETTAMENTO E DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE DELLA CITTA DI MILANO Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano SEMINARIO: Sistema depurativo delle acque di rifiuto- Impianto di Milano Nosedo Maurizio Brown
2 Si sviluppa a partire dalla seconda metà del XIX secolo sulla base di lunghi La rete di fognatura di Milano e approfonditi studi : contribuirono, il Collegio degli ingegneri e studiosi insigni, quali l ing. Felice Poggi e il prof. Gaudenzio Fantoli del Politecnico di Milano; vennero esaminate e confrontate le esperienze e i sistemi adottati nelle principali città europee. sistema concepito in funzione delle caratteristiche peculiari del territorio milanese: scarsa pendenza del suolo (max. 0,27% NO SE) presenza di un fitto reticolo di corsi d acqua superficiali; assenza di recapiti naturali adeguati allo smaltimento delle acque di origine meteorica 2
3 Il sistema adottato: indipendente dal reticolo dei corsi d acqua; unitario (le acque di rifiuto e quelle di pioggia vengono raccolte in unico condotto); funzionamento per gravità (sfruttando cioè la pendenza naturale del suolo); struttura della rete minore a maglie chiuse (elevata capacità di invaso in rete). Il sistema fognario di Milano si sviluppa sulla base di studi e pianificazioni contestuali allo estensione dell area urbana: 1888 costituzione presso l Ufficio Tecnico Municipale della Sezione speciale per la stesura del Progetto generale della rete di fognatura della città (Poggi) 1890; 1911 Piano di Ampliamento (Poggi, Paladini, Fantoli); 1923 Piano Codara, in occasione dell aggregazione a Milano di 14 comuni limitrofi; 1938 Ufficio Speciale Studi (Columbo Bay); 1953 Studio Generale Della Rete Di Fognatura (Columbo) a seguito dell approvazione del nuovo Piano Regolatore; 1983 Piano di Attuazione della Rete di Fognatura interventi di ampliamento e di completamento della rete in funzione della realizzazione del sistema di depurazione. 3
4 Progetto Generale della rete di fognatura della città 1911 (1) e stato di attuazione nel 1930 (2) Piano Codarda per la sistemazione del territorio dei comuni aggregati
5 LE CARATTERISTICHE PECULIARI DEL SISTEMA Ossatura principale: collettori autonomi a servizio di una serie di zone concentriche rispetto al centro a quote decrescenti; evitano scarichi localizzati dei diversi quartieri della città nel reticolo dei corsi d acqua presenti nel territorio; i collettori più esterni sono in grado di ricevere, in periodo di pioggia, parte delle acque del bacino più interno (interconnessione dei bacini scolanti) 5
6 RECAPITI FINALI DEL SISTEMA DI FOGNATURA MILANESE BACINO CENTRO ORIENTALE: Roggia Vettabbia Cavo Redefossi BACINO ORIENTALE: Fiume Lambro Settentrionale BACINO OCCIDENTALE: Colatore Lambro Meridionale 6
7 Rete Minore: estesa (circa il 78% dello sviluppo complessivo della rete) costituita da condotti, di sezioni ampie e interconnessi (struttura a maglie chiuse); elevata capacità di invaso ( m3; 140 m3/ha); capacità di trasferire le portate eccedenti alle zone contigue. in caso di eventi piovosi intensi le dimensioni dei condotti e la loro interconnessione consentono di accumulare in rete le acque meteoriche e di trasferire le portate eccedenti alle zone contigue rallentando il deflusso verso gli impianti di depurazione e i corpi ricettori finali 7
8 LA SITUAZIONE ATTUALE DELLA RETE sviluppo complessivo: km età media: > 60 anni Agglomerato urbano: ha Dimensioni delle sezioni tipi di sezione adottati: 320 sezione minima: d = 0,30 m sezione massima: Ω = 6,80 x3,30 m Tipologia dei condotti Sviluppo (km) % Invaso (m 3 ) Condotti minori (A < 1 m 2 ) , Collettori Interzonali (1 < A < 3 m 2 ) , Grandi Collettori (3 < A < 20 m 2 ) 102 6, Totale ,
9 Manufatti speciali: P.za Bonomelli 9
10 Manufatti speciali: Bonardi-Ponzio 10
11 Manufatti speciali: confluenza di via Pacini 11
12 IL RIUSO IRRIGUO DELLE ACQUE REFLUE Milano, per diversi secoli, utilizzò le sue acque reflue per irrigare un vasto comprensorio agricolo a valle della città coltivato a marcita. Il sistema ideato dai monaci Cistercensi di Chiaravalle nel 1200, consentiva la depurazione biologica naturale delle acque e contestualmente il deposito sul terreno di sostanze fertilizzanti che massimizzavano la produzione di foraggio fresco e determinarono lo sviluppo dell allevamento bovino e di latte. 12
13 IL SISTEMA DI DEPURAZIONE DEL COMUNE DI MILANO Il sistema è stato concepito: in funzione delle caratteristiche peculiari della rete di fognatura di Milano; per garantire il mantenimento degli apporti preesistenti nei diversi corpi idrici ricettori; per consentire il riutilizzo irriguo delle acque depurate. Il Sistema è stato articolato a servizio dei tre bacini scolanti del territorio del Comune di Milano e del Comune di Settimo Milanese, serviti da tre impianti: Milano San Rocco Bacino Occidentale + Settimo Milanese (S = 101,3 Km 2 ) Milano Nosedo Bacino Centro-Orientale (S = 69,0 Km 2 ) Peschiera Borromeo (seconda linea) Bacino Orientale (S = 22,3 Km 2 ) 13
14 BACINI SCOLANTI AGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE E RECAPITI DELLE ACQUE TRATTATE BACINO OCCIDENTALE Depuratore Milano San Rocco Recapito: C.Lambro Merid. R. Pizzabrasa R.Carlesca BACINO CENTRO ORIENTALE: Depuratore Milano Nosedo Recapito: R.Vettabbia C.Redefossi BACINO ORIENTALE: Depuratore Peschiera Borromeo (2^linea) Recapito: F.Lambro Sett. 14
15 PECULIARITÀ DEL SISTEMA DEPURATIVO Popolazione potenziale servita [A.E.] Portata media giornaliera tempo secco 10,1 [m3/s] Massima portata di pioggia [3 x Q24] 30,3 [m3/s] IMPIANTO NOSEDO SAN ROCCO PESCHIERA B Bacino Centro-Orientale Occidentale Orientale Estensione bacino [ha] Potenzialità [A.E.] Portata media giornaliera [m 3 /s] 5,00 4,00 1,10 Massima portata di pioggia [m 3 /s] 15,00 12,00 3,30 15
16 I LIMITI DI EMISSIONE Standard di qualità per gli effluenti trattati imposti dal Ministero dell Ambiente, per gli impianti di depurazione del Comune di Milano, sono molto restrittivi: limiti previsti per le aree sensibili (Tabella 2 All. 5 Parte III del D. Lgs. n. 152/06) limiti per il riuso irriguo (D. Min. Ambiente n. 185 del 2003) ( 3 ) PARAMETRI LIMITI DI EMISSIONE BOD 5 10 mg O 2 /l ( 1 ) COD 100 mg O 2 /l ( 2 ) Solidi sospesi totali Azoto totale 10 mg/l 10 mg N/l Azoto ammoniacale 2 mg NH 4 /l Fosforo totale 1 mg P/l Escherichia coli 10 UFC/100 ml ( 3 ) 16
17 Milano Nosedo e Milano San Rocco costituiscono la struttura principale del sistema depurativo del Comune di Milano trattano più del 90% delle acque drenate dal sistema fognario cittadino; ( m 3 nel 2012) destinano le acque depurate all uso irriguo diretto Milano Nosedo Milano San Rocco 17
18 MILANO NOSEDO le acque depurate dell impianto alimentano la Roggia Vettabbia sono trattate per il riutilizzo a scopo irriguo per tutto l anno destinazione: Roggia Vettabbia - unica fonte di alimentazione vasto comprensorio agricolo tra Milano e Melegnano Superficie 37 km 2 MILANO S. ROCCO l intero volume delle acque scaricate dall impianto in tempo asciutto è trattabile per il riutilizzo a scopo irriguo l effettiva erogazione avviene solo durante la stagione irrigua destinazione: Roggia Pizzabrasa - integrazione dotazione idrica (comparto 50 km 2 incidenza ~ 25%) Roggia Carlesca - integrazione dotazione idrica (comparto 27 km 2 incidenza ~ 40%) 18
19 Il sistema depurativo dei reflui urbani, realizzato dal Comune di Milano consente, a partire dal 2004, il ripristino del riutilizzo irriguo, nel rispetto delle rigide normative nazionali ed europee, con significative ricadute sulla qualità della produzione agricola dei territori di un vasto comprensorio a valle della città. Le acque reflue di Milano costituiscono una risorsa particolarmente preziosa per l agricoltura una integrazione della disponibilità dei corsi d acqua naturali. 19
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