LE AREE E I PAESI. 3.1 Gli scambi di merci *

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1 LE AREE E I PAESI

2 LE AREE E I PAESI 3.1 Gli scambi di merci * Il nuovo aumento dell avanzo commerciale dell economia italiana ha riflesso miglioramenti dei saldi in quasi tutte le aree (tavola 3.1). Vi ha influito la prosecuzione della recessione interna, che ha indotto diffuse cadute degli acquisti italiani dall estero. La dinamica delle esportazioni, invece, è stata maggiormente differenziata, risentendo della divaricazione delle fasi cicliche, verificatasi lo scorso anno, tra i mercati di destinazione delle vendite italiane. È ulteriormente aumentato l attivo nei confronti dell Unione Europea, portandosi da 9. a 1.33 milioni di euro. L ampliamento ha riflesso la caduta delle importazioni ( per cento), risultata più forte di quella delle esportazioni ( per cento). Il calo delle vendite italiane ha risentito della prosecuzione della fase recessiva nella zona euro, con la marcata flessione della domanda interna in diverse economie. È nuovamente migliorato il saldo con la Germania (da un passivo di,3 miliardi ad uno di,5 miliardi di euro, pur rimanendo il sesto più grande disavanzo fatto registrare dal nostro commercio estero) e con la Francia (da un avanzo di 11,7 a uno di 1 miliardi di euro, secondo più grande surplus per l Italia), principalmente per la caduta delle importazioni ( per cento circa da entrambi i paesi) a fronte di variazioni debolmente negative delle esportazioni (rispettivamente 1 e per cento circa). Su queste ultime ha inciso, in entrambi i casi, la contrazione delle vendite di prodotti della metallurgia, in conseguenza anche della forte riduzione della produzione interna di prodotti siderurgici. Per quanto riguarda le importazioni, invece, i cali di acquisti sono stati generalizzati a tutti i settori: per la Francia spicca soprattutto la flessione dell import di mezzi di trasporto, per la Germania quello di prodotti dell elettronica. È aumentato anche il saldo attivo con il Regno Unito, al terzo posto tra i più importanti avanzi commerciali. In questo caso, alla flessione delle importazioni (1,5 per cento) si è accompagnata una crescita sostenuta delle esportazioni (3, per cento), che ha beneficiato della ripresa di questa economia nel corso del 13. Sono invece peggiorati i surplus nei confronti di quei paesi, come Grecia, Spagna, Slovenia, Finlandia e Cipro, che sono stati colpiti da più acuti fenomeni recessivi e di forte contrazione del mercato interno. Nella geografia degli scambi per grandi aree, la bilancia commerciale con i paesi europei non appartenenti all area UE è l unica a segnare un deterioramento. Il saldo, pur facendo registrare ancora un importante avanzo, si è ridotto rispetto al 1, attestandosi su 7,1 miliardi di euro. Questa è in effetti l unica area da cui siano aumentati gli acquisti italiani (+5,1 per cento) a fronte di un calo importante (3, per cento) delle vendite. Il disavanzo nei confronti della Russia è peggiorato nonostante il positivo andamento delle esportazioni (+, per cento), trainate da alcuni settori chiave per la manifattura italiana quali la meccanica, la chimica e il tessile. Il buon andamento delle vendite, tuttavia, non ha compensato l aumento dell import, concentrato sulle materie prime energetiche, che ha contribuito per oltre l per cento all au * Redatto da Donata Dionisi (Ice) con la supervisione di Sergio de Nardis (Nomisma). 11

3 Tavola 3.1 Scambi di merci dell'italia per aree e principali paesi Valori in milioni di euro Esportazioni Var. % dei Var. % dei 13 Peso % valori valori 1/13 1/11 Importazioni Var. % dei Var. % dei 13 Peso % valori valori 1/13 1/ Unione Europea ,3, Francia. 1,3 3.33,,, Germania.5 1,, ,7 11, Regno Unito , 3,,1 9.57,7 1, Spagna 17.15,,3 7,9 1.17,5,7, Paesi europei non UE , 3, 9, ,1, Russia 1.797,, 7,.5 5, 9,5, Svizzera.3 5, ,9,1, Turchia 1.,, 9, ,5, Africa settentrionale ,,, ,3 9, Altri paesi africani 5.7 1,5 5, 7.719,1 5, America settentrionale ,7 1, 15, , Stati Uniti 7.3,9 1, 1, ,,, America centromeridionale 1.,,5.95,5,9 1, Argentina 1.9,9, 3 19, 3, 7 Brasile 5., 3.11,9 5, 1, Messico 3.5 1, 15,7 911,.7.37 Medio Oriente.9 5,1,5. 5, 19, Asia centrale.919 1,5 9.7,7,9.93. India , 1, Asia orientale 3.1,3,9 5, ,5 15, Cina 9.5,5 9,5 1, 3.135, 7,5 15, Giappone.9 1,5 7, 19,.57 19,5,. 3. Eda (*) 1.1 3, 5, ,7 9,9 1, Oceania e altri territori ,9 1.79, 15, Mondo 39.5,1 3, ,5 5, (*) Corea del Sud, Hong Kong, Malaysia, Singapore, Taiwan e Thailandia. Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat mento degli acquisti da questa area. Su questo aumento, in controtendenza con quanto si è verificato con gli altri paesi fornitori di materie prime combustibili, sembra aver inciso l effetto di sostituzione che il mercato russo avrebbe assunto rispetto al crollo delle forniture dalla Libia, registrato per via delle difficoltà politiche del Paese. Tuttavia, anche al netto dell intensificazione delle forniture energetiche dalla Russia, gli acquisti italiani dall area sono aumentati, per via di incrementi dalle economie turca e serba, quest ultima grazie in particolare agli autoveicoli. È peggiorato anche il saldo commerciale con la Svizzera, che permane comunque positivo e tra i primi 1 per dimensione. L interscambio ha risentito di una forte contrazione in entrambi i lati, sia delle vendite (1 per cento) che degli 113

4 acquisti (,1 per cento). Ad incidere sulle prime è stato soprattutto il settore dei metalli, dominato, nel caso della Svizzera, dallo scambio d oro. In particolare il dato sull export si spiega sia con un calo delle quotazioni dell oro (ridottesi del per cento nel 13), sia delle quantità (nel 1 si era avuto un anomalo aumento). La riduzione dei nostri acquisti dalla Svizzera è invece ascrivibile al settore della farmaceutica, corrispondente ad oltre un terzo del nostro import, ridottosi di oltre il 7 per cento. Infine, il saldo commerciale è peggiorato anche nei confronti della Turchia, dove a un sensibile calo delle esportazioni (, per cento), si è accompagnato un parallelo aumento dell import (+, per cento). Sul deterioramento dell interscambio italiano con questo paese ha inciso il deprezzamento della lira turca, che ha preso ad accentuarsi nel corso del 13. Le esportazioni verso la Turchia, nono mercato di sbocco per le merci italiane, si sono contratte soprattutto nel settore della meccanica, ma anche della metallurgia e del coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. A trainare l import italiano dalla Turchia sono stati invece il settore degli autoveicoli, in particolare i motori, le parti e loro accessori, i prodotti tessili e della metallurgia; in quest ultimo caso probabilmente anche in sostituzione di quelli italiani penalizzati dalla crisi della produzione siderurgica. L interscambio con l America settentrionale ha registrato un miglioramento dell avanzo, confermandosi il più importante tra i surplus italiani. Il miglioramento riflette l aumento dell attivo con gli Stati Uniti, nostro terzo partner commerciale. L incremento delle vendite, conseguito nonostante l apprezzamento dell euro sul dollaro, ha superato l 1 per cento, ed è stato trainato dalla meccanica, settore ampiamente dominante nell export verso gli Stati Uniti, sia pure in un quadro di elevata diversificazione settoriale. A questo aumento si è accompagnata una riduzione sensibile delle importazioni (quasi il 9 per cento) in svariati settori, da quello estrattivo e minerario a quello chimico, dal farmaceutico al settore elettronico. Anche l avanzo con l America centromeridionale ha registrato un aumento, riflesso di una riduzione dell import (,9 per cento) molto superiore a quella dell export (, per cento). Le vendite in quest area hanno risentito soprattutto della caduta registrata in Messico, secondo partner dell area, in cui le esportazioni si sono ridotte del 1 per cento, flessione per lo più ascrivibile al settore siderurgico. Questa contrazione ha più che compensato gli andamenti positivi in Argentina (+,9 per cento) e in Brasile (+ per cento). Alla riduzione degli acquisti dall America centromeridionale hanno contribuito in particolare il crollo di import di prodotti delle cave e delle miniere dal Brasile e di quelli metallurgici e di mezzi di trasporto dal Messico. Spostando lo sguardo a Est, il disavanzo con l Asia centrale è rimasto pressoché invariato. Tale stabilità ha però sotteso una significativa contrazione dell interscambio. Per quanto riguarda l export, vi ha inciso la flessione delle vendite nel paese dominante della regione, l India, la cui crescita economica ha subito un rallentamento. È ancora sostanzialmente migliorato il passivo commerciale con l Asia orientale, per effetto di un aumento delle esportazioni e di una diminuzione delle importazioni. L export italiano è cresciuto in misura significativa in Cina (+9,5 per cento), 11

5 che, seppure in decelerazione, ha continuato a costituire il paese più dinamico nell economia globale. Grazie anche a una contrazione delle importazioni, si è ridotto il disavanzo bilaterale, che rimane comunque il più ampio nel commercio estero dell Italia. Le esportazioni hanno conseguito risultati favorevoli anche in Giappone e nelle economie dell Asean. Il buon andamento delle vendite italiane ha riguardato sia i beni di consumo (dal tessile all alimentare, ai manufatti vari) sia i beni strumentali, con tassi di crescita compresi tra il e il per cento. L export italiano sembra essere stato in grado più che in passato di intercettare le opportunità offerte dalla crescita di una classe media sempre più orientata al consumo e dalle esigenze di investimento di economie caratterizzate da forte dinamica produttiva. Fa eccezione in questo quadro generalmente positivo l Indonesia, interessata da una contrazione delle vendite italiane (7, per cento) che si iscrive in una fase di generale stagnazione economica del paese. A seguito della maggiore attrazione che, sia pure con ritardo, questa regione ha preso a esercitare nei confronti dei prodotti italiani, il peso dell Asia orientale risulta in crescita nell export del nostro paese. Tra i miglioramenti della bilancia commerciale è da rimarcare anche quello con il Medio Oriente, nei cui confronti il saldo, strutturalmente negativo, ha sfiorato uno storico pareggio. Ciò ha riflesso, da un lato, dinamici tassi di crescita dell export (+,5 per cento), dall altro, riduzioni delle importazioni a doppia cifra. Su questi andamenti ha inciso principalmente la forte contrazione della domanda di prodotti energetici del nostro paese a seguito della recessione interna; il calo delle quotazioni del barile di petrolio e il rafforzamento dell euro hanno contribuito anch essi ad abbassare il valore di tali importazioni. Un forte miglioramento dei saldi si è registrato anche in Africa, sia nella parte settentrionale, che ha contribuito per il per cento al miglioramento della bilancia commerciale complessiva, sia nella parte subsahariana. Nei confronti del Nord Africa, area che ha beneficiato lo scorso anno di una riduzione delle tensioni politiche, il disavanzo è sensibilmente diminuito, passando da oltre 13 miliardi a, miliardi di euro. Questo forte ridimensionamento è stato possibile grazie a una crescita sostenuta dell export (+, per cento) e al crollo dell import (9 per cento). In particolare, balzi nelle vendite si sono registrate in Libia (+19,7 per cento) e in Algeria (+1, per cento), che insieme coprono poco meno della metà dei flussi commerciali dall Italia verso quest area. Buoni risultati si sono registrati anche in Marocco e, in misura più contenuta, in Tunisia. Il solo risultato negativo nell area è stato riportato in Egitto, le cui vicissitudini politiche hanno influito sull economia, indebolendo le riserve di dollari e quindi la capacità di importazione. Per quanto riguarda l Algeria, la crescita delle esportazioni italiane è stata dominata da due settori, la meccanica e la metallurgia, di cui il paese ha aumentato gli acquisti dal mondo. È crollato invece l import proprio dai due principali fornitori di materie prime dell area, la Libia (37, per cento) e l Algeria (3 per cento). La Libia, nostro terzo partner per import di petrolio, ha visto ridursi la quota nel nostro mercato dal al 1, per cento. L Algeria, pur recuperando posizioni per quanto riguarda le forniture di greggio (è passata dall 1 al, per cento delle importazioni italiane), ne ha perse in quelle di gas (dal 3,1 al 1,7 per cento), di cui rappresenta comunque il nostro secondo fornitore. Di questi andamenti si è giovata la Russia, che, come già rilevato, ha visto un anomalo incremento delle 115

6 proprie vendite di questi prodotti verso l Italia, in un contesto di forte riduzione delle importazioni italiane (17 per cento per il gas, 1 per cento per il petrolio greggio). Anche con l Africa subsahariana, la cui incidenza, per quanto ancora marginale (il peso dell area corrisponde infatti all 1,5 per cento del totale dell export italiano), è in crescita, l Italia ha migliorato il proprio disavanzo, che resta tuttavia ancora attorno ai miliardi di euro. A un aumento delle esportazioni (+5, per cento) si è affiancata una riduzione delle importazioni (5,7 per cento), che ha colpito molti dei nostri partner africani. Tra le eccezioni spicca la Nigeria, che ha acquisito quote di mercato sulle importazioni italiane di greggio. Infine è calato anche l interscambio con i paesi dell Oceania, e in particolare con l Australia che ne è la principale economia. Il ruolo di questa regione resta molto marginale per gli scambi dell Italia. Anche in questo caso, a determinare il miglioramento dell avanzo commerciale è stata la riduzione delle importazioni ( per cento), a fronte di un decremento marginale dell export ( per cento). Tavola 3. I primi 1 avanzi e disavanzi commerciali dell'italia Valori in milioni di euro Avanzi Posizione Variazione assoluta 113 Saldo normalizzato 13 1 Stati Uniti ,1 Francia , 3 Regno Unito , Svizzera , 5 Turchia , Hong Kong Emirati Arabi Uniti.7.1 1, Giappone Australia , 1 Polonia ,3 Disavanzi Posizione Variazione assoluta 113 Saldo normalizzato 13 1 Cina Paesi Bassi , 3 Russia , Azerbaigian ,1 5 Libia ,9 Germania ,5 7 Belgio Kazakistan ,9 9 Irlanda ,7 1 Algeria , Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat 11

7 A seguito di questi andamenti si sono prodotte alcune modifiche nella classifica dei saldi bilaterali, attivi e passivi, dell Italia (tavola 3.). Per quanto riguarda gli avanzi commerciali, si sono confermati al vertice gli Stati Uniti, seguiti dalla Francia e dal Regno Unito, che migliorano entrambi di una posizione. Da segnalare anche il sensibile miglioramento dell attivo con il Giappone, divenuto l ottavo maggior avanzo commerciale. È retrocesso, invece, dalla seconda alla quarta posizione l attivo con la Svizzera, che resta comunque significativo anche a seguito della riduzione di importazioni italiane nel settore farmaceutico e chimico. La riorganizzazione dei settori chimico e farmaceutico contribuisce a spiegare una parte dei cambiamenti visibili nel commercio con altri partner dell Italia. Così ad esempio oltre che dalla Svizzera, le importazioni sono vistosamente calate anche dagli Stati Uniti. In questo caso, il dato sarebbe riconducibile all acquisizione di aziende in Irlanda, usate come piattaforma di esportazione per il mercato italiano. È così comprensibile anche il balzo registrato nella classifica dei disavanzi da questo paese, il cui interscambio è dominato dai settori chimico e farmaceutico, di cui è sensibilmente aumentato l import. Tra i passivi commerciali, al vertice è rimasta la Cina. Nelle prime posizioni si trovano anche i paesi produttori di materie prime combustibili, in particolare la Russia, nostro principale fornitore di gas, che è salita dalla quarta alla terza posizione e la cui quota sulle importazioni italiane di questo prodotto è passata dal 7 a oltre il 3 per cento. In compenso l Algeria è scesa dalla settima alla decima posizione dei maggiori disavanzi, pur restando il nostro secondo fornitore di gas naturale. L import di materie prime energetiche spiega anche il quarto posto occupato dal disavanzo con l Azerbaigian, primo fornitore di greggio, con quasi un quinto delle importazioni italiane. È retrocessa nella classifica la Libia, nei cui confronti il passivo italiano si è dimezzato. Alla caduta delle vendite verso l Italia hanno contribuito l instabilità politica interna e il deterioramento della capacità estrattiva del paese, passata da oltre 1 milione di barili di greggio al giorno a 5., negli ultimi mesi. I disavanzi con i Paesi Bassi (seconda posizione) e con il Belgio (settima posizione) risentono del ruolo di hub internazionali che i due paesi ricoprono, grazie ai porti di Rotterdam e Anversa. È anche da segnalare il balzo dell import di prodotti farmaceutici dai due paesi, aumentato di oltre il 5 per cento, fino a rappresentare ormai più di un quarto delle importazioni italiane del settore. La dimensione relativa dei mercati è progressivamente cambiata negli ultimi anni. L incidenza dell Unione Europea sulle importazioni mondiali si è sensibilmente ridotta durante la crisi, passando dal 3 al 31 per cento tra il e il 13. Anche il peso dell America settentrionale è diminuito, attestandosi al 15 per cento lo scorso anno. In parallelo è aumentata l importanza di tutte le altre aree in via di sviluppo ed emergenti. Questa evoluzione procede con lo sviluppo interno dei paesi e con la loro sempre maggiore integrazione nel commercio mondiale. Ne consegue che l incidenza della distanza, quale fattore di freno dell export, sembra ridursi, mentre acquisiscono sempre maggiore importanza il dinamismo delle economie e le prospettive future di crescita. L Italia ha seguito, sia pure con ritardo, queste tendenze, riorientando progressivamente le proprie esportazioni in mercati lontani. Così, parallelamente a una ri 117

8 Tavola 3.3 I primi paesi di provenienza delle importazioni italiane Posizione Valori (milioni di euro) Variazioni % Pesi percentuali Percentuale cumulata / Germania ,5 1,7 1,7 Francia 3.33,,3, 3, 3 Cina ,5,, 9, Paesi Bassi.7 5, 5, 35, 5 Russia 5.5 9,5, 5,,9 Spagna 1.17,7,5,5 5, 7 Belgio , 3,, 9, Stati Uniti , 3,3 3, 5, 9 Svizzera 1 1.5,1,9,9 55, 1 Regno Unito ,5,,7 5, 11 Austria ,,5,9 1 Libia.9 37, 3,,3 3, 13 Azerbaigian , 5,1 1 Polonia 1.7 7, 1,,9 15 Algeria , 1,7,7 1 Turchia , 1, 1, Arabia Saudita 1 5.5,, 1,5 71,7 1 Romania , 73, 19 Repubblica Ceca.9 1,7 7, India , 1, 75,5 Resto del mondo.,,,5,5 Mondo ,5 Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat duzione del peso dell Unione Europea, pur sempre primo partner commerciale su cui si riversa ancora oltre il 5 per cento delle esportazioni italiane, è aumentata l incidenza di aree meno vicine ma più dinamiche, come l Asia orientale, l Africa e le Americhe (tavola 3.5). Il cambiamento in corso non è naturalmente limitato all export italiano e la capacità di sfruttare più o meno dei concorrenti le opportunità di sviluppo offerte dalle varie aree di destinazione delle vendite si riflette nell evoluzione delle quote di mercato (tavola 3.). Il modesto incremento registrato nel 13 dalla quota italiana nel mercato mondiale è stato frutto per lo più di guadagni acquisiti in alcune aree extraeuropee, in particolare in Medio Oriente e Nord Africa, ma anche in America settentrionale e in Asia orientale. La posizione relativa delle merci italiane è invece rimasta invariata nell Unione Europea, in America centromeridionale, in Asia centrale e nell Africa subsahariana. L Asia orientale resta forse il principale banco di prova della capacità di riorientamento dell export italiano. Da un 11

9 Tavola 3. I primi paesi di destinazione delle esportazioni italiane 1 Germania Francia 3 Stati Uniti Svizzera 5 Regno Unito Spagna 7 Belgio Russia 9 Turchia 1 Cina 11 Polonia 1 Paesi Bassi 13 Austria 1 Giappone 15 Romania 1 Emirati Arabi Uniti 17 Brasile 1 Hong Kong 19 Arabia Saudita Algeria Resto del mondo Mondo Posizione Valori (milioni di euro) Variazioni % Pesi percentuali Percentuale cumulata / ,3 1, 1 3,,3 1,, 9,5 1,5,3, 7,, 11, 1, 1,5 1, 5,9,9,7,,,7,3,,, 1, 1,5 1, 1, 1, 1, 1,9 5, 5,,,9,,,5,,3, 1,5 1,5 1, 1, 3, 3 35,, 7,7 5 53,1 55, 5,,5,1 5, 7,,3 9,5 7 71, ,,, 39.5,1 Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat Tavola 3.5 Composizione delle esportazioni italiane per aree geografiche Unione Europea 3,,,, 1,7 59,7 5, 57,9 5, 5,3 5 Paesi europei non UE,7 9, 9, , 1,7 13, 13, Africa settentrionale,5,5,5,5,7 3,,,,9 3,5 3, Altri paesi africani 1, 1, 1, 1,5 America settentrionale 9,,7,, 7,,9,,7, 7, 7,7 America centromeridionale,7,7, 3, 3,3 3,3 3,1 3,3 3, Medio Oriente 3,,1, 5, 5,,,9,9 5,1 Asia centrale 1, 1,7 1,7 1, 1, Asia orientale,7,,,3,1, 7, 7,3 7, 7,,3 Oceania e altri territori 1, 1,5 1, 1, 1, 1, 1, 1,7 Mondo Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat 119

10 Tavola 3. Dimensione dei mercati e quote delle esportazioni italiane Percentuali Unione Europea Francia Germania Regno Unito Spagna Paesi europei non UE Russia Svizzera Turchia Africa settentrionale Altri paesi africani America settentrionale Stati Uniti America centromeridionale Brasile Messico Medio Oriente Asia centrale India Asia orientale Cina Giappone Oceania e altri territori Australia Mondo Dimensione dei mercati (1) Quote di mercato delle esportazioni italiane () , 3 5,,9,,7,7,3 3,5,3,3,3,3, 7,, 5, 5, 5, 5, 5,, 3,3,1,1, 1,,1,1 7, 7,,9 5, 5,,,,3,, 1, 1, 5,5,,,3,5 9, 9, 9, 11, 9,,7,,,,1 1,1 7,5 9,,,3,7,1, 15, 1,5 1, 1, 1,5 13,1 1, 1, 1,5 1,5 1, 1, 5,, 1,7 1, 1, 1, 1,,9,,9,7,,1, 1,5,, 3, 3,,9 3,, 1,5 1,,5 1, 1, 1, 3,, 1,,9,9,9, 1 1, 1,,,,9,9,9 1,5 1,7, 1, 1,, 1,,3,1,,1,3 3,3 3,,9,7, (1) Rapporto tra le importazioni dei mercati dal mondo e il totale delle importazioni mondiali. () Rapporto tra le esportazioni dell'italia e le esportazioni del mondo verso i mercati. Fonte: elaborazioni Ice su dati FmiDots e, per Taiwan, Taiwan Directorate General of Customs lato si tratta della regione con i tassi di crescita più elevati al mondo, dall altro, non solo la lontananza, ma anche l alta incidenza dei flussi intracontinentali rendono faticosa la penetrazione agli esportatori occidentali. Tali fattori incidono maggiormente per le imprese che per taglia dimensionale e assetto societario sono meno attrezzate a orientarsi verso mercati geograficamente e culturalmente distanti. Molte imprese italiane hanno queste caratteristiche che, nel passato, le hanno frenate rispetto ai competitori. Un elemento che in prospettiva potrebbe giocare un ruolo favorevole è il progressivo cambiamento degli stili di vita che si sta realizzando nei mercati emergenti col progredire dello sviluppo economico e l evolvere delle preferenze di 1

11 una classe media in via di arricchimento verso modelli di consumo più orientati verso i prodotti di specializzazione delle esportazioni italiane. 3. Gli scambi di servizi L interscambio italiano di servizi ha fatto registrare, nel complesso, un saldo in surplus, come risultato di un aumento delle esportazioni del per cento a fronte di una stazionarietà delle importazioni. Anche nel caso dei servizi, i flussi commerciali si concentrano soprattutto nelle economie avanzate, in cui sia la manifattura sia il settore terziario attivano domanda di servizi intermedi. L Unione Europea costituisce il nostro primo partner anche a livello di servizi, con un peso del 59 per cento sulle importazioni e del 5 per cento sulle esportazioni nel 13 (tavola 3.7). Il miglioramento del saldo è scaturito da un aumento dell export di quasi il 3 per cento a fronte di una lieve contrazione dell import. Vi ha contribuito principalmente la riduzione dei disavanzi con l Irlanda e con la Francia, mentre si sono ridotti i surplus con la Germania e con il Regno Unito. È invece peggiorato il saldo italiano con i paesi europei non UE, a seguito di un aumento delle esportazioni (3 per cento) inferiore a quello delle importazioni (7,7 per cento), ascrivibile per lo più a maggiori acquisti da Russia e Svizzera. Il miglioramento del saldo nei confronti degli Stati Uniti e quindi dell America settentrionale rispecchia un sensibile aumento dell export a fronte di una consistente riduzione dell import. Un andamento simile è stato registrato anche dagli scambi con l America Latina. In controtendenza è risultata l area asiatica, in cui il peggioramento del saldo italiano è attribuibile a un aumento delle importazioni e a una riduzione dell export, nonostante i significativi tassi di crescita nei tre più importanti mercati (Giappone, Cina ed Emirati Arabi Uniti). Il peso dell Oceania e dell intero continente africano sul commercio estero di servizi dell Italia resta ancora marginale. Nel 13 l interscambio con il Nord Africa si è ridotto, mentre le importazioni dall Africa subsahariana sono aumentate, facendo peggiorare il disavanzo. 3.3 L internazionalizzazione produttiva Nel corso del 13, per il secondo anno consecutivo, le partecipazioni italiane in imprese estere si sono ridotte, in termini tanto di addetti (tavola 3.) quanto di fatturato (tavola 3.9). 1 Tale contrazione va inquadrata nell indebolimento più generale che ha contrassegnato la dinamica degli investimenti italiani, nei problemi di accesso al credito e 1 È tuttavia nuovamente aumentato il numero di imprese estere partecipate da imprese italiane, particolarmente in Africa, Medio Oriente e Nord America, il che potrebbe essere interpretato come un segno di una maggiore partecipazione delle piccole e medie imprese italiane ai processi di internazionalizzazione produttiva. 11

12 Tavola 3.7 Scambi di servizi dell'italia per aree e principali paesi Milioni di euro Esportazioni Importazioni 13 Peso % dei valori 1/13 13 Peso % dei valori 1/ Unione Europea ,, , Austria.55,7 7,3., 1 7 Belgio.739 3, ,5, Francia.735,1 7, 7. 9, Germania.97 1, ,, Irlanda.11,,9 3.97,9, Lussemburgo 1.9 1,7 79, 3.7, 15, Paesi Bassi.73 3,3,.95 1 Regno Unito.7 7,3, ,, 73 3 Spagna.1 3, 5, Paesi europei non UE 1. 15,3 3, 9. 1, 7, Russia 1., , 7 1 Svizzera.7 9,9, ,3 15, Africa settentrionale 5, , Algeria 19 7, , 1 1 Egitto , Tunisia 1,1 17,1,9 3 3 Altri paesi africani 55 5, , 15, Sudafrica ,1 3, 1 93 America settentrionale ,.97, 7, Stati Uniti , 5, America centromeridionale 3.,1 1., 1, Argentina 51, 1 15,9 9 Brasile 1.5 7,9 39, Messico 37 1, 1, 1 9 Asia.77,1 5,.59 1, 5,9 1.9 Emirati Arabi Uniti 53 7, 1.1 1,, 57 7 Cina , 15, Giappone , 1, Oceania 1.3 1,,1 19 5, Australia , 59 7,7 71 Altri (1).37 5,, ,, Mondo 3.1,1.5, 7.3 (1) Questo aggregato comprende i dati non ripartibili e quelli delle istituzioni creditizie e organizzazioni internazionali. Fonte: elaborazioni Ice su dati Banca d'italia 1

13 Tavola 3. Dipendenti delle imprese estere a partecipazione italiana per aree e principali paesi (1) Distribuzione percentuale Unione Europea (a 7) Belgio Bulgaria Francia Germania Paesi Bassi Polonia Portogallo Regno Unito Repubblica Ceca Romania Slovacchia Spagna Ungheria Altri paesi europei Russia Serbia Svizzera Turchia Ucraina Africa settentrionale Egitto Tunisia Altri paesi africani America settentrionale Canada Stati Uniti America centromeridionale Argentina Brasile Cile Messico Panama Medio Oriente Asia centrale e meridionale India Asia orientale Cina Hong Kong Singapore Oceania Australia Mondo Valore in unità () 5,,3, 1,, 5, 1,, 9,3,7 1, 1,5 3, 3,1 1 9,5 15,5, 7,,,9, 1, 9,1 5, ,1,3,,, 5, 5, 1, 1,,, 5, 5,7 1, 1, 5,7 5, 9,5 9,, 3,1 1, 1,5 1, 3, 3,,7,5 1 11, 1, 1, 9, 1, 1,,3,3,,5,5,,, 1, 1,5 9, 9,,,, , 3,1 7,9 5, 3,,7 5,5 1, 5,1 9, 3,1 1, 1,5 3,5,3 1, 1, 1 17,1,,, 1,, 1, 9, 5,7, ,1 1, 7,7 5, 1,,, 1,,9 9, 3,1,9 1, 1,5 1, 1 1,7 1, 9,1,9 1,,1 1, 9, 5, , (1) Industria, commercio all'ingrosso e servizi alle imprese. () 13: dati preliminari. Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 13

14 nel deterioramento di profittabilità che ha colpito anche le imprese più propense all internazionalizzazione. In definitiva, la fase di forte difficoltà attraversata dal tessuto produttivo sembra avere inciso anche sulla capacità di rafforzamento delle attività all estero. La recessione ha così interrotto la prolungata fase di crescita della presenza internazionale delle imprese italiane che aveva caratterizzato la seconda metà dello scorso decennio e che rispondeva alle necessità tanto di penetrazione nei mercati di destinazione, quanto di inserimento all interno di catene di produzione internazionali. Una crescita degli investimenti diretti esteri che contraddistingueva anche le altre economie e che nel caso italiano si accompagnava ad altre forme di internazionalizzazione leggera, quali accordi di cooperazione, particolarmente indicate per imprese di piccole dimensioni. Le partecipazioni italiane hanno continuato a dirigersi per la maggior parte verso i partner dell Unione Europea. Quest area, pur incidendo per il 3 per cento sul numero dei dipendenti nelle imprese estere a partecipazione italiana, produce quasi il 5 per cento del loro fatturato. Mentre la quota dell UE sui dipendenti si è tendenzialmente ridotta negli ultimi quattro anni, quella sul fatturato è cresciuta sensibilmente. Accanto ai paesi con cui sono tradizionalmente più stretti i legami produttivi, la presenza italiana si è rafforzata in altre realtà come la Romania, in cui risulta impiegato il per cento dei dipendenti di partecipate estere (5, per cento nel 9). I paesi europei non UE costituiscono un altra area di interesse per gli investimenti italiani. Tra il 9 e il 13, alla tenuta in termini di dipendenti si è contrapposta la diminuzione della quota di fatturato, passata dal 9 al, per cento. Come per il commercio estero, anche nelle partecipazioni produttive l interesse delle imprese italiane si manifesta soprattutto per la Russia, seguita da Svizzera e Turchia. Inoltre, parte degli investimenti italiani si dirige in Ucraina, Serbia e Norvegia. Sia pure in regresso nel 13, l America Latina è la seconda area di destinazione delle partecipazioni italiane all estero, con investimenti che si concentrano in Brasile, ma toccano anche Argentina, Cile, Messico e Panama, quest ultimo anche per i lavori legati all allargamento del canale. La terza area per concentrazione delle imprese estere partecipate è l America settentrionale, il cui peso è aumentato negli ultimi anni, sia in termini di fatturato che di dipendenti. Gli Stati Uniti in particolare costituiscono il principale centro di interesse per gli investimenti italiani all estero. Questo paese rappresenta infatti da solo circa l 11 per cento del totale degli addetti e del fatturato delle partecipate estere. Un ruolo significativo è inoltre giocato dall Asia orientale, e in particolare dalla Cina. Partecipazioni italiane di rilievo minore si riscontrano anche a Hong Kong e a Singapore. L Asia centrale rappresenta circa il per cento del totale delle partecipazioni italiane in imprese estere, per entrambe le variabili prese in esame. In questa area si segnalano l India e, per quanto riguarda il fatturato, anche il Kazakistan, in cui importanti aziende italiane hanno partecipazioni in imprese attive perlopiù nell estrazione di materie prime. Nel continente africano all aumento di peso dei paesi settentrionali sul numero dei dipendenti si è contrapposta la riduzione dell area subsahariana. Infine ancora marginali risultano le partecipazioni italiane nel Medio Oriente e in Oceania. La capacità di attrarre IDE dell economia italiana appare ancora inadeguata rispetto alle altre economie avanzate e questo ritardo non sembra essersi atte 1

15 Tavola 3.9 Fatturato delle imprese estere a partecipazione italiana per aree e principali paesi (1) Distribuzione percentuale () Unione Europea (a 7) 9, 9, 5, 51, 55, Austria,9,9,9 Belgio 1,,7,7,, Francia 9, 9,1 9, 9, 9,7 Germania 1, 9,1 9,,9 9,1 Paesi Bassi,,5,7, Polonia 3,1,5,,5,5 Portogallo 3, 3,,,3 Regno Unito,,, 5, Repubblica Ceca,9,9 1, Romania 1, Slovacchia,9 1, Spagna 9,5 9, 9,9 9, 1, Ungheria Altri paesi europei 9, 9, 7, 7,3, Norvegia Russia 1, 1,,, Svizzera 5,,9,5, 1, Turchia Africa settentrionale,5, 1,,, Algeria Altri paesi africani 1,5 1, 1, 1, Angola America settentrionale 9,9 9,5 1 11, 11, Canada 1, Stati Uniti 9,,7 9,5 1, 1 America centrale e meridionale 15,5 15, 15,5 15, 1 Argentina 1, 1, 1, 1, Brasile, 7, 7,, 7,3 Cile 3, 3,5 3, 3, Messico,,,3 Medio Oriente Arabia Saudita Asia centrale e meridionale 1,, India Kazakistan Asia orientale,7 5, 5,,7, Cina 1,7,, Giappone Hong Kong,9,9 Singapore Oceania,9 Australia Mondo Valore in milioni di euro , 1 3,1 3,5 (1) Industria, commercio all'ingrosso e servizi alle imprese. () 13: dati preliminari. Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 15

16 nuato negli ultimi anni, contrariamente a quanto è avvenuto per gli investimenti in uscita, almeno nello scorso decennio. Vi contribuiscono fattori strutturali che da lungo tempo penalizzano il nostro sistema economico. Il peso della burocrazia, la complessità della legislazione e la lentezza dell accesso alla giustizia, tra gli altri, disincentivano i potenziali investitori esteri. Ad essi si è aggiunta nell ultimo biennio la forte recessione, che ha falcidiato la capacità produttiva della nostra industria e inciso fortemente sulla domanda interna. Lo scorso anno la contrazione della presenza estera in Italia è stata particolarmente accentuata, se misurata sugli addetti (tavola 3.1), riflettendo il netto deterioramento complessivo dell occupazione. Essa è tuttavia visibile anche in termini di fatturato (tavola 3.11). Considerando la distribuzione geografica dei paesi di origine della presenza straniera in Italia, risulta preponderante il ruolo dell Unione Europea, che supera il 5 per cento delle partecipazioni in entrata, tanto in termini di addetti che di fatturato, con una particolare concentrazione nel settore delle public utilities. La classifica dei paesi europei è dominata dalla Francia, il cui peso sfiora il 17 per cento in termini di addetti e il 19 per cento sul fatturato, seguita dalla Germania, con quote rispettivamente del 1 e dell 11 per cento. Tra il 9 e il 13, tuttavia, la quota complessiva dell UE sulle partecipazioni estere in Italia è diminuita sensibilmente. Per contro, si è ampliata quella degli altri paesi europei, e in particolare della Svizzera e della Russia. A livello di singoli paesi, gli Stati Uniti detengono la quota principale di partecipazioni estere in Italia, oltre un quinto in termini di fatturato e oltre un quarto in termini di dipendenti, con una tendenza lievemente cedente negli ultimi anni. Gli investimenti statunitensi in Italia si concentrano nei settori dell elettronica, della strumentazione ottica e dei prodotti farmaceutici. Il ruolo svolto dall America centromeridionale sulle partecipazioni in entrata è invece marginale, nettamente inferiore a quanto fatto registrare per quelle in uscita. Lo stesso vale per l Asia centrale, il cui modesto peso sulle partecipazioni estere in Italia è rimasto stabile negli ultimi anni. È invece gradualmente cresciuta la quota dell Asia orientale, e soprattutto del Giappone, sulle partecipazioni estere in imprese italiane, raggiungendo quasi il per cento, con una specializzazione nel settore tessile. In questa area il maggiore contributo viene dal Giappone, ma anche la piccola quota cinese è aumentata. Caratteristica comune delle aziende a partecipazione straniera in Italia è quella di avere performance migliori della media delle proprie industrie, sia in termini di produttività del lavoro che di redditività. Inoltre queste imprese stanziano importanti risorse in ricerca e sviluppo, contribuendo sensibilmente ai processi di innovazione. Proprio nell attesa di questi benefici, i governi cercano di realizzare politiche specifiche per l attrazione di investimenti esteri, come quelle previste nel programma Destinazione Italia. Resta da vedere se queste iniziative, insieme a una ripresa del ciclo economico, riusciranno a convincere gli investitori stranieri delle potenzialità del mercato italiano. I dati sulla distribuzione settoriale delle partecipazioni per area sono tratti dal report Struttura e attività delle multinzionali estere in Italia, Istat, 17 dicembre 13. 1

17 Tavola 3.1 Dipendenti delle imprese italiane a partecipazione estera per aree e principali paesi (1) Distribuzione percentuale Unione Europea (a 7) Austria Belgio Danimarca Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Lussemburgo Paesi Bassi Regno Unito Spagna Svezia Ungheria Altri paesi europei Norvegia Russia Svizzera Africa settentrionale Egitto Altri paesi africani Sudafrica America settentrionale Canada Stati Uniti America centromeridionale Argentina Medio Oriente Emirati Arabi Uniti Israele Kuwait Asia centrale e meridionale India Asia orientale Cina Corea del Sud Giappone Hong Kong Singapore Taiwan Oceania Australia Mondo Numero dei dipendenti () 5,,9,9 15,7 13,1,1 3,,7 7, 3,,1, 1,,,9 7,1,5,1,7 3,3 93.9, 5,1,9,9 1 3,,3,9,1,1 1,,,9,3 5,7,1, 3, ,5 5,,9 13, 3,5, 7,1,1 9, 1,,7,1, 5,9 5, 3, ,7 5, 13, 3,3 7,9,7 3,,1 9, 1,7,,1, 5,9 5, ,9 1, 1 3,3 7,7 5,9 3,5,1 9,1,5,1,7, 5, (1) Industria, commercio all'ingrosso e servizi alle imprese. () 13: dati preliminari. Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 17

18 Tavola 3.11 Fatturato delle imprese italiane a partecipazione estera per aree e principali paesi (1) Distribuzione percentuale () Unione Europea (a 7) 57,7 57, 5, 5,9 53, Austria 1, 1, Belgio,9 1, 1, 1, Danimarca Finlandia Francia 17,3 1, 1, Germania 13, 1, 11, 1 Grecia Irlanda,1,1 Lussemburgo,1,1 Paesi Bassi,1,1,3,5, Regno Unito,, 7, 7,,7 Spagna 7,,3,1,1 5,7 Svezia,3,,1, Ungheria Altri paesi europei, 9,3 1 1 Norvegia Russia 1,5,9 3,1 5,1 Svizzera,9 7,1 7,5 7,5 7,1 Ucraina,1,1 Africa settentrionale,, Libia Altri paesi africani Sudafrica America settentrionale, 1,,1 1,7 Canada Stati Uniti 1,7 America centrale e meridionale Argentina Brasile,1,1,1 Medio Oriente,, 3,3 3, 3, Kuwait 1, 1,,,9, Asia centrale e meridionale India Asia orientale 5, 5,7 5, 5,5 5,7 Cina Corea del Sud,9 1, Giappone 3,3 3,,,7, Hong Kong Singapore,1 Taiwan Oceania Australia Mondo Valore in milioni di euro ,, 7,,3 (1) Industria, commercio all'ingrosso e servizi alle imprese. () 13: dati preliminari. Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 1

19 SCHEDE GEOGRAFICHE

20 Scheda 3.1 Germania Tavola S3.1.1 Scambi di beni e servizi e internazionalizzazione produttiva: principali indicatori Valori in milioni di euro e indici in base 1= Merci Esportazioni , 1,7,9 Importazioni , 1, 1,7 5, 11, Valori medi unitari Esportazioni: var. % dell indice 3,1,, 7,, 1,7 Importazioni: var. % dell indice,1 3,3,9, 1, Volumi Esportazioni: var. % dell indice 3,3 3,3 1 5, 3,,5 Importazioni: var. % dell indice 5,9 5,9 13,1 1,, Esportatori Numero di esportatori Valore medio delle esportazioni per operatore (1) 5 Servizi Crediti ,9,,9, Debiti ,3,9, Partecipazioni estere in Italia Fatturato Partecipazioni italiane all estero Fatturato (1) In migliaia di euro. Fonte: Istat, Banca d'italia e Reprint, IcePolitecnico di Milano 1 1 Grafico S3.1.1 Partecipazioni italiane in imprese residenti in Germania Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 1 1 Grafico S3.1. Partecipazioni tedesche in imprese residenti in Italia Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 13

21 Tavola S3.1. Quote di mercato dell'italia e dei principali concorrenti sulle importazioni di merci del paese Percentuali Paesi Paesi Bassi Francia Cina Belgio Italia Regno Unito Austria Polonia Stati Uniti Svizzera 1 9, 3, 5,5,,,, 7, 11,,,3 7, 5, 5,,3 3,3,3 1,,, 7,1 5,,7,3 3,,, 1,,9 9, 7,, 5, 5,,1 17,5 1 9,7, 7,,3 5,9 3,, 9,,5 7,7, 5,7 5,, 13, 7,5,,1 5,3,,3,,1, Fonte: Eurostat Tavola S3.1.3 Interscambio di merci Valori in milioni di euro, saldi normalizzati in percentuale Settori Prodotti dell agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prodotti dell estrazione di minerali da cave e miniere Prodotti alimentari, bevande e tabacco Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimicomedicinali e botanici Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari ed apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto Prodotti delle altre attività manifatturiere Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e altri prodotti non compresi altrove Totale Fonte: Istat Esportazioni Importazioni 13 Var. % 13 Var. % , 5,,,9, 1, 9,1 7, 5,,, 5, 1, ,1,9 3,,1 3,,3 9,1, 19,9,, 3, 1, normalizzati , 9, 51,7 13, 1,5 3,,9 1, 57, 3,1, 19, 1,5 5,,1 51,7 7, 9, 5 1, 15,5 33, 1, 1, 5,1 3, 3,3 1,1 1, 5,9,5 Grafico S3.1.3 Quote dell'italia sulle importazioni della Germania Tasso di crescita delle importazioni in euro della Germania dal mondo (media 1 13) Prodotti chimici Coke e raffinati petroliferi Mezzi di trasporto Prodotti di ICT e strum. di precisione 5,3 App. elettriche ed Articoli in gomma elettrodomestici e in plastica Tessili, abbigliamento e Prodotti calzature in metallo Mobili, Macchinari e apparecchiature nca Vetro, ceramica e mat. non metallici per l'edilizia Prodotti farmaceutici Metalli Legno, Alimentari e bevande carta e stampa Quota di mercato dell'italia (media 113) La dimensione del cerchio rappresenta il peso del settore sul totale delle importazioni della Germania. Cerchi verdi (grigi) indicano settori in cui la quota di mercato dell'italia è cresciuta (diminuita) tra il 1 e il 13. Fonte: elaborazioni Ice su dati dell'istituto nazionale di statistica 131

22 Scheda 3. Francia Tavola S3..1 Scambi di beni e servizi e internazionalizzazione produttiva: principali indicatori Valori in milioni di euro e indici in base 1= Merci Esportazioni Importazioni , , , , ,1, Valori medi unitari , ,3 3.33, 11.9 Esportazioni: var. % dell indice Importazioni: var. % dell indice Esportazioni: var. % dell indice Importazioni: var. % dell indice 5,,, 3, 1,7 1,5 3,,5 Volumi,5, Operatori,5,1,,9 9, 3, 3,5 3,, 1, Numero di operatori Valore medio delle esportazioni per operatore (1) Servizi Crediti Debiti , , , 7.17, ,7 7.,5 1.1 Partecipazioni estere in Italia , 9,7 157 Fatturato Fatturato Partecipazioni italiane all estero (1) In migliaia di euro. Fonte: Istat, Banca d'italia e Reprint, IcePolitecnico di Milano Grafico S3..1 Partecipazioni italiane in imprese residenti in Francia Grafico S3.. Partecipazioni francesi in imprese residenti in Italia Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 13

23 Tavola S3.. Quote di mercato dell'italia e dei principali concorrenti sulle importazioni di merci del paese Percentuali Paesi Germania Belgio Italia Paesi Bassi Spagna Stati Uniti Regno Unito Cina Svizzera Russia 1,,,7 7,,5 7,3,,, 19,1 11,,1,,7, 5,,,7 19, 11,, 7,1,7,7,9,,7,3 19, 1 7, 7,,, 5, 5,,7,5 1,7 11, 7,5 7,,, 5,,9,, 19, 1 7, 7,,5 5,,9,9,7, 19,1 1 7, 7,3, 5,,,,, Fonte: Eurostat Tavola S3..3 Interscambio di merci Valori in milioni di euro, saldi normalizzati in percentuale Settori Prodotti dell agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prodotti dell estrazione di minerali da cave e miniere Prodotti alimentari, bevande e tabacco Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimicomedicinali e botanici Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari ed apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto Prodotti delle altre attività manifatturiere Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e altri prodotti non compresi altrove Totale Fonte: Istat Esportazioni Importazioni 13 Var. % 13 Var. % , 5,5 1,7, 13,3, 13, 11, 1,,3,1, ,,7 1,5,, 1,,1,5,1, 1 3,5,, normalizzati , 19,1 5,3 5,7 35, 7,9 1,7,, 1 35,3 9,5,,3 15, 57, 13,3,1,,,3 5,3, 3, 9,9, 3, 9,3 1,7, 3,5 1, Grafico S3..3 Quote dell'italia sulle importazioni della Francia Tasso di crescita delle importazioni in euro della Francia dal mondo (media 1 13) 1 Mezzi di trasporto Coke e raffinati petroliferi Prodotti farmaceutici Articoli in gomma e in plastica Alimentari e bevande Prodotti chimici Tessili, abbigliamento e calzature Macchinari e apparecchiature nca Prodotti in metallo Metalli App. elettriche ed elettrodomestici Vetro, ceramica e mat. Legno, non metallici per l'edilizia Prodotti di ICT carta e stampa e strum. di precisione Mobili 7,5 Quota di mercato dell'italia (media 113) 3, La dimensione del cerchio rappresenta il peso del settore sul totale delle importazioni della Francia. Cerchi verdi (grigi) indicano settori in cui la quota di mercato dell'italia è cresciuta (diminuita) tra il 1 e il 13. Fonte: elaborazioni Ice su dati dell'istituto nazionale di statistica 133

24 Scheda 3.3 Stati Uniti Tavola S3.3.1 Scambi di beni e servizi e internazionalizzazione produttiva: principali indicatori Valori in milioni di euro e indici in base 1=1 Esportazioni Importazioni Esportazioni: var. % dell indice Importazioni: var. % dell indice Esportazioni: var. % dell indice Importazioni: var. % dell indice Numero di esportatori Valore medio delle esportazioni per operatore (1) Crediti Debiti Fatturato Fatturato 3. 5, ,1 11.3,, , , 7.3,9,1 7, 19, Merci , Valori medi unitari, 1, 7,5 Volumi 1,5 9,7 3,, Esportatori Servizi , ,1, Partecipazioni estere in Italia ,7 1, ,, ,, 7,7 7,, , Partecipazioni italiane all estero (1) In migliaia di euro. Fonte: Istat, Banca d'italia e Reprint, IcePolitecnico di Milano Grafico S3.3.1 Partecipazioni italiane in imprese residenti negli Stati Uniti Grafico S3.3. Partecipazioni statunitensi in imprese residenti in Italia Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano Fonte: Reprint, Ice Politecnico di Milano 13

25 Tavola S3.3. Quote di mercato dell'italia e dei principali concorrenti sulle importazioni di merci del paese Percentuali Paesi Cina Canada Messico Giappone Germania Corea del Sud Regno Unito Arabia Saudita Francia India Italia, 1, 1, 3,3 3,,5,9,1 1,,,3,,,1 1,7 19, 1,5 1,1,,5 3, 1,, 1, 1,7 19,1 1,5 1,,3,3,, 1,, 1,5 1,5 1,1 1 5,,5,,3, 1, 1, 1,5 1,7 1,,,,,,5 1, 1, 1, 19, 1,7 1,,1 5,,,3,3, 1, 1,7 Fonte: istituto nazionale di statistica Tavola S3.3.3 Interscambio di merci Valori in milioni di euro, saldi normalizzati in percentuale Settori Prodotti dell agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prodotti dell estrazione di minerali da cave e miniere Prodotti alimentari, bevande e tabacco Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimicomedicinali e botanici Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari ed apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto Prodotti delle altre attività manifatturiere Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata e altri prodotti non compresi altrove Totale Fonte: Istat Esportazioni Importazioni 13 Var. % 13 Var. % , 5,5, 5,,1,3 1, 3, 11,,,5 5, 7,9 3, 1, ,1, 33, 5, 5,,5,,9 9,1 13, 1,,1,7,1, normalizzati , 97,5,9,1 5, 1,7 1, 3, 5,3 57, 3,3 31,7 5,1 57,7 1, 35, 77,9 9,1, 7, 1,,7,1 55,, 1, 5,9 5, 39,9,1 Tasso di crescita delle importazioni in euro degli Stati Uniti dal mondo (media 1 13) Grafico S3.3.3: Quote dell'italia sulle importazioni degli Stati Uniti Mezzi di trasporto App. elettriche ed elettrodomestici Prodotti chimici Articoli in gomma Macchinari e apparecchiature e in plastica nca Coke e raffinati petroliferi Alimentari e bevande Prodotti in metallo Metalli Mobili Tessili, abbigliamento e calzature Vetro, ceramica e mat. non metallici per l'edilizia Prodotti Legno, Prodotti farmaceutici di ICTe strum. carta e stampa di precisione 1, Quota di mercato dell'italia (media 1 13) La dimensione del cerchio rappresenta il peso del settore sul totale delle importazioni degli Stati Uniti. Cerchi verdi (grigi) indicano settori in cui la quota di mercato dell'italia è cresciuta (diminuita) tra il 1 e il 13. Fonte: elaborazioni Ice su dati dell'istituto nazionale di statistica 5, 135

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