Il turismo in Italia nell era post-covid

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1 Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid A cura di Valerio Mancini Direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School Camilla Carrega Direttore del Master in Tourism and Hospitality Management e del Master in Food and Beverage Management Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 1

2 Valerio Mancini Direttore del Rome Business School Research Center Ricercatore e politologo. Esperto di relazioni internazionali. Laureato in Scienze politiche con studi specialistici in Relazioni internazionali e integrazione europea presso l Università Cattolica di Milano. Ha conseguito l LLM (Master of Laws) presso l Università di Teramo e un Master in Sicurezza economica, geopolitica e intelligence presso la SIOI (Roma). Docente presso la Rome Business School e l Istituto Armando Curcio, è stato visiting lecturer in Italia e all estero (Colombia, Argentina, Brasile, Siria e Bielorussia). Consulente per l Accademia Internazionale per la Sicurezza e la difesa (MASTERY), ha lavorato per l Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI Torino e Roma), l Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC Bogotá e Vienna), per l Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE Parigi) e come analista presso il MAOC (N), Centro di Analisi ed Operazioni Marittime (Narcotici) - Lisbona. È stato volontario per diverse ONG e Fondazioni per lo sviluppo di progetti legati alla prevenzione del crimine e alla diffusione della cultura della legalità in America latina. Ha collaborato con il Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l UNESCO e con diversi centri di ricerca. Autore di libri, articoli e indagini giornalistiche e co-autore di studi e pubblicazioni accademiche, è stato reporter per il quotidiano colombiano El Espectador e, dal 2010, è corrispondente per l Italia del programma radiofonico dell Universidad Nacional de Colombia, Un Analísis. Oltre all attività accademica, ha seguito numerose aziende italiane nei processi di internazionalizzazione ed è stato consulente per diverse realtà imprenditoriali. Attualmente collabora con l Accademia Internazionale per la Sicurezza e la Difesa, MASTERY ed è stato recentemente nominato Direttore del Dipartimento di Criminalità Trans-nazionale presso il MISAP Multidisciplinary Institute for Security management and Antisociality Prevention. Rome Business School - Research Center Food & Beverage made in Italy: i nuovi trend nell era post covid-19 2

3 Indice INTRODUZIONE* 4 L INDUSTRIA DELLE VACANZE 5 I numeri dell offerta turistica italiana 5 Innovazione digitale e smart destinations 9 Il turismo eno-gastronimico 12 IL SETTORE PIU COLPITO DALLA PANDEMIA 12 Il tracollo economico del comparto turistico 12 Un analisi regionale 14 Il crollo del turismo straniero 16 La crisi dei settori collaterali 16 Conclusioni 20 *A cura di Camilla Carrega - Direttore del Master in Tourism and Hospitality Management e del Master in Food and Beverage Management Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 3

4 Introduzione Oltre 4mila miliardi di dollari: questa è la cifra, che secondo un rapporto dell Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) e della Conferenza sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) sempre dell ONU, potrebbe raggiungere l impatto economico del crollo del turismo dovuto alla pandemia di coronavirus l anno scorso. La stagione 2021 è iniziata e tornare a viaggiare «new normal» è la grande sfida sulla quale si giocherà la partita per la scelta delle destinazioni turistiche di questo anno. Sono 14,8 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza a luglio, con un aumento del 9% rispetto allo scorso anno, anche se sono comunque il 2,8 milioni in meno rispetto al 2019 prima della pandemia. Secondo Coldiretti le vacanze 2021 registrano una netta preferenza degli italiani verso le mete nazionali 1, per il desiderio di sostenere il turismo tricolore ma anche per i limiti e le incertezze ancora presenti per le mete estere più gettonate nonostante l arrivo del green pass. Il 33% dei vacanzieri Italiani resta all interno della propria regione e solo il 6% prevede di andare all estero. Questa pandemia ci ha chiaramente confermato il ruolo nevralgico di questo settore non solo per i paesi a vocazione turistica come l Italia. Il turismo è decisivo per l economia globale. Senza il turismo si ferma tutto l indotto legato alle attività dell ospitalità come alberghi, ristoranti, l industria aeronautica, crociere Allo stesso tempo il COVID ci ha anche fornito una dolorosa opportunità per ripensare il turismo, in termini di turismo slow, itinerari ed esperienze da vivere in nuove destinazioni da prendere in considerazione. A questo, si aggiunge una spiccata sensibilità per i temi della sostenibilità e dell autenticità che finiscono per incidere su stili di vita e scelte di consumo. Oltre alle vacanze e alle attività all aria aperta, le nuove esigenze del viaggiatore contemporaneo sono la partecipazione alle esperienze in modo attivo e il benessere olistico. Nel processo decisionale, il prima e il dopo di una vacanza diventano parte dell esperienza stessa, soprattutto grazie alla digitalizzazione, che diventa ormai imprescindibile per aziende e territori per rispondere efficacemente a una domanda più esigente, commenta Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano Non a caso la piattaforma Airbnb lancia una campagna dedicata ai parchi italiani con una pagina dedicata sulla piattaforma. Tornano le esperienze per gli amanti del cibo e del turismo lento: dallo Slow Food ai tratturi per la transumanza. Il viaggio in famiglia tornerà ad essere un target importante come era in passato circa 20 anni fa. Occasione per potersi riunire dopo mesi di separazione forzata in luoghi green e poco affollati. Su tutti questi cambiamenti l industria si dovrà riorganizzare, ripensare il target di riferimento e le strategie comunicative in chiave innovativa, digitale ed empatica nei confronti del nuovo turista. Il passaporto vaccinale, meglio conosciuto con il nome di Green pass, senza dubbio sarà una forte leva per fornire garanzie di sicurezza sanitaria e per la ripartenza del settore. Il viaggiatore post covid sceglierà la sua destinazione sulla base di protocolli chiari di tracciamento della pandemia e percentuale di vaccinati. Occorrono però processi standardizzati, un quadro programmatico preciso da stabilire a livello nazionale ed europeo, soprattutto per l indotto internazionale che ha bisogno di maggiore programmazione nella pianificazione di un viaggio di lunga tratta, un segmento troppo importante per il settore turistico italiano ed europeo che non possiamo permetterci di perdere. Secondo un report di Deloitte, infatti, rispetto a febbraio 2020 (quando era ancora possibile viaggiare), nei primi mesi dell anno in corso la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è diminuità del -79% (per un valore di 357 milioni di euro), mentre le spese degli italiani all estero hanno perso il -69,5% (pari a 430 milioni di euro). Sorge spontanea la domanda sulle effettive prospettive di ripresa del settore. Prima di tutto, a livello temporale. Sempre secondo Deloitte la data a cui puntare è quella del 2023 per il mercato domestico e del 2024 per quello internazionale. Lo scenario è sicuramente complesso ma anche in rapida evoluzione, caratterizzato da trend in via di consolidamento. È presto per dire con certezza quali saranno le caratteristiche del turismo nel futuro, ma di fatto possiamo affermare con certezza che questo settore è uno dei grandi motori mondiali dell economia e dello sviluppo e come tale continuerà a ricoprire un ruolo estremamente rilevante per il nostro Paese. 1 Secondo il Rapporto Coldiretti/IXE, il 93% degli italiani in vacanza durante l estate 2020 ha scelto come meta l Italia, la percentuale più elevata da almeno 10 anni: Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 4

5 L industria Delle Vacanze I numeri dell offerta turistica italiana Tabella 1 Arrivi per tipo di località 2021 (stranieri e italiani) Fonte: rielaborazione dati ISTAT Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi Arrivi per tipo di località 2021 (stranieri e italiani) Città storiche artistiche Stranieri Italiani Località montane stranieri italiani Località lacuali stranieri italiani Località marine stranieri italiani Località collinari stranieri italiani Località termali stranieri italiani Totale complessivo* di cui Stranieri Italiani In termini di entrate, la spesa turistica 2021 è di 39 miliardi di euro, + 7,7% sul 2020 mentre la spesa turistica degli italiani all estero è di 24,6 miliardi di euro, in aumento del + 8,9% rispetto al precedente anno (+ 11,6% sul 2020). Nonostante alcuni dati rassicuranti sul futuro del turismo nel nostro Paese, il Covid ha segnato una pesantissima battuta d arresto per il turismo in Italia, come dimostrano anche le cifre da brividi registrate: 245 milioni di presenze perse, e un calo del fatturato di 14 milioni in meno rispetto al Nel periodo del primo lockdown sui social sono rimbalzate le immagini delle città d arte e di altre mete turistiche completamente deserte che hanno reso ancora più evidente il forte legame tra il nostro territorio e la presenza dei visitatori, un binomio quasi indissolubile. Il risultato è un saldo netto positivo di quasi 15 miliardi di euro (+ 5,7% rispetto al 2020). Analizzando i dati ISTAT, nel 2021 le città storico artistiche italiane hanno accolto 43,6 milioni di arrivi turistici (di cui quasi il 60% stranieri) incrementati del 15,3% in confronto al risultato di 5 anni fa e di quasi il 4% sull anno precedente. Sempre in termini di arrivi, nel confronto con le altre tipologie di località turistiche, le città si confermano il prodotto preferito con una quota del 35,4% del totale ancor più delle località marine con 27,9 milioni di arrivi ed una quota parte del 22,7%. In termini di presenze sono state oltre 110 milioni le notti trascorse da turisti italiani e stranieri nelle città d arte, cresciute del 9% rispetto al Gli stranieri, con una quota lievemente inferiore al 60% subiscono una piccola perdita rispetto al 2020 (-0,3%) mentre guadagnano il 5,4% in confronto al Gli italiani aumentano invece dell 1,2% sul In questo caso il market share del prodotto città è pari al 26,2% del totale, posizionandosi appena sotto le località marine (32,1%). In termini di spesa, la vacanza culturale copre circa il 40,0% della spesa totale degli stranieri in Italia (pari a 39 miliardi di euro nel 2021), con USA, Germania e Francia ai primi 3 posti come Paesi di provenienza. La vacanza culturale nel 2020 valeva in termini di spesa turistica internazionale 13,9 miliardi di euro mentre nel 2021 cresce a 15,5 miliardi di euro, con un aumento del +11,4% sull anno precedente. Tabella 2 Spesa turistica degli stranieri in Italia per tipologia di vacanza (in milioni di ) Fonte: rielaborazione dati ISTAT Spesa turistica degli stranieri in Italia per tipologia di vacanza (in milioni di ) Descrizione della vacanza 2021 Culturale, in una città d arte Balneare Lacuale Montana Sportiva 331 Verde, agriturismo 423 Enogastronomica 131 Altro Totale complessivo Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 5

6 Le regioni maggiormente interessate dalla spesa internazionale per vacanza culturale sono Lazio con circa 5 miliardi di euro, Veneto quasi 2,9 miliardi di euro, Toscana (2,7 miliardi di euro), Lombardia (oltre 1,2 miliardi) e Campania (circa 890 milioni di euro). Queste 5 regioni insieme rappresentano l 81,3% della spesa totale per vacanza culturale degli stranieri. Gli aumenti relativi più consistenti in termini di presenze si registrano in Sicilia (+7,3% rispetto al 2020), Basilicata (+6,5%), Piemonte (+6,3%) ed Emilia-Romagna (+6,0%). Viceversa, le regioni che hanno subito la flessione più rilevante sono Umbria (-8,4%), Marche (-8,0%) e Molise (-5,3%). Infatti gli esercizi ricettivi hanno registrato oltre 420 milioni di presenze (+4,4% rispetto al 2020) e 123 milioni di arrivi (+5,3%). La crescita è stata superiore a quella media europea. Le presenze dei clienti residenti in Italia sfiorano i 210 milioni, quelle dei non residenti salgono a 210,7 milioni e per la prima volta superano le presenze dei residenti (rispettivamente +3,2% e +5,6% sul 2020). Nel 2021 si stima che i viaggi per vacanze rappresentino l 88% di quelli effettuati dai residenti in Italia negli esercizi ricettivi nazionali (+5,6% sul 2020). Soltanto il restante 12% è per i viaggi di lavoro (-13,0%). Il 40,6% delle presenze si concentra in 50 comuni italiani (pari a quasi un terzo della clientela residente e a quasi la metà di quella non residente). Con quasi 27 milioni di presenze, Roma continua ad essere la principale destinazione turistica (con il 6,4% del totale). La capitale è anche la prima città italiana per numero di arrivi internazionali: con oltre 9,5 milioni di stranieri nel 2021 realizza +1,9% in un anno di grande ripresa per il settore. Milano anche cresce del +2,8%. A livello regionale, i maggiori incrementi di presenze della clientela residente si rilevano in Sicilia (+9,5%) e in Basilicata (+6,8%), mentre per la componente estera si registrano in Sardegna (+10,4%), Puglia e Calabria (entrambe +9,3%) Umbria Marche e Molise mostrano invece le flessioni più rilevanti per entrambe le tipologie di clientela. Nel 2021 le regioni con il maggior numero di presenze si confermano il Veneto (16,5% delle presenze complessive negli esercizi ricettivi italiani), il Trentino-Alto Adige (11,9%, con la Provincia autonoma di Bolzano al 7,7% e la Provincia autonoma di Trento al 4,2%), la Toscana (10,9%), l Emilia-Romagna (9,5%) e la Lombardia (9,4%). In queste cinque regioni si concentra il 58,2% delle presenze turistiche in Italia, pari a oltre la metà (51,6%) dei clienti residenti e a quasi due terzi (64,7%) dei non residenti. Alcuni territori italiani sono meta di una clientela prevalentemente straniera, tra questi la Provincia autonoma di Bolzano (68,3%), il Veneto (68,1%), il Lazio (62,2%) e la Lombardia (60,9%). Alcune regioni del Centro e del Sud, invece, hanno un bacino di attrazione quasi esclusivamente nazionale: è il caso di Molise (90,3% di presenze di clienti residenti sul totale regionale), Basilicata (89,5%), Abruzzo (86,0%), Marche (82,0%), Puglia (78,5%) e Calabria (77,5%) (Prospetto 8 e Figura 1). Secondo i dati della Banca d Italia, i principali Paesi di provenienza sono: Stati Uniti, che hanno speso 2,8 miliardi di euro in Italia nel 2021, Germania (1,5 miliardi di euro), Francia (circa 1,5 miliardi di euro), Regno Unito (1,2 miliardi di euro) e Canada (quasi 930 milioni di euro). In termini di spesa pro-capite, un viaggiatore straniero che nel 2021 ha scelto le nostre destinazioni per una vacanza culturale ha speso, in media, 128,7 euro al giorno. Pertanto, nel 2021, il Belpaese risulta quarto in Europa per presenze negli esercizi ricettivi, con una quota del 13,4% sul totale dei Paesi della Ue28. Italia, Spagna, Francia e Regno Unito insieme coprono oltre la metà (55,9%) delle presenze turistiche complessive dell Unione europea a 28 Stati. Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 6

7 Tabella 3 movimento turistico in italia Fonte: rialborazione dati ISTAT PRESENZE NEGLI ESERCIZI RICETTIVI PER RESIDENZA DEI CLIENTI (a) E REGIONE DI DESTINAZIONE. % di presenze sul totale nazionale % di presenze sul totale regionale (Italia=100) (regione =100) Residenti in Italia Non residenti in Italia Totale Residenti in Italia Non residenti in Italia Nord-Ovest 16,8 18,1 17,5 48,2 51,8 100,0 Piemonte 4,1 3,0 3,5 57,4 42,6 100,0 Valle d Aosta/Vallée d Aoste 1,0 0,7 0,9 60,1 39,9 100,0 Liguria 4,4 3,0 3,7 59,4 40,6 100,0 Lombardia 7,3 11,4 9,4 39,1 60,9 100,0 Nord-Est 36,1 43,9 40,0 45,1 54,9 100,0 Trentino-Alto Adige 9,8 14,0 11,9 41,1 58,9 100,0 Bolzano/Bozen 4,9 10,5 7,7 31,7 68,3 100,0 Trento 4,9 3,5 4,2 58,3 41,7 100,0 Veneto 10,5 22,4 16,5 31,9 68,1 100,0 Friuli-Venezia Giulia 1,8 2,4 2,1 43,1 56,9 100,0 Emilia-Romagna 14,0 5,1 9,5 73,3 26,7 100,0 Centro 22,1 23,7 22,8 48,2 51,8 100,0 Toscana 10,0 11,8 10,9 45,7 54,3 100,0 Umbria 1,7 0,9 1,3 64,0 36,0 100,0 Marche 4,3 1,0 2,6 82,0 18,0 100,0 Lazio 6,1 10,0 8,0 37,8 62,2 100,0 Sud 18,0 7,5 12,8 70,2 29,8 100,0 Abruzzo 2,5 0,4 1,5 86,0 14,0 100,0 Molise 0,2 0,0 0,1 90,3 9,7 100,0 Campania 5,2 4,5 4,9 53,3 46,7 100,0 Puglia 5,7 1,5 3,6 78,5 21,5 100,0 Basilicata 1,1 0,1 0,6 89,5 10,5 100,0 Calabria 3,3 1,0 2,1 77,5 22,5 100,0 Isole 7,0 6,8 6,9 50,4 49,6 100,0 Sicilia 3,6 3,4 3,5 50,7 49,3 100,0 Sardegna 3,4 3,4 3,4 50,1 49,9 100,0 ITALIA 100,0 100,0 100,0 49,9 50,1 100,0 Totale Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 7

8 Tra le attrazioni turistiche italiane, oltre all offerta enogastronomica che analizzeremo più avanti, gli introiti internazionali per motivi religiosi e di pellegrinaggio, pari a 126 milioni di euro, sono cresciuti del 71,4% nel 2021 sul In termini di volume, il turismo nelle destinazioni balneari conta oltre 135 milioni di presenze totali prodotte da oltre 27,9 milioni di arrivi. Il turismo internazionale incide su questi movimenti con 56,8 milioni di notti trascorse nelle strutture ricettive, pari al 42% del totale presenze. Altro settore in forte espansione riguarda i flussi turistici legati alla vacanza sportiva. Gli introiti rappresentano circa 410 milioni di euro in Italia nel 2021 (+49,8% sul 2020). Ad esempio sono 1,8 milioni le presenze legate al turismo golfistico, (3,9 milioni di presenze considerando chi ha soggiornato in Italia per altre motivazioni ma ha praticato il golf durante la vacanza). Anche il turismo d avventura continua a crescere: oltre il 70% dei tour operator che hanno risposto all Adventure Travel Trends Snapshot Survey dell Atta dicono che questo segmento turistico è in forte crescita: la domanda di esperienze di turismo d avventura continuerà ad espandersi alimentata soprattutto dai viaggiatori asiatici, che hanno ora alle spalle due decenni di esperienze di viaggio. Secondo l indagine, ad esempio, oltre 60 milioni di cinesi praticano uno sport avventuroso come l alpinismo, l equitazione o l arrampicata su roccia. I turisti asiatici sono in genere molto giovani e sono interessati a visitare destinazioni esotiche che possano offrire memorie fotografiche da condividere sui social media. Le presenze del turismo legato invece alla natura in Italia, che può ad esempio contare su 871 parchi e aree naturali, nel 2021 hanno superato per la prima volta quota 100 milio- Rome Business School - Research Center ni ed un fatturato di oltre 12 miliardi di euro. Il giro d affari, al netto dell indotto, generato in Italia dal comparto turismo per business genererà a consuntivo 2021 un giro d affari di 40,4 milioni di dollari (+3,7%). Lo stesso dato proiettato al 2028 raggiungerà quota 45,1 milioni. Inoltre, Secondo fonti ONU e del Governo italiano, nel mondo si contano oltre 250 milioni di italici, appassionati di cultura e stile di vita italiano, e oltre 170 milioni di persone che frequentano corsi di studio della lingua italiana all estero. Il cosiddetto turismo delle origini può portare sul territorio nazionale 80 milioni di visitatori perché si stimano tra i 60 e gli 80 milioni di oriundi italiani che vivono all estero. In tal senso, i Paesi dove risiedono un maggior numero di persone con origini italiane sono: Brasile (25 milioni), Argentina (20 milioni) e USA (17 milioni), seguiti da Francia, Svizzera, Germania e Australia. Infine, nel 2021 quasi 5,5 milioni di presenze turistiche nelle strutture ricettive sono dovute al Cineturismo in Italia. Altro settore in forte espansione è rappresentato dal turismo legato alla musica, un segmento di mercato che gode di ottima salute influenzando circa 8 milioni di visitatori all anno tra italiani e stranieri con una crescita del 10% negli ultimi 2 anni. Considerando la stima del pubblico totale dei concerti per quell anno (6,1 milioni di ingressi), il 31,4% deglispettatori era forestiero rispetto alla regione ospitante e, oltre la soglia dei 200 chilometri di distanza da casa, hapernottato. Il 2,7% arrivava addirittura da fuori i confini nazionali. Il turismo in Italia nell era post-covid 8

9 Innovazione digitale e smart destinations Anche a livello internazionale, soprattutto grazie ad alcune iniziative dell UNW- TO (l Agenzia dell ONU ha pubblicato nel maggio del 2020 un documento che fornisce le linee-guida da seguire per la ripartenza turistica UNWTO Global Guidelines to Restart Tourims) 3, si sta sempre più lavorando per la creazione di esperienze turistiche innovative con l invito a trasformare le città in destinazioni turistiche intelligenti, dove la governance del turismo e l economia digitale si unisce per offrire ai viaggiatori esperienze diverse e sempre più autentiche. I partenariati pubblico-privato, l inclusione delle comunità locali e la creazione di destinazioni intelligenti sono fondamentali per le destinazioni urbane per acquisire le conoscenze e definire le politiche di cui hanno bisogno per rispondere ai bisogni di iper-connessione e iper-informazione dei turisti. Tabella 4 Fonte: rielaborazione dati UNWTO Global Guidelines to Restart Tourism 7 Linee-guida per la ripartenza del turismo - UNWTO 1. Fornire liquidità e proteggere i posti di lavoro. 2. Recuperare la fiducia attraverso la sicurezza e la protezione. 3. Favorire le collaborazione pubblico-privato per una riapertura efficiente. 4. Aprire le frontiere con responsabilità. 5. Armonizzare e coordinare protocolli e procedure. 6. Nuovi posti di lavoro attraverso il valore aggiunto delle nuove tecnologie. 7. Innovazione e Sostenibilità come nuova normalità. Le città e tutte le destinazioni cambiano i loro modelli di sviluppo turistico per rispondere non solo ad una cliente più consapevole ed esigente, ma anche alla crescita dell economia digitale e dell innovazione delle competenze. Essere una smart destination non è solo un etichetta, ma un vero e proprio processo verso la trasformazione completa delle destinazioni che punta sempre al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delineati dall ONU nell Agenda Le sfide chiave per la crescita delle vacanze in città sono legate ai sistemi di trasporto, alla stagionalità e alla dispersione della domanda turistica nello spazio e nel tempo. Sicuramente oggi più di prima il destination management è una figura sempre più richiesta che può lavorare sulle variabili temporali, per attrarre i flussi in particolari momenti, mesi e giorni. I modelli di governance del turismo urbano devono però modificarsi: con la crescita di collegamenti di trasporto ad alta velocità e low cost che forniscono sempre più visitatori alle città per periodi brevi (city break), le destinazioni di città devono rispondere dando priorità agli investimenti a beneficio sia dei residenti che dei turisti. Con i progressi tecnologici che consentono la creazione di destinazioni intelligenti, è sempre più forte la necessità di spostare l attenzione dal solo promuovere le esperienze disponibili per i turisti nelle città, alla gestione del turismo urbano in tutta la sua complessità. Dal canto loro, i responsabili delle politiche del turismo dovrebbero utilizzare strumenti di destinazione intelligenti per studiare l impatto del turismo sulla redditività e sostenibilità di una città e porre la destinazione al centro dei cambiamenti politici. In tal senso, l Unione Europea individua sei diversi driver ai quali le città devono rispondere per essere considerate smart : 3 Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 9

10 Tabella 5 6 driver UE per essere una smart city Smart Economy: riguarda l abilità di creare il miglior ambiente possibile per favorire lo sviluppo di imprese e l enrichment delle persone da parte dell amministrazione pubblica Smart Mobility: driver declinato in due aspetti: progetti in grado di migliorare la logistica e le attività di trasporto delle imprese private nelle aree urbane, dando soprattutto attenzione ai problemi del traffico, dell inquinamento e del dispendio energetico; progetti che riguardano la mobilità delle persone e lo sviluppo di nuovi sistemi di mobilità sostenibili fondati spesso sul concetto di sharing. Smart Environment; concerne una migliore gestione delle risorse idriche ed energetiche. Uno dei problemi più comuni è il corretto controllo del ciclo dei rifiuti. Smart People: implica la valorizzazione e l attrazione di capitale umano e intellettuale qualificato attraverso lo sviluppo di centri di ricerca e per le start up in modo da stimolare il dinamismo economico della città; Smart Living: riguarda iniziative su vari aspetti della qualità della vita: ordine pubblico e sicurezza, valorizzazione, mantenimento e fruizione del patrimonio culturale mediante servizi a supporto del turismo, cultura e tempo libero; Smart Governance: utilizzo delle ICT per lo snellimento dei processi amministrativi-burocratici e coinvolgimento della cittadinanza in una partecipazione attiva alle decisioni pubbliche. Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 10

11 Le smart cities possono quindi rappresentare l ambiente ideale per dispiegare le potenzialità delle innovazioni tecnologiche nel settore turistico. Anche lo smart tourism, infatti, prevede l uso e l applicazione delle ICT da parte dei turisti, degli operatori della filiera turistica e delle mete turistiche. La diffusione capillare di internet sui dispositivi mobile ha affidato a portali dedicati e ai social media l intera organizzazione e gestione dei viaggi. Comodamente dal proprio smartphone il viaggiatore può prenotare un volo, localizzare luoghi, condividere e co-produrre esperienze di viaggio con le proprie reti sociali e con la popolazione locale, recensire destinazioni e servizi puntando molto l attenzione sulla sostenibilità ambientale. In un rapporto riequilibrato a favore del viaggiatore, la tecnologia risulta fondamentale anche per migliorare l offerta turistica da parte degli operatori attraverso la profilazione dell utenza e la personalizzazione dei prodotti turistici. Allo stesso modo, le destinazioni possono ricevere valutazioni in tempo reale dei servizi erogati ed essere in grado di implementare i meccanismi di pianificazione e gestione per informare, dialogare e fidelizzare il turista attraverso una adeguata condivisione e lettura dei dati forniti dai flussi. Nell ecosistema digitale, sono diversi i grandi player internazionali che offrono servizi che abbracciano tutto il circuito di viaggio e rispondono in modo efficace alle più disparate esigenze degli utenti: si possono trovare portali dove è possibile cercare, comparare, acquistare soggiorni in hotel, bed and breakfast, appartamenti (es. AirBnB, Booking, Google Trips, Trivago, ecc ), acquisire importanti informazioni su aeroporti e voli (Kayak, Skyscanner, ecc ), ottenere servizi per la mobilità (iexit. Uber, Waze, Google maps, ecc ), trovare itinerari e attività da svolgere (TripAdvisor, Viator, ecc ). Per quanto riguarda l Italia, dal 2012, la società Forum PA pubblica ogni anno l ICityRate (classifica delle città più intelligenti e sostenibili d Italia), un dettagliato report che monitora e descrive il percorso di crescita delle città italiane verso l obiettivo del divenire città intelligenti. I risultati del report 2021 vedono Milano, Firenze e Bologna al top della classifica delle città più smart d Italia. Milano risulta essere la realtà urbana leader sotto il profilo della solidità economica, della ricerca e sviluppo, della mobilità sostenibile e della coesione sociale. Firenze ha il suo punto di forza nell attrattività turistico-culturale e punte d eccellenza nell ambito della trasformazione digitale. Il capoluogo toscano eccelle anche in vivibilità ed iniziative relative all empowerment del cittadino. Bologna si conferma molto forte a livello nazionale per l interoperabilità di alcuni progetti grazie ad una buona governance e ad una comunità sempre più intelligente. Ottimi i risultati sull inclusione sociale, sul risparmio energetico e su ricerca e innovazione. Le tre città-guida presentano un generale dinamismo sul versante dell investimento in nuove tecnologie e si collocano ai vertici di ambiti che sottolineano il ruolo fondamentale del capitale umano ed intellettuale nel processo di costruzione di una smart city quali istruzione, partecipazione civile e attrattività turistico-culturale. Allo stesso tempo, anche le città più virtuose non raggiungono particolari performances positive in settori chiave come la qualità di aria ed acqua, la gestione dei rifiuti e la protezione del territorio, tutti legati ad un concetto fondamentale per le smart city: la sostenibilità ambientale. Oltre alla classifica generale, il report stila delle classifiche suddivise tra città metropolitane, medie e piccole. Le tre città di testa nella classifica generale lo sono anche in quella delle città metropolitane. I punti di forza che le caratterizzano riguardano essenzialmente la capacità di valorizzare il verde urbano, di incentivare la trasformazione digitale (accesso alla banda larga, open data, wi-fi pubblico, servizi online) e di investire sulla mobilità sostenibile (intermodalità, car e bike sharing, riduzione delle emissioni, aree pedonali). Le prime tre città medie, Trento, Bergamo e Pisa, emergono grazie all inclusione sociale (assistenza agli anziani, accoglienza, offerta sociosanitaria), all istruzione (offerta formativa innovativa, accessibilità scolastica, percentuale di NEET Not in Education, Employment or Training) ed energia (sostenibilità dei consumi, qualità dei servizi, adeguamento del patrimonio comunale). Tra le aree urbane minori, sono sette le città che tendono ad evolversi in vere piccole smart cities: Pordenone, Cremona, Udine, Treviso, Biella, Lodi e Belluno. La loro capacità di innovare si sviluppa in particolare negli ambiti della gestione dei rifiuti urbani (incidenza della raccolta differenziata, riduzione della produzione di rifiuti, iniziative di sensibilizzazione), dell innovazione e ricerca (fablab, spazi di coworking, presenza di start up e imprese ad alta conoscenza, servizi innovativi) e della legalità e sicurezza (efficienza dei tribunali, presidio territoriale, incidenza della criminalità). Seguendo i principi guida di sostenibilità, innovazione e accessibilità per lo sviluppo delle principali azioni d intervento dell ente, l ENIT intenderà attuare un opera di monitoraggio e di accompagnamento delle maggiori città italiane nell evoluzione verso un profilo di città più intelligenti al servizio della popolazione residente e dei turisti, con una priorità all accessibilità aeroportuale e ferroviaria, alla ricettività e ai servizi turistici Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 11

12 Il turismo eno-gastronimico Il tracollo economico del settore turistico L enogastronomia è ormai da anni un pilastro dell offerta turistica del Belpaese, tanto da essere la prima motivazione di visita per i turisti locali e stranieri che trascorrono una vacanza in Italia: gli interessi enogastronomici per i prodotti tipici e l agroalimentare del Made in Italy muovono, da soli, 1 turista su 4 (il 22,3% dei turisti italiani ed il 29,9% degli stranieri). Secondo i dati Eumondo, il 23,8% dei turisti ricerca informazioni sui ristoranti prima di partire e il 28,3% si dedica alla ricerca e alla prenotazione dei ristoranti una volta giunto a destinazione. Tra coloro che si servono di applicazioni mobile per ricercare informazi- oni nel corso del soggiorno turistico (quasi 4 turisti su 10) la ricerca di dove mangiare è al primo posto (65,5% dei turisti che cercano informazioni con app). La spesa dei turisti relativa all agroalimentare è di oltre 12 miliardi nel 2021 (15,1% totale turismo), di cui circa 5 miliardi spesi dagli stranieri e 7,3 miliardi dagli italiani. Il settore piu colpito dalla pandemia Secondo l ISTAT, nel periodo estivo luglio-settembre 2020 le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono state complessivamente il 63,9% in meno rispetto ai dati dell anno precedente. Il calo è dovuto soprattutto alle presenze dei clienti stranieri, sono soltanto il 39,7% rispetto allo stesso trimestre del 2019; per i clienti italiani sono l 86,2%. Inoltre, nei primi tre trimestri del 2020 sono diminuiti drasticamente anche i viaggi svolti per motivi di lavoro dai residenti nel nostro paese (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze (-23%). Tabella 6 MOVIMENTO TURISTICO IN ITALIA GENNAIO-SETTEMBRE ,6% Il calo delle presenze di turisti stranieri nei primi 9 mesi del milioni nello stesso periodo del 2019 Come anticipato, il turismo è stato il settore più colpito dalle restrizioni dovute all emergenza sanitaria. Basti pensare che dal 2019 al 2020 il numero dei turisti stranieri si è più che dimezzato e la loro spesa complessiva è diminuita di oltre il 60%. Un crollo che ha riguardato in maniera più evidente i turisti di oltreoceano. Per esempio, le presenze di visitatori americani in Italia nel trimestre luglio-settembre sono passate da quasi 1,4 milioni del 2019 a poco più di 24 mila nel 2020 e con una diminuzione percentuale su base annua del 93%. Di poco inferiore la variazione degli arrivi turistici dalla Cina (-91,6%). Un trend negativo confermato anche per i flussi di turisti provenienti dal Vecchio Continente. Qualche esempio? Le presenze dei finlandesi in Italia rispetto al 2019 sono diminute dell 88%, quelle degli spagnoli dell 84% e dei francesi del 72%. Nonostante ciò anche durante la prima estate ai tempi del Covid gli stranieri non hanno rinunciato alle vacanze nel nostro Paese, soprattutto gli europei. E, sebbene le presenze registrate si siano drasticamente ridotte, in certi casi, i turisti hanno speso di più e si sono fermati più giorni rispetto all estate Primi fra tutti i tedeschi, che a fronte di quasi 2 giorni in più di permanenza media hanno anche speso quasi 20 in più al giorno. -74,2 mln La flessione delle presenze nell estate 2020 rispetto al ,2% Le presenze nelle grandi città nei primi nove mesi del 2020 Nel 2019 circa un quinto delle presenze totali era nelle grandi città Fonte: Istat Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 12

13 Nel 2020, a seguito della pandemia da Covid-19, non solo in Italia ma in tutti i Paesi europei i flussi turistici hanno subito un profondo shock. Secondo le stime di Eurostat, nei primi 8 mesi del 2020 il numero delle notti trascorse nelle strutture ricettive nell Unione europea (Ue) sia stata pari a circa 1,1 miliardi: un calo di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del I dati provvisori del nostro Paese, relativi ai primi nove mesi del 2020, sono in linea con il trend europeo (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno) ed evidenziano l entità della crisi del turismo interno generata dall emergenza sanitaria, dopo anni di crescita costante del settore. Il 2019, infatti, aveva fatto registrare un ulteriore record dei flussi turistici negli esercizi ricettivi italiani, con 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze e una crescita, rispettivamente, del 2,6% e dell 1,8% in confronto con l anno precedente. L espansione del comparto turistico sembrava confermata dalle prime evidenze dei dati di gennaio dell anno 2020 (+5,5% gli arrivi e +3,3% le presenze di clienti negli esercizi ricettivi italiani rispetto allo stesso mese dell anno precedente). Ma già dal mese di febbraio si rendono visibili gli effetti della pandemia e delle conseguenti misure di contenimento (-12,0% gli arrivi e -5,8% le presenze). Nei mesi del lockdown (in particolare, dall 11 marzo al 4 maggio) la domanda è precipitata e le presenze nelle strutture ricettive sono state appena il 9% di quelle registrate nello stesso periodo del In particolare, il calo delle presenze è pari a -82,4% a marzo, a -95,4% ad aprile e a -92,9% a maggio. Pressoché assente la clientela straniera (-98,0% sia ad aprile che a maggio). Complessivamente nei mesi del lockdown, la variazione, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, è stata pari a -91,0% con una perdita di quasi 74 milioni di presenze, di cui 43,4 milioni di clienti stranieri e 30,3 milioni di italiani. Nel mese di giugno 2020, in seguito alla possibilità di ripresa degli spostamenti interregionali, i flussi turistici hanno ripreso timidamente a risalire; tuttavia, le presenze totali rappresentano appena Tabella 7 ARRIVI E PRESENZE NEGLI ESERCIZI RICETTIVI PER MESE E RESIDENZA DEI CLIENTI Variazioni percentuali 2020/2019 per i primi 9 mesi dell anno Fonte: Istat, Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, dati provvisori. il 21% di quelle registrate nello stesso mese del 2019: la perdita di presenze è risultata particolarmente alta per la componente straniera (-93,1%) rispetto a quella domestica (-63,3%). Nel trimestre estivo luglio-settembre del 2020 le presenze totali sono state pari a circa il 64% di quelle registrate l anno precedente, con una perdita di più di 74,2 milioni di presenze, ma con performance delle due componenti fortemente divergenti: i pernottamenti dei clienti italiani hanno raggiunto poco più dell 86% di quelli rilevati nel 2019, quelli relativi ai clienti stranieri appena il 40%. MOVIMENTO gen feb mar apr mag giu lug ago set anno fino a settembre Presenze 3,3-8,5-75,8-92,1-84,5-63,3-26,4-6,7-7,8-32,9 Non residenti Arrivi 5,1-11,9-94,2-99,9-99,6-93,0-73,7-57,8-58,3-72,6 Presenze 3,3-3,2-89,0-98,3-98,1-93,1-72,1-54,7-51,4-68,6 Totale Arrivi 5,5-11,9-90,5-99,3-96,0-77,4-47,1-26,4-39,6-55,9 Presenze 3,3-5,8-82,4-95,4-92,9-79,5-49,0-26,1-33,5-50,9 Nei primi nove mesi del 2020 i viaggi effettuati dai residenti pernottanti negli esercizi ricettivi sono scesi di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del Il crollo più consistente si rileva nel segmento dei viaggi svolti per motivi di lavoro, che rappresentava nei primi nove mesi del 2019 il 13,6% degli spostamenti e circa l 8% delle presenze e che, nello stesso periodo del 2020, si riduce a meno della metà. In consistente calo tutte le motivazioni dei viaggi di lavoro, in particolare quelle legate alle attività congressuali e di convegni o seminari (-81,3%) e le riunioni d affari (-41,8%). Tra le vacanze, le visite a parenti e amici hanno subito la riduzione maggiore (-66,0%) mentre i viaggi di piacere o svago calano del 20,0%. Per il comparto extra-alberghiero la flessione dei viaggi è stata più contenuta (-16,0%) di quella subita dal settore alberghiero (-35,0%). Com era prevedibile, il calo maggiore si registra nel secondo trimestre, quando i viaggi complessivamente si sono ridotti del 74,6%, con l abbattimento del 71,5% degli spostamenti per vacanza e il sostanziale annullamento dei viaggi di lavoro (-87,6%). La riduzione dei viaggi del primo trimestre (-36,5%) è dovuta principalmente alle mancate partenze nel mese di marzo, quando la flessione è di oltre l 85%. I viaggi in questo mese si concentrano nei primi 10 giorni, quando ancora non vi erano restrizioni alla mobilità. Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 13

14 Un analisi territoriale A livello territoriale, i dati dei primi nove mesi del 2020, indicano che le flessioni più consistenti delle presenze hanno interessato di più le Isole (-62,7% rispetto all anno precedente) e le regioni del Nord-ovest (-61,9%); solo la ripartizione del Nord-est registra una variazione che, sebbene anch essa molto consistente (-45,7%), risulta meno ampia di quella media nazionale (-50,9%). Secondo le stime ISTAT effettuate a livello regionale, risulta che le flessioni del numero di presenze siano state maggiori, rispetto allo stesso periodo del 2019, nel Lazio (-73,6%), in Campania (-72,2%) e in Liguria (-71,9%). Nessuna regione presenta incrementi, tuttavia le regioni che, seppur in calo, presentano diminuzioni più contenute sono le Marche (-27,0%), il Molise (-29,0%), le Province autonome di Bolzano (-29,5%) e Trento (-31,2%), l Abruzzo (-36,9%), la Valle d Aosta (-37,8%) e la Puglia (-42,0%). Anche per quanto riguarda il trimestre estivo, solo il Nord-est presenta una flessione inferiore alla media nazionale (-32,2% rispetto a -36,1%), mentre le ripartizioni del Centro, del Sud e delle Isole si attestano tutte su flessioni intorno al 45%; il Nord-ovest mostra il calo più consistente (-58,1%). La classificazione dei comuni italiani per densità turistica e vocazione prevalente permette di descrivere alcune caratteristiche dei flussi turistici rilevati nei primi mesi del La categoria delle grandi città, composta dai 12 comuni con più di 250 mila abitanti, che nel 2019 aveva registrato circa un quinto delle presenze dell intero territorio nazionale, è quella che soffre maggiormente la riduzione della domanda rispetto all anno precedente, con una flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al -73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019). Per i comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica la diminuzione è del 54,9%, per quelli con vocazione marittima è del 51,8%. I comuni a vocazione montana, invece, registrano un calo inferiore alla media nazionale (-29,3%). Nel trimestre estivo, la flessione del turismo nelle grandi città è risultata addirittura più grave (-76,3% nei mesi di luglio, agosto e settembre 2020 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno); per i comuni a vocazione culturale è pari a -41,2%, per quelli a vocazione marittima è -38,7% mentre per i comuni a vocazione montana è -19,4% (-36,1% la flessione media nazionale). Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 14

15 Il crollo del turismo straniero A causa della situazione pandemica, il turismo internazionale a livello globale subisce una battuta d arresto mai registrata prima, come affermato anche dall UNWTO (United Nations World Tourism Organization) che, per l anno 2020, stima un calo di visitatori internazionali del 70,0% rispetto al La tendenza si conferma anche in Italia dai dati dei primi nove mesi dell anno con le presenze dei clienti inbound in calo del 68,6%. Nonostante la riapertura delle frontiere dopo il lockdown, le presenze di stranieri continuano a registrare flessioni molto negative, con un trimestre estivo che riesce a realizzare solo il 40% delle presenze di clienti stranieri rilevate nel Dei turisti stranieri presenti nel trimestre estivo del 2020, quasi la metà (47,4%) è rappresentata dai tedeschi (storicamente i principali clienti esteri delle strutture ricettive italiane); seguono i clienti provenienti da Svizzera e Liechtenstein (con una quota dell 8,6%), Paesi Bassi (8,0%), Austria (6,8%) e Francia (5,6%). Praticamente nulle le presenze dei clienti provenienti dagli Stati Uniti (0,7%) che erano una delle prime tre nazionalità di provenienza della clientela estera. Anche per i clienti stranieri, così come per quelli italiani, nei mesi estivi si registrano cali minori nelle strutture extra-alberghiere (-53,6% delle presenze) rispetto a quelle alberghiere (-65,6%). Simili anche le scelte delle destinazioni. Le grandi città anche nel trimestre estivo vedono l assenza pressoché totale dei clienti stranieri (-86,1% le presenze rispetto allo scorso anno); cali sostanziali, inoltre, nelle strutture ricettive dei comuni a vocazione marittima (-65,5%) e in quelli a vocazione culturale e paesaggistica (-63,6%), decisamente più contenuta la flessione per le strutture ricettive ubicate nei comuni a vocazione montana (-38,7%). Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 15

16 La crisi dei settori collaterali A causa della pandemia e, in particolare, che l emergenza sanitaria sarebbe diventata ben presto emergenza economica a livello planetario, molte imprese appartenenti ai vari comparti del turismo o ad esso riconducibili hanno registrato immediatamente una grande crisi di liquidità per la mancanza quasi totale della domanda. Pur prevedendo una certa ripresa nella seconda metà dell anno, Federalberghi valuta fra il 60% ed il 70% il calo del fatturato delle imprese alberghiere nel 2020; analoghe percentuali indicano le compagnie aeree, le crociere, il comparto MICE (Meeting, Congress, Events). Fra i comparti integrati nelle filiere turistiche, il trasporto aereo, è stato quello maggiormente colpito dalla crisi. Questo settore ha subito nel 2020 un'enorme battuta d'arresto dopo anni di crescita. Il calo del fatturato ha per forza di cose generato un imponente perdita dei profitti, che nel 2019 erano circa il doppio di quelli di cinque anni prima. Le attività legate al trasporto aereo, infatti, hanno perso nel 2020 oltre 150 miliardi, e si prevedono altri 95 miliardi persi nei prossimi mesi. Le restrizioni al movimento delle persone hanno quasi azzerato il traffico aereo durante la pandemia. Infatti, a partire da marzo il numero di passeggeri transitati all'interno dei nostri aeroporti è crollato, con 60 milioni di viaggiatori in meno rispetto ai primi sei mesi del Il mese peggiore dell annus horribilis 2020 è stato certamente aprile, quando il numero di passeggeri si è praticamente azzerato. La mancanza di clienti ha avuto un forte impatto anche sul numero di tratte operate: nei primi sei mesi del 2020 il divieto di spostamento tra regioni ha portato a una riduzione del 67% del traffico nazionale, mentre la chiusura dei confini di molti paesi in Europa e nel mondo ha comportato un crollo del 71,9% dei voli da e verso Ue e del 69,3% nel resto del mondo. Nel 2020, secondo il report Dati di traffico 2020 dell ENAC Ente Nazionale per l Aviazione Civile 6, è stato registrato un calo complessivo del 72,5% ( ) rispetto all anno precedente. La fortissima contrazione viene così suddivisa: -61,1% traffico nazionale ( di passeggeri) -78,3% traffico internazionale ( di passeggeri) Nei momenti peggiori dell'anno - quelli del primo lockdown (marzo-aprile 2020) - si è arrivati a toccare un -90% del traffico totale. Roma Fiumicino e Milano Malpensa, i due principali aeroporti italiani per volume di traffico, sono stati tra i più colpiti durante la crisi. In particolare, lo scalo romano resta il primo in Italia per numero di passeggeri, ma è anche quello che ha subìto la contrazione maggiore tra i primi cinque. 6 Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 16

17 Tabella 8 Crisi trasporto aereo dati 2020 Fonte: rielaborazione dati ENAC Dati di traffico 2020 Movimenti: Movimenti totali: , -61,8% su base annua Settore cargo: tonnellate, -24,2% Aeroporti: Roma Fiumicino: 9,8 milioni di passeggeri, -77,5% Milano Malpensa: 7,2 milioni di passeggeri, -74,9% Bergamo: 3,8 milioni di passeggeri, -72,2% Catania: 3,6 milioni di passeggeri, -64,1% Venezia: 2,8 milioni di passeggeri, -75,8% Compagnie aeree: Ryanair: 11,8 milioni di passeggeri Alitalia: 6,5 milioni di passeggeri EasyJet: 3,5 milioni di passeggeri Wizz Air: 1,8 milioni di passeggeri Volotea: 1,6 milioni di passeggeri Compagnie aeree limitatamente al traffico nazionale: Alitalia: 4,4 milioni di passeggeri Ryanair: 4,1 milioni di passeggeri Volotea: 1,5 milioni di passeggeri EasyJet: 1,4 milioni di passeggeri Malta Air: passeggeri Compagnie aeree limitatamente al traffico internazionale: Ryanair: 7,8 milioni di passeggeri Alitalia: 2,1 milioni di passeggeri EasyJet: 2,1 milioni di passeggeri Wizz Air: 1,7 milioni di passeggeri Lufthansa: 1,02 milioni di passeggeri Tratte con contrazione più limitata: Italia: Roma Fiumicino - Catania Fontanarossa: passeggeri UE: Roma Fiumicino - Parigi Charles De Gaulle: passeggeri extra-ue: Milano Malpensa - Dubai International: passeggeri Vale la pena sottolineare che il mercato dei collegamenti domestici risulta caratterizzato da un elevato livello di concentrazione; infatti, solo 4 vettori (Alitalia, Ryanair, Volotea e EasyJet Europe aventi ciascuno una quota di mercato superiore al 2%) si spartiscono il 91,1% del mercato; altri 4 vettori (Malta Air, Blue Air Aviation, Air Italy e Danish Air Transport aventi ciascuno una quota di mercato compresa tra l 1% e il 2%) assorbono il 5,8% mentre il restante 3,1% risulta polverizzato tra ben 50 operatori (ciascuno con una quota inferiore all 1%). La situazione legata alla pandemia è stata solo la goccia di un vaso già pieno per alcune compagnie aeree, tra tutte Alitalia. L azienda ha cambiato diverse gestioni, alternando periodi buoni a crolli economici e fasi di crisi. I problemi di disponibilità di liquidità non sorgono solo adesso, perché anche in passato Alitalia era in difficoltà, e lo stato aveva già sostenuto in parte economicamente i problemi, arrivando anche a stanziare 12,6 miliardi di euro. Dal governo Draghi si aspettano nuove risposte, e si chiede un piano che possa mettere nuovamente in movimento i lavori delle compagnie aeree, in vista di un periodo lungo in cui la ripresa degli spostamenti è appena all inizio. Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 17

18 Conclusioni Sebbene al momento restino in vigore delle stringenti normative che vietano gli spostamenti e impediscono a molti turisti stranieri di visitare il nostro Paese, nel periodo post-covid l Italia potrà sicuramente tornare a mostrare le sue bellezze, uniche e invidiabili, a tutto il mondo, adattandosi ad un nuovo turismo post-pandemico e rendendo le proprie città sempre più smart. Cosa dobbiamo aspettarci per il turismo in Italia, e quali saranno le nuove opportunità che il settore dovrà cogliere per garantire una vera e propria ripartenza, esaltando le ricchezze del nostro Paese? La pandemia ha accelerato ancora di più l evoluzione del turismo iniziata diversi anni fa, e dunque sarà necessario cogliere al volo quest opportunità per cambiare le cose. Sicuramente ci sarà la necessità di porre una maggiore attenzione al digitale, nutrendo gli utenti prima ancora che raggiungano la destinazione del viaggio, e migliorando l accessibilità. Un altro aspetto che acquisirà sempre più importanza sarà la sostenibilità ambientale delle proposte, andando incontro ad una tendenza sempre più crescente, che vede anche un maggiore interessamento verso la natura, forse dettato anche dalla chiusura forzata all interno della città, e verso la scoperta o riscoperta di borghi e piccoli centri invidiati in tutto il mondo, in cui unire anche esperienze legate all enogastronomia e, più in generale, alle eccellenze Made in Italy. Tuttavia, nonostante i buoni propositi, anche il 2021 si prospetta essere un anno molto complesso per il settore turistico, come confermato dall analisi predittiva condotta da Isnart-Unioncamere che prevede una perdita pari a 7.9 miliardi di fatturato rispetto al 2019, durante il primo trimestre. Sempre durante i primi tre mesi dell anno è stata calcolata anche una riduzione del 60% del flusso di visitatori italiani e dell 85% di quelli internazionali, cifre che potrebbero aumentare ancora di più vista l introduzione di nuove misure restrittive. Un altra battuta d arresto potrebbe essere dettata anche da una scelta dei consumatori: un quinto dei viaggiatori a livello mondiale, già nel periodo tra luglio e ottobre 2020, aveva dichiarato di non voler effettuare voli internazionali al fine di ridurre l impatto ambientale, che potrebbe tradursi inevitabilmente nei prossimi anni in un minor afflusso di visitatori internazionali. Rome Business School - Research Center Il turismo in Italia nell era post-covid 18

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