Proprietà del linguaggio: - Congenito: è una facoltà mentale che nasce con l organismo, è registrato nel suo patrimonio genetico e rimane a livello
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- Valerio Molteni
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1 Proprietà del linguaggio: - Congenito: è una facoltà mentale che nasce con l organismo, è registrato nel suo patrimonio genetico e rimane a livello potenziale finché uno stimolo la fa emergere; - Inapprendibile: essendo una facoltà mentale innata, non viene insegnato né imparato; - Incancellabile: non si perde il linguaggio come facoltà mentale; - Universale: caratterizza allo stesso modo tutti i membri della specie, indipendentemente dalle condizioni sociali, storiche e geografiche in cui essi vivono; - Immutabile
2 Lingue (storico-naturali): sono una delle possibili realizzazioni del linguaggio. Sono un prodotto sociale del linguaggio: le lingue non esistono come oggetti indipendenti dalle comunità che le usano. Una lingua è un codice, cioè un sistema di segni; in altre parole, è un insieme di convenzioni adottate da una comunità di parlanti. Le lingue sono sistemi simbolici
3 Proprietà delle lingue storico-naturali: - Non sono congenite:non nascono con l uomo; - Sono apprendibili: ogni essere umano impara una o più lingue; - Sono cancellabili: si dimenticano; - Non sono universali: sulla terra oggi sono parlate oltre lingue; - Sono mutevoli: cambiano continuamente (nel tempo, nello spazio, nelle situazioni in cui vengono usate )
4 Variazione diatopica: nello spazio (italiano vs. dialetti) Opinione comune: Il dialetto è una varietà della lingua nazionale poco diffusa (cioè diffusa a livello locale), con una modesta tradizione scritta, con una grammatica poco sviluppata, utilizzata da pochi parlanti (soprattutto anziani) e in poche circostanze. Il dialetto si configura dunque come una lingua quasi parassitaria rispetto alla lingua nazionale.
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6 ALCUNI CRITERI PER DISTINGUERE TRA LINGUA E DIALETTO a) X è un dialetto di Y se X deriva dalla stessa lingua da cui deriva Y Obiezione: ma questo è vero anche per italiano e francese, derivate entrambe dal latino b) X è un dialetto di Y se i parlanti di X e Y si comprendono reciprocamente Obiezione: ma questo è vero anche per italiano e francese: è più facile comprendere una persona che parla francese di una che parla dialetto napoletano c) X è un dialetto di Y se X e Y condividono almeno l 80% del loro lessico Obiezione: ma questo è vero anche per tutte le lingue sorelle, cioè derivate dalla medesima lingua madre (es. italiano, francese, spagnolo ) Es. it. albero sp. arbol fr. arbre d) X è un dialetto di Y se X e Y condividono una buona percentuale della struttura Obiezione: come al punto c)
7 ràpe gnotul (la) rata tauleri gularàt nóttora barbastêl sottpence travagghjàule zurrundeddu spurtiglione alepeddhe gattarveggh taddharita taddarida
8 Fledermaus Flagermus lepakko bat nietoperz chauve-souris netopýr liliac morcego прилеп νυχτερίδα murciélago pipistrello
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10 DIFFERENZA TRA LINGUA E DIALETTO Se la differenza tra lingua e dialetto non è giustificabile in termini puramente linguistici (cioè non ha nulla a che vedere con la struttura), allora essa va cercata altrove (cioè all esterno del sistema-lingua): - sul piano sociale: le lingue hanno un riconoscimento sociale che il dialetto non ha - sul piano funzionale: le lingue hanno un ambito di uso più ampio di quello dei dialetti - sul piano politico: le lingue hanno uno statuto ufficiale (e una conseguente legislazione di riferimento) che i dialetti non hanno. Le lingue sono state 'create' per consentire scambi economici e culturali tra gruppi sociali geograficamente distanziati e come strumento imprescindibile per l'assetto amministrativo degli Stati nazionali costituitisi nell'età moderna. Lingua e dialetto hanno funzioni ugualmente importanti, ma complementari: vengono usati in situazioni diverse e con interlocutori diversi. Le lingue nascono innanzitutto per la comunicazione scritta e formale (es. per la stesura delle leggi) e per l'uso in contesti 'formali' (es. scuola). Una lingua è un dialetto con un esercito ed una marina
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12 Se volessimo calcolare tutte le varianti dei volgari italiani, le principali, le secondarie, le minori, anche solo in questo piccolissimo angolo di mondo finiremmo per contare un migliaio di varietà linguistiche, anzi, persino di più'. (Dante, De vulgari eloquentia, I, x)
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16 Ancora oggi e tanto più nel vicino passato [...] la nazione italiana è costituita da una maggioranza di minoranze. G.B. Pellegrini È o era? Variazione diacronica: nel tempo
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