CONCORDATO CON CONTINUITA AZIENDALE Art. 186-bis del R.D. 16 Marzo 1942, n.267 (Legge Fallimentare), introdotto con il decreto legge 22 giugno 2012,
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1 CONCORDATO CON CONTINUITA AZIENDALE Art. 186-bis del R.D. 16 Marzo 1942, n.267 (Legge Fallimentare), introdotto con il decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito in legge 7 Agosto 2012, n. 134
2 ... Occorre rendere vantaggioso per il debitore il ricorso al concordato, in modo da favorire il raggiungimento di una soluzione molto prima che l attività cessi evitando che l istituto sia utilizzato con finalità esclusivamente liquidatorie.... Appare necessario rendere ancora più vantaggioso l istituto per l imprenditore, al fine di accelerare la fase di avvio della procedura. Ciò potrebbe avvenire consentendo al debitore di proteggere subito il patrimonio e di presentare una domanda di concordato, pur non completa di tutta la documentazione necessaria per accedere alla procedura, riservandosi di depositare quest ultima entro un termine stabilito dal giudice a seconda della complessità della vicenda.... Appare, infine, necessaria l introduzione di una disciplina specifica per favorire i concordati con finalità di risanamento, in modo da rendere effettivamente compatibile la procedura di concordato preventivo con la continuazione dell attività aziendale in capo allo stesso titolare o a soggetti terzi...
3 Decreto Crescita Misure per facilitare la gestione delle crisi aziendali Art. 33 Revisione della legge fallimentare per favorire la continuità aziendale Detta disposizioni di modifica alla legge fallimentare (R.D. 16 marzo 1942, n. 267) ed in particolare la disciplina prevista in tema di strumenti negoziali di superamento della crisi aziendale, con l intento di consentire alle imprese in difficoltà un accesso più rapido alle procedure di risanamento. Entrato in vigore il 10 settembre 2012 (art. 33, co. 3).
4 con la recente riforma della legge fallimentare, operata in tre tempi dal decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, dal decreto legislativo 9 gennaio 2006, n. 5 e poi dal decreto legislativo 12 settembre 2007, n. 169, il legislatore aveva offerto alle imprese in crisi tre strumenti di riorganizzazione tra loro alternativi: concordato preventivo (artt. 160 ss.); piano attestato di risanamento (art. 67, 3 co, d); accordo ristruttur. dei debiti (art. 182 bis).
5 Concordato preventivo Il concordato preventivo si sostanzia in un procedimento giudiziale che necessita di un accordo tra l imprenditore ed i suoi creditori, in forza del quale il primo, in stato di difficoltà economico-finanziaria, si obbliga a pagare, almeno parzialmente, i propri debiti proponendo un piano che contenga un progetto di risanamento dell impresa in crisi.
6 Il decreto Crescita ha disposto che il debitore, insieme a tutta la documentazione già normativamente prevista, debba depositare anche un piano contenente la descrizione analitica delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta, corredato dalla relazione di un professionista indipendente che attesti la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano medesimo.
7 TRE FATTISPECIE DI CONCORDATO Il nuovo art. 186-bis al primo comma individua anzitutto 3 fattispecie di concordato con continuità aziendale: a) Prosecuzione dell attività d impresa da parte dello stesso soggetto che richiede il concordato; b) Cessione dell azienda in esercizio ad un altro soggetto; c) Conferimento dell azienda in esercizio in una o più società.
8 In tutte e 3 le fattispecie di concordato con continuità è poi prevista la possibilità di liquidare i beni non funzionali all esercizio d impresa. In tal caso vi sarà una sorta di concordato misto parte con continuità aziendale e parte liquidatorio. Nei casi di cessione o conferimento dell azienda, l attività prosegue in capo ad un altro soggetto diverso dal debitore e la finalità è proprio quella di separare le sorti dell azienda da quelle dell impresa in concordato.
9 Con la DOMANDA DI CONCORDATO PREVENTIVO, il debitore presenta (art. 161, comma 2, L.F.) a) una relazione sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell impresa; b) uno stato analitico ed estimativo delle attività e l elenco nominativo dei creditori, con l indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di prelazione; c) l elenco dei titolari dei diritti reali o personali su beni di proprietà o in possesso del debitore; d) il valore dei beni e i creditori particolari degli eventuali soci illimitatamente responsabili; e) un piano contenente la descrizione analitica delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta (contiene gli elementi giuridici ed economici dell accordo che l impresa formula nei confronti dei creditori cd. piano di concordato o di risanamento).
10 Il piano e la documentazione devono essere accompagnati dalla relazione di un professionista, designato dal debitore, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 67, terzo comma, lettera d), che attesti la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano medesimo (art. 161, comma 3, L.F.).
11 L intenzione del legislatore, è quella di facilitare la gestione delle crisi aziendali favorendo la continuità aziendale, disciplinando accanto ad un riformato concordato liquidatorio anche un nuovo concordato con continuità aziendale.
12 IL BUSINESS PLAN Nel concordato con continuità il piano deve contenere un analitica indicazione dei costi e dei ricavi attesi dalla prosecuzione dell attività, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalità di copertura. Business Plan Piani Industriali Budgets Piani Finanziari
13 Al fine di beneficiare del nuovo strumento, l imprenditore in crisi dovrà soddisfare entrambe le condizioni preliminari : - il piano di concordato, oltre a contenere la descrizione analitica delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta, deve contenere anche un'analitica indicazione dei costi e ricavi attesi dalla prosecuzione dell'attività d'impresa prevista dal piano di concordato, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalità di copertura; - la relazione del professionista (di cui all art. 161, comma 3), oltre ad attestare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano medesimo, deve attestare anche che la prosecuzione dell'attività d'impresa prevista dal piano di concordato è funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori.
14 Piano Industriale: illustra le previsioni di produzione futura e deve basarsi su ipotesi sia di carattere generale inerenti la produzione e la commercializzazione dei prodotti, sia di carattere particolare relativamente al raggiungimento di vari target. Budget: Ha lo scopo di tradurre le ipotesi di produzione e di vendita in dati reddituali (costi e ricavi attesi). Piano Finanziario: Evidenzia le previsioni di reperimento delle risorse finanziarie con cui far fronte al pagamento delle spese correnti in attesa di incassare i corrispettivi delle vendite. Si preoccupa perciò di analizzare nel dettaglio le entrate e le uscite finanziarie (cash flow).
15 MORATORIA DEL PAGAMENTO DEI CREDITORI PRIVILEGIATI L art 186-bis alla lettera c) del secondo comma dispone che il piano può prevedere una moratoria fino ad un anno dall omologazione per il pagamento dei creditori assistiti da privilegio, pegno o ipoteca. Scopo della norma è quello di dare all impresa tempo a disposizione sufficientemente lungo (un anno) per realizzare i proventi necessari al pagamento dei creditori privilegiati ma di imporre entro tale termine che i creditori devono essere pagati in assenza del realizzo con i beni su cui hanno la prelazione. Tale moratoria ovviamente non si applica qualora la prelazione abbia ad oggetto proprio quei beni non strumentali alla prosecuzione d impresa per i quali è prevista la vendita.
16 PAGAMENTO DEI CREDITI ANTERIORI Il debitore che presenta domanda di ammissione al concordato preventivo con continuità aziendale, anche con riserva di successiva presentazione della domanda, può chiedere al tribunale di essere autorizzato a pagare i crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi se un professionista in possesso dei requisiti di cui all art. 67, attesta che tali prestazioni sono essenziali per la prosecuzione dell attività d impresa e funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori. Esempio: fornitori dell impresa, che vedendo cristallizzarsi la loro posizione creditoria alla data di presentazione del ricorso, si rifiutino di fornire ulteriormente l impresa ancorché venga garantito loro che le forniture in pendenza vengano pagate in prededuzione. (Analoga disciplina è riservata per gli accordi di ristrutturazione del debito con continuità aziendale).
17 CONTRATTI IN CORSO NEL CONCORDATO PREVENTIVO L Art. 169-bis prevede che nel ricorso per ammissione alla procedura di concordato il debitore possa chiedere al tribunale che il giudice delegato autorizzi lo stesso debitore a sciogliersi dai contratti in corso di esecuzione alla data di presentazione del ricorso.
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