GUIDA ALL IMPIEGO DEL COMPOST DI QUALITA
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- Andrea Messina
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1 GUIDA ALL IMPIEGO DEL COMPOST DI QUALITA
2 Nella primavera del 2006 Coldiretti e CIC hanno sottoscritto un accordo per il consolidamento dei rapporti tra il mondo agricolo e il settore del compostaggio. A tutt oggi, infatti, vengono commercializzati prodotti sotto la denominazione di compost che non corrispondono alle definizioni di compost di qualità o di ammendante compostato. Questo documento si presenta come una semplice guida, rivolta alle imprese agricole, fornendo gli elementi necessari al riconoscimento di un buon compost, oltre ad indicazioni e consigli per un suo miglior impiego. CHE COSA E IL COMPOST DI QUALITA? La normativa vigente (D.Lgs. 217 del 29 aprile 2006) definisce gli ammendanti come materiali da aggiungere al suolo in situ, principalmente per conservarne o migliorarne le caratteristiche fisiche e/o l attività biologica, i cui tipi e caratteristiche sono elencati nell allegato 2 della nuova disciplina. Nella fattispecie, la legislazione individua tra gli ammendanti i seguenti prodotti: - Ammendante compostato verde (ACV): prodotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici che possono essere costituiti da scarti della manutenzione del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti di origine vegetale con esclusione di alghe e altre piante marine. - Ammendante compostato misto (ACM): prodotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici che possono essere costituiti dalla frazione organica degli RSU proveniente da raccolta differenziata, da rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività agro-industriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, da reflui e fanghi, nonché dalle matrici previste per l ammendante compostato verde. Il Compost di Qualità è un materiale organico (humus) risultante dalla decomposizione naturale di scarti organici raccolti in modo selettivo, trattati secondo norme di igiene e sicurezza e nel rispetto delle normative italiane in materia di fertilizzanti. La produzione di Ammendante Compostato avviene in insediamenti produttivi dotati dei più rigidi presidi ambientali (colletamento acque, biofiltri, ecc.) con un monitoraggio in continuo dei processi produttivi.
3 COME SI UTILIZZA Modalità, dosi di impiego ed epoca di distribuzione L ammendante può essere impiegato in alternativa al letame nelle colture cerealicoleforaggere, in orticoltura, in frutticoltura ed in generale nelle colture in pieno campo ma alcune caratteristiche ne ampliano le possibilità di impiego. Se si prevede l impiego nel settore florovivaisico (giardinaggio, colture in vaso, ecc.), come per qualsiasi ammendante ricco in elementi nutritivi, non è consigliabile l utilizzo in purezza e a diretto contatto con le radici o con i semi, ma è preferibile mescolarlo con adeguate quantità di substrato, come terricci, torba, sabbia o semplicemente terreno. In generale per tutte le colture erbacee in pieno campo ed in orticoltura le dosi consigliate si aggirano sui q/ha; nella seguente tabella è indicato l apporto in nutrienti in relazione alle dosi di un ammendante tipico con caratteristiche medie posto a confronto con l apporto di una media letamazione. Per quanto riguarda l epoca di distribuzione sul terreno è stato osservato che sulle colture si ottengono i migliori risultati con distribuzione del compost alle dosi consigliate prima della semina, alla fine dell inverno, procedendo subito dopo con l aratura (vangatura, fresatura) per incorporare l ammendante al terreno ed evitare le perdite di elementi nutritivi cui seguono le
4 lavorazioni di affinamento e la preparazione del letto di semina. Le dosi indicate corrispondono (dato che il compost contiene meno acqua del letame) ad un apporto di q/ha d letame; dunque, in termini di apporto in nutrienti, l impiego di compost alle dos consigliate corrisponde ad una buona letamazione: in considerazione dell alto contenuto in fosforo, in caso di impiego del compost, non sono generalmente necessarie integrazioni con concimi fosfatici, mentre è consigliabile solo un limitato apporto aggiuntivo di potassio. La distribuzione in campo va effettuata con anticipo rispetto alla messa a dimora dell impianto o all inizio della stagione vegetativa della coltura. L ammendante deve, inoltre, essere mescolato uniformemente con lo strato utile del terreno durante le lavorazioni. Colture erbacee Principali benefici del compost di qualità: migliore lavorabilità del terreno; maggior ritenzione idrica in suoli leggeri; maggior porosità e permeabilità in suoli argillosi; fissazione e rilascio lento e graduale degli elementi nutritivi. positivi effetti agroambientali (contribuisce a prevenire la desertificazione e l erosione del suolo, favorisce la fissazione temporanea di carbonio a livello del suolo). effetti repressivi sull insorgenza di marciumi di radice e colletto; apporto al suolo di meso e microelementi utili alla vita vegetale; diminuzione del contenuto di nitrati nelle foglie di ortaggi destinati al consumo fresco. Coltura praticata Dose media di compost di qualità Tecnica di applicazione Colture da rinnovo q.li/ha in presemina alla lavorazione principale Foraggere avvicendate q.li/ha in presemina alla lavorazione principale Orticole q.li/ha in presemina o pre-trapianto alla lavorazione principale Cereali autunno vernini* t/ha in presemina alla lavorazione principale; *I cereali autunno-vernini hanno in generale una limitata propensione a valorizzare l apporto di sostanza organica Per l azoto gli apporti sono praticamente uguali a quelli adottati con l uso del letame e quindi, non vanno modificate le integrazioni con concimi minerali azotati; mentre non sono
5 necessarie integrazioni con concimi fosfatici e potassici, tranne quelle normalmente somministrate in modo localizzato, vicino alle radici, per favorire le prime fasi di sviluppo delle piantine. Frutticoltura L uso del prodotto è particolarmente utile in fase di impianto di un frutteto o di singole piante da frutto: sono consigliate dosi di 350 q/ha di ammendante di cui l 85-90% su tutta la superficie prima delle lavorazioni profonde (scasso, aratura) ed il 10-15% mescolato con il terreno, localizzato nelle buche nella messa a dimora delle piante. In frutti-viticoltura, contemporaneamente alla distribuzione a spaglio dell ammendante è necessaria un integrazione con 100 kg/ha di fosforo, (per es. integrati con 5 q/ha di perfosfato minerale e 12 q/ha di solfato potassico); nei frutteti familiari è interessante la cenere come integratore potassico (300 g/mq). Negli anni successivi a quello di impianto, l ammendante può essere usato come pacciamante per limitare lo sviluppo di erbe infestanti; è necessario distribuire 8-10 cm di prodotto alla base delle piante o sulla fila. Ovviamente questo intervento consente l apporto di nutrienti e di sostanza organica in relazione alle dosi impiegate. Tappeti erbosi ornamentali, ricreativi e sportivi Le caratteristiche dell ammendante, ed in particolare: la granulometria del prodotto (che rende più facile le lavorazioni del terreno favorendo così l emergenza omogenea delle piantine anche quando si usano semi piccoli); la totale assenza di semi infestanti germinabili; l assenza di odori sgradevoli anche durante la distribuzione; l apporto di sostanza organica e nutrienti; lo rendono particolarmente indicato per l impianto e la conduzione di prati ornamentali e sportivi. All impianto, prima dell aratura o della fresatura del terreno, si consiglia la distribuzione di 250 q/ha di prodotto, integrate con 4 q/ha di solfato potassico, oppure di 8 q/ha di cenere. Negli anni successivi, ogni anno, prima della fine dell inverno, si consiglia la distribuzione di 100 q/ha di ammendante e di 2,5 q/ha di solfato ammonico; a seguire si effettua una leggera erpicatura per favorire l interramento e una rullatura per rincalzare le piantine scalzate dal gelo.
6 Paesaggistica A livello paesaggistico le applicazioni di sostanza organica al suolo sono effettuate per varie ragioni: si passa dall arricchimento di sostanza organica per le terre di coltivo impoverite, alla costruzione di substrati di semina per tappeti erbosi, al ricarico di sostanza organica per la manutenzione di tappeti erbosi. Ciò presuppone caratteristiche differenziate per stabilità, maturità, pezzatura e contenuto in elementi nutritivi e caratteristiche specifiche in funzione dell impiego. Nei ricarichi di sostanza organica su terreni vergini e su terre di coltivo riportate, ai fertilizzanti organici è richiesta essenzialmente una funzione ammendante (apporto di sostanza organica umificata). Per gli impieghi del compost a diretto contatto con semi o radici, come letto di semina per l insediamento e la rigenerazione di tappeti erbosi, o come materiale per il riempimento di buche di piantagione viene richiesto materiale con un grado di maturità elevato. Per gli impieghi a carattere estensivo (per esempio nelle concimazioni di fondo) non è invece richiesta una maturazione spinta del compost, mentre assume importanza primaria il contenuto e il rapporto tra elementi della fertilità. Un tipico esempio di grande intervento paesaggistico è l applicazione di compost su aree adiacenti le strade. Il risanamento ambientale di siti degradati: la bioremedation Oltre gli impieghi tradizionali nel settore agricolo e florovivaistico, il compost può essere impiegato valorizzandone alcune proprietà agronomiche generali e specifiche. La particolare ricchezza di batteri e funghi e la conseguente elevata attività microbica rendono il compost idoneo ad alcuni impieghi non convenzionali e legati alle operazioni di disinquinamento e bonifica ambientale identificate con il termine inglese bioremedation. L aggiunta di compost a suoli contaminati, accelera la degradazione dei contaminanti organici e contribuisce alla progressiva diminuzione della tossicità dei siti inquinati. La funzione del compost nel determinare un positivo effetto sulle condizioni generali del suolo e in alcuni ambiti specifici è da ricercarsi nella ricchezza della popolazione microbica che, vivendo a carico della sostanza organica, trova nel compost un substrato idoneo alla crescita e allo sviluppo, contribuendo così alla degradazione microbica delle componenti indesiderate.
7 CINQUE CONDIZIONI CHE PERMETTONO DI RICONOSCERE UN OTTIMO AMMENDANTE COMPOSTATO 1. Controllare sempre l etichetta dell Amendante Compostato e, se il materiale è venduto sfuso, chiedere al venditore e/o all impianto la dichiarazione di conformità del prodotto con i criteri richiesti (decreto l.vo n. 217/06 allegato 2). Inoltre, anche la semplice dichiarazione di impianto associato CIC rappresenta una garanzia di serietà e di impegno al rispetto delle normative vigenti; 2. Il Compost di qualità è inserito nell elenco dei prodotti consentiti in Agricoltura Biologica da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Reg. 2092/91 e succ. modd.); 3. L impianto di compostaggio ha addottato un programma di Tracciabilità del prodotto e ha eseguito, o sta eseguendo, le procedure di certificazione della Tracciabilità; 4. L Ammendante Compostato è certificato con il Marchio di Qualità CIC; si tratta di un Marchio di Qualità detenuto da diverse aziende operanti in Italia (l elenco dei prodotti certificati è consultabile sul sito 5. L Ammendante Compostato può essere certificato anche con l Ecolabel Europeo; si tratta di un Marchio di Qualità poco diffuso in Italia, ma che assicura un alta qualità ecologica;
8 IL CONSORZIO ITALIANO COMPOSTATORI Il CIC, il Consorzio Italiano Compostatori, rappresenta le aziende, gli Enti e i professionisti che si occupano produzione di ammendanti compostati di qualità mediante compostaggio. Ad oggi il CIC conta oltre 100 aziende associate in tutto il paese con una rappresentatività dell intero comparto del 75%. Il CIC è l unica associazione di filiera presente sulterritorio nazionale. Il CIC ha istituito un Marchio di Qualità del Compost a cui aderiscono una serie di aziende che producono circa t/anno di ammendanti certificati (ca. il 25% del mercato italiano). Il CIC ha una sede operativa a Roma, una sede tecnica a Milano mentre la sede amministrativa è a Bologna. IL MARCHIO DI QUALITA DEL CIC Le ragioni per le quali il Marchio CIC è stato creato prendono spunto dalla frequente difficoltà in cui si sono trovati gli utilizzatori (imprenditori agricoli, terricciatori, pubbliche amministrazioni, cittadini) nel reperire informazioni sulla qualità delle matrici utilizzate per costruire il compst e quindi sulla qualità dell ammendante che ne deriva, con la conseguente mancanza di garanzie dal punto di vista dell origine e dei controlli. Il Marchio CIC prevede una serie di verifiche sulla qualità che ne determina la sicurezza d uso sia dal punt di vista ambientale che agronomico. Il rilascio del Marchio di Qualità prevede diverse fasi: dalla raccolta di dati ed informazioni relative all impianto di compostaggio (Fase preliminare), si passa poi ai sopralluoghi e i campionamenti (Fase di Rilascio) che, se rispondenti ai requisiti individuati dal Regolamento, possono consentire all azienda produttrice di utilizzare il logo del COMPOST CIC. Dopo la fase di rilascio inizia una terza e ultima Fase di Mantenimento che ha lo scopo di garantire con una frequenza di campionamenti variabile in funzione dei quantitativi prodotti, di monitorare costantemente la qualità delle partite immesse sul mercato.
9 Il programma di Certificazione del CIC è in continua evoluzione. Nel 2006 si è conclusa la revisione del Regolamento (cfr. sito che introduce alcune importanti novità: è stato istituito un Comitato Garanzia con compiti di indirizzo della Certificazione di Prodotto; è stata introdotta la Rintracciabilità delle matrici e la Tracciabilità del compost; è stato aggiornato con le ultime novità normative. Tutte le informazioni relativi al Marchio di qualità, il Regolamento e il Comitato Qualità, sono disponibili al sito IL PROGRAMMA DELLA RINTRACCIABILITA Gli imprenditori agricoli sanno benissimo come l adozione di un sistema di rintracciabilità sia ormai un elemento decisivo sul mercato per la sicurezza dell origine di tutti gli elementi che vanno a costruire la storia di un prodotto, sia che questo prodotto finisca sulla nostra tavola o, come nel caso del compost, che si debba distribuire sui terreni per ottenere alimenti di qualità,. Anche i Compostatori hanno compreso l importanza di poter identificare tutte le fasi produttive del compost e hanno deciso nel 2006 l inserimento della Traccibilità per il Compost di Qualità. La Norma UNI :2001 (Tracciabilità nella Filiera Agroalimentare) definisce la rintracciabilità come la capacita di ricostruire la storia di un prodotto e delle sue trasformazioni attraverso informazioni di tipo documentale. Le imprese scelgono la rintracciabilità non solo per conformarsi a norme cogenti cioè obbligatorie, ma soprattutto come strategia di sviluppo per vari obbiettivi quali: - una risposta alle preoccupazioni del mercato e dei consumatori; - uno strumento di gestione interna del rischio, di coordinamento di filiera, di vantaggio competitivo; - migliorare il rapporto fra produttori e consumatori.
10 La ricostruzione del percorso delle matrici organiche (classificazione, provenienza, introduzione nella miscela, trattamento e tipo di prodotto finale) oltre che mirare al concetto di garanzia crea valore aggiunto all ammendante compostato e assicura trasparenza nei confronti dell utilizzatore. Il CIC a tale scopo, richiede come pre-requisito per il Marchio la tracciabilità dell ammendante. Le indicazioni di massima per impostare un programma di tracciabilità comprendono alcuni elementi identificativi come per es. la provenienza delle matrici organiche, l identificazione del lotto produttivo, ecc. Gli strumenti per garantire la Tracciabilità e la Rintracciabilità sono: un Etichetta compilata in modo chiaro e trasparente; la creazione di un Certificato di Avvenuto Recupero (C.A.R.). Si individua un PERIODO TRANSITORIO mediante il quale il CIC effettua le necessarie verifiche ed approfondimenti sui cicli produttivi con particolare riferimento a: - provenienza delle matrici organiche; - codice CER delle matrici costitutive del lotto; - creazione di un lotto o partita di materiale (miscela) da avviare a trattamento; - tempo di trattamento; - tipo di vagliatura; - definizione del lotto commerciale; - vocazione o destinazione di utilizzo dell ammendante compostato ottenuto. Ai fini della tracciabilità, non è fondamentale individuare l origine geografica o il luogo di trasformazione e/o confezionamento del prodotto, ma il nome delle aziende che hanno partecipato alla produzione che ne sono direttamente responsabili. E auspicabile il raggiungimento di un formale riconoscimento da parte delle istituzioni pubbliche; a tal proposito si segnala che nell ultimo Rapporto sullo Stato dell ambiente presentato a Roma nel mese di marzo 2006 il Marchio CIC è stato opportunamente citato tra le azioni per la qualificazione del compost nel panorama nazionale sui fertilizzanti. CONTATTI: Consorzio Italiano Compostatori Via D. Manin Roma Tel n. 06/ / Fax n. 06/ cic@compost.it
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